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Autore: Erin    23/07/2015    9 recensioni
"Cosa volevo ottenere? Me l'ero chiesto spesso, ma la verità era che non volevo altro che guardarlo, come una cosa bella da cui non riesci a distogliere l'attenzione. Prima evitavo accuratamente di osservarlo quando ero con Harry e Ron, adesso, seppur con riguardo, lo facevo in ogni momento che mi era possibile. Mi piaceva? Non lo sapevo nemmeno io. Ero al sesto anno inoltrato e molte cose che erano accadute nel passato mi dissuadevano sicuramente dall'interessarmi a lui in quel senso. Eppure i miei occhi sfuggivano ai ragionamenti e ai pensieri, continuando a seguirlo."
Genere: Erotico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger | Coppie: Draco/Hermione
Note: Lime, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da VI libro alternativo
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Undicesimo Capitolo


« Mezzosangue? »

Il mio labbro inferiore scivolò giù di qualche centimetro, così rimasi con la bocca aperta come un'imbecille a fissarlo. Avevo delle infradito verde mela con delle margherite gialle, un abito arancione a bretelline e uno zaino di pelle marrone. I capelli attorcigliati sulla testa e fermati da una matita non erano definibili propriamente sexy e la mia faccia mostrava ampiamente i segni delle ore di aereo e di automobile che mi avevano vista sommersa dai bagagli.

Mi ricucii la bocca, facendo un mezzo passo indietro. Draco chiuse il suo libro, lo poggiò sulla sdraio e mi venne incontro. Sembrava scolpito nel marmo bianco, come le statue rinascimentali italiane.

Non lo avevo mai visto così nudo. Il costume nero era al limite del suo basso ventre e rimasi per un attimo stordita dal segno degli addominali che scivolavano sotto il tessuto. Arrossii, anche se il mese prima eravamo diventati piuttosto intimi in quel senso.

Mi raggiunse con qualche ampio passo; teneva la fronte contratta e si guardò attorno un paio di volte. Mi afferrò per un braccio e mi spinse dietro un muro di piastrelle che nascondeva alcune docce in comune. Feci per parlare, ma non ebbi il tempo di dischiudere le labbra che fui come risucchiata via; non capii subito cosa era accaduto ma quando vidi la camera in cui mi trovato e focalizzai la sensazione provata, mi ricordai che si trattava di smaterializzazione.

Quell'anno Silente aveva interrotto il divieto all'interno di Hogwarts e aveva invitato un impiegato del Ministero per spiegarci la tecnica in questione. Chi si considerava pronto, aveva quindi fatto un esame qualche giorno prima che finissero i corsi scolastici. Ma, cosa che mi lasciava perplessa, era che non eravamo autorizzati ad usare la magia fuori Hogwarts prima dei diciassette anni.

« Ma che- »

« Mezzosangue, che cazzo ci fai qui?! » sbottò Draco che nella fretta di portami via era perfino rimasto scalzo.

« Sono in vacanza, idiota! » esclamai innervosita. Una parte di me non si aspettava un'accoglienza del genere dopo un mese che non lo vedevo.

« Vorresti dirmi che è una coincidenza? » fece lui.

« Pensi che io ti stia pedinando?! »

Lui sembrò pensarci, poi scosse la testa.

« Dove mi hai portato? » ribattei frustata, guardandomi intorno. Era una camera stupenda, richiamava lo stile di tutto lo chalet: soffitto in travi di legno, tende di lino bianche, balcone con gerani colorati, armadio e scrittorio, letto matrimoniale alla francese con delle lenzuola perfettamente sistemate.

« Nella mia camera, mi pare ovvio. Vuoi che ti veda mio padre? »

Tornai a guardarlo, la faccia mi era sbiancata. « C'è la tua famiglia? »

« Sì. »

« C'è anche la mia... »

« Cazzo! »

Draco si passò le mani tra i capelli e prese a camminare avanti e dietro per qualche metro, tenendo la mascella contratta.

« Quante probabilità c'erano, so-tutto-io? »

« Nessuna » borbottai, fermandomi a riflettere sui continui e fastidiosi appellativi che mi dava.

Sapevo perfettamente che non c'era da rallegrarsi di quella situazione. Sapevo benissimo che essere lì con le rispettive famiglie non aiutava nessuno dei due, che avrebbe anzi rovinato la permanenza ad entrambi in un continuo nascondersi, facendo in modo che la sua famiglia non mi incontrasse – perché poi, in fondo, i miei non avevano la più pallida idea di chi fossero i Malfoy né, presumevo, i Malfoy sapessero esattamente la faccia dei miei genitori. Ad ogni modo, nonostante la situazione fosse a dire poco infausta, mi assalì una sensazione di sconforto alla vista di Draco infastidito e disperato all'idea che io fossi lì.

« Granger, tu devi cambiare albergo » dissi ad un certo punto, perentorio.

Spalancai la bocca. « Lo cambi tu albergo. Dove vuoi che vada? E cosa dico ai miei? Ma ai Malfoy non fanno schifo i Babbani? Cosa ci fate qui? »

Draco si passò nuovamente le mani tra i capelli. Le ciocche ricaddero sulla tempia destra, sfiorando le sopracciglia chiare. La sua bocca era così bella che mi persi a osservarla e la rabbia sfumò.

« Mia madre adora l'Italia, la stiamo girando da un po'. Eravamo al sud la settimana scorsa » mi disse pensieroso, riprendendo a camminare lentamente. Si diresse alla finestra, tirò le tende e l'ambiente divenne accogliente e ovattato; il sole stava tramontando nella valle.

« Hai usato un incantesimo, ora Silente-»

« Ho diciassette anni, posso farlo. »

Mi sorpresi. « Quando? »

« Quando cosa? » mi fece eco lui, appoggiandosi al muro dietro le sue spalle.

« Li hai compiuti. »

« Il 5 Giugno. »

« E perché non me l'hai detto? »

Lui alzò le sopracciglia. « Non m'importa nulla dei compleanni. »

« Io però... Io sì. Volevo farti gli auguri e darti un regalo » dissi con voce appena udibile.

Distolsi lo sguardo e mi ricordai ancora una volta com'ero vestita. Tolsi la matita dal cespuglio di capelli che avevo e questi mi ricaddero sulle spalle. Mi intravidi nello specchio dello scrittoio.

« Devo farmi una doccia. Vado via » dissi imboccando la direzione della porta.

« Sei bellissima così. »

Mi voltai a guardarlo. Si staccò dal muro e venne verso di me. Le spalle ampie e muscolose, le braccia toniche, le mani ampie e virili, le vene e i nervi che le delineavano, il torace scolpito, i fianchi stretti e il sedere di marmo, le gambe lunghe e atletiche; perfino i piedi erano bellissimi per essere quelli di un uomo. Perché non riuscivo ad andare via? Perché mi attraeva come una calamita?

« Draco... » mormorai quando poggiò la sua mano sulla mia guancia.

« Sono felice di vederti. »

« Non mi sembrava » gli dissi con voce flebile.

« E' la cosa più bella che mi sia capitata quest'estate » insistette lui.

Sorrisi, ma senza guardarlo. Chiusi gli occhi e mi appoggiai alla sua mano. Lui mi sorrise di rimando, poi poggiò la fronte contro la mia. « Sono solo preoccupato. Perdonami » mi sussurrò.

Il suo pollice mi carezzò lo zigomo e le sue labbra scesero a baciarmi il naso, l'angolo della bocca e poi le labbra. Mi afferrò il viso tra le mani e mi baciò lentamente ma avido, come assaporando la cosa più buona del mondo. Le sue labbra avvolsero le mie, ci giocarono; la sua lingua carezzò la mia. Il seno premeva contro i suoi addominali alti e avvertivo il suo corpo quasi vibrare; le sue dita scesero sotto il mio abito, fino all'orlo e lo afferrarono, tirandolo su per togliermelo. Ci separammo dai baci solo per quell'attimo, poi le nostre labbra si unirono di nuovo.

Con un gesto fluido mi slacciò il reggiseno e poi mi tolse le mutandine, che scivolarono ai miei piedi e rimasero sul pavimento.

Non mi aveva mai vista così nuda. Arrossii e distolsi appena lo sguardo; le sue dita portarono il mio mento di nuovo davanti al suo. Mi baciò ancora: la bocca, il collo, le spalle, il seno. Le sue mani scivolano sulla mia pancia, sul mio sedere, ai lati delle mie gambe. Le mie mani andarono invece a privarlo dell'unico indumento che aveva ancora indosso e in breve tempo fummo entrambi nudi.

« Volevi fare una doccia? » mi sussurrò all'orecchio e prima che potessi realizzare, mi mise un braccio dietro le ginocchia e mi sollevò a sé. Mi portò oltre una piccola porta: il bagno era piastrellato di bianco e azzurro, abbastanza ampio e luminoso. La doccia era una di quelle cabine grandi con un soffione di una trentina di centimetri di diametro.

Mi poggiò con i piedi sul piatto di ceramica, chiuse la porta scorrevole di vetro e aprì l'acqua. Emisi un piccolo gemito per via del getto freddo che mi arrivò sulle gambe e quello mi riportò per un attimo alla realtà.

« A-aspetta. Che stiamo facendo? Ma... i tuoi? Cioè, oddio, Draco se ci scoprono siamo morti » dissi guardandomi intorno.

« I miei alloggiano in un'altra stanza, mi pare ovvio. Hermione, fa' un po' di silenzio » mi disse sorridendo e mi zittì con la sua bocca.

I suoi palmi scivolarono sulla mia schiena fino a fermarsi sui miei fianchi. L'acqua divenne tiepida e bagnò i nostri capelli e i nostri corpi. Dischiusi la bocca per prendere fiato e delle gocce mi caddero sulle labbra, scivolando sul mento e sulle clavicole; gli occhi di Draco erano socchiusi, chiari come schegge di vetro soffiato. Prese del bagnoschiuma profumato alla vaniglia e lo spremette sopra il mio seno; le sue mani m'insaponarono e mi toccarono ovunque. Credetti più volte di svenire per quello che stavo provando. Passai anch'io le mie dita schiumose sulla pelle di Draco, sulle spalle, sugli addominali duri come una graticola, infine sull'inguine; i miei polpastrelli scivolarono sul suo membro e la mia mano lo circondò. Lui gemette roco tra le mie labbra e fu una sensazione strana: mentre lo toccavo sentivo che il suo corpo si protendeva verso di me quasi come se lo avessi sotto la mia malia, allo stesso modo di come lui faceva sentire me.

« Maledetta Mezzosangue, non ho portato i preservativi con me » mi sussurrò, mordendomi la spalla.

Chiusi gli occhi sotto i baci e morsi che mi stava lasciando su tutta la pelle. L'idea che non li avesse con sé era una cosa estremamente importante: semplicemente non gli servivano se non c'ero io. Mi rispettava fino a quel punto? Non mi avrebbe mai tradito? Ma quindi... eravamo fidanzati?

Quello che in quel momento riuscivo a pensare, però, era solo che volevo sentirlo di nuovo dentro di me.

« Conosco... un incantesimo » mormorai tra un gemito e l'altro.

Draco si scostò, guardandomi per un attimo negli occhi. « E come lo conosci? » mi disse, serio.

Sorrisi. « Niente di quello che immagini. Sono solo una maledetta so-tutto-io, no? L'ho letto in un libro. »

« Che genere di libro? » fece con aria incuriosita.

Arrossii. « Be', ecco... » mi schiarii la voce. « Incantesimi Erotici Medievali » confessai.

Draco spalancò le palpebre e poi scoppiò a ridere. « Hai letto una cosa del genere? »

Arrossii ancora di più. « Sì, cioè, per cultura generale » mi difesi.

Lui rise ancora. Allora uscii dalla doccia e mi diressi al mio zaino per prendere la bacchetta. Lui mi seguì, gocciolando sul parquet. Puntai la bacchetta contro il suo membro. Lui ci mise le mani sopra.

« No Mezzosangue, aspetta. E' un atto di fiducia troppo grande » si lamentò, facendo un passo indietro.

« Ehi! Tralasciando che sai che sono la migliore strega della mia età... stai dicendo che non ti fidi di me? » feci, visibilmente offesa.

« Non molto a dire il vero. »

« Cosa?! » avanzai, con la bacchetta puntata sempre verso il suo pene.

« No, aspetta, scendo a comprarli in paese. Abbassa quella cosa » fece, arretrando ancora.

« Questa cosa che non ti fidi di me è terribile! »

« Mezzosangue, io non mi fido di nessuno che punti una bacchetta al mio pene. Nemmeno di me stesso » chiarì serio.

Poi con un balzo si avventò su di me e mi afferrò il polso, costringendomi a far cadere la bacchetta al suolo. Mi sollevò e caricò sulla spalla destra come un sacco, nonostante mi lamentassi e dimenassi. Mi zittì un paio di volte, dicendo che potevano sentirmi. Mi lasciò cadere sul materasso ridendo e risi insieme a lui.

In quel momento i miei occhi caddero sul piccolo orologio in ottone poggiato sul comodino accanto al letto. Mi accorsi che era passata più di mezz'ora da quando avevo lasciato i miei nella hall.

« Oddio! Per Merlino, oddio! I miei mi staranno cercando, devo tornare. »

Mi sporsi a baciarlo, afferrai i miei vestiti e li indossai, schizzando alla porta con ancora i capelli bagnati. Avrei giustificato la cosa dicendo che mi ero fatta un tuffo alla spa.

Draco si alzò dal letto, mi porse lo zaino e recuperò per me la bacchetta.

« Ti voglio nella mia stanza alle nove e mezza, non un minuto più tardi » disse, poi mi baciò dolcemente. « Cenate nella sala a destra, porto i miei a mangiare nella sinistra. Forse riusciamo a non farli incontrare. »

Annuii, mi alzai sulle punte per baciarlo ancora e lasciai la stanza. Mi guardai attorno un paio di volte, rendendomi conto di essere al secondo piano. La chiave della mia camera - avevo notato sul banco della reception - recava il numero 12, mentre sulla porta di Draco c'era scritto 23. Mi assicurai di non incontrare i Malfoy, imboccai le scale e scesi. Bussai quindi alla mia porta e trovai i miei con un'aria piuttosto preoccupata in volta.

« Ma dov'eri? Avvertici quando ti allontani! »

« Scusatemi... ero alla spa » mentii, entrando.

La nostra tripla era piuttosto spaziosa rispetto alla singola di Draco, come era ovvio che fosse. Aveva un bellissimo soffitto a travi in legno, il parquet e dei muri bianchi e puliti. Il letto matrimoniale era spazioso, il singolo era accostato sotto la finestra, distante qualche metro. Il bagno era piuttosto grande, c'era un incantevole balcone con un dondolo che affacciava sui giardini dell'hotel; sulla ringhiera c'erano tantissimi gerani variopinti, come da Draco. La camera profumava di pulito e trovai le nostre valigie sistemate in un angolo, accanto ad un armadio di legno.

Lasciai cadere lo zaino ai piedi del mio letto, mi diressi alla valigia e incominciai a tirare fuori le mie cose per distrarmi. Ordinai tutto con pazienza nell'armadio, poi mi asciugai con cura i capelli, facendo una morbida treccia. Mentre aspettavo che i miei fossero pronti per scendere a cena, mi appoggiai sul dondolo del terrazzo ad ammirare il panorama imbrunito della valle tirolese.

Per fortuna non incontrammo i Malfoy; ci sperai con tutta me stessa e ne restai sollevata. Durante la cena sentimmo dei tuoni e i camerieri ci avvertirono che stava per arrivare un temporale estivo. Io li adoravo. I miei fecero subito amicizia con dei signori del posto; rimasero a giocare a carte dopo cena così dissi che me ne sarei salita in stanza a leggere. E mentre salivo circospetta al secondo piano, pregai che la briscola li avesse tenuti impegnati a lungo, molto a lungo.


Il corridoio del secondo piano era vuoto ma diverse voci provenivano da dietro le porte delle stanze. Mentre avanzavo lentamente, cercando di non fare rumore, mi resi conto che se qualcuno mi avesse detto cosa avrei fatto quell'estate lo avrei portato al San Mungo, reparto Psicosi Magica e Annebbiamenti Allucinanti. Non ero più l'Hermione Granger che conoscevo: ero irresponsabile, azzardata, impulsiva e perdutamente innamorata di Draco Malfoy. Insomma, un mix che preoccupava perfino me stessa.

Arrivai davanti alla numero 23 e, prima di bussare con le nocche, mi guardai ancora una volta intorno. Sapevo che dalla porta accanto potevano uscire i Malfoy da un momento all'altro.

Quando Draco aprì, mi fiondai dentro e mi chiusi il battente alle spalle, appoggiandomici contro con la schiena.

La sua espressione si distese e mi sorrise, divertito dalla mia preoccupazione. Aveva una t-shirt verde scuro con collo tondo, un jeans chiaro a sigaretta ed era scalzo. Al polso destro aveva un laccio di pelle nera e al sinistro un paio di bracciali di cuoio. All'indice destro riconobbi un anello a fascia di metallo liscio che gli avevo già visto e uno di osso, nero, al pollice sinistro.

In quel momento scoppiò un fragoroso tuono nel cielo; l'aria si era notevolmente rinfrescata. Il balcone era semi-aperto e la tenda fluttuava lentamente sospinta dalla brezza fredda della notte.

« Ti piacciono i temporali estivi? »

Annuii e mi resi conto in quel momento di aver guardato verso la finestra con aria felice. Draco si diresse a letto, afferrò una coperta piegata e l'aprì, facendomela passare dietro le spalle; mi avvolse la pelle nuda coperta solo da un pantaloncino di jeans e una t-shirt lilla.

Mi sollevò in braccio e mi portò sul letto, avvolta da quella coperta; s'infilò sotto anche lui e mi abbracciò da dietro, baciandomi le spalle e la nuca.

« Non ci eravamo mai separati per un mese da quando... » stavo per dire fidanzati, ma mi trattenni.

« Da quando? » mi incalzò Draco, tenendomi tra le sue braccia.

« Da quando... be', abbiamo cominciato » dissi vaga.

Mi passò le dita tra i capelli, sciogliendomi la treccia e giocando con i miei boccoli.

« Avrei voluto scriverti ma sarebbe stato complicato » fece dopo poco Draco, intuendo i miei pensieri. In fondo sarebbe stato davvero complicato.

Scossi la testa. « Lo so. Lo capisco. »

Ci fu qualche attimo di silenzio in cui restammo a sentire il respiri l'uno dell'altro.

« Draco? »

« Mh? »

La sua voce si soffocò tra i miei capelli. Non potevo vederlo ma guardavo le sue braccia, le sue mani intorno a me e sentivo il suo profumo.

« Noi stiamo insieme? » Ecco, l'avevo detto. Strizzai gli occhi pentendomene un attimo dopo, sperando che non ridesse di me.

Draco mi voltò tra le sue braccia, così potei guardarlo; mi strinse di nuovo a sé, sfiorandomi con le labbra la punta del naso.

« Tu che dici? » sussurrò, prima di baciarmi.

Il cuore prese a battermi improvvisamente, di più di quanto aveva fatto fino a quel momento. Lo stomaco mi si svuotò.

« Io... credevo... »

« Che fossimo amici? Mezzosangue, due come noi non passano da nemici ad amici, ma direttamente da nemici a fidanzati » chiarì molto limpidamente.

« Siamo fidanzati? » soffiai con voce appena udibile.

« Sì Mezzosangue. Ma non eri la strega più brillante della tua età? » disse pungente, poi mi diede un morso sulla punta del naso.

« Ahia! » mi lamentai e gli morsi la guancia.

Draco si liberò della costrizione della coperta proprio mentre fuori i tuoni intensificarono e venne giù un temporale in piena regola. L'aria profumava di terra ed erba bagnata.

Mi sovrastò e i suoi capelli mi sfiorarono le ciglia. Feci scorrere le mie iridi nelle sue, dischiusi le labbra. Le sue braccia tornite scendevano ai lati del mio corpo che sembrava inarcarsi ad un richiamo inconscio verso il suo. Il suo bacino aderì al mio e lo circondai con le mie gambe. Iniziò a muoversi lentamente, in un gioco sinuoso e provocatorio, fissandomi negli occhi.

Gli portai le mani alla base della maglia e la feci scorrere lungo la sua schiena, fino a toglierla e gettarla via. Restò a torso nudo. Mi afferrò per i glutei e mi spinse di più contro di sé; le sue dita scivolarono sotto i lembi del mio pantaloncino strappato e mi strinsero la pelle. Gemetti, priva di controllo alcuno. I suoi palmi carezzarono il mio ventre, fino al mio seno; mi tolse la maglietta e anche il reggiseno. Premetti i miei capezzoli contro il suo torace e lo strinsi a me. Draco mi sollevò e invertì le posizioni così fui sopra di lui; rimase seduto e io mi misi a cavalcioni, intrecciando le mie gambe dietro la sua schiena. Scese con la lingua a leccarmi i capezzoli, gli artigliai la schiena per il piacere.

Ci togliemmo i restanti vestiti e rimanemmo nudi come quel pomeriggio. Quando entrò in me un brivido mi attraversò tutto il corpo, tremai forte e due lacrime mi scesero dagli occhi, scivolando su di lui.

Draco contrasse la fronte e mi baciò gli zigomi umidi. « Ti ho fatto male? » sussurrò.

« No, non è dolore. »

Dapprima fu dolce, lento. Le spinte dentro di me, la passione, i respiri, i gemiti mi inebriarono. Poi fu necessario. Le spinte aumentarono d'intensità, cominciarono i morsi, i baci divennero voraci e le sue mani mi strinsero la gola, i capelli, la vita. Mi sentivo morire.

Mi prese per i fianchi e mi girò sulla pancia; capii che rimase qualche secondo ad ammirarmi da dietro. Poi affondò nuovamente dentro di me; ero riversa e lui sopra di me, aderente al mio corpo; i suoi denti morsero la mia schiena, la sua bocca succhiò ogni lembo della mia pelle. Le sue mani afferrarono i miei polsi e li portarono sopra la mia testa dove me li tenne bloccati. Non potevo concepire potesse esistere un piacere così forte.


Restammo stanchi e abbracciati tra le coperte morbide e profumate del suo letto. La tenda ondeggiava ancora sospinta dal vento e la pioggia aveva smesso da poco di cadere, complice di aver coperto i nostri gemiti.

I polpastrelli di Draco seguivano la linea delle mie curve come a volersela imprimere nella mente. Vedevo i suoi occhi assorti su di me e ripensavo alle sue parole circa il nostro fidanzamento: potevamo davvero esserlo? E in che modo? Con quale futuro?

Continuai a guardarlo dicendo a me stessa che non avrei dovuto pormi quelle domande. Mi accoccolai contro di lui e mi concessi di chiudere gli occhi per qualche istante.

« Vorrei tanto dormire qui con te » dissi.

Draco giocherellava con una ciocca dei miei capelli. « Lo vorrei anch'io. »

Sorrisi. Restai un po' così, stretta tra le sue braccia. Poi controllai l'ora e mi alzai, recuperando le mie cose. Parlammo di come organizzarci per il giorno successivo – orari a cui fare colazione, gite e simili per cercare di non far incontrare le nostre famiglie. Draco mi seguì tutto il tempo con lo sguardo.

Dopo, si affacciò sul piano della sua stanza per controllare che avessi via libera. Mi baciò il palmo della mano e mi lasciò andare; ci guardammo qualche volta mentre io mi allontanavo, sparendo poi oltre la rampa di scale che portava al primo piano.







***



Rieccomi! Avete visto come sono stata rapida? Stavolta voglio fare un piccolo approfondimento. Lo chalet di cui parlo esiste davvero: ci sono stata l'anno scorso con il mio ragazzo e due amici perciò mentre lo descrivevo lo avevo molto chiaro nella mia mente. Il 23 e il 12 sono due numeri che mi ricordano qualcosa di molto bello. Inoltre, martedì ho avuto la fortuna di assistere al meet&greet con Tom Felton e vederlo da vicino (al Giffoni Film Festival). Insomma, una bella botta di fortuna! Lui è fantastico. Avete presente il Draco dei libri? L'opposto. Dolce, umile e disponibilissimo. Un cuore di panna insomma. Fatto sta che vederlo da vicino, sentirlo parlare e sentirgli dire qualche battuta della saga mi ha fatto strano – mi sono ritrovata davanti Draco Malfoy, ho pensato alle mie ff e il collegamento mi è parso quasi assurdo. Il fatto è che il mio Draco è totalmente un'altra cosa. Pensandoci, il mio Draco non è Tom Felton (esteticamente, non del tutto almeno) come non è completamente il Draco dei libri della Rowling. E' un Draco tutto mio e spero anche tutto vostro quando mi leggete. Colgo nuovamente l'occasione per ringraziarvi delle letture, delle recensioni e dei complimenti che mi lasciate. Grazie *-*


Baci,

Erin.

  
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