Anime & Manga > Fairy Tail
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Autore: bansheehimei    27/08/2015    4 recensioni
Dal Prologo:
Fulmini e saette avevano impadronito il vasto firmamento cosparso da plumbee nubi eppure, nel bel mezzo di quella disperata impresa suicida, a sorvegliare l’angelica figura d’una fanciulla, giacente sulla ruvida superficie d’un ammasso di scogli, non vi erano altro che i ponenti astri celesti dello zodiaco, luminosi e sfavillanti da un tenue chiarore dorato come non mai. Avvolta da una bianca veste macchiata da chiazze scarlatte, un malvagio ghigno delineava acidamente l’apparente dolce viso dell’arpia, la quale pareva prendersi gioco dei futili umani che avevano osato solcare il suo sacro territorio, quella sconosciuta zona che si celava al di là dei confini del mondo e dei mari conosciuti, acque non datate neppure fra le più recenti carte.
Genere: Avventura, Azione, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Lucy Heartphilia, Natsu, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Fountain of Youth

Chapter one


Una docile brezza incorniciava quel lieto e vistoso mattino d’inizio settembre, i pacati quanto graziati raggi d’un Sole appena sorto abbracciava i ciottolosi viandotti d’una delle potenze più grandi e maestose del Regno di Fiore, Crocus, nel mentre il delizioso profumo del pane appena sfornato risvegliava l’ancor addormentata acquolina di numerosi passanti e forzuti uomini intenti a montare e arricchire i propri carretti e stand dalle merci più preziose, quanto paticolari, ad alimentari e prodotti agricoli. Il quotidiano mercato domenicale iniziava a dare i suoi più prelibati frutti estendendosi sino all’ampia piazza della cittadina. Con le iridi rivolte al di fuori dell’oscurata finestrella d’una delle tante carrozze da palazzo, una giovane ragazza dai lunghi crini color grano osservava meravigliata quell’esterno mondo dalla melodica quanto allegra sinfonia, rimanendo deliziata dalla semplice umiltà che si raggirava in quei bassi e luoghi pullulanti dalla cosiddetta contrastante classe, la plebe, la quale vita vantava maggior invidiata spensieratezza e libertà rispetto alla sua, per quanto potesse apparire a sguardi altri maggiormente aggraziata. Scosatando il palmo della mano al tatto dal delicato mento, la bionda fanciulla abbandonò le sue fantasie non appena l’autoritaria figura dinnanzi a sé non accennò un leggero e ripetuto attacco di tosse, mascherato educatamente da un fazzoletto da taschino imporporato.
« Lucy, te ne prego, non alzare la tendina. Vorrei che questo breve viaggio passi inosservato. » la rimproverò con tono talmente ispido il conosciuto e ben stimato dal popolo governatore , a tal punto da far abbassare il spento sguardo di lei, la giovane figlia, in direzione delle scomode scarpette biancolatte ch’era solita a portare nelle rare uscite.

« Non dovresti cercare interesse verso persone di basso rango. »

« Chiedo venia, padre. » sussurrò poco dopo, andando a riprendere fra le mani un breve romanzetto che aveva portato presso a sé per assopire la noia del traggitto poiché, come ben sapeva, forse di rado l’uomo seduto d’altra parte del mezzo non avrebbe mai osato porle una benchè minima goccia di compagnia o, per lo meno, non come un tempo. Erano trascorsi ben lunghi diciassette anni dalla morte della signora Heartfilia, la quale aveva abbandonato per mesi, con rammarico e malinconia, il marito e la figlia a nemmeno un anno di vita per saldare un debito che il suo passato aveva riportato tristemente alla luce, rimettendoci drasticamente la sua stessa breve e ancor fiorente vita. Da quel drammatico avvenimento, non un solo sorriso s’era ancor schiuso tra le labbra del orgoglioso uomo e Lucy, d’altro canto, aveva sempre sofferto e subito in disparte il burbero quanto indifferente umore del genitore, trovando consolazione tra i luminosi e apprensivi sorrisi della servitù di palazzo.  Pareva quasi ch’egli, essendo quasi sempre attorniato da severe quanto irritate noti nei suoi confronti, fosse arrivato al punto da provare odio per la sua stessa piccola bambina o, per lo meno, ciò era quello che farneticava per la contorta mente della giovane rampolla degli Heartfilia; di certo poteva affermarsi come una spiegazione piena quanto accettabile del perché, in quel momento, i suoi bagagli si trovassero attualmente nelle stive di una nave attraccata al molo di Hargeon e fosse stata spedita una lettera alla cara zia residente a Caelum, isola posta a sud ovest della penisola di Ishgar. Afferrando maggior presa alla rigida copertina del romanzo, Lucy indugiò parecchio tempo nella lettura d’una manciata di righe, esattamente in una delle tante scene di battaglia e assalto di pirati e condottieri che solitamente deliziava con beato ardore, trattenendo a stento le oramai prosciugate lacrime che desideravano ardamente scorrere lungo le pallide goti cotonate di cipria, nel mentre il vecchio gridava qualche strano ordine al cocchiere di turno, per poi rilassare d’impeto i dolci lineamenti del volto. Quanto avrebbe voluto poter essere trasportata in un ulteriore mondo che non avesse un aristocratico sfondo, colmo d’avventura, di tesori nascosti e nuove terre d’esplorare. Quanto avrebbe voluto poter vivere una sola esperienza simile ai libri dai quali si faceva avidamente attorniare. Passarono le ore, se non qualche giorno speso in qualche ostello di conoscenti e, non appena  un possente vascello in chiaro e spesso legno si fece largo all’orizzonte, lo sguardo della piccola Lucy iniziò a brillare come non mai, tuffandosi in beate fantasie da mille romanzi pirateschi e d’avventura.  Il meraviglioso veliero, con il quale ella sognava di salpare le irrequiete acque dei sette mari, sorgeva ponente in uno dei tanti attracchi dell’ampio porto della cittadina di Hargeon, se non uno dei migliori, nel mentre un energico via vai di mozzi e marinai trasportavano con forza mucchi file di bagagli e prodotti all’interno delle ampie stive di quel mezzo che, nel giro di qualche giorno, avrebbe approdato verso la terra che ben presto la giovane Lucy avrebbe attribuito il falso nominativo di casa. Un attento quanto domato tiro di redini fece delicatamente fermare lo scorrere della carrozza sulla ciottolosa strada nel mentre, a seguito d’aver poggiato accanto alla porta d’entrata del mezzo la scaletta in ferro batturo, una conosciuta mano aprì il varco che separava la giovane fanciulla dal mondo esterno, lasciando che i caldi raggi d’un sole di mezzogiorno potessero accarezzare la chiara carnagione dell’aristocratica. Dinnanzi a lei, a tenderle l’aperto ombrellino in fiocchi e pizzi al di sopra del capo, un fanciullo dallo scarlatto e sbarazzino taglio tinto pel di carota  le rivolgeva un luminoso sorrisetto, porgendole al contemplo l’avambraccio da galante gentiluomo che era.

« I miei omaggi, cara cugina. Siete pronta a salpare?  » un lieve sussurro accompagnato da una suadente voce si sparse nell’aria, seguito da un rapido giro di sguardi tra iridi acquamarina e pozze di miele ardente. Erano trascorsi molti mesi, se non anni, dalla scorsa volta che la ragazza aveva avuto modo di rivedere Loki, o per lo meno questo era il nome del giovane uomo appena apparso in questo rapido scatto, per quanto l’infanzia di ambi due si fosse spesso incrociata per svariati periodi d’alloggio a Crocus da parte di quest’ultimo e della madre, o per lo meno affinchè la maggiore sorella di Layla Heartfilia non trovò la forza e il coraggio di porre divorzio al crudele marito che le porgeva tutt’altro che amore e dolcezza, bensì un’amara scia di lacrime e solcati lividi. Spesso i due, in tenera età, si erano ritrovati in circostanze di confidenze, entrambi a lottare e a farsi forza dinnanzi a padri temerari fra silenziosi pianti e reciproca fiducia, a tal punto da includere una certa affezione fraterna da parte di entrambi. Forse per quel motivo, in quella apparente lieta circostanza, che le labbra della piccola Lucy si schiusero in un lieve quanto sincero sorriso, altrettanto felice di poter riavere sotto i propri occhi una figura che per anni le era stata vicina.

« Solo se realizzerete l’avventura a me promessa anni orsono, rammendate? » fece poco dopo la fanciulla, strattonando con fare scherzoso l’ombrellina dalla presa del rossiccio e causando un lieve e trattenuta risata da parte di quest’ultimo, nel mentre s’avvicinava sempre più all’entrata del galeone dalle bianche vele.

« I miei ossequi, caro padre. »

Ma non appena ella si voltò per definire al meglio quelle semplici quanto malinconiche parole, la carrozza distava miglia.

Nel mentre un caldo vento di scirocco si dilettava a  solleticarle con leggerezza il volto, lunghe ciocche dorate danzavano nell’aria, libere dall’usuale quanto detestata crocchia che quella stessa mattina Virgo, la personale dama di compagnia, le aveva intrecciato con rigorosa cura. Il viso sorretto da ambe i palmi delle mani, lo sguardo volto verso il rosso tramonto che si assopiva tra le calme acque dell’orizzonte, splendenti scenari da immortalare nella carta stesa nella mente. Salpati oramai da tempo e bastante lontani da Hargeon da non notarne più i chiari segni luminosi del faro, il vascello si era divulgato nel largo della brillante distesa marina, inoltrando una piccola Lucy in un luogo del tutto nuovo ai suoi occhi dalle ambrate sfacettature.

« Sembra essere stati inghiottiti in una qualche descrizione di Stevenson. » sussurrò la giovane degli Heartfilia sognante, sospirando appena nell’incurvare i lineamenti in una rilassata espressione.

« Ti ha sempre affascinato tutto ciò, vero? »

Loki se ne stava seduto sulla superficie del parapetto a qualche scalino più in alto di lei, nell’area ove sostava il timone del possente mezzo, le gambe a penzoloni e un largo sorriso ad illuminargli il volto. La fanciulla, a sentire quelle parole, diede un cenno di consenso, scostando il mento poggiato ai palmi e voltandosi al contemplo in direzione del suo interlocutore.  

« Anche la zia lo era, o questo era quello che mia madre mi raccontava di tanto in tanto da bambino. Farfugliava di tanto in tanto di qualche testarda ribellione scaturita con il nonno e d’una certa esperienza in mare aperto con una ciurma ma, d’altra parte, non ho mai saputo se credere a tali racconti o reputarli fesserie. »

Un’aranciata sfumatura aveva preso a illuminare la carnagione del giovane ragazzo, il quale sguardo pareva perso anch’esso là dove il mare inghiottiva l’astro celeste per poi ridestare attenzione alla cugina di sottecchi, incrociandone le iridi mielate.

« A me ha sempre descritto una storia in dolce età, prima che potessi Morfeo potesse prendere soppravvento alla mia serale stanchezza, di qualche valorosa impresa dei Sette Dragoni dei mari ma non ha mai accennato a tali esperienze. » ribadì a seguito con tono bastante chiuso, nel mentre la malinconia iniziava a prendere il soppravvento in quella tremante voce di ricordi. Tuffandosi nuovamente in quei momenti oramai passati, ella si strinse il ciondolo di chiave argentata, tempestata da una sottile scia di zaffiri, che portava solitamente al collo, unico ricordo della madre che era riuscito a strappare dalle grinfie del padre, ridestando pensiero a un particolare racconto che l’ebbe raccontato prima della sua scomparsa, i quali protagonisti non erano altro che una dolce fanciulla dalle lunghe ciocche dorate quanto gli astri nonchè costude di una particolar chiave che prosciugava i demoni e i malvagi al mondo nelle profondità marine, là dove si aggiravano mostruose creature assetate di sangue, e lei, naturalmente piccola e innocente come era, sognava di poter essere lei la protagonista di quella fantasia mozzafiato. Nel mentre i pensieri e i ricordi parevano prendere la padronanza del momento, a intromettersi fra la conversazione tra i due giovani, un improvviso quanto inaspettato colpo di cannone piombò nella quiete atmosfera il quale, colpendo con determinata precisione la poppa, fece crollare entrambi  i due giovani ragazzi a terra.

« Uomini, ai posti di comando! Imbracciate armi e difendete la nave! » si sentiva gridare verso prua, mentre parte della ciurma si precipitava verso sottocoperta per contraccambiare l’attacco mediante armi da fuoco e altrettante cannonate. Rialzandosi dal freddo quanto scivoloso suolo, le impressionate iridi della fanciulla vennero a contatto con un’immagine talmente surreale da sbatter più volte le palpebre dallo stupore. Vele come la cenere, gonfie d’aria calda del vento e precedentemente nascoste dall’ammasso di alte scogliere che sorgevano ad a ovest, si dirigevano in loro direzione, sparando altrettanti colpi e mine di fuoco, nel mentre una nera bandiera con teschio bianco inciso su di essa sventolava minacciosa e libera nel vento, incutendo timore a tutti coloro che potessero solo intravederla.

« Pirati, ti porto in un posto sicuro da qui. Mi maledirò l’anima se oseranno solo torcerti un capello. » sputò Loki, rialzandosi da terra e prendendo alla svelta la mano di Lucy, portandola dinnanzi alla porta che portava allo stanzone del cartografo da dove, usualmente, veniva stabilita la rotta.

« Non sarebbe più consono fuggire in scialuppa? » chiese poco dopo la ragazza, entrando d’impeto all’interno delle quattro rivestite dal legno più pregiato.

« Ci avvisterebbero in un baleno. » disse poco dopo, notando al contemplo con la giovane svariate spesse assi attraccate sulla superficie dei parapetti della nave. Immediatamente Loki serrò la larga porta dietro alle sue spalle, sguainando la spada dall’elsa e raggiungendo, dopodichè, la ciurma di uomini in loro soccorso. Nel frattempo Lucy, rannicchiata in un freddo angolino colmo di carte e mappe nautiche, cercava di attutire il terribile rumore della polvere da sparo schioccata, del metallico suono delle rozze sciabole contro il ferro dei pugnali e spade, delle grida di dolore da parte delle vittime colpite premendo fortemente le mani contro le orecchie.

Una battaglia, uno scontro tra nobili quanto umili soldati e rozzi pirati dai burberi gesti, il costante profumo dell’oro a pendergli dalle labbra e l’avventura a riempire i loro polmoni. A stento riusciva ancora a crederci. Sebbene la situazione si dimostrasse altamente pericolosa, una scarica di pura quanto folle curiosità raggiunse presto la sua mente, notando un solitario oblò posto al centro della massiccia porta che la separava da ciò che, ai suoi occhi, poteva definirsi una scena emozionante.

Gattonando furtivamente in direzione dell’uscio, la ragazza pose le delicate mani sulla superficie del bordo di quella piccola finestrella, portando le iridi a pochi millimetri al di sopra di tale confine. Due uomini dai sfavillanti indumenti e crini corvini si muovevano energicamente a scagliare colpi di pistole a destra e manca, colpendo di ripetutamente arti di numerosi uomini della ciurma, coperti alle spalle da una donna dai lunghi calzoni pece e una lunga chioma scarlatta come il tramonto che impugnava una lunga spada dall’impugnatura dorata. Di sfondo, si potevano notare due ragazzine, entrambe dalla lunga chioma cobalto, sgattaiolare all’interno delle stive e ne risalissero colme di indumenti e gioielli di valore, di certo non affettivo, di sua appartenenza, ma ciò che catturò particolarmente il suo curioso sguardo fu un ragazzo dal taglio sbarazzino color rosato che si destrava con due sciabole alla mano, veloce e tagliente come le fiamme di un drago e il ricordo di quella lontana fiaba le riaffiorì stranamente alla mente.

« Prendeteli e legateli all’albero maestro, presto! Sono della Fairy Tail, le loro teste valgono più di mezzo milione di jewel per uno! » gridava un fedele condottiero prima d’esser colpito dal glaciale proiettile scagliato dal grilletto fumante d’uno dei due ragazzi corvini, il quale busto ne era coperto solo da un aperto e malconcio gilet sul blu scuro.

« Vorrei proprio vedere come ti arricchisci ora con un cervello bucato » tuonò quest’ultimo, ridacchiando tra sè con un evidente ghigno in volto, per poi affiancarsi alla rossa di poco prima. Lucy storse il naso, cercando di intravedere il cugino che s’era avventato impulsivamente verso quella scena imbevuta di versato sangue innocente, ma non ve ne trovava la benchè minima traccia. Oramai, ogni uomo era disteso al suolo della prua del vascello. D’un tratto, ridestando l’attenzione sul pirata dalle ciocche rosate impegnato a trafiggere il petto dell’ufficiale di bordo, le parve d’incrociare di rado il suo sguardo, sensazione che le fece abbassare istintivamente il capo al di sotto dell’oblò, per poi affiondarsi tra quelle distese di cartine che giacevano a terra, ora a ricoprire il suo corpo come un candido lenzuolo. Difatti, il rumore di pesanti passi sempre più vicini e l’insopportabile odoraccio di rum iniziavano a riempire l’aria sino a quando un tremolio di terrore iniziò a scorrerle lungo la schiena non appena un colpo spalancare la porta dello stanzone.

« So che sei qui dentro, bambolina. » iniziò a sghignazzare, uomo, perlustrando con sguardo attento quella che pareva essere lo studio di un capitano di nave.

« Sarai forse dentro l’armadio? »

Un tonfo seguì a ruota le sue parole e un mancato e soffocato urlo morì nella gola di Lucy. Il mobile a terra, sfregiato da colpi di sciabola.

« Oppure sotto il tavolo da studio? » proferì poco dopo, facendolo rozzamente rotolare a terra, delicati utensili di lavoro in frantumi, incorniciati da numerose chiazze di inchiostro a macchiarne il decoroso pavimento. Improvvisamente un velo di silenzio riempì la stanza, facendo rabbrividire dal terrore dal giovane fanciulla. Non una sola mosca volava o s’azzardava a circolare nell’aria, un’atmosfera tagliente ne riempiva l’aera. Che se ne fosse andato? Era quello uno dei tanti speranzosi pensieri che circolavano nella mente d’una Lucy intimorita che, ben presto, avrebbe agito coraggiosamente per provarne la certezza. Facendosi cautamente largo con la mano destra nel rialzare il lembo della cartina, ella agguantò la vista per dare una rapida perlustrazione ma, al posto di trovare il suolo e schegge di vetro sparsi per la stanza, un paio d’iridi smeraldo s’imbatterono contro due intimorite pozze color miele ghiacciate.

« Ti ho trovata, bambolina. »

 


Angolo dell'autrice:
Ohi Minna-san! Dopo circa quattro giorni dalla pubblicazione del Preface, eccomi qui con un capitolo appena sfornato. Ringrazio con tanta gioia tutte le mie care visualizzazioni, le tre anime che mi hanno dedicato del tempo recensedomi e tutti coloro che hanno aggiunto la storia fra i seguiti. Veramente, tutto ciò mi ha fatto molto piacere e mi ha spinto a spremere le meningi per la pubblicazione del primo capitolo.
Spero che sia di vostro gradimento e che non abbia fatto troppi errori di battitura, poichè sono più di quattro ore che sono incollata allo schermo del pc e la mia attenzione ha iniziato a fare cilecca da un pezzo.
Alla prossima!
heaxfiliax

   
 
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