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Autore: Mistral    03/02/2009    5 recensioni
YULLEN SAGA - PART 1
Nel silenzio di una notte di luna piena, due anime a confronto: per una volta spoglie delle maschere che, benché in modo diverso, nascondono il loro vero Io agli occhi del mondo.
Perché se dietro al sorriso più luminoso può nascondersi il dolore, è anche vero che dietro all'espressione più indifferente può nascondersi la luce necessaria per sfuggire alle tenebre.
[Sort of missing moment, pre-flashback dalla Night 170]
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Allen Walker, Yu Kanda | Coppie: Kanda/Allen
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Moonlit Midnight Dream

Moonlit Midnight Dream

 

- 8 -

Un equilibrio troppo delicato

 

 

“E vedi di ricordartelo, se vuoi sapere qualcosa di me…”

 

L’ho buttata lì come una provocazione, senza l’intento di offendere, né di mostrarmi offeso. Accompagno la frase con un pugnetto sul suo torace, senza staccare la fronte da lui né gli occhi dal pavimento. Ma non mi serve guardarlo in faccia per capire che sta sorridendo, anche dietro a quello sbuffo irritato che mi arriva come risposta.

 

Non so cosa io possa aver detto, ma ho la sensazione che qualcosa sia cambiato in meglio. Mi sembra di sentirlo più rilassato e anche la pressione della sua testa sul mio petto, prima quasi esasperata (ma sono sicuro che lui nemmeno se ne rendeva conto), ora è poco più di uno sfiorarsi.

Mi porto le mani sui fianchi e le labbra si contraggono una smorfia: questo ragazzo

 

(…mi intriga…

Voglio capirlo…

…aiutarlo…)

 

è assolutamente incomprensibile. E se ora lo chiamassi per nome, cosa succederebbe? Davvero per una mia sola parola lui mi permetterebbe di conoscerlo?

 

“Va bene, Walker. Adesso però rispondi a quella famosa domanda di prima…”

 

Al sentire il suo cognome, alza la testa e mi sorride, ma nei suoi occhi non c’è quella luce che di solito accompagna il suo sorriso. Atteggio il viso in un’espressione tra il perplesso e lo scocciato, che però non rispecchia tutto quel che sto pensando e provando in questo momento (perché è troppo e troppo confuso per riflettersi in un solo sguardo … in un mio solo sguardo…)

 

“Vedi che non era poi così difficile?”

 

“Tsè”

 

Davanti alla sua replica mi esce un sorriso un po’ strano (e nemmeno io so perché, ma non riesco a sorridere come vorrei), però rimane la soddisfazione di sentire finalmente Kanda pronunciare il mio nome.

Ora non c’è più nessun contatto tra noi, se non quello del suo sguardo (non più così) freddo che, da quando ho alzato la testa, non lascia un attimo il mio. Abbasso gli occhi, stranamente imbarazzato, e noto un’altra volta il tatuaggio maledetto sulla sua spalla. E tutti i cattivi pensieri che ero riuscito a mettere in un angolo, in un attimo mi assalgono di nuovo.

Stringo i denti, cercando di ricacciarli indietro, e gli sfioro la spalla, seguendo con due dita ognuno dei segni neri che la sfregiano; sotto il mio tocco lui si irrigidisce.

 

Sentendo le sue dita sulla pelle mi blocco: sebbene la sua mano sia calda, mi sento percorso da un brivido eppure, anche se non mi è mai piaciuto che la gente mi toccasse, non riesco a respingerlo, né a sottrarmi in qualche modo a questo contatto.

 

“Kanda, dimmi una cosa. Come fai a convivere tutti i giorni con una maledizione?”

 

“Non sono cose che ti riguardano”

 

La risposta è volutamente aspra - quasi troppo perfino per me - ma è venuta così da sola, come se inconsciamente stessi cercando di farlo allontanare da me. Lui però, c’era da aspettarselo, non si fa ferire dalle mie parole (non l’ha mai fatto… e in fondo l’ho sempre ammirato per la sua pazienza…), ma si limita ad abbozzare un sorriso triste e a ritrarre la mano.

 

“Invece sì… anch’io sono maledetto. E non mi riferisco al mio occhio sinistro”

 

È tornato a fuggire il mio sguardo mentre pronunciava quella frase e ha tirato fuori ogni parola a fatica, lentamente.

Una maledizione su di lui? Non riesco ad immaginare a cosa possa riferirsi ma, arrivati a questo punto, credo che me lo dirà lui stesso. Ho la sensazione che nella sua testa si sia rotto qualcosa, probabilmente un equilibrio troppo delicato che però l’ha tenuto in piedi fin qui.

 

(Come una marionetta

sostenuta solo da un ultimo filo,

ormai troppo usurato…

…che alla fine si spezza…

E la marionetta collassa…)

 

Stringo gli occhi e lo osservo attentamente, ma la frangia candida nasconde la parte superiore del suo viso e lui guarda lontano, oltre la mia spalla, oltre la balaustra della terrazza, forse perfino oltre l’orizzonte. Vedo solo la cicatrice rossastra (sembra quasi una lacrima di sangue) che alla luce della luna spicca sulla sua guancia pallida.

 

“Cosa intendi?”

 


 

Grazie per le loro recensioni a:

Lety e Amy, voglio vedere chi delle due vince la gara alla recensione, stavolta! XD

Sariby, grazie mille per la recensione anche di questo capitolo. E dimmi, che ne pensi di questa interruzione? Sì, lo so che vuoi uccidermi... ma pensa che se lo fai, non vedrai mai la fine della storia XD

Shichan, grazie dei complimenti per lo stile e per il tentativo di mantenere IC i personaggi... alle volte è una fatica immane! Spero che i tuoi neuroni apprezzino anche le scene di questo capitolo. Fammi sapere!

 

PREVIEW:

Cap. 9: Un pugno nello stomaco

La mia stessa frase mi colpisce come un pugno nello stomaco e sento estranea la mia stessa voce, come se a parlare non fossi io ma un altro

 

 

 

   
 
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