Michela stava diventando un'ossessione per lui, dopo averla
conosciuta durante un viaggio estivo a Seul, s'innamorò di lei e scoprendo dove
abitasse si trasferì a Milano, poi per vari motivi i due non poterono mai
parlare e così Thòr pensò che l'unico mezzo per il quale poter comunicare con
lei sia quello di spaventarla, di insultarla e minacciarla con parole crudeli
scritte nella sua inconfondibile scrittura marcata. Ma qualcosa andò storto:
Michela si cambiò il volto e la casa e lui ne perse le tracce. Cercò di
dimenticarla, andando con altre donne, ma fu inutile: Michela era un suo chiodo
fisso, e 'incontro con l'ultima sostituta finì in tragedia. Kaori si rifiutò di
avere un rapporto con lui, facendo scattare l'ira del ragazzo: la fece a pezzi
e la nascose nella cantina di casa sua. Poi, sopraffatto dalla colpa e dalla
disperazione ingoiò il mazzo di ami da pesca con l'intenzione di suicidarsi, ma
il dolore non gli diede coraggio, riuscì ad espellerli. Questo era ciò che mi
ha confessato e potrete immaginare il mio volto insieme sorpreso e disperato e
terrorizzato. Sbiancai: il mio amico in realtà era un pazzo omicida-suicida.
Dopo la rivelazione, spaventato scappai. Ero sporco di sangue sulla camicia,
sulla guancia e sulle mani. Non vedevo l'ora di tornare a casa di Michela e
levarmelo di dosso. Ormai era quasi mezzanotte e rientrai a casa. lei si era
addormentata sul divano aspettandomi, ma non la svegliai: mi tolsi le scarpe,
come lei voleva da tradizione orientale, e raggiungendo il bagno notai che nel computer
in camera di Michela era apparsa una finestra di Messenger. Era Tallulah. A
quanto pare deve averla contattata soltanto pochi minuti prima che arrivassi e
non ottenne risposta, così mi avvicinai alla tastiera: volli conoscere il suo
segreto.
Mentre mi avvicinavo al computer cominciai stranamente a pensare che l'orecchio
appartenesse a Kaori, ma subito cancellai il pensiero, poichè automaticamente
mi sopraggiunse la disgustosa immagine dell'orecchio mozzato e mi vennero i
brividi. Tallulah mi trillò e io cominciai a scrivere:
io-ciao
Tallulah-Era ora che ti sbrigassi
Io-scusa ero sotto la doccia
Tallulah-Daniele se n'è andato?
Io-No, è qui cn me...si è addormentato sul divano
Io-Ke tenero
Tallulah-Sisi
Ogni tasto che pigiavo veniva lacerato da una sanguigna impronta digitale, il
sangue non voleva andarsene dalle mie mani. Ero scioccato.
Io-Xk mi hai contattato?
Tallulah-Claudia
Tallulah-Ha inviato anke a me quel mex
Tallulah-Sn preoccupata
Tallulah-Ha il cell spento ora
Tallulah-Cs facciamo?
Io-NN lo so
Io-Senti ma xk hai pensato che io avrei detto il tuo segreto a Daniele?
Tallulah-csì
Tallulah-Xk gli hai detto il tuo
io-sì, ma cmq nn gliel'avrei mai detto
Tallulah-Meno male...nn devo saxe ke sn un uomo
un uomo? quel giorno si rivelò il più scioccante della mia vita: prima la
scoperta della natura omicida di Thòr, poi la rivelazione di Tallulah...era un
transessuale...
per un attimo non esistì più niente, non ragionai più...tanto che stupidamente
risposi: "Sei troppo giovane per fare un'operazione di quel tipo"
Tallulah-Ma 6 tu Michela?
Tallulah-Kazzo, dimmi k 6 tu, Michela
Tallulah- Rispondi
-trillo-
Tallulah-Rispondi
Io-Sì, sn io
Tallulah- 6 Daniele
Tallulah- Figlio di puttana, dv è Michela?
Tallulah-Fanculo
e si disconnesse.
Rabbrividii. Tallulah un transessuale? com'era possibile? Non volevo
crederci...dai...è assurdo. In quel momento, però, purtroppo arrivò² Michela
che mi sorprese al computer.
"Che stai facendo?" mi domandò
"Scusa, volevo chiedertelo prima, ma non volevo svegliarti: volevo andare
un attimo su msn a mio nome per vedere se qualche mio amico era in linea"
mentii "arrabbiata?"
"No...no...figurati"
Rimase sull'uscio della porta a braccia conserte e mi guardò con sospetto non
appena mi alzai "perchè¨ sei sporco di sangue?"
"Thòr ha cercato di suicidarsi e l'ho salvato"
"Thòr chi?"
"è un mio amico...è lui che ti ha inviato quelle lettere"
"Cosa? e non ti ha detto perch�"
"No"
"Capisco...comunque dammi la camicia ti do qualcosa in cambio...sporco di
sangue sembri un serial killer" davanti a quella affermazione non potei
non lasciarmi sfuggire un sorriso. Mi avvicinai e lei cominciò a turbarsi, lo
notai dall'espressione
"Che vuoi fare?" mi domandò
Non risposi e continuai ad avvicinarmi finchè la sua bocca non divenne la mia,
un' unica metà .
Ero io ad entrare nel canneto.
Ero io ad entrare nel canneto.
Michela cominciò ad urlare , a estendere le labbra e tirare i capelli indietro.
Me la immaginai come Tori Amos ad un concerto: l'abito da sera strappato su di
un fianco, le gambe aperte, il sudore che le scende dalla fronte e giù dalle
gambe. La possedei, la marcai fino a che mi fermai quando tra le urla Michela
riuscì¬ a dire "Ti amo". Un'affermazione così¬ semplice da farmi
paura. Mi staccai e tuttavia iniziai a baciarle il collo, a succhiarle il
nettare di vita...Poco dopo mi tirai su i jeans e lei mi propose di andare in
piazza Duomo: "Voglio parlare con te fino all'alba e godermi la
notte"
In effetti parlammo tutta la notte e sebbene i miei occhi soffrissero parecchio
la mancanza di un letto, il tempo passava velocissimo con la compagnia di
Michela. In breve tempo arrivarono le 2, le 3, le 4 e la città ci apparì morta,
deserta e lugubre: nessuno passava, se non qualche auto per caso o qualche
casuale astante che si fumava una canna o prendeva dei preservativi
all'apposita macchinetta. Degli indefiniti battiti house venivano da chissà
dove e la finestra di un appartamento rimase accesa per tutta la durata della
penombra, ma oltre a questo tutto era morto, tutto era desolato, tutto deserto.
Persino la luna sembrava essere scomparsa, poiché l'unica luce di quei momenti
era data solamente dai lampioni posti ai lati delle strade così trafficate di
giorno che sembravano irreali viste a notte fonda. Conversammo di tutto ciò che
ci stava capitando di strano, le confessai del crimine che Thòr aveva commesso
e lei mi disse di essere pesantemente preoccupata per Claudia, che teneva il
cellulare spento. Verso le 5 la stanchezza mi stava uccidendo e grazie a Dio
non diede tregua nemmeno a Michela, che mi propose di dormire a casa sua.
Acconsentii, immaginando di non disturbare Stefania, che stava forse facendo
scintille con la nuova scoperta. Mentre tornammo a casa pensai al fatto che
forse Stefania voleva ingelosirmi, ma non appena Michela mi disse che il mio
letto sarebbe stato il divano candido supermorbidissimo cancellai il pensiero e
mi ci scaraventai sopra, senza togliermi nemmeno le scarpe. Lei mi disse di
fare attenzione a Hello Kitty, il suo famoso gatto color crema dagli occhi
azzurrissimi, che essendo un maschio riconosce altri individui del suo stesso
sesso ed era pronto ad attaccarmi, ma probabilmente non la ascoltai, poiché mi
addormentai all'istante. Il sonno però non fu affatto felice: i miei sogni
continuavano a giocarmi brutti scherzi. Stavo possedendo Michela contro il muro
bianchissimo della sua camera, mentre a noi si avvicinavano sempre di più pezzi
di Kaori che perdevano sangue a fiotti. Per fortuna (o no) mi svegliai a metà
sogno: colpa di un urlo liberatorio di Michela, disperato come non pochi e
ricco di terrore. Guardai l'orologio: sei e trenta di mattina, avevo dormito
solo poco più di un'ora, ma mi sembrarono solo due minuti. Avevo due occhiaie
che arrivavano al pavimento, ma andai a controllare Michela: stava piangendo e
abbassò il ricevitore del telefono. Era di spalle.
"Chi ha chiamato?" le domandai preoccupato, liberandomi della
cravatta che ormai mi stava per strozzare
"La polizia"
Panico. Forse Thòr si è risuicidato, avrebbero trovato delle prove lasciate da
me e avendo sospettato di omicidio mi starebbero cercando, avrebbero
controllato le mie amicizie, le avrebbero contattate e io sarei finito in
carcere da innocente per una ventina d'anni.
"Ch-che cosa? La polizia?"
"Claudia è morta"
"Cosa? Morta? Non può essere!"
"Sì invece è morta...si è gettata sotto un treno in corsa e ciò che è più
strano è che al cadavere manca un orecchio"
Rabbrividii...
"C-cosa?"
"sì...è stranissimo...e sono sconvolta...non so cosa fare"
"Io me ne vado oggi...quindi...addio"
ripresi la cravatta e mi avvicinai alla porta, ma lei cominciò a piangere:
"Non andartene, ti prego...non andartene"
Non volevo più saperne di nulla, non volevo rivedere nè Tallulah, nè Stefania e
nè Michela...sebbene provassi qualcosa per lei "Resta con me"
"Mi dispiace, Michela...devo andarmene...il treno parte fra quattro ore e
devo andare a casa di Stefania per fare le valigie"
detto questo uscii silenziosamente dalla porta senza salutare e, correndo,
raggiunsi la casa di Stefania. Erano da poco le sette e, come sospettabile, la
ragazza stava ancora dormendo... il suo spasimante se n'era andato.
Feci le valigie e, con l'intenzione di guardarmi un po' di TV a basso volume
per non svegliare la ragazza dormiente, presi il telecomando dal tavolino
accanto al divano e notai che accanto ad esso era posizionato anche un
bigliettino stropicciato con rabbia che recava una scritta. Era per me.
lo lessi:
"Amore mio,
Vedi...io ho capito che senza di te non sono nulla
nessuno potrebbe salvarmi dal mio stato di rancore e disperazione
nemmeno Luca, il ragazzo che conobbi ieri...
quello con cui mi hai vista entrare
ora, io non voglio forzarti amandomi...
vorrei solo che tu mi consideri come una ragazza che farebbe di tutto per te
ma non basta....Io ti voglio
Io ti voglio...
e sebbene Luca scopi alla grande quello che provo per lui non è amore
l'ho scoperto solo pochi minuti fa...
Volevo solo farti ingelosire ma non ci sono riuscita....
Perdonami...So che non faresti nulla senza Michela...
quindi Perdonami....Perdonami"
Mi spaventai...Stefania stava dormendo, dormiva troppo