Ciao!
Solo due righe per spiegare come
sarà strutturato il racconto:
In
questo carattere sarà raccontato ciò che è accaduto.
In questo carattere sarà
raccontato il seguito del prologo, il presente insomma.
Credetemi è più difficile da
spiegare che da capire, in ogni caso, sapete dove trovarmi per qualsiasi
chiarimento.
Buona
lettura!
2.
Ritorno
Diario di
bordo – giorno 401
"La
tempesta che ci ha colpiti in questi giorni sembra essersi placata e tutti sulla
nave sono più calmi.
Franky
sta controllando se abbiamo riportato dei danni, ma ad una prima occhiata non
dovrebbero essercene. Brook sta cantando un'ode al mare piatto, disturbando il
sonno di Zoro, che lo ha già minacciato un paio di volte. Robin invece non ne è
infastidita e continua a leggere il suo libro, mentre Usop è di vedetta e Rubber
tenta di superare la difesa di Sanji per sgraffignare qualche
provvista.
Non
dovrebbe mancare molto a Raftel, ma all'improvviso nessuno è più così ansioso di
arrivarci.
È
incredibile…siamo a un passo dal coronare un sogno, dal mettere le mani sul
tesoro di Gol D. Roger…la prima ciurma a raggiungerlo…eppure provo anch'io una
sorta di paura.
Ho
paura del dopo. Che ne sarà di noi? Avremo ancora un motivo per stare insieme
come adesso?
Avremo ancora uno scopo per continuare a
vivere?"
Nami
chiuse il diario, sfiorando distrattamente le lettere incise sulla copertina di
pelle nera. Era strano per lei avvertire quell'inquietudine, avere quei dubbi.
Stavano parlando del bottino di Gol D. Roger, del Re dei pirati: un tesoro
immenso stando al numero di razzie e conquiste di quell'uomo… Non poteva avere
incertezze su questo.
Non
la "gatta ladra"!
-Nami,
tesoro, ti ho portato il pranzo!- la raggiunse la voce di Sanji. –Posso
entrare?
-Sì,
vieni pure.
Il
cuoco svolazzò fino alla rossa con un vassoio, posandolo sulla scrivania ed
elencando le prelibatezze del giorno con la sua solita enfasi romantica, ma si
bloccò nel notare l'aria assorta della navigatrice.
-Nami,
va tutto bene?- la domandò, serio.
-Sanji,
il tuo sogno è trovare il Cuore dei mari, giusto?
-Sì,
ma cosa…- rispose il giovane, perplesso.
-E
poi? Dopo che l'avrai raggiunto, che avrai visto con i tuoi occhi che non è una
leggenda…quando il tuo sogno si sarà realizzato…a quel punto che
farai?
Il
biondo la fissò, colpito dal suo tono: era stata diretta e decisa, ma sotto
quell'apparente calma aveva sentito una specie di disperato appello. Lo stesso
che si udiva nelle voci degli altri. Non lo avrebbero mai ammesso, ma
desideravano non arrivare a Raftel…non se questo significava perdere tutto e
dirsi addio. Cosa avrebbe fatto una volta trovato il Cuore dei
mari?
-Non
me lo sono mai chiesto- replicò infine, sinceramente. Non si era mai posto
quell'interrogativo ed ora che vi era così vicino, il dopo appariva come un
baratro oscuro. Come un nemico impossibile da sconfiggere. –E tu? La carta
nautica del mondo è quasi finita.
-Già…-
Lo sguardo si spostò sulle mappe disegnate nel corso di quel viaggio: a ognuna
era legato un ricordo…bello o brutto…terribile o divertente… C'era tutta la sua
vita con quella che ormai era la sua famiglia. non voleva
rinunciarvi…
Non
voleva rinunciare a quei compagni con cui aveva condiviso
tutto…
Brook,
l'ultimo acquisto della ciurma…
Franky,
il carpentiere per metà cyborg, che si era unito a loro dopo l'avventura di
Enies Lobby…
Zoro,
quel dormiglione divenuto lo spadaccino migliore del
mondo…
Usop,
il cecchino bugiardo che sognava di incontrare il padre per dimostrargli di
essere diventato un pirata coraggioso…
Chopper,
la dolce e tenera renna che la Marina considerava solo una
mascotte…
Rubber,
il capitano…colui per il quale sarebbero andati nei regni della morte e ne
sarebbero tornati…
E
Sanji, il cuoco farfallone tutto moine e galanterie, per cui forse la
navigatrice provava qualcosa di più dell'amicizia o
dell'affetto…
Non
voleva rinunciare a niente e a nessuno. E sentiva che per lui era lo stesso. Per
lui come per gli altri.
-Vorrei che degli anni ci
dividessero da Raftel…- sussurrò, quasi a sé stessa, gli occhi bassi, fermi sul
diario. Improvvisamente avvertì vicino l'odore di fumo delle sigarette di Sanji,
le labbra del ragazzo si posarono lievi sulla sua guancia vellutata e la sua
voce mormorò:
-Lo
vorrei anch'io.
Poi
il cuoco uscì dalla cabina, lasciandola alle sue riflessioni.
§*§*§*§
-Sanji…non
mollare, ti scongiuro…- singhiozzò Nami, sfiorandogli continuamente il viso.
–Non può finire così…
Il ragazzo
le sorrideva dolcemente, non potendo fare altro: i suoi giorni sarebbero
terminati in quella chiesa sconsacrata dove avevano trovato rifugio, illuminato
dai giochi di luce delle vetrate colorate e dei rosoni. Chopper tentava
inutilmente di fermare il sangue che sgorgava copioso dallo squarcio
sull'addome: tutti e tre sapevano perfettamente qual'era la realtà, ma non
ammetterla, non darle voce pareva potesse allontanarla, renderla solo una
lontana possibilità.
Avevano
assistito impotenti a troppe morti…
Le loro mani
avevano stroncato delle vite senza esitazione…
Avevano superato il confine oltre il quale non c'era ritorno.