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Autore: LadyVaderFrancy    20/07/2015    15 recensioni
Questo è uno dei due seguiti della FF la Maledizione. Racconta la storia di come due maghi Severus Piton ed Harry Potter, vivono l'ascesa inevitabile del Signore Oscuro. Uno dei due pienamente consapevole del suo destino, mentre l'altro si troverà a combattere non solo con il mortale nemico, ma anche con ciò che è stato indotto a credere. Una storia piena di momenti introspettivi dei due protagonisti assoluti. (NB Tutto quello che avreste voluto sapere su Severus Piton, che non è stato raccontato)
Dal Capitolo 8
Alla fine quando Piton uscì dalla stanza era distrutto dalle orribili rivelazioni, e dalle infinite richieste del vecchio. Silente praticamente si era strappato il vessillo di condottiero che sfoggiava con tanto onore e gloria, lo aveva cacciato a forza sul suo petto e lo aveva ricoperto con una veste da Mangiamorte. In un prossimo futuro lui, Severus Piton avrebbe dovuto guidare nascosto nell’ombra, l’intero lato della luce.
Genere: Guerra, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Harry Potter, Severus Piton | Coppie: Harry/Severus
Note: Otherverse | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
Capitoli:
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Angolino dello scribacchino Parte 1

Ciao a tutti,
questo è il primo dei due capitoli bonus che vi ho promesso (per risarcirvi dei colpi al cuore che vi ho fatto prendere negli ultimi 3 capitoli). Lo dedico a Snivellusfan una ragazza che come tutti noi adora Severus (e Draco scusa… mi farò perdonare per la sua morte… in un'altra storia). Lei ha fatto qualcosa per me di molto importante, ha recensito quasi tutti i capitoli della Maledizione, quasi tutti del primo finale e tutti senza nessuna eccezione i capitoli di Tra Ombra e Luce. Ho apprezzato talmente tanto la cosa, soprattutto visto che le altre due erano terminate (e quasi nessun lettore lo fa), che volevo fare io qualcosa per lei, così le ho chiesto cosa le sarebbe piaciuto leggere e lei mi ha risposto …” mah nulla in particolare degli scorci della loro vita insieme…”  e così ho deciso di regalare non solo a lei ma a tutti voi questo capitolo.
Un Kiss
Lady V
 
 
30 Il pipistrello dei sotterranei e il ragazzo che ha sconfitto il Signore Oscuro.

30 maggio 1998

I due giorni erano passati, tutta la famiglia Weasley era tornata alla Tana il giorno precedente con Hermione al seguito. Anche gli altri superstiti avevano trovato una sistemazione adeguata alle loro esigenze; dunque, a parte la Mc Grannit e la squadra di maghi che avrebbe ricostruito la scuola non c’era rimasto più nessuno. Anche il magico duo era pronto alla partenza, o almeno uno dei due maghi lo era. Severus Piton infatti era nell’atrio che aspettava con impazienza il suo protetto. ((Vorrei davvero sapere che diavolo sta facendo!! Possibile che nonostante mi sia raccomandato più volte di non tardare… Quel ragazzo non ascolta mai… Siamo alle solite, dannato Grifondoro!!)). Dopo altri quindici minuti il pozionista era ormai sull’orlo di una crisi di nervi, stava per andare a cercare il marmocchio per poi maledirlo, quando vide il ragazzo sopravvissuto all’Oscuro Signore che presto sarebbe morto per mano sua corrergli incontro. “Eccomi professore, mi dispiace: sono andato alla torre, beh sarebbe meglio dire a quello che ne rimane e cioè… niente. Volevo recuperare alcune delle mie cose, ma purtroppo è andato tutto distrutto” sussurrò il moro pensando con tristezza alla sua Firebolt e all’album dei suoi genitori.

Severus socchiuse gli occhi e poi sibilò “Potter, per quanto la comprensione di alcuni testi ti sia decisamente oscura, mi risulta che sei perfettamente in grado di leggere o sbaglio?”

“Certo che so leggere!” sbuffò risentito il moro.

“Spero allora che tu abbia una ottima ragione per essere andato alla torre, dato che ai piedi della scale c’è un chiaro avvertimento che dichiara l’inagibilità della zona, con tanto di dicitura che è altamente pericoloso” ringhiò l’uomo.

“Oh giusto… qu-quello” balbettò indietreggiando il ragazzo ((Merlino, è già incavolato alle dieci della mattina)).

“Sì, proprio quello… Perché sei andato lì?!” urlò l’uomo infuriato. ((Perché deve sempre andare in cerca di guai?))

“Ecco, c’erano le cose dei miei genitori… Speravo di recuperarle” rispose con espressione da cane bastonato.

Severus fece un passo avanti, lo afferrò per il colletto e ringhiò “Se ti fossi preso la briga di informarmi, ti avrei riferito che tutte le tue cose sono al sicuro a Devil’s Peack da prima della battaglia finale. Ho chiesto io stesso a quel tuo elfo squinternato di portarcele!”

Harry lo fissò a bocca aperta per lo stupore e poi bofonchiò “Davvero? Poteva dirmelo però!” ((Certo che con Piton non sai mai cosa aspettarti… Ha fatto portare le mie cose... ancora prima… Ma perché deve sempre essere così scorbutico anche quando fa un cosa bella per qualcuno?)).

Mentre Severus gli stava lanciando l’ennesimo sguardo truce si avvicinò la preside tutta indaffarata “Oh Severus, Harry! Vedo che finalmente siete in partenza… Passate una buona estate; scrivetemi ogni tanto… Ci rivediamo a settembre”.

“Allora a settembre, Minerva” ringhiò il pozionista, poi afferrò una fiala vuota e sibilando l’incantesimo attivò la passaporta e infine aggiunse “Tra un minuto sarà attiva, muoviti Potter!”

“Passi una buona estate professoressa, ci rivediamo a settembre … o almeno spero” ripose sorridendo. Poi si portò al fianco del suo mentore.

Dopo aver sentito quella orribile sensazione familiare di strappo dietro l’ombelico, Harry si ritrovò nel familiare salotto di Devil’s Peack. Investito da un enorme senso di nausea barcollò leggermente, ma prima che potesse perdere l’equilibrio Severus lo afferrò saldamente. “Possibile che dopo tutto questo tempo ancora non ti sei abituato alle forme di trasferimento magico, Potter?”.

“Detesto le passaporte… E comunque non aveva detto che mi avrebbe chiamato Harry? Non mi piace che continui a chiamarmi Potter” rispose il Grifondoro ancora con lo stomaco sottosopra.

“Andiamo, dobbiamo sistemarci e poi dobbiamo fare un discorsetto… un lungo discorsetto”.

Il ragazzo d’oro deglutì e annuì aspettandosi il peggio ((Merlino! siamo appena arrivati e ho già fatto qualcosa che lo ha irritato? Forse ho fatto un errore: venire qui con lui)) pensò mentre si mordeva il labbro inferiore. Invece con sua grande sorpresa l’uomo gli chiese in quale camera voleva sistemarsi, ed Harry rispose che avrebbe occupato quella che aveva scelto l’estate precedente: era proprio di fronte a quella di Piton.

“Molto bene allora; disfa i tuoi bagagli, e se vuoi fare delle personalizzazioni agli arredi sentiti libero di assecondare i tuoi gusti… Basta che restino limitati alla tua camera… Non voglio vedere colori Grifondoro in giro per la nostra casa”.

((Nostra?! Ha detto nostra…)) “Ehmm, grazie professore, ma va bene così. In realtà il mio colore preferito è il blu, ecco perché ho scelto questa stanza…”

“Molto bene allora. Ci vediamo in salotto tra un'oretta”.

Harry aprì la finestra di legno chiaro, fece un lungo respiro: amava moltissimo il rumore delle onde che si infrangevano sulla scogliera e l’odore di salsedine che circondava tutta la zona. ((Adoro questo posto… spero davvero che le cose tra noi funzionino… )).



25 agosto 1998

L’estate era quasi terminata, la vita a Devil's Peack era tranquilla; beh, per quanto possa essere tranquilla una casa dove convivono Harry Potter e Severus Piton.

“Potter, vieni giù immediatamente!” urlò Severus dal piano di sotto.

“Che c’è?! Perché stai urlando in quella maniera? Non ho fatto niente, e non chiamarmi Potter!” rispose esasperato il ragazzo d’oro. ((Detesto quando lo fa…))

“Quella tua dannatissima scopa, è sempre in mezzo ai piedi! C’è un apposita rimessa, quante volte te lo devo dire di non lasciare in giro le cose!” ringhiò l’uomo inferocito.

Solo allora il ragazzo notò del liquido verdastro sparso a terra e delle fiale rotte, dunque abbassò lo sguardo e sussurrò “Ehm scusa… Vado subito a metterla via” poi afferrò la Firebolt e la portò nella rimessa. Rientrando vide che il pasticcio era già stato ripulito e non era un buon segno.

“Forza, adesso vieni in laboratorio con me, preparerai la pozione che è appena andata sprecata a causa del tuo disordine” sentenziò il mago vestito di nero.

“Devo proprio Severus? Per favore…” gemette il moro al suono di quelle parole. “Dai, lavo i piatti senza magia per una settimana… Due?… No?! Ok, allora sistemo l’orto delle piante medicinali?” ((No, non sembra soddisfatto della proposta… La sua vena pulsa ancora in maniera troppo evidente… Non va affatto bene)) “Oh, ohhh ci sono! Ti pulisco tutto il laboratorio da cima a fondo… Per favore, tutto… ma non la pozione” lo supplicò Harry con tanto di mani giunte sopra la testa. Non ci fu nessuna risposta a parte un'occhiata a dir poco omicida del pozionista, che fu più che sufficiente a farlo schizzare nei sotterranei di corsa senza aggiungere una sola altra parola.

La convivenza con l’uomo era andata in linea di massima sempre abbastanza bene, certo Piton era sempre molto severo e burbero ed Harry un combina guai impulsivo, ma ora avevano un grado di familiarità tale che entrambi non avevano più nessun problema a darsi del tu e a chiamarsi per nome. Sì, perché per chissà quale intervento divino, forse quello di Merlino in persona, Piton aveva concesso ad Harry di usare il suo nome di battesimo, beh a parte quando litigavano e succedeva spesso. I due maghi avevano passato molto tempo insieme, avevano parlato del passato e dei loro progetti per il futuro, avevano passeggiato sulla scogliera, cosa che amavano molto, avevano giocato a scacchi, perfino cucinato; insomma, agli occhi di un osservatore qualunque Harry e Severus potevano apparire quasi come padre e figlio… Ricordatevi che ho detto quasi. Eh sì, perché quando si parlava di studio e soprattutto di pozioni era tutta un'altra storia, infatti il pozionista aveva informato il ragazzo d’oro che essendo ufficialmente il suo pupillo ormai si aspettava che ottenesse i voti migliori in tutte le materie compresa la sua una volta ripresa la scuola. E come tutti ben sappiamo soddisfare gli standard dell’uomo era quasi impossibile. Che speranza poteva avere Harry James Potter se nemmeno la sua migliore amica Hermione so-tutto-io Granger non era riuscita in tale proposito? Questa era una delle cose che turbava di più il ragazzo sopravvissuto.

Una volta scese le scale Severus trovò Harry vicino al bancone con l’aria afflitta. “Era la tua pozione sonno senza sogni… Prendi gli ingredienti e inizia a prepararla immediatamente” sibilò con freddezza.

Il moro sospirò “Va bene, però… Però potresti essere più comprensivo oggi, non l’ho fatto apposta!”

Piton alzò gli occhi al cielo ((Ma perché tutti i Grifondoro devono essere delle regine del dramma… quando siamo qui parla come se dovessi cruciarlo ogni due secondi)). “Dipende tutto dal risultato che otterrai Harry…” e poi si sistemò in un angolo del bancone con piuma e pergamena per finire di redigere i nuovi programmi delle lezioni per l’anno a venire.

Harry iniziò la distillazione ma dopo solo venti minuti la pozione era un poltiglia putrescente e disgustosa color salvia.

“Come è possibile che nonostante tutte le lezioni che ti ho dato… riesci a combinare ancora tali disastri? Perfino Paciock avrebbe fatto un pasticcio meno orribile!” sibilò l’uomo puntando il dito verso il Grifondoro.

“Scusa” bofonchiò Harry. “Pulisco subito”. Prese il calderone e si diresse al lavandino.

L’uomo osservò il ragazzo: non era nel suo carattere essere così arrendevole, e poi erano diversi giorni che si comportava in maniera strana. Se ne stava sempre per conto suo imbronciato, non aveva toccato la sua scopa da almeno una settimana, mangiava poco e dormiva ancora meno; era chiaro che qualcosa lo turbava. Ricordava i primi giorni quando aveva gli incubi del Signore Oscuro, dormiva pochissimo, ma non voleva parlare di quello che gli stava succedendo per paura di essere un peso. Alla fine Severus lo aveva messo alle strette e aveva scoperto che il moro aveva degli incubi terrificanti dove riviveva i momenti peggiori vissuti durante la battaglia finale. Così ne avevano parlato per settimane e dopo avergli somministrato con regolarità un formula modificata appositamente di pozione sonno senza sogni, tutto si era risolto per il meglio. Certo Harry aveva ancora gli incubi a volte, ma quando si svegliava nel cuore della notte tutto sudato in preda al terrore c’era sempre il suo mentore accanto a lui con un aria rassicurante e con una fiala in mano pronta all’occorrenza.

“Sputa il rospo”.

Harry si voltò “Come scusa?”

“Harry, non fare il finto tonto, so che c’è qualcosa che ti turba! Vuoi parlarmene o devo entrare in quella tua testaccia vuota?” ringhiò l’uomo vestito di nero.

Il Grifondoro sapeva che era una minaccia a vuoto, Piton l’aveva usata moltissime volte ma non l’aveva mai attuata, ad ogni modo preferiva non metterlo alla prova quel giorno sembrava già abbastanza infuriato “Sono solo un po’ preoccupato” bisbigliò il ragazzo.

Severus alzò un sopracciglio “Questo mi sembra ovvio. Elabora… dettagliatamente”

“Per il ritorno a scuola… Ci sono tanti ricordi… brutti ricordi”.

Piton si pizzicò il naso, fissò il ragazzo: non era tutto, avevano già discusso della cosa in più di un’occasione. “Sai che se la cosa ti creerà problemi troveremo una soluzione insieme… Ma non è solo per questo; c’è dell’altro, non è così?”

Harry si guardò le scarpe ((Come glielo dico? Semplicemente non posso… Riderebbe di me… Beh a dire il vero non lo ha mai fatto… Mi ha sempre aiutato in questi mesi, ma questo è diverso…)).

“Potter…” lo esortò.

“Si … ecco… c’è, ma è una cosa, ma è… stupida” rispose mordendosi il labbro inferiore con forza.

“Anche se fosse, ti sta turbando e il risultato è che non sei concentrato e non fai che combinare guai in giro per la casa… Forza, usa un po’ di quel coraggio di cui vi vantate tanto voi Grifondoro”.

“Io… e se le cose… voglio dire… una volta tornati a scuola… noi…” sospirò esasperato ((Oh per Godric… ecco forse stavolta era davvero meglio che usasse la Legilimanzia… è difficile da dire…ed è anche imbarazzante!!)).

Piton alzò un sopracciglio. “Eloquente come sempre… Ritenta e stavolta cerca almeno di formulare delle frasi di senso compiuto”.

Il ragazzo allora fece un respiro profondo e poi tutto d’un fiato disse “Noncambierannolecosetranoi quandosaremoascuolavero?”

“È questa la cosa che ti preoccupa da giorni?” domandò incredulo l’uomo. ((Merlino mi salvi… Ma come può pensare una cosa simile?)).

Harry annuì imbarazzato ((Non avrei dovuto dirglielo, penserà che mi sto comportando come un ragazzino insicuro…)).

“Vieni, andiamo sulla veranda”.

Una volta usciti all’esterno della casa i due maghi raggiunsero quel piccolo scorcio di mondo in grado di placare l’animo di entrambi. Presero posto sulle due poltroncine in vimini, e poi rimasero alcuni minuti in silenzio a fissare l’infrangersi delle onde sul crinale opposto.

“Harry, abbiamo parlato molto di questo argomento durante l’estate… Quando ti ho detto che potevi venire da me per qualsiasi cosa, non mi riferivo solo quando siamo qui a casa. Quando torneremo al castello nulla cambierà tra di noi. Dubiti forse della mia parola?”

“No!! “ si affrettò a rispondere. “E’ solo che tu sei il direttore della casa Serpeverde, e io sono un Grifondoro… E lo sanno tutti che i Grifondoro non ti piacciono … anzi, siamo onesti: tu ci odi… e poi devi badare ai tuoi Serpenti... Ci vedremo solo durante le lezioni, e io faccio schifo in pozioni”.

Severus ghignò divertito “Hai ragione rimarrai sempre una testa di legno Grifondoro e probabilmente grazie alle tue stupidaggini toglierò un mucchio di punti alla tua Casa, ma questo non è compatibile con il prendere un tè insieme alla sera mentre mi racconti come è andata la tua giornata, sempre se lo desideri…”

Il moro lo fissò accigliato e sbuffando rispose “Certo che lo è! Sarà orribile… Ci vedremo poco e tu sarai sempre arrabbiato con me”.

“Se vuoi passare più tempo con me, Signor Potter, posso sempre assegnarti qualche detenzione extra… ma dubito che sarà necessario conoscendoti” lo sbeffeggiò il pozionista.

“Beh, se devi assegnarmi delle detenzioni preferisco guadagnarmele allora, Professore… Magari facendo un giretto nelle cucine per sgaffignare una torta… o così per prendere un po’ d’aria fresca” ghignò beffardo il moro con un’espressione molto più serena.

“A giocare con il fuoco prima o poi ci si scotta marmocchio sfacciato! E se ti becco a gironzolare per il castello di notte, sarai un Grifondoro molto dispiaciuto.” sibilò l’uomo sogghignando tra sé e sé felice di aver dissipato i dubbi del ragazzo.


10 ottobre 1998

“Oh dai … per le mutande di Merlino!! Io sono stufo di stare qui, lavoriamo su questo saggio da ore!” piagnucolò il rosso.

“E nonostante tutto non hai ancora finito Ronald!!” lo riprese la riccia.

“Ho bisogno di una pausa! Harry, sei con me vero?” 

“Ron… Domani abbiamo il primo test di pozioni… non so se hai capito bene, ho detto Pozioni!!” rispose ansioso il moro passandosi una mano tra i capelli.

“Lo so… lo hai detto almeno venti volte, solo oggi… Ma che ci importa? Piton lo sa che siamo due schiappe in pozioni!”. 

Harry sbuffò. “Lo so anche io, ed è proprio per questo che sto cercando di studiare… Lui si aspetta che prenda una E. Ron, una E ti rendi conto?!” urlò mentre si grattava la testa con la piuma.

“Oh, ma è impossibile e tu lo sai… Proprio come lo so io… Dai, prendiamoci una pausa, ci aiuterà a concentrarci meglio quando torniamo… Magari andiamo un'oretta al campo di Quidditch… Poi riprendiamo. Promesso”

“Assolutamente no, Ronald! Se hai deciso di fare il solito lavativo non coinvolgere Harry!”

Il rosso allora ringhiò irritato “Mione, sei felice vero? Tu e il pipistrello ce l’avete fatta alla fine, lo avete trasformato in un secchione… Io rivoglio il mio vecchio amico… quello che se ne infischiava dei compiti e dei voti in pozioni, quello che sgattaiolava fuori dal dormitorio in piena notte!”

“RON, se non prendo una E, posso scordarmi di giocare la prossima partita con i Corvonero…” rispose irritato.

“Piton lo fa apposta per non farti giocare, sa che fallirai. Così i suoi Serpeverde saranno avvantaggiati!”. Non vedendo nessuna reazione particolare alle sue parole aggiunse “Fa come vuoi, io vado. Divertitevi!” ringhiò mentre si allontanava.

“Non te la prendere, gli passerà” dichiarò la Grifondoro.

“Io non lo capisco… Sa come stanno le cose… In fondo questo è il nostro primo anno normale ad Hogwarts. Nessuno che tenta di uccidermi, niente visioni di quel pazzo di Voldemort; l’unica cosa di cui devo preoccuparmi è di non far infuriare Piton… Perché se la prende tanto?”

((Uomini! Non capiscono davvero niente… Sono proprio ottusi a volte)) “Harry, Ron è geloso”.

“Geloso? Di cosa?” rispose Harry cadendo dalle nuvole.

“Ma è ovvio, no? Del tempo che passi con il professor Piton… Questa estate sei venuto alla Tana solo un paio di volte, poi ti rivede qui e non fai altro che parlare di che bella estate hai trascorso. Infine passi almeno tre o quattro sere nei sotterranei… Si sente messo da parte”. 

IL moro la fissò incredulo “Ma è una vera stupidaggine! Lui lo sa che è il mio migliore amico… Se fossi stato io al suo posto sarei contento per lui!”

“Lo so, è solo che prima per qualsiasi cosa ti rivolgevi a noi. Sai, è rimasto molto turbato l’altra sera quando hai avuto quell’incubo. Ron ha detto che lo hai scacciato e che hai chiesto di parlare solo con Piton… Non fraintendermi: io sono molto felice per te, ma dovresti spiegare a Ron come ti senti e cosa significa per te Piton”.

“Pensavo lo avesse capito ormai... Va bene lo farò… Ma è un vero idiota a volte”.

“Uomini” sentenziò la riccia esasperata scuotendo la testa incredula.

Il giorno successivo ci fu la tanto temuta prova di pozioni. L’atmosfera in classe era molto diversa rispetto agli anni passati: tanto per iniziare mancavano all’appello molto degli studenti Serpeverde e quelli rimasti erano molto meno strafottenti e attaccabrighe. Il test come sempre era molto difficile, ed Harry impiegò tutto il tempo che aveva a disposizione per finirlo ((Merlino! è stato orribile… È andata male come al solito… Addio scopa e partita contro i Corvonero)). 

Severus osservò il suo pupillo che rimetteva le sue cose nello zaino ((Il marmocchio ha un aria affranta… Deve aver combinato il solito disastro… Speravo che si fosse preparato a sufficienza)). “Rimanga, Sig. Potter”.

Harry deglutì nervosamente al suono di quelle parole “Sì signore”.

Una volta che la classe si era svuotata completamente, il Grifondoro si avvicinò alla scrivania del suo mentore.

“Harry, di grazia, potresti dirmi perché hai quell’espressione da condannato a morte?” chiese con un sopraccigli alzato Piton.

“Penso che la prova sia andata come al solito… Non conoscevo tutte le risposte” rispose sospirando.

“Uhm, allora avresti dovuto studiare di più… Sai cosa mi aspetto da te quest’anno… E sai che non farò il minimo favoritismo nei tuoi confronti” disse severamente l’uomo.

“Sì lo so, e ho studiato un sacco Severus… Giuro! Puoi chiederlo ad Hermione”. Harry detestava vedere quello sguardo di disapprovazione negli occhi del pozionista.

Sapendo che il moro non rispondeva bene allo stress disse “Avrete il risultato dopodomani… Dimmi, preferisci che il tuo lo corregga adesso?”

Harry lo fissò dritto in quegli occhi color ossidiana e senza esitazione rispose “Sì per favore” ((Tanto vale saperlo subito…))

“Siediti allora, ci vorranno pochi minuti per sapere il risultato… E la successiva condanna” dichiarò il pozionista, poi afferrò la pergamena e iniziò a leggere.

((Oh santo Godric ancora? Ohhh noooo! Con tutti quei segnacci rossi sarò fortunato se non è una T! Merlino, forse dovrei scappare ora che sono ancora in tempo… Non mi ridarà mai più la mia Firebolt… Sarò fortunato se non passerò tutto il mese in detenzione a studiare… ahhh pozioni!!)).

“Bene, ho finito… Prendi” e allungò la pergamena verso il moro.

Harry fissò prima il volto inespressivo del pozionosta, poi prese il compito sperando con tutto se stesso che fosse almeno una P. ((Posso recuperare una P… Sì, non è impossibile... Ma se è una T?!!)). Ma poi con suo grande stupore vide una grande A sul bordo in alto a destra.

“U-Una A!.... Ho preso una A?! In pozioni?!” disse facendo un enorme sorriso.

“Esattamente Sig. Potter, una A”.

“Non posso crederci… una A!!” urlò sventolando la pergamena come se avesse compiuto un’impresa epica.

“Se tu avessi studiato dal tuo primo anno forse non saresti così entusiasta per una semplice A…” sentenziò l’uomo con un sopracciglio alzato.

“Ohh dai, perché devi sempre fare il guastafeste!!” disse incrociando le braccia al petto “Quando mai ho preso un voto così alto in pozioni? Con te poi!”

Allora Severus sogghignò divertito “Credo che tu abbia ragione… Forse dovremmo festeggiare l’evento con una fetta di torta di melassa. Stasera vieni nei miei alloggi dopo cena; ti aspetto per le 20 in punto”.

“Davvero? Allora non sei arrabbiato perché non è una E?”
 
“No, per stavolta può andare… Ma non ti ci abituare marmocchio, la prossima volta deve essere un E. Intesi?”

“Sì… Grazie. A stasera Severus… Scusa, ma devo andare a dirlo ad Hermione!!”. Così arrotolò la pergamena e corse fuori la porta urlando al miracolo.

((Quel marmocchio prima o poi mi farà impazzire…)) pensò pizzicandosi il naso e poi una volta rimasto solo sogghignò pensando all'espressione felice dipinta sul volto di Harry.


25 dicembre 1998

“Severus! Severussss, dai forza! andiamo!” urlò Harry esagitato dal fondo della scale.

“Vuoi smetterla di urlare come se avessi una banda di ippogrifi alle calcagna? Ci sento ancora benissimo” ringhiò il pozionista.

“Dai, non vedo l’ora di andare alla Tana! Ci saranno tutti quest’anno, anche Bill, Charlie e Fleur!”

((Proprio quello che temevo: un accozzaglia di teste di legno Grifondoro e smorfiose fatine Francesi… Merlino, aiutami a superare la giornata di oggi… Uhm, forse dovrei portarmi qualche pozione sonno senza sogni… Sono sicuro di poterla infilare in qualche piatto di Molly senza essere visto… Ah, allora sì che sarebbe un calmo e sereno giorno di Natale…)) “So perfettamente che giorno è… Non capisco perché devo venire anche io!”

“Dai, per favore… i Signori Weasley e la professoressa Mc Grannit ci aspettano entrambi… Ci resteranno male se non vieni” disse sperando di vedere un cambiamento nell’ atteggiamento del suo mentore. ((Voglio che venga anche tu))

“Io detesto queste stupide e inutili ricorrenze” bofonchiò il pozionista.

Vedendo che l’uomo era sempre più nervoso Harry bisbigliò sconfortato “Se davvero non vuoi venire… Non voglio costringerti… Però non sarà lo stesso senza di te… E poi è il primo vero Natale senza Signori Oscuri e pericoli vari…”

Severus guardò in quegli occhi di smeraldo pieni di aspettativa, come quelli di Lily “Ahhh, d’accordo! Ma smettila di guardarmi in quel modo… E non sperare che farò nulla di diverso dallo starmene seduto su una poltrona a sorseggiare del vino. Mi hai sentito marmocchio? Se qualcuno in quella casa tenta anche solo di farmi partecipare ad una delle loro assurde attività ti assicuro che incenerirò quel tugurio!!”

Il ragazzo allora gli si avvicinò e con un enorme sorriso lo abbracciò “Grazie”

((Dannati Grifondoro emotivi!)) “Muoviamoci o faremo tardi!”


31 luglio 1999

“Buongiorno padron Harry Potter! Buon compleanno!! Dobby è felice per il giorno speciale di Harry Potter! Ohh Dobby vive per servire Harry Potter” disse saltellando euforico l’elfo in tutta la stanza.

“Ohhh Dobby! Smettila!” urlò Harry ridendo mentre rimbalzava sul letto.

“Dobby ha portato la colazione!”

“Come la colazione? A Letto? E-e Piton?” chiese sospettoso ((Figuriamoci: sbraita se arrivo due minuti in ritardo ai pasti… Fare la colazione a letto equivale ad una specie di sacrilegio)).

“Oh, Padron Piton non è in casa signore”.

“NO?! Sai dov’è andato?”

“Dobby non lo sa… Ha detto solo che sarebbe tornato nel tardo pomeriggio”.

“Ohhh capisco… Grazie” rispose il moro un po’ deluso. ((Certo non mi aspettavo una festa con i palloncini e una torta… Ma almeno gli auguri… Invece se ne è completamente dimenticato… Ma dovevo aspettarmelo. Lui odia le ricorrenze, tanto è vero che ancora non ho scoperto quando è il suo)).

La giornata fu estremamente noiosa, il Grifondoro non era più abituato a stare da solo per tutto il giorno… Beh, almeno la sera precedente come ogni anno aveva ricevuto i regali e gli auguri da Ron, Hermione, Luna, Neville e tutta la famiglia Weasley, e quindi aveva impegnato un po’ di tempo a risponde alle loro lettere per ringraziarli.

Verso le cinque del pomeriggio un Severus Piton molto accigliato fece finalmente la sua comparsa a Devil’s Peack. “Preparati, usciamo” ordinò il pozionista.

Harry che aveva passato tutta la giornata in completa solitudine sperava di ricevere almeno degli auguri da parte dell’uomo. “Ma dove andiamo?” sbottò stizzito.

“Io al San Mungo per un consulto, tu resterai ad Hogwarts per la notte” ringhiò mentre afferrava dei tomi antichi.

“Sei stato lì tutto il giorno? È–è successo qualcosa?”

“E’ esploso un laboratorio di pozioni, forza andiamo!” 

“Ma posso restare qui da solo… Non ho bisogno che qualcuno mi sorvegli! Ho diciotto anni!” ringhiò offeso il moro. (( Che cavolo… Mi tratta come un ragazzino a volte!)).

Severus allora afferrò il ragazzo per il colletto. “Ho già un gran mal di testa Potter, non ho intenzione di discutere… Non resterai qui da solo per tutta la notte. MUOVITI, AL CAMINO!”

Harry aveva quasi gli occhi lucidi, sapeva che Piton era rimasto lontano da casa per un motivo più che valido, ma non poteva fare a meno di sentirsi afflitto e molto affranto per il trattamento ricevuto. ((Pensavo di essere importante per lui…  Ma forse mi sono illuso come dice Ron)). Il Grifondoro afferrò una manciata di polvere volante e gridò “Ufficio di Severus Piton, Hogwarts”.

Fece appena in tempo a spostarsi quando sentì la voce del suo mentore ringhiare “Muoviti, Minerva ci aspetta nel suo ufficio”.

“Posso andarci da solo... Non ho bisogno di essere accompagnato! ((Non ho bisogno di niente, né di nessuno, né tantomeno di uno come te!)).

“Devo scambiare due parole con la preside prima di andare” disse freddamente l’uomo.

Harry allora iniziò a marciare furente fuori dai sotterranei, erano quasi in prossimità della Sala Grande quando sentì la voce della sua ex capo casa “Harry, Severus! Come mai siete qui al castello?”

“Avrei bisogno di un favore Minerva… Si tratta di Potter”.

“HARRY! Io mi chiamo Harry! Puoi usare il mio nome almeno?” ringhiò il ragazzo.

“Oh, ma che sta succedendo qui per l’amor di Merlino?” chiese la vecchia strega scrutando i due maghi più giovani.

“Capricci di un adolescente… Niente di cui non possa occuparmi domani al mio ritorno” rispose l’uomo.

“Hai cenato Harry?” chiese la donna cercando di cambiare argomento.

“NO, comunque non ho fame, Grazie professoressa”.

“Oh, credo che una volta nella Sala Grande cambierai idea: c’è l’arrosto stasera… Ah, ci sono già alcuni docenti, saranno felici di rivederti”. Così voltarono l’angolo e tutti e tre si ritrovarono nella Sala Grande totalmente addobbata: era piena di palloncini colorati e striscioni appesi ai muri che dicevano “Tanti auguri Harry “ e “Buon Compleanno”.

Il Grifondoro rimase impietrito, mentre tutti i suoi amici gli correvano incontro e gli saltavano addosso per fargli gli auguri.

Dopo circa un quarto d’ora, il ragazzo riuscì a liberarsi della morsa dei suoi coetanei, si guardò intorno: la sala era magnifica, su uno dei tavoli c’era ogni genere di delizia dolce o salata, su un altro c’erano alcuni regali. Allora si voltò verso il pozionista: l’uomo sogghignava soddisfatto nella sua direzione. Harry allora gli si avvicinò e con la testa bassa e sussurrò “Scusami Severus, mi sono comportato da vero idiota… Pensavo che te ne fossi dimenticato”.

“Era quella l’idea… È così facile ingannare voi Grifondoro... è stato perfino troppo facile”.

“Ci sono rimasto molto male però”.

L’uomo allora gli afferrò il mento e disse “Volevo solo che fosse una sorpresa… Mi dispiace. Mi ricorderò che sei estremamente emotivo e suscettibile su questo argomento la prossima volta”.

Il ragazzo lo abbracciò con forza. “Ma hai preparato tutto tu?”

“Assolutamente no! Per chi mi hai preso… Devi ringraziare i tuoi amichetti teste di legno”.

Harry sorrise sapendo che quello non era affatto lo stile dei suoi amici, di sicuro avevano allestito la sala… Ma l’idea della festa era stata di Piton, lo sapeva nel più profondo del suo cuore.


Settembre 2004 

“Per Godric, devo calmarmi!… È inutile, non ci riesco… Melino! Stanno per arrivare!” disse ad alta voce mentre camminava avanti e indietro negli alloggi Serpeverde.

“Vuoi piantarla Harry! Mi stai facendo venire il mal di testa!” ringhiò Severus.

“E se faccio un casino? E se non gli piaccio?” chiese nervoso il giovane uomo davanti a lui.

“Lo hai già fatto al tuo quinto anno… E sei l’eroe del Mondo Magico, piaci a tutti… E comunque non è un requisito fondamentale piacere ai tuoi studenti” disse accigliato l’uomo.

Harry scoppiò a ridere. “Detto da te poi Severus, il grande e pauroso pipistrello dei sotterranei… Questa sì che è bella!”

“Non c’è niente da ridere, è solo la verità marmocchio insolente! Ripetilo un’altra volte e insegnate o no ti ritroverai a grattare calderoni!”

“Non puoi! Sono un tuo collega ora!” disse con un dito alzato come se stesse sventolando un vessillo.

Piton scosse la testa e borbottò “Idioti Grifondoro… Non cambiano mai…”. Dopo aver emesso un lungo sospiro aggiunse “Forza, il banchetto sta per iniziare Professor Potter”.

“Oh, aspetta! Non è che potrei avere un po’ di pozione calmante?”

“Andiamo, non ti servirà” e lo spinse fuori della porta senza troppi riguardi.

“E se non sono all’altezza?… Merlino! Insegnare ad un gruppetto di studenti del quinto anno è una cosa, ma farlo ufficialmente nelle classi di Difesa è diverso”.

“Silenzio Potter!” urlò l’uomo “Che diavolo ti prende? Hai lavorato sodo per raggiungere questo risultato; in questi anni non ti ho mai visto esitare o scoraggiarti… Smettila di dire idiozie e muoviti! E poi consolati, non puoi essere peggio di Gilderoy Allock”.

Harry rabbrividì al ricordo del mago “Lo so, è solo che non vorrei deludere nessuno… La Mc Grannit poteva anche assumere qualcuno di più qualificato” borbottò il moro.

“Minerva lo ha fatto perché te lo meriti, non perché ti è affezionata… Io non mi farei sentire da lei mentre dici certe idiozie se fossi in te…" Poi addolcendo il tono di voce aggiunse "Andrà tutto bene Harry” e gli mise una mano sulla spalla per incoraggiarlo.

“Sì, andrà bene. In fondo sono il professore più bello e simpatico della scuola e se non fosse sufficiente mi basterà farmi vedere in tua compagnia… Nessuno oserà avvicinarmi” disse ridendo.

“Resterai sempre un marmocchio insolente! Muoviti!” ringhiò prendendolo per il colletto.

“Ehi, smettila Severus! Sono un professore adesso!”

Severus lo fissò e, come era successo un infinità di volte, l’ossidiana si perse negli occhi di smeraldo “Sarai anche un professore di questa scuola, ma resterai sempre un idiota Grifondoro ai miei occhi”.

Nel corso degli anni molte cose cambiarono nella vita dei nostri due protagonisti. Harry, eroe del Mondo Magico si sposò con Ginny Weasley ed ebbe tre splendidi figli. Severus Piton divenne il più grande luminare esperto di pozioni di tutto il mondo e continuò a terrorizzare con estrema soddisfazione i suoi studenti fino al suo ultimo giorno di insegnamento; ma una cosa rimase invariata il loro rapporto… Un rapporto che per molti anni era stato estremamente difficile, trasformato da un legame di sangue stretto più per necessità che per volere, ma che si era infine evoluto in qualcosa di estremamente importante per entrambi. 
Alla fine il grande Albus Silente aveva ragione: la nostra storia ci ha dimostrato che non solo un Potter e un Piton potevano vivere sotto lo stesso tetto, ma che potevano farlo vivendo una vita lunga e felice. Nessuno dei due maghi pronunciò mai apertamente le parole padre o figlio, ma è proprio quello che il legame di sangue aveva generato: un legame di parentela forte e duraturo. 
Ohhh, se non lo aveste capito, Harry e la sua famiglia si trasferirono a Devil’s Peack… Ovviamente Piton costruì una casa tutta per loro proprio a fianco alla sua, perché nonostante fosse molto cambiato negli anni, aveva bisogno dei suoi spazi e un Serpeverde fino al midollo come lui non poteva vivere ogni momento della sua vita circondato da un gruppo di scalmanate teste di legno Grifondoro!
Bene! Credo che ormai non mi resta che scrivere un ultima parola, una piccola parola che chiude la nostra grande e lunga avventura…

FINE

 
Angolino dello scribacchino - parte 2
A questo punto la nostra storia finisce qui… non avete idea di quello che sto provando in questo momento… un misto di orgoglio per essere arrivata alla fine dopo tanto tempo, una grande tristezza per un avventura che si è conclusa. Ho le lacrime agli occhi per l’emozione.
Voglio ringraziare tutte le persone che mi hanno seguito dall’inizio e che hanno avuto fiducia in me, che mi hanno incoraggiato con le loro recensioni, che mi hanno fatto sorridere con le loro domande e le loro ipotesi.
Un grazie di cuore a tutti, anche a chi ha letto senza dare un opinione, a chi la letto e magari l’ha fatto così tanto per ammazzare il tempo, ma soprattutto a chi è piaciuta. (Ohhhh Dai su, sto parlando anche con te lettore che ti nascondi nell'ombra! ... Prendi un pò di coraggio e lascia almeno un commento finale... Si, ehi guarda che dico proprio a te che ti sei letto ben 77 capitoli... so che hai riso, ti sei commosso, che hai sperato e avevi delle aspettative... proprio come me... fai un piccolo sforzo e di la tua... scusate quando il cervellino parte e chi lo ferma).
Questo non è un addio, ma solo un arrivederci…  farò una piccola pausa estiva… in cui scriverò sicuramente ma senza pubblicare… vorrei avvantaggiarmi un po’…  Ho tante storie in mente con i nostri Harry e soprattutto Severus…
Un grande abbraccio
La vostra Lady Vader
 
PS Ohhh ricordatevi che c’è ancora il bonus extra storia però… e merita  posso assicurarvelo!!!
PPS E recensite!!! Anche se la storia è finita!!!
 
   
 
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