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Autore: alida    27/01/2009    1 recensioni
I tre indiavolati tennero stretti lo Spiraglio nello stesso momento e questo si attivò portandoli ad Hogwarts, il giorno in cui Harry Potter iniziava il suo terzo anno di scuola. E chi mai potrebbero essere questi tre indiavolati? A voi scoprirlo. I personaggi appartengono a J.K.Rowling, la storia non ha scopo di lucro.
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Remus Lupin, Severus Piton, Sirius Black
Note: OOC, What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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Ciao a tutti! E' un periodo in cui ho tante idee per la testa! Meglio così. Spero che la storia vi piacia.

Voglio specificare che da questo capitolo, dal momento in cui gli adulti incontrano i ragazzi,  gli adulti saranno chiamati: Piton, Black e Lupin. I ragazzi: Severus, Sirius e Remus. Così non fate confusione, mi è sembrata la scelta più semplice i ragazzi per nome, gli adulti per cognome. Attendo i vostri commenti. Baci, Alida

-Avanti- disse Piton e vedendo entrare Albus con Minerva riprese : -A cosa devo questa visita. Ci sono già problemi con gli studenti?-.

-No, Severus. O almeno non con gli studenti cui ti riferisci tu-rispose Silente.

-Vedo che, come sempre, riesci a parlare molto chiaramente, Albus-.

-Severus, abbiamo trovato 3 ragazzi che indossavano le divise di Hogwarts davanti al gargoyle che porta all’ufficio di Silente- iniziò la McGranitt

-Che cosa c’è di strano in questo,  Minerva-.

-Niente sennonché quelle divise, oltre avere lo stemma della casa di appartenenza stampato sopra, riportano anche le iniziali degli studenti-.

-E’ come saprai è da sedici anni che non abbiamo quest’usanza- specificò Silente.

-Mi state dicendo che degli studenti gironzolano con le divise dei loro genitori? Ed io che cosa dovrei fare secondo voi?- domandò un po’ confuso Piton.

-Severus, quei tre ragazzi sono un serpeverde e due grifondoro, hanno usato la parola d’ordine “Fragola e pistacchio” e quando ci siamo rivolti a loro, non hanno dato segno di riconoscerci- disse lentamente Silente.

Severus cominciava a rendersi conto che qualcosa non andava bene, ma non riusciva ad afferrare il punto.

-Studenti che non vi riconoscono! Tutti gli studenti sanno chi siete!-

-Tutti quelli del nostro tempo. Sicuramente tutti quelli che vivono la nostra vita!- disse Minerva.

Severus si tenne i polsini della camicia con le dita e disse, cominciando ad intuire qualcosa: -Perché lo state dicendo a me?-.

-Vedi Severus, io ho riconosciuto te in uno di quei ragazzi!- gli disse Silente mettendogli una mano sulla spalla.

-Oh Merlino! Ma non è possibile, io non ho mai avuto le conoscenze tali da passare da una vita all’altra. Non so, in tutta sincerità, neanche se esista uno strumento magico che possa permettere una tale azione. Le nostre vite sono uguali in qualsiasi tempo noi le viviamo. Com’è che io nella mia vita non ho fatto questo salto e il ragazzo che voi dite essere io, invece l’ha fatto?-.

-Non lo sappiamo, è ancora troppo presto per dirlo. Forse riusciremmo a capire di più se andassimo a parlare con i 3 ragazzi- affermò Minerva.

-Ah, Severus, volevo dirti… so che tu hai un alto grado di autocontrollo e sono felice per te. Spero che lo sappia mantenere anche di fronte ai ragazzi!-.

-Come sei gentile a preoccuparti.- rispose Piton e poi con un tono un poco scocciato disse: -E si potrebbe sapere perché non dovrei riuscire a controllarmi?-.

-Sai com’è… ragazzo mio, gli altri due giovani mi sono sembrati Remus Lupin e Sirius Black- rispose Silente di fretta mentre con Minerva, che sogghignava, uscivano dallo studio del professore di pozioni.

A Severus gli si ghiacciò il sangue nelle sottili vene, non bastava la vita che aveva vissuto. No, quei due erano venuti pure da un’altra vita a tormentarlo.

 

L’ufficio di Silente si aprì. Gli adulti si trovarono di fronte i tre ragazzi: Severus da una parte e Remus con Sirius dall’altra. La situazione era delicata, bisognava procedere per gradi. Silente guardò i tre ragazzi e disse: -Potremmo conoscere i vostri nomi e sapere come mai desiderate parlare col preside?-

Sirius, spavaldo, si fece avanti: -Mi chiamo Sirius Black e non è che io voglia parlare col preside, e il preside che ci ha fatto convocare-. Silente lo guardò incuriosito.

-No, ci hanno portato dal preside la professoressa McGranitt e il professor Lumacorno. Oh, chiedo scusa, io mi chiamo Remus John  Lupin-.

-John?- chiese ridendo Sirius ma fu fulminato dal suo amico. Si era ripromesso di non farlo più arrabbiare e ora che cosa combinava! Cercò di rimediare e seriamente disse: -Non lo sapevo, bel nome!-.

-Interessante- proseguì la McGranitt, e rivolgendosi al Serpeverde chiese : -E tu come ti chiami?-.

-Severus Piton, signora-. Piton guardandolo si riconobbe subito. Il ragazzo doveva avere sui tredici anni, era serio e non poté fare a meno di notare che già da giovane aveva un bel portamento.

-Severus- gli chiese Silente –ci puoi spiegare meglio la situazione?-

-Noi tre abbiamo avuto uno scontro in corridoio e i nostri capicasa ci hanno condotto dal preside, il quale ci ha lasciato un paio di minuti da soli nel suo ufficio per decidere di comune accordo con i docenti la punizione-.

-E poi cosa è successo?- chiese la McGranitt con fare indagatore.

-Ci siamo ritrovati qui- tagliò corto Remus.

-All’improvviso?- chiese con tono glaciale Piton.

I tre non sapevano cosa rispondere ma Piton li fece sciogliere, se così vogliamo dire, sottolineando: -Poiché il Veritaserum è illegale, forse basterebbe solo un po’ di Legillimanzia. Salvo che voi non preferiate diversamente-.

I giovani si spaventarono e guardando la McGranitt e Silente si accorsero che non era uno scherzo.

Severus iniziò –Black mi ha provocato!-

-Tu mi hai offeso!-.

-Mi hai sbattuto sulla scrivania di Silente-.

-E tu mi hai graffiato la faccia-.

-Stavate distruggendo l’ufficio del preside- intervenne Remus.

-Volevi colpirmi con quell’oggetto-

-E ti avrei colpito se Remus non fosse intervenuto!-

-SIIILEEENZIOOOO!- urlò Silente. –Di quale oggetto state parlando, vedete quell’oggetto, ora, in questo ufficio?-.

I tre si guardarono attorno mentre Piton li osservava con attenzione: i tre si erano picchiati in corridoio, avevano continuato nell’ufficio del preside, a lui non era mai successa una cosa simile, qualcosa di ignoto stava modificando il corso degli eventi.

Severus ad un certo puntò gridò: -Eccolo è quello-. Silente prese l’oggetto e guardando Piton e la McGranitt scosse la testa come a dire di no. Piton capì, Silente possedeva quell’oggetto da anni ma non era mai riuscito a capire a cosa potesse servire. La situazione era molto complicata.

Il preside si fece spiegare per benino come si erano svolti i fatti e poi fece un discorso ai giovanotti.

-Ragazzi, voi saprete di sicuro cosa pensiamo noi maghi sullo scorrere del tempo. Sulla vita che si ripete all’infinito sempre nello stesso identico modo con salti temporali di un anno. E’ mia convinzione che quest’oggetto vi abbia portato in un’altra vita. Non so come sia accaduto, ma è accaduto-.

-Cosa significa?- domandò spaventato Remus –Che non torneremmo più nella nostra vita, nel nostro tempo?-

-Non sappiamo ancora cosa succederà, per ora starete in questa scuola. Io sono la professoressa McGranitt, lui è il Preside Albus Silente, e…- voltandosi verso Piton disse : -E lui è il professore di pozioni Severus Piton-.

Severus e Piton si guardarono in faccia, come studiandosi a vicenda, mentre Sirius diceva : -Un professore, lo sapevo che finivi così, secchione!-. Ma ancora una volta Remus lo fulminò.

  
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