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Autore: Fujiko_Matsui97    26/07/2015    8 recensioni
Robin, responsabile uomo d'affari con un grande futuro davanti.
Cyborg, simpatico carabiniere in costante ricerca dell'amore.
BB, inguaribile dongiovanni che ha dedicato tutta la sua vita a progettare moto.
Tre amici d'infanzia che, in occasione del matrimonio di Robin, decidono di festeggiare l'addio al celibato più incredibile della storia nella spettacolare New York.
Peccato che qualcosa va storto e i tre si ritrovano, invece, a Barcellona, senza prenotazioni né possibilità di ritornare a casa.
Sarà l'incontro casuale con tre ragazze molto particolari a sconvolgere il loro soggiorno e il loro cuore, trascinandoli in avventure strabilianti che non verranno dimenticate molto facilmente!
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[RobStar; CyJinx; BBRae]
Genere: Commedia, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Beast Boy, Raven, Robin, Starfire, Un po' tutti
Note: AU, What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate, Triangolo
Capitoli:
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L'aveva osservata divertito alzarsi fluida dalla sedia, quasi trascinare di peso il cameriere dietro l'esotico tendaggio per far sì che le fornisse un completo con cui esibirsi.

In realtà Beastboy non aveva previsto una reazione così drastica da parte della ragazza, anche se aveva cercato di non darlo a vedere per non darle ancora la soddisfazione di averlo stupito: si sarebbe aspettato un'ennesima battuta sarcastica, oppure che gli avesse lanciato il drink in faccia, mal che fosse andata.

Appoggiò svogliatamente un gomito sul tavolo, poggiando la guancia destra sul palmo per sorreggersi, perso nei suoi pensieri: si chiedeva se nei suoi occhi blu vi era davvero tutto quell'odio che sembrava esserci, oppure era solo una copertura per non farlo entrare nella sua mente?

Aggrottò la fronte, scosso, mentre iniziava a giocherellare col suo bicchiere semivuoto, il liquido giallastro che bagnava piano la superficie in vetro: e adesso perchè si metteva a riflettere su quelle questioni così filosofiche?

Per quanto interessante e particolare potesse essere quella ragazza, per Beastboy quella era solo un'avventura che sarebbe rimasta nell'area privata di Barcellona... niente che coinvolgesse il suo quotidiano, solo un viaggetto di svago dopo il quale si sarebbe sentito rigenerato.

Sorrise sornione pensando alla divertente reazione di Raven quando si era sentita punta sul vivo, trasformando con faciltà quella provocazione in una sfida coi controfiocchi. Sperava di colpirlo, evidentemente, ma Beastboy aveva visto nei locali fior di ballerine e di certo, per quanto la mora fosse avvenente, nulla poteva... sorprenderlo più...

Sollevò lo sguardo quando il sentore di una musica dal ritmo arabo arrivò alle sue orecchie, e in un istante il cuore sembrò fermarsi nel petto: Raven era lì, le dita sottili che mantenevano aperta la tenda, le iridi basse come in cerca di qualcosa che nessuno, lì fra il pubblico, poteva darle... alzò il capo, il blu che si mescolava nello smeraldo degli occhi del ragazzo, e fu fuoco, e fiamme.

 

[Musica ballata da Rae... dopo quest'ennesima canzone penso abbiate capito che amo le cover XDD https://www.youtube.com/watch?v=D1LG9bSNNZU]

 

Avanzò ancheggiando piano verso il centro del locale, liberato dai tavoli per far spazio alle ballerine, non distogliendo l'attenzione da lui e dalle sue reazioni mentre la musica diventava più forte, e le altre si posizionavano vicine, lasciandole il posto centrale.

Allungò le braccia di lato, morbidamente e, i bracciali che tintinnavano preziosi, lo stomaco piatto e scoperto iniziò a contrarsi. Beastboy osservò la fascia nera che copriva il seno e lasciava scoperte le spalle, avvolgendo aderente le braccia che ora si dimenavano per seguire lo scomodo ritmo; sospirò quasi dolorosamente nel seguire il movimento rotatorio del busto, la gonna ampia e ornata di pietre preziose che volteggiava per la sala, le caviglie nude e danzanti coperte di gioielli.

Strinse il pugno, istintivamente, quando nel girarsi gli nascose un sorrisetto soddisfatto, facendolo assottigliare lo sguardo con rabbia.

Maledetta...

Lo stava sfidando ancora, come spingendolo ad implorarla di giungere al suo tavolo, di piegarsi su di lui e lambire le sue labbra con passione, la stessa con cui aveva corrisposto i suoi baci languidi quella notte in spiaggia. Beastboy si sporse più avanti col busto istintivamente, osservando rapito il profilo aristocratico e il bel nasino all'insu, le palpebre truccate di nero semichiuse, quasi romantiche, conseguenza del suo concentrarsi sui passi: si ritrovò a sorridere intenerito solo per un istante, sgranando appena gli occhi quando la vide dirigersi verso i clienti, come se gli avesse letto nella mente.

Le ballerine la seguivano in sincrono mentre i capelli lisci giocavano sulla sua nuca, accompagnando ogni suo volteggiare, l'aspetto sicuro di sé e delle proprie capacità: la coreografia fu continuata fra il pubblico adorante, e ad uno ad uno le ragazze sorridevano cordiali, coinvolgendo i clienti ed invitandoli, suadenti, a ballare assieme a loro.

Beastboy non si vergognò, neanche in seguito, ad ammettere che quella notte stellata aveva occhi solo per Raven: la sua pelle olivastra sembrava catturare ogni più piccolo raggio di luna, i suoi occhi profondi davano al ragazzo l'impressione di poter annegare in tutto quel blu, trovarsi senza respiro e ad un passo dalla morte solo per essere salvato da lei e dal suo sorriso.

La mora passava fra i tavoli continuando a specchiare quelle perle scure nei suoi occhi, l'aumento di ritmo e il tintinnìo dei pendenti che avvolgevano la vita della ragazza sembravano rimbombare nei suoi timpani, dietro di lei un uomo si sollevò in piedi con un sorriso carico di aspettativa nel poter danzare con lei e non riuscì più a trattenersi.

L'uomo sollevò un sopracciglio, brillo, sentendo una presa ferrea sul polso, bloccandogli le dita che stavano per toccare la spalla della mora, richiamando la sua attenzione:

-Chiedo scusa...- sollevò il capo, intontito, fino ad incontrare il volto di uno strano ragazzo dalla pelle verde: la danzatrice mora si era girata interrogativa e, dinanzi a quella scena, aveva dischiuso le labbra stupita; fece per aprire bocca, interrogativo, ma un sorriso pacato del giovane spazzò via ogni sua intenzione di protestare.

-... ma l'ho vista prima io.-

Raven sgranò gli occhi, il cuore che prendeva a battere velocemente e, prima ancora che potesse anche solo realizzare l'accaduto, le sue dita furono prese da quelle forti di Beastboy, in una giravolta veloce quanto il vento sentì la sua schiena essere protetta dalla sua presa possessiva: sollevò lo sguardo, senza fiato, incontrando le sue iridi serie, il sorriso scomparso dal suo volto. Le dita mantenevano il suo corpo contro il suo, i toraci che aderivano l'un l'altro, il respiro profumato sulla pelle, la sua agitazione: -Cosa..?-

Beastboy le sorrise di nuovo, spalancando il suo mondo, dinanzi a quell'insicurezza nel timbro di voce: -Ok, ammetto che sei decente a ballare...- lei alzò gli occhi al cielo, sarcastica e quasi divertita nel ricordare la stessa frase che gli aveva detto quando l'aveva rivisto a quel ballo, prima che lui scendesse col viso fino al suo orecchio, aiutandosi con le dita per scoprirlo leggermente dalle ciocche scure, sistemandogliele dietro di esso.

-... anzi, lo sei fin troppo. Hai attirato l'attenzione di tutti qui dentro, e la cosa mi dà parecchio fastidio.- ammise in un sussurro, il suo fiato bollente che si infranse sulla sua pelle, provocandole innumerevoli brividi lungo la spina dorsale mentre il ragazzo, allontanatosi di nuovo da lei, strinse gli occhi fino a ridurli a due fessure quando notò gli sguardi carichi di desiderio degli altri clienti, percorrenti la figura di Raven in ogni sua sfaccettatura.

-Tu sei pazzo.- lo insultò, rossa in volto e a labbra serrate, facendolo ridacchiare:

-Forse. Ma almeno io, a differenza di queste mummie ingessate, so fare da cavaliere ad un ballo...- le prese le dita fra le sue, portandosele alle labbra e baciandole piano. Quando dinanzi a quel gesto il rossore di lei aumentò le sorrise sornione, le palpebre che si aprivano con lentezza sul suo viso.

-... e mi sembra di avertelo già dimostrato quando ci siamo rivisti al Ballo di Primavera, dico bene?-

-Tu dici? Non mi sembra di ricordarlo...- gli rispose lei, sorridendogli con aria di sfida, e un lampo nelle sue iridi verdi le comunicò che aveva accolto quest'ultima alla grande:

-Lascia che ti rinfreschi la memoria, allora...-

Non riuscì a protestare, trovandosi improvvisamente lontana da lui, le dita intrecciate l'unica cosa che li manteneva assieme quella notte; la fece girare velocemente, facendola sospirare quando il suo busto aderì al petto muscoloso, l'altra mano che scendeva ad avvolgerle la vita mentre la sollevava da terra con delicatezza, la gonna volteggiante in un altro giro sulla ruota panoramica.

Raven ebbe molta difficoltà ad ammettere che il panorama in questione, quella volta, non erano le stoffe pregiate tutt'attorno a lei, né i clienti che entusiasti scendevano a ballare o applaudivano concitati, e neppure lo sguardo sorpreso di Aamir e degli altri gestori del locale. L'unico punto fermo in tutto quel movimento, in quel tornado di emozioni, erano le iridi smeraldo di Beastboy fisse su di lei, le pagliuzze dorate che giocavano attorno alla sua pupilla mentre lei girava come su un'eterna giostra.

Sorrise suadente, assecondando le sue prese e le sue azioni, riprendendo la coreografia e passandogli le dita sulle braccia in parte coperte dalla maglietta scura, non osando distogliere lo sguardo: se lui poteva farlo, anche lei poteva. In un respiro strozzato si ritrovò, il bacino che ancora ondeggiava nella danza araba, a poggiare la nuca sulla sua spalla, le mani che salivano ad avvolgerle il mento, le sue labbra sulla sua guancia, languide mentre il ragazzo abbassava il capo per lambirle anche il collo, provocandole scosse elettriche lungo l'intero corpo.

Raven abbandonò il capo all'indietro, socchiudendo gli occhi dinanzi a quei tremiti, le dita della mano libera dalla sua che salivano ad accarezzargli il volto e i capelli verdi, facendolo ridacchiare e muovere il capo verso la sua mano come un cucciolo che va incontro ai movimenti del padrone, bisognoso di affetto.

Ebbe appena il tempo di avvertire la pelle calda sotto le sue dita che fu di nuovo rigirata verso di lui, pronta a ricominciare a ballare: la pausa musicale era finita, e il ritmo riprendeva incalzante e rimbombava nelle loro menti con quei suoni così particolari che sembravano quasi offuscare la voce del cantante del locale.

Come la coda arcobaleno di un pavone la gonna viola di Raven avvolgeva lo spazio in cui si muoveva, i piedi nudi ornati da cavigliere che risplendevano al centro della sala, la testa che avvertiva così leggera... talmente tanto che si chiese se quel drink alla menta non stesse già avendo effetto. Il violino suonò un'ultima volta mentre l'intera sala finiva di compiere i passi finali, le risate dei clienti non erano più udibili e Raven, il cuore che batteva all'impazzata, fu allontanata un'ultima volta da Beastboy, le dita che si staccavano e arrivavano solo a sfiorarsi... prima di sentire di nuovo la presa ferrea di lui, che mai l'avrebbe lasciata andare, afferrarla e tirarla a sé, i loro nasi che si toccavano.

Il silenzio durò pochi secondi, intervallato solo dal respiro affannoso dei due ragazzi, i loro sguardi seri fissi l'uno sull'altra, le iridi di Beastboy fisse sui suoi tratti, un sospiro sulle labbra morbide e dischiuse di Raven. Quest'ultima lo vide a stento socchiudere gli occhi e poggiare la fronte sulla sua con delicatezza quando, facendola saltare quasi dalla sorpresa, un forte scroscio di applausi interruppe quel momento raro, facendo loro sgranare gli occhi e staccare appena, girandosi verso il pubblico: i clienti fischiavano entusiasti e gridavano complimenti, persino l'uomo fermato poco prima da Beastboy... persino Aamir che, scuotendo divertito la testa, approfittò della confusione per fare l'occhiolino alla mora, aumentando la mole di applausi.

Raven invece di arrossire semplicemente sbuffò in un sorriso, voltandosi verso Beastboy per trovarlo, sorridente, che ancora la manteneva, come un prezioso tesoro, fra le dita.

Lo osservò divertita ridacchiare appena in una risata stanca, mentre non accennava a separarsi da lei e, per la prima volta, gli strinse le dita ancora di più, sentendosi veramente di ricambiare quel sorriso radioso.

 

 

 

 

 

-Secondo me l'assassino è l'insegnante.-

Cyborg sbattè le palpebre un paio di volte, mettendo a fuoco nuovamente la pellicola le cui immagini scorrevano davanti a lui: la voce di Jinx era arrivata immediata al suo cervello, facendolo voltare leggermente verso di lei.

Il suo numero di quella sera era stato meraviglioso come la prima volta che la vide e, dopo che lei gli permise di aspettare che si cambiasse nel camerino, era uscita con lo stesso vestito estivo di quando era andato a trovarla e cercarla la mattina, un sorrisone sul volto. Voleva andare al cinema a vedere un film horror, e l'uomo, felice di poterle stare accanto, non aveva mostrato alcuna resistenza: alla fine avevano optato per una pellicola thriller data la mancanza di altro che non fossero commedie e la ragazza, concentrata, si cacciava fra le labbra un popcorn dopo l'altro, i piedi nudi poggiati con nonchalance contro il sedile della poltroncina davanti a lei.

-Tu dici? Mi sembra troppo innocente per uccidere qualcuno...-

In realtà Cyborg non si interessava molto del giudizio altrui, prova era il suo ignorare facilmente le occhiate perplesse e quasi disgustate del resto del pubblico dinanzi alla posa della ragazza ma, scendendo con lo sguardo fino alle sue scarpette, malamente abbandonate per terra assieme alla lattina di coca vuota, dovette ammettere che, per il fisico minuto di Jinx e la sua statura immensa, sembravano più zio e nipote che due ragazzi ad un primo appuntamento.

-Appunto!- affermò lei decisa, totalmente presa dagli eventi di quella proiezione: -Sono sempre i più buoni all'apparenza che poi ti fregano.-

Inizialmente il ragazzo, perplesso, pensò quasi fosse una frecciatina a lui rivolta ma, quando si voltò e la vide troppo distratta dal film anche solo per guardarlo, le iridi feline sgranate e la fronte contratta dalla concentrazione, sorrise intenerito, avvolgendole la testa con una mano per portarla verso di sé e baciarla piano sui capelli sciolti che le cadevano morbidamente sulle spalle magre.

-Tu sai che da me non avrai mai fregature, non è vero..?- le sussurrò, lo sguardo fisso sul film come lei, divertito nell'usare il suo stesso linguaggio adolescenziale. Jinx si dimenò fino a liberarsi dalla sua presa, sbuffando: -Che, fai il romantico? Mi hai fatto venire voglia di fare pipì.- si piegò in avanti velocemente, afferrando le scarpette per infilarle alla bell'e meglio, i lacci ancora sciolti.

-Ricordati la prossima volta che le mie feci sono collegate alle tue paroline smielate.- ridacchiò, facendogli alzare gli occhi al cielo con uno sbuffo mentre abbandonava quell'approccio e, carezzandole rapidamente la schiena un'ultima volta, la lasciava sollevare spedita nel buio, dirigendosi in cerca del bagno velocemente e rischiando di sbattere contro altri sedili, occupati o meno.

Notando e scarpe slacciate e la sua andatura troppo rapida, si mise una mano sul viso, esausto ma divertito in quel sussurrare preoccupato: -Attenta a non cadere!-

 

Gli occhi gli iniziarono a divenire cisposi, e il rumore degli spari nella pellicola divenivano sempre più forti, mantenendolo sveglio. Cyborg si reggeva il viso con una mano, adocchiando ogni tanto l'entrata lontana del bagno; Jinx era lì dentro da più di venti minuti, riflettè osservando l'ora sul quadrante al polso, che avesse avuto qualcosa contro la forma del gabinetto?

Ridacchiò al pensiero della ragazza che picchiava quel pezzo di ceramica e, scuotendo la testa, si sollevò in piedi per andare a controllare, prendendo la giacca per evitare di prendere freddo con tutta quell'aria condizionata. Camminò quasi a tentoni, chiedendosi come aveva fatto la ragazza ad andarci così spedita, abbassando spesso il capo per non disturbare la visione ad altri clienti.

Arrivato davanti al bagno, abbassò la maniglia per vedere le due porte di maschi e femmine, divise da un lavandino abbastanza igienizzato;

-Jinx..?- chiamò interrogativo, bussando educatamente alla sua porta: -È tutto a posto lì dentro?-

Non ci fu nessuna risposta, e l'uomo alzò un sopracciglio, bussando nuovamente e chiamandola di nuovo.

-Perchè non mi rispondi? Ce l'hai con me, forse? Andiamo, se esci prometto che ti compro anche l'hot dog che volevi.-

Promise con un sorriso e aspettandosi che la ragazza si fiondasse fuori dal bagno a reclamare quel cibo ma, dinanzi al silenzio interrotto solo dal fracasso del film nella sala accanto, esso sparì dal suo volto, e Cyborg avvicinò preoccupato l'orecchio alla porta, cercando di distinguerne qualche suono utile: -J... Jinx..?-

Un rumore sottile e udibile a stento di un soffocamento giunse inaspettato alle sue orecchie, e Cyborg sgranò gli occhi, il cuore che iniziava a martellare nel petto e il sangue a pompare nelle vene, procurandogli un giramento di testa, agitato: -Jinx! JINX! Stai bene?! Apri la porta!- le urlò, battendo con potenza i pugni su quest'ultima, un groppo in gola.

Cosa stava succedendo?

Il cervello sembrava esplodergli al pensiero che stesse male e che lui non fosse lì a proteggerla, come si era prefissato da quando l'aveva vista esibirsi la prima volta, così fragile, così annientatrice.

Stringendo i denti fra loro con rabbia e con la vista offuscata dal timore, si allontanò di poco per correre e sbattere la spalla e il corpo contro quell'ostacolo, riuscendo finalmente ad abbassare la maniglia, e la porta si aprì con un potente cigolìo, rivelando lo spettacolo.

 

 

 

 

 

-Ci deve essere qualcosa che non va.-

Raven si voltò appena verso di lui interrogativa, continuando a camminare per fargli strada nella notte: -Che intendi?-

-Intendo che prima di questa sera non avresti mai accettato che io ti accompagnassi a casa. Di fatto, mi avresti tenuto lontano da te di almeno cinquanta metri.- scrollò le spalle il ragazzo, sinceramente stupito, le mani nelle tasche con nonchalance mentre la seguiva a passo lento, prima di fermarsi del tutto ad occhi sgranati all'improvviso. Questo, unito all'espressione perversa che assunse, complice un sorrisone di prima categoria, bastò a comunicare a Raven che avrebbe fatto meglio a lasciarlo su un'autostrada.

-Quindi, se leggo bene fra le righe due sono le soluzioni...- ghignò, tronfio, battendosi una mano sul petto con l'espressione del gatto che ha appena divorato il topo: -... o sei cotta di me oppure sei follemente innamorata di me. Entrambi i casi, comunque, erano prevedibili fin dall'inizio.- ammise a palpebre chiuse, scuotendo il capo e facendole alzare gli occhi al cielo con un ringhio basso ed imbarazzato.

Si era fermata, una volta arrivata dinanzi al balcone cui era solita arrampicarsi e, senza alcuna esitazione, aveva afferrato la pietra per sollevarsi, riuscendoci senza fatica:

-Sai, non voglio sempre fare la parte dell'antipatica...- annunciò in un sospiro perplesso, aggirando una delle sbarre che la separava dalla balconata; -... quindi dimmi tu che risposta preferisci fra le due verità: che sarebbe stato inutile non permettertelo dato che già sapevi dove abito oppure che tanto mi avresti comunque seguita da maniaco stalker quale sei?-

Lo aveva domandato con un sorrisone ipocrita, la mano tesa verso il basso, dove ancora lui si trovava, una volta arrivata alla meta. Beastboy sbuffò in un'espressione sarcastica, fulminandola con lo sguardo mentre le afferrava la mano per issarsi su: erano entrambe risposte acide, non vi era alcun progresso, anzi!

-Tra le due mi sa che preferisco il silenzio. È molto più eloquente delle parole, non credi?- le strizzò l'occhio, facendole scuotere il capo mentre si apprestava a spalancare l'entrata a vetri:

-Nel caso tuo entrambi i metodi sono vani.-

-Scusa, ma non riesco a sentire quello che dici sotto il suono di quanto mi ami.- concluse con un sorrisetto, osservandosi intorno in quella stanza dalle pareti viola dove già era stato: -Oh, sbaglio o è più disordinata della scorsa volta?- lasciò cadere l'interrogativo con nonchalance, fermandola dal suo rispondergli per le rime e facendola borbottare seccata.

Effettivamente non era una bugia, vi erano alcuni vestiti quotidiani per terra e il letto ancora disfatto, oltre che pile di libri accostati al comodino... il suo sguardo si posò involontariamente su un gruppetto di borsellini sul tappeto ovale e, riconoscendo fra quelli quello di Robin, sollevò un sopracciglio perplesso.

Raven notò quella reazione e, seguendolo nell'osservazione, sgranò appena gli occhi a quella vista, quasi scattando in avanti: -Ehm... scusa, a volte dimentico di mettere in ordine dato che ho le chiavi della stanza.- si affrettò a piegarsi per spingere con le dita i due portafogli sotto all'armadio, dove solitamente li impilava, e il ragazzo avanzò verso di lei preoccupato:

-Non hai ancora smesso di rubare..?-

-Non credo siano fatti che ti riguardano.- sbottò lei, sulla difensiva, lo sguardo lontano dal suo viso e lo scudo di nuovo eretto, contro di lui e in difesa del suo cuore. Ma questa volta Beastboy non avrebbe lasciato perdere, congelando il tutto e assecondando il suo distacco:

-Non ti sto giudicando, Rae...- pronunciò quel nomignolo con un tono così dolce, sussurrato, da farle alzare gli occhi sul suo volto comprensivo, impulsivamente: -... voglio solo capire.-

La mora abbassò lo sguardo, colpevole, trattenendo il respiro mentre lui si avvicinava a piccoli passi, per non spaventarla: le sue dita ruvide le sfiorarono con delicatezza una guancia, facendole sgranare gli occhi dalla sopresa e incontrare le sue iridi verdi, intrise di una tenerezza che non aveva mai visto da quando l'aveva conosciuto. Sembrava che il Beastboy giocoso e sempre superficiale fosse stato temporanemanete messo da parte per quella occasione e, per un istante, Raven si domandò, spiazzata, con chi aveva a che fare veramente.

Eppure, aveva davvero importanza?

Chiunque fosse quel ragazzo e qualunque scopo egli avesse, era lì in quel momento, davanti a lei, e la stava guardando come nessuno l'aveva mai guardata prima; la stava comprendendo... come nessuno l'aveva mai compresa prima. E stava riuscendo a scalfire il ghiaccio attorno al suo cuore come nessuno aveva mai fatto, non arrendendosi come tutti davanti all'oscurità del suo animo in tempesta.

Beastboy sollevò un sopracciglio, perplesso, quando la vide superarlo senza una parola e, dopo aver spento la luce e lasciata la stanza in penombra, dirigersi verso il letto, stendendosi di profilo come se nulla fosse: le sue iridi blu lo fissavano curiose, ammaliandolo;

-Beh? Non vieni?- la sua domanda gli arrivò al cervello con la potenza di una scossa ma, qualunque pensiero lo rimandasse al ricordo della notte passata con lei sulla spiaggia quella notte, fu costretto ad allontanarlo quando, dinanzi alla sua espressione imbambolata e al leggero rossore che gli si dipinse sulle guance, lei trattenne una risata: -Credevo volessi parlare.-

Il ragazzo sbattè le ciglia un paio di volte, riprendendo il controllo di sé stesso con un sorriso divertito dinanzi a quella spiegazione:

-Non intendevo farlo con te stesa sopra ad un invitante letto. Sai, non ho il controllo così perfetto dei miei ormoni.- scherzò a braccia conserte, e lei si morse un labbro per non ridere, osservando sopra di sé sorniona.

-Mettiamola così...- si sistemò con le dita sotto il cuscino, stringendolo assonnata:

-... non mi piace espormi, e ho bisogno di un giaciglio per nascondermi quando non me la sento di continuare. Tu considera solo che, se per caso ti venisse in mente anche solo di tentare un approccio, c'è un balcone appena dietro di noi, e che spingerti di sotto non mi costerebbe nulla.- si godette la sua espressione seccata, gli occhi al cielo, e gli sorrise angelica: -Ma tanto sono sicura che non ti era passata nemmeno per la mente un'idea del genere, dico bene?-

-Come hai fatto ad indovinare?- mentì lui con un sorriso innocente e sollevando le spalle con convinzione, facendola ridacchiare e scuotere il capo, giudiziosa. Rise anche lui, sollevato, quando una vibrazione nella tasca lo distrasse e, comprendendone la fonte, prese il telefonino che vibrava per la chiamata, osservando il display.

Aggrottò la fronte: Robin?

-Devi andare..?- la voce incerta di Raven richiamò la sua attenzione, seria e con lo sguardo appena illuminato dalla luna alta nel cielo. Beastboy le sorrise dopo qualche attimo di sorpresa, scuotendo il capo e rifiutando la chiamata in arrivo, dirigendosi verso di lei: non era raro per lui ricevere telefonate dall'amico e, nonostante l'ora tarda, aveva dato per scontato che non fosse nulla di urgente e che ne avrebbe potuto riparlare con lui in hotel l'indomani.

Non voleva perdere Raven e quella occasione di starle accanto, non adesso che finalmente la ragazza stava iniziando ad aprirsi con lui, a fargli conoscere chi era davvero:

-Nulla di importante.-

 

 

 

 

 

Robin, maledicendo tutta quella situazione, sbattè con forza il cellulare sul materasso disfatto, chiudendo la chiamata.

Lanciò un'occhiata al display ancora luminoso, camminando nervoso avanti ed indietro, le dita nei capelli ancora pieni di gel: era più di un'ora che provava a chiamare, senza successo, Beastboy e Cyborg, ma nessuno dei due aveva risposto, l'uno chiusa in anticipo la chiamata e l'altro costantemente non raggiungibile. Si fermò davanti alla valigia piena nuovamente, lo sguardo serio mentre si chiedeva, accasciandosi seduto sul letto e per l'ennesima volta, se stesse facendo la cosa giusta.

Aveva lasciato per troppo tempo che il suo cuore prendesse il sopravvento sulla sua mente, e tutto aveva rischiato di venire distrutto: la sua moralità, le sue promesse... il suo matrimonio.

Sobbalzò quando il materasso tremò sotto di lui e, voltandosi verso il cellulare che vibrava, strinse le labbra, il cuore in gola per il rimpianto.

Starfire... l'aveva lasciata lì da sola, senza una spiegazione, senza permetterle semplicemente di capire. Preso l'aggeggio fra le mani, rifiutò quell'ennesima chiamata da parte sua in poche ore, sperando così di farsi odiare... di farsi dimenticare, perchè lei meritava ben altro che un bugiardo come lui.

Aprì la sezione messaggi e scrisse un breve testo ad i suoi amici per informarli della sua partenza, le dita tremanti mentre, chiudendo finalmente il bagaglio e trascinandolo fuori dalla sua stanza, si richiuse la porta alle spalle, pronto a decollare su quell'aereo che l'avrebbe riportato a casa.

 

 

 

 

Beastboy respirò a fondo quando le prime luci dell'alba colpirono il viso chiaro di Raven.

I capelli le scendevano fluidi lungo le spalle ancora coperte dalla maglia a collo alto nera, e lei aveva socchiuso gli occhi stanchi, non allontanandolo da lei quando, durante il suo racconto, si era sistemato su un fianco reggendosi la testa con una mano e, il gomito pressato sul materasso, aveva avvicinato le sue dita alla sua guancia, posandole sopra e carezzandole calmo, come per farla addormentare.

Eppure, questo non era successo: i loro respiri erano stati tranquilli per tutta la notte insonne e la mora, dopo aver sussultato appena dinanzi a quelle attenzioni, aveva semplicemente distolto lo sguardo da lui, imbarazzata, e continuato a parlare, facendogli ascoltare ancora la sua voce melodiosa.

Raven era una disgrazia.

A causa del suo carattere ribelle e deciso, non incline alle regole, aveva trascorso la sua vita in quella famiglia come la pecora nera di quella casa, specialmente da quando era nata sua sorella Terra, la gioia del padre. Quest'ultimo, mentre quando lei era piccola le dava le attenzioni necessarie, pur mantenendo il suo carattere severo di sempre, aveva rinunciato a gestire la mora dopo la crescita delle due ragazze e, dinanzi alle ingiustizie della sorellina che altro non faceva che invidiarla e nascondere alla famiglia il suo vero carattere, nascondendosi dietro la facciata della brillante figlia minore, Raven era giunta ad una decisione: sarebbe stata la figlia che ogni padre detesta avere, e da quel momento in poi avrebbe rifiutato qualunque cosa la sua famiglia le avrebbe offerto... la stabilità di un nucleo familiare e di una dimora, il prestigio, la ricchezza.

Fu così che si distaccò da qualunque rapporto non strettamente necessario in casa, imparò a trascorrere le sue giornate lontano dalla sua abitazione, perseguendo le sue volontà, e collezionò scelte sbagliate dinanzi agli occhi delusi del padre e preoccupati della madre, desiderando solo stare tranquilla e vivere la vita per conto suo.

 

È stato circa un paio di anni fa che ho iniziato a rubare.” aveva ammesso durante quella notte, il viso rivolto verso il basso e lo sguardo concentrato mentre si sforzava di ricordare: “Mia madre si dovette allontanare per lavoro da Barcellona, lasciando me e mio padre da soli con mia sorella a badare a noi stessi per sei mesi. La situazione era diventata insostenibile già dopo una settimana: urla, litigi e gli abbracci di papà solo a Terra.”

Aveva sospirato, ignorando lo sguardo preoccupato del ragazzo: “Mi serviva qualcosa per allontanarmi dalla realtà, per avvertire l'adrenalina nelle vene e per scendere fino in fondo nella mia colpa. Le mie corse folli in moto non erano più abbastanza... così iniziai a rubare, prima raramente, poi sempre più spesso, fino ad arrivare al punto di non tornare a casa senza un rolex oppure un portafogli in pelle.”

Avvertiva le dita protettive di Beastboy sopra la pelle e, rabbrividendo leggermente, quasi si era spinta per assecondare quelle carezze con il viso: “Era meraviglioso... il vento fra i capelli, la paura di essere beccata ma, soprattutto, la certezza che se mio padre lo fosse mai venuto a sapere sarei stata finalmente per mia volontà una vera delusione per lui. Non desideravo lo scoprisse, certo, ma almeno con quello stavo a posto con la mia coscienza.”

Aveva sollevato le palpebre con un sorriso malizioso, le sue iridi blu che carezzavano la pelle del ragazzo:

Per la polizia locale, durante i miei furti gravi, mi sono fatta conoscere come Bad Blood.”

 

Bad Blood...

Tradotto rancore, cattivo sangue. L'emblema della sua vita come diversa, come specchio distorto della sorella, come indipendente da qualunque legame affettivo che imprigionasse i suoi ideali.

Beastboy aveva avvertito l'eccitazione scorrere dritta nelle vene nella consapevolezza di quel segreto, che rendeva la mora ai suoi occhi più affascinante di quanto già non fosse: il pensiero di quel segreto rivelato a lui e a lui solo, le iridi feline di lei che adesso scrutavano il cielo di un leggero arancio attraverso il vetro.

-Ti rendi conto che abbiamo parlato per tutta la notte?- gli domandò, stiracchiandosi appena e facendogli abbandonare quella dimensione riflessiva in cui era, involontariamente, sprofondato:

-Sei stanca..?-

Aveva smesso di carezzarle il volto già da un po' e Raven, sentendo la sua voce quasi per la prima volta da quando aveva iniziato a parlare, si leccò le labbra appena nel sentire la mancanza di quel contatto così protettivo e delicato sulla pelle. Sembrava incredibile come quel ragazzo, così sfacciato da sembrare quasi logorroico, l'avesse ascoltata così a lungo, studiandone semplicemente i tratti senza giudicarla mai.

Scosse il capo in segno di negazione, scendendo dal letto con un movimento fluido e dirigendosi verso il balcone, aprendolo piano per non far rumore:

-Penso che sia meglio che tu vada ora, prima che mio padre ti becchi qui.-

Beastboy, dopo averla osservata muoversi con attenzione ad occhi socchiusi, annuì e si sollevò anch'egli da quel giaciglio, camminando letamente per far riprendere le gambe da quel piacevole torpore: la superò mentre era ferma a mantenere aperto il vetro e, non notando il suo sguardo, si diresse verso la fine del terrazzo, pronto a saltare giù abilmente fino al giardino.

-Grazie.-

Beastboy sgranò gli occhi, non riuscendo a credere alle proprie orecchie quando quella voce bassa gli arrivò fino al corpo, facendolo rabbrividire: Raven lo stava davvero ringraziando per quello che aveva fatto? Sicuramente era tutta una sua illusione da psicopatico.

Si voltò cauto, sorpreso, e quando incontrò le iridi blu della mora si osservarono per qualche secondo, senza respiro, prima che lei uscisse da dentro la sua stanza, abbassando imbarazzata lo sguardo:

-Non mi aspettavo che un pervertito come te sapesse ascoltare senza giudicare, perciò... ti ringrazio.- ammise, sforzandosi di non balbettare e, quando avvertì un'ombra che copriva la sua vista al sole appena accennato in cielo, alzò gli occhi di nuovo, vedendolo avvicinarsi a lei con un sorriso sornione: -Chi ti ha detto che non ti giudico..?-

La mora aggrottò la fronte, ferita, e la rabbia montò nel suo petto nel pensare che si era messa a nudo con un ragazzo che, come tutti, era troppo accecato dal suo ego per anche solo potersi interessare a qualcun altro: strinse i pugni, lo sguardo basso e seccato, mentre il ragazzo la raggiungeva e si abbassava appena verso di lei, le labbra vicine al suo orecchio:

-Hai soffocato i tuoi istinti per molto tempo, incamerando tutti i lati oscuri della tua famiglia e poi, finalmente, hai deciso di reagire nel migliore dei modi. Tu sei la prova perfetta che ascoltare non è poi così noioso ma agire... agire è molto più divertente.-

Raven soffocò un respiro, gli occhi sgranati a quelle parole che la smentivano ancora una volta e, sollevando lo sguardo verso di lui, trovò il suo sorriso malizioso, le dita che avanzavano fino a cingerle i fianchi, il suo respiro impaziente sulle labbra. Il cuore prese a battere più forte mentre un palmo di Beastboy saliva a carezzarle la guancia, scostandole gentilmente una ciocca di capelli dal volto, accarezzandone il passaggio lungo la schiena: si stava avvicinando sempre di più a lei, poteva avvertire il suo calore, ricordare il sapore che aveva avvertito sulla lingua la prima volta che aveva violato le sue labbra, dolce e deciso come un fiore velenoso.

Socchiuse gli occhi involontariamente vedendo lui fare lo stesso, i tratti ora seri e determinati nel voler sentire ancora i tremiti di lei fra le braccia, ben consapevole che, quella volta, con quella presa così possessiva e colma di desiderio di lui, il cuore che sembrava voler quasi uscire dal suo petto e la testa che, vorticando, annullava ogni pensiero coerente, non sarebbe riuscita a impedirglielo.

Riuscì solo ad avvertire le sue labbra sfiorare piano le sue, dolcemente, prima che una voce ben conosciuta le rimbombasse nel cervello da dietro di sé, come una notizia inaspettata:

 

-Ma tu guarda un po' che sorpresa...-

 

 

 

 

 

 

 

 

Note dell'Autrice

 

Salve amici Tamariani^^ Come state? Spero bene!

Starfire: io mica tanto... mi hai avvisato solo adesso che partiamo e mi hai lasciato da sola ad occuparmi di tutti questi bagagliii >.< non so che mettermi!

Io: O.o ma chi ti ha detto che potevi partire con me?

In ogni caso si, avete capito bene, finalmente parto anche ioooo spara i botti in lontananza per non ferire nessuno e, prima di allontanarmi volevo postare questo capitolo per augurarvi buone vacanze, anche se non so quando tornerò quindi è probabile che ci sentiremo più presto di quanto crediate XD

Inoltre questa volta non posto il disegno della QOTD dello scorso capitolo in quanto noto che, probabilmente, alcune/i di voi sono già partite/i e quindi volevo aspettare un altro capitolo per dare la possibilità a tutte di scegliere il proprio boy e il perfetto appuntamento! :D In ogni caso, dato che ho deciso di accontentare tutte (avete delle idee carinissime*^*) se potete scrivere il vostro aspetto fisico in modo che al prossimo capitolo ci sia il disegno allora yay, anche se ho un'ideuzza in mente... pervface

La risposta dello scorso capitolo è difficile da immaginare per me questa volta ma uhm... penso che il mio sogno sia quello di essere portata a cena da Beastboy sotto un gazebo, uno di quegli ambienti un po' fatati e bloccati in un certo senso dal tempo, a goderci il panorama notturno e a ridere a scherzare... ma credo che queste cose in città non esistano! >.<''

Anyway, cosa sarà successo a Jinx? (muhahaha) Cosa farà la povera Star ma soprattutto chi è la voce misteriosa che ha bloccato i due piccioncini? Lasciatemi le vostre considerazioni :P

“Bad Blood” vi piace come nome? Mi sembrava azzeccatissimo per la condizione di vita di Raven e devo ammettere che questo personaggio mi è venuto per bene in mente ascoltando la canzone che adoro (si, sogno ad occhi aperti con la musica) di Taylor Swift, Bad blood per l'appunto! **

 

QOTD: Se poteste essere un personaggio di questa storia, chi scegliereste e quale sarebbe la prima cosa che fareste?

 

A prestissimo (spero), good sun e un mare di baci alieni! :D

 

 

 

 

-FM.

   
 
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