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Autore: Tama_Max_Niels_Loki    20/08/2015    2 recensioni
Nel vostro destino è scritto questo: regnerete fianco a fianco, forza, astuzia, saggezza e intelligenza riunite in due persone. Camminerete l'uno accanto all'altra, in un sentiero di luci e ombre, come un riflesso quando osserva l'altra sua metà sulla superficie di un lago."
Storia ambientata in Irlanda, protagonisti un fratello e una sorella, che dovranno imparare a contare l'uno sull'altra, seguendo le leggi della natura, che guida i loro cuori.
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 6

Ritornai camminando lentamente al castello. Nonostante il freddo e i vestiti fradici non volevo tornare. L'apparizione del dio mi aveva turbato tanto quanto le visioni, di più anzi, ma non mi aveva spaventata. Mi spaventava il fatto di non sapere cosa significava e quali sarebbero state le conseguenze. In vista del castello mi fermai per rassettare un attimo il vestito, ma senza speranza, visto che era infangato fino alle ginocchia e sgualcito sui bordi. Sospirando ripresi il cammino. Ancora qualche ora e gli emissari sarebbero arrivati, quindi mi conveniva muovermi per evitare lavate di capo da tutti e tre i membri della famiglia.

Una volta nella mia stanza trovai la mia servitrice che preparava il vestito per la sera. La sentivo borbottare fin da fuori la porta per i fili tirati e rotti. Sorridendo entrai salutandola, poi sfilai il vestito e andai al catino per togliermi il fango dalle braccia e dalle gambe.
-Sai vero che stasera ci sarà anche il figlio del re di Falcarragh, vero? E tu avevi intenzione di presentarti con il vestito rovinato e ricoperta di fango ed erba? Sei una principessa, te lo ricordi, vero? Perché a me non pare proprio.
-Sì, Luine, me lo ricordo, ma purtroppo non ho ancora il potere assoluto sulle nubi e ad esse non importa molto che io abbia sangue reale o meno. Sapevo del principe ma non mi aspetto nulla, è solo una visita commerciale, e no, non ho organizzato il banchetto per ingraziarmelo, ma per aiutare mio padre. E poi al tempo neanche sapevo chi fossero gli emissari prescelti!-
-Non insinuavo nulla di tutto ciò.-
-Sì invece, lo sappiamo bene entrambe. Come procede col vestito?-
-Non so come, ma sono riuscita a ripararlo, anche se la tua maestria nel rovinare i ricami è davvero degna di nota. Dovresti dare lezioni, le sarte come me verrebbero pagate molto di più.-
E dopo mi chiedevo da chi avevo imparato ad avere la risposta pronta... Ma lei restava tuttora imbattuta.
Andai alla cassettiera per prendere della biancheria pulita, mentre mi vestivo trattenevo il fiato stringendo il corsetto. Poi iniziai a raccogliere i capelli, lavorandoli per ottenere un'elaborata treccia a cui intrecciai fili dorati. Nel frattempo Luine aveva finito il rammendo e mi stava porgendo il vestito, rosso come il tramonto, con delle sfumature oro e viola che decoravano le ampie maniche, il busto e l'orlo. Lo indossai con attenzione, non volevo rovinare ancora quel capolavoro. In realtà non ero stata io a rovinarlo la prima volta, ma un uomo del villaggio che era inciampato sullo strascico mentre cercava di afferrare il figlio piccolo che gli stava sfuggendo ridendo, ma per evitargli guai mi ero addossata la colpa...
-Ringrazia questa vecchie mani! Fanno ancora miracoli!-
-Vecchie?! Hai trentadue anni!-
-Sono saggia come una matrona però.- e detto questo uscì dalla stanza.-Come no...-
sbuffai al vuoto, visto che si era dileguata. Voltandomi verso la finestra vidi che il sole si stava abbassando a sfiorare le colline. Se fossi salita sulla torre di guardia probabilmente avrei visto gli emissari arrivare. Corsi fuori dalla stanza e raggiunsi la torre in breve tempo.

Il tramonto aveva i colori del mio vestito, con nubi nere all'orizzonte, ma sarebbe passata ancora qualche ora prima della pioggia. Da lontano vedevo le carrozze arrivare, macchie blu nei sentieri fangosi che serpeggiavano tra il verde. Contai dodici convogli, quindi una quarantina di uomini circa, servitori compresi. Sarebbero arrivati in una decina di minuti, quindi mi incamminai per andare a riceverli al portone d'ingresso. Passai sotto l'arco ogivale ammirando la luce che entrava dalle finestre poste affianco alla convergenza dei pilastri, in alto, il cui accesso era acconsentito alla guardie da intricate scalinate. Appena fuori dal limite del castello mio padre e mia madre aspettavano i convogli. Strano che mio fratello non fosse ancora arrivato. Mi accostai a loro salutandoli.
-Regan dov'è? Mi pare strano che non sia ancora qui...-
-Era sulla torre di guardia poco fa, cara.-
-Padre, devo dissentire... Io ero sulla torre di guardia poco fa e apparte un paio di soldati non c'era nessuno.-
-Di cosa vi preoccupate? Sarà qui a breve- disse mia madre voltandosi verso il cortile interno - anzi, sta arrivando, vedete?-
In effetti stavo correndo verso di noi con le guance arrossate... Strano. Lo avevo visto correre per due o tre miglia senza mostrare il minimo segno di sforzo e ora per un paio di scale arrivava tutto trafelato e arrossato? Non mi convinceva molto...
-Dov'eri, ragazzo?-
-Ti avevo detto che andavo alla torre prima, padre.-
"L'hai detto, ma non ci sei mai arrivato..." perché avevo una mente così scettica?! Fortuna volle che la delegazione fosse arrivata e le domande rimandate in seguito, in particolare per Regan, che appariva ancora più rosso di prima.


Triste da pensare, ma questo è il penultimo capitolo... Ne scriverò un'altro per arrivare a sette, ma non ho più la motivazione che mi spinge per andare avanti, nonostante abbia già tutta la storia in mente... Mi dispiace e ringrazio coloro che sono stati così gentili da supportarmi. Buona serata.
Tama

 

  
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