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Autore: Tonks98    04/09/2015    5 recensioni
Una storia a metà tra avventura e commedia. Ecco cos' è successo, secondo me, la notte tra il primo e il due maggio 1998, e dopo. E' una storia vista e rivista, ma un po' alternativa. E' stata scritta per chi, come me, non crede che un doppiogiochista, spia, Occlumante, abile duellante e Maestro di Pozioni non possa sopravvivere a una biscetta come Nagini. Buona Lettura!
Tonks98
Genere: Avventura, Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hermione Granger, Lucius Malfoy, Minerva McGranitt, Severus Piton, Un po' tutti | Coppie: Hermione/Severus
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace, Da Epilogo alternativo
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CAP.8

Severus Piton nel suo ufficio rimirava quella ricetta e l'annesso procedimento, un totale di dieci fogli. Sarebbe stato estremamente complicato, lungo e rischioso. Non poteva permettersi di farsi scoprire o peggio...di fallire. Ma aveva bisogno di alleati, uno di questi era, purtroppo, di fronte a lui, ritratto nel quadro dietro la scrivania. Non voleva parlarci, avrebbe posticipato il momento ancora una vita se avesse potuto, ma non vedeva l'ora di iniziare. Aveva aspettato tanto ed ora fremeva al solo pensiero di poter preparare l'elisir che i più grandi pozionisti di sempre non sono mai riusciti a preparare, l'elisir che era e rimane il sogno segreto di ogni pozionista o alchimista che ha l'ardire di definirsi tale. Si avvicinò al quadro di Albus Silente. Non sapeva da dove iniziare, così andò dritto al punto. "Sai che Nicholas Flamel ci ha lasciato di recente." 
"Certo Severus, era forse uno dei miei migliori amici."
"Hai un'idea di che cosa sia questa?" chiese al quadro sventolandogli davanti quei fogli.
"Posso immaginarlo ragazzo mio...e temo di sapere cosa tu voglia da me." disse sconsolato Silente.
"Devi aiutarmi a prepararla. Non sono nemmeno lontanamente un alchimista esperto quanto te, e..." quanto era difficile. Finiva sempre così. Ogni volta che litigavano succedeva sempre qualcosa che gli imponeva di chiedere aiuto a Silente, ed era praticamente obbligato a parlarci di nuovo. "Hai bisogno della mia guida." completò per lui l'altro, rassegnato, ma con una strana luce negli occhi dipinti d'azzurro ghiaccio, ma forse era solo un' impressione creata da un buon pittore.
"Esatto."
"Ti aiuterò, Severus. Ma voglio qualcosa in cambio."
"Oggi è la giornata dei ricatti, eh? Cosa vuoi? Un altro pezzo della mia anima?" chiese sinceramente piccato Severus.
"No ragazzo mio, voglio una speranza." rispose Silente pacato.
"Che genere di speranza?" lo chiese, ma sapeva benissimo la risposta. Lo guardò serio, apatico, ma con una scintilla di rimorso ancora viva negli occhi.
"La speranza che un giorno potrai perdonare questo vecchio pazzo per essere stato tanto cieco. Ero così legato alle mie idee che non ne ho prese in considerazione altre. E ti chiedo scusa. Sai che ti volevo bene come ad un figlio."
"Puoi chiedere un sacco di cose ad un figlio." rispose atono Severus. Dopo una pausa ad effetto, fatta giusto per sottolineare il suo rimorso, riprese.
"Ma non di ucciderti, non di morire per te. Non hai messo in conto che io magari volessi vivere?" il tono però era inconsciamente salito.
"Ho sempre pensato che non ti sarebbe importato, che saresti stato pronto a dare la vita per Harry, come avevi promesso." rispose il ritratto con semplicità.
"E lo ero quando mi hai detto che sarebbe dovuto morire. Pensavo che la mia vita non avrebbe avuto più senso. Ma hai deciso di tacermi il fatto che c'era una speranza che sopravvivesse. Perchè dubito fortemente che tu non lo sapessi, o che non l'avessi previsto. Poi le cose con la Bacchetta di Sambuco sono andate diversamente e ho dovuto cambiare i piani. Secondo la tua idea io avrei dovuto consegnarmi alla morte senza battere ciglio perchè Voldemort fosse sicuro di possedere la Bacchetta. La cosa che mi fa arrabbiare è che tu sia riuscito a instillarmi nella coscienza che la mia morte sarebbe servita a lenire la mia colpa, mentre in realtà era solo necessaria per i tuoi piani. Non hai mai pensato che ci potesse essere un altro modo?"
"Pensavo che fosse quello che volevi."
"Morire? Hai ragione. Ma ti sei dimenticato una piccola cosa...sono un Serpeverde, non un Grifondoro. Non lo sarò mai, e a me sta bene così. Appena ho alzato lo sguardo e ho visto chiaramente la spada di Damocle che stava per calare, ho capito che non era quello che volevo, che non ero pronto e che morire non mi avrebbe dato sollievo. Se vuoi chiamami codardo anche tu, tanto ormai ci sono abituato." disse in tono decisamente cinico. "E poi, come avrei potuto proteggere il ragazzo da morto? Pensi che i seguaci sopravvissuti di Voldemort avrebbero lasciato Potter in pace? Non hai idea di quanti fossero pronti a ucciderlo, complice il fatto che quel genio ha sbandierato ai quattro venti di essere il vero possessore della Bacchetta più potente del mondo. Te l'ho detto. Urgeva cambiare i piani. E tu non mi hai mai davvero chiesto cosa volessi o non volessi fare, hai sempre fatto di testa tua, perciò non venirmi a dire che ero come un figlio per te e che ero libero di scegliere, puoi anche ammettere che ero una semplice pedina, niente più di un sottoposto assurdamente fedele che sapevi avrebbe fatto tutto quello che gli avessi ordinato, nonostante non lo volesse."
"Mi dispiace Severus, tanto. Davvero. Ma non hai risposto alla mia domanda. Ho una speranza?" disse sinceramente addolorato il ritratto di Albus Silente.
Non lo sapeva...non sapeva se avrebbe mai potuto perdonarlo un giorno. Ma ora aveva bisogno di lui, cosa gli costava dargli quello che voleva? Dopo tutto quello era solo un ritratto, non Albus in persona. Che rimorso poteva provenirgli dall'ingannare un pezzo di tela colorata parlante? Lui avrebbe avuto le informazioni che gli servivano e il ritratto di Silente la sua speranza. Contenti tutti. Il suo perdono l'avrebbe dato al vero Albus, un giorno, tra quelli che sperava fossero molti anni.
"Forse...un giorno. Allora mi aiuterai a preparare la Pietra Filosofale? All'elisir ci posso pensare da solo, ma prima ho bisogno dei tuoi consigli per fabbricare la pietra."
"Innanzi tutto procurati gli ingredienti, poi ti aiuterò. Ma Severus, ascoltami molto attentamente. Questo è il primo e il più importante dei consigli che ti darò: la Pietra non è una cosa che va preparata alla leggera, è un percorso interiore, se stai pensando solo alla ricchezza, alla vita eterna...scordati di riuscire anche solo ad accendere il fuoco per scaldare il calderone. Ci vuole qualcosa di molto più profondo, un cambiamento e un'evoluzione morale radicale per riuscire a preparare la Pietra Filosofale, il minerale che non solo dà la vita eterna e trasforma i metalli in oro, queste sono bazzecole da cultura popolare, la Pietra è il materiale che sta all'origine di tutte le cose, partendo dal pensiero che tutto sia nato da una stessa sostanza."
"Non sto pensando solo alla ricchezza e alla vita eterna, non mi interessano più di tanto. Te lo giuro, lo faccio per amor di conoscenza, per curiosità, per impedire che una saggezza tale vada perduta con l'andare dei secoli. Per il sapere."
"Già...il sapere è potere, vero?" Severus dovette trattenersi per non esplodere udendo quel tono sarcastico. "Ti aiuterò a preparala, ma tieni a mente su che strada questa frase ti portò già una volta."
"Non temere Albus. Non sono propenso a ripetere gli stessi errori."
"Bene. Ma sappi che se Nicholas ha voluto nascondere la ricetta e non rivelarla ad anima viva, un motivo c'è stato. Non voleva che un tale sapere finisse in mani non necessariamente sbagliate, ma inadeguate." disse Silente in tono poco convinto. E Severus si scoprì arrabbiato, di nuovo. 
Non si fida di me, continua nonostante tutto a non fidarsi di me.
'Beh, dopo tutto hai praticamente disubbidito al suo ultimo ordine.'
Che consisteva praticamente nel morire, quindi cosa impedisce a me di non fidarmi di lui? Perchè mi fido ancora?
'Perchè ne hai bisogno, no? E poi perchè è un quadro agli ordini del Preside.'
Finchè sarò Preside sarà obbligato a obbedirmi...un mese.
'E poi sa che su certe cose non sei così affidabile.' 
Almeno sta volta non ho niente...nessuno da perdere. E poi è vero che non lo faccio per cose futili come i soldi! 
'Ma hai lo stesso mentito per raggiungere il tuo scopo. Non è una buona base...' 
Quello non era mentire...era una mezza verità. 
Era così immerso nel suo solito dissidio interiore che non si accorse del ticchettio continuo alla finestra, solo un'esclamazione infastidita di Dippet lo riportò alla realtà. Ripose i fogli in un cassetto della scrivania e andò velocemente ad aprire. Grazie ai suoi riflessi riuscì ad abbassarsi in tempo quando un gufetto poco più grande di un boccino d'oro entrò come un bolide nel suo ufficio e iniziò a svolazzare ovunque a velocità supersonica. L'unica cosa che fu capace di arrestare il gufo-bolide fu la testa di Severus. Si sentì un tonfo sordo e un'imprecazione, che non ho intenzione di riportare qui, seguita dallo sdegno e dalle proteste dei ritratti e del gufetto stesso, che era stato agguantato e stretto nella morsa letale che era in quel momento la mano del Preside. "Dovrei spezzarti il collo per questo! Cosa accidenti vuoi?!" sibilò minaccioso, il gufetto parve capire e gli sventolò sotto il naso la zampetta a cui era attaccata una piccola pergamena. La prese e poi appoggiò con malagrazia il malcapitato volatile sulla scrivania. Quello rimase per qualche secondo intontito in bilico su una zampetta e poi cadde all'indietro, probabilmente con la testa che girava un po'. Severus aprì la pergamena e lesse il contenuto sempre più accigliato. Potter, come previsto, richiedeva un incontro formale col nuovo Preside subito dopo cena. Sapeva che sarebbe successo. Ormai rassegnato girò il foglietto e scrisse la sua risposta:
"Si presenti per le 10:30. La parola d'ordine è Cobra Reale.
S.P."
Col morale che stava già incominciando a calare vertiginosamente prese con delicatezza il gufetto, con il quale iniziava a sentirsi anche un po' in colpa, e gli legò la pergamena alla zampetta. Poi, preso da chissà quale raptus, gli accarezzò delicatamente la testolina col pollice mentre lo teneva in mano, in un'implicita richiesta di scuse, e quello gli beccò affettuosamente il dito, come a dire "Scuse accettate." Aprì la finestra e lo lasciò libero di andare a consegnare la risposta. Si voltò verso il quadro di Silente e lo vide sorridere bonario. Prima che potesse dire qualsiasi cosa, lo precedette con un secco: "Quello stupido gufo! Ma cosa gli dà Potter a colazione? Semi di caffè?!"
"Oh, forse era semplicemente emozionato. Leo non è mai stato nell'ufficio del Preside!"
"Leo?"
"Leotordo detto Leo. Si chiama così quella palletta di piume. E' il gufo di Ronald, ma è stata la sorella a scegliere il nome."
"Leotordo detto Leo...non vorrei essere nei panni dei futuri figli di Ginevra Weasley..."

Hermione era volata tra le braccia dei suoi amici appena finito il duello e Ginny non aveva ancora smesso di congratularsi con lei e a fare domande sul ritorno del loro ex-professore più odiato in assoluto. Lei aveva risposto con calma e solerzia a tutte le loro domande, senza omettere nemmeno un particolare, come se avesse studiato a memoria la lezione. Quando ebbe terminato, Ron esclamò un semplice: "Quel vecchio figlio di un goblin! Ci ha presi per il naso tutti!"
"Fino all'ultimo." aggiunse con un sorriso un po' triste il ragazzo-che-è-sopravvissuto.
"Ma tu l'hai battuto Herm! Incredibile! Non l'avrei mai detto, dalla ferocia con cui combatteva sembrava che non saresti riuscita a contrastarlo per più di due minuti!"
"Grazie tante Ronald!"
"Scusa non intendevo...io sarei scappato, forse, ma tu sei stata fantastica. Un po' spaventosa, ma fantastica. Gliel'hai fatta vedere tu a quel pipistrellaccio!"
"Va bene Ron...ma penso di aver avuto anche molta fortuna."
"Non scherzare Hermione! Sei stata mitica!" la elogiò Ginny.
"Bene, adesso andiamo in Sala Grande, è quasi ora di cena, no?"
"Ah Ron, è bello sapere che non cambierai mai." disse sorridendo Hermione, scuotendo la testa riccioluta, e si avviarono al Castello.
Ormai non stavano più insieme da molto tempo, si erano lasciati quasi subito lei e Ron. Dopo quelli che furono tre intensi mesi. Senza urla, senza maledizioni. Avevano deciso di quasi comune accordo, certo lui era rimasto un po' dispiaciuto, ma sapevano che la loro era una forte amicizia, niente di più, niente di meno. Ed erano andati avanti con la loro vita, certo, da allora il contatto fisico era sceso al minimo sindacale, per quanto ne sapeva lei adesso Ron si vedeva con una ragazza che lavora al Ministero. La segretaria del capo dell'Ufficio Regolazione e Controllo delle Creature Magiche. Li aveva presentati lei. E Hermione? Niente, era uscita per qualche mese con un Auror, ma la cosa non era andata avanti per molto. Si era dedicata anima e corpo all'insegnamento e allo studio di...beh tutto ciò che ancora non sapeva. Una volta arrivati al Castello attesero un attimo Harry che aveva spedito Leo da qualche parte e poi entrarono tutti in Sala Grande per la cena, Hermione si diresse al tavolo degli insegnanti con gli altri docenti. Nel frattempo Harry, Ron, Ginny e Neville si erano accomodati al tavolo dei Grifondoro, tentando inutilmente di mimetizzarsi. Diciamo che risaltavano in mezzo agli studenti come un gruppo di Mangiamorte a una festa di compleanno. Con l'unica differenza che invece di scappare, i giovani Grifondoro facevano di tutto per avvicinarsi il più possibile ai quattro brandendo piume e pergamene per farsi fare un autografo. Le ragazze erano le più accanite, combattevano con le unghie e con i denti per arrivare a scambiare qualche occhiata con i tre eroi di sesso maschile presenti al tavolo. Guardando dal suo posto al tavolo degli insegnanti, Hermione vide la Signora Potter sballottata a destra e a manca, per poi essere spinta via da un'ochetta che voleva arrivare a ghermire con le sue unghiacce smaltate il Prescelto. La giovane professoressa, anzi assistente professoressa, sul suo viso si dipinse una smorfia al pensiero, si preparò al peggio. Infatti una fattura Orcovolante da manuale colpì l'ochetta disgraziata, la quale scappò a tutta velocità dalla Sala. Harry, vedendo la moglie più che propensa a continuare, salì sul tavolo per evitare di essere circondato di nuovo per poi tendere la mano a Ginny e tirarla sù con sè. Il bacio che seguì lasciò tutti senza fiato, i due protagonisti per primi, Harry doveva pur trovare un modo per placare in tempo la furia della moglie. Le ochette si allontanarono sdegnate, i ragazzi di Grifondoro applaudirono, seguiti da quelli di tutte le altre tre case e da qualche insegnante, in pratica Hermione, la McGranitt e Hagrid, gli altri si limitarono a sogghignare. Hermione era sinceramente felice per i due amici, e li guardava anche un po' gelosa. Si ripeteva sempre più spesso che presto anche lei avrebbe avuto qualcuno che la baciava e l'amava come il suo migliore amico baciava e amava la sua migliore amica. 'O magari l'ho già incontrato e non me ne rendo conto.' pensò tra sè e sè. Dopo qualche secondo, quando ormai l'applauso andava inesorabilmente ad estinguersi, un battito di mani più lento e più forte degli altri invase la Sala. Tutti smisero di applaudire all'istante, lo sguardo catturato da una figura oscura appoggiata allo stipite della porta. Nessuno parlava più, non un rumore si levava nella Sala, se non il lento battito delle mani del Preside. Battito che, complice l'espressione dell'uomo, aveva un suono sgradevolmente sarcastico. "Non ho ancora avuto l'occasione di complimentarmi con te, Potter." disse Piton avanzando lentamente al centro della Sala, tutti gli occhi ormai erano puntati su di lui. 'Certo che una qualità gli va riconosciuta: sa come catturare l'attenzione.' pensò Hermione, fissando ipnotizzata lo svolazzo del mantello del Preside, il suo lieve ghigno irrisorio sulle labbra e il sopracciglio destro sollevato in un espressione di puro sarcasmo. In quel momento Hermione seppe che si stava preparando per dare il colpo di grazia ai due ragazzi.
"Grazie, Pit...Preside." rispose titubante il ragazzo.
Piton, senza mollare quell'espressione sarcastica, chinò lievemente la testa in segno di ringraziamento. 
"Certo la felicità del Prescelto rallegra tutti noi, ma gradirei sapere se tu e la tua 'adorabile' consorte avete intenzione di concepire un erede qui davanti a tutti oppure di terminare di maledire i miei studenti. O magari potreste, è solo un suggerimento, scendere dal tavolo e iniziare a comportarvi da persone mature. Sempre che dividere il suolo terrestre con noi comuni mortali non vi dia troppo fastidio."
"Sì, signore." rispose a questo punto Harry, con calma, saltando giù dal tavolo per poi prendere in vita Ginny facendola scendere con un movimento fluido.
"Possibile che dopo tutti questi anni, la tua acclamata vittoria e il matrimonio, continui imperterrito a dare spettacolo di te stesso per cercare attenzioni, Potter? Eppure non mi sembra che la signorina Potter te le neghi." continuò imperterrito Piton.
"No, Signore." rispose Harry sorridente. Lo sguardo del Preside si assottigliò, esattamente come quello di Ginny, che non riusciva a capire come il marito riuscisse a mantenere la calma. 
"Molto bene, quindi converrà che esistono luoghi più consoni che non siano il tavolo della sua insulsa ex-Casa."
"Convengo, Preside, convengo." rispose Harry, sta volta facendo evidenti sforzi per non ridere, come poco lontano facevano i Serpeverde.
"E voi altri, cosa ci fate ancora in piedi? Sedetevi se non volete che inizi a togliere punti." disse atono rivolto agli altri studenti Grifondoro che erano rimasti in piedi a fissarlo imbambolati, ma che si sedettero all'istante.
"Sa, Signore, tutto questo mi è mancato, in un certo senso." disse Harry, avvicinandosi con cautela a Piton, a Hermione ricordò incredibilmente la prima volta che il suo amico si era avvicinato a Fierobecco. Temeva però che adesso non sarebbe andata altrettanto bene.
"Sono lusingato che lei abbia trovato il tempo di pensare a me, la vittoria e la fama non hanno intaccato più del solito il suo cervello? Pensi che quando sono tornato credevo di trovarmi davanti un ragazzino troppo cresciuto bramoso di dare spettacolo di sè davanti a tutti quelli che gliene avessero dato l'occasione!" rispose Piton con feroce ironia. Il viso di Harry sta volta si contrasse, ma poi tornò la calma.
"E io che pensavo di essere migliorato! Insomma sta volta l'applauso l'ho preso anche da lei!" 
'Cielo...addio Harry, è stato bello conoscerti.' pensò Hermione.
L'universo parve trattenere il fiato, mentre Piton si avvicinava a Harry, torreggiando ancora su di lui come se lui fosse ancora il professore malvagio e spaventoso e Harry uno studente di Grifondoro del primo anno. Nella mente di tutti passò per un attimo l'immagine di un Harry Potter per terra agonizzante che chiedeva pietà sotto le cruciatus di Piton.
'E' ora di dimostrare a questo ragazzo cosa significa essere superiori.' pensò in quel momento Severus, con un moto di orgoglio.
Una volta che fu sicuro di aver visto anche solo una punta di paura negli occhi di Potter, allungò una mano. Quello fece uno scatto indietro in un sussulto generale, tradendo la tensione che in realtà provava. Ma Severus aveva semplicemente sporto la mano per stringergliela. Sta volta l'universo tirò un sospiro di sollievo.
 "Devo dedurre che non accetta le mie congratulazioni, Potter. Eh beh, saprò farmene una ragione. Sarà per un'altra volta. Ora si sieda, abbiamo ritardato abbastanza la cena con questo teatrino e il suo amico Weasley pare pensare seriamente di incominciare a mangiarsi il tovagliolo o qualche ragazzino del primo anno."
Hermione si scoprì a sghignazzare, per fortuna nessuno se ne accorse. Severus prese posto al centro del tavolo degli insegnanti. Appena si sedette tutti i tavoli si coprirono di cibarie, e con sommo gaudio di Weasley, finalmente iniziò la cena.













Angoletto dell'Autrice: Soooooooono vivaaaaaaaa! Salve lettori, mi scuso immensamente per il mastodontico ritardo, ma purtroppo questa estate è stata meno rilassante del previsto, comunque da adesso tornerò ad aggiornare con un certa regolarità, scuola e ispirazione permettendo! Inoltre voglio dedicare questo capitolo a una persona in particolare, dragoferox ! Per il suo acume e la capacità di vincere le scommesse con la qui presente autrice, assegno 5000 punti a Serpeverde!!! (...uhm..forse ho perso il filo del discorso...comunque qualche punto in più a Serpeverde non fa mai male u.u )
A presto gente!!!
Tonks98 rediviva vi saluta


   
 
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