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Autore: LauLiu    27/07/2015    3 recensioni
La vita dei personaggi di Kodocha è cambiata,per chi in male e per chi in bene.
Tre lunghi anni hanno uno strano potere: cambiare le situazioni.
L'America è nota per essere il luogo che realizza ogni tuo desiderio...ma se riesce a realizzarlo,è capace anche di distruggerlo. Non il sogno,ma la tua stessa esistenza.
Ho cercato di dire il succo della storia (in un certo senso). E' la mia prima FF su cui mi cimento con impegno.Accetto critiche sia positive che negative uwu
Tratto dal prologo:
" Tre anni.
Tre fottutissimi anni.
Tre anni che mi hanno ucciso. Ucciso dentro,nel profondo.
Sono pazzo o forse no...Anzi si. Sono pazzo,ma a causa sua.
Le donne...portano solo rogne.
Ma lei ha fatto di peggio...
Lei...
Lei...
Lei mi ha stregato e poi maledetto."
Premetto una cosa,non ho finito la storia,quindi quando aggiornerò sarà un capitolo appena "sfornato".
Spero di avervi un po' incuriositi :)
Kiss
Genere: Malinconico, Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Akito Hayama/Heric, Fuka Matsui/Funny, Naozumi Kamura/Charles Lones, Sana Kurata/Rossana Smith, Un po' tutti | Coppie: Sana/Akito
Note: Lime, OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Capitolo VIII. Chiarimenti e confusioni.




-A-allora Hayama...di cosa volevi parlarmi?- dissi voltandomi verso di lui

-Tieniti stretto il tuo fidanzatino.

-Eh? Che c'entra Nao?

-Ieri si è preso la briga di seguirmi in palestra e minacciarmi di morte praticamente, per poi mettersi a fare il prezioso in televisione. Tienitelo stretto perchè se no, la prossima volta, gli cambio i connotati tanto che non lo riconosce nessuno.”



Non è vero! Hayama ha mentito! Conosco Nao, lui non sarebbe mai capace di fare queste cose!


No, non poteva di certo aver minacciato una persona. Dopotutto lui era così dolce, gentile e premuroso ed era praticamente impossibile che potesse soltanto pensare di fare queste cose!

Ma era altrettanto impossibile che Hayama mi stesse mentendo, dopotutto che motivo avrebbe avuto?

Anche lui aveva detto la stessa cosa.

Non ci capivo più nulla, non sapevo chi avesse ragione e chi torto, ma di una cosa ero sicura: dovevo parlare con Nao e sentire la sua versione dei fatti.

Così tornai a casa decisa a parlare con Nao il giorno seguente, dovevo sapere a tutti costi cosa stesse succedendo tra quei due e volevo la verità.


Entrai nella mia camera, tolsi i vestiti che indossavo quel giorno e misi il mio pigiama rosa preferito, legai i capelli in uno chignon disordinato e presi in braccio la piccola micetta che aveva iniziato a miagolare come un'ossessa e io, ovviamente, l'avevo ignorata talmente ero presa dai miei pensieri.

Mi sedetti sul letto e iniziai a far giocare Hikari che sembrava davvero felice di ricevere tutte queste attenzioni da parte mia.

Purtroppo il lavoro e la scuola mi tenevano lontana dalla mia famiglia e dai miei pochi amici, inoltre Rei, che non si smentisce mai, cercava sempre nuovi ingaggi come pubblicità, film e programmi tv. Con lui come manager non avevo mai un po' di tempo libero da dedicare a me stessa o alle persone a cui volevo bene, almeno Nao riuscivo a vederlo spesso ma per lo più sul set a lavoro.


Ad un tratto la piccola micetta si accucciò sulle mie gambe incrociate e, dopo qualche coccola, si addormentò. Sembrava una piccola pallina pelosa.

Si so bene che come paragone non è il massimo ma è la verità!


Ti ho lasciata sola tutto il giorno, Hikari


Per un attimo mi incantai a guardarla con un lieve sorriso sulle labbra.

Era così innocente e pura, è normale esserlo se il mondo circostante non influenza le tue giornate e il tuo umore.

Subito dopo, le parole di Hayama tornarono prepotenti nella mia mente come lui stesso era entrato nella mia vita quando frequentavamo le elementari.


No, Nao non può aver detto quelle cattiverie!


Spostai la micetta nella sua cuccia e io mi misi sotto le coperte. Avevo un assoluto bisogno di dormire per poter affrontare al meglio la pesante giornata che avrei dovuto passare il giorno dopo.

E senza troppi complimenti mi addormentai presa dai miei pensieri confusi e contrastanti.


La mattina dopo mi svegliai, stranamente, all'ora giusta ed ebbi tutto il tempo per prepararmi come non facevo da una vita ormai.

Entrai subito in bagno e mi fiondai nella doccia, avevo bisogno di un bel getto d'acqua fredda per svegliarmi completamente.

Una volta finito mi avvolsi nell'asciugamano e tornai in camera per finire di prepararmi. Indossai la divisa e iniziai a districare i miei capelli rossi che crescevano sempre di più.


Forse è il caso di dare una spuntatina


Pensai mentre mi pettinavo. Presi il phon e iniziai ad asciugarli con la spazzola per renderli il più presentabile possibile.

Dopo un dura lotta, che vinsi, mi truccai leggermente come ogni mattina: una linea sottile di eyeliner, un po' di mascara e lucida labbra.

Scesi subito a fare colazione: avevo poca fame quel giorno, ero nervosa al solo pensare di dover affrontare questo argomento con Naozumi sapendo che odiava a morte Hayama e, già partendo da questo presupposto, sapevo la conversazione non sarebbe stata semplice.


-Buongiorno a tutti!- dissi entrando nella sala da pranzo.

-Buongiorno signor- EH? Ma Sana...che ci fai già in piedi?- chiese la signora Chiyo.

-A dire il vero non lo so, ma non avevo molto sonno


Dissi cercando di sembrare il più normale possibile, anche se mi rendo conto che, anche io, al loro posto, sarei davvero impressionata e preoccupata per questo mio inusuale comportamento.

Mi sedetti a tavola e iniziai a mangiare le delizie che erano state preparate quel giorno per colazione.

Come al solito, la signora Chiyo, non si smentiva mai.

Una volta finito di mangiare guardai l'orologio che tenevo al polso e vidi che erano le otto in punto.


-Rei, è ora di andare o farò tardi anche oggi

-Si, andiamo, vado a prendere la macchina in garage.



Detto ciò salutai la mamma e uscii di casa pronta per una nuova giornata di scuola, anche se qualcosa non andava: il compito di matematica alla terza ora...


Non demoralizzarti Sana! Vedrai che peggio della scorsa verifica non potrai fare!


Si, ero davvero brava a consolarmi nei momenti di difficoltà.


Entrai in classe e come al solito attirai gli sguardi di tutti i miei compagni.

Era come se ogni volta fosse il mio primo giorno di scuola, mi sentivo continuamente un pesce fuor d'acqua.

Dopotutto si, ero famosa, ma non un'aliena, quindi perchè guardarmi così?

Non l'avrei mai capito.


Mi avvicinai al mio banco che, momentaneamente, era stato colonizzato dal ragazzo più reclamato, da insegnanti e studentesse, della scuola e che flirtava continuamente con me senza successo, ovviamente.

Si, parlo proprio di Yoshida, che non faceva altro se non tormentare e rendere, allo stesso tempo, divertenti le mie giornate scolastiche.

Era fastidioso alle volte ma simpatico alle altre.


-Yoshida, potresti spostare il tuo didietro dal mio banco?


Mi guardò con i suoi profondi occhi castano chiaro e sollevò il mio viso con l'indice avvicinando il suo viso al mio.


-Solo se mi dai un bacio- disse in sussurro con un ghigno in faccia che faceva impazzire migliaia di ragazzette innamorate perse di lui.

-Mi spiace distruggere i tuoi sogni, ma no.- dissi spostando bruscamente la sua mano dal mio viso.


Mi sedetti al mio posto.

Se poteva risultare una presenza gradita negli altri giorni, oggi non lo era affatto.

Lui era rimasto spiazzato dal mio comportamento, ma stranamente non disse nulla e andò a sedersi nel suo banco.

Era molto strano il fatto che non mi avesse risposto ma meglio così, non avevo nessuna voglia di battibeccare con nessuno.

Aprii il quaderno di matematica e iniziai a riguardare qualche esercizio che avevo svolto a casa per il compito in classe.

La classe era calata in un completo silenzio e la cosa iniziava a infastidirmi e a diventare imbarazzante se non pesante.

Non feci in tempo a intervenire che entrò il professore di inglese in classe.


-Good morning guys!- disse sprizzando felicità da ogni poro possibile e immaginabile.


Il resto della lezione venne allontanato e silenziato dai miei pensieri che si erano totalmente concentrati su Hayama e Naozumi. Dovevo vederci chiaro a tutti i costi.

Anche il resto delle ore passarono veloci, tranne quella di matematica, come al solito.

Il compito fu un vero disastro, ero distratta e non riuscivo in alcun modo a concentrarmi su quelle maledette equazioni che rendevano l'esistenza impossibile a tutti gli studenti diversamente capaci.

Una volta fuori da scuola salutai Aya e Fuka e mi diressi velocemente in macchina dove mi aspettava Rei, pronto per andare agli studi televisivi.

Quando arrivammo mi diressi subito nel mio camerino dove indossai il primo vestito per un servizio fotografico per i modelli di uno stilista emergente giapponese. Aveva uno stile molto particolare poiché riutilizzava il tessuto di un vecchio kimono, reinterpretato in chiave moderna.

Quello che più mi piacque era un vestito bianco senza maniche che si allacciava dietro il collo, stretto fino alla vita, con una gonna gonfia ma non eccessivamente.

Aveva la fantasia dei fiori di ciliegio in primavera, con i petali rosa che volavano guidati dal vento.

La gonna era interamente ricoperta dai rami degli alberi ricoperti di fiori, mentre il resto del vestito era decorato dai petali.

Provai tantissimi altri abiti tutti bellissimi. Insomma, lo stilista non voleva di certo mollare lo stile moderno e la tradizione giapponese e il risultato finale era a dir poco splendido.


Una volta finito di lavorare decisi di andare a trovare Naozumi nel suo camerino, doveva aver già finito di registrare le pubblicità che gli erano state assegnate nei giorni precedenti.

Lui stesso, nell'ultimo periodo, non voleva lavorare a cose troppo impegnative come i film, dopotutto in America ne avevamo girato un paio molto importanti le cui parti erano molto complesse.

Io però, a differenza sua, ero disposta ad accettare, in caso di proposta, lavori impegnativi, infondo era il mio lavoro.

Bussai alla porta e dopo il consenso entrai.

Lo vidi lì, seduto sulla sedia, con le gambe incrociate mentre ripassava le battute sul copione.


-Ciao Nao! -dissi sorridente avvicinandomi a lui per poi abbracciarlo da dietro.

-Ciao Sana -disse lui senza degnarmi di troppe attenzioni e continuando a leggere i fogli che teneva in mano.

-Senti Nao...vorrei parlarti...

-Non ora Sana, ho del lavoro da fare -disse alzandosi, sciogliendosi dal mio abbraccio e dirigendosi verso la porta.

-Hayama mi ha detto che l'hai seguito in palestra e poi minacciato- strinsi i pugni e abbassai lo sguardo.

Non volevo sentirmi dire che Hayama aveva detto la verità.

-Cosa? Come osa infangare la mia persona?- disse voltandosi verso di me con uno sguardo colmo di rabbia.

-Quindi tu non l'hai minacciato vero?- dissi sorridendo per il sollievo.

-No, Sana! Non potrei fare mai una cosa del genere! Lui è solo un bugiardo e fa di tutto per separarci- disse avvicinandosi a me e accarezzandomi la guancia per farmi stare più tranquilla.

-Ma...perchè? Perchè vorrebbe separarci?

-Ma come? Non l'hai capito? Hayama è ancora innamorato di te. Ora scusami ma devo registrare altre due pubblicità, ci sentiamo stasera- disse poggiando l'altra mano sul mio fianco e dandomi un leggero bacio sulle labbra.


Hayama mi aveva mentito.

Aveva cercato di mettermi contro Naozumi e questo non potevo accettarlo.

Mi aveva quasi convinta con i suoi discorsi “che motivo avrei per mentire” e invece...


Lui mi ama...


Realizzai solo in quel momento ciò che Nao aveva detto poco prima.

E come movente, per metterci uno contro l'altro, aveva senso.

Ma la cosa peggiore era che non mentiva solo a me ma anche a Fuka che era completamente innamorata persa di lui.


Domani andrò a parlargli. Devo sapere se lui è veramente innamorato di me come mi ha detto Nao.


Tornai velocemente nel mio camerino e mi cambiai: dovevo tornare subito a casa per riordinare le idee e preparare un bel discorsetto per quello stronzo!

Uscii dalla stanza e attirai gli sguardi spaventati dei miei colleghi: sembravo una bomba pronta ad esplodere.

Non ci vedevo più dalla rabbia!

Cercai Rei in tutto l'edificio per poi trovarlo all'ingresso s parlare con un signore sulla cinquantina d'anni e con dei baffi neri foltissimi.

Il suo viso non mi era nuovo, dovevo già averlo visto da qualche parte in televisione e se la memoria non mi ingannava doveva essere un regista.


-Oh ma quella è la piccola Sana!- disse l'uomo guardandomi con ammirazione -Ho deciso di lavorare a un nuovo film e vorrei che tu fossi la protagonista!

-Saremo onorati di prendere parte a una sua opera! -disse Rei in preda alla gioia.

Da quando ero tornata in Giappone non mi era più stato chiesto di lavorare in un lungometraggio e il mio manager non aspettava altro!

-Quindi non ha ancora iniziato a lavorarci sopra se non ho capito male

-Hai capito benissimo piccola Sana! Quindi accetti?- chiese trepidante

-Quando avrà finito il suo lavoro chiami il mio manager e le daremo una risposta certa. Terremo comunque in considerazione la sua richiesta, questo è il biglietto con il nostro numero di telefono e ora ci scusi, ma abbiamo avuto un impegno imprevisto e dobbiamo andare. Grazie ancora e arrivederci- dissi chinando il capo per poi trascinare Rei fuori dall'edificio.


-Sana, ma dove stiamo andando?

-A casa. E vedi di guidare veloce: sono stanca.

-O-ok...


Mi sedetti in macchina e abbassai un poco il sedile, quanto bastava per non essere in posizione verticale.

Indossai gli occhiali da sole e, una volta messe le auricolari, chiusi gli occhi e con varie domande nella testa mi addormentai.

Ad un tratto sentii delle voci che mi chiamavano, aprii lentamente gli occhi ritrovandomi a letto.

Quando realizzai dov'ero mi alzai di scatto e guardai l'ora nella sveglia: 8:10.


-Ma cos-? COM'È POSSIBILEEEE?-


Mi alzai immediatamente dal letto e notai solo in quel momento di avere i vestiti del giorno prima.

Entrai in bagno dove mi lavai e mi cambiai. Dovevo essere a scuola in meno di dieci minuti o sarebbero stati guai per me.

Non avevo tempo per truccarmi e lisciare i capelli in grazia di Dio: feci una coda di cavallo, presi la spugnetta per lo chignon, tante forcine e la mia piccola trousse e misi tutto in borsa.

Mi fiondai in cucina: sembravo un vero e proprio uragano!

Azzannai un paio di fette biscottate con crema di nocciole e bevetti il mio cappuccino.


-REIIIII! SBRIGATIII!


In un batter d'occhio il mio manager mi raggiunse in macchina. Intanto io, che mi ero già seduta, avevo finito di sistemare i capelli in un perfetto chignon e avevo appena iniziato a mettere il mascara.

Mi ritrovai in meno di quattro minuti a scuola: Rei aveva dovuto ignorare i limiti di velocità per far si che io non arrivassi troppo tardi a scuola.

Corsi per tutto il corridoio fin quando non arrivai alla mia classe.

Presi un po' di fiato e bussai, dopo il consenso aprii la porta.


-Scusi per il ritardo professoressa!- dissi chinandomi in segno di scuse.

-Kurata! Quante volte dovrò ancora ripeterti che a scuola si arriva in orario?


Purtroppo alla prima ora avevamo la professoressa di matematica che, ovviamente, mi aveva presa in odio in quanto ero la sua studentessa peggiore.

Lei stessa, quando annunciava i risultati delle verifiche, mi scherniva ricordandomi quanto fosse travagliato il mio rapporto con la matematica e di sicuro ci godeva nel farmi la paternale per ogni non nulla e a mettermi in cattiva luce anche con i miei compagni.


-Posso entrare?

-No. Raggiungi Yoshida in presidenza, magari il direttore riesce a farvi capire il regolamento scolastico.

-Molto simpatica.- affermai sfoderando un sorriso angelico per poi chiudere la porta e dirigermi in presidenza.


Rabbrividii al pensiero di ciò che quella donna mi avrebbe fatto a causa della mia risposta, ma che potevo farci? Iniziava davvero a infastidirmi!

Ci mancava solo che desse la colpa dei miei insuccessi scolastici alla mia fama e al mio lavoro, anzi...secondo me lo pensava!


È possibile che gli insegnanti più stronzi siano quelli di matematica?


Bussai alla porta del direttore e quando entrai rimasi scioccata da ciò che i miei occhi stavano vedendo: Yoshida e il preside erano seduti sulle poltroncine in pelle, davanti alla scrivania, e...stavano giocando a carte...?


-B-buongiorno...- dissi io cercando di attirare il più possibile la loro attenzione

-Oh, Sana Kurata! Vieni vieni! Vuoi unirti a noi?- disse sorridendo e mostrandomi le carte che teneva in mano.

-No grazie...- risposi io sconcertata.


Mi sedetti nel divanetto in pelle che stava appoggiato al muro, alla sinistra delle poltroncine, e iniziai a guardarmi intorno.

La stanza non era molto grande e di sicuro non veniva verniciata da un po' di tempo, infatti negli angoli del soffitto c'erano varie macchie d'umido e le pareti bianche erano sporche.

Le varie cassettiere e i mobili erano in legno scuro lucido messe in un lato della stanza.

La scrivania era molto ordinata, c'erano: un computer portatile, una lampada da ufficio, tante penne e due agende.


-Sei anche tu in ritardo?- mi chiese il preside risvegliandomi dai miei pensieri.

-Emh si...non ho sentito la sveglia...- dissi chinando il volto e arrossendo un poco

-Tranquilla capita anche a me alle volte- disse ridendo. Da come muoveva la testa sembrava una gelatina...

E non solo! Aveva anche un'aria familiare, mi ricordava il preside delle mie scuole elementari...

Forse erano cugini, se non pure fratelli!


L'ora passò abbastanza in fretta, io iniziai a leggere un libro che avevo comprato in America poco prima di partire, mentre i due continuavano a giocare a carte.

Il preside aveva perso tutte le partite e le sue espressioni da sconfitto fecero scoppiare me e Yoshida in una grande risata.

In quel momento, però, mi accorsi di una cosa.

La risata di Yoshida era coinvolgente e bellissima, dopotutto non era per niente male nemmeno fisicamente.


Certo che lui e Hayama fanno a gara in quanto bellezza.


Mi stupii io stessa dei miei pensieri, ma d'altronde non potevo fare altrimenti se non ammettere a me stessa che quei due ragazzi avevano la capacità di rapirti con un solo sguardo talmente i loro erano profondi quasi come ti studiassero dentro.

Arrossii lievemente quando mi resi conto di ciò che avevo pensato in quel momento, un po' perchè nella mia mente si fecero vivi i volti di Hayama e Yoshida sotto una luce diversa che, a dirla tutta, non era nemmeno una novità, e un po' per i sensi di colpa che provavo in quel momento verso Naozumi.

Accidenti! Lui era il mio ragazzo e io pensavo in un modo non troppo fedele ad altri due!

Il lavoro doveva avermi data alla testa!


-Kurata, perchè mi fissi?- mi chiese Yoshida puntando i suoi occhi verdi su di me.

-Io non ti sto affatto fissando!

-Invece si, e anche intensamente- disse ghignando.

-Signor preside, è arrivata per me l'ora di tornare in classe, grazie e arrivederci!


Uscii di corsa dalla stanza e mi fermai un attimo davanti alla finestra nel corridoio.

Il cuore aveva iniziato a battere all'impazzata e sentivo il viso in fiamme, inoltre avevo la sensazione di aver ripreso solo ora a respirare; come quando si va sott'acqua per un po' di tempo e poi si risale in superificie con il fiato corto.


Cosa mi sta succedendo?


Si era scatenata una tempesta dentro di me e le immagini di Yoshida e Hayama avevano preso il controllo della mia mente oscurando completamente quella di Nao che si era fatto così lontano in quell'istante.

Una mano sulla spalla mi risvegliò dal mio stato di trance.


-Ehi tutto ok? Non volevo allarmarti così!- disse Yoshida evidentemente preoccupato per la mia reazione.

-N-no sto bene, non preoccuparti...


La voce mi tremava un poco ed ero nel caos più totale, non riuscivo a guardarlo negli occhi: il suo sguardo era diventato così pesante da sostenere, eppure ero sempre io l'ultima a chinare il capo trai due.

Iniziai a torturare le mani, ero davvero nervosa. Per colpa di una stupida risata il mio cervello e la sua capacità di razionalizzare erano andate a farsi friggere.


Sentii il mio viso che si sollevava e che si voltava verso quello di Yoshida.


-Non so cosa ti sia preso prima, ma ho un segreto da confidarti...


Smisi di respirare, il cuore prese a battere fortissimo come non faceva da anni, come non faceva dall'ultimo bacio con Hayama.


-La verità, Kurata, è che tu mi piaci, tanto da rendermi impotente


Non feci in tempo a metabolizzare la sua frase o a ribattere che le nostre labbra si unirono in semplice e tenero bacio colmo del mio stupore e del suo amore nei miei confronti.


-Tu...lascia subito la mia ragazza!

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Salve a tutti! Eccomi qui con il nuovo capitolo!

Si è rivelato un po' più complicato del solito da scrivere visto che dovevo mettere vari avvenimenti importanti per i prossimi capitoli!

Allora allora...Avete visto cosa ha fatto Nao? Ha detto una bugia bella e buona alla nostra protagonista mettendola contro il nostro Akito! Non so se tra le persone che leggono questa ff ci siano delle fan di Nao, se è si mi scuso, ma in questa storia mi occorre stronzo fino al midollo! 

E di Yoshida che mi dite? Vi aspettavate questo finale? E secondo voi adesso cosa succederà? Una cosa è certa: un bel casino!

Aspetto le vostre recensioni e ci sentiremo di nuovo nel prossimo aggiornamento che avverrà la prossima settimana!

Volevo lasciare (nuovamente) il link della mia pagina facebook, vorrei conoscervi e discutere con voi delle fan fiction che sto scrivendo in questo periodo.

Questo è il link: https://www.facebook.com/makabakaff?fref=ts

Mi raccomando: passate!

Volevo ringraziare tutti coloro che hanno recensito la storia e chi, dopo tutto questo tempo e dopo la mia assenza lunghissima, continua a supportarmi! Non sapete quanto io sia felice di leggere i commenti e i messaggi che mi lasciate! ><

Grazie di cuore a tutti!

Kiss

Maka_baka

   
 
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