Storie originali > Soprannaturale
Segui la storia  |       
Autore: montejth    04/08/2015    1 recensioni
Si dice che ogni essere umano abbia un'anima gemella e che sia collegata a questa tramite un filo rosso talmente sottile da essere impercettibile.
Trovare quest'anima può essere, però, davvero difficile. Ma cosa accadrebbe se la propria anima gemella fosse un fantasma?
Genere: Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yuri, Crack Pairing
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
04/11/2014

Ancora una volta il rumore assordante delle chiacchiere tra adolescenti mi fa scoppiare la testa. 
Non sono riuscito a prendere la mia bottiglietta d’acqua durante i cambi dell’ora precedenti, quindi devo farlo ora. Ah, la mitica ricreazione: il momento che tutti gli studenti aspettano. Tutti gli studenti, tranne me.
Mi affretto a tornare in classe. 
Eccola lì! Con una delle sue amiche: maglioncino grigio – avrà capito che a Novembre fa freddo e che le maniche corte non sono adatte – e capelli lisci abbelliti da una piccola treccia laterale. 
Mi guarda e per un attimo mi sorride. E’ un sorriso strano, diverso da quelli che avevo visto in precedenza.
Mi sorrideva con gli occhi. I suoi bellissimi occhi.
Provo una fitta allo stomaco mentre torno in classe. Mi affretto a sedermi e a bere un sorso d’acqua.
“Che hai?” mi chiede Isaac incuriosito. Corrugo la fronte in segno di perplessità.
“Sorridevi mentre sei entrato. Tu non sorridi mai!” dice facendo una smorfia con la faccia. “Ecco, adesso sei tutto rosso! Ti hanno rapito gli alieni e ti hanno sostituito con uno di loro? Aspetta! Non potresti dirmelo se fossi uno di loro, perché sarebbe come rivelare la vostra esistenza! Ho ragione? Ma certo che ho ragione!” blatera così fiero di sé.
Mi tocco le guance. Scottano.
“Ho solo un po' di caldo” affermo per far smettere di blaterare il piccolo stramboide.
Passo i giorni successivi rintanato in classe e a tenermi il più possibile lontano dagli esseri umani.


14/11/2014 ore 4:36 

“Pronto?” rispondo al telefono ancora mezzo addormentato.
“SVEGLIA, SVEGLIA! CHI DORME NON PIGLIA PESCI!” la voce di Isaac squilla dall’altro capo.
“Ehi, fatti trovare pronto tra una mezz'ora. Ti passo a prendere e andiamo in montagna.” ordina e poi riattacca.
Con il sonno ancora negli occhi e la notte sulla mia testa, aspetto Isaac il mattiniero fuori la porta di casa. “Amico mio, sei in grave ritardo.” penso mentre cerco di riscaldarmi. 
Osservo il cielo trapunto di stelle – questo è plagio – e immagino come sarebbe fluttuare nello spazio. Non che voglia mai provarlo, ma me lo sono sempre chiesto. Sin da bambino.
“Hai una fervida immaginazione” diceva sempre la mia mamma “Farai grandi cose!” mi ripeteva.
Per ora non ho fatto altro che morire di freddo mentre aspetto uno che crede negli alieni.
Inizio a sospettare che mi abbia dato buca. 
Il modo in cui la luce si posa sui pini è da togliere il fiato. Cerco di scattare una foto, ma vengo bruscamente interrotto dalla luce di alcuni fari.
Salgo velocemente in macchina. Guardo Isaac in attesa di spiegazioni.
Silenzio stampa.
Passo tutto il viaggio dormendo. Mi sveglio solo una volta, mentre Isaac canta il jingle di non so quale spot per non so quale detersivo per la lavatrice. 
Sogno.
Sogno di gravitare per lo spazio, circondato da milioni di stelle che viaggiano a centinaia di anni luce e da galassie coloratissime ed enormi. Finché non vedo un piccolo meteorite danzare intorno a quei bellissimi soli.
E’ triste. Riesco a sentirlo. 
Si avvicina ad un altro meteorite e stanno lì, vicini, per qualche secondo.
Poi, la seconda meteora inizia a prendere fuoco e velocità e si allontana dall’altro fugace splendore che continua a girovagare tra le mille bellezze del cosmo.
Isaac mi scrolla.
‘Ehi, amico. Sveglia! Siamo arrivati.’ adesso sussurra, il bastardo.
Prendiamo le nostre cose dal portabagagli e ci affrettiamo ad entrare nella baita.
L’aria pungente mi colpisce le guance bollenti. 
La neve si posa lentamente sul bianco manto formatosi sul terreno. 
E’ la seconda volta che vedo la neve da quando sono venuto al mondo. Tristi memorie sono legate alla prima volta in cui la vidi. Non voglio ricordare.
Chiudo la porta alle mie spalle.
La casa è molto spaziosa, interamente di legno. L’ingresso funge anche da soggiorno: tavola con sei sedie, un divano, un tappeto bianco e peloso, un camino in pietra e un piccolo televisore.
Isaac mi accompagna nella mia camera. 
Spoglia. Pareti bianche. Munita solo di un letto e di un comodino.
‘Minimalista.’ penso ironicamente. Sistemo la valigia in un angolo e torno in soggiorno.
Mi siedo sul divano in pelle e chiudo gli occhi. 
Isaac deve avere acceso il camino prima di andare a disfare la sua valigia.
Lo schioppettio dei cioppi di legno sul fuoco mi guidano verso le grazie della dea Nyx per creare nuovi mondi con i fratelli Oneiroi. Sento il corpo abbandonare le forze. Una voce femminile in lontananza.
Mi lascio trascinare lentamente in un profondo sonno.
‘La ragazza è stata vista per l’ultima volta alle ventuno e trentacinque di ieri sera...’ dice la voce.
Ed ecco l’attimo che aspettavo.
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Soprannaturale / Vai alla pagina dell'autore: montejth