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Autore: DarkRose86    29/01/2009    1 recensioni
Un tempo, nella periferia di una piccola cittadina poco conosciuta, esisteva una strada dall'enigmatico nome;
in molti si erano chiesti perché si chiamasse in quel modo, ma nessuno era mai riuscito a carpire il segreto di quel luogo tetro ed inquietante.
Solo un ragazzo, guidato da uno sconfinato amore, ebbe successo in quell'ardua impresa.
Il suo nome, era Itachi Uchiha.
SECONDA classificata ( a parimerito con la storia di Shizue Asahi ) al Burnin' Contest, indetto da uchiha_girl
.Uchihacest.
Genere: Sovrannaturale, Mistero, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Itachi, Altri, Deidara, Ino Yamanaka, Sasuke Uchiha
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Ed eccomi qua a pubblicare il secondo ed ultimo capitolo di questa storia. Ringrazio infinitamente monnie89 per la sua recensione, sperando che anche questa seconda parte non la deluda. ^^ buona lettura!
Fatemi sapere che cosa ne pensate, ci tengo. ;_;

Capitolo 2

< ...è ora. > mormorò Itachi, aprendo il vecchio cancello, che prontamente cigolò, in perfetto stile horror.
Ino rabbrividì, stringendosi al braccio del suo amato, mentre Deidara guardava dritto davanti a sé, deciso più che mai a far luce sulla faccenda.
Quel posto, constatarono per l'ennesima volta, era veramente inquietante, specie quand'era buio; i grandi alberi, all'ombra dei quali giacevano i defunti, creavano strani, astratti disegni, aiutati dalla fioca luce della luna. Il vento, freddo e pungente, penetrava nelle ossa così come la paura che si faceva strada in loro, passo dopo passo, sempre di più; perché fare i duri non significa necessariamente esserlo.
Nonostante l'atmosfera da brivido, pero', i tre non vedevano stranezze, guardandosi intorno; tutto sembrava tranquillo... forse fin troppo.
< Beh? Dov'è la fiamma, biondino? > domandò sprezzante il moro, posando lo sguardo sulla tomba di Shisui, voltandosi subito dopo.
< Non rompere e continua a guardare. >
< A guardare cosa? Non c'è niente d'interessante qui attorno, lapidi a parte. >
< Lo sai benissimo anche tu, che qui c'è qualcosa di strano! > esclamò il biondo, < Vuoi forse negarlo? >
< No. >
Ino lo guardò negli occhi, cercando di capire che cosa gli passasse per la testa, ma si trovava di fronte ad un tipo insondabile, almeno per lei.
< E allora che hai da borbottare, idiota? >
< De-Deidara... cos'è quella cosa? Vicino al tuo piede! > esclamò improvvisamente la ragazza, indicando per terra, accanto al fratello.
Una piccola fiamma, di colore blu, illuminava la lapide con su il nome del defunto migliore amico di Itachi, apparentemente innocua.
< La fiamma! Te l'avevo detto che l'avevo vista! Che hai da dirmi, adesso? > disse spaventato, sperando di vedere, per la prima volta, l'Uchiha tremare.
< ...tutto qui? >
< Come sarebbe a dire, “tutto qui” ? Ti sembra una cosa normale, quella? > domandò, indicandola.
Essa non si mosse; rimase a far luce su quelle scritte che tanto facevano male al moro. Male da morire. Male da uccidere.
< Smettila di sbraitare come una femminuccia indifesa. >
A quelle parole, l'altro s'infiammò, mentre Ino cercava invano di fare da paciere. Itachi afferrò il biondo per un braccio, strattonandolo.

< Non avverti anche tu questa strana sensazione? > chiese il moro, con uno strano sorriso in faccia.
< Di che cazzo parli? >
Si specchiò nei suoi occhi e vi lesse odio. E rabbia. E follia.
Deidara imprecò, cercando nuovamente di liberarsi dalla sua stretta, senza riuscirci. Ino, invece, era letteralmente paralizzata dal terrore, incapace di proferire parola.
< Non fare il finto tonto, tu mi hai portato qui per uno scopo preciso... sai qualcosa, ma non sei intenzionato a dirmelo, non è vero? >
Colpito nel segno.
Ma il biondo certo non si aspettava una simile reazione da parte del ragazzo; di solito, era un tipo calmo e taciturno. Mentre in quel momento non sembrava neanche lui: gli stava sputando contro un cumulo di frasi sconnesse, agitandosi, urlando. Quello non era lui.
< Itachi, calmati, ti prego! > lo supplicò la fidanzata, ma in tutta risposta ricevette uno spintone; cadde a terra, sbattendo violentemente la testa.
< Bastardo! > lo apostrofò il fratello della ragazza, < Tu sei completamente pazzo! >
< Forse hai ragione... > sussurrò al suo orecchio, < ...ma tu sei morto, se non mi dici quello che sai. >
< Puoi scordartelo! >
< Va bene, allora... > tirò fuori dalla propria tasca un coltello, < ...sayonara. [*] >
Il ragazzo spalancò gli occhi, provò ad urlare, ma dalle sue labbra uscì solo un gemito; la lama affilata era penetrata nella sua carne, più precisamente appena sotto lo sterno. Ma il suo assassino non si accontentò, infatti lo colpì più volte nello stesso punto, spostandosi poi all'altezza del cuore; liquido cremisi macchiò il suo volto, le sue mani, i suoi vestiti. La sua anima. Il fuoco che ardeva dentro di lui, e che non si era ancora spento del tutto; quel poco che era rimasto, contribuiva ad alimentare la sua rabbia.
Un foglietto volò via dalla tasca del giovane, mentre la vita lo abbandonava, dolorosamente; quel piccolo pezzo di carta, non era altro che la pagina mancante. Anch'essa si era sporcata, ma quel che c'era scritto era ancora leggibile.

Si tratta di piccole fiammelle solitamente di colore blu, che si manifestano a livello del terreno in particolari luoghi come i cimiteri, le paludi e gli stagni nelle brughiere. Il periodo migliore per osservarli, è nelle fredde sere d'autunno. Esse si chiamano comunemente fuochi fatui, e alcune leggende popolari dell'antichità ritenevano che fossero la dimostrazione dell'esistenza dell'anima. La loro origine non è comunque del tutto chiara. ” [*]

La vendetta di Deidara, infine, non si era compiuta; il cimitero non gli aveva ancora strappato via gli ultimi brandelli d'umanità che gli permettevano di continuare a vivere. Eppure, era convinto di non avere sbagliato nulla. Ma non aveva considerato lo scopo primario di Itachi: egli non avrebbe potuto abbandonare la sua anima là dentro, almeno non del tutto; non prima d'aver messo Sasuke in salvo.
Il biondo aveva intenzione di trascinarlo via con sé, nel baratro nel quale aveva iniziato a sprofondare la prima volta che era entrato in quel posto, ma non ci era riuscito, pagando con la vita.
< Dei... Deidara... > gemette Ino, dolorante, < ...cosa gli hai fatto? Cosa hai fatto a mio fratello? > singhiozzò, avvicinandosi al cadavere, rendendosi conto che oramai, per lui, non c'era più niente da fare; la ragazza studiava per diventare medico, ma si sentì mancare quando si rese conto di com'era stato ridotto il corpo che le giaceva accanto.
< Perchè? Dimmi perché! >
< Taci! >
Si avventò anche su di lei, recidendo il suo fiore, appena sbocciato, senza alcuna pietà.
Li aveva uccisi entrambi, macchiandosi così di tre orribili delitti. Si inginocchiò a terra, nascondendo il volto tra le mani, chiedendo silenziosamente perché.
< La dimostrazione dell'esistenza dell'anima... > mormorò, alzando gli occhi al cielo.
Dunque, il piccolo fuoco di fronte alla tomba di Shisui, rappresentava la sua anima?

< Nii-san!! >
Sasuke.
Era andato a cercarlo.
Ma lui non poteva permettere che entrasse in quel luogo.
Gli corse incontro bloccandolo prima che potesse varcare il cancello, stringendolo fra le braccia come mai aveva fatto prima di allora.
< Nii-san... che ti è successo? > domandò il ragazzo; suo fratello era sporco di sangue. Il suo volto, i suoi vestiti... eppure lui stava bene, non era ferito.
Itachi, a quelle parole, si rese conto di ciò che aveva fatto. Dopo averlo visto così, Sasuke non si sarebbe mai più fidato di lui.
< Io... >
< Che hai fatto, Itachi?! Perché sei sporco di sangue? E perché sei entrato qua dentro di notte? Spiegami! > sbraitò, con gli occhi lucidi di lacrime che minacciavano di uscire, e di macchiare le belle guance.
< ...sono un assassino. >
Solo tre parole. Le pronunciò freddamente, guardando suo fratello dritto nelle iridi scure.
< Come...? >
< Hai capito bene, sono un assassino. >
Lo ripeté, come nulla fosse. Come se quella terribile parola non avesse significato. Oramai, tanto, mentire non aveva più senso; non di fronte all'evidenza
< ...mi stai prendendo in giro, vero? Hai uno strano senso dell'umorismo... > tentò di scherzare il giovane, ma dentro di sé sapeva bene che che il fratello stava dicendo la verità, per quanto essa fosse crudele e inaspettata. Itachi era sempre stato un ragazzo gentile, seppur solitario e di poche parole; non avrebbe mai creduto che potesse essere capace di fare una cosa del genere.
< Lo sai che non scherzo, Sasuke. >
< Ma... ma perché? >
Già. Perché? Neanche lui era certo di saperlo, anche se dopo aver letto la pagina mancante del libro, si era fatto un'idea di quella che poteva essere la più logica spiegazione al mistero di Backbiting Street. Ma aveva bisogno di conferme, e subito, prima che anche la persona a cui teneva di più venisse macchiata, così come era successo a lui.
Non rispose alla domanda del fratello, ma lo afferrò per un braccio, trascinandolo il più lontano possibile da quel luogo maledetto, nonostante questi cercasse di divincolarsi, senza risultato.
< Lasciami! Lasciami, mi fai paura! >
E quelle parole gli fecero male, terribilmente male; più delle suppliche di Shisui, più del volto coperto di lacrime della bella Ino. Ma si trattenne dal mostrare debolezza, camminando nella nebbia del quartiere, cercando un luogo sicuro. E, tutto d'un tratto, si ricordò del posto in cui lui e Sasuke usavano andare a giocare quand'erano piccoli: a poche centinaia di metri dalla loro casa, sorgeva un vecchio edificio, oramai fatiscente e probabilmente pericolante, ma era la miglior soluzione che gli era venuta in mente in quel momento.
Il palazzo era composto da tre piani, Itachi pensò che forse, un tempo, poteva esser stato diviso in diversi appartamenti; ma, a causa dell'usura del tempo, dentro c'era rimasto ben poco. Le vecchie porte, per la maggior parte, avevano ceduto, e i pochi mobili rimasti all'interno erano stati assaliti dalle tarme, o peggio divenuti la perfetta tana per topi e altri animali. Il ragazzo, correndo per le lunghe rampe di scale portando in braccia il fratello ormai privo delle forza per protestare, sperò che almeno la stanza in cui si rifugiava sempre quando giocavano a nascondino, fosse in buone condizioni. Fortunatamente, così fu: in quella che doveva un tempo esser stata una camera da letto, vi era ancora il vecchio materasso sotto la finestra, e anche l'armadio a quattro ante che non avevano mai avuto il coraggio di aprire era rimasto al suo posto. Quella stanza era una delle poche dell'edificio la cui porta non era stata abbattuta dal tempo trascorso, e la chiave era ancora nella serratura; così, adagiò Sasuke sul materasso e velocemente uscì, chiudendo a chiave la porta. Trovandosi al terzo piano, era certo che il ragazzo non avrebbe tentato la follia, ovvero scappare dalla finestra; Sasuke non era uno stupido, e probabilmente avrebbe cercato in tutti i modi di forzare la serratura.
Sapeva di avere poco tempo, per cui corse, alla ricerca di risposte.

~

Si ricordò che aveva notato, fra i libri di proprietà dei suoi genitori, un volume che parlava della Cabala; si era chiesto, quando lo aveva visto, cosa mai ci facesse a casa sua, visto l'argomento che trattava. Quando pero' aveva provato a rimettere assieme le varie vicende, in lui era maturato un sospetto.
Entrò in casa sbattendo la porta violentemente, tanto che Mikoto, sua madre, si spaventò non poco.
< Itachi! Tesoro, che succede? >
< Scusa, mamma, non ho tempo adesso! >
Prese il libro ed iniziò a sfogliarlo, sotto lo sguardo impaurito della donna, che a passo svelto si recò nella stanza del marito, Fugaku, per avvertirlo dello strano comportamento del figlio; l'uomo scese subito, domandando al ragazzo dove fosse suo fratello e perché stesse leggendo proprio quel volume. Il giovane si voltò verso il padre con occhi di fiamma, che dentro di lui persisteva, tanta era la sua forza d'animo.
< Non mi disturbare. > rispose.
< Come hai detto? Come osi rivolgerti a tuo padre con quel tono? >

Uccidili, itachi. ”

< Cosa? >

Falli fuori, loro vogliono impedirti di salvarlo... ”

< Chi è che parla? >

Non preoccuparti di questo, adesso ammazzali, così ti sarai liberato da tutte le seccature. ”

< No... >

Quelle seccature... ”

< State zitti! >

...che non ti hanno permesso di esternare quel che provi per tuo fratello Sasuke. ”

Loro ti odiano. ”

Loro ti impediranno di amarlo. ”

Qualcuno, o qualcosa, gli aveva parlato.
E quel che è peggio, a quanto pare, i suoi genitori non avevano sentito quelle voci.
< Rispondimi, Itachi! >

Uccidili, che aspetti? ”

< Ho da fare, dannazione! Sei diventato sordo?! >
< Non rispondermi in questo modo e dimmi che c'è che non va! > insistette l'uomo.

Fallo, fallo prima che loro uccidano Sasuke... ”

< Sasuke... >
Estremamente confuso dalla situazione, e soprattutto dalle voci che sentiva nella sua mente, il ragazzo non poté far altro che che dare ascolto ad esse; come, inconsciamente, già aveva fatto, quando aveva tolto la vita alle sue prime vittime. Davanti all'attonito sguardo di Mikoto, spinse a terra il padre, assestandogli un pugno allo stomaco, facendolo rimanere senza respiro per qualche secondo.
< Oh mio Dio, Itachi! Ma che ti succede? Lascialo subito! > lo supplicò la donna, inutilmente.
Il giovane prese dalla propria tasca il coltello sporco del sangue di Ino e Deidara, e lo conficcò nel petto del padre, senza pietà.
La madre cercò di raggiungere il telefono per avvertire la polizia, ma venne pugnalata alle spalle, da una furia che si placò subito dopo, rendendosi conto del proprio, folle gesto. Itachi si accasciò accanto ai corpi dei genitori, tenendo il volto nascosto fra le mani, come a voler celare la vergogna, il disgusto che provava verso sé stesso.

Bravo, sei stato veramente bravo... ”

< Ma chi sei? Perché mi stai torturando? >
La strana voce non rispose, neanche quando il ragazzo prese a pugni il pavimento, accecato dalla rabbia e dal dolore, tanto che le sue mani iniziarono a sanguinare, e a bruciare. Con le forze che gli erano rimaste, riprese il libro, continuando la lettura da dov'era rimasto:

La Cabala divide le sei categorie di demoni esistenti in dieci gruppi, fra cui quello dei Chaigidel [*], guidati da Beelzebub [*]; essi sono spiriti di menzogna. ”

< Backbiting... >

Si narra che, in una cittadina americana della quale si hanno ben poche notizie, sia stata riscontrata la presenza di tali spiriti, atta a creare nei suoi abitanti un tremendo conflitto inferiore, che li spinge ad atti terribili come omicidi, suicidi, stupri, e via discorrendo; pare che nella suddetta città sorga un cimitero maledetto, e la leggenda vuole che chiunque vi entri, venga preso di mira dai Chaigidel, demoni che attraverso la menzogna e la maldicenza, rendono queste persone, in poco tempo, completamente inumane. In altre parole, la loro anima viene risucchiata da una forza maligna che se ne ciba. Si dice anche che, all'interno del cimitero, vi siano stati avvistati dei fuochi fatui, che secondo gli antichi rappresenterebbero le anime dei defunti, e quelle strappate via da coloro che sono stati maledetti.
Più fuochi per alimentarne uno solo.
Enorme, in grado di spazzare via il genere umano.
In grado di cancellare qualsiasi sentimento. ” [*]

< Più fuochi per alimentarne uno solo... >
Finalmente era tutto chiaro; per quanto potesse sembrare assurdo, quel luogo era stato preso di mira da una schiera di demoni. Da delle malvagie entità il cui scopo era ottenere il potere assoluto attraverso le anime di coloro che erano deboli.

Shisui, devi salvare il tuo amico Itachi... salvarlo da quella donna... lei lo porterà alla distruzione. Tieni molto a lui, non è vero? E allora salvalo... ”

Ino, non ti curar di quel che pensano gli altri; anzi, approfittati di loro... ”

Deidara, tu odi Itachi, lo sappiamo che è così... dunque offrici in sacrificio la sua anima, e noi ti lasceremo libero. ”

Itachi... uccidi, uccidi, uccidi... uccidi per diventare più forte, uccidi per dimostrare che esisti, per liberare il mondo dalla feccia... per assicurargli un futuro migliore... ”

< Sasuke... >
Il ragazzo uscì di casa e corse verso l'edificio all'interno del quale aveva lasciato il fratello, che in quel lasso di tempo aveva sì, tentato di scappare, ma non c'era riuscito; e l'Uchiha maggiore si sentì sollevato, quando lo trovò lì, sano e salvo.
< Vattene via... vattene! > lo scacciò il più piccolo, ma l'altro in tutta risposta lo abbracciò, cercando di tranquillizzarlo.
< Perdonami... otouto. > sussurrò al suo orecchio, < Sono vittima di una maledizione, ho ucciso il mio migliore amico, la mia ragazza, suo fratello, e adesso anche mamma e papà... >
< Cosa? Sei un maledetto bastardo, non mi toccare! > esclamò, singhiozzando e cercando di fuggire, ma Itachi lo trattenne tra le sue braccia.
< No, ascoltami... tu sei in pericolo, io non ho intenzione di farti del male, ma loro ti vogliono... ed io non posso permettere che la facciano franca. > spiegò.
< Loro? Chi sarebbero, loro? >
< Potrai non crederci, ma dei demoni vegliano su di noi, nell'attesa di un nostro momento di debolezza; il momento in cui ci affidiamo al cielo, e diventiamo più vulnerabili. Essi rubano la nostra anima, per poter in futuro portare le fiamme dell'Inferno sulla terra. >
Sasuke strabuzzò gli occhi, incredulo.
< E ti aspetti che mi beva questa storia assurda? Lasciami, assassino! Lasciami andare! >
< Sasuke, io non voglio che ti facciano del male! > esclamò il più grande, guardandolo negli occhi, < Per favore, devi credermi, io ti aiuterò a scappare. > lo pregò, posando delicatamente le labbra sulle sue.
< Itachi... perché? Perché mi stai dicendo tutto questo? E come mai mi hai... baciato? > domandò, con voce tremante.
< Beh, perché... anche io provo i tuoi stessi sentimenti, otouto. > confessò, senza pero' pronunciare quelle due, piccole parole, che suo fratello avrebbe voluto sentirgli dire.
Allora il più giovane, di propria iniziativa, si avventò sulle sue labbra, famelico; come se avesse paura che lui potesse sparire da un momento all'altro. E, forse, il suo timore non era del tutto infondato.
Itachi decise di prendersi qualche minuto per godere di quell'inebriante sensazione; la bocca di suo fratello era calda e incredibilmente dolce, proprio come se l'era sempre immaginata, nelle sue inconfessabili fantasie. Leccò le sue labbra lentamente, per poi violarle alla ricerca della sua lingua, per danzare assieme ad essa per lunghi minuti, che entrambi sperarono potessero durare per sempre. Sasuke cinse il suo collo con le braccia, andando poi ad accarezzare i capelli corvini, morbidi fra le sue dita. L'altro invece percorse la schiena sinuosa del fratello con una lentezza estenuante, ma in un gesto carico di sensualità e amore.
Ma non doveva lasciarsi andare più del dovuto, non poteva.
Aveva una missione da compiere, e un amore sbagliato da cancellare.
Quei sentimenti, quel desiderio che provava nei confronti del fratello, non sarebbero dovuti esistere; e, sebbene stringerlo fra le braccia fosse meravigliosamente appagante, non aveva intenzione di portarlo con sé.
< Devo andare, otouto. >
< Dove? >
< A scacciare il male da questo posto; e tu devi promettermi che scapperai, intesi? > si raccomandò.
< Cosa? Non se ne parla, non andrò via senza di te! >
< Devi ascoltarmi, Sasuke! > esclamò, < Non voglio metterti in pericolo, per questo devi fuggire via, il più lontano possibile! Per favore... >

Ascolta l'ultimo desiderio del tuo nii-san... ”
< Va bene... > si rassegnò il ragazzo, abbassando lo sguardo.
< Ehi... è tutto ok. Vuoi farmi un sorriso, ora? >
< La prossima volta; quando tornerai da me. Sarà il mio regalo. >
Itachi non rispose, si limitò a guardare il fratello con espressione dolce, prima di voltargli le spalle.
< Gomen.[*] > sussurrò, flebile, tanto che l'altro non riuscì a sentirlo.

~

Sasuke corse senza sosta fino alla collina che sovrastava il quartiere e che stonava un po' col paesaggio tetro che la circondava; era come un angolo di Paradiso, nell'Inferno di Backbiting Street. Il ragazzo si frugò in tasca, perché si era accorto che il fratello ci aveva messo qualcosa dentro, quando lo aveva abbracciato; ne tirò fuori un biglietto, un poco sgualcito.

25 ottobre
E' tutto abbastanza ok,
e addio per ora;
solo, guarda su alle stelle,
e credi in quello che sei.
Perché è tutto abbastanza ok,
e arrivederci, addio. ”
[*]

Alzò gli occhi al cielo, mancava poco all'alba, ma le stelle si vedevano ancora; Sasuke non si era mai accorto di quando fossero belle e luminose. E capì cosa Itachi voleva dirgli con quelle parole; credere in quello che si è senza lasciarsi influenzare dagli altri e dai loro giudizi. Era quello ciò che il fratello desiderava: che il suo otouto diventasse una persona migliore di lui. E che il suo fuoco ardesse per sempre, caldo, potente.

Dalla collina, in lontananza, si vedeva bene il grande cimitero; il ragazzo lo dovette fissare per un bel po', prima di capire il significato di quell'addio scritto con inchiostro nero come la notte, su quel foglio ingiallito.

< La prossima volta, eh? > mormorò Itachi, guardandosi attorno, prima di gettare a terra il fiammifero acceso che teneva in mano.
Sasuke osservò le fiamme divorare quel luogo maledetto, mentre una silenziosa lacrima rigava la sua guancia; il fuoco assalì gli enormi alberi forse secolari, e si estese anche verso le abitazioni vicine, infatti udì urla e scongiuri, ma non se ne curò.
Si sentì orgoglioso.
Il suo nii-san si era sacrificato per lui, e probabilmente per il resto del mondo.
Pianse.
Dopodiché si sentì ridicolo.
Lui non doveva versare lacrime; perché era forte, e la sua anima bruciava dentro di lui, alimentando le speranze per una vita migliore.

< Non ci sarà una prossima volta, otouto. >

~

25 ottobre, quattro anni dopo

< Cos'hai, Sasuke? Hai gli occhi ludici. >
< Non è niente, Naruto. >
< Non è vero. >
< E' solo un po'... di nostalgia. >
< Vuoi raccontarmi ancora una volta quella storia, koi [*]? >
Sasuke sorride.
Ora crede in sé stesso ed è certo che, dovunque egli sia, Itachi veglia su di lui e sulla sua nuova vita.
Il moro ama osservare il caminetto acceso; gli ricorda gli occhi del suo nii-san.
Poi si specchia in quelli di cielo di Naruto Uzumaki e il suo animo s'infiamma, così come il suo cuore; e i due ardono assieme, spinti dalla forza dell'amore.


Nel fuoco d'una guerra venne rasa al suolo, ma rinacque dalle proprie ceneri; dal fuoco dall'Inferno venne maledetta, ma dall'ardere del nobile animo d'un giovane avventuriero, essa venne purificata, morendo nuovamente in un incendio, portando con sé le invidie, l'odio e le maldicenze della gente corrotta e dei demoni bugiardi. ”

Dal Diario di Sasuke Uchiha

Il Mistero di Backbiting Street ~ The End


Note:

1 [*] Sayonara: addio ( giapponese )
2 [*] Source of Information: www.wikipedia.it
3 [*] Chaigidel: secondo la Cabala, sono gli spiriti di menzogna guidati da Beelzebub
4 [*] Beelzebub ( o Belzebù ): il nome significa letteralmente “Signore delle Mosche”; nella gerarchia infernale, appare come il secondo al comando e dunque il braccio destro di Satana. ( Source: www.wikipedia.it )
5 [*] La storia di Backbiting Street è completamente inventata dalla sottoscritta, nulla di veritiero.
6 [*] Gomen: scusa, mi dispiace ( giapponese )
7 [*] “ And it's quite alright,
and goodbye for now,
just look up to the stars and believe who you are,
'cause it's quite alright, and so long goodbye. ”
Strofa della canzone “ So long Goodbye” dei Sum 41
8 [*] Koi: amore ( giapponese )



  
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