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Autore: Toms98    14/07/2015    0 recensioni
Un cavaliere di drago comandato dagli istinti e un'erede al trono dal cuore di ghiaccio si uniranno per riportare la pace nel regno di Urigan, ma intrighi e trappole sono dietro l'angolo. E un oscuro mistero aleggia a corte...
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Poi l’occhio cadde sulle sette righe indicategli poco prima dal Mastro Bibliotecario. Era scritta quella che a prima vista pareva una profezia insensata:
Quando colui che porta il fuoco nel sangue
E colei che porta il ghiaccio nel cuore
Uniranno le forze, la pace tornerà.
Ma per ottenere ciò
Il cuor di lui di fuoco si riempirà
Il sangue di lei di ghiaccio sarà
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[STORIA IN GARA PER IL CONCORSO THE ANCIENT TALES (http://freeforumzone.leonardo.it/d/11055156/The-Ancient-Tales-Contest-Fantasy-Pacchetti-Immagini-/discussione.aspx)]
Genere: Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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LA MISSIONE
La squallida taverna era piena come al solito all’ora di punta. Dalle vetrate unte traspariva una luce fioca che rendeva solo più squallido un ambiente che lo era già di suo. L’oste, un vecchio calvo e sdentato, stava pulendo, se così si poteva dire, il bancone con uno straccio nero come la pece. Tutto intorno, gente di ogni dove mangiava in una cacofonia orchestrale, mentre un cantastorie provava ad imporsi invano sulle altre voci. C’era gente di tutte le più basse classi sociali: giullari, contadini, mugnai, attori teatrali e prostitute. Sembrava quasi un quadro dipinto da un pittore fallito.
Ma lui stonava con il contesto. Tutti lo notavano, lì seduto ad uno dei tavolini in noce eroso dai tarli nell’angolo più buio, su una sedia di paglia che già più volte non aveva retto il peso di un qualche viandante fuori forma. Il vestiario tradiva la sua casta più elevata. Un paio di stivali di cuoio neri, coperti da dei pantaloni rinforzati nelle cosce, mostravano nettamente il suo grado di cavaliere, mentre la tonaca rossa coperta da una giubba in pelle maculata mostrava il suo regno di appartenenza, quello di Sirozeff. Le mani, grandi e nodose, erano strette ad una bottiglia di distillato e ad un bicchiere che portava i segni di varie bevute appena passate. Un cespuglio di ricci rossicci che proseguivano unendosi ad un’ispida barba coronavano un paio di occhi marroni. Un naso, leggermente arrossato dall’alcool, era posto sopra una carnosa bocca. Doveva essere molto ricco agli occhi di Jaenel, una delle prostitute che solitamente frequentava il locale.
<< Ehilà maschione! Come te la passi >> disse lei languida avvicinandosi al tavolo. Lui si limitò ad indicarle una sedia li vicino. Lei si sedette accavallando le gambe e continuò: << Hai un nome, bel fustacchione? >>.
<< Non provarci con me! E comunque sono Zondur >> rispose secco lui bevendo un bicchiere del liquido scuro. Lei si stupì della freddezza dell’uomo, poi rise fragorosamente e scherzò. << Sei per caso sodomita? >>. Mentre lei continuava a ridere rumorosamente, lui prese un bel respiro e la fissò dritto negli occhi. << No, non sono sodomita >> disse << Sono semplicemente un uomo che beve. >>
La ragazza provava a stuzzicarlo, ma lui resisteva come una statua. << Cosa diamine ti ha reso così? Una strega? >> chiese lei sull’orlo dell’esasperazione ma pur sempre con voce sensuale. Lui sorrise. << Beh, sì in un certo senso >>. La ragazza si incuriosì. << Ti va di raccontarmi ‘sta storia? >>
<< Beh, ci vorrà un po’ di tempo >> disse lui riempiendo un altro bicchiere. << Ho tutto il tempo del mondo >> disse lei.
<< Va bene. Ti racconterò la mia storia. >>

Zondur si svegliò, accanto una figlia di un mercante che aveva sedotto il giorno prima, doveva chiamarsi Hanah, la quale aveva deciso di cambiare “lavoro”. Scese dal letto che lei ancora dormiva. Le lasciò i soldi che avevano patuito, quindi si vestì e andò al lavoro. Le strade pullulavano di persone per la festa del raccolto, mentre sopra le strade svettavano ondeggianti al vento i porpurei stendardi imperiali. Zondur camminò sulle lastre lisce di ossidiana che formavano la via maestra, fino ad arrivare al palazzo della Gilda, un’imponente torre nera che svetta sugli altri edifici. La cima, finemente merlata, copriva uno spiazzo dove si intrvedeva la presenza di un decina di draghi, di tutti i colori e le dimensioni. Zondur entrò e si diresse verso la zona che gli competeva, quella dei cavalieri di drago. Tutti i suoi compagni lo salutarlo come al solito, dopodiché lui iniziò a spiegare l’addestramento che avrebbero fatto quel giorno. Il suo discorso fu però interrotto da un uomo, il suo comandante, il quale congedò gli altri e lo portò nel suo ufficio. << Desidera, signore? >> chiese lui rimanendo dritto in piedi, mentre l’uomo di fronte a lui si sedeva. Gli fu indicata la sedia, e una volta seduto, il comandante cominciò: << Mi servirebbe la tua esperienza e il tuo dragone per una missione e… >>
<< Accetto! >> disse Zondur interrompendo l’uomo, che lo fisso e scosse la testa sorridente. << Eh, Zondur, sei sempre il solito frettoloso. Ma questa non è una missione come le altre. Ti prego prima di prendere una decisione definitiva di seguirmi. >>
Il cavaliere lo seguì chiccherando del più e del meno verso la biblioteca della Gilda. Entrarono e trovarono Mastro Boris chino su un libro. Zondur gli diede una pacca sul collo e disse: << Boris, vecchio mio, come te la passi? >>. L’anziano topo di biblioteca sbuffò, poi sfogliò un po’ il libro e si fermò ad una pagina. Indicò sette versi, scritti con un inchiostro blu. << Cosa ne pensi? >> chiese il comandante a Zondur. Lui osservò un po’ il libro, poi trasse le sue conclusioni: << Questo libro è molto vecchio. Di sicuro non è del nostro regno, essendo il sigillo regale diverso. Penso piuttosto, se non mi sbaglio, che sia del regno di Urigan, quello su a Nord. >>
Poi l’occhio cadde sulle sette righe indicategli poco prima dal Mastro Bibliotecario. Era scritta quella che a prima vista pareva una profezia insensata:
Quando colui che porta il fuoco nel sangue
E colei che porta il ghiaccio nel cuore
Uniranno le forze, la pace tornerà.
Ma per ottenere ciò
Il cuor di lui di fuoco si riempirà
Il sangue di lei di ghiaccio sarà
Zondur la guardò a fondo, ma non capiva cosa stesse ad indicare. << Ci rinuncio. Se questa è la missione ho fallito. >>
<< Non si preoccupi. Nessuno ci è mai riuscito. >> disse una voce dietro di lui << Si dice che siano andate perse tre righe, ma nessuno le ha mai trovate. Non che mi interessi seriamente. Quella profezia era però la mia credenziale, per convincere il suo comandante che sono veramente chi dico di essere. >> concluse l’uomo, uno che aveva da poco passato la maggiore età, tutto armato e agghindato, con un gigantesco orso ricamato sul mantello. I capelli neri e lisci sembravano essere un secondo elmo, mentre gli occhi scuri fissavano il cavaliere. << E chi dice di essere? >> chiese Zondur, richiudendo e porgendogli il libro. << Il mio nome è Lord Wiser, membro del Consiglio dei Lord di Urigan. Normalmente obbligherei chiunque a chiamarmi mylord, ma siccome sono qui in un regno straniero a chiederle il suo aiuto, gradirei che mi chiamasse anche solo Wiser. >>
<< Ok, Wiser. Perché quel libro sono le tue credenziali e soprattutto come fai ad essere lord? >>
<< Quel libro sembra un normale libro. In realtà è il Libro della Profezia, dove è segnata la profezia e varie interpretazioni. Solo a un lord è concesso averne una copia. Per quanto riguarda il mio essere lord, sappia che mio padre morì giovane e io rivesto il suo titolo fin da quando sono nato. >>
Zondur ne rimase interessato. Lisciandosi la barba, chiese: << Quindi quale è la mia missione? >>
<< Prima di conoscere la tua missione, devo spiegarti un paio di cose. Nel nostro regno, in caso l’erede al trono non abbia l’età per governare, subentra il Consiglio di cui faccio parte, fino al compimento del diciottesimo anno di età del legittimo re. Ciò accade anche se non c’è un erede, quando il consiglio rimane in carica per diciotto anni precisi. >>
<< Quindi?! >> chiese con una nota di impazienza Zondur. L’uomo fece un bel sospiro, poi riprese a parlare: << Da diciassette anni i nostri regnanti sono deceduti in circostanze misteriose, lasciando il regno senza erede. A breve sarà eletto fra noi lord un nuovo re. >> Zondur lo fulminò con lo sguardo dicendo: << Ti sbrighi a dirmi che devo fare! E sappi che non ho intenzione di uccidere lord per farti essere re. >>
<< No, non è questo… >> disse un po’ preoccupato il lord.
<< Allora parla! >> urlò Zondur.
<< L’altro giorno >> disse calmo.
<< Non me ne frega un cazzo di cosa hai fatto l’altro giorno. Voglio la mia missione! >> gridò il cavaliere.
<< L’altro giorno ho trovato una lettera con il sigillo regale datata diciassette anni orsono. È una lettera per una bambinaia del villaggio, in cui si raccomanda di tenere con cura il figlio della regina. È firmata dal re, ciò mi fa dedurre che sia un erede legittimo. In quanto Lord, non posso andare a prendere il ragazzo, quindi dovrà prelevare lei da questa bambinaia l’erede, accompagnarlo al palazzo e assistere alla sua insediazione. Solo allora potrà considerare la sua missione conclusa. >> Zondur lo guardò profondamente, poi disse: << Quindi… Io devo prendere un bambino e farlo sedere su una sedia più grande del normale? >>
<< Beh, in un certo senso… >> disse spiazzato l’uomo << Penso… sì >>
Non appena Lord Wiser si fu congedato, Zondur prese le sue cose e si diresse verso la cima della torre. Il suo comandante lo inseguì. << Beh, parti così senza salutare? >>. Zondur sellò Calamicus, il suo possente dragone rosso con le striature dorate sul dorso. << Sarò di ritorno fra meno di una settimana. >> Calamicus sbuffò una nuvola di fumo grigio, mostrando la stessa impazienza di partire del padrone << Ma se ti servirà qualche cosa, sei sicuro di essere attrezzato? >> chiese il comandante. << Se mi serve qualcosa lo comprerò! >> rispose secco l’uomo.
Detto ciò balzò sulla sua cavalcatura e, dopo aver preso una breve rincorsa, volò verso le sottili nuvole a grande velocità.
   
 
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