Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: Serpentina    22/08/2015    3 recensioni
Ewan Ellis è convinto che per poter ritenere la sua vita davvero perfetta, gli manchi solo una fidanzata. Riassume le caratteristiche della sua donna ideale in un decalogo e non esita a lanciarsi in una serie di appuntamenti ai limiti del surreale, pur di trovarla. Ben presto, grazie anche all'aiuto di una vecchia amica, capirà che ordine e metodo non vanno tanto d'accordo con l'amore!
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Salve! So di avervi lasciati con vari interrogativi, ma non voglio rovinarvi la sorpresa, mi limito a informarvi che alcuni troveranno risposta in questo capitolo.
Grazie ai lettori silenziosi, a Calliope S e sunburn1985, che hanno recensito, ad America35, che segue la storia, e a Sapphire_, che la preferisce! :-*

 
 

Image and video hosting by TinyPic

Ellis’s list

“E' l’ordine a essere una momentanea mancanza del disordine, in un mondo in cui quest’ultimo cresce in maniera misurabile e inesorabile attraverso l’entropia.” 
Piergiorgio Odifreddi


Oscillando sulle note di “Dani California”, quella sera Jodie Carr rientrò a casa animata da nuova determinazione: aveva convinto le sue amiche a formare un gruppo di sostegno per pigre croniche; si sarebbero date appuntamento in una palestra vicino al MIT e avrebbero creato una chat privata per scambiarsi messaggi di incoraggiamento e consigli dietetici.
“E’ la volta buona, me lo sento. Addio, rotolini!”, pensava, mentre saliva i due piani di scale che la separavano dal suo appartamento.
Tolti gli auricolari, la sorprese non udire le acute voci infantili di Manuel e Mari, ancor di più che i suoi timpani venissero feriti da quella sgradita del suo ex cognato.
Era seduto sul divano, accanto alla ex moglie, e (“Orrore!”) teneva una mano sul suo ginocchio e il viso troppo vicino a quello di Marion, rossa in faccia e ridacchiante, peggio di una scolaretta giuliva. Come se questa visione non fosse sufficiente a provocare in Jodie violenti conati di vomito, Jorge si mise pure a carezzarle una guancia, sospirando in quello che secondo lui era un tono caldo e sensuale –Non ci credo che non hai avuto storie, dopo il divorzio. Sei così bella, Marion… se i bostoniani non sono diventati improvvisamente ciechi, dovresti avere la fila fuori dalla porta!
“Ha oltrepassato ogni limite! A me un’arma!”
–N-No, c-cioè… i-io… grazie, sei…
–Lo so: sono un tesoro, ma non potrei non esserlo- con sommo raccapriccio di Jodie, puntò alle labbra della ex moglie. –Sei fantastica, piccola… mi ricordi perché ci siamo lasciati?
–Perché sei uno stronzo- si decise a intervenire in perfetto stile “sorella maggiore” per impedire qualsiasi contatto tra i due. –E, per la cronaca, l’hai lasciata tu per andare a sbavare dietro la minigonna di quella tro… sciacquetta che vi teneva i bambini. Leva le tue luride zampacce da lì e allontanati: questa è casa mia, non ti permetto di fare i tuoi porci comodi!
–Adorabile come sempre, Jodie- rispose lui senza spostarsi di un millimetro.
–Solo con chi se lo merita. Ora fa’ quel che ti ho detto, prendi la giacca e porta il culo fuori di qui.
–J-Jodie, n-noi stavamo solo…
–Tranquilla, piccola, non è colpa tua se hai una sorella isterica- sputò Jorge, la baciò sulla guancia al solo scopo di irritare Jodie e prese la giacca. –Capisco quando non sono gradito, perciò alzo i tacchi.
–Ecco, bravo. E alla svelta!
–Jodie!- la redarguì Marion, alternando nervosamente lo sguardo tra l’ex-marito e la sorella.
–Sì, è il mio nome- celiò lei, velenosa. –Senti, cocco: puoi incantare Marion, ma con me non attacca. Se la tua tro… ragazza ti ha mollato sono problemi tuoi (più che problemi, lo chiamerei karma); sfogati su xvideos, vai a puttane, fai quel che ti pare… ma stai alla larga da lei! Ha già sofferto abbastanza a causa tua!
–Chiudi il becco, arpia!- reagì l’uomo, afferrandola per un braccio. –Se non fosse per te… sei stata tu a rovinare tutto! Non mi hai mai potuto vedere!
–Prova che ci vedo bene- replicò Jodie, prima di ribaltare le posizioni e atterrarlo con una mossa strategica insegnatale da un marine con cui era stata il primo anno di università. –Aspetta… Ho davvero indovinato? La scolaretta ti ha dato il benservito? Oh, gioia e tripudio! Ti ha scaricato per un modello più recente, eh? Forse è meno stupida di quanto pensassi.
–Sasha e io stiamo attraversando una crisi, è vero. E allora?
–Oh, no! Jorge, mi dispiace tanto- pigolò una Marion tra l’affranto e lo speranzoso.
–Oh, sì, fa piangere il cuore sapere che il bastardo traditore sta soffrendo!- abbaiò sarcastica Jodie. –Non sperare di trovare conforto qui, soprattutto non nel letto di mia sorella. E adesso sparisci!- spinse veementemente l’uomo sul pianerottolo, gli gettò in faccia il giubbotto e sbraitò –E la prossima volta citofona, così mando giù i bambini senza interazioni con Marion. A non presto rivederci!
Chiuse la porta con violenza e fulminò con un’occhiataccia Marion, che stava saltellando a mani giunte squittendo –Sono in crisi! Sono in crisi! La speranza divampa!
–La spengo subito- rispose Jodie, dura come poche volte in vita sua. –Il solo fatto che invece di tentare di superare questa fantomatica crisi sia venuto a mendicare una scopata da te la dice lunga su che razza di essere indegno sia. Non aggiungo altro perché, ahimè, è il padre dei tuoi figli, ma se potessi…
–So che per te è inconcepibile, ma lo amo!
–Ne abbiamo già parlato, sorellina: tu non ami lui, ami la perfetta famigliola felice che credevi di avere con lui. E’ diverso- la rimbeccò la maggiore, ringraziando mentalmente Jorge per averle fatto passare la fame.
“Forse liberarmi dei rotolini sarà più facile del previsto!”
–Mi sento ancora legata a lui, è mio marito!
–Non più. Hai firmato le carte, ricordi?
–Forse ho sbagliato. Avrei dovuto lottare per riprendermelo- gnaulò l’altra, facendosi scudo con un cuscino. –Ha commesso un errore, ma…
–Abbiamo discusso anche di questo- ringhiò minacciosa Jodie, domandandosi se avrebbe potuto citare l’ex cognato per manipolazione mentale, plagio o come cavolo si chiamava nel gergo legale. Questi discorsi non erano quelli di una donna nel pieno possesso delle proprie facoltà! –Puoi amarlo quanto ti pare, non basta ad assolverlo dai suoi peccati, che non ho idea di quanti siano, sicuramente non pochi: il fatto che ti abbia lasciata per la tro… scolaretta non significa che non fosse recidivo. In ogni caso, ti ha mancato di rispetto e, per essere proprio cinici, ha rotto il contratto che vi legava violando uno dei termini. Ah, prima che tiri in ballo i bambini: paradossalmente è più presente adesso di quando vivevate sotto lo stesso tetto, e andando con la tata ha mancato di rispetto anche a loro; ha sottratto del tempo che avrebbe potuto usare per fare il padre e ha fatto soffrire la loro mamma. I bambini le avvertono certe cose.
–Jo- esalò Marion, accasciandosi sul divano –Non puoi capire. Le tue relazioni, se così si possono chiamare, non hanno mai superato i dieci giorni, non hai sperimentato quello che viene quando la passione da sola non basta: la tenerezza, certo, ma anche le incomprensioni, i litigi, la lotta contro il noioso tran tran quotidiano… Però, vedi, quando ami veramente una perona, dal profondo del cuore, non ci pensi due volte a estrarre gli artigli, pur di tenertela stretta, perché non sai immaginare la tua vita senza di lei.
–Io, invece, la tua vita senza quel deficiente la immagino benissimo- soffiò Jodie, scrutandola dall’altro del suo metro e settanta (più dodici centimetri di tacco) con le mani sui fianchi. –Sai come la penso, sorellina: quando l’amore lede la dignità, smette di essere amore.
Marion si alzò, la abbracciò e chiocciò –Capisco abbia avuto fregature sufficienti per almeno due vite, ma gli uomini non sono tutti uguali, Jo. Ti auguro di incontrare qualcuno che te lo dimostri.
Jodie si scostò, ostentando un’aria da dura che non le apparteneva, e soffiò –Vabbe’. Ah, prima che me ne dimentichi: non prendere impegni per sabato mattina, si va a sperimentare il corso di cardio fitness della palestra ‘Hard Work’. Non guardarmi così: è un’idea di Sarah, dice che è piena di bei maschioni, cito testuali parole.
–Sbaglio, o la tua amica finta barbona è un tantino assatanata?
–E’ tutta assatanata! Buon per lei: se non ci si sfoga adesso, quando?

 
***

Nonostante non sentisse altro che lamentele da parte di Albert, Ewan gli invidiava la famiglia numerosa: per lui - figlio unico poco propenso alla socialità - una casa affollata, la lotta quotidiana per gli spazi comuni e i confronti verbali o fisici erano un sogno, non una stressante realtà. Certo, crescendo si era fatto degli amici, che considerava come fratelli, ma non era la stessa cosa. Se mai l’impresa fosse riuscita e avesse trovato la donna della sua vita, avrebbe messo al mondo almeno due figli, poco ma sicuro.
Era convinto che un eventuale fratello o sorella l’avrebbe sostenuto, al massimo prendendolo un po’ di giro, non gli avrebbe mai detto…
–Mai sentita un’assurdità più enorme, e io lavoro in televisione, l’assurdo è il mio pane quotidiano!
–Grazie mille, Jonathan- sibilò a denti stretti, oltraggiato.
–Sai se nell’ospedale dove lavori c’è posto nel reparto psichiatrico?- ridacchiò Albert, puntando una patatina fritta ricoperta di ketchup contro Philip “Phil” Gage, che rivolse loro un’occhiata ammonitrice; ormai conosceva bene Ewan, sapeva che - come tutte le persone miti - una volta raggiunto il punto di rottura deflagrava, e chiunque avesse la sfortuna di trovarsi nelle vicinanze rischiava di essere travolto dal fiume in piena di rabbia repressa.
–Secondo me dovreste smetterla di deridere El. Sembrate la volpe della favola: non riuscite a tenervi stretta una donna e lo tormentate per invidia- asserì il giovane medico in un pesante accento del sud, prima di ingollare un sorso di birra.
–Invidia? Dove?- esclamò Albert, spalleggiato da Jonathan. –Hai idea di quante sono passate dal porto di Al?
–E dal mio. E ne sono uscite tutte soddisfatte.
–Se la sono data  a gambe appena svaniti i fumi dell’alcol. Siate onesti: rimorchiate nei locali e non concedete il bis alla scaldaletto di turno perché ad un appuntamento serio non avreste possibilità!
–Sta insinuando che siete buoni solamente orizzontali. Fossi in voi, mi offenderei- bofonchiò Ewan a bocca piena: forse l’avrebbe portato prematuramente all’altro mondo, ma non ce la faceva a rinunciare al cibo spazzatura!
–Offendetevi pure, i fatti mi danno ragione: come si chiama la mia nuova eroina, quella del supermercato?
–Vaffanculo, Phil!- sbottò Albert.
–Nome insolito… è straniera?- replicò divertito Philip.
–Idiota! Sai quante ne trovo di meglio? Sì, era carina… molto carina…
–Sicuro? Hai blaterato mezz’ora sui suoi occhi meravigliosi, e, conoscendoti, per averli notati… il resto non doveva essere granché!- osservò Jonathan, salutò animatamente alcuni fan e aggiunse altra salsa barbecue al suo hot dog.
–“I tuoi occhi luminosi non sono paragonabili a nulla che abbia mai visto”- canticchiò Ewan.
–Lascia i Red Hot Chili Peppers fuori da questa conversazione!- ruggì il fisico, infervorandosi. –Le loro canzoni non sono la risposta a tutti i problemi!
–A quasi tutti- ribatté Ewan, per poi riprendere a canticchiare come niente fosse. –Ricordami di passarti questo pezzo.
–Non potete capire, insensibili!
–Capisco perfettamente: ti sei impuntato su di lei perché ti ha respinto. Infantile, da parte tua- commentò Philip. –Almeno quanto il piano di El.
–Il mio piano non è folle né infantile, perché, al contrario di voi, che brancolate affidandovi al caso, agisco con ordine e metodo- rispose Ewan, tirando fuori dai pantaloni un foglio di carta, che sbatté sul tavolo.
–Che roba è?
–Il primo passo per avventurarsi alla ricerca di qualcosa - qualcuno, in questo caso - è avere le idee chiare su cosa - chi - cercare, perciò, con ordine e metodo…
–Hai stilato una lista?- esalò esterrefatto Jonathan, pizzicandosi le guance per accertarsi di essere sveglio. –Finora pensavo fosse uno scherzo andato per le lunghe, invece… hai sconfinato nella follia!
–Effettivamente…
Ewan latrò, indignato –I garanti del caos, ecco chi siete! Confondere ordine e metodo con la follia…
–Scusa tanto se tutta la faccenda ci sembra folle!- sbuffò Albert. –Ehi, sentite qua: “Caratteristiche della donna ideale. Punto pri…
–Da’ qua, delatore- soffiò Ewan, strappandogli il foglio. –Hai l’intonazione di una cornacchia rauca. Ehm, ehm… “Punto primo: dev’essere innamorata di me, Ewan Lachlan Ellis, non dei miei quattro milioni di dollari.”
–Ora che so il tuo secondo nome la vedo dura, però… mi pare ragionevole.
–“Punto secondo: deve comprendere (o amare) il mio lavoro, e non rimproverarmi se assorbe molto del mio tempo. Punto terzo: dev’essere amabile - ma non sdolcinata - e determinata e sicura di sé - ma non civetta o dispotica - e, soprattutto, non deve avere sbalzi d’umore tipo disturbo bipolare. Non sopporto le scenate.”
–Anche questo mi sembra ragionevole- lo interruppe nuovamente Albert.
–“Punto quarto: deve venerare i Red Hot Chili Peppers almeno quanto me. Punto quinto: deve preferire le partite dei Red Sox a una stupida soap opera o un qualunque volgare programma di intrattenimento.”
–Stai fresco! Dove la trovi una così?
–“Punto sesto: dev’essere una cuoca almeno passabile (sono incapace perfino di cuocere un uovo, se nemmeno lei sa mettere in tavola cibo commestibile moriremo di fame).”
–Questa te l’appoggio in pieno- intervenne Jonathan: avendo radici italiane, era abituato a considerare i pasti ben più di un mero rifornimento di nutrienti per il corpo. Non a caso, conduceva un programma di cucina.
–“Punto settimo: deve apprezzare il piacere di una bevuta in compagnia e, in queste occasioni, preferire una birra o un whiskey a quegli orrendi cocktail colorati e disgustosi. Punto ottavo: non pretendo Einstein in gonnella, ma dev’essere intelligente, brillante e capace di sostenere una conversazione che non mi faccia sbadigliare dalla noia. Punto nono: non pretendo neppure la supermodella, ma un minimo di superficialità maschile ce l’ho, quindi dev’essere bella, o almeno carina. Punto decimo: deve farmi desiderare di passare il resto della vita insieme a lei.”
–Se mai dovessi incontrare una simile creatura… chiedile se ha una sorella!- ridacchiò Philip, e Jonathan si morse il labbro per non scoppiare a ridere: le pretese di Ewan erano veramente eccessive!
–Se riuscirai davvero a conquistare una donna che rispetti tutti i punti della lista- dichiarò solennemente Albert, certo dell’insuccesso dell’amico –Pagherò di tasca mia fedi, abito dello sposo e addio al celibato!
Il botanico raccolse la sfida; rispose, dopo averlo costretto a siglare l’accordo nero su bianco –Comincia a mettere da parte i soldi, Gimpsky, ho gusti dispendiosi!

 
***

Prima il dovere, poi il piacere: dopo una sfiancante sessione di attività fisica, urgeva ritemprare corpo e spirito. Jodie aveva scelto di rinfrancarsi con un peeling facciale e un trattamento con pietre calde, che sperava la liberasse da tossine ed energie negative.
Camminava in placida pace col mondo, tacitando i sensi di colpa derivanti dall’aver sgarrato cedendo alla tentazione di un ricco frappuccino (“Me lo merito: ho sudato come una dannata! E poi quante calorie potrà mai avere? Di sicuro meno di quante ne ho bruciate! Sì, meno di quante ne ho bruciate”) e meditando sull’eventualità di tradire il proprio credo cercando sull’elenco telefonico il numero di Ewan, come le era stato caldamente consigliato da sua sorella e le sue amiche (in particolare Jane). Non ce ne fu bisogno: provvide il caso.
–Wow! Credo di non averti mai vista in tuta, prima d’ora- esclamò il lupus in fabula, con tanto di fischio di apprezzamento. –Di solito sei sempre tutta in tiro!
–Ewan Ellis! Che fai, mi perseguiti?
–Ma come, non credi più nel potere del fato e simili?- replicò, ammiccando. L’insistente tossicchiare al suo fianco gli rammentò la presenza di Albert. –Oh, ehm, giusto: ti presento Al, è un mio amico. Al, lei è…
–Miss Serendipity!- esclamò il fisico, stringendole calorosamente la mano: c’era qualcosa in lei di vagamente familiare, che gli ispirava simpatia. –Ewan mi ha riempito la testa di chiacchiere su di te! Sei la causa del mio perenne mal di testa, sappilo!
–Non riuscirai a farmi sentire in colpa: esistono gli analgesici!- scherzò Jodie. –Voi biologi siete tutti così fighi?Ho decisamente sbagliato carriera!
–Biologo io? Sono terrorizzato dal regno animale e ho fatto morire una pianta grassa che andava innaffiata una volta ogni quindici giorni! Meglio tenermi alla larga dalla materia animata. Sono un fisico.
“E si vede!” pensò Jodie, rivolgendogli una breve occhiata di apprezzamento; sebbene prediligesse la bellezza più dimessa e (un po’) rude di Ewan, non poteva negare che anche Albert fosse una gioia per gli occhi. “Potrebbe andar bene per Marion: la sfido a preferire quel porco traditore a un dio greco del genere, pure intelligente e spiritoso!”
–Oh, wow! Da umile farmacologa mi inchino di fronte a un cervellone del tuo calibro- rispose. –Allora, cosa ci fanno due begli esemplari di maschio in giro a quest’ora tutti soli ? E’ pieno di donnine arrapate che non vedono l’ora di saltarvi addosso, sapete?
Ewan arrossì, mentre Albert scoppiò a ridere: Jodie non era il suo tipo - a parte la "questione taglia", aveva intuito fosse un bel peperino, e lui preferiva di gran lunga le gattine sexy alle gatte da pelare - ma gli piacevano i suoi modi schietti e ironici.
–Esattamente il motivo per cui siamo in giro: cercavamo belle donne, e il destino ci ha messi sulla tua strada. Coincidenza? Io non credo- replicò sornione Albert, testando il suo fascino sulla ragazza. "Dopotutto, ogni lasciata è persa!", pensò. Incredibilmente, e con suo lieve sdegno, Jodie non fece una piega.
–Il caso non è così potente. So dove vuoi andare a parare e sono lusingata, ma no, grazie. Sei tanto carino… non il mio tipo, però- ribatté, esibendo un sorriso irresistibile, dopodiché dirottò la propria attenzione sul botanico. –Come va la tua ricerca?
–Alla grande!- rispose lui, compiaciuto. –L’ibrido di Passiflora che ho messo a punto si è rivelato resistente agli attacchi di Cocciniglia oleosa e Mosca bianca, è fantastico!
–Ne sono molto lieta, ma… mi riferivo alla tua ricerca di una fidanzata. O hai lasciato perdere?
–Oh, quella!- pigolò Ewan, colorandosi di nuovo di un vivace rosso papavero. Alla sua destra, Albert sgranò gli occhi: se le aveva raccontato del piano strampalato, significava che i due erano in confidenza; era suo preciso dovere di amico scoprire esattamente quanto e regolarsi di conseguenza. –No, no, è ancora in corso. Si sta rivelando più difficile del previsto.
–Splendido!- trillò Jodie, scattando in piedi. –Se vuoi, posso aiutarti: una mia amica uscirebbe volentieri con te.
–Quale? La rossa col caschetto e la mandibola pronunciata?
–Ingrid?- Jodie ridacchiò. –Oh, no: è già impegnata… e lesbica.
–Oh!- esalò Ewan, rosso-violaceo. –Ehm… s-scusa, c-cioè, n-non pensavo…
–Tranquillo, non sei stato offensivo. Non lo sapevi!
–Ok. Se non è Ingrid, allora…
“Fa’ che non sia la bionda ubriaca. Fa’ che non sia la bionda ubriaca. Fa’ che non sia la bionda ubriaca!”
–Jane. Era all’Avalon. Sul metro e sessanta, occhi a mandorla…
“Onestamente non la ricordo, ma l’importante è che non sia quella sbronza con le mani lunghe! Uhm, meglio chiedere conferma.”
–Jane… ehm, senza offesa, eh… non è la tipa ubriaca che ci ha provato con me, vero?
–Ti confondi con Sarah, che, tra parentesi, da quella sera non ha più toccato un goccio di etanolo (per gli amici alcol etilico).
Rincuorato, Ewan tirò un sospiro di sollievo.
–Che Jane sia!
 
Nota dell’autrice:
Capitolo di passaggio, eppure fondamentale. La quiete prima della tempesta, diciamo così.
La fortuna sembra girare a favore del bel botanico: senza fatica ha racimolato un appuntamento! Jane si rivelerà essere la donna della sua vita? Chi lo sa! ;-)

Quanto a Marion, don’t worry, si riprenderà dal trauma cerebrale che le impedisce di vedere che razza di cialtrone ha sposato! *spoilerone*
Comunque non sottovalutate il cardio-fitness del gruppo di sostegno per pigre croniche, darà i suoi frutti (non aggiungo altro)!
Baci e abbracci!
Serpentina
Ps: confrontandovi con la lista… siete o non siete candidate a donna ideale di Ewan? Let me know, I’m curious!
Pps: la canzone dei RHCP che canticchia Ewan è “Velvet Glove” (questa).
 
   
 
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: Serpentina