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Autore: Castiga Akirashi    25/07/2015    3 recensioni
{Rating più alto in alcuni capitoli}
Può una bestia redimersi?
Può smettere di uccidere?
Il Demone Rosso ha seminato distruzione, paura e morte per anni.
Ora è sparita.
È morta? È nell’ombra che aspetta una preda?
Nessuno lo sa…
Aurea Aralia è una studiosa Pokémon conosciuta in tutta Isshu.
Stimata e rispettata, passa il suo tempo a esplorare il mondo dei Pokémon ed a aiutare i giovani allenatori che le vengono affidati.
La sua vita cambierà, quando incontrerà una ragazza.
Ragazza o… Demone?
Genere: Avventura, Fantasy, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, N, Nuovo personaggio
Note: OOC | Avvertimenti: Violenza | Contesto: Videogioco
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{Athena}
 
Buio. Solo buio nella mia mente.
Buio e un’insaziabile sete di sangue.
Buio e rabbia.
Rabbia per aver permesso a quel folle di portarmi via il dono più prezioso che Raphael potesse darmi.
Rabbia perché… mi sono illusa. Ho creduto di poter essere amata, ma una bestia può essere solo odiata.
Chi potrebbe mai amare una bestia?
Giovanni è davanti a me. Mi osserva. Felice.
Il buco nero della sua maledizione non lascia scampo. Ti trascina dentro, sempre, senza possibilità di fuga. È troppo potente...
Mi libero dalle corde, trovando la forza in questa rabbia animale che mi sta lentamente possedendo e gli spacco la testa, lo trafiggo senza pensarci due volte. Lui mi ha rovinato la vita. Una seconda volta.
Mi accanisco su di lui, cerco di sfogare la mia rabbia, ma non serve, non si placa.
Io amo uccidere. Mi piace. Sono una bestia che si è illusa di poter avere una vita normale.
Il mio bambino non c’è più. Lui me l’ha portato via, per sempre.
Il mio ragazzo non mi ama, ora lo so.
Il muscolo della spalla mi fa male, il braccio è stanco.
Così mi fermo.
Voglio ancora uccidere.
Non ho più mio figlio. Non ho più il mio ragazzo.
Ora che ho capito cos’è l’amore, ho perso tutto.
Uccido chiunque mi capiti a tiro, in quel posto. E rimango sola. Con la sola compagnia della mia mente malata e della mia rabbia, verso di me, verso tutti quelli che mi hanno tradita e ingannata; ma c'è anche il dolore. Io amavo Raphael e amavo quel bambino.
Un’accoppiata che mi divora dall’interno, che mi devasta l’anima.
Passa del tempo. Vedo Raphael, Belle, Cheren, il generale e N che mi vengono incontro. Ma io voglio uccidere.
Loro sono un’illusione della mia mente. Sono un’illusione che vuole tormentarmi. Perché dovrebbero venire a cercare un mostro?
Io sono un mostro. Solo un maledetto mostro.
Sono destinata a stare sola. Non sarò mai felice.
Mi avvicino a Raphael, con il pugnale in mano. Combatterò queste illusioni. Non mi piegheranno mai. Non riusciranno ad avere la meglio come è successo in questi tre anni. Ora sono libera.
Lui mi tende la mano, ma gli rompo il polso con un legno. Cade, lo atterro, lo voglio uccidere. Eliminare quell’illusione che alimenta il mio dolore straziante e la mia ira.
Lui mi parla. Chiede scusa. Dice che ha fiducia in me. È un illusione talmente reale che mi confonde.
Il cuore mi dice che lui è reale, che mi sta chiedendo scusa, ma la mente si oppone.
A chi devo credere?
In quegli occhi leggo l’amore, vedo l’affetto e capisco. Lui è reale. Ma non posso fermarmi. Non riesco.
Calo il fendente, preciso, verso di lui. Ma il mio cuore comanda, ora. Riesco a fare la follia che metterà fine a tutto.
L’inizio della fine.
Il pugnale cambia direzione, lo sento penetrarmi nello sterno, sotto la pelle, nel polmone destro.
Sento il dolore percuotermi fin dentro l’anima. Sento il mio corpo cadere, senza forze, e l’urlo di dolore di Raphael. Mi dice di resistere. Mi dice che mi ama.
Voglio dirgli che ora ho davvero capito, che lo amo, ma non riesco a parlare.
Voglio chiedergli scusa per aver permesso a quel folle di portarmi via nostro figlio. Ma non ci riesco.
Sento le forze abbandonarmi e un freddo mi congela perfino le ossa. Fatico a respirare, l’aria non basta nei polmoni. È poca. Troppo poca.
Qualcuno mi solleva, o forse, e la mia anima che sta uscendo dal corpo?
Prima di cadere nel buio più profondo e più nero, vedo una figura bianca davanti a me.
La riconosco senza problemi.
È lui, è venuto a prendermi..
… Pidg…
  
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