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Autore: Manhattan    15/08/2015    0 recensioni
Jace, Lee e Alex sono delle ragazze rispettivamente di diciassette, sedici e diciassette anni, che vivono a New York in un appartamento a Brooklyn.
Jace sembra una ragazza gentile, affettuosa e amichevole, ma è tutt'altro.
Lee è la più piccola tra loro ma è molto responsabile, amorevole con tutti e timida.
Alex è la più grande ma è molto disordinata e molto fantasiosa.
Inaspettatamente un giorno le tre ragazze scoprono un altro mondo, diverso dal loro genere. Demoni, Vampiri, Licantropi e Shadowhunters che le circondano.
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Jace Point Of View
Ormai era passata una settimana dall'ultima volta che vidi Almus; stavo ancora pensando se andare da lui o meno... non sapevo proprio cosa fare. Inoltre quando Alex si svegliò, una settimana fa, le dicemmo tutto, dall'inizio alla fine; non sembrava spaventata o scioccata ma solo un po' perplessa, forse, grazie alla sua mente aperta ha potuto assimilare tutto senza troppa confusione; inoltre ci aveva detto che poco prima di essere stata attaccata, quel mostro aveva ricoperto di fiamme molte persone, lei ci accompagnò fino a quella stradina, ma non c'era niente, era deserta; dopotutto lei rimase pensierosa e incredula. Così infine siamo arrivati ad adesso; io che mi trovo in bilico tra due decisioni, Alex che è sempre pensierosa come se non mi avesse detto qualcosa di importante e Lee... Mi faceva venire la nausea, lei e Austin non la finivano di flirtare; appena posavo gli occhi su una qualsiasi parte li vedevo: in casa, sul divano del soggiorno, in cucina, a Starbucks; Per poi parlare degli sguardi, delle conversazioni e delle loro mani che stavano sempre, comunque e ovunque congiunte... non ce la facevo più, era molto irritante; ma la cosa che mi irritava di più, che mi faceva salire il cristo fino alla testa era che... quei due non erano fidanzati. Lee con la sua stramaledetta e insopportabile timidezza e Austin con la sua mancanza di espressione... Oddio quanto mi innervosivano! Ma faccio di tutto per non pensarci... pensando ad Almus. Così infinwe presi una decisione.
Oggi io e Lee abbiamo lo stesso turno a Starbucks, e come al solito, quando lei non ha niente da fare, si ferma per parlare con Austin, così ne aprofittai.
«Lee al tavolo 5 c'è una coppia che deve ordinare, vai.» Dissi indifferente. Lei mi guardò un attimo perplessa ma poi andò. Mi sedetti di fronte ad Austin.
«Devo parlarti.» Dissi con distacco.
«Sarebbe?» Disse lui sorpreso.
«Ci ho pensato, e... Devo avere quel libro grigio.» Dissi sicura.
«Oh, e cosa vuoi da me?» Chiese un po' confuso.
«Voglio che tu mi dica dove Almus Nabe abiti.» Dissi io.
«C'è un piccolo problema... cioè so dove abiti, ma anche se tu lo sapessi non servirebbe, la casa è protetta da un'incantesimo che non fa entrare gli intrusi.» Disse lui sicuro. Io abbassai gli ochi rassegnata, ma lui aggiunse subito dopo qualcosa. «Ma mi hanno detto che stasera fa una festa a casa sua, e potresti entrare grazie ad un invito.» Disse convinto.
«E tu ce l'hai?» Chiesi io sorpresa.
«No...» Dissi lui., e io lo guardai male, ma si sbrigò ad aggiungere: «Ma ce lo possiamo procurare, o almeno te lo posso procurare.» Disse lui sorridente. "Come può piacere a Lee un sorriso ebete e snervante!"
«Bene!» Gli risposi ricambiando il sorriso. Poi mi alzai per ritornare al bancone, ma mi girai un' ultima volta verso di lui ed era ancora seduto.
«Allora?! Ti vuoi muovere?!» Dissi subito. Lui mi guardò, come se stesse pensando "Come? Adesso?". «Muoviti! Dico io a Lee che sei andato via.» Dissi fredda. Lui si alzò e si diresse verso l'uscita ma lo farmai un secondo. «Ah e tu vieni con me alla festa.» Dissi come ordine. E lui se ne andò contrariato.

Alex Point Of View
Erano circa l'1:00 P.M. quano uscii da scuola, sempre stanca. Ero davvero annoiata dalla scuola, dagli amici o insegnanti, è come se si fossero messi in secondo piano; tutto quello a cui riuscivo a pensare era all'incidente di una settimana fa, non riuscivo a dimenticarlo. Mi ricordo che quando mi svegliai Jace e Lee mi dissero di questo mondo invisibile, dei nascosti e di noi, che adesso non ricordo il nome, ma dovremmo essere delle cacciatrici di demoni, io e Jace. All'inizio, quando cercavo di ricordare il fatto avvenuto in quel vicolo, non riuscivo a vedere con precisione il volto della cosa che ha ucciso quelle persone, ma poi ieri notte sognai il suo volto... Aaron, il ragazzo distaccato del cinema, era lui, l'unica differenza erano gli occhi cremisi. Così andai diretta verso il vicolo, non so per quale motivo preciso. Quando arrivai era vuoto, come l'ultima volta, quando sono andata con Jace, Lee e un'altro ragazzo... che dovrebbe essere un licantropo, "Penso di averlo già visto da qualche parte." pensai. Mi sedetti appoggiandomi su un muro del vicolo stanca morta, lottando per non addormentarmi ma chiusi un momento gli occhi. "Quello strano segno che Jace mi fece sul petto per guarire le ferite... è molto strano, quando mi osservo allo specchio, lo guardo, mi da una senzazione strana." pensai. Quando riaprii gli occhi vidi difronte a me Aaron, era in piedi che mi guardava freddo e quasi impressionato. Dalla sorpresa balzai in piedi. 
«Cosa ci fai qui?» Domanda scontata, ma presa dallo spavento venne naturale.
«Sono stato io a mandarti quel sogno, sapevo che saresti venuta qui.» Lui.. cosa? Ma non poteva mostrare le sue emozioni a volte? Era sempre così freddo, distaccato.. perennemente.
«Perché uccidi? Perché hai ucciso quelle persone?» Volevo una risposta, diretta, niente grigio, solo bianco o nero.
«Perché respiri?» Come non detto. Non era una risposta precisa ma aveva reso l'idea.
«Quindi tu sei..» Non riuscii a finire la frase, ero spaventata, mi piaceva quel ragazzo ma era un mostro ed eravamo soli in un vicolo.
«Un demone, mi chiamo Adramelech.» Tutto ciò non poteva essere vero, perché proprio io? Noi.. Jace? Pensavo, a tutto, ero spaventata, confusa, infastidita da tutto quello che stava accadendo. Rimasi per un po' con la bocca aperta, cercando di formulare una frase di senso compiuto ma improvvisamente mi ricordai delle ferite, delle cicatrici che ho rischiato di avere.
«Tu mi hai ferita!» Ero diventata furiosa, la paura verso di lui era svanita, non potevo credere che lui avesse fatto tutto quello a me. Lui.
«Ti sbagli.» Tutto qui? “Wow, bravo Aaron o come ti chiami, sei stato davvero chiaro!” pensai, mi irritava. Non riuscivo a capire cosa mi avesse attratta a lui così tanto da farmelo piacere. «Non sono stato io.» Continuò dopo poco.
«Ha ha, wow e chi sarebbe stato?! C'eravamo solo tu ed io lì, oltre a quelle persone in fiamme!» Ero ancora furiosa, gesticolavo, ma cercai di calmarmi fingendo una risata all'inizio della frase.
«E' stato un altro demone, era lì perché era attratto dalla mia aura, essenso io un demone superiore.» Cercai di seguire il suo discorso ma veramente, non riuscii a capire nulla.
«Io non so nemmeno di cosa tu stia parlando!» Dissi ridendo dal nervoso. “Mi trovo solo nel posto sbagliato, io non devo averci niente a che fare con questo strano mondo!” pensai.
«Tu sei una Shadowhunters. Centri in questo mondo come tutti noi.» Sembrava posse sentire i miei pensieri ma prima che potessi rispondergli il mio cellulare vibrò ripetutamente e senza vedere chi mi stesse chiamando, risposi. Era Jace, mi disse che sarebbe andata ad una festa quella sera a casa di Almus con Austin per il libro grigio e mi disse anche che sarebbe andata con loro Lee, poiché non voleva restare a casa da sola e soprattutto lasciare Austin con Jace. Le dissi che ci sarei andata anche io, infondo che senso ha restare a casa quando le tue migliori amiche vanno ad una festa? Senza darle il tempo di rispondermi, chiusi la chiamata per poter continuare il discorso con Aaron ma sfortunatamente non c'era più. Ah, quant'era strano quel ragazzo.

Jace Point Of View
Ero appena tornata a casa quando chiamai Alex, aveva un tono strano ma non ne diedi molta attenzione. Alla fine andremo tutti alla festa di Almus, Lee insisteva e non mi dava un attimo di pace, invece con Alex non avevo voglia di discutere... ero troppo stanca. Mi buttai letteralmente sul divano e mi addormentai. Dopo non so quanto tempo sentii coprirmi con una coperta o un lenzuolo, non so, probabilmente Lee. quando mi svegliai si erano fatte le 7:00 P.M., e Lee ed Austin... e anche Alex stavano chiaccherando in camera sua. Mi stropicciai gli occhi, e vidi la coperta che mi copriva, la tolsi, mi diressi verso la camera ed entrai. Appena mi videro si zittirono.
«Allora? Dov'è l'invito?» Chiesi a Austin fredda. Lui frugò nella tasca della giacca di pelle e tirò fuori un biglietto nero con delle scritte bianche.
«Ma non c'è scritto niente.» Disse Lee confusa.
«Probabilmente perchè sei umana.» Dissi indifferente e presi il biglietto.
«Andiamo.» Dissi e mi diressi verso la porta, dietro mi seguivano Alex e Lee; ma Austin si mise davanti a noi con una faccia sconcertata.
«Ehy, ehy, ehy, fermatevi.» Disse lui ridendo.
«Che c'è?» Dissi annoiata.
«Andrete veramente vestite così!? A una festa di Almus Nabe?! Se andremo così non riusciremo a sfiorarlo nemmeno con un dito.» Disse serio. Mi guardai, ero vestita con una maglia larga nera a maniche corte e dei jeans strappati qua e là con delle Vans bianche, invece Lee aveva una felpa grigia e pantaloni neri con le ciabatte e Alex aveva una tuta blu notte... Okey non eravamo da festa ma eravamo presentabili.
«E come dovremmo vestirci?» Dissi fredda. Lui mi guardò un po' imbarazzato e poi fece dei gesti strani, allora capii, tuttavia Alex e Lee non sebravano aver compreso. Lo fermai.
«Per entrare a una festa di Almus Nabe dovremmo vestirci come puttane.» Dissi a loro due indifferente; poi andai in camera mia per scegliere cosa mettere. Dopo mezz'ora di indecisione mi misi un vestito quasi inguinale nero, con due buchi sui fianchi e il seno sporgente, i tacchi a spillo 15 cm neri semplici; mi truccai pesantemente e poi scesi, vidi fortunatamente che Lee e Alex erano pronte. Lee si era messa una magliettina corta aderente con fantasie bianche e nere e una minigonna corta bianca che lasciava l'ombelico visibile e infine tacchi 12 cm anch'essi bianchi; Alex mise una gonna corta avanti e lunga indietro blu con un cinturino dorato, si mise come maglia una fascia incrociata bianca che lasciava scoperta un po' la pancia, con tacchi aperti dorati. "Perfetto." pensai decisa, ma Austin, guardando Lee, non sembrava molto contento. Ci dirigemmo fuori dal palazzo e prendemmo un taxi che ci portò davanti ad una villa gigantesca con un grandissimo giardino; tutte le persone erano lì... ma le guardai meglio, alcuni avevano il colore della pelle molto strano... Alcuni erano dorati, altri rosa e anche verdi! C'erano persone con delle corna o code o altre stranezze... ma c'erano anche persone normali, forse. Fortunatamente ho portato con me lo stilo... ma dopotutto so anche combattere. Anche Alex era sorpresa, ma Lee no...
Scendemmo dal taxi e ci siamo diretti verso il grande cancello dove trovammo un grosso uomo con particolar tatuaggi... ma non sembravano rune; gli mostrai il biglietto ed entrammo; ma Austin ci fermò subito.
«State attente, qui ci sono esseri di tutti i tipi: fantasmi, vampiri, licantropi, fate ecc. e forse anche demoni; state attente qui non sono ben accetti gli shadowhunters.» Ci disse subito. Poi prese Lee per una mano, le mise la sua giacca di pelle e Lee sorrise arrossendo, "Oh mio Dio... anche qui..." pensai allontanandomi. Alex rimase con Romeo e Giulietta. Vidi molti che mi guardavano interessarti, ma anche con un pizzico di malizia, ma non mi importava, stavo cercando solo Almus, finchè non sentii il braccio tirare; mi girai pensando fosse Almus ma era solo un ragazzo fastidioso.
«Ciao, cerchi qualcuno?» Disse sorridendo maliziosamente. Lo guardai in modo freddo, sinceramente non sapevo perchè non fingessi, ma stare fra tante persone che si mostrano come sono fatti veramente, forse mi influenza. Questo ragazzo era uno di quelli che apparentemente sembravano normali ma vidi subito quando sorrise un luccichio tra i denti, "Un vampiro probabilmente." pensai indifferente.
«Non sono affari che ti riguardano. Vattene.» Dissi annoiata, così cercai di andarmene ma lui aveva una presa d'acciaio sul mio braccio.
«Ehy, non fare così... Forse lui non ti merita, non lo cercare è tempo sprecato... Invece divertiti con me.» Disse ridendo maliziosamente e con un accento lievemente macabro, avvicinando il suo viso al mio. Ma con un movimento fulmineo fermai il suo viso con la mano, tenedoglielo fermo con molta forza e avvicinai il mio viso a qualche centimetro da lui.
«Ti ho appena detto di andartene. E se ti dico di andartene... non è un consiglio, ma un ordine. Quindi adesso se non vuoi un tacco 15 nel tuo fottuto buco del culo ti consiglio di girare le palle e andare a scopare qualcun altro.» Gli sussurai con un tono tra il glaciale e il sadico. Gli lasciai il viso e se ne andò stranito, ma subito dopo sentii una mano sulla spalla, "Un'altro!" pensai esasperata. Mi girai e vidi Almus che con un segnò mi disse di seguirlo. Entrammo in casa sua, fortunatamente più silenziosa. Poi si fermò e mi guardò serio; era vestito con un pantolone nero e una camicia bianca sbottonata da cui si vedevano gli addominali, aveva del gel sui capelli e i suoi occhi erano blu acceso con una fessura nera al centro, come quella dei gatti. 
«Perché sei qui? Pensavo non volessi avere a che fare con il mondo invisibile invece sei in una loro festa.» Disse freddo, sedendosi su una delle poltrone del gigantesco soggiorno. "E' arrabbiato?" pensai.
«Sono venuta a chiederti una cosa.» Gli risposi subito.
«Cioè?» Chiese lui sorpreso.
«Un libro grigio.» Dissi seria.
«Sei davvero assurda. Come fai a dire un momento prima di non voler far parte di questo mondo e poi chiedi un libro di rune degli shadowhunters?!» Chiese lui spregevole, ma non mi fece ne caldo ne freddo.
«Mi serve per proteggere Alex e Lee.» Dissi coincisa. Lui mi guardò negli occhi, "Erano davvero belli." pensai un momento.
«Anche se ti volessi dare quel libro, ha un prezzo.» Disse confusionalmente.
«Se si tratta di soldi non ho problemi.» Dissi subito.
«Non si tratta di soldi.» Disse lui un po' infastidito.
«E allora cosa vuoi?» Chiesi innervosita.
«Voglio delle scuse.» Disse. Era molto serio, "Scuse?! Ma che diavolo stava dicendo!" pensai contrariata. Ma poi ripensai "Basta solo dire 'scusa' e basta, prendo il libro e me ne vado."
«Scusa.» Dissi senza guardarlo negli occhi.
«Scuse sincere.» Disse lui alzando un po' la voce. Io rimasi basita ma poi mi infuriai.
«Scusa! Scusa di averti fatto incazzare! Scusa per averti insultato, tu, i tuoi e i miei simili e gli altri nascosti! Scusa se non sono capace di esprimermi e non averti detto tutto bene per filo e per segno! Scusa se sono una testa di cazzo insensibile! Mi dispiace! Per tutto! Okay?!» Dissi tutto d'un fiato. Lui mi guardò sorpreso, poi scoppiò a ridere; rimasi davvero offesa. Abbassai gli occhi, mi girai e mi icamminai verso la porta a passo svelto, prima che potessi per la prima volta piangere per la disperazione; lui smise di ridere e comparve davanti a me bloccandomi. «Togliti.» Dissi con una voce talmente incazzata che nemmeno io sapevo di avere.
«Non stavo ridendo di te, stavo ridendo del fatto che mi sono trattenuto fin dall'inizio, non ero arrabbiato con te, è normale ricevere uno shock quando vedi una delle tue amiche ridotte in quello stato.» Poi mi abbraccio e rimasi sorpresa. «Ognuno si sfoga in un modo proprio, dovevo darti solo un po' di tempo per stare da sola.» Disse lui comprensivo, io rimasi in silenzio. Poi con una mano fece comparire libro e me lo porse. «Questo è il libro grigio.» Lo presi.
«Sai, non eri invisibile alla festa, ti guardavano tutti... Dopotutto, sei dannatamente sexy.» Disse lui squadrandomi. Io rimasi compiaciuta, anche perchè era lui a farmi il complimento.
«Inoltre ti ho visto fuori parlare con un vampiro. Lo hai steso.» Disse lui ridendo. Sorrisi anch'io leggermente. «Non ti ricordavo così fredda!» Continuò.
«E' da solo una settinana che non ci vediamo!» Dissi con falsa sorpresa.
«In realtà io ti ho visto oggi...» Sussurrò lui. Io rimasi confusa, ma poi mi ricordai di oggi pomeriggio.
«Tu mi hai messo la coperta!» Dissi incredula. Lui si girò e camminò verso la porta fischiettando con un'espressione colpevole.

Jace's outfit


Lee's outfit


Alex's outfit
  
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