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Autore: AngeliqueDelPlessis    16/08/2015    2 recensioni
Liam Payne ha solo partecipato ad un'asta, senza sapere che l'oggetto comprato in un momento di testardaggine lo avrebbe destinato a raccontare una delle storie d'amore più belle di tutti i tempi.
Louis Tomlinson ha solo ventitrè anni quando arriva a Londra e vede, per la prima volta, Harry Styles.
Ai suoi occhi e nel suo cuore Harry è perfetto e poco importa che nella vita è uno dei mantenuti più famosi ed invidiati della città.
Harry Styles è bellissimo, come tutto quello che lo circonda. Il suo cuore non funziona, ma sa amare lo stesso, soprattutto quando l'amore ha gli occhi azzurri di Louis.
FF Larry Stylinson.
Liberamente ispirata a La Signora delle camelie di Alexandre Dumas.
Genere: Angst, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Liam Payne, Louis Tomlinson, Un po' tutti
Note: Lemon, OOC, Otherverse | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Capitolo I



CAPITOLO III

L'asta si era conclusa.
L'appartamento di Harry era stato venduto e con esso tutto quello che conteneva.
La vendita era riuscita a coprire i debiti e era avanzata una somma per la sorella, una ragazza giovane che si era presentata alla MacDougall's per ritirare l'assegno e poi, così come era comparsa, dal nulla, sparì senza lasciare traccia.
A Londra la notizia della sua morte e tutto quello che ne derivò passò di bocca in bocca ancora per qualche giorno, fino a quando l'interesse scemò nell'indifferenza generale.
Anche io avevo ripreso la mia solita vita fatta di lavoro, famiglia e amici.
Quasi non ricordavo più come fossi riuscito a farmi coinvolgere in questa storia, che in fondo riguardava qualcuno a cui non avevo mai rivolto la parola.
Ma è proprio quando si smette di pensare a qualcosa, certi di averlo dimenticato, che un evento inaspettato ci costringe, trascinandoci quasi, a concentrarci di nuovo e con più coinvolgimento su quello che pensavamo superato.
Una settimana dopo l'asta mi trovavo a casa.
Era mattina e stavo lavorando al computer già da un paio d'ore. Faccio lo sceneggiatore e occasionalmente collaboro con quei cantanti che hanno bisogno di qualche traccia in più per i loro dischi.
Ero concentrato su uno scambio di battute particolarmente importante, quando qualcuno suonò alla mia porta.
Lasciai la mia scrivania sbuffando per l'interruzione a mi affrettai ad aprire.
Mi ritrovai di fronte un ragazzo, all'incirca della mia età.
Non era alto e il cappuccio di una felpa grigia gli copriva i capelli castani e arruffati.
Aveva un aspetto trasandato e l'aria di qualcuno che aveva vagato a piedi per il mondo senza fermasi mai da nessuna parte.
Quando i suoi occhi incontrarono i miei il loro azzurro catturò subito la mia attenzione, ma quello che mi colpì davvero furono le lacrime che cercavano di trattenere.
Non si sforzò di nascondere le sue emozioni e, prima che io potessi rivolgergli la parola, con voce sottile e rotta mi chiese:
'Liam Payne?'
Io assentii con il capo. Lui sospirò leggermente, nervoso.
Non ci conosciamo. Sono Louis Tomlinson. Scusami se mi presento così a casa tua, ti sembrerò un pazzo, ma ti assicuro che non sono pericoloso', disse agitato e sempre più commosso.
Io sorrisi gentilmente per rassicurarlo.
Ciao. Non ti preoccupare, come posso aiutarti?'
Louis strinse le labbra in un sorriso stanco, distolse gli occhi dai miei per guardarsi intorno a disagio.
'Ecco io...sono venuto qui perché avrei bisogno di chiederti un favore', disse tirando su con il naso, 'capisco che la situazione sembra assurda, ma davvero, ti rubo solo qualche minuto e poi ti lascio in pace'.
Non sono una persona diffidente di natura, ma quello che mi spinse a spalancare la porta per fare entrare Louis in casa mia non fu la fiducia, ma una pena profonda che non potevo fare a meno di provare vedendolo così stanco e disperato.
Il suo nome, poi, aveva già smosso i miei ricordi permettendomi di collegare questo ragazzo disperato alla mia porta, alla dedica sul libretto d'opera che ora si trovava nel mio studio.
Louis non aggiunse altro quando mi vide farmi da parte per lasciarlo entrare, si limitò a sorpassarmi fermandosi nell'ingresso.
Gli feci strada fino al salotto e lo feci accomodare sul divano, mentre lui si calava il cappuccio sulle spalle.
'Vuoi un caffè?'
Le sue occhiaie mi dicevano che ne aveva bisogno, anche se forse per il suo attuale stato d'animo una camomilla sarebbe stata l'ideale.
'Grazie. Mi piacerebbe, ho ancora il fuso e non mi reggo in piedi'.
'Torno subito', lo informai, per poi lasciarlo li sul divano a fissarsi le piccole mani nervose.
Mentirei se dicessi che non ero curioso. Lo ero.
Cosa voleva da me la persona che aveva regalato La Traviata a Harry Styles? E perché sembrava sull'orlo di una crisi di nervi? Cosa poteva essergli accaduto per ridurlo in quello stato?
Me lo chiedevo riempiendo due tazze di caffè forte.
Quando rientrai in salotto lo vidi asciugarsi velocemente qualche lacrima, prima di sorridermi debolmente accettando la tazza. Mi sedetti al suo fianco, probabilmente con un velo di preoccupazione negli occhi.
'Sei molto gentile Liam Payne, te l'ha mai detto nessuno?', commentò lui, cercando di infondere un po' d'ironia nelle sue parole, viste le circostanze.
Io gli sorrisi per ringraziarlo del complimento e mi accomodai meglio sui cuscini, decidendo di non rispondere per lasciargli il tempo di riorganizzare i suoi pensieri.
Louis si limitò a sorseggiare il caffè per qualche istante, fissando lo sguardo nel vuoto.
'Qualche giorno fa c'è stata un'asta alla MacDougall's', disse poi, sempre con quella sua voce sottile come un lamento.
'Si', mi limitai a rispondere.
'Scusami ancora Liam, ma ho bisogno...vorrei sapere se ci sei andato”, mi chiese allora, con lo sguardo pieno di lacrime e qualcosa simile alla speranza nascosta dietro.
'Si, ci sono andato e non scusarti, davvero, vorrei poterti aiutare'.
Ero quasi tentato di afferrare la sua mano in un gesto di conforto.
Lui continuò a guardarmi, ma ero certo che la sua mente fosse altrove.
'Sai che gli oggetti in vendita erano di Harry Styles?'
La sua voce morì sulle le ultime due parole.
'Si, certo, lo so', sussurrai abbassando lo sguardo, pensando alla morte di Harry.
Lui si asciugò una lacrima con un gesto nervoso.
'Hai comprato qualcosa all'asta di Harry?', mi chiese allora, con un tremore nella voce.
'Si, un libretto d'opera'.
'La Traviata?'
'Esatto'.
'E...ce l'hai ancora?'
'E' di là, nello studio'.
Louis si lasciò andare a un piccolo sospiro di sollievo.
Io mi alzai immediatamente per andare a recuperare il libretto.
Quando glielo misi fra le mani lui lo afferrò con delicatezza e disse solo: 'Si, è questo'.
Ormai piangeva apertamente osservandone la copertina ingiallita.
'Ci...ci tieni molto?', mi chiese, sempre senza staccare gli occhi dal piccolo libro.
'Perché me lo chiedi?'
'Perché vorrei ricomprarlo da te', concluse lui.
'Scusa Louis, ma qui sopra c'è la tua firma, il tuo nome, l'hai regalato tu ha Harry?', domandai gentilmente, per non risultare troppo invadente.
'Si, è così', rispose.
'Allora tienilo, è tuo', conclusi, felice di poter fare qualcosa per lui.
'Grazie, ma vorrei rimborsarti almeno'.
'Lascia perdere. Non ce n'è bisogno, davvero', dissi con noncuranza.
'Come fai a dire che non c'è n'è bisogno? Hai sborsato ottocento sterline', ribatté.
'E tu che ne sai?', gli chiesi un po' stupito.
'Beh io...pensavo di fare in tempo a tornare a Londra per partecipare all'asta, ma sono riuscito a arrivare solo stamattina presto. Sono andato subito alla MacDougall's per sapere se era rimasto qualcosa di invenduto. Ovviamente no. Allora ho supplicato per dare uno sguardo alla lista degli acquirenti e quando ho visto che La Traviata l'avevi comprata tu, ho pensato di venirti a chiedere di rivendermela, anche se quando ho visto il prezzo a cui è stata battuta, ho avuto paura che per te fosse legata a qualche ricordo particolare'.
Era chiaro che Louis temeva che anche io avessi conosciuto Harry molto intimamente e che non fossi disposto a separarmi da qualcosa che era stato suo.
'Conoscevo Harry solo di vista. La sua morte mi ha colpito. Ho lasciato salire il prezzo solo perché sono uno stupido, davvero. Il libretto è tuo Louis'.
Volevo rassicuralo il più possibile.
'Grazie, sei davvero un amico', disse Louis, stringendo appena il mio ginocchio con una mano.
'Spero di diventarlo, sembri averne bisogno'.
Avevo un milione di domande in testa che avrei tanto voluto fare a Louis in quel momento, ma mi trattenni, per non essere frainteso.
Non volevo che pensasse che avevo rifiutato i suoi soldi per ricevere qualche confidenza da parte sua, con cui avrei potuto fare conversazione durante una delle mie noiose cene del sabato sera.
Non so se lui lo capì davvero, so solo che mi chiese:
'Conosci La Traviata?'
Si certo”, risposi.
'Hai letto la mia dedica?'
'Si'.
Louis mi guardò negli occhi, come se si aspettasse di leggerci una condanna, che non trovò. Allora mi disse:
'Harry era un angelo'.
Poi infilò una mano tremante in tasca per tirarne fuori uno smartphone.
Tirò su con il suo piccolo naso, fissando il video e muovendo le dita leggere sullo schermo, in cerca di qualcosa.
Dopo qualche istante mi passò il cellulare, senza aggiungere altro.
Quella che mi ritrovai davanti era una e-mail:
Lou,
non hai idea di quanto la tua e-mail mi abbia reso felice. Ho sempre pensato che tu fossi un 'buono' e me ne hai dato l'ennesima prova.
Non sto bene Lou. Nessuno ci capisce niente con il mio cuore e la situazione è grave, anche se oggi, dopo aver letto le tue parole, mi sembra di stare meglio.
Non penso che ci rivedremo. Ma forse è meglio così, non sono più l'Harry che hai conosciuto.
Mi scrivi chiedendomi perdono. Certo Lou che ti perdono, ho sempre saputo che il male che mi hai fatto, me l'hai fatto solo perché mi amavi.
Tengo così tanto a te e alla tua stima che c'è qualcosa che conservo solo per te. Quando riuscirai a tornare a casa, se davvero mi vuoi bene, vai a trovare Lou Teasdale, lei ti darà qualcosa da parte mia.
Lou è un vero angelo. Si prende cura di me da quando ho avuto la 'ricaduta'. Parliamo spesso di te, abbiamo letto la tua e-mail insieme e si è commossa molto.
Per me, per te, per noi.
Vorrei tanto lasciarti qualcosa di mio, ma a quanto pare niente lo è più in questa casa, ma forse è sempre stato così.
Sto praticamente morendo e devo combattere ogni giorno per trovare qualche tipo di accordo con i miei creditori.
Per cui quando metteranno tutto all'asta, (è questo il mio piano), ti prego, compra qualcosa.
Se solo riuscissi a rivederti prima di andarmene mi sembra che non avrei più niente da rimpiangere.
Scusami se sono solo poche righe, ma so che capirai che, ormai, mi stanco in fretta.
Con amore.
H.

Riconsegnai il cellulare a Louis. Il suo sguardo azzurro mi disse che conosceva quel testo a memoria.
'Riesci a crederci che chi ha scritto questa mail faceva marchette?'
Lo disse con la sguardo basso, mentre strofinava il video del cellulare sui pantaloni della tuta, in un gesto automatico e allo stesso tempo nervoso.
'E' morto solo. Non ho fatto in tempo a tornare da lui. Non lo rivedrò mai più. Non so se me lo perdonerò mai'.
Le lacrime uscivano lente e chiare dai suoi occhi, come le sue parole.
Strinse ancora il mio ginocchio con la sua piccola mano.
'Sono un idiota, vero? Sto qui a disperarmi per una puttana. Ma credimi Liam, nonostante tutto il male che gli ho fatto, Harry non ha fatto altro che amarmi. Mi ha perdonato sempre tutto e io darei dieci anni di vita solo per rivederlo e buttarmi ai suoi piedi'.
Forse Louis aveva ragione a dire che ero una persona gentile, ma tutta la mia naturale gentilezza in quel momento mi sembrava completamente inutile.
Era inconsolabile.
Era chiaro che soffrisse molto, ma io non sapevo esattamente perché, ma soprattutto non avevo mai sofferto come lui in tutta la mia vita, di questo ne ero certo.
Come avrei potuto aiutare qualcuno se il suo dolore mi era praticamente sconosciuto?
Io non lo sapevo allora, come forse non lo so oggi. Ma Louis non mi era indifferente, per cui presi per la prima volta la sua mano fra le mie stringendola appena e gli dissi:
'Mi sembra di aver capito che sei di queste parti. Forse dovresti passare un po' di tempo con i tuoi. Ti farebbe bene, ne sono sicuro Louis'.
Louis strinse appena la mia mano e poi si alzò in piedi, guardandosi in giro un po' spaesato.
'Hai ragione. Ti sono piombato in casa angosciandoti la giornata, scusami'.
No Louis, davvero, mi hai frainteso. Vorrei tanto aiutarti e se passare del tempo insieme può aiutarti sarei felice di farlo. Credimi'.
Lui sospirò leggermente.
Scusami. Solo che....è tutto semplicemente troppo da sopportare, credo. Grazie per Verdi. Sarò sempre in debito con te, Liam'.
Io mi affrettai a trovare qualcosa su cui scrivere sulla mia scrivania e poi gli allungai il mio numero di telefono.
'Se vuoi sdebitarti allora prometti di chiamarmi una di queste sere. Ci andiamo a bere qualcosa e potrai raccontarmi come mai sei in questo stato. Magari parlarne ti aiuterà'.
Louis fissò la mia calligrafia per qualche istante.
'Lo farò, ma dammi qualche giorno. Ora non sarei di compagnia. Ma mi farò vivo, okey?'
Io assentì, accompagnandolo alla porta.
Louis mi strinse la mano, mentre con l'altra teneva La Traviata stretta al petto.
'Chiamami, okey? A presto Louis', gli dissi, cercando i suoi occhi con i miei.
'Grazie di tutto Liam', mi rispose lui, distogliendo in fretta la sguardo per nascondere le lacrime.
Poi, con un movimento veloce, che nascondeva tutto il suo desiderio di rimanere da solo, uscì di casa, scendendo i pochi gradini che lo separavano dal portone, come se scappasse.
Io rimasi sulla porta qualche istante a fissare il pianerottolo.
Poi rientrai, ma prima di rimettermi a lavoro, scostai di poco le tende della finestra che affacciava sulla strada.
Louis si era calato di nuovo il cappuccio sulla testa e osservava la via dal ciglio del marciapiede.
Fermò un taxi di passaggio, parlò brevemente con il conducente e salì.
Lo vidi appoggiarsi allo schienale e abbassare la testa, una mano a nascondere i suoi occhi.
Poi il taxi ripartì.

Louis non si fece vivo per tutta la settimana successiva.
Ma pensai molto a lui, visto che il nome di Harry uscì fuori in quasi ogni conversazione che ebbi con le persone più diverse.
Sapete come funziona, sembra quasi una magia.
All'improvviso anche le persone più insospettabili, quelle che mai avresti potuto associare a quella storia o persona, iniziano a raccontarti aneddoti, circostanze particolari che ti fanno capire di aver condiviso momenti della tua vita con qualcuno che non ricordavi nemmeno fosse li, insieme a te.
Coincidenze inspiegabili che insieme al dolore di Louis ancora in testa, mi resero curioso, tanto da spingermi a domandare.
Allora, quando mi si presentava l'occasione, chiedevo ai miei amici, ma anche a semplici conoscenti: 'Conoscevi Harry Styles?'
'Parli del riccio?'
'Proprio lui'.
Le risposte andavano da “molto”, a “parecchio”, a “l'ho conosciuto almeno un paio di volte”, fino a “la miglior scopata della mia vita”.
I gay popolano Londra, ma nessuno di loro riusciva mai a darmi qualche informazione in più su di lui.
Dicevano tutti che era stato un bellissimo, bravo ragazzo, che sapeva stare al mondo, ma andare oltre a queste vaghe informazioni era quasi impossibile.
Almeno fino a quando non incontrai, a una cena di lavoro, uno di quei cinquantenni che si capisce subito da come ti guardano che hanno molto da raccontare, uno di quegli uomini che ti osservano come se di persone come te ne avessero già conosciute a centinaia.
Alla mia solita domanda, se aveva conosciuto Harry Styles, lui sorrise, come se pensasse a un bel ricordo.
'Abbastanza', mi disse, ma senza risultare volgare, 'la sua morte è stata una tragedia'.
'Sai per caso se ha avuto una storia con un certo Tomlinson, Louis Tomlinson?'
'Chi, il piccoletto con quegli occhi azzurri?'
'Si'.
'Si, hanno avuto una storia'.
'Che tipo era Louis?'
'Era completamente fuori di testa per Harry. Ma era anche povero, o forse, troppo poco ricco, chi lo sa. Alla fine è stato costretto a lasciarlo'.
Harry lo amava?'
'Moltissimo. Ma Harry era quello che era e alle persone come lui è sempre meglio non chiedere troppo'.
'Che fine ha fatto Louis?'
Non ne so nulla. Sono stati insieme per poco meno di un anno, credo. Ma l'ho conosciuto poco. Passavano la maggior parte del tempo fuori Londra, non so bene in che paesino sperduto e, quando Harry è rientrato in città, Louis è ripartito subito. Poi non l'ho più visto'.

Ormai anche a me sembrava di non vedere Louis da mesi, anche se in realtà erano passate appena un paio di settimane.
La gratitudine che avevo letto nei suoi occhi durante il nostro primo incontro mi era sembrata sincera.
Ero sicuro che mi avrebbe telefonato, o che si sarebbe presentato di nuova alla mia porta.
Ma se ancora non era successo, forse doveva esserci una spiegazione.
Magari era ripartito, o era in visita dai suoi.
Più ci pensavo più i dubbi e le ipotesi aumentavano, fino a quando un sabato mattina decisi di fare qualcosa per metterli a tacere.
Cercai in rete, sui siti dei maggiori quotidiani, tutte le informazioni disponibili sul funerale di Harry.
Scoprì dove lo avevano seppellito, comprai dei fiori e andai a fargli visita.
Con le informazioni avute al Trent Park Cemetery mi incamminai verso il settore che mi era stato indicato.
La lapide era semplice e squadrata, essenziale in tutto.
Harry sorrideva mostrando le sue fossette dalla foto in ceramica sopra il suo nome.
Era una tomba comune, niente di eccezionale, se non fosse stato per il semplice fatto che era invasa da camelie bianche.
Un tappeto di camelie la ricopriva, come fosse un aiuola ben curata di un giardino.
Per un momento rimasi interdetto con i fiori in mano, guardandomi in giro.
Quella era opera di Louis, ne ero certo e il giardiniere che lavorava pacifico li intorno me lo confermò.
'Si, è stato un ragazzo a realizzarla. E' bellissima, vero?'
Io annui semplicemente.
'L'ho visto seduto qui per terra a piangere ogni giorno. A essere sinceri è anche l'unico che ho visto davanti a questa tomba. Ma non ha importanza penso, se l'unico che si presenta fa per dieci, non credi?'
'Credo di si', commentai commosso, 'Mi sembra di capire che non si fa vivo da un po', è così?'
'Si, una decina di giorni. Ma credimi, tornerà. Forse si è ammalato o ha avuto dei problemi, ma tornerà. Troppo dolore. Conoscevi anche tu questo Styles?', mi chiese alla fine il giardiniere.
'Solo di vista'.
'Beh, fattelo dire, è davvero un bel gesto il tuo, venire fino qui per uno sconosciuto'.
Io non risposi.
Il giardiniere mi procurò un piccolo vaso con dell'acqua nel quale lasciai i miei fiori, prima di ringraziarlo e andarmene.
Dopo quella visita ero ancora più deciso a rintracciare Louis.
C'era troppo dolore dietro a tutte le sue azioni e iniziavo a preoccuparmi davvero per lui.
Mettendo da parte il pudore e la mia timidezza cercai sull'elenco telefonico, pregando che avesse un'utenza a suo nome.
Quando lo trovai mi appuntai il suo indirizzo e gli lasciai un messaggio in segreteria.
Gli dicevo che se non lo disturbavo sarei passato a trovarlo il giorno successivo nel pomeriggio, per il tè.
Gli lasciai di nuovo il mio cellulare, nel caso in cui non ci fosse stato o avesse altri impegni per quel giorno.
Intorno all'ora di cena il mio cellulare squillò.
Il messaggio diceva solo, 'Ti aspetto. Louis'.





Nota autore:

Dopo aver riletto i tre capitolo confesso che sto amando il personaggio di Liam, ma la cosa non dovrebbe stupirmi, visto che anche nel romanzo di Dumas la voce narrante, (che non ha un nome ma che è impossibile non identificare con l'autore stesso), ha la sua stessa compassione e gentilezza.
Ma sono comunque soddisfatta da come il personaggio di Liam si incastri perfettamente con il comportamento del personaggio originale, sembrerebbe quasi che la parte sia stata scritta appositamente per lui.
Posso dire che da adesso in poi le cose si faranno molto più interessanti.
Liam incontrerà Louis e il racconto entrerà davvero nel vivo, sarà Louis in prima persona a narrare la sua storia e quella di Harry, per cui Liam finirà inevitabilmente in secondo piano.
Non ho molto altro da aggiungere se non che questo capitolo in realtà ne contiene due del romanzo originale.
Inizialmente avevo deciso di eliminare la parte del cimitero, che nel romanzo è più lunga e pesante ma accessoria all'evolversi della storia, dal momento che Liam non sa come rintracciare Louis/Armand e riceve le informazioni dal custode del cimitero.
Ambientando la storia ai giorni nostri questa necessità non esisteva. Liam avrebbe molti modi per rintracciare Louis, ma poi ho pensato che mostrare la tomba di Harry ricoperta di fiori potesse dare una forma concreta e profonda al dolore di Louis in quel momento, quindi, ho deciso di mantenere la scena, usandola, anche, come pretesto per spingere un Liam preoccupato a cercare Louis, piuttosto che aspettare un suo cenno di vita.

Come sempre grazie per avermi letto, recensito, aggiunto alle liste e seguito!
Angelique

P.S. Un grazie di cuore al mio editor, a cui non sfugge niente e che ama cazziarmi per le mie “d” inutili!


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Questo è il mio account Twitter @sunbozzi79.
   
 
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