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Autore: feminabeata    20/07/2015    3 recensioni
[Traduzione. Pairing: WooGyu, con un accenno di MyungGyu.]
Ogni principe ha bisogno di un'amorevole sposa… o sposo, in questo caso.
Genere: Fantasy, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Hoya/Lee Howon, Kim Sunggyu, L/Kim Myungsoo, Nam Woohyun
Note: AU, Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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Salve, aggiornamento lampo questa volta! Eccoci con l’ultimo capitolo della fanfiction, che spero apprezzerete quanto gli altri.
Solo un piccolo appunto: le citazioni tratte dall’Odissea presenti nel precedente capitolo e in questo, le ho prese dalla traduzione di Ippolito Pindemonte, sperando che siano corrette e accurate.

Grazie mille per aver letto la fanfiction. Se vi piacerebbe che io postassi la traduzione di altre fanfiction scritte da feminabeata, fatemelo sapere (dato che ormai ho creato l’account, tanto vale sfruttarlo e postare altre cose, ahah).

A presto!



Capitolo 3: Non c’è nulla di più ammirevole di due persone con lo stesso punto di vista che si prendono cura della casa come marito e moglie [o marito], confondendo i loro nemici e riempiendo di gioia i loro amici.


“È qui da qualche parte”, mormorò Sunggyu tra sé e sé, facendo vagare le dita sui dorsi degli antichi libri della propria libreria. La risposta a ciò che era accaduto la notte scorsa risiedeva in uno di essi: il motivo per cui Woohyun l’aveva baciato. Oltre agli usi e ai costumi, i regni differivano tra loro anche per le diverse concezioni di contatto fisico. Per esempio, quelli delle Ivory Mountains, il cui nome derivava dalle cime perennemente innevate, si salutavano strofinando i loro nasi uno contro l’altro (principalmente perché quella era la sola parte dei loro corpi che lasciavano esposta). Poi i Greenlander tendevano ad appoggiarsi fisicamente contro l’altro per mostrare la necessità del supporto dell’altra persona, in tutti i sensi. E così quando Myungsoo incominciò ad appoggiarsi a Sunggyu, il principe lo prese come un segnale che il loro matrimonio non fosse solo probabile, ma che sarebbe avvenuto quasi di certo (infatti aveva considerato di fare la proposta di matrimonio al Greenlander il prima possibile, ma a causa degli eventi degli ultimi giorni, la sua mente era stata occupata da ben altri pensieri). Ma le regole delle isolate ed oltremodo barbariche Crimson Isles erano ancora avvolte nel mistero. Sunggyu era a conoscenza del fatto che preferissero fare le cose ‘nel buon vecchio metodo tradizionale’, ma nessuno sapeva di cosa si trattasse esattamente. Avrebbe potuto essere qualcosa di arcaico o risalente alle loro origini selvagge. Sunggyu, in ogni caso, sapeva che nella propria libreria era riposto un vecchio volume che trattava l’argomento, su cui Sunggyu aveva studiato da ragazzo. Più che altro l’aveva usato come cuscino per schiacciare un pisolino siccome era proprio del giusto spessore e con la copertina liscia (così non sarebbe impresso alcun segno infame sulla sua guancia). “Aha!” esclamò, sfilando Le vite e i modi delle Crimson Isles dallo scaffale (aveva ancora una macchia di bava reduce dal suo sfruttamento come cuscino).

Il principe sfogliò il libro, esaminando velocemente ogni pagina. Riuscì ad arrivare soltanto al punto in cui si diceva che il padrone di casa avrebbe dovuto donare all’ospite il cuore di un animale come dimostrazione che il proprio cuore fosse sincero e che lo stesse accogliendo nella propria dimora, e più il cuore era insanguinato e fresco e meglio era (ripensandoci, il costante ‘lancio dei cuori’ di Woohyun avrebbe potuto essere una versione più civile di quell’usanza), quando sentì qualcuno bussare alla porta della propria camera. “Entra”, rispose distrattamente Sunggyu, che stava ancora cercando tra le pagine ingiallite del libro.

“Vostra altezza, io… cosa state leggendo?” chiese Hoya tutto d’un tratto. Era molto raro vedere il principe studiare o leggere da un libro di tali dimensioni. Era molto più probabile sorprenderlo a schiacciare un pisolino piuttosto che con il naso su un tomo più grande della sua faccia, specialmente se il libro in questione era privo di figure. Sunggyu sollevò velocemente il libro in modo da mostrare il titolo al capitano e tornò alla propria ricerca, che venne immediatamente interrotta di nuovo dalla successiva domanda di Hoya. “Oh, come fate a saperlo?”

“Sapere cosa?” Sunggyu sollevò gli occhi dal libro.

“Che il padre e il fratello di Woohyun si trovano al porto”, rispose Hoya, come se il principe lo sapesse già.

A Sunggyu cadde la mascella. Un Crimsonite era già difficilmente gestibile (ed era uno piuttosto docile). Ma tre in una volta sola, due dei quali erano i più feroci dell’intero regno? È questo che si prova durante un attacco di cuore? Pensò, stringendosi il petto che batteva all’impazzata. “Cosa? Perché? Perché sono qui?” bombardò la guadia di domande appena si riprese dal proprio shock. Si alzò dalla scrivania e si mise a camminare freneticamente avanti e indietro, con i pugni chiusi posati contro le tempie, cercando di darsi una calmata.

“Umm”, incominciò Hoya, osservando incuriosito il principe che era nel pieno di un crollo mentale (e non dimostrandosi neanche di grande aiuto). “Sono qui per la vostra incoronazione.”

“Giusto. Giusto. Ovviamente”, borbottò Sunggyu. I pensieri stavano ancora viaggiando nella sua testa alla velocità della luce e intanto stava cercando di risaldarsi i nervi. La cerimonia avrebbe avuto luogo il giorno seguente e molti governanti da altri paesi vi avrebbero preso parte. Il fatto che Sunggyu non avesse previsto l’arrivo dei Crimsonite era stata un’enorme svista da parte sua. Doveva velocemente far credere di averlo fatto.

“Comandante! Procurami un cuore! Uno sanguinante!”

●▬▬▬▬๑♔๑▬▬▬▬●


“Uh, salve e benvenuti”, Sunggyu accolse i parenti di Woohyun alle porte d’ingresso del palazzo con visibile falso entusiasmo. Woohyun era insieme al proprio padre e fratello, che svettavano su di lui e le cui barbe grigiastre quasi gli arrivavano alla cintura (Sunggyu non pensava che si assomigliassero in qualche modo e non era neanche sicuro che appartenessero alla stessa specie). Woohyun stava osservando il principe da capo a piedi con un sopracciglio inarcato, come se non si fosse aspettato di ritrovarselo lì. Sunggyu strinse la mano del padre, che avvolse completamente la propria. “Grazie mille per essere venuti alla mia incoronazione. La cerimonia non sarebbe stata al completo senza la presenza dei nostri più importanti alleati”, disse, cercando di lusingarli, ma non riusciva ad interpretare l’espressione dell’anziano Nam tra le sue irte sopracciglia e la sua folta barba. Tutto quello che Sunggyu riusciva ad intravedere erano profondi occhi neri che sembravano scrutargli l’anima. E il fratello di Woohyun, Boohyun, non sembrava molto meno impassibile (ma fece un piccolo cenno col capo, che Sunggyu sperò fosse un segno d’approvazione.)

Gli occhi di Sunggyu vagarono velocemente verso Woohyun, pregandolo di aiutarlo ad alleggerire l’atmosfera. L’altro colse il segnale. “Che ne direste se vi portassi a visitare il palazzo? Posso mostrarvi la mia stanza, i giardini, i gigli sono splendidi quest’anno, e la camera delle torture. Si possono ancora vedere il sangue e le interiora sul pavimento. È fantastico!” disse con entusiasmo, tirando il proprio padre per la manica, cercando di distogliere la sua attenzione dal principe, ma senza successo. Gli occhi dell’uomo erano ancora fissi su Sunggyu. Boohyun sputò solo a pochi centrimetri di distanza dai suoi piedi.

Ma in quel momento Sunggyu vide Hoya correre verso di loro con la coda dell’occhio. Le mani del comandante erano tinte di rosso e sorreggevano qualcosa; aveva una faccia completamente disgustata. “Uh, sì, ecco il vostro cuore insanguinato”, annunciò goffamente Sunggyu, atteggiandosi come se fosse una cosa all’ordine del giorno. Tutti quanti guardarono in silenzio Hoya posare il cuore ancora pulsante tra le mani dell’anziano Nam. Almeno gli occhi del re smisero di studiare Sunggyu per fissare l’organo che si contraeva nelle sue enormi mani. Sunggyu riuscì ad avvertire il proprio cuore decelerare i battiti proprio come quello di fronte a sé (da quale animale Hoya l’avrà mai preso?).

Improvvisamente, una grossa risata rimbombò nella sala. Il principe alzò lo sguardo per vedere il re ridere di gusto (e quando sorrideva i suoi occhi erano come quelli di Woohyun, cosa che tranquillizzò Sunggyu un po’). Il più anziano avvolse il braccio libero intorno a Sunggyu e lo strinse contro il proprio petto massiccio. Sunggyu poté vedere da vicino le piccole ossa di animali che gli decoravano la barba come perline e che tintinnavano ad ogni risata. “Questo qui è proprio come suo padre”, lo complimentò con un’inaspettata voce gioviale. “Ci trattano sempre con rispetto.”

Gli occhi di Woohyun erano spalancati dallo stupore. “Non gli ho neanche detto di farlo, Padre!” esclamò orgogliosamente.

“Ovviamente, suo padre gli ha insegnato bene. Quel brav’uomo, che possa riposare in pace”. Chinò velocemente il capo come se stesse recitando una breve preghiera. Poi strizzò il cuore che teneva in mano (e di fronte alla faccia di Sunggyu) e continuò, “Ecco cosa mi piace dei Crystallean: loro rispettano le nostre tradizioni e non ci guardano come se fossimo degli specie di barbari. Tutti gli altri sono troppo delle femminucce per avere a che fare con noi, come quei maledetti Greenlander, che ci reputano alla stregua del loro bestiame. E noi non siamo animali, giusto, figliolo? Mica facciamo paura?” chiese, guardando in basso verso Sunggyu attendendo una risposta.

“Oh, um, giusto”, balbettò Sunggyu, sperando di non venire stritolato dal re. “Certo che no.”

Evidentemente soddisfatto dalla risposta, il re Crimsonite lasciò andare Sunggyu e si voltò verso il proprio figlio più giovane. “Adesso portaci a visitare il palazzo, figliolo”, ordinò gentilmente. Woohyun annuì, tutto felice, e cominciò a guidarli lungo l’ingresso. “Esattamente quante persone sono state torturate qui nell’ultimo periodo? Voglio sapere quant’è fresco il sangue.”

Quando la famiglia girò l’angolo, Woohyun fece l’occhiolino a Sunggyu e gli mostrò il pollice alzato in segno d’approvazione senza farsi notare. Ma gli occhi di Boohyun non smisero mai di scrutare il principe fino a quando scomparve dietro l’angolo. Al contrario di suo padre, Boohyun non aveva mai abbandonato la propria aria stoica, procurando a Sunggyu una sensazione di gelo lungo la schiena che lo fece rabbrividere. Hoya fischiò una volta che si furuno allontanati. “Che gente strana”, borbottò, cercando di levarsi i residui di sangue dalle mani.

“Sì”, concordò Sunggyu in un mezzo sussurro, troppo spaventato all’idea che i Crimsonite potessero sentirlo. Poi si voltò verso il comandante. “Da dove hai preso quella cosa, comunque?”

Hoya alla fine ci rinunciò e si strofinò le mani sporche sui pantaloni (che fortunatamente erano neri). “Può darsi che vorrete presto un altro gatto, vostra altezza”, rispose con tono di scuse, e cominciò a camminare allontanandosi dallo sconvoltissimo principe.

“Jjongie? Hai ucciso Messer Sungjong?! Yah! Potrei farti impiccare per alto tradimento!”

(Hoya non aveva ucciso il gatto. Aveva beccato il macellaio un attimo prima che sgozzasse il maiale per il banchetto di quella sera, ed era rimasto sorpreso quando il principe aveva creduto che il cuore di un gatto potesse essere tanto grande.)

●▬▬▬▬๑♔๑▬▬▬▬●


Quella sera si tenne un grande banchetto per tutti i reali presenti. Molti re, regine, principi, principesse e così via, erano venuti da ogni angolo della terra per partecipare all’incoronazione di Sunggyu. Il futuro re si sentiva onorato ad avere così tante persone ad assistere al momento più memorabile della propria vita, ma soprattutto a ricordare e ad onorare il sovrano deceduto. Quello era il primo importante evento a tenersi a palazzo dopo il funerale, e Sunggyu l’aveva aperto con un minuto di silenzio per il defunto re. Vedere tutti quanti chinare rispettosamente il capo e chiudere spontaneamente gli occhi in una preghiera, gli scaldò il cuore. Suo padre era stato amato da tutti.

Ma quel pensiero sembrò solo aumentare il suo nervosismo. Aveva alte aspettative da soddisfare, relazioni importanti da conservare e un’immagine da mantenere. Nonostante avesse ricoperto il ruolo del re da ormai più di un anno, non si sentiva ancora pronto, specialmente dopo aver incontrato molti reali, i cui occhi stavano giudicando ogni sua singola mossa, per la prima volta. Non poteva permettere che qualcosa rovinasse quel momento, ma era difficile impedirlo essendo circondato da parecchi corteggiatori che non vedevano l’ora di salire al trono.

Quindi, alla sua sinistra, invece di Myungsoo (che era seduto accanto a sua madre sulla destra) sedeva Woohyun. La sua presenza faceva sentire il principe più sicuro, sapendo che i corteggiatori non si sarebbero azzardati ad avvicinarsi con il piccolo Crimsonite presente. E non era male il fatto che suo padre e suo fratello gli sedessero accanto, creando una terrificante barriera che perfino il pretendente più coraggioso e tenace non avrebbe avuto il coraggio di oltrepassare. O almeno così credeva.

C’era la solita sfilza di bellissimi (e decisamente troppo giovani) principi e principesse che lanciavano timide occhiate a Sunggyu. Poi quelli che erano più diretti con i loro leggeri e prolungati tocchi, ma nulla di eccessivo. Ma Sunggyu sussultò di colpo quando vide Sungyeol alzarsi improvvisamente nel bel mezzo della cena. Tutti quanti si voltarono verso l’alto principe, che aveva sbattuto i pugni contro la lunga tavola in preda alla frustrazione.

“C’è qualche problema con la tua cena, Sungyeol-ssi?” chiese la regina con sincera preoccupazione, essendo all’oscuro del rancore che scorreva tra lui e suo figlio.

“Ho effettivamente un problema, vostra maestà, ma non riguarda la cena”, incominciò, facendo un inchino di scuse in direzione della regina. Poi si raddrizzò e assottigliò gli occhi fissando l’uomo accanto a lei. “Il mio problema riguarda vostro figlio. Infatti è un problema che coinvolge un bel po’ di noi.” Quel commento venne seguito da un gran numero di sghignazzi e cenni d’approvazione.

Sunggyu avvertì i propri palmi sudare, i guanti aderire ancora di più alla pelle, quando vide con la coda dell’occhio la regina aggrottare le sopracciglia con aria confusa. Lei si voltò verso il proprio figlio e disse, in risposta a Sungyeol, “Non capisco.”

“Vostro figlio ci sta tenendo sulle spine. Ormai è da quasi un anno che ci sta guardando fare i salti mortali per compiacerlo, per cercare di conquistare la sua approvazione, per leccargli il culo. Pensavamo che fosse alla ricerca di un compagno, ma sembra che non abbia intenzione di sposarsi. Al contrario, si fa delle gran risate guardandoci fare la figura degli stupidi come se fossimo i suoi giocattolini. E adesso non fa che nascondersi dietro quel maledetto Red come se fossimo chissà quale minaccia. Beh, almeno io ne ho avuto abbastanza, e voi?” si rivolse alle persone presenti, e la maggior parte di esse esultarono. Ma Sunggyu notò Woohyun irrigidirsi al proprio fianco, in posizione come se stesse aspettando un cenno di Sunggyu per attaccare Sungyeol.

“Chiudi quella bocca, maledetto Yellow-belly. A nessuno importa delle tue lamentele”, tuonò il padre di Woohyun, e l’intera stanza piombò nel silenzio, tranne Sungyeol che se ne stava ancora in piedi e che stava fissando il Nam più anziano.

“Io non il principe delle Saffron Hills, signore”, ringhiò Sungyeol. “E non tollererò di venire trattato in tal modo, da voi e da vostro figlio, ma soprattutto da voi, Sunggyu-ssi”, terminò, guardando il Crystallean con aria truce. “Abbiamo delle cose più importanti da fare. Non possiamo passare l’eternità a corteggiarvi.”

“Concordo”, disse finalmente Sunggyu con un sospiro rassegnato. Si schiarì la gola prima di parlare con voce più chiara e autoritaria. “Ed ecco perché annuncerò la mia decisione entro la fine di questa settimana. Ho la più totale intenzione di cominciare il mio regno con qualcuno al mio fianco.” Un mormorio generale si diffuse tra la folla. Sunggyu alzò la voce in modo da sovrastarlo. “Ma adesso non è il momento di discutere di simili questioni. Siamo tutti qui questa sera per commemorare mio padre.”

La lunga tavola tremò quando il re Crimsonite si alzò in piedi sollevando il proprio bicchiere. “A Re Sunghoon. Il più grande re delle Crystal Shores e uomo d’onore”, la sua voce rimbombò.

Con grande sorpresa di Sunggyu, Myungsoo fu il seconda ad alzarsi ed ad unirsi al brindisi. “A Re Sunghoon”. E lentamente tutti quanti lo imitarono, uno dopo l’altro. Ma il sorriso non rimase sul suo volto per molto.

“A mio padre.”

●▬▬▬▬๑♔๑▬▬▬▬●


“Mi scuso per la mia interruzione durante la cena”, disse Sungyeol quando raggiunse Sunggyu nei corridoi dopo il banchetto. “Ma spero che capirete per quale motivo io l’abbia fatto. Sto aspettando da molto tempo che voi vi decidiate a prendere la questione seriamente. E spero di non essermi rovinato ogni possibilità con voi.”

Sunggyu fece uno sbuffo ironico, ricordando tutte le bugie e le false lusinghe che Sungyeol gli aveva propinato durante la loro fase di ‘corteggiamento’. L’altro l’aveva trattato come una debole donnicciola per la maggior parte del tempo, e tutte le altre volte Sungyeol era stato troppo occupato a nascondere il fatto che stesse frequentando altre persone alle sue spalle. Il Principe Saffron desiderava Sunggyu solo per il suo trono e l’influenza che esercitava su tutti i regni, nient’altro. Sunggyu sapeva che i pretendenti non erano attratti dal suo bel aspetto e il suo regno non era neanche il più ricco. Ma godeva di molti porti e di una posizione favorevole facilmente raggiungibile dagli altri regni. Ovviamente non era ricco di risorse naturali come le Greenlands, ma siccome gente appartenente a tutti i ceti sociali tendeva a riunirsi lì, era diventata la culla dell’innovazione, rendendo la propria maggiore esportazione non una questione materiale ma di idee. Era il luogo ideale in cui farsi un nome ed affermarsi. Il luogo perfetto per un principe proveniente da uno dei regni più piccoli come le Saffron Hills in cui sposarsi per acquisire importanza (Sungyeol aveva una sorella maggiore che avrebbe regnato al posto suo).

“Pensavo di essere uno stronzo noioso”, lo provocò Sunggyu.

“Sono certo che troveremo qualcosa di piacevole in voi, Sunggyu-ssi”, rispose Sungyeol facendogli l’occhiolino prima di riprendere a camminare lungo il corridoio. “Sogni d’oro, mio dolce principe.”

Sunggyu fece una smorfia. Se solo avesse potuto colpire l’altro senza ripercussioni, Sungyeol si sarebbe già ritrovato con un occhio nero, ma Sunggyu doveva controllare la rabbia, controllare sé stesso. Perciò lasciò i pugni chiusi infilati nelle tasche, tremando dal nervosismo. Stava lentamente contando nella propria testa cercando di distrarsi. Non era d’aiuto il fatto che stesse immaginando di sganciare un pugno sulla faccia di Sungyeol ad ogni numero che contava.

“Di solito non si comporta così”, disse una voce gentile accanto a lui. Sorpreso, Sunggyu si voltò e vide Myungsoo apparire improvvisamente al suo fianco. Il Greenlander stava scuotendo la testa con fare contrariato. “Lo conosco da quand’eravamo piccoli. Yeol fa così solo quando pensa che gli altri siano ingiusti.”

Sunggyu sorrise. “Quindi io sarei ingiusto?” replicò.

“No. No, non intendevo dire questo” balbettò Myungsoo.

Sunggyu scosse la testa. “No, ha ragione. L’ho tirata troppo per le lunghe. È finalmente ora che io prenda una decisione.” Si appoggiò all’altro, seguendo la tradizione delle Greenland. “Specialmente quando la decisione manca solo di essere ufficializzata.”

Myungsoo cercò di reprimere il sorriso che gli si stava velocemente formando sulle labbra, tentando di non sembrare troppo felice. “Quindi entro la fine di questa settimana?”

“Eung”, grugnì Sunggyu, esausto a causa degli impegni della giornata (ma soprattutto a causa di Sungyeol). A quel punto si scostò dall’altro. “Dovremmo prima redigere un contratto e accordarci sulle condizioni.”

“Tipo rendere le Greenlands la nostra residenza permanente?” chiese tanto per essere sicuro. Sunggyu annuì. Stavolta Myungsoo non riuscì a trattenere un sorriso. “Perfetto. Stiliamo i contratti questa sera e finalizziamoli dopo la cerimonia.”

Sunggyu ridacchiò. “Non vedi l’ora di sposarmi, huh?”

Myungsoo si strinse nelle spalle freddamente. “Come ho già detto, il mio regno ha bisogno di me. Buonanotte, hyung”, gli augurò, dando a Sunggyu un bacino sulla guancia prima di avviarsi verso la propria stanza. Sunggyu prese un respiro profondo guardando il più giovane girare l’angolo, mentre nella propria mente stava già scrivendo le proprie condizioni. Cominciarono ad accumularsi una sopra l’altra. Gonfiò le guance. Sarebbe stata una lunga notte.

E sarebbe stata ancora più lunga. Boohyun lo stava aspettando fuori dalla porta della sua camera, se ne stava appoggiato alla parete in pietra mantenendo quell’espressione stoica. “Boohyun-ssi”, lo salutò Sunggyu con un sorriso forzato. “Cosa vi porta qui?”

“Tu”, sibilò con con voce rauca. Una parte di Sunggyu si sorprese quando l’altro rispose. Quella era la prima volta che il Crimsonite gli rivolgeva la parola, e la sua voce era cupa e roca come aveva immaginato, pieno di pregiudizi (loro due si erano già incontrati in diverse occasioni prima d’allora, ma Sunggyu era sempre stato preso dai propri studi e Boohyun dai propri allenamenti. Questo era il destino dei primi in linea di successione). Boohyun incrociò le braccia davanti al petto. “Il tuo annuncio di questa sera non ci ha reso molto felici, specialmente quando Woohyunnie ci ha detto che avresti sposato quel fottuto Greenie.” Le parole cortesi avevano un suono strano sulla sua lingua sferzante.

Sunggyu si mordicchiò il labbro, pensieroso. Non se l’era aspettato ma in realtà avrebbe dovuto prevederlo. Le Greenlands e le Crimson Isles non erano esattamente nemiche mortali ma di certo non si piacevano. Sunggyu avrebbe dovuto aspettarsi che i Nam, i suoi più importanti alleati, non l’avrebbero apprezzato, anche se se n’era occupato il loro stesso figlio.

“Ma”, lo interruppe Boohyun come se fosse un colpo di tosse. “Abbiamo deciso di passarci sopra, considerando quanto avete già fatto per noi.”

Sunggyu si mise le mani in tasca ed inclinò la testa. “A cosa vi riferite?”

Boohyun chiuse gli occhi un attimo, come se fosse difficile per lui ammettere ciò che stava per dire. “Woohyun, hai messo nelle sue mani il tuo futuro e il futuro delle Crystal Shores. Questa è una grande conquista per noi. Praticamente questa gente non ci ha mai considerato altro che mercenari e assassini, dei cani. Adesso Padre non smette di parlare un cazzo di secondo del proprio figlio diplomatico e del fatto che stia ricevendo offerte da altri regni per fare la stessa cosa.” Sunggyu alzò lo sguardo a quella rivelazione. Woohyun non gliel’aveva detto. Woohyun, che amava parlare, soprattutto vantarsi, non gli aveva mai parlato di quelle offerte. “Padre è stato fottutamente raggiante tutto il giorno.” Seriamente? Pensò Sunggyu. Se è così quand’è felice, non voglio vederlo arrabbiato. “E hai visto il modo in cui l’ha difeso?” Finalmente qualche traccia d’emozione cominciò ad affiorare sul suo volta, un pizzico di gelosia e qualcos’altro. Ammirazione? “È sempre stato il preferito, quella stupida mezza cartuccia.”

“Non è niente, davvero”, rispose Sunggyu con un gesto della mano. Allora gli tornò in mente qualcosa che suo padre gli aveva detto anni fa e che non gli era mai stato chiaro, ma lo era diventato in quel momento dopo aver trascorso un po’ di tempo con i Nam. “Mio padre una volta mi ha detto che il tuo era il suo migliore amico. E che questo è ciò che fanno gli amici. Si fidano l’uno dell’altro.”

Boohyun annuì, assimilando quelle parole e pensando a cosa dire dopo. “Bene. Il sentimento è reciproco, allora.” Si avvicinò è piazzò una mano sulla spalla di Sunggyu. Quest’ultimo notò il punto in cui il drago l’aveva morso; l’area era più chiara e le vene si ramificavano sotto di essa. Poté vedere le vene della mano di Boohyun sporgere quando gli strinse la spalla con più forza. Sunggyu cercò con tutte le proprie forze di non sussultare dal dolore e di non pregarlo di lasciarlo andare, ma non riuscì a trattenere il gemito da femminuccia che gli passò attraverso le labbra. Boohyun ghignò e si avvicinò al punto che Sunggyu riuscì ad avvertire i suoi baffi ispidi contro l’orecchio. “Quella mezza cartuccia è anche il mio preferito. Occupati di lui come si deve. Oppure dovrai vedertela con me”, lo minacciò. Allora Boohyun si ritrasse e suoi occhi apparvero sorridenti per un breve secondo prima che prendesse a marciare lungo il corridoio.

Quando Sunggyu si ricordò come fare a respirare di nuovo, ridacchiò leggermente tra sé e sé. Boohyun faceva finta di essere infastidito, ma in realtà stava solo cercando un pretesto per vantarsi del proprio fratellino. Era tenero, alla fine. Anche se Woohyun era la pecora nera, non significava che fosse ostricizzato dagli altri. Al contrario, probabilmente lo amavano ancora di più per quel motivo. Cosa c’è di così spaventoso nei Nam? Allora avvertì una fitta dolorosa alla spalla quando mosse il braccio; era certo che gli stesse venendo un livido. Oh già, quello.

●▬▬▬▬๑♔๑▬▬▬▬●


La stanza era buia, eccezion fatta per il bagliore della luce delle candele, ma Sunggyu non poteva ancora dormire. Il contratto non era ancora completo e la sua mente languida non lo stava aiutando. Le sue palpebre si stavano lentamente chiudendo e stava diventando un’impresa erculea tenerle aperte. Scosse la testa e si schiaffeggiò le guance, cercando di darsi una svegliata. Poi abbassò lo sguardo sul foglio posato di fronte a sé. C’era una lunga linea nera lungo tutto il foglio. Doveva averla disegnata quando s’era appisolato. Sunggyu abbandonò all’indietro la testa e sospirò in preda alla frustrazione, calciando i piedi sotto al tavolo come un bambino che faceva i capricci.

Qualcuno bussò alla porta. “Hyung-nim?” una flebile voce giunse dall’esterno della stanza. Woohyun? Da quando si spreca a bussare?

“Hyun?” rispose Sunggyu, non del tutto certo che il suo amico si trovasse davvero fuori dalla porta. La porta si aprì appena e il Crimsonite infilò la testa nel piccolo spazio aperto, timidamente. Sunggyu corrucciò le sopracciglia. “Uh, puoi entrare.”

Woohyun entrò nella stanza e chiuse delicatamente la porta alle proprie spalle. “Stai lavorando sul contratto per Myungsoo?” chiese mentre la sua mano lasciava andare la maniglia della porta.

Sunggyu annuì. “Sì, ma come fai a saperlo?”

“Perché io conosco hyung-nim. Non ti sposeresti senza un contratto”, rispose Woohyun con un leggero sorriso, avvicinandosi alla scrivania e lanciando un’occhiata al foglio. “Allora, entro la fine di questa settimana?”

“Domani, veramente. Finalizzeremo il contratto dopo l’incoronazione”, spiegò Sunggyu, stropicciandosi gli occhi assonnati e stiracchiandosi. “Avrei dovuto dirtelo. Non so perché non l’abbia fatto. Questo è il tuo lavoro”, borbottò e rifletté.

Woohyun spostò una sedia accanto a lui, afferrando il foglio posato sulla scrivania. “Già, avresti dovuto”, borbottò, tutto preso a leggere. “Questa roba è terribile”, ridacchiò. “Le ricchezze di entrambe i regni resteranno separate”, recitò con tono divertito. Woohyun allora sospirò guardando il foglio, “Perché non sono sorpreso?” Afferrò una piuma e diversi fogli di carta. “Ecco, hyung-nim, ti darò una mano. Scriverò le cose importanti.” Si spostò verso l’altro lato della stanza dove c’era un altro tavolino (uno basso, quindi una persona avrebbe dovuto sedersi a terra per scriverci sopra). Cominciò a scrivere furiosamente appena la piuma toccò il foglio.

Sunggyu allungò il collo per cercare di vedere meglio. “Quali cose importanti?” chiese. Woohyun si limitò a canticchiare allegramente in risposta, ignorando il più grande. Così il principe si alzò e si avvicinò al tavolino basso. “Hyun, cosa stai scrivendo?”

Woohyun si affrettò a chinarsi sul foglio per nasconderlo. “No! Non ho finito. Dovrai aspettare fino a domani”, lo provocò, sapendo che Sunggyu non sopportava che gli altri gli nascondessero qualcosa. Anche in quel momento il Crimsonite stava traendo estremo piacere dall’espressione imbronciata del principe. “Tu vai a scrivere il tuo noioso contratto d’affari.” Gli fece segno di andarsene. “Vai.”

Sunggyu borbottò alcune imprecazioni prima di ritornarsene alla propria scrivania. È la mia cazzo di vita. Il mio matrimonio. Si sedette sulla sedia e lanciò un’occhiataccia verso il lato opposto della stanza. Anche gli occhi di Woohyun erano assottigliati e fissi sul foglio. La sua bocca stava silenziosamente mormorando tutto ciò che sta scrivendo. Una delle sue dita era posata sulle sue labbra, tirandole leggermente intanto che pensava. Sunggyu ridacchiò e scosse la testa. E pensare che ho creduto che questo ragazzino avrebbe fatto fuori tutti i corteggiatori. A proposito… “Quindi hai detto che hai letto l’Odissea?” chiese.

Woohyun alzò il capo, continuando a guardare in basso. “Sì, ma sono arrivato solo a quella parte, hyung-nim. È un libro davvero grosso e non mi andava molto di continuare a leggere dopo che ho capito…”

“Ho detto che mi dispiace”, lo interruppe Sunggyu prima che Woohyun potesse farlo sentire ulteriormente in colpa. Woohyun sghignazzò. “Ma hai mai notato che Sungyeol è come Antinoo? Sta aizzando tutti i pretendenti. È come un capobanda.”

“Antinoo? Quello che è stato ucciso per primo?” chiese Woohyun. Ovviamente lui si concentra solo su quella parte. Sunggyu annuì leggermente. “Presumo che tu abbia ragione”, borbottò, ma allora mosse le labbra, come se fosse sul punto di dire qualcosa. Ma poi si trattenne e ritornò al proprio compito.

“Hm, che ti prende? Sembra che tu abbia qualcosa da dire. Non ti sei mai trattenuto prima, perché farlo adesso?” Il principe stava cominciando a trovare la rinnovata cautela del Crimsonite piuttosto frustrante. Bussare alla porta prima di entrare, frenare la lingua, cosa sarebbe venuto dopo? Chiedergli il permesso per avvicinarsi? Sunggyu non aveva mai pensato che gli sarebbe mancata la sfacciataggine dell’altro. E in quel momento lo stava praticamente pregando di dire qualcosa di scortese e inopportuno come suo solito.

“È solo che”, incominciò Woohyun ma si interruppe praticamente subito dopo. Lanciò un’occhiata quasi di scuse a Sunggyu. Riprese a parlare, “Le persone vedono sempre i pretendenti come la più grande minaccia al matrimonio di Ulisse e Penelope, ma in realtà era… Calipso.”

La mente di Sunggyu evocò l’immagine della bellissima ninfa del mare Calipso, da sola sulla propria isola, alla ricerca disperata di compagnia, che finì per trovare Ulisse il cui unico vero desiderio era di tornare a casa dalla propria moglie (ovviamente rimase sull’isola per sette anni, ma un’offerta d’immortalità e di avere come consorte una dea sarebbe stata difficile da rifiutare perfino per l’uomo più virtuoso, Sunggyu compreso). Era un’immagine triste, l’aveva sempre immaginata con le guance costantemente rigate dalle lacrime e con un sospiro sulle labbra mentre scrutava il vasto oceano cercando qualcosa, qualsiasi cosa. Era difficile pensare che fosse un’antagonista. Sunggyu lo sfidò, “E perché?”

Woohyun si schiarì la voce prima di rispondere, ancora incerto. “Perché lei non avrebbe distrutto solamente il matrimonio, ma anche la persona che era Ulisse. Con lei, lui non sarebbe stato il re di Itaca, non sarebbe stato il padre di Telemaco e non sarebbe più stato neanche umano.”

“Ma sarebbe stato immortale”, ribatté Sunggyu muovendo le sopracciglia, ma capì subito che il Crimsonite era mortalmente serio. Un po’ troppo serio. Il principe osservò il proprio amico con aria incuriosita. “Stai dicendo che io avrei una Calipso? Chi? Myungsoo?” Woohyun si strinse nelle spalle, evitando quelle domande. Ma Sunggyu ne aveva ancora una, che stava prendendo spazio in un angolo della sua mente. “Pensi che io gli piaccia veramente?”

Woohyun scoppiò in una fragorosa risata. “Tu”, annaspò. “Tu, Mr. Il-matrimonio-è-solo-affari, sei preoccupato che tu possa non piacergli?” Rotolò sotto al tavolo dal ridere fino a quando la sua gamba andò a sbattere forte contro uno spigolo. Smise immediatamente di ridere (ma Sunggyu riprese da dove l’altro si era interrotto, ridendo della sua sfortuna) e si massaggiò il punto dolorante con una smorfia in volto. I suoi occhi erano fissi sulla propria gamba quando chiese a voce bassa, “Ha qualche importanza?”

“Sì.”

Woohyun guardò Sunggyu, sorpreso. “Perché, lui ti piace?”

“No”, rispose onestamente Sunggyu, per poi tornare a scrivere il contratto. Riuscì a sentire l’altro sospirare profondamente, cosa che fece sorridere il principe. Continuò, “Per lo meno, non ancora o non in quel senso. Mi piace stare in sua compagnia. Mi piace come amico”. Sunggyu sollevò lo sguardo verso l’altro che lo stava guardando con un’espressione rassegnata. “Solo che sarebbe bello se il sentimento fosse reciproco.”

Non era che Sunggyu non si fidasse del Greenlander, non era per quel motivo che aveva alcuni dubbi riguardo al matrimonio. Era solo che non conosceva Myungsoo tanto quanto avrebbe voluto. Un mese non era certo un lasso di tempo sufficiente per conoscere qualcuno, specialmente quando l’attenzione di entrambi era rivolta altrove, concentrata sulle questioni politiche. E poi la relazione di Myungsoo con Sungyeol l’aveva colto di sorpresa, così come il modo in cui aveva difeso il principe Saffron. Sunggyu non aveva mai raccontato a Myungsoo di quel fallimentare e fuorviante periodo di corteggiamento, ma aveva paura che il Greenlander ne fosse già al corrente e fosse coinvolto sin dall’inizio. I corteggiatori avevano seriamente rovinato il suo senso di fiducia e speranza nelle persone. Magari una volta che avrò sposato Myungsoo, lui e Sungyeol mi faranno fuori e si impadroniranno delle Crystal Shores. Mia madre morirà di depressione. Hoya e Woohyun probabilmente cercheranno di vendicare la mia morte. Andranno fuori di testa e uccideranno tutti quanti. Ma la cosa più importante è che io sarò morto!

“Sai”, il Crimsonite distrasse Sunggyu dall’immagine che gli si era formata in testa del proprio palazzo avvolto della fiamme e di un Sungyeol gigante pronto a schiacciare le rovine incendiate con il piede. “C’è un modo in cui possiamo scoprirlo: il siero della verità.”

Sunggyu annuì mentre valutava quella possibilità. Non era una novità somministrare a qualcuno il siero della verità prima di intrattenere delle negoziazioni, ma solitamente entrambe le parti lo assumevano di propria volontà (anche se non c’era motivo che Sunggyu lo bevesse. Le sue intenzioni erano già sincere). Ma in quel momento si ricordò di qualcosa che Woohyun gli aveva detto tempo prima, “Pensavo che preferissi fare le cose alla buon vecchia maniera.”

“Non penso che ti piacerebbe la buon vecchia maniera, hyung-nim”, disse scuotendo la testa.

Sunggyu posizionò i gomiti sul tavolo e si portò le dita alle labbra. Era incuriosito. “Mettimi alla prova”, lo sfidò.

Woohyun mise giù la piuma e guardò in alto verso il soffitto, pensando intensamente. “Beh, immagino che prima dovremo portarlo di sotto nella stanza delle torture, ma quello non sarà difficile. Basterà mettergli un sacco sopra la testa e con qualche colpo ben mirato sarà al tappeto. Poi… hey, per caso hai delle tenaglie arrugginite?”

“Va bene, va bene”, si arrese Sunggyu. “Useremo il siero della verità.”

●▬▬▬▬๑♔๑▬▬▬▬●


Sunggyu si svegliò presto il mattino seguente, ancora seduto alla scrivania e con la guancia pressata contro la copertina rigida di un libro. L’intensa luce del mattino lo svegliò quando i raggi del sole fecero capolino sul suo volto. Schioccò le labbra, studiando la stanza con gli occhi mezzi chiusi. Woohyun doveva essersene andato ad un certo punto; il tavolino era vuoto. Si era anche portato dietro i fogli che aveva scritto. Sunggyu mise il broncio, sentendosi improvvisamente solo. Abbassò lo sguardo sulla scrivania e i suoi occhi finiro su ciò che aveva usato come rimpiazzo per il cuscino, Le Vite e i Modi delle Crimson Isles. Tutto d’un tratto, Sunggyu si sentì estremamente sveglio. Se n’era quasi dimenticato a causa dell’incessante susseguirsi di eventi della sera prima. I suoi occhi vagarono verso il tavolino basso dove il Crimsonite si era seduto la sera scorsa, come se quest’ultimo fosse ancora lì. Poi il principe aprì immediatamente il libro, quasi strappando le pagine dalla rilegatura mentre cercava con gesti frenetici. Non sapeva quanto tempo gli restasse. Poi, dopo qualche secondo, riuscì a trovarlo:

Capitolo 43: Contatto Fisico

Sezione 16: Baciare

Nonostante la gente delle isole rosse tenda a non mettersi freni con alcune forme di contatto fisico (riferirsi alla sezione 5: Abbracci stritola-ossa), baciare è un’altra questione; è una dimostrazione di incrollabile fiducia in una persona. Per questo motivo, sembrano dimostrarsi più liberi per quanto riguarda i rapporti sessuali. I Crimsonite credono che l’unica cosa che distingua gli umani dalle bestie sia l’ulteriore contatto intimo: gli animali non si baciano ma gli umani sì. È la sola cosa che trasformi il semplice accoppiamento in fare l’amore. Per loro un bacio simbolizza condividere un respiro, cioè trascorrere la vita insieme.


Sunggyu avvertì un nodo in gola e la salivazione scendere a quota zero. Rilesse il passaggio varie volte, ma le parole non cambiarono. Al contrario, si scolpirono nella sua mente. Woohyun, lui…

Qualcuno bussò alla porta. “Hyung-nim? Sei sveglio? Posso entrare?”

“Huh?” Sunggyu sussultò, voltando il capo in direzione della porta. Spinse il libro giù dalla scrivania ed esso atterrò sul pavimento emettendo un rumore sordo. Poi un altro schianto risuonò nella stanza. Woohyun aveva spalancato di colpo la porta dopo aver sentito il rumore. Esaminò freneticamente la stanza.

“Va tutto bene?” chiese quando vide Sunggyu tranquillamente seduto (stava totalmente fingendo) e leggermente assonnato dietro la propria scrivania.

“Eung”, rispose Sunggyu, armeggiando con la giacca. “Mi è solo caduto qualcosa”, mentì. Woohyun annuì svogliatamente, stropicciandosi gli occhi. Il principe notò le vistose occhiaie del Crimsonite. “Stai bene?”

“Eung. È solo che non ho dormito molto”, rispose Woohyun con uno sbadiglio. Poi si stiracchiò ed emise un lungo gemito, mentre le sue ossa scricchiolarono ad ogni movimento. Sunggyu aveva il vago sospetto che ‘non ho dormito molto’ significasse in realtà ‘non ho dormito affatto’.

“Neppure io”, confessò Sunggyu.

Woohyun si avvicinò lentamente alla scrivania. Una volta raggiunta, si mise a giocherellare con uno degli angoli con le dita. “Grande giorno”, aggiunse. Sunggyu annuì, lasciando morire la conversazione. Un silenzio imbarazzato e sgradevole pimbò su di loro. Tutto ciò che si poteva sentire erano le dita di Woohyun che colpivano ritmicamente l’angolo della scrivania.

“Hyun”, Sunggyu si decise a rompere il silenzio. Woohyun alzò lo sguardo e i loro occhi si incontrarono per la prima volta da quand’era entrato nella stanza. “Tuo… tuo padre bacia solamente tua madre? E nessuna delle altre mogli?”

Woohyun sembrò sorpreso. “Hm? Come fai a saperlo, hyung.nim?” chiese.

Quindi è vero. Sunggyu scosse la testa. Non poteva mettersi a pensare a cose simili, specialmente non quel giorno, considerando che avrebbe incontrato Myungsoo in poche ore. Per sposarmi. Per sposarmi, cazzo, ricordò a sé stesso. “Lascia stare. Fai finta di niente”, insistette con un profondo sospiro e un vago gesto della mano. Si massaggiò le tempie, cercando di schiarirsi le idee. “Hai il tuo contratto?” chiese, con ancora gli occhi chiusi. Avvertì Woohyun picchiettargli le spalle con i fogli. Sunggyu aprì gli occhi e prese il fascicolo. “Bene. Aspetta… perché è così pesante?”

“Beh”, Woohyun sbadigliò di nuovo. Un sorriso soddisfatto apparve sul suo volto. “Avevo molte… clausole.”

“Del tipo?” chiese Sunggyu con un sopracciglio inarcato. Woohyun fece un cenno del capo in direzione del plico di fogli. Sunggyu sospirò, si arrese e cominciò a leggere:

Come avere un felice matrimonio con Kim Sunggyu:

1. Lui lo negherà, ma adora venire abbracciato. Abbraccialo almeno una volta al giorno (ma due volte sarebbe l’ideale). Abbraccialo anche quando fa lo scontroso. È quando ne ha più bisogno.

2. Quando Sunggyu si infila a letto, non ne esce più. Ecco quanto gli piace il suo letto. L’unico modo per farlo alzare è di sedersi su di lui. La cosa non gli piace perché non riesce a respirare.

3. Non chiamarlo GyuGyu. Era il suo soprannome d’infanzia. Lo fa sentire come un bambino. Lui è un uomo adulto.

4. Ma a questo uomo adulto piace ancora venire coccolato, quindi dovresti-


“Yah!” gridò Sunggyu, prendendo a botte il Crimsonite con il suo ‘manuale’ dopo averlo arrotolato. “Cos’è questa roba? Mi hai preso per un cane? E la metà di queste cose non sono neanche vere! Non mi piace venire coccolato”, lo rimproverò, colpendo l’altro ad ogni singola parola. Ma nonostante i colpi, Woohyun stava ancora sorridendo. Quando il principe fu sul punto di colpirlo di nuovo, grazie alla sua velocità, Woohyun strappò i fogli di mano all’altro con facilità e li srotolò.

“Oh, uh, è quello sbagliato”, disse con una risatina imbarazzata. Poi si piegò per rovistare all’interno di una borsa che lo stanco cervello di Sunggyu non aveva neanche realizzato l’altro avesse portato con sé. “Come ho già detto numerose volte”, disse Woohyun quando finì di cercare e tirò fuori un altro fascicolo. “Io capisco le persone, hyung-nim.” Si raddrizzò e porse a Sunggyu l’altro manuale. “Ecco il tuo.”

Come avere un felice matrimonio con Kim Myungsoo:

1. Myungsoo si ossessiona facilmente, quindi non sorprenderti se finirai per mangiare lo stesso cibo per mesi. E non si stancherà mai di quella cosa, così come non si stancherà di te. =_=

2. È una persona molto affettuosa e ricercare il contatto fisico gli viene naturale, quindi non ingelosirti se tocca qualcun altro. E se solleverai l’argomento, penserà che non ti fidi di lui.

3. A proposito di contatto fisico, lui ama toccare i capelli, quindi tienili lunghi ma non molto lunghi. Non ti donerebbero, hyung-nim.

4. Myungsoo è molto più loquace di quanto sembri, quindi chiudi la bocca e lascialo parlare ogni tanto. E ascoltalo! Ha più preoccupazioni di quanto pensi.


Gli occhi di Sunggyu vagarono per il foglio. C’erano molte altre regole che riempivano quella e le molte altre pagine successive. Sembrava che il sospetto che aveva avuto Sunggyu poco prima fosse fondato; era impossibile che il Crimsonite, anche considerando la sua velocità, potesse aver scritto tutta quella roba ed essere riuscito pure a dormire un po’. Alzò lo sguardo su Woohyun, il cui corpo stava incosciamente ondeggiando, debole. I suoi occhi erano arrossati. Le occhiaie quasi gli arrivavano al dorso del piccolo naso appuntito. Il senso di colpa attanagliò lo stomaco di Sunggyu. Boohyun si sbagliava. Sunggyu non aveva fatto molto per Woohyun, ma Woohyun aveva fatto molto per lui. Troppo. “Ti sei impegnato molto”, lo complimentò.

Il sorriso di Woohyun si allargò. “Sì, devi metterti d’impegno per far funzionare un matrimonio”, cinguettò felicemente.

Sunggyu si mordicchiò il labbro. Idiota, io sono il solo che dovrebbe impegnarsi. “Ti ringrazio, Hyunnie”, disse Sunggyu, posando il manuale sulla scrivania. Woohyun mugulò allegramente in risposta, rimettendo la parte di Myungsoo nella borsa. Il principe l’osservò con attenzione. “E se tutto questo dovesse funzionare, tu cosa farai?”

L’espressione del Crimsonite divenne seria. “Ho ricevuto offerte da parte di altri regni per fare la stessa cosa”, rispose. “Quindo potrei partire e viaggiare il mondo.”

“Te ne andrai?”

Woohyun si rimise la borsa in spalla. I suoi occhi incontrarono nuovamente quelli di Sunggyu e non li lasciò andare per un po’ prima di rispondere. “Beh, non c’è motivo per me di restare.” Distolse lo sguardo. “Specialmente quando c’è bisogno di me altrove.”

“Presumo che sia la cosa migliore”, disse Sunggyu con voce incerta. Poi si schiarì la gola e si alzò (con alcuni scricchiolii e lamenti), prendendo in mano il proprio contratto. “Allora, sei pronto?” chiese.

“Sì”, rispose Woohyun. “Sono pronto a vedere il nuovo re indossare la propria corona”, disse con un sorriso orgoglioso, dando pacche d’incoraggiamento sulla spalla di Sunggyu. Quest’ultimo sorrise un secondo per poi venire colto dal panico subito dopo.

“Merda! L’incoronazione! Me n’ero dimenticato!”

●▬▬▬▬๑♔๑▬▬▬▬●


La cerimonia si tenne nella più antica e più ornata cattedrale della città, che casualmente era pure la più piccola. L’interno era sovraffollato ed eccessivamente caldo. Ogni cittadino e dignitario aveva cercato d’infilarsi anche nel più piccolo spazio libero, rendendo l’aria calda e opprimente. Otretutto, la cerimonia stava andando per le lunghe e Sunggyu doveva starsene in ginocchio la maggior parte del tempo. Maledetti rituali. Si tamponò la fronte sudata. Se continuo a sudare a questo modo, la corona scivolerà subito. Alzò lo sguardo verso il tedioso prete di fronte a sé. Si chiese se i preti si insegnassero a vicenda a parlare intenzionalmente con voce lenta e monotona per far crollare tutti dalla noia. Allora il principe si azzardò a guardarsi velocemente alle spalle, studiando la folla dietro di sé. Sua madre stava piangendo silenziosamente, ma non era una novità. Aveva pianto in ogni momento importante della vita di Sunggyu, inclusi i suoi primi passi, quando aveva perso il suo primo dentino, la prima volta che s’era arrampicato su un albero (che coincideva anche con la prima volta che era caduto da un albero. Aveva pianto anche in quell’occasione), ogni cosa. Accanto alla regina stava Myungsoo, che le stava porgendo un fazzoletto e sembrava non avere la minima idea di come fare per calmarla (ancora di più quando lei si buttò tra le sue braccia e scoppiò in un pianto disperato). Accanto a Myungsoo c’era Hoya, che stava rimproverando il principe con lo sguardo, intimandogli telepaticamente di voltarsi e prestare attenzione alla cerimonia. Sunggyu lo ignorò e si voltò in direzione del leggero russare proveniente dal lato opposto della cattedrale. Erano i Nam. I due fratelli circondavano loro padre, tenendo le teste appoggiate contro le sue alte spalle, profondamente addormentati. Il re se ne stava con la bocca spalancata, da cui usciva un po’ di bava insieme al russare. In qualche modo, a Sunggyu ricordavano due cuccioli di bulldog accoccolati contro il proprio padre. Poi un colpo di tosse proveniente da davanti distolse l’attenzione di Sunggyu dalla folla. Il prete lo stava guardando con un’aria austera in volto e la corona tra le mani.

“Ripeto”, disse chiaramente con la sua voce severa. “Riponete il vostro cuore, la vostra anima, la vostra vita in questo regno e giurate di servirlo per il resto dei vostri giorni?”

“Ah, sì. Lo giuro”, rispose velocemente Sunggyu, chinando il capo. Poco dopo, avvertì il notevole peso della corona, troppo grande venire posata sulla testa. Si piegò leggermente prima di raddrizzarsi di nuovo.

“Ora alzatevi, Re delle Crystal Shores.”

E Sunggyu obbedì, lentamente e con attenzione, in modo che la corona non gli scivolasse dalla testa. E in quel momento, un applauso si diffuse tra gli spettatori. Si voltò e i suoi occhi incontrarono quelli di Myungsoo, che stava sorridendo ed applaudendo con il maggiore entusiasmo. Giuro di servirlo per il resto dei miei giorni.

●▬▬▬▬๑♔๑▬▬▬▬●


Dopo essersi cambiato con dei vestiti puliti (tutti quanti s’erano ritrovati completamente zuppi di sudore dopo la carimonia), Sunggyu incontrò Myungsoo e Woohyun in una piccola stanza riservata alle riunioni private. Anche Hoya aveva insistito per presenziare all’incontro nel caso in cui le cose avessero preso una brutta piega e Sunggyu non era riuscito a trovare alcun motivo per cui non concordare. Inoltre, loro due erano migliori amici da anni; Hoya doveva esserci. Il nuovo re fu l’ultimo ad entrare nella stanza. Gli altri tre se ne stavano lì in piedi con aria tesa. Myungsoo stava lanciando occhiate preoccupate verso Woohyun, che invece stava infastidendo il proprio comandante preferito, ma quest’ultimo lo stava ignorando completamente. “Perdonatemi per il ritardo”, si scusò Sunggyu appena entrò nella stanza.

Myungsoo fu il primo a parlare, “Non scusarti.”

“Sì, hyung-nim”, Woohyun saltellò al suo fianco. “Stavamo giusto per bere un po’ di tè”, annunciò facendogli un evidentissimo occhiolino. Sunggyu si passò una mano sul volto. Il Crimsonite era tutto tranne che discreto. Sì voltò a guardare il Greenlander per vedere se avesse colto qualcosa di sospetto. Sunggyu sorrise quando notò che Myungsoo stava creando una gru di carta con un pezzo di foglio strappato dal suo contratto. Beh, meno male che Myungsoo non era esattamente una persona attenta.

“Sì, prendiamo una tazza di tè prima di iniziare. Woohyun, ti dispiace?” fece gesto al Crimsonite di procedere.

Woohyun si avvicinò al tavolino dov’era riposto il servizio da tè. “Nient’affatto, hyung-nim.” Sunggyu vide Hoya alzare gli occhi al cielo. Aveva capito cosa stava succedendo dalla loro pessima recitazione ma fortunatamente era rimasto in silenzio, dopotutto il loro piano non era esattamente lecito. Woohyun si avvicinò di nuovo al tavolo a cui Sunggyu e Myungsoo s’erano accomodati. “Myungsoo-ssi”, disse, offrendogli la tazza. Il Greenlander chinò il capo e l’accettò. “Hyung-nim”, Woohyun porse la tazza a Sunggyu con un sorriso perfido.

“Grazie”, disse appena Woohyun prese posto al suo fianco. Tutti e tre presero un lungo sorso di tè dalle proprie tazze. “Ora pensiamo agli affari”, annunciò Sunggyu. “Hai il tuo-”

“Mi formicola la lingua”, lo interruppe Woohyun schioccando rumorosamente le labbra. Si voltò verso il re, preso dal panico. “È così che dovrebbe essere, hyung-nim?”

Gli occhi di Sunggyu diventarono grandi e tondi. Spalancò la bocca e la lingua gli rotolò un po’ fuori dalle labbra. Sembrava che la sua lingua stesse emanando scintille. C’era una sola spiegazione a quella sensazione. Sunggyu sganciò un pugno contro la spalla di Woohyun. “Nam Woohyun, ma che fai?!”

Myungsoo si guardò intorno, confuso. “Fare cosa?”

Woohyun abbassò lo sguardo sul tavolo, massaggiandosi la spalla e facendo il broncio come un cucciolo ferito. “Beh, non sarebbe stato giusto se l’avesse bevuto solo lui”, borbottò. “Dobbiamo tutti essere onesti in questo momento”. Hoya scoppiò in una risata a sputacchio, realizzando cos’era appena successo.

Myungsoo era ancora confuso. “Bevuto cosa?”

“Il siero della verità”, ringhiò Sunggyu. Prese a pugni Woohyun un altro po’ di volte. “Aish! Sei il Crimsonite più assurdo che esista!”

“Aspetta”, il Greenlander parlò dal lato opposto del tavolo. Stava lentamente afferrando la situazione. “Siero della verità?! È per questo la miah linhua è indhohpidiha?” la sua lingua rotolò fuori dalla bocca, evidentemente priva di sensibilità.

“Quella sensazione scomparirà… si spera”, rispose il re con aria mortificata.

“Hi hperha?!” rispose Myungsoo, sconvolto, con la lingua ancora a penzoloni.

“Yah!” Woohyun si sporse verso il Greenlander, richiamando la sua attenzione. “La tua faccia”, disse indicando la propria. “È tutta naturale?”

“Uh, sì”, rispose l’altro.

Woohyun tornò ad affondare nella sedia, scalciando i piedi dalla delusione. “Maledizione… la vita è ingiusta.”

“Hyung”, cominciò Myungsoo, guardando Sunggyu dritto negli occhi. Il re avvertì il proprio stomaco contorcersi alla vista della sua espressione ferita. Il Greenlander stava contorcendo la bocca, cercando di riacquistare sensibilità, e disse, “Perché l’hai fatto? Non ti fidi di me?”

“No”, rispose Sunggyu con onestà. Myungsoo abbassò lo sguardo, abbattuto. “Ma io non mi fido veramente di nessuno. A parte Hoya e mia madre”, e Woohyun, ma quello si impedì di dirlo. L’unico modo per prevalere su quella terribile pozione era trattenersi, mordersi la lingua. C’erano alcune cose che era meglio non dire.

Myungsoo annuì, comprensivo. “So di cosa stai parlando”, confessò. “Neppure io mi fido di molte persone. Se non mi adulano per la mia posizione, allora lo fanno per il mio aspetto. E non so mai se piaccio alle persone per ciò che sono davvero.”

“Oh mi piange il cuore”, si lamentò Woohyun.

Gli occhi di Myungsoo si spostarono su Woohyun e si assottigliarono, diventando più scuri di quanto Sunggyu li avesse mai visti. “Sto parlando con Gyu-hyung. E per quale motivo sei qui, Red?”

Sembrava che Woohyun fosse sul punto di balzare sul tavolo ma si limitò a stringere il bordo. “Io sono il suo consulente, Greenie”, rispose a denti stretti. Poi si voltò verso il re, che gli stava seduto accanto, con un’espressione triste. “Perché a lui è concesso chiamarti Gyu-hyung mentre io sono costretto a chiamarti hyung-nim, hyung-nim?”

“È perché sei un suo subordinato”, commentò Myungsoo con tono beffardo.

“Yah! Io sono un principe esattamente quanto te”, contrattaccò Woohyun.

Myungsoo fece un sbuffo ironico, “Oh, le Crimson Isles. Metà della popolazione è formata da principi.”

“Siamo solo in cinquanta”, ringhiò Woohyun. “Tu sei solamente invidioso.”

“Di cosa? Di non avere alcuna possibilità di sedermi sul trono a meno che io non uccida tutti i miei fratelli?” ribatté il Greenlander. “Non è che non sia mai successo.”

“È successo solo una volta 600 anni fa, tu, piccolo-” A quel punto Woohyun si mise a strisciare sul tavolo, mentre Myungsoo cercò di nascondersi al di sotto.

Sunggyu guardò Hoya e gli fece segno di intervenire e, beh, picchiarli fino a quando non si fossero decisi ad andare d’accordo, ma Hoya era troppo divertito dalla litigata per considerare di porre fine allo spettacolo. Perciò spettava a Sunggyu farlo. “NON VOGLIO TRASFERIRMI NELLE GREENLANDS”, gridò. I due litiganti si immobilizzarono di colpo e si voltarono a guardarlo. Lentamente, sconvolti, tornarono a sedersi ai propri posti. “Sì, è un bel posto pieno di verde, ma fa anche caldo e puzza di letame. E le mucche sanno essere davvero cattive. E voglio rimanere qui. Mi piace essere un re. Mi piace dire alle persone cosa devono fare. Mi piace detenere il potere. Mi fa sentire bene.”

“Wow!” Hoya fu il primo a parlare. “Non è un discorso affatto tirannico”, la sua voce stava trasudando sarcasmo.

“Yah! Tu non hai bevuto il siero. Non puoi parlare”, gli ordinò Sunggyu puntandogli un dito contro.

“Quindi”, incominciò Myungsoo, che stava ancora elaborando la nuova informazione. “Non vuoi vivere con me, ma io non posso restare qui, il che significa…”

“Che non può funzionare”, Sunggyu concluse al posto suo.

“Wow”, il Greenlander affondò nella propria sedia. “Che sfiga”. Alzò lo sguardo su Sunggyu, ancora più triste di prima. “Speravo davvero che potesse funzionare. Tu mi piaci sul serio.”

Sunggyu sorrise. “Lo speravo anch’io. Mi piaci molto anche tu”, come un amico, o forse un fratello.

“Perciò che si fa adesso?” chiese Myungsoo tirando su con il naso.

“Probabilmente sposerò… qualcuno”, si morse l’interno guancia con forza, impedendosi di dire ciò che pensava. Avvertì un vago sapore di sangue in bocca. “E tu?”

Myungsoo se ne stava con il capo rivolto verso il basso. “Me ne tornerò a casa e troverò qualcuno lì. È un grande paese con un sacco di persone”, la sua voce era leggermente rotta.

Sunggyu si sporse verso l’altro e gli accarezzò la testa. “Non resterai celibe per molto, Myung. Non con quella bellissima faccia che ti ritrovi”, disse cercando di risollevargli lo spirito, e il Greenlander emise una piccola risata che venne seguita da un evidente singhiozzio.

“Yah, stai piangendo?” lo provocò Woohyun con un sorriso.

“Stai zitto!” gridò Myungsoo, sollevando il capo e asciugandosi le lacrime. “Sono triste. Questo è ciò che fanno le persone tristi.”

“È ciò che fanno le ragazze tristi.”

“Yah! Fate silenzio tutti e due! E Comandante, smettila di startene lì impalato e fai qualcosa di utile per una volta!”

●▬▬▬▬๑♔๑▬▬▬▬●


Dopo che Hoya trascinò di peso Woohyun fuori dalla stanza (lui e Myungsoo continuavano a bisticciare tra loro come cane e gatto), Sunggyu ebbe finalmente occasione di sistemare le cose con il proprio quasi fidanzato. Il re non voleva che l’altro se ne andasse pensando che Sunggyu non tenesse a lui. Ci teneva, ma le circostanze li costringevano a dividersi. “Forse, se vivessimo in un mondo diverso, in un altro tempo” rifletté Sunggyu. Myungsoo annuì tristemente. Poi si abbracciarono per l’ultima volta e si dissero addio. E quando Sunggyu lasciò la stanza, venne subito raggiunto da un estremamente felice ed entusiasta Crimsonite.

“Gyu-hyung!” lo salutò e Sunggyu decise di lasciar correre mordendosi la lingua. “Dobbiamo parlare.”

Sunggyu si fermò e il suo volto impallidì. “D-di cosa?”

“Del tuo matrimonio, hyung! Hai detto a tutti che ti saresti sposato entro la fine della settimana e adesso sei single. E dobbiamo ricominciare tutto da capo!” ricordò a Sunggyu. Poi lo afferrò saldamente per un braccio. “E ora che hai bevuto il siero della verità, posso finalmente ricevere delle risposte precise da te”, disse con un cenno delle sopracciglia, trascinando il re nelle proprie stanze. Bastardo, imprecò Sunggyu, è come se l’avesse pianificato.

Una volta entrati nella stanza di Woohyun, il Crimsonite si avvicinò alla scrivania e vi prese posto. Dopo aver tirato fuori il proprio grande manoscritto pieno di potenziali candidati, lo aprì e cominciò a prendere appunti. Sunggyu si sedette sul letto con un sospiro. Era stanco e non era pronto per tutto questo, affatto. Il suo cuore stava battendo forte e le sue guance stavano cominciando a scottare. Cercò di incolpare gli effetti collaterali del siero della verità, ma sapeva che non era quello. E la cosa lo faceva sentire ancora più male. “Quindi, hyung, ragazzo o ragazza?” chiese Woohyun.

“Ragazzo”, la rispostà scivolò fuori dalle sue labbra involontariamente. Cavolo, devo stare attento.

Woohyun lo guardò con un ampio sorriso. “Immaginavo”. Poi tornò a chinarsi sul manscritto e cancellò tutti i nomi femminili. “Più grande o più giovane?”

“Più giovane.” Maledizione. Non adesso. Non così.

“Avrei dovuto aspettarmelo”, mormorò Woohyun. “Ti piace il potere. Ti fa sentire bene”, lo provocò. Poi fece un grande sbadiglio, cancellando un altro po’ di nomi della lista. “Wow, Gyu. Sono stanchissimo. Non ho chiuso occhi la scorsa notte scrivendo tutte quelle regole, ma sembra che abbia solo sprecato il mio tempo, huh, Gyu?” si stiracchiò all’indietro e guardò Sunggyu sottosopra.

“Non è stato uno spreco”, rispose Sunggyu.

“Sinceramente, non sto neanche ascoltando”, ammise Woohyun. “Ho troppo sonno”, sbadigliò di nuovo. “Mi sa che adesso schiaccio un piccolo pisolino”, disse, appoggiando la testa contro la scrivania. “Mi riposo gli occhi solo per alcuni secondi. Svegliami tra un’ora, hyung.” Le sue palpebre si chiusero e nel giro di pochi secondi s’era già addormentato.

Il re si alzò dal letto con una coperta tra le mani e si avvicinò all’altro. Posò la coperta sulle spalle di Woohyun e gli punzecchiò una guancia. “Grazie a Dio, non sai proprio startene zitto”, lo derise. Allora notò una pila di fogli spuntare da sotto il manoscritto. Era il manuale scritto per Myungsoo. Incuriosito, Sunggyu si piegò, sfilando delicatamente i fogli da sotto il pesante libro, facendo attenzione a non disturbare il ragazzo addormentato. Non era stata una passeggiata, aveva quasi fallito, il libro era scivolato un po’ troppo lontano. Con un veloce gesto della mano, ma era riuscito ad impedire la caduta del libro sul pavimento. Emise un sospiro di sollievo e i suoi occhi tornarono velocemente su Woohyun, che non aveva fatto uno piega. Sunggyu ghignò.

Prese il manuale e si avvicinò di nuovo al letto, sfogliando le pagine mentre si sedeva. Lo lesse dall’inizio alla fine e rimase sconvolto dal fatto che Woohyun lo conoscesse così bene. Doveva aver raccolto delle informazioni da sua madre e dal personale, probabilmente anche dal suo adorato Ho-hyung. Nel manuale, non solo Woohyun aveva racchiuso le sue stranezze, ma anche le sue preferenze, ad esempio quale cibo mangiava, quale si rifiutava di mangiare, su quale lato del letto tendeva a dormire, addirittura alcuni episodi d’infanzia che spiegavano le cicatrici sul suo corpo. Era tutto ciò che era necessario sapere per sposarlo. Dopo averlo letto, sarebbe stato come se Myungsoo l’avesse conosciuto da anni, non soltanto da un mese. Ma ciò che colpì profondamente Sunggyu furono le ultime due regole:

99. A volte tende a non rendersi conto delle cose, perciò sii diretto con lui. Può non sembrare, ma apprezza l’onestà.

100. Lascia che hyung-nim faccia visita a sua madre una volta al mese. Sentirà la mancanza di casa e di sua madre se non lo farà. Gli mancherò anch’io, quindi lascialo giocare con me ogni tanto.


Sunggyu sorrise e mise giù il manuale, osservando l’uomo addormentato di fronte a sé, guardando la sua schiena alzarsi e abbassarsi ad ogni respiro. “Non è che non mi rendo conto delle cose, idiota”, sussurrò. Si avvicinò alla scrivania, cercando qualcos’altro. Dopo qualche secondo, trovò ciò che gli serviva. Immerse la punta della piuma nell’inchiostro e scrisse alcune parole su un pezzo di carta. Soddisfatto del proprio ottimo operato, prese un pezzo di cera e con quello appiccicò il foglio sulla fronte di Woohyun. “Ci vediamo domani mattina, Hyunnie.”

●▬▬▬▬๑♔๑▬▬▬▬●


“Che diavolo è questo? Uno scherzo?” Woohyun piombò furiosamente nelle stanze di Sunggyu. Era mattino inoltrato e il re se ne stava seduto alla scrivania, approvando una legislazione sul commercio. Alzò lo sguardo dal proprio lavoro e guardò l’altro con aria confusa, fino a quando vide che il Crimsonite gli stava sventolando un pezzo di carta a soli pochi centimetri dalla faccia. Sorrise. Era il profilo di Woohyun e la sera precedente Sunggyu ci aveva scritto sopra, “Scelgo questo qui.”

Sunggyu indicò il foglio. “No, sono serio. Ho preso la mia decisione. Fai in modo che accada”, rispose freddamente e tornò a rivolgere la propria attenzione ai documenti. Ma in quel momento i documenti gli vennero strappati di mano e caddero sul pavimento, mentre l’inchiostro si rovesciò, macchiando i guanti bianchi di Sunggyu.

“Yah! Fai attenzione!” lo rimproverò Sunggyu, ritraendo la mando dalla pozza nera che si stava espandendo sulla scrivania.

Woohyun afferrò Sunggyu per il colletto e lo fece alzare dalla sedia. Portando il proprio volto a pochi centimetri di distanza da quello del re, Woohyun ringhiò rabbiosamente, “No, tu fai attenzione.”

Sunggyu alzò il mento con fare orgoglioso. “Te l’ho detto. Ho preso la mia decisione.” Si liberò dalla presa di Woohyun sul proprio colletto (ovviamente non lo stava stringendo con troppa forza se era riuscito a liberarsi). “Non capisco perché tu stia facendo tante storie. Sono un re. Sono bello.” Poi un sorriso perfido prese forma sul suo volto. “E poi mi hai baciato. Tu vuoi trascorrere il resto della tua vita con me.”

Il Crimsonite indietreggiò di un passo, sorpreso, ma si riprese velocemente. Emise uno sbuffo ironico e ficcò la lingua nell’interno guancia. Fece un breve applauso. “Congratulazioni, Gyu. Hai capito che mi piaci.” Poi abbassò lo sguardo e scrutò Sunggyu, stringendo forte i pugni. Woohyun infilzò un dito nel petto dell’altro (lasciandolo senza respiro). “Ma non ho intenzione di sposarti come se fosse una questione d’affari. Non ci penso proprio a farmi coinvolgere in una relazione a senso unico. Sono troppo orgoglioso per accettarlo. Trovati qualcun altro.” Allora Woohyun si voltò e si precipitò verso la porta, lasciando cadere la confessione di Sunggyu sul pavimento e calpestandola.

Ma prima che i suoi polpastrelli potessero raggiungere la maniglia della porta, Sunggyu obiettò, “No.” Woohyun lasciò cadere la propria mano lungo il fianco e si voltò verso Sunggyu con aria inespressiva. Il re si allontanò della scrivania, togliendosi i guanti e lasciandoli cadere sul pavimento. E il volto impassibile di Woohyun cominciò a crollare, incerto e spaventato, cosa che non fece che accrescere la sicurezza di Sunggyu. Dopo aver raggiunto Woohyun, avvolse con la propria mano nuda quella del Crimsonite, intrecciando le loro dita. La sua mano era calda (e leggermente sudata). Il re mugulò dalla felicità. Woohyun, d’altro canto, stava guardando le loro mani completamente spiazzato. “Chi ha detto che è a senso unico?” chiese Sunggyu con voce rauca, portando la mano libera sul mento di Woohyun, sollevandolo fino a quando i loro sguardi si incontrarono. Gli occhi di Woohyun vagarono freneticamente sul volto dell’altro, ma Sunggyu stava osservando solamente il proprio pollice che stava accarezzando la mascella del Crimsonite. Allora si avvicinò e baciò il punto in cui si trovava il pollice. Il re continuò a posare piccoli baci, dalla mascella fino al carnoso labbro inferiore di Woohyun, che poi prese tra le proprie labbra. Dopo quel breve bacio, Sunggyu si ritrasse leggermente, solo pochi centimetri a dividerli. Con ancora gli occhi chiusi, Woohyun rabbrividì, inspirando profondamente l’aria calda tra loro. Strinse la mano di Sunggyu aprendo nuovamente gli occhi, fissandoli in quelli dell’altro.

La mano libera di Woohyun andò a posarsi sulla nuca di Sunggyu, accarezzandogli i capelli corti, e lo avvicinò a sé per un altro bacio più appassionato. In risposta, Sunggyu avvolse il proprio braccio libero interno alla vita dell’altro, stringendolo così forte che neanche un filo d’aria poteva a passare tra loro. Inclinò poi il capo, cambiando angolazione per avere un miglior accesso alla bocca di Woohyun, ma Woohyun non aveva intenzione di essere da meno, di sottomettersi. Spalancò la bocca di Sunggyu, dando spazio alla propria lingua di esplorare. E mentre si baciavano con passione, non smisero mai di tenersi per mano. La sensazione era piacevole contro la pelle di Sunggyu.

Stavolta Woohyun fu il primo a ritrarsi, schioccando un ultimo bacio sull’angolo della bocca del re. Sorrise vittoriosamente e punzecchiò Sunggyu nel punto in cui l’aveva appena baciato. “Ti piaccio?”

Sunggyu si sporse in avanti e gli diede un altro bacio. “Devo dirlo?” chiese. “Vuoi che lo dica a tutti? All’intera città? Vuoi che ne faccia una questione di stato?” Propose Sunggyu come se fosse ridicolo.

“In realtà non sarebbe una cattiva idea.”

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E nel giro di pochi secondi, Sunggyu si ritrovò sul balcone, guardando dall’alto l’intera città. Tutti i cittadini si era radunati sotto alla terrazza, bisbigliando e discutendo tra loro di cosa avrebbe potuto trattare l’annuncio ‘super importante’ che il re stava per fare (sì, era stato Woohyun a diffondere il messaggio e a trascinare un contrariatissimo Sunggyu sul balcone). Sunggyu si voltò, pregando con occhi tristi il Crimsonite di risparmiarlo almeno quella volta (infatti continuava a ripetere ‘Mi piaci’ all’altro, sperando di convincere il Crimsonite, ma Woohyun insisteva sul fatto che Sunggyu devesse comunque fare un annuncio). Woohyun scosse la testa e gli diede una leggera spinta da dietro, incitandolo a passare all’azione. Il broncio di Sunggyu si fece più marcato e si voltò di nuovo verso la folla. “Uh, ho un annuncio da fare”, disse Sunggyu sommessamente, ma il megafono di fronte a lui gli amplificò comunque la voce. “Sto per sposare questo qui”, annunciò, indicando Woohyun che si trovava al suo fianco. Un forte vociare si diffuse tra la folla.

“Eeeee?” disse Woohyun.

Sunggyu abbassò lo sguardo, imbarazzato a morte. “E io… lo amo”, aggiunse. Woohyun divenne raggiante a quella confessione, dopotutto ‘Ti amo’ è molto meglio di ‘Mi piaci’.

Un unanime “EEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEHHHHHH?!" si sollevò dalla folla sottostante.

Il volto di Woohyun divenne serio e avanzò verso il bordo del balcone, sporgendosi dal parapetto e gridando alla gente di sotto, “EH?! Cosa vuol dire ‘Eh’?”

“Cos’è successo a Principe Myungsoo?” una donna qualsiasi gridò in risposta. “Sì, lui ci piaceva!” concordò un’altra persona, e molte altre voci si unirono alla beffa.

“Io sono molto meglio di quel Greenie. E più bello”, si difese Woohyun. Una risata condiscendente scoppiò tra la folla. “Yah! Non ridete”. Si raddrizzò e si voltò verso il re. “Gyu-hyung, è uno scherzo?” chiese, completamente serio, poi sbraitò di nuovo verso la folla, “Hey! Ho detto di non ridere!”

Sunggyu si avvicinò, avvolgendo le braccia intorno a Woohyun e baciandolo sulle tempie per farlo calmare. “Perché sei così carino?” lo provocò, arruffandogli i capelli.

“Sapete che vi dico? In fondo sono carini”, gridò la stessa donna che poco prima aveva chiesto di Myungsoo. Anche altri diedero voce alla propria approvazione e cominciarono ad applaudire lentamente.

Woohyun sorrise stupidamente. “Guarda, Gyu. Gli piaccio!” cinguettò.

E Sunggyu sorrise insieme a lui. “Ovviamente, a chi non piaceresti?”

●▬▬▬▬๑♔๑▬▬▬▬●


Alcuni giorni dopo, Sunggyu si ritrovò nuovamente a guardare fuori dalla finestra, come aveva fatto il giorno in cui aveva indossato l’abito per il funerale di suo padre, ma stavolta si stava cambiando in un altro abito, uno rosso. Rise tra sé e sé, abbottonandosi il colletto. Quello era stato il primo giorno dopo parecchio tempo in cui si era svegliato da solo, e si sperava fosse anche l’ultimo. Stava per indossare i propri guanti, quando qualcuno bussò alla porta. “Entra”, disse, stringendo i guanti tra le mani.

“Vostra altezza”, annunciò Hoya. “Un regalo da parte dello sposo, beh, l’altro… è di Woohyun.” Gli allungò un pezzo di pergamena, arrotolato e legato da un nastro rosso.

“Grazie, Comandante”, disse Sunggyu, afferrando la pergamena. La srotolò e scoppiò immediatamente in una risata incredula.

Come avere un felice matrimonio con Nam Woohyun:

1. Woohyun adora le coccole, quindi lascia che ti abbracci almeno una volta al giorno. Anche se non ti va, lasciaglielo fare lo stesso (abbracciarlo 20 volte al giorno sarebbe meglio).

2. Non passare tutto il giorno e tutta la notte a lavorare. Prenditi un po’ di tempo per giocare con Woohyun. Ti renderà anche meno stressato. =_=

3. Anche se magari fa credere di essere sicuro di sé e di essere l’uomo migliore del mondo, a volte Woohyun può sentirsi insicuro. Quindi, quando sembra giù di morale e sembra che voglia starsene da solo (non è così), stai con lui e digli che lo ami (lo sai che è vero).

4. Finché sarò con Kim Sunggyu, andrà tutto bene.


“C’è qualcosa che vorreste dargli in cambio?” chiese Hoya, distogliendo l’attenzione dal regalo. “Penso proprio che dovreste. Sapete com’è fatto.”

“Giusto, giusto”, concordò Sunggyu, guardandosi attentamente intorno, pensando a quale regalo avrebbe potuto evocare dal nulla. Poi abbassò lo sguardo sulle proprie mani e gli venne un’idea. Si avvicinò velocemente alla scrivania e buttò giù una breve nota su un pezzettino di pergamena. Dopo che l’inchiostro si fu asciugato, legò il biglietto con lo stesso nastro che aveva usato Woohyun. “Ecco”, disse orgogliosamente. Consegnò il regalo a Hoya e si voltò per finire di vestirsi.

“Woohyunie, ora tu sei i miei guanti. Mi proteggi, mi fai sentire al sicuro e mi fai provare calore. Con amore, Gyu”, recitò Hoya con voce acuta. “Ugh!” disse, fingendo di star per vomitare. “Posso avere il permesso, vostra altezza, di vomitare su questo biglietto? Troppo sdolcinato.”

“Yah!” gridò Sunggyu, voltandosi in direzione del comandante. “Quello era un messaggio privato! Non hai alcun rispetto?”

Hoya unì insieme i tacchi e si mise sull’attenti. “Ho molto rispetto per voi, signore. E resterò al vostro fianco fino alla fine”, dichiarò con sincerità. Tornò alla sua solita postura. “Consegnerò il messaggio. Congratulazioni, vostra altezza, e buona fortuna. Ne avrete bisogno”, gli augurò. Poi se ne andò.

Sunggyu ridacchiò tra sé e sé, “Chi è quello sdolcinato adesso?” Si voltò, annodandosi la cravatta intorno al collo. Era strano. Poteva sentire ogni singola fibra contro la propria pelle nuda, e non era abituato a sentirsi così esposto. Presto, ricordò a sé stesso. Lo vedrai presto. Poi qualcuno bussò nuovamente alla porta. “Comandante, non sono dell’umore adatto per avere a che fare con te”, borbottò.

“Allora sarai dell’umore adatto per avere a che fare con tua madre”, la dolce voce della regina si disperse nell’aria. Si avvicinò al proprio figlio e gli raddrizzò la cravatta. Le lacrime le stavano già allagando gli occhi. “Sei bellissimo. Sono così felice che tu abbia finalmente trovato qualcuno. La vita è sempre migliore con qualcuno al proprio fianco. I bei momenti lo sono ancora di più e le preoccupazioni diminuiscono quando hai qualcuno con cui condividerli.”

“E i momenti difficili non sono così difficili”, aggiunse Sunggyu. Lei annuì, le sue lacrime stavano già scendendo. Sunggyu gliele asciugò, avvertendo la sensazione di bagnato penetrargli nella pelle. “Siete pronta, madre?”

“La vera domanda è ‘tu sei pronto?’” disse, riformulando la frase. “Non sono io quella che sta per sposarsi.”

Sunggyu abbassò di nuovo lo sguardo verso il manuale, leggendo ancora l’ultima regola. “Sì, sono pronto.”

●▬▬▬▬๑♔๑▬▬▬▬●


Stavolta Sunggyu insistette per tenere la cerimonia nella più grande cattedrale della città. Non aveva bisogno di un altro motivo per sudare oltre ai propri nervi a fiori di pelle. E poi necessitavano dello spazio per far accomodare tutta la famiglia di Woohyun, che ne occupava la maggior parte. Il solo lato negativo di quel posto era che fosse buio, ma la luce delle candele qui e là ricordava a Sunggyu quella notte sulla spiaggia, specialmente il modo in cui la luce si rifletteva sul volto di Woohyun mentre camminava lungo la navata.

“Ciao”, sussurrò Woohyun con emozione quando si trovarono uno accanto all’altro di fronte all’altare.

“Hey, hai ricevuto il mio regalo?” gli chiese Sunggyu in un bisbiglio.

Woohyun annuì e allungò le braccia, prendendo entrambe le mani di Sunggyu tra le proprie, accarezzandone i dorsi con i pollici. “Farò un buon lavoro, lo prometto.”

“Finché sarò con Nam Woohyun, andrà tutto bene”, riformulò Sunggyu, imbarazzandosi per la sua stessa sdolcinatezza. Hoya aveva ragione, e anche a lui veniva un po’ da vomitare. Ma Woohyun gli strinse forte le mani e Sunggyu vide il luccichio di felicità nei suoi occhi. Se questo lo rendeva felice, allora andava bene.

●▬▬▬▬๑♔๑▬▬▬▬●


“Per fermo sei. Nella vagina il brando riponi, e sali il letto mio: dal core d’entrambi ogni sospetto amor bandisca”, lesse Sunggyu ad alta voce. Poi chiuse di colpo il libro del bisnonno e abbassò lo sguardo sull’uomo accoccolato contro il proprio petto. “E quella è praticamente la fine del libro. Buonanotte, Hyunnie”, sussurrò, accarezzando la testa di Woohyun mentre riponeva il libro sul comodino. Stava per sporgersi e spegnere le candele soffiandoci sopra, quando Woohyun lo fermò, inchiodandolo al letto.

“È veramente questo il modo in cui hai intenzione di trascorrere la nostra prima notte?” chiese Woohyun, sovrastandolo. “Mi leggi una storia della buonanotte e poi ci mettiamo semplicemente a dormire?”

Sunggyu sospirò e fece riadagiare Woohyun sul proprio petto. “Cosa ti aspettavi? Ti ho detto che mi piaci e il minuto successivo ci siamo fidanzati e poco dopo ci siamo sposati.” Si interruppe per un po’, e poté sentire Woohyun annuire ad ogni cosa che stava dicendo, i suoi capelli scompigliati gli solleticavano il petto. “È il momento di rallentare un po’ le cose. Non è che siamo in una cavolo di favola o che ne so”, scherzò.

Woohyun si girò in modo da poter guardare Sunggyu negli occhi, con il mento appoggiato sul petto del più grande. Sorrise. “Ma se lo fossimo, io sarei il tuo cavaliere dall’armatura scintillante, vero, hyung-nim?”

“No!” sbottò Sunggyu. “Perché allora io sarei la damigella indifesa. Se mai, io sarei il Principe Azzurro e tu un troll”, terminò, arruffando i capelli di Woohyun e trascinando la mano lungo il suo volto imbronciato.

Il Crimsonite allontanò la mano da sé e sorrise nuovamente. “Che ha bisogno di un bacio per diventare un principe?” domandò con un cenno delle sopracciglia.

Sunggyu stiracchiò le propre membra esauste. “Eh, certo, perché no?” concordò, reclutante, fecendo uno sbadiglio a bocca spalancata. Quando aprì di nuovo gli occhi, si ritrovò la faccia di Woohyun sopra la propria. “C-che stai facendo?”

Woohyun si avvicinò e il suo respiro caldo accarezzò la pelle di Sunggyu. “Mi sto prendendo il mio bacio”, rispose con voce bassa. Abbassò un altro po’ la testa e le palpebre di Sunggyu si chiusero, attendendo il bacio che gli era stato promesso. Ma, inaspettatamente, il Crimsonite cambiò velocemente direzione e soffiò sulla candela accanto a loro, facendo piombare l’intera stanza nell’oscurità. “E magari qualcosa di più.”



FINE.

   
 
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