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Autore: TheSun_is Shining    30/08/2015    1 recensioni
Molti ritengono l'adolescenza un periodo molto complicato per l'essere umano: egli è impegnato a scoprire se stesso, a costruire il proprio futuro, a pensare alla sua identità, ed è altamente modellabile dal mondo che lo circonda e, una ragazza come June Clark, di quindici anni, n'è l'esempio lampante: un'infanzia infelice, un'adolescenza distrutta da un blocco psicologico all'apparenza irreparabile, ma in tutto questo c'è anche l'alternarsi di momenti piacevoli, anche se molto pochi.
Nonostante ciò, June è una vera roccia, e troverà il coraggio di dare una svolta alla sua vita per sempre, con l'aiuto di persone molto speciali.
Genere: Drammatico, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Synyster Gates, The Rev, Un po' tutti
Note: Lime, OOC | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
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Due giorni dopo       

June’s  P.O.V.

Mi manca solo qualche altro indumento e poi avrò messo tutto in borsa e sarò pronta ad andare via da questo ospedale del cazzo. Paul mi ha imbottita di integratori e medicinali, alcuni di cui non avevo neanche minimamente sentito parlare. Non che io sia un’esperta a riguardo, ma comunque tra Dylan che si riempiva di medicinali e lui che costringeva me ad inghiottirne quantità spropositate, diciamo che ne so qualcosa in più rispetto ad un adolescente qualunque. E come se non bastasse, tutte quelle pasticche che mi ha fatto prendere in qualsiasi momento della giornata, me le ha anche prescritte, e dovrò prenderle per chissà quanto tempo.

Sarah ed Angelique mi stanno guardando ossessivamente da quando mi sono alzata dal letto e ho iniziato a prepararmi per andar via. So già che cosa stanno pensando, magari che Jimmy non è abbastanza affidabile per occuparsi di me, magari che Brian è un coglione. Beh, questo lo penso anch’io.

< < Come stai, June? > > Sarah si avvicina e mi posa dolcemente una mano sulla spalla.

< < Bene > > mi limito a dire.

Sarah annuisce in modo fin troppo insicuro. Pensa che le abbia detto una cazzata.

 < < Non ci credi? Sto bene per davvero! > > esclamo lanciando un maglioncino viola nel borsone e ficcandocelo dentro con ben poca delicatezza.

< < Ci credo, ci credo! Non arrabbiarti > > Sarah alza le mani come farebbe un rapinatore davanti alla polizia, beccato proprio sul fatto.

< < Quando viene a prenderti Jacob? > > domanda.

< < Si chiama Jimmy > > roteo gli occhi < < tra un quarto d’ora > >.

< < Abbiamo un quarto d’ora per salutarci > >.

< < Eh già > >.

Sarah mi abbraccia con decisione, e io ricambio, perché comunque in questi giorni si è fatta letteralmente in quattro per aiutarmi, e ci è riuscita.

< < Sarah > > mormoro, imbarazzata < < grazie > >.

< < E di che? È il mio lavoro > >.

Guardo Angelique che non ha mosso un muscolo fino ad ora, e le sorrido. Vedo i suoi occhi illuminarsi, e si avvicina abbracciando contemporaneamente sia me che Sarah. Angelique mi è stata sempre vicina, qualche volta mi ha proposto di fare un giretto in cortile, giusto per dimenticarsi dell’aria chimica dell’ospedale che ti fa solo venire voglia di andar via e respirare dell’aria pulita. Qualche volta mi ha offerto da bere, oppure è semplicemente venuta da me per parlare e farmi compagnia. Lei sì che ha realmente capito come voglio essere trattata. Non mi interessa affatto essere compatita per il mio passato, appunto perché è passato, ormai. Angelique non si è mai rivelata pesante, come Sarah, e questo non ha fatto altro che rendermi più contenta. Mi dispiace di dover andare via solo per lei.

< < Verrò a trovarvi, quando riprenderò ad andare a scuola > > dico.

< < Sei la benvenuta > > Sarah si stacca, facendo staccare di conseguenza anche Angelique.

 

Una mano bussa alla porta della camera e ci fa voltare tutti nello stesso momento. Jimmy entra abbassando leggermente la testa per riuscire a passare. È esageratamente alto.

< < Buongiorno! > > esclama con un sorriso a trentadue denti.

Jimmy mi affascina perché ha questa capacità di mettere di buon umore chiunque sia con lui, anche per caso. Trasmette continuamente energia positiva, ovunque si trovi e con chiunque sia. Tutti avrebbero bisogno di un Jimmy pronto a farti sorridere in ogni momento e circostanza.

< < Jim! > > gli vado incontro e mi metto in punta di piedi cercando inutilmente di abbracciarlo.

Per fortuna ci pensa lui a piegarsi e prendermi tra le sue braccia completamente decorate da tatuaggi colorati.

Persino i suoi tatuaggi riescono a strapparmi un sorriso.

< < Pronta? > > mi chiede, avvicinandosi al letto e prendendo il borsone con una mano e mettendoselo in spalla senza alcuna fatica.

O io sono particolarmente debole in questo periodo e mi stanco anche nel trasportare un semplicissimo borsone neanche tanto pieno, oppure Jimmy passa almeno l’ottanta percento del suo tempo in palestra.

< < Sono pronta > >.

< < Bene, allora andiamo > >.

Jimmy stringe la mano a Sarah e subito dopo ad Angelique. Si sciolgono entrambe subito. Se prima credevano che Jimmy non fosse affidabile, adesso sembra siano convinte del contrario, o almeno spero.

Saluto tutti i presenti con un cenno della mano accompagnato da un semplice “ciao”, e tutti ricambiano.

Sono contenta che Jimmy sia stato così sicuro di quello che stava per fare, insomma, prendersi cura di un’adolescente per chissà quanto non è una decisione facile da prendere, e ovviamente sono grata anche a Leana per questo.

< < Allora, sei contenta? Ti hanno finalmente dimesso > >.

< < Certo che lo sono, non vedevo l’ora > >.

< < Ti capisco. Dovremmo festeggiare > >.

Mi volto per poterlo guardare meglio, e sembra serio.

< < Così posso presentarti gli altri della band > >.

< < Che? > > esclamo, e cerco di trattenere l’eccitazione il più possibile quando noto qualche inserviente che mi fissa con aria minacciosa.

Aspetto di uscire dall’edificio per poter finalmente parlare ad alta voce quanto mi pare.

< < Hai una band e non mi dici nulla? > >.

< < Te l’ho detto adesso! > > esclama, ridendo.

< < E dì un po’, che suonate? > >.

< < Per tua sfortuna, metal > >.

< < MA COME SAREBBE PER MIA SFORTUNA? IO AMO LA MUSICA METAL > >.

< < Ah, davvero? > > non se l’aspettava da una come me < < E che gruppi ti piacciono? > >.

< < Metallica, Iron Maiden, Pantera, Slipknot, Rage Against The Machine, Led Zeppelin e altre che adesso non mi vengono in mente, ma spero di aver reso l’idea > >.

< < Se hai reso l’idea? Metà dei gruppi che hai elencato li adoro! > >.

< < Piacciono anche agli altri della tua band? > >.

< < Certamente > >.

< < Non vedo l’ora di conoscerli, anche se conoscendo già Brian non mi aspetto gran che, se devo essere sincera > >.

Jimmy fa una smorfia di sconforto.

< < June, devi perdonarlo, non voleva fare quella scenata > >.

< < Te ne ha parlato? > >.

< < Sì, e ha capito di essere stato un coglione > >.

< < Bene, almeno questo > >.

< < Beh, magari col tempo diventerai sua amica, e poi ti ha salvata da quello là, com’è che si chiama, Donald? > >.

 < < Dylan > > balbetto, cercando di nascondere l’ansia che sale.

Ormai anche solo il suo nome mi fa quest’effetto.

 

Con Jimmy si può parlare davvero di qualsiasi cosa. Sono stata talmente presa dalla conversazione che non ho fatto assolutamente caso a tutto il tragitto fatto in auto.

< < Bene, siamo arrivati! > > Jimmy gira la chiave, spegnendo così il motore, e scende dall’auto.

La palazzina è molto simile a quella dove abita Brian, con l’unica differenza che questa sembra più abitabile.

. . .

. . .

. . .

. . .

. . .

< < Amore, siamo a casa! > > Jimmy si chiude la porta alle spalle lanciando il mio bagaglio sul divano.

< < Certo che siete a casa, non l’avresti urlato a mezzo mondo, sennò > > Leana esce dalla cucina con un cucchiaio di legno in mano e sorride raggiante, asciugandosi del sudore dalla fronte col palmo della mano libera < < Ciao June! > >.

Mi avvicino e la abbraccio, senza parlare.

< < Già cucini, dolcezza? > > Jimmy le schiocca un casto bacio sulla bocca.

< < Sto preparando una cosa molto speciale per June > >.

Sento come se le guance mi stessero andando a fuoco, e capisco di essere arrossita, e non poco.

< < Caspita, ma quelle sono come minimo dieci porzioni! Abbiamo ospiti, a quanto vedo > >.

< < Sì, tutta la comitiva, li ho invitati io poco fa > >.

< < Per tutta la comitiva intendi chi? > >.

< < Andiamo Jim, i soliti! > >.

< < Siamo tante persone oggi, pretendi che June si ricordi tutti i nomi in un colpo solo? > >.

< < Non sottovalutarmi, ehi! > > esclamo, scatenando in lui e la sua ragazza un risolino simpatico.

< < Non ti sottovaluto, tesoro, tranquilla > >.

< < Okay, faccio l’elenco solo per lei > > per ogni nome che pronuncia, conta con le dita < < Matt, Brian, Johnny, Zacky e le gemelle > >.

< < Che n’è stato di Gena e Leacy? > >.

< < Non ne ho idea, ma loro non oggi non ci sono > >.

< < Allora le conoscerai in un’altra occasione, June > >.

< < Non è affatto un problema > > dico.

 

< < June, intanto puoi andare al piano di sopra e sistemare le cose nella tua camera, che ne dici? > >.

< < Volentieri, ma ho bisogno di un aiutino per trovare la camera giusta > >.

 Jimmy sbuffa scherzosamente e mi fa strada sulla scale.

< < È la prima porta > >.

Apro timidamente la porta scorrevole, come se avessi paura di trovarci qualcuno, ma ovviamente non è così.

È molto semplice, ma mi piace. Magari in futuro potrò pensarci io a renderla più originale.

Apro il borsone posandolo sulla piccola scrivania bianca, più simile ad un banco di scuola, e ci tiro fuori i miei vestiti, ripiegandoli con cura e mettendoli l’uno sopra l’altro, fin troppo in ordine. Non mi riconosco quando divento improvvisamente così ordinata, non lo sono mai stata e probabilmente non lo sarò mai.

Ho ancora addosso l’odioso odore chimico dell’ospedale addosso, sarà maglio farmi una doccia e cambiarmi.

< < Ehi Jim! Posso farmi una doccia? > > esclamo affacciandomi leggermente dalle scale.

< < E me lo chiedi? Certo! Il bagno è l’ultima porta infondo al corridoio > >.

< < Va bene, grazie > > e così si conclude la nostra breve conversazione sul potermi fare la doccia o no.

Do una veloce occhiata alla pila di vestiti sulla scrivania e scelgo una semplice maglietta a manica corta e un paio di leggins lunghi fino ad ginocchio.

Ho lasciato molti dei vestiti che preferivo di più a casa di Dylan per la fretta, dovrei chiedere a Leana di accompagnarmi a fare un po’ di shopping per bene, ma non ora.

Entro nel bagno e chiudo la porta a chiave, per poi iniziare subito a spogliarmi.

Faccio scorrere l’acqua finché non diventa calda e poi entro in doccia. Mi lavo accuratamente i capelli con giusto poche gocce di shampoo e poi penso al resto del corpo.

Una doccia rigenerante è proprio quello di cui avevo bisogno: rigenerante non è il getto d’acqua calda in sé, ma l’idea che tutte le porcate che Dylan mi ha fatto stiano scivolando via per sempre dalla mia pelle come la schiuma del sapone fruttato. Prendo il primo asciugamano che mi capita sotto mano me lo lego alla meno peggio intorno al petto. Mentre inizio a strizzarmi i capelli, mi do una fuggevole occhiata allo specchio: quei giorni in ospedale sono stati scoccianti, sì, ma mi sono serviti di sicuro, mi hanno molto migliorata fisicamente. Il dolore ai fianchi è diminuito notevolmente grazie alle medicine. Le occhiaie sono quasi svanite, e mostrano di più i miei occhi chiari, finalmente. Mi vedo decisamente più carina, anche perché i capelli sono più lunghi di quanto ricordassi e sono anche più biondi. Le cicatrici non sono un problema, ma forse sarebbero meno evidenti se usassi qualche crema idratante, ma non mi cambiano la vita, e poi sono anche una specie di promemoria qualvolta sono di cattivo umore: ogni volta che le guardo mi ricordo di aver resistito alle torture più brutte che una ragazzina possa subire, e poi ho trovato il coraggio di fuggire. È stato come rinascere. È stato in quel momento che la mia vita è realmente iniziata.

 

< < June! Sbrigati! > > Leana mi chiama a gran voce mentre mi asciugo i capelli.

Smetto per poter ascoltare e cercare di capire cosa stia succedendo al piano di sotto.

Sento voci maschili e femminili che si mescolano tra loro e mi rendo conto di dovermi davvero sbrigare.

Do una veloce passata di asciugacapelli, lasciandoli ancora umidi, e percorro quasi correndo il corridoio iniziando a scendere le scale.

Tutti i presenti si ammutoliscono improvvisamente e io mi accorgo di essere arrossita. Cazzo, succede sempre nei momenti sbagliati.

Mi guardo intorno, e scorgo Brian mentre parla con una ragazza bionda e molto più bassa di lui. Sembra persino di qualche centimetro più bassa di me.

Quando Brian si volta verso di me, inizia a ridere di gusto, molto probabilmente perché lo sto fissando da cinque minuti con gli occhi sgranati e la faccia color pomodoro.

< < June, non sapevo di farti quest’effetto > > questa frase è seguita da risatine antipatiche da parte dei presenti.

La biondina accanto a lui gli da una gomitata sul fianco e mormora uno “smettila, stupido!”.

Brian la bacia sulle labbra, e tutti i miei dubbi svaniscono: è la sua ragazza. Un leggero bruciore allo stomaco che si intensifica assieme al bacio che Brian da alla ragazza.

< < Ragazzi! > > esclama Jimmy, proprio nel momento giusto visto che riesce a distrarmi dalla scena < < Questa è June, la nostra piccola new entry > >.

Sorrido, e tutti con me.

< < June, loro sono Matt, sua moglie Valary, Zacky, Johnny e Michelle, la fidanzata di Brian > >.

Tutte le figure maschili qui presenti sono coperte di tatuaggi e hanno almeno un piercing. Noi donne sembriamo quasi fuori luogo. Valary e Michelle sono praticamente identiche. Ecco a chi si riferiva Leana quando ha detto “le gemelle”.

Brian mi guarda con aria strafottente, e io lo fulmino con lo sguardo, o almeno ci provo.

< < Ehi gente! Sedetevi al tavolo, io penso a portare la roba da mangiare > > Leana sparisce in cucina e noi ci comportiamo come lei ha detto.

Le sedie intorno al tavolo, ovviamente, non sono sufficienti per tutti noi, ed evidentemente io e Brian siamo gli unici ad essercene resi conto. Rimane un solo posto libero. Brian gira di scatto la testa verso di me e mi guarda come per dirmi “non ci provare, quello è il mio posto”. Grazie a pochi movimenti veloci, che sembrano quasi calcolati nei minimi dettagli, il posto me lo aggiudico io.

< < Ehi! > > Brian rimane immobile davanti a me con una faccia da pesce lesso.

< < Sei troppo vecchio e lento per aggiudicarti l’ultima sedia libera > > affermo, sorridendo compiaciuta.

Sembriamo capirci a vicenda, solo attraverso brevi sguardi, ma Michelle pensa bene di eliminare, almeno temporaneamente, questo feeling tra me e il suo ragazzo.

< < Amore, puoi sederti qui e io posso sedermi sulle tue gambe! > > esclama, guardandomi.

Ma che diavolo le prende? Pensa che io possa soffiarle via il ragazzo? Se è così, è una stupida e basta. Come se a uno come Brian potessi mai interessare!

Brian annuisce. Non oso nemmeno immaginare quanto una cosa del genere possa eccitarlo, anche se con una come la sua ragazza sembra abbastanza improbabile eccitarsi.

Ridacchio riflettendo su quest’ultimo pensiero.

Quando ritorno alla realtà, la coppia si trova esattamente nell’ultimo stato in cui avrei voluto vederli: Brian, seduto al tavolo con Michelle in braccio Mi viene quasi il voltastomaco solo a guardarli. La cosa che mi preoccupa è il perché io stia provando questa sensazione.

Credo che Brian mi piaccia, ormai ne sono quasi certa.

Guardo tutti che parlano e scherzano tra di loro, cercando di levarmi dalla testa quei due seduti l’una sopra l’altro. Questo mio modo di fare risulta abbastanza inutile. Decido, così, di alzarmi e andare in cucina per aiutare Leana con il cibo.

Entro in  cucina e la vedo riempire l’ultimo piatto vuoto con della pasta al ragù.

< < June, come mai non sei nell’altra stanza assieme agli altri? > >.

< < Io… > > Leana mi ispira così tanta fiducia che quasi sto per raccontarle la verità, ma mi rendo subito conto dell’imperdonabile errore che potrei commettere < < il fatto è che credevo avessi bisogno di una mano > >.

< < Ma se ho finito? > > sorride < < Tranquilla, tesoro, va’ a divertirti con gli altri > >.

Annuisco e mi avvio.

Mi tocca sorbirmi le smancerie di quei due.

< < Cos’è June, non ti stai divertendo? > > Brian si rivolge a me con il suo solito atteggiamento strafottente, facendomi saltare i nervi; e a peggiorare la situazione ci si mette anche Michelle che mi guarda quasi minacciosa, e ride alle “battute” del suo ragazzo.

Inizio a tremare dalla rabbia, e penso a Brian che potrebbe aver capito che mi piace, e potrebbe averlo capito anche Michelle.

Senza rispondere alla domanda sarcastica del ragazzo, corro verso il bagno e apro il rubinetto del lavandino, regolando l’acqua fino a farla diventare fredda. Ne prendo un po’ con le mani e me la getto sul viso. Devo godermi la serata, e soprattutto non devo farmela rovinare da loro. Potrei socializzare con l’altra gente, potrebbe migliorare il mio umore.

Respiro profondamente e spengo la luce del bagno, chiudendomi la porta dietro.

< < Piccola > > Leana si avvicina e si piega leggermente in avanti, accarezzandomi la guancia destra con l’indice < < stai bene? > >.

Mi avrà vista correre verso il bagno, sbattendomi la porta dietro. Ero abbastanza convinta che non se ne fosse accorto nessuno.

< < Sì, sto bene > > mento, e Leana se ne accorge.

Non si possono avere segreti con una come lei. Se ci tiene a te, capisce subito se c’è qualcosa che ti turba.

Mi afferra per una spalla e mi porta nella mia stanza.

< < No che non stai bene. Che ti prende? > >.

< < Nulla Lea, davvero > >.

Rimaniamo in silenzio per qualche secondo, durante i quali Lea mi scruta con estrema attenzione, fino a spalancare gli occhi e capire il problema.

< < Brian… > > mormora.

< < Cosa? > > domando, facendo finta di non capire.

< < È per lui, vero? Tu stai male per lui > >.

< < Come diavolo hai fatto a capirlo? > >.

< < Shh! > > mi zittisce, portandosi un dito alle labbra < < Se Jimmy dovesse venirlo a sapere… > >.

< < Jim? Perché? > >.

< < Non hai neanche la più pallida idea di quanto Jim tenga alla loro relazione, potrebbe dare di matto se scoprisse una cosa del genere > >.

Mi viene da piangere. Credevo che mi sarei potuta confidare con lui.

< < Tu ovviamente non dirai nulla a nessuno, vero? > > chiedo, conoscendo già la risposta della ragazza.

< < Certamente > >.

Qualcuno bussa alla porta.

< < Ragazze! Forza, venite! > > Jim pronuncia velocemente queste parole prima di allontanarsi.

< < Adesso andiamo nell’altra stanza > > Leana si alza dal mio letto, e apre la porta per uscire < < cerca di non pensarci, okay? > >.

Annuisco, stampandomi un finto sorriso in faccia prima di uscire dalla camera.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

  
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