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Autore: marinrin    13/07/2015    3 recensioni
[ Benvenuti al Grand Hotel~ ] [ RaMasa | Paring a sorpresa ( eh eh eh ) ]
[ AU ] [ Slice of life | Comico | Sentimentale ] [ Perché tutti vogliamo un Kariya cameriere ♥ ]
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« Domani devo partire per un viaggio di lavoro. » Ammiccò, portandosi la prima polpetta alla bocca.
Ne gustò il sapore, enfatizzando su come l’uso della salsa per farli rosolare fosse a dir poco straordinario.
Dannazione, avrebbe dovuto fare il cuoco da grande, altro che belle arti!
Il diciottenne mancò un battito.

« Masaki, tu ti occuperai dell’Hotel in mia assenza. »
« Cheeee?! »

Spero vi piaccia ♥
Genere: Comico, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Celia/Haruna, Kariya Masaki, Kirino Ranmaru, Sorpresa, Un po' tutti
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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11 Grand Hotel

 リビングルーム- Ribingurūmu |Living room

A little boy making a sad, lonely face
I wonder if it’ll change into a smile when he pulls on his transformation belt?
It’s the magic in the type you put on, and in girls
I wonder if the world the they see changes when they put their self-confidence on?
 ~

 
 
 
 
 


 
 

~~
 
24 Giugno, venerdì, 14:30
 
Kariya continuò a girovagare per l’albergo, curioso – anche se non lo avrebbe mai ammesso -, davanti a quel tumulto di gente: un via vai continuo tra dipendenti e clienti.
Per sua fortuna Kidou sarebbe rimasto ancora per un po’, onde evitare disastri siccome il diciottenne doveva ancora far i conti con la ‘familiarizzazione’ dell’edificio.
Continuò a vagare per i corridoi, abbastanza stizzito dalle occhiatacce di alcuni che lo guardavano dall’alto in basso – persone che avrebbe tranquillamente preso a calci insomma -.
Ricambiò beffardo con sorrisini odiosi e sincerò con se stesso di andarne abbastanza orgoglioso; riprese la sua camminata a passo rigido, in una classica posa alla ‘sono il boss’.
Neanche il tempo di terminare quei buffi pensieri che si ritrovò faccia e muro, o meglio dire ‘legno’, d’una porticina abbastanza carina e ben decorata; si stupì non poco.
Pressò la maniglia, notando con somma felicità che questa non era chiusa a chiave, sporgendosi  leggermente, lasciando che si aprisse un po’.
«  È permesso?  » Mormorò sottecchi, per poi spalancare completamente, ritrovandosi davanti ad una specie di passaggio colmo di cianfrusaglie e attrezzi da giardino; era ben illuminata come stanza, data la presenza di ben quattro finestre delle quali, in pratica, una della stessa lunghezza della parete; dimostrava aprirsi a sua volta per uscire all’esterno.
Solo allora notò, dopo il soffitto vitreo e la pavimentazione perlata, le meravigliose piante che riempivano l’intero luogo, e con sua sorpresa, riuscì a distinguerne molte.
‘Allora la biologia serve a qualcosa oltre che a dormire!’ si ritrovò a pensare mentre continuava, imperterrito,  una ricerca verso un qualcosa di cui non aveva neanche lui idea.
D’un tratto, affascinato da un vaso, si ritrovò ad ammirare un meraviglioso fiore che in quella marea di colori sembrava insignificante, ma allo stesso tempo unico.
 
«  Campanula soldanella, nome scientifico Campanula rotundifolia…
Altezza variabile da 10 a 60 cm.
La forma biologica è definita come emicriptofila scaposa (H scap), ossia in generale è una pianta erbacea, a ciclo biologico perenne… »

 
Mormorò appena sotto voce, prendendo tra le mani, senza strapparlo, un petalo del fiore, rimirandolo con una sorta di ammirazione…
«  Nel linguaggio dei fiori vuol dire gratitudine… »
Ma non ebbe il tempo di continuare la frase che una mano lo prese alle spalle: mancò un battito per lo spavento, pensò seriamente che fosse un qualche stalker assassino con l’uncino e la benda, come quello del film che aveva visto la sera precedente. Dannato Atsushi e le sue idee geniali, avrebbe dovuto ascoltare Hikaru dannazione!
All’apoteosi del collasso si voltò, incontrando due occhi color smerando, incastonati in un viso niveo, appena nascosti da un paio di occhiali.
Tentò di riprendersi facendosi coraggio, osservando il tratti dell’uomo, o meglio dire della capigliatura strana, che questi portava. Dai vestiti doveva essere il giardiniere.
« Il linguaggio dei fiori, l’Hanakotoba… Direi che è piuttosto raro trovare oggigiorno qualcuno che lo studia ancora! » Ammiccò il rosso, sorridendogli affabile con una certa aria di superiorità che irritò non poco l’azzurro, ancora ansimante per lo spavento.
« Hiroto Kiyama, trentadue anni, curatore della serra e vice capo-cuoco… con chi ho l’onore di parlare?»
Kariya ostentò tranquillità di fronte quel sorriso sincero, e sospirò pesantemente, ricomponendosi.
« Masaki Kariya, sostituto della proprietaria Otonashi Haruna, yoroshiku onegaishimasu! » Proferì il più giovane, abbozzando un breve inchino, mentre l’altro lo guardava con occhi sbarrati.
Provò a farsi avanti, urtando goffamente il più grande, ancora imbambolato, facendone cadere la montatura; il rumore riecheggiò sulla parete in modo sordo.
Una strana tensione si manifestò nell’aria mentre lo sguardo diaccio dell’uomo sembrava scrutargli l’anima: era un demone o cosa nell'arco di qualche secondo?!
Lo vide alzarsi e istintivamente intricò le braccia, temendo in un schiaffo o quant’altro.
Si, si stava cagando sotto come un bambino di cinque anni di fronte al mostro nell’armadio.
Passarono un paio di minuti che, alla luce dei fatti, scaturirono non poca curiosità al diciottenne; preso dal momento, si ritrovò a sollevare leggermente la palpebra destra e, sorpreso, notò la figura del trentenne porsi in un modo a dir poco raccapricciante: giurò di vedergli dei cuori a posto degli occhi oltre che un’espressione piuttosto ebete.

 
« Kawaaaaaaaii  loliii- kun! »
 
No, quello era troppo, davvero.
L’uomo gli si fiondò praticamente addosso abbracciandolo, termine più esatto (forse) era ‘spupazzandolo’, travolgendolo completamente.
Ok, era abbastanza basso per la sua età, però dannazione, non era così tappo! E  per giunta ‘loli’?
Dove la vedeva questa graziosità? Non era mica una ragazza, lui!
Ma che problemi aveva?
Prima il cameriere pasticcione, poi la yandere assassina e ora un lolicon.
Ma cos’era quello, un hotel o un ospedale per pazzi?
Seriamente, continuando così, avrebbe finito per divenire matto anche lui lì dentro…
Ora però il problema era quell’adulto che lo stava stritolando a mo’ di anaconda: lo stava uccidendo.


 
~~

 
Per un attimo gli mancò il respiro e gli parve di vedere un ufo avvicinarsi a velocità sorprendete; allucinazione, si disse.
O almeno pensava, visto che l’immaginario oggetto aveva colpito in piena testa il suo aggressore mettendolo letteralmente KO.
Ormai libero, fece per urlare per lo spavento, ma si ritrovò la delicata figura di un giovane dalla capigliatura verdina – altro colore strano, si disse -  che fece segno di zittirsi.
Gli occhi color nocciola, quasi neri, si puntarono su di lui mentre questi si avvicinava sempre più; il diciottenne non si mosse: la sua mente era in tilt: temette di star per morire lì.
Inaspettatamente il nuovo arrivato, appena fu ad una corretta distanza, si inchinò formalmente, in segno di rispetto, verso l’azzurro: ne rimase davvero sorpreso.
« Midorikawa Ryuuji, 31 anni, capo chef, felice di conoscerla nuovo direttore» Proferì poi con riguardo.
« K-Kariya M- »
« Masaki, giusto? Otonashi sensei mi ha già parlato del suo arrivo. » 
Il verde lo aveva bloccato a mezz'aria, lasciando il poverino in uno stato tale da annuire soltanto.
« Mi scuso per il pessimo carattere del mio collega, non è sua intenzione, finisce sempre così quando è senza occhiali. » Sospirò notando lo sguardo scandalizzato del maggiorenne osservando il corpo inerme, mentre l’altro si premurò di recuperare la montatura.
« Tranquillo, non si preoccupi, un paio d’ore e ritornerà come nuovo! » Ammiccò l’uomo dagli occhi color cioccolata, trascinando le spoglie mortali di Hiroto su una sedia poco distante.
«  Puoi darmi anche dal tu, non ci sono problemi, dopotutto, sono solo provvisorio qui. » Disse poi il minore, distogliendo lo sguardo, visibilmente imbarazzato dal sorriso affabile di Midorikawa.
Una persona normale, non poteva quasi crederci! Sembrava quasi un sogno, perdinci!
Si strofinò gli occhi, onde evitare di pensare che quella fosse un’illusione: con sua somma felicità, no, non lo era!
« Va bene allora. Comunque, grazie di non aver urlato, purtroppo Kiyama ha questi sbalzi d'umore ma ti assicuro in fondo…  », sospirò, come a farsi forza da solo, « molto in fondo, è una brava persona, non preoccuparti. In caso di qualsiasi attacco chiamami pure, sono a tua disposizione!  » Asserì in fine, gettando un sorriso al povero Misaki.
Kariya si ritrovò a sospirare pesantemente, per poi con una scusa, allontanarsi.
Prese a massaggiarsi una tempia; almeno qualcuno sano di mente c’era.
Riprese a camminare, salendo al secondo piano.


 
~~

 
Era molto ampio, osservò subito, pieno di stanze.
Scrutò un paio di ragazze intente a far pulizie. Una di queste lo richiamò sull’attenti.
Midori, Aoi e Akane erano inservienti lì da circa tre mesi, da poco tempo quindi, ma avevano un bel caratterino!
Soprattutto la rossa, notò, non aveva granché voglia di lavorare, preferendo di gran lunga giocare a videogame o sfidare il residente della camera 34, di cui non aveva capito bene il nome.
Si trattava di una stanza importante, se non errava era il figlio del maestro Musashi, Nishiki Ryoma, proprietario del grande sito d’addestramento militare giapponese: insomma, gente con un certo rango.
Pregò che non si atteggiasse troppo, non sopportava quei tipi così veementi, gli davano il voltastomaco.
Salendo al terzo piano, si ritrovò una scena raccapricciante, alias litigio tra dipendente e cliente.
 

 
 ~~
 

« Le ho detto che non intendo minimamente muovermi da qui senza il mio cappotto Praga! »
« Le ripeto che non posso farlo apparire magicamente. »     
       

 
La conversazione si faceva sempre più accesa.
Ignorò la cosa, ma ne venne subito richiamato.
Strabuzzò gli occhi, non credendo ai propri occhi.
Afuro Terumi, modello della casa prestigiosa di moda che ormai dominava l’intera città, la Soren, ora era lì a urlacchiare con una delle persone più ‘simpatiche’ che avesse mai visto.
Cominciò a girargli intorno cercando nelle tasche l’infallibile blocchetto appunti.
Cavolo, voleva un’autografo a tutti i costi!
Il biondo, sentendosi forse dare le dovute attenzioni, si calmò leggermente, imitando qualche posa da sfilata mentre il diciottenne lo tempestava di domande sul suo lavoro.
Il suo compare invece era freddo come il ghiaccio, dava i brividi.
Fece per presentarsi, ma questi subito si premurò di spiegare la situazione.
Kariya c’aveva capito poco o nulla: quell’indumento però doveva essere trovato.
Fecero per cercarlo, ma fu inutile.
Il giovane dai capelli blu notte e le iridi d’ro non si mosse d’un millimetro, non era di grande aiuto.
D’un tratto, due figure, una dai capelli ghiaccio e l’altra color rosso fiamma vennero in contro all’uomo dagli occhi cremisi.
La seconda cadde rovinosamente faccia a terra, inciampando sul tappetto; prese a divincolarsi, maledicendo praticamente tutto ( cose carine e coccolose, insomma ), mentre Suzuno, rimase a fissarlo con sguardo truce, imitando un epico facepalm.
Intrappolato insieme ad Haruya - così si chiamava-, c’era proprio il famigerato oggetto di contesa.
Kariya si sentì sollevato - e irritato allo stesso tempo osservando l’altro ragazzo andarsene via con non la chance; lo inseguì.
 
 
 ~~

 
« Tsurugi Kyousuke, diciannove anni, facchino. Ora togliti dai piedi, ce l’avrei fatta tranquillamente senza la tua inutile presenza » Ribadì il più grande continuando a camminare con passo svelto.
« Ehi! Come ti permett- »
« Non sei Haruna, questo basta.  »        
Non aveva avuto neanche il tempo di ribattere che l’altro era svanito chissà dove, peggio del teletrasporto stile Harry Potter.
Proprio antipatico, però!
 

 
 ~~

 
Ormai la giornata stava per terminare.
Aveva girovagato un po’ e fatto la conoscenza di molte persone, dal giardiniere al barista, incontrando tante celebrità.
Fece per tornare giù al piano terra finché, di corsa, suo zio non lo afferrò trascinandolo direttamente alla reception; aveva in mano il cellulare ed era visibilmente preoccupato.
« Masaki, devo tornare subito in banca, ti raggiungo tra poco. » Disse poi pacato dopo l'ennesimo squillo, afferrando di getto la giacca mentre l’azzurro non aveva la minima idea del da farsi.

« E io cosa dovrei..?  »
« Devi solo dare le stanze, mostrando il tabellone dei prezzi, io devo scappare!  »       
« Zio, il borson- »

 
Non riuscì a terminare la frase che la figura dell’adulto svanì davanti ai suoi occhi.     
 

 
~~
 

Messaggio ricevuto da Ahawe, 18:27
“ Come va, goccino di mamma? |(^u^)/ “

Messaggio inviato da  KariKary, 18:28
“ Haruna. Giuro, quando torni mangerai la cena preparata da zia Natsumi.”
 
Ahawe, 18:29
“ Stai scherzando, vero?!”

KariKary, 18:30
“ Mai stato più serio.”
Ahawe, 18:31
“Come puoi farmi questo?”

Ahawe, 18:35
 “Da quando ti comporti così con la tua mommy? ToT”
 
 
“Da quando mi  ha rinchiuso in manicomio.”
Invio messaggio in corso...

 
 
Stesso giorno, venerdì, 19:30. 
 
 
Le strade della città si facevano sempre più intricate man mano che correva.
Sembrava uno di quegli scherzi fatti apposta, giusto per non lasciarlo proseguire.
Sbuffò appoggiandosi ad un muro a pochi passi dall’imbocco di un vicolo che da quanto aveva capito, sbucava nel parchetto in centro.
Oh, beh, per quanto si sforzasse nel rimanere impassibile, quella vista lo aveva sempre affascinato.
Il capelli  rosastri,  racchiusi in due delicati codini – fatta eccezione per una piccola frangetta davanti-, iniziarono a scuotersi man mano che il vento estivo, caldo e delicato, si infrangeva con gentilezza sul suo volto candido, facendolo irrigidire al tatto.
Aprì gli occhi, beandosi di quella sensazione idilliaca, rivelando le sue iridi color oltremare, ormai interessate semplicemente al paesaggio, come se fosse l’unica cosa che in quel momento avesse potuto calmarlo, o almeno distoglierlo dai suoi mille pensieri.
Riprese il suo cammino, passeggiando tra gli alberi, come se nulla fosse, godendosi lo spettacolo della natura.
Questo almeno finchè non percepì dei passi e voci familiari – mancò un battito.
 
 

 
Ok, ci voleva un piano.
Iniziò a correre nuovamente finchè non notò una grossa scritta in lontananza.
Bingo.
 
 ~~
 
Aveva preso a piovere.
Gocce di pioggia si infrangevano sull'asfalto, poteva persino sentirle.
Continuò a rigirarsi un paio di chiavi, con estrema facilità; sbuffò.
D'un tratto un forte rumore squarciò quel silenzio: qualcuno era entrato, accompagnato da una straordinaria aria di tempesta.
 









 
Angolo autrice.
Ma buonsalve! Oggi no, sono in orari decenti :D ( in ritardo di una settimana ma vabbeh, dettagli (???) )
Finalmente si movimenta questo albergo!
E ora fa la sua entrata in scena... eheheheh
Indovinate?

Ahem, spero che questo primo capitolo vi piaccia <3
Per ora ci sono giusto un po' di descrizioni ed introduzioni, nel prossimo si entrerà nel vivo vero e proprio!
Mi ci sto impegnando molto, e spero possa davvero piacervi yupupu (?)
In questo abbiamo visto Hiroto il pervertito (ovo), Midorikawa, Terumi, Suzumo e Nagumo, lo tsundere Kyousuke (BD), Aoi, Midori e Akane, e uhuhuhuhu (???????)

Ben presto vedremo come quel poveretto dovrà sopravvivere uvu

La canzone è dei Vocaloid, la AMO a prescindere x'D.

Mi raccomando, fatemi sapere cosa ne pensate!
Conto su di voi!

 
Lasciate una piccola recensione: salverete non solo tanti pinguipandanicorni (???)
Donate all'associazione Kariya salvezza in modo da potergli permettere di fuggire dalle grinfie degli Hiroti selvatici(?)
In Alaska, ma son dettagli 
 

   
   
 
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