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Autore: _IcePotter    03/08/2015    7 recensioni
Kendall Schmidt ha diciotto anni e nessuna intenzione di innamorarsi. Come ogni ragazzo della sua età che si rispetti però, anche lui ha bisogno di qualcuno che sia disposto ad andare a letto con lui ogni volta che ne ha voglia. Logan Henderson è tutto ciò che ha sempre cercato. È disponibile a qualsiasi giorno e a qualsiasi orario e si è rassegnato alla regola del Niente sentimenti. Carlos Pena si trova nel bel mezzo di uno strano triangolo amoroso: Kendall, il suo orgoglio e Logan. James Maslow vive una relazione complicata: la sua ragazza è la sorella di uno dei suoi migliori amici.
Da qualche tempo, Kendall sente qualcosa di stupido, lì, proprio dove sta il petto. È strano, ma sente la strana necessità di passare più tempo possibile con Logan, per conoscerlo un po’ meglio. Quando parla di queste cose a Carlos, l’amico gli propone una scommessa: avrà a disposizione una settimana per fare quello che vuole con Logan, senza però portarselo a letto. Kendall accetta senza nemmeno pensarci. Del resto, si dice, è impossibile che si stia innamorando.
***
Kogan|Long-fic|Accenni di CarlosxAlexa|JamesxSorpresa
Alle mie #Rushers. Vi voglio bene!
Per motivi personali, il terzo capitolo sarà online dopo il 23!
Genere: Commedia, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Kendall, Logan, Un po' tutti
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Till the night ends
Monday

Quel lunedì era iniziato come tanti altri. Fuori il sole era già alto nel cielo e c’era una terribile afa. I vestiti si appiccicavano addosso agli abitanti di Minneapolis, che cercavano refrigerio con aria condizionata e ventilatori. Tutto quel caldo sembrava quasi surreale se si considerava che era soltanto il mese di maggio, continuavano a ripetersi. La vita scorreva frenetica come al solito: per le strade si vedevano composti uomini in pausa pranzo, donne che camminavano sorridenti spingendo i loro passeggini, bambini che si ricorrevano ridendo per le strade.
Logan osservava tutto ciò dalla finestra della sua stanza, con aria quasi malinconica. La sua mente stava lavorando febbrile da diversi minuti e lui sentiva la testa esplodere. Aveva il viso rigato dai rimasugli di alcune lacrime che gli avevano rigato il viso poco prima. Aveva telefonato a Carlos per l’ennesima volta soltanto una mezz’oretta addietro e il suo amico gli aveva assicurato con una sicurezza disarmante che le cose si sarebbero sistemate il più in fretta possibile. Era felice che il latino fosse convinto di quella cosa, perché lui non lo era affatto. Anzi, se possibile pensava che la situazione sarebbe ulteriormente peggiorata.
Quasi come attirato dai suoi pensieri nefasti, il suo cellulare, che aveva gettato sul letto poco prima, aveva vibrato e le note di “She Looks so Perfect” dei 5 Seconds of Summer si erano rapidamente diffuse per la stanza. Chiedendosi chi diamine fosse stato a cambiare la sua suoneria, aveva sbloccato il suo cellulare.

Kindle- Chiamata Persa
Kindle- Nuovo Messaggio

Logan, ti va di vederci questa sera? Mi piacerebbe cenare con te, ho bisogno di dirti una cosa abbastanza importante e poi, beh, mi farebbe piacere :) Allora, ci stai?
Eccola, di nuovo all’attacco. Quella sua speranza del cazzo. Quella che lo illudeva e puntualmente infrangeva i suoi sogni e le sue speranze, lasciandolo solo con il suo cuore infranto.
Certo, perché no? A che ora? (:
Non illuderti, non illuderti, non illuderti, non illuderti, non farlo. Era stato troppo tardi quando la vibrazione successiva gli era giunta alle orecchie. Si era già illuso, per l’ennesima volta.

***


-Sei proprio sicura di star bene?- le aveva chiesto James per l’ennesima volta. Quel giorno l’aveva invitata a casa sua, dato che lui viveva da solo. Per mantenersi lavorava in una palestra e faceva anche da personal trainer ad alcune simpatiche signore sulla quarantina. Spesso Ciara gli metteva il broncio quando se ne ricordava e lui le metteva il bacio, dicendole che per lui contava soltanto lei.
-Sì, scusami, sono soltanto un po’ distratta. Cosa stavi dicendo?- aveva risposto in fretta la quindicenne, facendo guizzare i suoi occhi per tutta la stanza, senza guardare mai verso di lui. Si vedeva che era nervoso, se n’era reso conto dal modo in cui le sue mani non avevano smesso per un secondo di torturare l’orlo del vestito arancione che indossava quel giorno o dal modo in cui, anche se erano seduti sullo stesso divano di pelle nera, cercava in ogni modo di evitare il contatto fisico con lui.
-Che ho capito che c’è qualcosa che non va. Dobbiamo girarci intorno ancora per molto oppure ti va di dirmi cosa succede?- gli aveva chiesto con un tono intriso di dolcezza che usava soltanto con lui. In risposta aveva ricevuto soltanto un singhiozzo soffocato. Preoccupato, aveva sollevato un braccio in direzione del suo viso, che era stato coperto dalle mani. –Hey- le aveva detto avvicinandosi- è tutto okay, non fa nulla se non ti va di dirmi cosa c’è che non va, davvero.
A quelle parole Ciara aveva sollevato la testa di scatto. Per James era bellissima anche in quel modo, con i capelli scomposti che fino a pochi minuti prima erano stati legati in un’elaborata acconciatura e i residui di ombretto e mascara sulle guance.
-N-no, io ho voglia di dirtelo. In realtà è una cosa stupida, lo so. Quando mi hai invitata qui da una parte ero felice, perché sai che amo passare ogni minuto con te e mi entusiasmava il pensiero che avrei potuto baciarti senza avere il pensiero che qualcuno ci vedesse. D’altro canto però, avevo paura che tu ti rendessi conto che io non sono abbastanza per te –i suoi occhi si erano riempiti nuovamente di lacrime a quelle parole e una era scesa traditrice lungo la sua guancia destra, ribellandosi- I-io non mi sento pronta per… q-quello, insomma. Ma se tu ci tieni, e giuro che posso capirti!, ti giuro che cercherò di esserlo il prima possibile. S-sono una stupida, non è vero?- gli occhi di James si erano spalancati a quelle affermazioni.
-Ci-ci, tu non sei affatto stupida. Sei bellissima, meravigliosa e non poteva capitarmi nulla di migliore di te nella vita, chiaro? E, per quanto riguarda quello, ne abbiamo di tempo davanti. Non ti ho invitato qui per forzarti a fare qualcosa che non vuoi fare. Sei la cosa migliore che mi sia mai successa, non lascerò che una cosa del genere si ponga tra noi due. Non m’importa di nulla, aspetterò anche tutta la vita se necessario. Non sono mai stato bravo con le parole, quindi ho voglia di dimostrartelo in un altro modo, se tu sei d’accordo. Aspettami, ci metto un attimo, okay?- era sparito per qualche minuto, tornando con una chitarra in mano e un dolce sorriso sulle labbra. Labbra che dopo pochi secondi erano finite su quelle della ragazza, per lasciarle un veloce e casto bacio.
-I used to wanna be  living like there's only me and now I spend my time thinking 'bout a way to get you off my mind
I used to be so tough never really gave enough  and then you caught my eye giving me the feeling of a lightning strike
Look at me now, I'm falling. I can't even talk, still stuttering. This ground of mine keeps shaking                  Oh oh oh, now!
All I wanna be, yeah all I ever wanna be, yeah, yeah
Is somebody to you
All I wanna be, yeah all I ever wanna be, yeah, yeah
Is somebody to you-
Era riuscito a malapena a finire il ritornello, perché Ciara gli aveva gettato le braccia al collo baciandolo. James aveva poggiato la chitarra a terra, ricambiando il bacio. Si erano staccati soltanto quando la necessità di prendere fiato era diventata troppo impellente. Si erano sorrisi, complici, abbracciandosi.
-Ti amo- gli aveva sussurrato la quindicenne all’orecchio. Di riflesso il castano aveva sorriso, intenerito.
-Anche io- le aveva risposto, alzandosi. –Vado a prendere qualcosa da mangiare di là, okay?- la ragazza aveva annuito, poggiandosi meglio sul divano. Lo aveva osservato mentre si alzava pensando che sì, James era davvero la cosa migliore che le fosse mai capitata.

***


Carlos stava iniziando a pensare che la sua camere stesse diventando una specie di covo segreto per super-cattivi. Non sarebbe riuscito a spiegarsi altrimenti, tutti gli appunti che aveva preso per riuscire a far capitolare Kendall ai piedi di Logan, o quelli per dare una mano a James e Ciara. Nel complesso erano un bel mucchio di fogli, che in quel momento si trovavano sparpagliati un po’ ovunque nella sua stanza. Addirittura ce n’era uno sul lampadario –come ci fosse arrivato lì, era qualcosa che non riusciva a spiegarsi-. Circa una decina di minuti prima infatti, in preda ad un’evidente crisi isterica, aveva lanciato tutti i suoi appunti per aria insieme ad un urletto molto poco virile. Ringraziava il fatto che sua madre non fosse in casa, avrebbe trovato un po’ difficile spiegarle l’intera situazione.
Si era chinato a raccogliere un foglio che era scivolato sotto il letto, sospirando. Magari avrebbe potuto dirle che aveva quattro amici musoni e un po’ tardi, che non riuscivano ad essere felici se prima non si facevano soffrire un po’ a vicenda o non facevano venire una bella emicrania a lui. Amici meravigliosi, davvero.
Okay Carlos, si era detto, niente panico. Vedrai che adesso resterai tranquillo per una buona mezz’oretta e riuscirai a rimettere tutto apposto, dopo di che uscirai con Alexa e ti dimenticherai di tutti almeno per qualche ora.
Nemmeno a dirlo, il suo cellulare aveva scelto proprio quel momento per iniziare a suonare. Alzando gli occhi al cielo e mormorando qualcosa di simile ad un “Perché a me? Perché tutte a me?” si era affrettato a mettere a tacere le note della sua suoneria, portandosi il cellulare all’orecchio senza degnarsi neppure di leggere il nome del mittente.
-Pronto?- aveva chiesto, cercando di tirar fuori un tono più naturale possibile.
-Los, ti disturbo?- gli aveva chiesto di rimando la voce piatta e al tempo stesso un po’ agitata di Logan. Il latino aveva sospirato, capendo quale sarebbe stato il probabile argomento di conversazione. Kendall era già passato all’azione?
-No, figurati. Dimmi pure- gli aveva detto in tono cordiale.
-Uhm, beh, Kendall mi ha invitato a cena. – a Carlos era scappato un sorriso spontaneo a quelle parole. Se solo Logan avesse saputo…
-Grande! E cosa c’è che non va?
-Beh- il moro suonava tremendamente imbarazzato e il latino poteva giurare che molto probabilmente, in quel momento le sue guance stavano andando a fuoco e si stava spettinando il ciuffo con una mano. Lo faceva sempre, quando era nervoso. –il punto è che non so che mettermi, insomma, so che probabilmente non ci resterò per tanto tempo con quelli addosso, ma ci tenevo comunque a vestirmi bene, ecco…
Carlos aveva sorriso di nuovo. Quello era uno dei motivi per i quali era convinto che Logan meritasse qualcuno che lo trattasse bene e che lo apprezzasse come meritava: era una delle persone più dolci e tenere al mondo.
-Per quanto riguarda il fatto del tenerti i vestiti addosso, io non ne sarei poi così sicuro. Comunque sia, che ne dici dei jeans che hai comprato l’altro giorno, hai presente quelli chiari? E poi, uhm, una camicia?
-Okay, grazie mille! Dici che non ci sarà bisogno di portargli qualcosa di particolare?- gli aveva chiesto ancora agitato.
-Logan, la tua sola presenza basterà, credimi. Non credo che a Kendall possa interessare nulla che non sia tu, specialmente stasera.
-Sai qualcosa che io non so, per caso?- gli aveva chiesto il moro.
-No, assolutamente. Comunque, sarai perfetto, sarà tutto perfetto. Credimi.
-Hai ragione, grazie. Ora scappo, sono in ritardo!
-A dopo! Poi voglio il resoconto completo di tutto ciò che è successo!- aveva esclamato, con voce allegra.
-Carlitos, sei peggio di una vecchia comare!- lo aveva rimproverato ironicamente l’amico.
Entrambi avevano riso, divertiti. Era questo il bello della loro amicizia. Spesso e volentieri si capivano anche in quel modo.

***


Kendall si muoveva agitato per la sua stanza, rischiando di farsi venire il mal di mare. Non avrebbe mai pensato che lui potesse essere agitato per qualcosa che sembrava simile ad un appuntamento. Si era messo in tiro e aveva cercato di sistemare come meglio poteva il tavolo per a cena. Era stato complicato –perlopiù per il fatto che gli tremavano le mani e non riusciva a smettere di deglutire-, ma alla fine pensava di aver ottenuto un risultato quantomeno passabile.
In quel momento non riusciva a smettere di guardare l’orologio, terribilmente agitato. Aveva cercato di asciugarsi i palmi sudati sui jeans, per poi rinunciarci quando si era reso conto che il campanello stava suonando. Rischiando di inciampare sui suoi stessi passi, era andato ad aprire la porta. La visione che aveva trovato al di là di essa era semplicemente… non riusciva neppure a trovare le parole per descriverlo. Logan lo fissava sorridendo, mentre si agitava, spostando una rosa bianca da una mano all’altra. Indossava un paio di pantaloni chiari che gli fasciavano alle perfezione le gambe e una camicia chiara per metà aperta sul petto.
-Q-questa è per te- aveva detto il moro, porgendogli la rosa. Kendall l’aveva accettata con un sorriso sincero, invitandolo ad entrare con un cenno della mano. Aveva poggiato la rosa su un tavolinetto in legno lì vicino. Improvvisamente però, una parte del vecchio lui era riemersa in superficie. Ma che diamine stava facendo? Da quando in qua lui era quel tipo di persona che si comportava gentilmente, che invitava le persone a cena come se fosse un moderno esemplare del principe azzurro?
Si era voltato verso Logan, che in quel momento aveva un’aria timida e tranquilla, mentre spostava il peso da un piede all’altro. Ci aveva messo solo pochi secondi a raggiungerlo e a baciarlo, sbattendolo contro la porta. Il moro si era fatto scappare un lieve gemito di dolore, mentre si apprestava a ricambiare il bacio. Le loro labbra si muovevano veloci le une sulle alle altre, le une contro le altre, con violenza. Il biondo aveva infilato una mano tra i capelli dell’altro, tirandoli con prepotenza. Si erano staccati, totalmente a corto di fiato, dopo diversi minuti.
-Non abbiamo nemmeno iniziato a cenare e tu vuoi già prendere il dolce?- gli aveva chiesto il più basso, ridendo contro le sue labbra appena gonfie. Kendall aveva cercato a sua volta di trattenere una risata, con scarso successo. La sua mente ci aveva messo solo pochi secondi però, ad elaborare quanto era successo. Stava per infrangere la promessa con Carlos senza neppure aver provato a vincerla. E poi, adesso che ci pensava, la visione di Logan con le sopracciglia appena schiuse e le labbra aperte, poteva averla ogni volta che voleva, mentre quella del vero Logan, che magari gli sorrideva e faceva qualche battutina ironica delle sue, era una cosa rara per lui. Quindi no, decisamente non era il caso di lasciarsi sfuggire quella situazione come se si trattasse di un pugno di mosche. Se la sarebbe goduta e avrebbe dimostrato anche a se stesso e a Carlos che non provava assolutamente nulla per quel moretto impertinente che sembrava divertirsi a confondergli le idee.
Si era alzato, porgendo la mano all’altro che, sebbene inizialmente esitante, l’aveva afferrata.
-Tutto bene?- gli aveva chiesto, sollevando un sopracciglio. Non era decisamente da lui comportarsi in quel modo.
-Uhm, hai presente quella cosa di cui dovevo parlarti? Ecco, credo sia arrivato il momento di farlo. So che probabilmente ti sembrerà strano ciò che sto per dirti, ma ti assicuro che non appena potrò ti spiegherò tutto.
-Kindle, mi spaventi- gli aveva detto il moro. A Kendall era venuto spontaneo sorridere per quel soprannome, dato che l’altro era l’unico a chiamarlo in quel modo. Gli piaceva, il fatto che fosse una cosa unicamente tra loro due. Gli dava un’idea di appartenenza, era qualcosa che gli piaceva particolarmente.
-Ma dai, figurati! Non posso spiegarti il perché, ma per una settimana non potremo andare a letto insieme. So che è strano, ma è così. Possiamo fare qualunque altra cosa che non abbia a che fare con quello, si tratta soltanto di una settimana. Potresti farlo per me?- gli aveva chiesto con un tono che somigliava all’implorante.
-C-certo, non c’è problema. Sei proprio sicuro che non ci sia niente che non vada? Sai che in quel caso potresti parlarmene, noi in un certo senso siamo amici, no?- il biondo aveva annuito, sorridendogli.
-Tranquillo, dico davvero. È tutto okay! Adesso, milord, le va di seguirmi?- Logan era scoppiato a ridere, ma aveva comunque accettato il braccio che l’altro gli stava porgendo, mentre le guance gli si tingevano di rosso per l’imbarazzo.
Forse alla fin fine, c’era davvero la speranza che le cose cambiassero.

***


Smorzato l’imbarazzo iniziale –insomma, non era mai stato a cena con un ragazzo, come diavolo avrebbe dovuto comportarsi?- le cose, secondo Kendall, stavano procedendo piuttosto bene. Aveva scoperto che lui e Logan avevano più cose in comune di quanto pensasse, in particolar modo l’interesse per i libri e per le serie tv. Era proprio di quest’ultimo argomento che stavano discutendo in quel momento.
-Vuoi dire che preferisci Blaine e Sebastian a Blaine e Kurt?- stava chiedendo incredulo il biondo.
-Certo!- aveva esclamato Logan agitando per aria la forchetta con ancora un pezzo di carne incastrato –Pensaci: tra di loro c’è molta più tensione sessuale, in più hanno questo rapporto da amici/nemici, non si può non amarli insieme!
-Se non fossi tu credo che smetterei di rivolgerti la parola. Blaine e Sebastian, Sebastian e Blaine! Roba da matti!- aveva risposto Kendall, alzandosi per riempirsi nuovamente il piatto. Quel pomeriggio aveva chiamato sua sorella per farsi dare una mano a cucinare e doveva ammettere che Ciara aveva fatto un lavoro eccezionale: oltre agli antipasti di pesce e alle lasagne, lo aveva aiutato a preparare un polpettone con contorno di piselli e carote e aveva addirittura preparato una torta al cioccolato per dessert. Il biondo si era dimostrato stupito di tutta quella gentilezza, ma lei si era limitata a scrollare le spalle, dicendo che lo faceva per il bene suo e di Logan. Come avesse fatto ad indovinare che doveva cenare con lui, restava ancora un mistero.
Il sorriso del moro si era come congelato sul suo volto.
Se non fossi tu.
Se non fossi.
Tu.
Ma che cazzo aveva appena detto?

***


Dopo quel piccolo “incidente” Kendall aveva parlato cercando di tenere attivo il filtro bocca-cervello. Nel compenso i risultati non si potevano dire poi così catastrofici. Dopo la cena si erano spostati in salotto, sul divano. Avevano deciso di guardare un film e, in quel momento, il biondo era piegato davanti alla tv, in cerca di un film adatto a quel momento.
-Uhm, Harry Potter? Li ho tutti nell’edizione speciale con le interviste ai personaggi e all’autrice!
-Adoro quei film,  ma li ho guardati così tante volte che ormai li so tutti a memoria- aveva risposto Logan, da un punto indefinito sul divano. Kendall gli aveva detto di mettersi comodo e lui era finito con lo sdraiarsi e mettersi un cuscino dietro la testa. I suoi occhi non avevano abbandonato il corpo dell’altro nemmeno per un minuto. Ai suoi occhi era perfetto: il modo in cui si muoveva e si voltava a guardarlo proponendogli l’ennesimo titolo, con una piccola ruga che gli increspava la fronte e un minuscolo sorriso che faceva spesso senza neppure rendersene conto.
-Hunger Games?
-No, ti prego- aveva risposto Logan agitando le mani in avanti –soffro ogni volta che lo vedo. Sì, specialmente il terzo, smetti di sventolarmelo davanti.
Il biondo aveva soffocato una risatina mettendosi una mano davanti la bocca. Aveva sfogliato ancora qualche altro DVD, soffermandosi su uno in particolare. Lo aveva preso tra le mani, con un sorriso che man mano si andava allargando sul suo viso. Si era voltato trionfante, sapendo di essere finalmente riuscito a trovare il film.
-Noi siamo infinito?- aveva chiesto, soltanto per conferma. Sapeva che era il suo film preferito, glielo aveva confessato lui stesso durante una serata in cui erano stati particolarmente intimi.
-Sì!- aveva esclamato il moro, facendo un salto sul divano bianco e rischiando di capovolgerlo. Kendall lo aveva guardato per qualche secondo e non si era trattenuto dallo scoppiare a ridergli in faccia. Aveva un’espressione buffissima, a metà tra il divertito e l’imbarazzato.
Ancora ridacchiando, aveva fatto partire il film e si era accomodato sul divano accanto al più basso, che nel frattempo si era messo seduto per lasciargli un po’ di spazio.
Mentre le prime scene iniziavano a scorrere veloci sullo schermo, a Kendall era sembrato stranamente naturale avvicinarsi all’altro, fino a quando una delle sue mani era scivolata fino a cingergli la vita. Se Logan era rimasto sorpreso da quell’iniziativa non l’aveva dato a vedere, al contrario. Si era limitato a poggiare la testa sulla spalla dell’altro senza dire nulla, perché probabilmente le parole non sarebbero riuscite a spiegare ciò che sentiva senza confondersi o fare un discorso privo di senso.
Il biondo aveva cercato di concentrarsi sul film, ma era difficile farlo quando la porzione di pelle sotto l’orecchio del moro era così invitante. Gli sarebbe piaciuto abbassarsi e sfiorarlo con la lingua, per poi scendere con i denti sempre più giù, deliziandosi dei suoi che sarebbero usciti dalla bocca dell’altro.
Normalmente lo avrebbe fatto, ma quella volta c’era qualcosa che lo frenava. Qualcosa che andava ben oltre la scommessa che aveva fatto con Carlos. Voleva dimostrare  a se stesso di essere in grado di vincere quella scommessa e al tempo stesso aveva paura che avrebbe finito con il perdere miseramente. Non sapeva come mai aveva questo pensiero, ma era qualcosa che lo spaventava e lo eccitava al tempo stesso. Gli erano sempre piaciute le sfide e quella era l’occasione perfetta per confrontarsi sia con Carlos e la sua stupida mania di fare da Cupido, sia con se stesso e quelle strane cose che sentiva. Alla fine, si era detto, avrebbe vinto. Ma, mentre continuava a guardare Logan che estasiato fissava l’evolversi del personaggio di Charlie, si era detto che alla fin fine avrebbe anche potuto aspettare fino al giorno dopo per darsi da fare e vincere. In quel momento poteva godersi l’attimo e basta, lasciarsi sfiorare dall’idea che quella sera sarebbe durata per sempre e quel piccolo sorriso che increspava le labbra di Logan sarebbe rimasto lì per sempre. Le illusioni erano una cosa alla quale si aggrappava spesso, per dimenticare o anche solo per darsi speranza. Era stupido pensare che il mondo sarebbe rimasto fermo a quel momento perfetto ed idilliaco, in cui le sue preoccupazioni sembravano essere sparite per un attimo. Era stupido sì, ma lui ci sperava comunque. Dopo i problemi con suo padre non erano state molte le possibilità che aveva avuto per godersi la compagnia di qualcuno senza pensare che quello che faceva fosse sbagliato. Probabilmente era per questo che aveva cercato una relazione che non coinvolgesse i sentimenti, nella speranza di riuscire a cambiare ciò che sentiva. Voleva svegliarsi un giorno e capire che magari si era trattato soltanto di un momento di debolezza. Magari sarebbe tornato ad essere il figlio che suo padre aveva sempre lodato, quello che non sbagliava mai e per il quale il genitore aveva sempre un occhio di riguardo. Probabilmente non avrebbe dovuto interessarsi così tanto a qualcuno che ci aveva messo così poco a cambiare opinione su di lui, ma non riusciva a non farlo. Suo padre era come un tarlo nella sua mente, un rumore costante che, sebbene in diversi occasioni si affievoliva, non se ne andava mai del tutto.
Una risata proveniente dal ragazzo al suo fianco lo aveva riscosso da quei pensieri. Erano arrivati alla scena del Babbo Natale segreto e lui ricordava vagamente qualche battuta del film. Era strano, ma Logan che rideva, mostrando i denti dell’arcata superiore e facendo fare capolino ad una fossetta nascosta, era la visione migliore del mondo. E in quel momento lui non aveva voglia di rovinarsi la serata con pensieri tristi. Voleva distrarsi e pensare al meraviglioso ragazzo di fianco a lui, che aveva la testa ancora poggiata sulla sua spalla e sorrideva come un bambino in direzione dello schermo. E chissà, magari con il tempo le cose sarebbero cambiate. Lui non sarebbe mai diventato il principe azzurro, ma capiva dagli occhi di Logan che a lui andava bene così.

***


James guardava Ciara, addormentata angelicamente sul suo letto. Avevano parlato per tutto il pomeriggio e dopo aver mangiato una pizza, si erano spostati sul letto. E tra chiacchiere e abbracci avevano finito per passare la serata in quel modo.
Era la cosa più eterea che esistesse al mondo. Sorridendo, aveva steso una coperta sul corpo della quindicenne, sospirando stancamente. Aveva afferrato il cellulare, cercando di trovare il coraggio di chiamare Kendall e dirgli finalmente come stavano le cose.
Non sapeva spiegarsi il perché, ma sembrava che tutto gli remasse contro. Sapeva che sarebbe passato lui per il pervertito di turno, se qualcuno avesse saputo di tutta quella storia. Come avrebbe fatto a spiegare a Kendall che lui amava sua sorella più di ogni altra cosa al mondo? Come sarebbe riuscito a spiegargli tutte le sue emozioni? Non avrebbe potuto farlo. Era uno stereotipo, uno stereotipo del cazzo: lui avrebbe fatto la figura del maniaco che vuole farsi una ragazzina, lei la suddetta ragazzina che ci casca con tutte le scarpe, innamorandosi.
In tutta quella storia invece, l’unico che c’era cascato con tutte le scarpe era lui. Si era innamorato senza neppure rendersene conto, prima lentamente e poi tutto insieme. Se avesse avuto la possibilità di tornare indietro però, avrebbe fatto tutto di nuovo. Nonostante tutto, quella ragazzina bellissima e impertinente era la cosa migliore che gli fosse capitata, l’avrebbe ripetuto all’infinito.
Mentre poggiava il cellulare sul comodino e si preparava a dormire sul divano, pensava che prima o poi il coraggio sarebbe arrivato. E pensava anche che quando sarebbe successo, l’avrebbe resa la persona più felice al mondo. Perché la felicità era la cosa che meritava di più e lui avrebbe fatto qualunque cosa pur di garantirgliela.

***


Alla fine del film, né Kendall né Logan avevano avuto il coraggio di muoversi. Erano rimasti fermi a guardare i titoli di coda che scorrevano veloci, senza il coraggio di muoversi per paura di interrompere quel momento. Dopo un paio di minuti durante i quali lo schermo era diventato nero, il moro si era girato nella sua direzione, sorridendo come un bambino davanti ad un pacco di caramelle.
-Grazie, grazie, grazie!- aveva esclamato, stringendolo appena in un abbraccio veloce. Kendall era arrossito ad una velocità che non credeva neppure possibile, sorridendo per tutta risposta.
-Figurati, anche io adoro quel film e poi, beh, mi sono divertito!
-Già!- aveva confermato Logan- sei un cuoco eccezionale, non lo avrei mai detto. Il dolce era semplicemente perfetto, sei stato insuperabile!
-Ma come?- gli aveva chiesto il biondo, fintamente offeso- dubiti delle mie abilità culinarie? Dovrei offendermi, sai?- il moro era scoppiato a ridere a quelle parole e lui lo aveva seguito a ruota. Senza che nessuno dei due se ne rendesse conto, si erano diretti all’ingresso e ormai erano arrivati davanti la porta.
-Beh, allora… ci vediamo, no?- aveva chiesto Logan, nuovamente incerto riguardo ciò che stava succedendo.
-C-certo! Ti chiamo io domani, okay?- il moro aveva annuito, apparentemente tentennante. Lo aveva guardato per qualche secondo, prima di avvicinarsi. Kendall aveva istintivamente chiuso gli occhi, lasciandosi trasportare ciò che stava succedendo. Il più basso aveva avvicinato le labbra alle sue, come tante volte era accaduto in passato. Il biondo sapeva cosa stava per succedere. Lo sapeva, perché era già successo e sarebbe successo ancora. All’ultimo momento però, la traiettoria era cambiata. Le labbra si erano attaccate alla guancia destra del biondo per un solo, lunghissimo istante. Poi si era staccato, sussurrandogli un appena udibile –Buonanotte Kindle- prima di sparire oltre la soglia della porta.
Dopo averla richiusa alle sue spalle, il biondo si era lasciato scivolare contro essa, con il cuore in gola. Era stato un momento assurdo. Meraviglioso, magico, ma assurdo. Era la prima volta che qualcuno rifiutava di baciarlo, la prima volta che qualcuno giocava con lui in quel modo. La prima volta che lo sfiorava il pensiero che una cosa simile potesse anche solo lontanamente piacergli.
E, a luci spente e con il cuore colmo di dubbi, si era addormentato lì sul pavimento, con il ricordo di quella serata impresso a fuoco nel cuore.
 
N.d.A. (Non datele ascolto!)
Ciao ragazzi! :D
Sono in ritardo, sono in ritardo, sono in ritardo! *schiva pomodori*
Davvero, avrei voluto postare prima, ma dato che tra un po’ devo partire per le vacanze sto cercando di portarmi avanti con gli altri capitoli, dimenticandomi totalmente che dovevo finire questo. È sicuramente il capitolo più corto di tutta la storia, ma vi giuro che non ero ispirata. Prometto che la prossima volta sarò sia più veloce che con un capitolo migliore. Detto questo, passiamo alla storia.
Kendall è uno scemo, niente di più, niente di meno. Sembra però che abbia iniziato a prendere consapevolezza dei suoi sentimenti che, come vedrete nei prossimi capitoli, non è cosa da poco. Logan mi fa una tenerezza assurda, a voi? Boh, ho sempre immaginato che quel ragazzo vivesse di film romantici e cioccolatini, non ci posso fare niente xD Il personaggio che invece ha avuto più successo è stato proprio il nostro Evil! Carlos che, personalmente, anche io adoro. E credo seriamente di aver iniziato a shippare in maniera alquanto malsana James e Ciara. Vi prego, quale altro ragazzo si metterebbe a cantarvi “Somebody to you” dei The Vamps in una simile occasione? Direi nessuno se non lui ahaha Ringrazio le sette (SETTE, S-E-T-T-E) persone che hanno recensito il prologo. Non vi ho ancora risposto (ma quanto sono prevedibile?), ma giuro che vi adoro! Per cui, grazie a: mirva, truzzi chan, Artemide BlueMoon, Hoon (che ringrazio doppiamente, dato che mi ha dovuta sopportare per non so quanto tempo), Arcadia, DarkDream (vale lo stesso per loro due) e alesonohrina. Ringrazio anche tutti quelli che hanno inserito la storia tra le preferite/seguite/ricordate. All the love! Ora scappo, mia sorella sta minacciando di picchiarmi e ci tengo alla mia vita! A prestissimo! -Ice <3 PS: Con questo mio scritto non intendo dare una rappresentazione veritiera dei personaggi, i BTR appartengono unicamente a loro stessi e probabilmente non passano tutto il loro tempo a rotolarsi tra le lenzuola e il mio conto in banca mi dice che non ci guadagno nulla a scrivere queste cose. Enjoy!


   
 
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