Anime & Manga > Lady Oscar
Segui la storia  |       
Autore: queenjane    23/08/2015    5 recensioni
Dedicato, in ordine alfabetico, a Amantea, Lucy'71, Mgrandier, Orny'81, Pamina'71, Tixit, Veronica Franco
Gli antichi dividevano le varie età dell'uomo nella stirpe dell'oro, dell'argento,
del bronzo, degli eroi e del ferro. Tempo addietro ho scritto delle one-shot, che intendo ampliare.
Da leggere come storie a sé o seguito di Golden Age oppure come spin off della storia "The dragon and the rose"..
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Oscar François de Jarjayes, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
1763, late Summer .
 
Fa ancora così caldo che sudiamo anche a respirare, annoto tra me, tu, Andrè, invece, sei perso a contemplare il paesaggio e vuoi che ti faccia il riassunto.
Da capo.
Marly venne fatta costruire dal Re Sole, una piccola dimora per sfuggire al protocollo della reggia, Mansart e Le Brun  i progettisti di questo capolavoro.

Viali ordinati e edifici perfetti, aiuole variopinte e vasche d’acqua spettacolari fino agli ombrosi boschetti sono disposti con geometrica precisione dalla cima della vallata fino al grand abreuvoir à chevaux.

Il castello ha la forma di quadrato, un solo piano, una terrazza all’italiana, piatte facciate dipinte con trompe-l’oeil con pilastri, corpi aggettanti, bassorilievi e quanto altro.

Poi i famosi specchi d’acqua, fino all’abbeveratoio di cui sopra, sei a destra e sei a sinistra, ecco i dodici  padiglioni per gli ospiti, come i segni dello Zodiaco, al centro il castello, come il Sole, una idea scontata, visto che Luigi XIV era il RE Sole, o almeno così suole dirsi.

Fisso le ruote delle quattordici grandi pale della Machine di Marly, il loro rumore giunge fino a qui.

Possono pompare fino a quattro milioni di litri d’acqua dalla Senna non solo per il castello di Marly, ma anche per le fontane di Versailles, mi pare di avere capito.

Un capolavoro di ingegneria, annoti, cercando l’ombra.

Già, ribatto, riflettendo che a Marly morì il padre di Luigi XV, pochi giorni dopo il decesso di Adelaide di Borgogna, nata principessa di Savoia, erano stati delfini per un breve periodo, dopo la morte del Grand Dauphin, il figlio del re Sole, che fu figlio di un re e padre di un re, senza essere mai un re a sua volta.
La nonna materna di mia sorella Catherine era stata sua dama di compagnia, di Adelaide di Savoia,che prima la Savoia era un ducato, poi è diventata un regno,  ma mica tutti lo sanno, e mi ha raccontato di questo e tanto altro.
La duchessa amava ridere e scherzare, era arguta e divertente, osava salire in grembo al re a dodici anni come a venti, incantevole come una piccola ninfa dai capelli castani e le piaceva vestirsi di rosso.
Amava la caccia, il teatro e le passeggiate a Marly.
Era spirata con cristiana rassegnazione a ventisei anni, seguita una settimana dopo dal marito, lasciando un piccolo orfano di due anni, il futuro Luigi XV, sopravvissto alla madre, al padre e al fratello maggiore.

Strappo un filo d’erba, con impazienza, l'aria colma del profumo di lamburni e gelsomino e lillà.

Siamo stati a Versailles svariate volte, con fedele precisione mia madre non mi ha mai gettato  una occhiata, diciamo che non doveva inciampare nello strascico della dama che la precedeva, come no.
Io ho imparato a memoria a guardare fuori dalle alte  finestre della Galleria degli Specchi, a più luci, divise da sottili colonne, a contare le fontane e gli alberi sempre verdi fuori dai vetri.
I tamburi rullano quando il re e i suoi familiari si recano a messa, per tutto il tempo della celebrazione i coristi cantano, tutti guardano tutti, mentre il sacerdote officia la cerimonia e ben pochi lo ascoltano, quando solleva l’Ostia ognuno lancia occhiate al sovrano.
Lo stesso a pranzo, in piedi ho osservato la tavola sontuosamente apparecchiata con le stoviglie in oro massiccio, tovaglia e tovaglioli sono in ricco damasco.
Invece, la nef in argento è posta a lato della tavola regale ed ha una curiosa forma allungata. Contiene posate e salse e condimenti per il sovrano, è stata portata con cura e cerimonia e il maggiordomo vi  si è inchinato davanti, cosa che succede dai tempi di Luigi XIV, o che ne so, quando la Corte si trasferì a Versailles dalle Tuileries nel 1682 non vi ero di certo.
Quando il maitrè d’hotel entra nella sala tiene in mano un bastone alto due metri, incorniciato da una corona di fiordalisi, ha quindi inizio il pasto, con il corteo dei vari vassoi con portate a non finire.
L’appetito del Re Sole era leggendario rievoco tra me, per far passare il tempo riepilogo i suoi menù, giunti fino a noi, un esercizio di memoria per la posterità.
Quattro zuppe ricche di spezie, pasticci vari, tartufi, fagiani, insalate, uova sode, frutta e  dolci a non finire, aveva un appetito da re, appunto, nonostante la mancanza di un pezzo di palato e di molti denti.

A Parigi, accompagnati, a vedere Notre-Dame, con i suoi pinnacoli e le cascate di edera, i superbi rosoni, la Saint-Chapelle, dalle splendide vetrate, che raccoglie le sacre reliquie della croce, costruita da Luigi IX, a Piazza Saint-Ovidie, con le sue bancarelle dalle infinite mercanzie.

Al Cafè Procope, abbiamo preso la cioccolata spolverata di cannella e panna, gelato in piccole coppe, una lieta merenda, una piccola digressione.

Su Mont Saint-Genevieve, abbiamo contemplato la distesa della capitale, un tappeto sotto di noi, le costruzioni, le chiese e i campanili, il luccicare della Senna, eravamo in cima al mondo. Come dei navigatori in rotta sull’oceano.
L’epoca dei cavalieri e dei pirati è finita, è possibile ricrearla?
Cortesia e pazienza, pure mi devi spiegare il senso di questa veduta prolungata, che, poi conoscendoti, vorrai vedere le carte, i progetti, comprendere il funzionamento, ti piace costruire, usare le mani, capire in una parola.
Chissà che ti inventerai, tu, hai davvero una grande pazienza, riesci a costruire un castello di carte come pochi,non hai mai fretta.
Resto in attesa, fammi sapere.
Almeno per ora.
È la cinquantesima volta che fisso le pale e faccio la spola tra te e mia sorella.
  • Catherine.
  • Cosa vuoi,Oscar.
  • C’è troppo caldo.- Osservo il braccialetto che porta al polso destro, di oro e smalto azzurro, su cui battono i raggi del sole, creando una specie di danza di arcobaleni.
  • Mi spiace per te.
  • Dove è tuo marito?
  • È andato a fare una passeggiata …
  • A piedi..
  • Se i cavalli sono legati qui, che dici..
  • Meglio venire qui a cavallo che in carrozza.. – Annuisce e, con un piccolo scatto, un luccichio birichino negli occhi, mi butta sull’erba e comincia a farmi il solletico, favore che ricambio con devozione, poco importa di macchiare la chemise di lino, un braccio sotto la mia testa a giusa di cuscino.
  • Sei peggio di una bambina, Cat.
  • Ti stavi annoiando e ti ho dato un diversivo.
  • Già..
  • Al solito, perché mi devi smontare i capelli..
  • Perché sì.
  • Ottima ragione, tesoro.
  • Poi sei mia.- vorrei poter dire mia e basta, tranne che non è così. Annoto che ora si è inginocchiata e mi circonda leggera con le braccia, mentre io gioco con le sue  ciocche scomposte, venate da rossi riflessi, le tocco la spalla, il viso.
  • Sono fortunata, lo so- Semmai, è il contrario, la mia è una forma di stupidità, credo, i nobili delegano la cura dei propri figli a nutrici, governanti e istitutori, questo è l’uso, la regola e la prassi, tranne che con lei non è così.
Mia madre è una dama di compagnia della regina, ha precisi doveri, altro che badare a me, come rileva il Generale.
E guai se sapesse, o immaginasse, che mia sorella mi abbraccia, mi racconta le storie e via dicendo- non che mi faccia mancare i rimproveri se mi comporto male…
È roba da smidollati, ma Catherine è testarda, cocciuta, irriverente, una spina del fianco, quando vuole, non si cura della moda e dei pettegolezzi.
Un maschiaccio, ha chiosato più di una volta Marie, la nostra governante, quando era piccola era un tornado, sempre in giro, in movimento, si arrampicava sugli alberi, calmandosi in apparenza solo nella prima adolescenza.
E sa tante cose, sfido chiunque a farsi raccontare i miti e le storie come fiabe della buonanotte, come fa lei con me.
  • Vuoi salire un momento su Tintagel?
  • Sì- Un cavallo di squisita potenza e velocità, un metro e settanta al garrese, che cavalca a uomo, che è da femminucce avere questa capacità?
  • Cat, che fa ora Felipe?
  • Penso che ormai sia arrivato al castello con mio suocero, farà la guardia al tuo capriolo, seguirà le lezioni, magari scriverà una lettera per raccontare le novità..
  • Non mi prendere in giro.
  • Io penso che farà queste cose.
  • Cat.- In tono esitante che precede una domanda inoppurtuna.
  • Sì, ti rispondo, chiedi pure, non mi arrabbio.
  • Come mai sei così buona con Felipe?
  • Buona, io?- alza le spalle, perplessa. I suoi occhi chiari sono sinceramente sorpresi, poi diventano freddi come un cielo di marzo.
  • Per alcuni è uno scandalo, invece tu..
  • Senti, Oscar, è una situazione di cui ho preso atto, inutile negare la realtà. Lui  è nato anni prima del mio matrimonio con suo padre, Xavier, prima ancora che ci fidanzassimo.. Lo so che sono discorsi da grandi, ma lui è tuo amico, giusto, è logico che domandi.. O forse no, per tante cose sei un veramente precoce, che arrossisci, è vero, mi sembra … giusto così.
  • Per il Generale è uno scandalo …
  • Oscar, nostro padre ha la sua opinione su tante cose, come io ho la mia, è un fatto, non una critica, bada bene, non mi permetterei.. tranne che ritengo equo fare così. Ho preso un cucciolo di capriolo orfano, predico tanto di compiere la carità cristiana, porto doni e aiuti agli indigenti e dovrei essere cattiva con lui? Ho tanti difetti, ma non sono un mostro.
  • Lo so- Il figlio che ha avuto questa primavera, dopo circa sette anni di matrimonio, visto che si è sposata nel settembre 1756, credo che sia stato atteso e desiderato, ma senza troppe ansie.. Mio cognato le vuole bene, ci arrivo anche io, e, in ogni caso, aveva già una sua discendenza cui tramandare il proprio titolo e patrimonio, Felipe, che, in ogni caso, non sarà lasciato indietro.
Sono cose da grandi, giusto, tranne che lui è stato il mio primo amico e mi pare giusto sapere, fine.
Mia sorella sorride, in punta di labbra, poi mi ripete da capo un discorso che mi ha fatto qualche volta, che ognuno è fatto a suo modo, non è una critica, solo una constatazione, appunto, che se lei è molto affettuosa con me, non mi devo offendere o restare male se non tutti lo sono, giusto.
Annuisco, intanto si è rifatta una treccia veloce e io vado a distogliere Andrè dalla sua contemplazione.
 
Mousse di fragole, bignè alla crema, frutta fresca chiudono la cena, con lentezza mi inchino e mi congedo e vado a riprendere il mio libro.
Ne è valsa la pena, anche se nel secondo per me c’era troppo prezzemolo che mi si infilava tra i denti, Cat e Xavier hanno trattenuto a stento le risate, insistendo diplomaticamente, i sorrisi nascosti dal tovagliolo di fine lino con il raffinato monogramma di famiglia, ricamato in filo dorato.
Nella luce ambrata della sera estiva, scorgo due amate figure vicino alla fontana, lei dice qualcosa, il lampo candido dei denti che balena per un momento, lui ride e le bacia una mano, accarezzando una manica del vestito di satin, di un pallido celeste che sfuma nel grigio.
Lei si china in avanti e gli sfiora le labbra con un bacio leggero, le perle al collo e ai polsi che paiono piccoli frammenti di luna.
Torno indietro, mi sembra di spiare.
 
   
 
Leggi le 5 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Lady Oscar / Vai alla pagina dell'autore: queenjane