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Autore: Elly_Lucy26    24/08/2015    1 recensioni
L'ho fatto, questa è la pura realtà, il peggior peccato di cui l'umanità da millenni si è sporcata l'anima rendendo il corso della vita un vero e proprio inferno. Il senso di colpa in questi casi dovrebbe essere automatico, per ogni singola cosa brutta, atroce e cattiva che si compie, il risentimento e il senso di colpa devono essere lì pronte a colpirti alle spalle... Ma io in fondo sono sempre stato diverso agli occhi di tutti...
Alzando lo sguardo, incrociai gli occhi vispi del ragazzo che mi stavano sfacciatamente squadrando da capo a piedi. Il cuore batteva sempre più forte e l'adrenalina cominciava a farsi strada nelle mie vene...
Due strade diverse, un'unica via.
Genere: Mistero, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Cercai disperatamente di scavare in quelle iridi verdi, per capire cosa l'aveva sconvolto in quel modo.
Fissava il vuoto dinanzi a se, senza batter ciglio. Mentre io ero ancora con la schiena al muro, impaurita dalla sua espressione corrucciata. Cosa stava accadendo?...
La luce del mattino, metteva in risalto la sua pelle candita e illuminava la sua folta chioma dorata, le sue labbra dischiuse e gli occhi persi nei ricordi del passato. Sotto questa nuova luce, sembrava di osservare una persona diversa, fatta di sentimenti, timori e paure. E stranamente la nuova figura a poca distanza da me mi rendeva inquieta.
Tutta quella strana situazione non riuscivo proprio a capirla.
Pensava davvero che passando del tempo imprigionata nella sua stanza, poteva farmi d'improvviso dimenticare la sua presenza al fienile.
Erano passati solo due giorni dal mio rapimento e la mia famiglia sicuramente aveva avvertito qualcuno. Prima di rimanere “sola” in quel fienile avevo chiamato mia sorella Jackie dicendole che mi sarei intrattenuta a casa della mia amica Clare per salutarla prima del suo imminente viaggio in Australia.
Amava le lingue, e alle superiori aveva deciso di studiare inglese, spagnolo e tedesco. Voleva girare il mondo e conoscere sempre nuove persone di ogni nazionalità così che fossero in grado di raccontarle il loro modo di vivere e la propria cultura. Infatti fu così, dopo gli esami di maturità i genitori le regalarono un tour completo nelle più famigerate città dell'Inghilterra.Dopo Londra, Newcastle e Liverpool decise di visitare Bath cittadina poco conosciuta ma pur sempre di grande ispirazione alla mia amica. Una volta tornata mi raccontò del suo nuovo incontro in un piccolo bar nel centro della città. Stava sorseggiando dell'ottimo thè inglese mentre fuori le persone si imbattevano in una fitta pioggia che non lasciava scampo proprio a nessuno. E durante la sua seduta in quel bar, dalla porta d'ingresso fece la sua entrata William. Da li fu subito amore, non ci volle molto infatti prima che i due si abbandonarono l'uno all'altro. Una volta tornata dal suo scintillante e avventuroso viaggio in Inghilterra, mi raccontò dettagliatamente ogni singolo giorno trascorso con il suo William tralasciando la bellezza delle città inglesi. Dopo due anni una agenzia di viaggio in Australia la chiamò per offrirle una grande opportunità come guida turista nei musei e nelle grandi città. E così Clare ed William oramai fidanzato, si trovavano in un areo diretto a Sidney. Chissà come si sentiva la mia amica venendo a conoscenza della mia scomparsa improvvisa.

E se non sarei più riuscita a vederla, tutti i nostri sogni di partire insieme svaniti per sempre. Non avrei mai visto mia sorella crescere, non le sarei mai stata accanto nei suoi momenti difficili. E se non potessi più vedere la mia famiglia riunita a Natale, i sorrisi dei miei genitori quando io e Jackie scartavamo con foga i regali natalizi. Il mio sogno, quello di ballare un giorno alla Julliard di New York. Tutti i miei sforzi di entrare in una buona università per continuare i miei studi in lettere, ed un giorno insegnare a dei giovani alunni.
Tutte le mie speranze, i miei sforzi, sogni e ideali verrebbero immancabilmente spazzati via...
Una stretta allo stomaco mi impedii di muovermi, e delle lacrime iniziarono a tracciare il mio volto afflitto.
-Che cos'hai?-Sentii la sua voce e i suoi occhi duri puntati su di me.
-Non farmi del male, ti prego.-Sussurrai scoppiando a piangere.
Non volevo farmi vedere debole ed indifesa ma tutti quei pensieri furono una scossa elettrica in grado di risvegliarmi dal lungo sonno.
Mi coprii il viso nelle mani e diedi pieno sfogo alle mie pene.
Fino a quando la sua voce mi obbligò a guardarlo.
-Tu non sai Catherine!-Urlò fissandomi e avvicinandosi maggiormente.-Cosa vuol dire vivere nella solitudine per anni. Posso immaginare cosa tu stia pensando di me, ma sappi che non sei l'unica ad avere dei pregiudizi nei miei riguardi.- Sentenziò ricomponendosi.
Non avevo capito nulla di tutto quello che aveva detto. Eppure quelle frasi senza senso -per me- le avevo già sentite sulla bocca di un'altra persona. Ma come al solito non riuscii a ricordare chi fosse.
Immersa nei miei pensieri, un colpo forte mi fece tornare alla realtà e senza neanche accorgermene la porta della stanza fu chiusa con forza...


-Trenta!- Urlò Clare, voltandosi dal grande tronco di pino dove fino a poco fa aveva fatto la conta.
Gli imponenti pini che ci circondavano facevano da scudo ai caldi raggi solari, che caratterizzavano il mese di luglio. L'aria era pur sempre fresca e pulita in montagna, mi faceva sentire più leggera e spensierata.
Quella pineta era il nostro rifugio da tutti, specialmente dai genitori che avevano la mania di sapere dove fossimo, con chi fossimo e che cosa facessimo.
Il frastuono della città, l'aria sporca, il senso del dovere venivano immancabilmente spazzati via, nel momento stesso in cui si metteva piede in quella stupenda pineta circondata solo e soltanto da natura.
Ciò che faceva da padrona a me e i miei amici era l'assoluto senso di libertà.

Mentre la mia amica faceva il conto alla rovescia, io mi ero allontanata dalla piazzetta posta nelle profondità della pineta, per dirigermi verso l'uscita ed accucciarmi dietro una grande roccia circondata da alti pini.
Mark e Rose erano nascosti dietro un folto cespuglio al di là della mia posizione e si scambiavano imperturbabili baci molto passionali. Diciamo che era il loro solito modo di fare. Durante l'estate si amavano alla follia, poi nel momento in cui bisognava partire per ritornare nelle grandi città- ciò comportava la fine della vacanza- i due si lasciavano. Anne quattordicini anni da poco compiuti, era la più piccola del gruppo -di soli in media due anni- aveva deciso di optare per un nascondiglio dietro il tronco di un grosso pino al centro della pineta. Derek chiamato anche il Buffone, fin da quando Clare aveva iniziato a contare, lui era rimasto indifferente dietro alle sue spalle, in modo tale da essere il primo a far tana nel momento in cui la mia amica si fosse girata.
Questi erano i pochi che riuscivo a vedere nascosti dalla mia posizione, infatti nel gruppo mancavano ancora Jasmine, Matt e Lucas.Noi tutti siamo sempre stati insieme fin da piccoli, ogni estate l'abbiamo passata in compagnia. Durante l'inverno c'era la scuola, i compiti e tanti altri impegni, tra corsi extra e vari sport.
Ma l'estate, quella era tutta un'altra storia...

Dopo l'urlo di Clare nella scoperta di Derek alla sue spalle, capii che il gioco era iniziato.Cercai di muovermi con cautela, avevo sotto i piedi una distesa di pigne, rami e foglie secche e bastava un minimo movimento per farmi scoprire.
-Ahia!- Esclamai, quando con il ginocchio per sbaglio mi graffiai con uno spino di una pianta.
-Shhh! Zitta Cathe!-Udii alle mie spalle il soffio di quelle parole.
Voltandomi mi ritrovai di fronte il sorriso scherzoso di Lucas, che era accucciato a terra nella mia stessa posizione. Si fece più vicino, così che il suo braccio sfiorò il mio impercettibilmente e senza aggiungere altro lo guardai raggiante.
Lucas era tutto per me. Era un semplice bacio dal sapore dolce, il profumo dell'estate infinita, il biondo luminoso del sole ed il verde profondo dell'oceano cristallino.

Mi affacciai con cautela da dietro la roccia per vedere dove precisamente Clare si stava dirigendo.
La sua figura era al centro della pineta, concentrata nell'individuare qualcuno tra i pini dove Anne era nascosta.
-Dov'è?-Sussurrò Lucas al mio orecchio, procurandomi un brivido lungo la schiena.
-Penso che abbia visto Anne.-Confermai, senza guardarlo, tendendo gli occhi fissi su Clare.
Il bello di questo gioco era che nel momento in cui tutti erano nascosti, la pineta veniva immersa in un piacevolissimo silenzio.Bastava infatti che qualcuno si muovesse con fare pesante su quella distesa di pigne e rametti, che veniva immediatamente scoperto.
-Anne dietro l'albero! Ti ho vista!-Urlò Clare correndo facendo tana.
-Fate tana libera tutti!-Gridò Anne sbuffando e sedendosi accanto a un pino.
Sentii alle mie spalle ridere silenziosamente Lucas.
-Guarda che ci farai scoprire!-Esclamai, dandogli una leggera spinta che non lo spostò di un millimetro.
-Anche se fosse non siamo i primi ad essere stati tanati, quindi non dobbiamo fare la conta.-Sentenziò, facendomi l'occhiolino e un leggero sorriso riaffiorò sulle mie labbra.
Un urlò agghiacciante ruppe il silenzio e mi venne la pella d'oca. Non era un urlò di gioia, ne tanto meno di divertimento, sembrava un urlo di paura e dolore. Mi affacciai seguita da Lucas e al centro della pineta vidi Clare e Anne fissare un punto impreciso di fronte a loro.
Le raggiungemmo con passo svelto.
-Ma che diavolo sta succedendo?-Chiese Lucas posando la mano sulla spalla di Anne.
Lei non si mosse e con lo sguardo seguii il suo...
Il mondo si era fermato.
Avevo la gola secca e le parole non uscirono dalla mia bocca, il cuore accelerava sempre di più i suoi battiti.
-Oh mio dio!-Sussurrò Clare portandosi una mano alla bocca.
Una pozza di sangue, dal colore rosso vivo.Dei passi rimbombavano nella grande pineta e sembravano circondarci.Altre urla di dolore. Sempre più forti e disumane, penetravano non solo le mie orecchie ma anche il cuore, come una lama affilata.
Sangue e urla ovunque.
Mark e Rose erano a terra completamente imbrattati di sangue, presi tra le braccia Rose cercando di scuoterla e capire cosa fosse successo.Ero persa nel guardare il viso spento della mia amica.
-Cathe dobbiamo andare via!-Gridò Lucas in preda al panico tirandomi per la manica del giacchetto.Iniziammo a correre verso l'uscita, la mia mente era annebbiata. Non riuscivo a capire cosa fosse successo, come diavolo era possibile che fino a venti minuti fa avevo scherzato con Rose e adesso l'avevo vista morta tra le mie braccia.Usciti dalla pineta non riuscivo più a respirare, mi sentii invadere dal panico più totale vedendo le mie mani completamente sporche di sangue. Riuscivo a sentire la viscosità di quel liquido e qualcosa nel mio animo si spense.Lucas mi prese il viso tra le mani e mi fece segno di calmarmi. Ma una stretta allo stomaco mi provocò un dolore atroce e chinandomi a terra iniziai a vomitare, buttando fuori tutta la mia angoscia. Le voci di Anne, Clare e Lucas arrivavano attutite, come se fossero dentro una grossa bolla d'acqua.
-D-Dobbiamo chiamare la polizia.-Sussurrò Clare con voce tremante mentre digitava velocemente il numero dei soccorsi.
-Oddio, Chate stai vomitando!-Esclamò Anne con le lacrime agli occhi puntandomi il dito contro, senza avvicinarsi.
Delle mani mi preso le spalle e mi aiutarono a tirarmi su da terra.Eravamo sul ciglio della strada, a poca distanza dall'entrata della pineta.
-Non..non posso essere tutti morti,vero?-Sbottò Anne in lacrime.
Nessuno rispose alla sua domanda, Clare con lucidità indicò ai soccorsi la nostra posizione.
Lucas tenendomi ben salda alla sua presa,così da non ricadere di nuovo a terra, fissava il vuoto davanti a sé.Le immagini di quanto avevo visto, susseguivano nella mia mente ininterrottamente.Il rumore di una sirena in lontananza ci fece sperare che forse i nostri cari amici non erano morti...


-Devo andare in bagno!-Sentenziai guardandolo con occhio truce.
Ci mise un sacco di tempo a rispondere.
-Ti accompagno, se provi anche solo a scappare te la farò pagare amaramente.-Concluse con tono di sfida.
Mi afferrò un braccio con forza e strattonandomi leggermente mi fece uscire dalla stanza. Proseguimmo fino in fondo alle scale e girando a destra trovai il bagno.
-Fai veloce!-Disse aprendo la porta.
Entrai senza ribattere e guardandomi intorno smarrita feci ciò che dovevo fare.Il bagno non era molto spazioso, c'era una doccia dietro alla porta, un grande specchio sopra un minuscolo lavandino ed il water proprio sotto ad una finestra chiusa da delle inferiate.
Non c'era alcuna via di uscita.Cercai di riflettere, scavare nella mia mente per trovare una soluzione.
-Quanto ci metti?-Sbraitò da dietro la porta.
-Un secondo!-Esclamai a denti stretti.
Se voleva uccidermi l'avrebbe sicuramente già fatto, perchè sta prendendo tempo?...Aprii lentamente gli armadietti del bagno e presi delle forbicette poggiate accanto al kit del pronto soccorso. Certamente non era il massimo come arma, ma mi faceva sentire più sicura nel caso avessi bisogno di proteggermi.Le infilai nel bordo dei miei jeans, presi un respiro profondo ed aprii la porta.La sua figura apparse immediatamente, poggiato al muro della stanza.
Mi prese da sotto il braccio e mi trascinò con forza su per le scale, i miei piedi non riuscirono a stargli dietro e senza volerlo inciampai cadendo a terra.
-Dai alzati!-Ringhiò, tirandomi per la manica della maglietta.
Il mio viso aveva sbattuto su uno degli scalini, all'inizio non sentii niente, poi un dolore acuto si propagò su tutto il mio volto.Mi toccai lievemente la parte dove sentivo più male e mi accorsi che stavo perdendo sangue dal naso.Mi guardò per molto tempo senza dire e fare nulla.Cercai di alzarmi e lui solo allora mi fece segno di entrare dentro la sua stanza.La testa iniziò a girare e mi dovetti sedere al centro della camera, tenendomi il capo tra le mani.
Il sapore amaro del sangue, il colore vivo del sangue, l'odore aspro del sangue mi diedero alla testa riportandomi di nuovo al passato...


Salve a tutti eccomi qui con un nuovissimo capitolo... Spero davvero che possa piacervi!!
Fatemi sapere cosa ne pensate !!!
Un bacio,
Elly

 

 

 

   
 
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