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Autore: milla4    20/07/2015    1 recensioni
L'onore è ciò che fa di un essere umano un vero uomo e se viene perduto, si cercherà di riprenderselo. Anche a costo della vita.
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capo chino, braccia tese in avanti, un corpo in movimento: questo era diventata Maela.
 Era da circa un’ora che vagava senza sosta per la piazza. Barcollava, non riusciva a camminare diritto, sembrava una di quelle marionette che tante volte avevo visto nelle feste del mio castello, quando avevo ancora un castello.
Non riuscimmo a vedere interamente il suo volto, solo gli occhi sgranati che avevano assunto un innaturale color giallo.
Non muoveva le labbra, ma riuscii chiaramente a sentire il suono dei suoi denti battere, l’uno contro l’altro. Un rumore orribile e angoscioso.
 -Mia signora…-  bloccai l’Impura appena in tempo, prima che si compisse l’irrimediabile.
 
Mai interrompere una veggente durante una premonizione. Mai. Potrebbe non uscirne viva.
 
Un ricordo… mio nonno in gioventù aveva avuto il mio stesso onore e mi aveva istruito fin dalla  prima infanzia su cosa fare e non fare in un caso come questo.
Istruì me e non mio padre. Purtroppo lo conosceva fin troppo bene.
 
- Shhh, tranquilla… va tutto bene, è così che deve andare-  Neeka era impietrita, attaccata al mio corpo mentre con le mie braccia la stringevo forte a me per impedire ogni sua mossa, forse ero io stesso che avevo bisogno di un sostegno.
 
 
Forte sempre più forte,
 il ritmo di quella corsa insensata aumentò in un attimo.
Si fermò. Improvvisamente alzò la testa e li vidi.  Degli spasmi le modificavano la faccia, ogni piccolo pezzo del colto si era riempito di bozzi che si spostavano sotto pelle, come presi da un irrefrenabile voglia di uscire dal loro ospite.
Era orribile, la candida pelle che fino a poco tempo prima avevo quasi sognato di toccare, ora mi sembrava repellente.
 
Tutto durò meno di un minuto, poi come se nulla fosse Maela riacquistò la sue normali sembianze. Perse i sensi all’istante, ma fortunatamente Neeka riuscì a trattenerla prima che cadesse a terra.
-Autatemi- un ordine perentorio uscì dalle sue labbra, senza controbattere  eseguii.
 
 
La presi tra le mie braccia, mentre l’altra era andata a cercare un luogo sicuro dove poter far riposare la sua padrona –Presto, venite- seguii  il suono di quella voce e mi ritrovai davanti a una piccola casa, al limitare del villaggio.
 
Entrai senza indugio, stranamente sentivo di potermi fidare di quella ragazza.
 
Entrai e vidi un piccolo letto fatto di paglia, dove vi adagiai Maela.
Da una porta che, probabilmente portava sul retro, vidi entrare con tutta fretta Neeka, in mano aveva un secchio riempito d’acqua e degli stracci.
Si sistemò accanto alla veggente, le toccò delicatamente la fronte –Brucia – esclamò, poi prese uno di quei pezzi di tessuto e li immerse nell’acqua, infine li posò sulla fronte dell’altra ragazza. Io intanto mi ero seduto per terra, su una stuoia.
Le guardai, dovevano avere su per giù la stessa età, ma le cose in comune finivano lì. Una era un essere puro, piena di virtù, la cui vita era votata a servire il proprio popolo, l’altra aveva un passato non proprio onorevole e ora stava scontando la punizione, anche se non sua.
Perché è sempre stato così, perché le colpe dei padri ricadranno sempre sui figli.
 
Maela si agitò leggermente –Sta molto meglio, ora deve solo riposare- Neeka si era alzata e si era seduta accanto a me –Rimani con lei, io vado a prendere qualcosa dal nostro carro… sperando che ci sia ancora-  era cosa nota che i briganti erano dilagati ormai in tutta la regione, soprattutto dopo che  molti villaggi si erano svuotati dei loro abitanti.
Ella annuì, aveva ancora con sé la spada che le avevo procurato nel bosco e la prese mostrandomela.
Sicuro di lasciare la veggente in buone mani, mi addentrai nuovamente tra le vie di quel luogo che, sempre più, mi dava l’idea di esser  maledetto.
Raggiunsi in poco tempo Tora che, sempre vigile, aspettava con trepidazione il mio ritorno. Lo accarezzai, poi presi una carota tra le provviste e lo elogiai per la sua fedeltà.
 
Due coperte, un po’ di pane e formaggio… questo era il massimo che riuscii a trasportare nella nostra casa sicura. Neeka aveva acceso il fuoco e proprio mentre rientravo, stava spiumando una grassa gallina che probabilmente aveva trovato lì in giro.
Maela gemeva e si dimenava, ogni tanto riprendeva conoscenza, ma solo per pochi istanti.
Preparata la carne per la cottura, mi sedetti accanto alla coraggiosa serva.
Fu lei la prima a parlare –Cos’è successo?- - La veggente ha avuto una premonizione- risposi in modo semplice.
 Lei mi fissò sorpresa, reazione che io non capii –Da quello che ho capito, per voi è una persona importante… e allora come mai la trattate come se fosse una…una come me- disse titubante
 -Come?- rimasi di stucco: qualcosa in quelle parole mi rimase oscuro –Non le date del voi, addirittura le chiamate per nome… - cercò di spiegare lei - Beh, perché quello è il suo compito, è nata per questo… per servire il suo popolo- ero in imbarazzo, quella era una storia insita in ognuno di noi da sempre, era difficile da spiegare qualcosa di così profondamente ovvio…
 - Tu non conosci la Grande Storia?- le chiesi stupito –Signore, io non sono di queste parti la mia terra è lontana  e…- vedevo che la mia reazione l’aveva fatta sentire in difficoltà, come se le avessi dato della stupida –Ehi, ehi calmati… Vuoi che te ne parli?- Un lieve sorriso mi incitò ad andare avanti.
-In tempi assai remoti, dove gli uomini vivevano ancora uniti in un unico popolo, un giovane uomo forte per le sue doti nel comando e una giovane donna, dai poteri della preveggenza, si unirono per dare vita alla stirpe che avrebbe portato la salvezza nella loro gente.
Così nacque la prima veggente. 
Il suo nome fu Maela e al momento opportuno, passò la sua identità e i suoi poteri a colei che ne avrebbe preso il posto, acquisendo di rimando l’appellativo di Madre. Solo una Madre sa quando la nuova veggente sarà attivata. Una volta svolto il suo compito dovrà congiungersi al nuovo re, eletto tra i meritevoli della sua gente, per dare così continuo la stirpe salvifica-
 
Abbassai la voce, la seconda parte della storia era quasi un tabù – In realtà, circa trecento anni fa una delle Madri più potenti predisse che in un momento di grande pace, una veggente darà alla luce un figlio maschio, unione perfetta di caos e morte- smisi di parlare, negli occhi della mia ascoltatrice vidi una vivida curiosità, non ancora assopita –Quindi in tutto questo non è mai nato un veggente…maschio?- -Esatto ed è meglio che continui così-
Mi aspettai un’altra sua domanda, ma non successe nulla, notai invece il volto rabbuiarsi –cos’ hai?- -N- ulla signore, è solo che mi sono per la prima volta resa conto che non vorrei mai essere una “Maela”- - Come mai?- ero sinceramente stupito, molte ragazze avrebbero dato la vita per quell’onore –Insomma….venire sfruttata da tutti, costretta a generare un figlio a cui donare la propria identità, non poter avere una  vita…-  dal suo tono di voce capii subito cosa intendesse dire e, non saprei dire il perché, mi fece male –Ma tu che ne vuoi sapere, stupida Impura? La sua vita sarà anche dura, ma almeno ha uno scopo nobile- sbottai irritato. Nessuno mi avrebbe dato dello sfruttatore, nemmeno una servetta.
 
Rossa come la rabbia
 
-Mi scusi, signore non avrei voluto offenderla… Ora vado a controllare la mia signora-  disse questo alzandosi e facendo una piccola riverenza poi, non attendendo un mia risposta, se ne andò.
 
Solo. Ero solo lì davanti al fuoco –cosa ne sa quella di come va il nostro mondo? Non sarà perfetto, ma è quello che abbiamo- ero ancora irritato per la piccola discussione di prima, anche se mille dubbi si stavano insinuando nella mia mente; in fondo quello che Neeka aveva detto era la verità: la veggente non avrà mai una vita piena né possibilità di protesta e noi ce ne stiamo approfittando da molto tempo ormai.
 
Rimasi a contemplare la bellezza delle fiamme a lungo, il sole pian piano si allontanò dal cielo lasciandoci solo la luce artificiale per illuminare la stanza.
Mi alzai e con lentezza presi le coperte per la notte: avrei dormito accanto alla debole Maela.
- Signore, signore è sveglia- Neeka arrivò urlando, nel suo voltò l’incredulità era palese. Abbandonai gli oggetti che possedevo e accorsi al suo capezzale  .
 
Era stremata, piccole gocce di sudore le imperlavano la faccia, era allo stremo delle forze, ma era viva.
-Non ha voluto che la toccassi quindi, non sono riuscitaa cambiarla- le parole della serva risuonarono ricche di angoscia.
-Ben…-
-Trenta colori ognuno dei cuori toccherà, trenta colori ognuno dei cuori toccherà…. Morla non morta sotto il veleno malvagio, Klata fu risparmiata dal sordido inganno…. Miriana al castello porterà- parole atone, come uscite da una caverna, risuonarono in quella piccola stanza: la profezia era stata emessa. Poi la veggente si addormentò.
 
   
 
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