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Autore: GoldenMoon    23/07/2015    1 recensioni
Camminavo da ore.
Da giorni.
Strinsi nel palmo della mano il ciondolo di Giada che portavo al collo.
Feci scorrere il polpastrello sulla superficie liscia della pietra e mi immobilizzai, spaventata. [...] Sentii come una stilettata nel petto. Avevo promesso a Jane che li avrei salvati.
Che avrei messo fine alla battaglia.
Ma ora non avevo altra scelta che scappare e sperare che nessuno avesse scoperto dov'ero diretta.
Dovevo elaborare un piano, e in fretta.
Non c'era più tempo.
Genere: Avventura, Fantasy, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo due

 
The stone




Pioveva. 
Pioveva da così tanto tempo che quando vidi un raggio di sole passare attraverso le immense nuvole grigie credetti di avere le traveggole.
Eppure il temporale stava cessando, lentamente.
 
Presi la felpa mi diressi verso la porta. Amavo passeggiare nel bosco, soprattutto dopo la pioggia...e mi sembrava passata un'eternità dall'ultima volta in cui c'ero stata.
Attraversai la strada correndo cercando di non scivolare sull'asfalto ancora bagnato, e mi fermai solo quando raggiunsi l'entrata del bosco.
Accanto alla strada la vegetazione non era molto fitta, ma c'erano degli alberi e alcuni cespugli che sembravano formare di proposito i sentieri che conducevano nel folto del bosco. 
Indossai la mia felpa blu e feci qualche passo in avanti, sentendo il terriccio morbido e cosparso di aghi di pino sotto le scarpe di tela.
 
Respirai a fondo, riempiendo i polmoni di aria fresca e pura, e godendomi il profumo dell'erba, della pioggia e dei pini. Cominciai a camminare lentamente, poi sempre più in fretta. Mi piaceva stare da sola quando andavo lì, stare immersa nel silenzio rotto soltanto dal gracchiare dei corvi neri appollaiati sui rami più alti degli alberi.
 
Tutto quello di cui avevo bisogno erano la pace, il silenzio e la sensazione di libertà, ed erano tutte cose che provavo automaticamente quando camminavo in mezzo ai tronchi degli alberi di montagna.
Dopo qualche minuto mi fermai, perché avevo raggiunto il mio posto preferito, il mio piccolo rifugio segreto. 
 
In un punto al centro del bosco c'erano due alberi così vicini da avere i rami quasi intrecciati là dove si toccavano, e accanto a questi c'era un cespuglio enorme, pieno di bacche color viola scuro. Davanti ad esso un tronco era stato tagliato da tempo, formando quello che io utilizzavo come "sedia" improvvisata. Così da una parte avevo i due alberi a nascondermi dalla visuale, mentre dietro la schiena c'era il cespuglio a cui potevo appoggiarmi e che recentemente, avevo scoperto, era diventato la tana di una piccola lepre. 
 
A volte andavo lì per leggere o disegnare, o più semplicemente per ascoltare il rumore del vento tra le foglie che si confondeva con il canto degli uccelli. Era il mio piccolo rifugio, e quel bosco era così poco frequentato che capitava di rado che vedessi qualcuno aggirarsi tra gli arbusti. 
 
Per questo rimasi sorpresa quando vidi una collana adagiata sul tronco su cui mi sedevo.
Mi guardai intorno senza però vedere nessuno. Magari qualcuno l'aveva dimenticata...
Mi avvicinai e la guardai attentamente. Il cordoncino era nero e semplice, spesso e resistente. Da esso pendeva un ciondolo con una pietra di giada incastonata in una sottile cornice d'argento. 
 
Era una piccola meraviglia.
 
Chi poteva aver dimenticato lì una cosa simile?
La presi tra le mani. Era fredda, eppure né il cordoncino né il ciondolo erano bagnati o avevano addosso delle gocce d'acqua. Non erano passati più di dieci minuti da quando era cessato il temporale, quindi qualcuno l'aveva lasciata li poco prima che arrivassi io.
 
Aggrottai la fronte, confusa. Mi rigirai la piccola pietra tra le mani per osservarla meglio, e per poco non mi prese un colpo.
Sul retro, incisa sulla superficie liscia, c'era un'iniziale scritta in corsivo. Era elegante e semplice, ed altrettanto inequivocabile.
Una C.
Io mi chiamo Cornelia.
  
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