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Autore: sihu    04/02/2009    5 recensioni
la ciurma di cappello di paglia trova il mitico tesoro ed entra nella storia dei pirati. che succede dopo? a raccontarcelo sarà Zoro mettendo in evidenza il rapporto con le persone a cui tiene di più, quindi i suoi compagni, la donna che ama e il suo migliore amico.
Genere: Avventura, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Monkey D. Rufy, Nami, Roronoa Zoro
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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CAPITOLO 9
Naufragio

La vittoria era nostra, anche l’ultimo nemico giaceva a terra sconfitto. Rufy aveva riportato delle ferite, ma nulla di troppo grave. Avrebbe riportato a casa la pellaccia anche questa volta. È un osso duro il nostro capitano anche se tra noi era quello conciato peggio. L’allegria generale contagiò tutta la ciurma.
“Per festeggiare potresti farmi vedere le tue mutandine, Nami..”
Propose Brook dimostrandosi il solito maniaco. Prima che riuscissi ad avvicinarmi abbastanza da fargli male la mia dolce Nami gli aveva già lanciato una delle sue scariche. Normalmente provavo pena per i poveretti colpiti da quell’arma diabolica ma in quel caso Brook se l’era proprio meritato. Ok, forse ero un po’ geloso ma nessuno poteva toccare la mia navigatrice. Non ora che avevo capito che i sentimenti che io provavo per lei erano gli stessi che lei provava per me.
Usup si lasciò andare in una danza strana cantando le gesta del prode capitano Usup sotto lo sguardo felice e festoso di Franky. Scossi la testa, da un momento all‘altro il cyborg si sarebbe messo a ballare insieme al cecchino. Rufy sorrideva, ancora a terra, mentre Chopper lo medicava sommariamente sotto lo sguardo preoccupato di Robin. La donna non aveva staccato gli occhi nemmeno un attimo dal capitano, né durante lo scontro né tanto meno ora. Anche Rufy fissava Robin, come a volerla tranquillizzare. Erano proprio teneri. Rufy era così diverso dal ragazzino determinato e infantile che avevo conosciuto e Robin non sembrava la stessa donna gelida e menefreghista che tutti pensavamo essere quando si unì a noi. Erano cambiate molte cose nel corso degli anni, non sapevo nemmeno io dire con precisione se in bene o in peggio. L’unica certezza riguardava Rufy e Robin, stavano molto meglio insieme. All’improvviso un colpo di cannone scosse il cielo e ci riportò alla dura realtà. La marina stava arrivando. L’allegria dovuta alla fine della battaglia ci aveva fatto dimenticare di Smoker e dei suoi.
“Che fine ha fatto il galeone? Pensavo che la marina stesse inseguendo loro!”
Osservò Sanji guardandosi intorno. Prima che cominciassimo a combattere per la seconda volta contro i pirati di Foxy la marina era impegnata a inseguire l’altro galeone. Non potevano averlo preso in così poco tempo, perché abbandonare l’impresa?
“Sono scappati, devono averli seminati.”
Commento Robin senza staccare lo sguardo da Chopper che medicava Rufy. Nami a quelle parole si mise a scrutare l’orizzonte. Grazie a qualche corrente il galeone era riuscito a prendere il largo e la marina si stava dirigendo ora verso di loro. Non c’era tempo da perdere. Probabilmente avevano sentito il trambusto della battaglia contro Foxy e non volevano perdere l’occasione per mettere le mani sulla famosa ciurma di Cappello di Paglia visto che si erano appena fatti sfuggire l‘altro galeone. Dopo tutto sapevamo bene che le nostre taglie valevano un mucchio di soldi. Mi guardai rapido intorno. Oltre a Rufy anche gli altri erano malconci, io compreso. Non eravamo in condizione di combattere contro la marina, dovevamo scappare. Un confronto diretto contro Smoker nelle nostre condizioni sarebbe stato pericoloso. Quel dannato marine aveva il potere del fumo. Avevamo ancora un po’ di vantaggio, saremmo riusciti a sfuggire ancora una volta. La marina si illudeva, era lontano il giorno che ci avrebbero catturato. Corremmo tutti in modo frenetico verso la nave. Franky dava una mano a Rufy che non si riusciva quasi a muovere mentre Chopper guardava preoccupato me e Sanji zoppicare a fatica verso la nave. Robin e Nami correvano davanti a noi verso la nave. Non ci voleva proprio la marina in un momento simile. Non appena fummo sulla nave cominciarono ad arrivare colpi di cannone. Illusi una seconda volta, pensavano davvero fosse così semplice affondare la nostra nave? Grazie al calci di Sanji, alle mie spade, al corpo gommoso di Rufy e alle armi di Franky i loro colpi andarono a vuoto. Eravamo feriti certo, ma ancora in grado di difendere la nave da qualche cannonata. In quel momento avrei fatto di tutto per difendere la mia Nami ed ero sicuro che Rufy, nonostante le ferite era dello stesso parere. Non avrebbe lasciato per nessuna ragione che la marina colpisse la sua donna o i suoi compagni. Nonostante quello che sembrava Rufy era un capitano responsabile e molto attento al bene della sua ciurma. Lo aveva dimostrato tante volte, correndo pericoli e superando ostacoli per portarci in salvo. La parola arrendersi non rientrava nel suo vocabolario.
Nami stava dando ordini a destra e a sinistra e tutti facevano quel che diceva come tanti cagnolini obbedienti. Quella ragazza era tirchia e insopportabile ma era il miglior navigatore che abbia mai solcato i mari. La marina non aveva speranza di prenderci, ne ora ne mai specie se lei ci guidava. Altre navi si aggiunsero a quella che ci stava bombardando. Una di loro riuscì ad avvicinarsi più delle altre tanto che riuscì a riconoscere chi c’era a bordo.
“Ehy, il tizio fumoso e la spadaccina. Che ci fanno qua? Questa non è la loro zona di mare..”
Osservò Rufy stupito. Lo guardai allibito, non si era accorto che erano loro che ci seguivano? Nonostante fosse cresciuto e maturato sotto sotto rimaneva il solito Rufy per alcuni versi.
“Quello che fanno sempre. Provano a prenderci!”
Rispose Franky sorridendo.
“Ma come? Non si sono ancora stufati?”
Chiese il capitano sorpreso. Non potevo dargli torto. Era da prima che entrassimo nella rotta maggiore che Smoker cercava di prenderci, senza mai esserci riuscito. Anzi, una volta gli avevamo addirittura salvato la vita.  
“No zucca vuota è il loro mestiere.”
Rispose Nami perdendo il controllo. Improvvisamente sentì il vento cambiare, lasciò perdere Rufy e si mise sull’attenti. La guardai incantato per la sua bellezza ma subito mi riscossi. Forse c’era qualche corrente che poteva aiutarci a prendere il largo e a seminare i nostri nemici.
“Poveri illusi..”
Rispose Sanji accendendosi l’ennesima sigaretta della giornata.
“Presto, barra a tribordo. La corrente ci farà allontanare da qui in poco tempo!”
Ordinò Nami a Brook. Lo scheletro, obbediente fece come la ragazza gli diceva. Sapeva bene che Nami non sbagliava mai.
“Abbiamo seminato le navi della marina!”
Disse Brook guardandosi intorno dopo un po’. Tutti ci guardammo, eravamo felici ma ci chiedevamo se fosse stato così semplice.
“È un buon segno, no?”
Chiese prudente Usup, guardandosi intorno preoccupato.
“Per niente. Il vento si sta alzando. Stiamo finendo dritti in una tempesta!”
Osservò Nami guardando le nuvole e diventando di colpo più pallida. Pensava che la corrente ci avrebbe portato in salvo e invece ci aveva portato in una tempesta. Probabilmente la marina non aveva inseguito il galeone misterioso perché non voleva correre rischi.
“Invertiamo la rotta!”
Disse Nico Robin preoccupata. Ne avevamo passate tante ma quella tempesta era davvero la più brutta che avessi mai visto. Sarebbe stato terribilmente difficile uscirne incolumi senza che la nave si danneggiasse.
“Non si può. Ormai è troppo tardi.”
Rispose la navigatrice appoggiandosi al parapetto spaventata. Tornare indietro voleva dire affrontare la marina. Con tutta probabilità non aspettavano altro che loro facessero dietro front.
“E quindi?”
Chiese Usup tremando, non osava nemmeno immaginare cosa sarebbe successo.
“Speriamo che dio ce la mandi buona!”
Rispose Nami pallida come un lenzuolo.
Queste parole avrebbero dovuto mettermi il allarme. I miei sensi mi stavano cercando di fare capire che sarebbe successo qualcosa ma decisi di ignorarli. Bisognava pensare alla fuga. I cannoni della marina non riuscivano più a raggiungerci ma bisognava pensare alla nave e metterla al sicuro dalla tempesta. Certo, la nostra nave era solida ma Franky non ci avrebbe mai perdonato se avessimo lasciato che una tempesta rovinasse la nave che aveva costruito per noi con tanto impegno e devozione.
La tragedia si consumò in meno di un attimo. Una grande onda si abbattè sulla nave allagando il ponte e colpendo in pieno Sanji che stava legando la vela. Il cuoco aveva cercato di opporre resistenza ma la corrente lo stava trascinando via. Era troppo forte e lui ancora troppo stanco dopo lo scontro di poco prima. Rufy allungò una mano per cercare di prenderlo ma una seconda onda lo colpì, trascinandoli via insieme. Tutti gli altri erano riusciti a mettersi in salvo e Franky mi urlava di raggiungerli sotto coperta. Restai immobile senza muovere un passo, non potevo. La corrente stava trascinando via Rufy e Sanji sotto i miei occhi. Sapevo bene che era un suicidio cercare di dare loro una mano, che la corrente avrebbe preso anche me ma mi buttai lo stesso. Dovevo provarci. Le imprese disperate erano sempre state il nostro forte. La nostra era una ciurma affiatata, non potevo abbandonarli. Non potevo lasciare che il mare si prendesse Sanji e Rufy. Che ne sarebbe stato di Robin se Rufy fosse annegato? Che ne sarebbe stato di tutti noi senza Sanji e Rufy? Eravamo una squadra, non potevo lasciarli soli. Lottai con tutte le mie forze contro la corrente e li raggiunsi. Pensai di avercela fatta ma la terza onda si abbattè sulla nave, trascinandomi via con loro. Sentì l’acqua salata riempirmi i polmoni e togliermi il respiro. Non avevo più aria. Stavo annegando. Era dunque in un modo tanto stupido che finiva la vita dello spadaccino più forte del mondo? Per un attimo vidi davanti ai miei occhi il viso dell’uomo a cui avevo portato via il titolo. L’uomo dagli occhi di falco. Se la stava ridendo per il modo tanto stupido in cui ero morto. Non potevo dargli questa soddisfazione. Dovevo vivere a tutti costi. La superficie era però così lontana. Provai a raggiungerla la venni sbattuto ancora più in profondità. Non riuscivo nemmeno a vedere i miei compagni. Rufy, lui non poteva nuotare. Dovevo prenderlo o sarebbe andato a fondo. Chissà se ci aveva già pensato il cuoco. Ero in balia del mare, senza ossigeno e senza forze a causa dello scontro. Lentamente sentì i miei riflessi abbandonarmi e tutto divenne nero. Era dunque questa la fine? Bastava dunque così poco per spazzare via la mia vita, la vita di un uomo che aveva affrontato ben altri nemici ed insidie nella vita? Il mio ultimo pensiero prima di perdere i sensi andò a Nami.

ANGOLO DELL'AUTRICE
eccomi di nuovo qui con un capitolo nuovo! dite la verità, non mi aspettavate così presto? questo capitolo lo avevo già scritto insieme al primo capitolo. l'idea iniziale era di scrivere due storie e questo capitolo doveva essere il primo della seconda storia ma poi ho deciso di unirle in una sola. vabbè, chiacchere a parte. spero che questo capitolo vi sia piaciuto. grazie mille ai 38 che hanno questa storia tra i preferiti.
vediamo ai vostri commenti, mi piace tantissimo leggerli!
GIODAN: grazie del commento. ti riferisci al modo di narrare? bhe, è strano e forse poco scorrevole ma non volevo lasciare il punto di vista di Zoro. ormai ho fatto una scommessa con me stessa, voglio arrivare fino alla fine senza cambiare punto di vista. XD spero che questo capitolo ti sia piaciuto anche se è più corto di quelli precedenti. mi raccomando, aspetto i tuoi commenti e le tue critiche che mi aiutano sempre a migliorare.
MAI VALENTINE: grazie mille per la tua comprensione e per il tuo commento. mi fa piacere che la scena sulla nave di Smoker ti sia piaciuta. spero che ti piaccia anche questo capitolo.
MARIE_92: grazie mille per il tuo commento! sai che ho riso anche io come una matta mentre la scrivevo la scena sulla nave? più che altro mi immaginavo le facce dei vari personaggi! XD spero che questo capitolo ti sia piaciuto.
SMEMO92: grazie per il commento! beh, se il galeone non fosse importante non lo avrebbero nemmeno incontrato, no? XD spero ti sia piaciuto anche questo capitolo.
  
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