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Autore: velloSmile    18/08/2015    0 recensioni
Nel 1940 Amelia Greyback è una studentessa di Hogwarts. Purosangue, fidanzata con un purosangue, con una vita davanti a se da perfetta purosangue. O no?
Genere: Fantasy, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Tom Riddle/Voldermort, Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dai Fondatori alla I guerra
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Il mio gesto non era stato uno dei più intelligenti che avessi mai fatto.
Scherzare con Riddle e la sua combriccola non era certo una cosa da prendere alla leggera, ma se volevo che il mio messaggio fosse efficace non avevo molte altre alternative. Camminai per i corridoi fino al quarto piano. Le lacrime mi sgorgavano a fiotti dagli occhi e ormai ero ridotta a pochi singhiozzi.

Mi fermai davanti al quadro della signora grassa che stupita di vedermi non sembrava avere la benché minima intenzione di lasciarmi entrare. Sarà stato il mio volto affranto o il fatto che i pettegolezzi ad Hogwarts non rimanevano mai un segreto per nessuno, ma la porta si aprì, lasciandomi entrare.
I pochi presenti nella sala comune mi guardarono come se avessero appena visto un fantasma.
Non li guardai neanche finché non scorsi di fronte a me il volto di Cedric Warley.

Mi fermai e gli sorrisi con il sorriso migliore che riuscì a fare – Io. – cominciai titubante.
I suoi occhi mi guardavano limpidi e curiosi.- Ti devo ringraziare Cedric.- a sentire il suo nome venir pronunciato il battito gli aumentò impercettibilmente. Ma io quelle cose le sapevo notare.
– Mi hai fatto davvero un grande favore- continuai- sarebbe stato difficile affrontare Radius sapendo che Amanda poteva essere ferita. Sei stato davvero coraggioso.- scelsi con cura quelle parole perché sapevo quanto contassero per un grifondoro.

Le gote gli si arrossarono lievemente. Mi sentivo subdola a giocare così con lui, ma una spalla grifondoro mi avrebbe certo aiutato nel mio scopo. Ormai ero certa sull’errore commesso dal cappello quel giorno.
Mi sporsi velocemente e depositai un casto bacio sulla sua bocca, e poi corsi via, su nell’ala femminile sotto gli occhi sgranati di molti.
Sapevo come mi vedevano: una piccola tassorosso spaventata che era venuta a consolare la sorella che era stata quasi attaccata da quel malato di un serpeverde.
Nessuno avrebbe detto niente a riguardo se avessi passato la notte li, questo era certo. Se solo ci avessero anche provato non avrei potuto rispondere della mie azioni allora.
Ma quel bacio se lo era davvero meritato tutto.

Entrai nella camera delle ragazze e vedendomi Amanda scoppiò a piangere.
Mi avvicinai lentamente al letto e la strinsi forte nel mio abbraccio.
Le sue giovani compagnie di stanza ci guardavano curiose e in un altro momento mi avrebbe dato fastidio, ma ora le mie priorità erano altre.
Le lettere che mandavano erano diventate davvero tante, ma tutte quelle che riceveva Amanda venivano intercettate prima da me e bruciate. Non andarono dal preside e Radius non si avvicinò più a noi.
Molti serpeverde avevano cominciato ad ignorarmi e l’unico che continuava a parlarmi come se niente fosse era Fredi.
I miei compagni non avevano preso bene la scenata che avevo fatto il sala grande, ma ne avevano attribuite le cause allo stress del momento. Adoravo la loro ingenuità.

Passavo i miei pomeriggi con Amanda, i suoi amici o i miei, seppur pochi.
Non la perdevo d’occhio un secondo. Persino quando mangiavamo le sedevo accanto, ma i grifondoro, seppur all’inizio riluttanti, avevano cominciato a prendermi in simpatia grazie alla dolcezza contagiosa di Amanda e le buone parole di Cedric.
Le vacanze furono quanto mai terribili. Amanda non era neanche considerata in quanto persona e io e Radius, soprattutto lui, eravamo decantati come i migliori eredi della famiglia, migliori persino dei Black.
Aveva dovuto passare ogni singolo momento libero nella sua stanza, perché si rifiutavano di vederla e l’unico momento in cui le era permesso uscire era la notte quando non c’era nessuno Neanche alle cene era ammessa. La sua sedia era persino stata tolta dal tavolo e il suo volto cancellato dai ritratti di famiglia. Nessuno la riconosceva più come tale e il suo nome venne cancellato dalla genealogia dei Greyback. Erano tempi duri quelli.
Era evidente all’inizio la sofferenza di Amanda, ma col passare del tempo si trasmutò sempre in una più palese indifferenza. Non le importava più dei commenti degli altri. Lei era felice.
1943
L’inizio del quinto anno fu uno tra i più tranquilli che ricordassi. Non c’erano aspettative nei nostri confronti di alcun genere, e persino Radius visibilmente più rilassato aveva ripreso a parlare con me totalmente e perlomeno non ignorava più Amanda.
In lei era nata una vera e propria passione per il Quiddich, il che l’aveva spinta ad allenarsi duramente per entrare in squadra già all’inizio del suo terzo anno.
Ero così fiera di lei.

Io e Zabini eravamo ormai considerati una coppia di fatto. Ma la realtà era totalmente diversa. Tranne le poche uscite insieme e le varie feste, nessuno provava il minimo sentimento per l’altro. Sapevo delle ragazze che incontrava di nascosto dopo il coprifuoco. Ma finché non si faceva scoprire andava bene. Dal canto mio non ero interessata a nessuna relazione.

Avevo cominciato a chiacchierare sempre più frequentemente con Cedric.
In realtà non avevo più bisogno del suo aiuto, ma la sua compagnia non mi dispiaceva affatto. Era diventato davvero un bel ragazzo. Inoltre aveva un ottimo carattere ed era molto intelligente.
Seguivamo molti corsi insieme e ogni scusa era buona per sedersi vicini. Adoravo il fatto che riuscisse a farmi ridere anche dopo che avevo visto Loro. Sapevo che era egoista da parte mia tenerlo tutto per me e probabilmente illuderlo di un nostro possibile futuro insieme, ma non riuscivo proprio a stargli separata. Speravo davvero che potesse essere amore.

Radius ovviamente non approvava questa mia amicizia, per niente. Ma comunque mi conosceva abbastanza da sapere che se mi avesse proibito di vederlo non sarebbe andata bene la situazione, e non voleva rischiare di perdermi.
Era sempre più amico di Riddle e della sua combriccola, e anche Fredi, anche se da un lato più distaccato, aveva cominciato a farne parte. La cosa mi spaventava e ogni volta che provavo a toccare l’argomento mi liquidavano con poche parole.


Pozioni era forse la materia che odiavo di più tra tutte. Lumacorno era un insegnante viscido e furbo, ma mi aveva preso sotto la sua ala protettrice. Ero l’unica tassorosso a poter partecipare ai festini del “luma club”. Che nome ridicolo. Non solo il nome era ridicolo ma trovavo lo stesso professore insopportabile e frivolo. Ma peggio dei suoi festini? Niente. Quelle feste erano una vera e propria tortura.

La settimana della festa il mio umore era più nero che mai. Uscì lentamente della sala comune per andare a fare colazione. Non mi piaceva come era stata organizzata la casa dei tassorosso e quella mattina mi sembrava più fastidioso del solito.
Era tutto molto caotico, molte stanze vicine e una marea di porte. Sembrava proprio un alveare. Giallo e nero troneggiavano nelle stanze, sempre così luminose. Rimanevo sempre a riflettere su quanto fosse diversa dalla casa dei Greyback. Non esistevano segreti tra quelle stanze. Non c’erano neanche piccoli furtarelli o simili! Da brivido. Le prime notti ricordo gli incubi a causa di tutto quel giallo.
 
Camminando per la stanza tutti mi salutavano, come sa sempre.
Sebastian era come ogni mattina fermo ad aspettarmi. Mi piacevano le certezze. E lui ne era una.
– ‘Giorno Amelia.- si alzò in piedi e mi guardò. Ormai conosceva tutte le mie espressioni.
– Sei sempre bellissima ma qualcosa in quell’espressione mi dice che non sei esattamente di buon umore, eh?- sorrise. Il suo sorriso mi ricordava quello di uno di quei grossi gatti persiani. Uscimmo dalla casa.
– Sai benissimo la causa del mio malumore, Seb. - dissi.
- Certo, certo.- disse guardandosi intorno. Camminavamo alla pari lungo il corridoio che cominciava ad essere gremito di studenti. Mi passai una mano tra i capelli come gesto rilassante.
- Smettila Amelia, o qui la gente andrà a fuoco. Letteralmente.- disse sogghignando. Mi guardai in torno. Effettivamente molti studenti mi guardavano, ma ormai ci avevo fatto l’abitudine. Se non era per me, era per lo scandalo di qualche mio familiare, o Fredi.
Dio sa solo dove si era cacciato quell’idiota.
- Mi fermerò soltanto quando sarai andato a fuoco anche tu Seb. - gli sorrisi affabile.
-  Hmmm…. Maliziosa. – sorrise – Senza dubbio una serpe verde con i fiocchi.- ridacchiò tra i baffi.
- Hmm… perspicace. Senza dubbio un corvonero di grande talento. – scoppiai a ridere.
Erano anni che facevamo sempre le stesse battutine, ma mi facevano sempre ridere.
L’intera famiglia Hallow era purosangue corvonero. Tutti i fratelli minori e maggiori di Sebastian erano o erano stati corvonero. Sebastian era la pecora nera della famiglia, in tutti i sensi.
Entrammo in sala grande, già affollata di studenti intenti a mangiare in fretta. Ci sedemmo con tutta calma al tavolo. Afferrai una brioche e cominciai a mordicchiarla lentamente.
- Eddai Amelia smettila! Il povero Cedric sta per venire su quella panchina tra un po’!-
Per poco non mi soffocai con la brioche. – Ma che…? – risposi dopo aver bevuto una buona sorsata di aranciata.
- Chi è che sta per venire? – chiese Amanda sedendosi al mio fianco.
Appena ripresi un po’ di contegno sporsi la guancia aspettandomi il consueto e non molto facoltativo bacio del buongiorno. Me lo diede con un sonoro smack.
– Buongiorno Amy. E no. Non sta venendo nessuno, vero Sebastian?- dissi fulminandolo.
- Avanti Amelia! Sono anni che ti sbava dietro! Farebbe qualsiasi cosa per te! Quante volte ti avrà invitato ad uscire ad Hogsmade?-
- Si chiama cortesia, Seb. E poi si è sempre trovato una ragazza per cui non vedo tutta questa dedizione da parte sua che decanti. – dissi tornando a mangiare la mia brioche.
- Avanti Melia! – disse Amanda, una delle poche persone a cui permettevo di chiamarmi così. - è palese!-
- Cos’è palese?- disse Radius spuntando alla mia destra. La brioche mi andò nuovamente di traverso.
- Si può sapere cos’è questa moda di farsi gli affari degli altri?!- dissi paonazza.
- Più che moda, direi diritto. Se non ci possiamo fare gli affari tuoi a che serve essere imparentati?- Disse Radius facendo l’occhiolino ad Amanda che vi rispose prontamente.
Detto ciò mi sfilò la mia povera brioche di mano e dove avermi rifilato un sonoro bacio sulla guancia cominciò tranquillamente a mangiarsela.
- Siete dei barbari.- risposi.
- Eh no, cara mia. Sei tu quella crudele. Lasciare soffrire così le pene d’amore ad un povero grifondoro … - disse Sebastian lasciando la frase in sospeso solo per irritare Radius.
Quella non era decisamente la mattina giusta per mangiare la brioche, visto che anche Radius per poco non soffocò. – Chi … - cominciò a dire.
- Chi è che ci sta provando con la mia ragazza?- rispose una voce dietro di me. Fredi si era avvicinato e mi abbracciava da dietro, pronunciando quelle parole appoggiandosi con il mento alla mia spalla.
Gli feci posto tra me e Amanda che nel frattempo si godeva la scena.
- Solo mezza scuola, tranquillo. – rispose sornione Sebastian. Lo fulminai.
- Sarebbe strano il contrario.- disse e poi si avvicinò a posarmi anche lui un non di certo casto bacio sulla guancia. Sapeva che ci stavano guardando tutti e gli piaceva dare scena.
– Buongiorno- sussurrò vicino al mio orecchio. Sentivo lo sguardo di fuoco di molte ragazze sulla mia schiena, quasi mi facevano male.
Davanti a me Sebastian ridacchiava come una ragazzina, sicuramente geloso di me. Rimase a tenermi il braccio intorno alla vita.
– Buongiorno Manfredi. – dissi scandendo il suo nome. – Mi chiedevo quando saresti venuto a salutarmi.-
- Appena ho potuto credimi. – rispose sorridendo con uno dei suoi sorrisi “sinceri”.
- Fredi smettila di molestare pubblicamente mia sorella. Per Salazar non sei mica un bello spettacolo sai. - disse Radius.
- Oddio, oddio, Warley sta venendo qua.- sussurrò Sebastian.
- Chi? Quell’orribile grifondoro?- disse Radius, incrociando l’occhiataccia di Amanda.
– Intendevo dire che lui mi sta antipatico, non tutti gli altri si intende.- disse. Da quando i rapporti erano ripresi Radius cercava di stare attento a non rovinare di nuovo tutto. Non con la mia minaccia di perderci entrambe. 
  
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