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Autore: DirectionerMiri02    03/09/2015    1 recensioni
Da quando Carmen è morta, si trova a metà tra la vita e la morte. Vedrà le persone che ama rifarsi una nuova vita e quasi dimenticarsi di lei. Carmen potrà solo dare qualche segnale della sua presenza, ma sarà invisibile agli occhi di tutti. La sua paura è diventata realtà; morire ma esserci, forse in forma non umana, e vedere ciò che la sua morte causa alle persone che più ama..
Genere: Malinconico, Sentimentale, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Lime | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
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Io vedetti ogni cosa.


La reazione di mia madre e di mia sorella quando lo seppero, la reazione di mio padre che era all’ospedale con qualche costola rotta, la reazione del mio ragazzo, la reazione dei miei parenti, della mia migliore amica.
Fu tutto straziante.  Le prime volte fu difficile comunicare, mai poi ci riuscì abbastanza bene, potevo manipolare gli oggetti quindi scrivere o comunque farmi capire.

Scrissi in un foglio di carta la data di quando io e Gabriel ci fidanzammo con un cuore e glielo feci trovare sotto il cuscino, disegnavo cuoricini a mia sorella, lasciavo biglietti con scritto “ti voglio bene” a mia madre.
Il giorno del mio funerale fu terribile, io rimasi fuori ma notai che c’erano un casino di persone in lacrime; tutti i miei conoscenti, parenti, la mia famiglia, e il mio ragazzo distrutto.

Erano tutti straziati dal dolore e io volevo solo fargli capire che ero li, accanto a loro, e che ci sarei rimasta per sempre.
 Vedere il mio corpo senza vita fu di sicuro una delle esperienze che mi segnò di più. Fu allora che capì tutte le stronzate che avevo detto durante quegli anni e il rimorso di non aver abbracciato un’altra volta mia madre, di non aver detto un’ultima volta ti voglio bene a mio padre, di non aver giocato almeno una volta con mia sorella e di non aver detto un’ultima volta “ ti amo “ a Gabriel. Loro erano l’unico motivo per cui ancora volevo restare in quella terra a vagare senza meta.

E i giorni passavano, io avrei dovuto iniziare il primo superiore.
Avrei voluto studiare lingue, avrei voluto girare il mondo e trasferirmi, magari un giorno, in America.
Avrei voluto sposarmi, avrei voluto avere la gioia di diventare mamma una prima e chissà una seconda volta.
Avrei voluto terminare il lavoro, avrei voluto vivere in felicità la pensione con mio marito, e avrei voluto avere la gioia di diventare nonna.

Invece sono qua, con gli stessi pantaloncini di jeans, con lo stesso top nero, con le stesse nike, con i miei capelli biondi sciolti che io chiamavo stile "wild", con i miei 13 anni infiniti, a vagare nel vuoto in cerca di risposte e, magari, di pace.
Continuo a sentire quella melodia straziante che ascoltavo quando sono morta, che mi ricorda la mia infanzia.
E gli anni continuano a passare.
  
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