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Autore: Drunk on Love    04/09/2015    2 recensioni
Il cane corse via, in direzione dell'ospedale. Solo allora, si accorse che la piccola piangeva. Kakashi andò di fronte al tavolo, osservando con il suo occhio attento la bambina. Aveva la carnagione molto scura, i capelli ricci e degli occhi verdi che contrastavano con la sua pelle. Notò un piccolo graffio sulla guancia. Si decise a prenderla in braccio.
Questa ff parla di Kakashi, che da un giorno all'altro si ritrova padre di una bambina di cui sa solo il nome. Spero che vi piaccia ;)
Genere: Comico, Fluff, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jiraya, Kakashi Hatake, Nuovo Personaggio, Team 7, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Sasuke era su tutte le furie. Karin gli aveva appena riferito che Suigetsu era tornato a mani vuote.
«Dice che la mappa non c’era» gli comunicò la rossa.
Il ragazzo sbattè forte i pugni sul tavolo, mandandolo quasi in pezzi.
«Come accidenti è possibile?! Una sola cosa doveva fare quel buono a nulla!»
«Sasuke, calmati..» provò Karin.
«Calmarmi? Mi dici come diavolo faccio? Chissà quella mappa in quali mani si trova ora!»
Karin non aveva l’aveva mai visto così fuori di senno.  Un po’ la spaventava, ma più di tutto la situazione la intrigava: Sasuke non le aveva detto cosa indicava la mappa. Voleva scoprirlo a tutti i costi, ma Sasuke era vago e riluttante a concederle qualche risposta.
«Sasuke, ma questa mappa è davvero così importante?» cercò di stuzzicarlo. Forse così sarebbe riuscita a cavargli qualche informazione in più.
Il moro le lanciò uno sguardo di fuoco.
«Quella mappa è di vitale importanza» disse solo.
Karin sbuffò. Niente, non vuole dirmelo.
«E ora torna da quell’incapace, io ho bisogno di pensare» la liquidò in fretta.
La rossa si alzò dal suo posto e lasciò la stanza.
 
Si diresse nella stanza di Suigetsu, dove trovò il ragazzino albino sul proprio letto, con una faccia da funerale.
«Viva la voglia di vivere» lo prese in girò la rossa.
«Non sei spiritosa» rispose lui.
Karin si sedette ai piedi del letto e lo guardò.
«Tu sai cosa c’è in quella mappa?» gli chiese dopo un po’.
Suigetsu la guardò, poi scosse la testa.
«No. Non me l’ha detto» rispose.
La ragazza lo guardò accigliata.
«E non ti interessa neanche un po’ scoprirlo?»
«Perché dovrebbe?» fece l’albino con sufficienza.
«Ma come perché? Se è così importante per Sasuke, vuol dire che porta in un luogo speciale.»
«Be’, oramai non ha più senso scoprirlo: è persa.»
Karin incrociò le braccia. Suigetsu aveva ragione, ma la curiosità non le era passata.
Si aggiustò gli occhiali arriciando il naso, poi puntò un dito contro il ragazzo.
«Io invece intendo scoprirlo.etu mi aiuterai, che ti piaccia o no.»
Suigetsu sospirò rassegnato. Karin avrebbe escogitato un ennesimo piano per cacciarsi nei guai e farsi odiare ancora di più da Sasuke.
 
 
 
«Voglio vedere Sukai.»
L’uomo mascherato rivolse a Kakashi uno sguardo annoiato.
«E a che scopo, di grazia?»
«Lasciamela vedere, e poi scioglierò i sigilli» insistette l’albino.
In realtà stava cercando di guadagnare tempo: sapeva che oramai qualcuno lo stava cercando e sperava di essere trovato in tempo.
Certo sapeva che era una speranza sciocca, dato che il suo carceriere non sembrava affatto uno stupido. Di sicuro quello era un rifugio ben nascosto.
L’uomo, senza dire nulla, si alzò e lasciò la stanza dove Kakashi era legato.
Pochi minuti dopo tornò trascinando la povera Sukai per i capelli e la spinse addosso all’albino.
«Papà!» piangiucolò la bambina, stringendolo forte.
«Piccola mia…» Kakashi voleva abbracciarla, ma le catene gli impedivano di muovere le braccia, per cui cercò di circondarla con le gambe, per quanto poteva.
«Papà ho paura! Chi è quello? E perché siamo qui?» la piccola Sukai tempestò il padre di domande, fra singiozzi e lacrime.
«Che scena pietosa» commentò l’uomo mascherato.
Kakashi baciò la testa di sua figlia e appoggiò la propria fronte alla sua.
«Ascolta: vedrai che andrà tutto bene, devi solo fare la brava. Vedrai che uscirai presto di qui» sussurrò per confortarla.
«E tu? Tu verrai con me?» chiese la bimba con sguardo implorante.
Kakashi esitò. Quelle parole l’avevano colpito dritto al cuore.
In quell’istante si rese conto della gravità effettiva della situazione: molto probabilmente lui sarebbe morto e, anche se l’uomo mascherato aveva promesso di lasciare libera Sukai, non era detto che avrebbe mantenuto la parola. Stava consegnando sua figlia fra le braccia della morte.
«Basta così» fece l’uomo mascherato. Si avvicinò ai due e prese di nuovo Sukai per i capelli per trascinarla via. La povera bambina urlava di dolore.
«Papà!»
Kakashi era furioso. E l’uomo con la maschera lo sapeva. Sapeva riconoscere quando nell’occhio corvino del Copia Ninja balzava un fulmine d’ira.
Da dietro la maschera, sorrise soddisfatto.
«Mantieni la tua parola, e io manterrò la mia» disse, inginochciandosi di fronte a Kakashi.
Kakashi cercò di calmarsi e di pensare lucidamente.
Annuì senza dire nulla e si lasciò liberare i polsi.
«Ricorda che basta un solo passo falso, e tua figlia muore» lo ammonì il suo carceriere.
Kakashi annuì di nuovo.
Si massaggiò i polsi e le spalle dolenti, poi si sedette al tavolo al centro della stanza.
La mappa era davanti a lui. Ora che la guardava meglio, seppe riconoscerla. Lanciò uno sguardo allarmato all’uomo mascherato.
«Non è possibile..» mormorò.
«Vedo che sai di cosa si tratta» fece l’uomo con un ghigno.
«Tu sei pazzo. Cosa credi poter fare? Anche se riuscissi a trovarla, non riusciresti a controllare quell’arma.»
«Chi ha detto che la voglio controllare?» nell’occhio rosso dell’uomo scattò una scintilla di follia.
«Distruggerà tutto..»
Dalla risata crudele dell’uomo, Kakashi comprese che era proprio la sua intenzione.
Doveva fare qualcosa, non poteva lasciare che una tale potenza si scatenasse sui Villaggi.
Le urla di dolore e paura di Sukai, però, gli risuanavano nelle orecchie.
«Perché vuoi farlo?»
«Sai, ho capito che stai cercando di guadagnare tempo, non sono uno stupido,» iniziò l’uomo con un tono talmente ambiguo da inquietare l’albino, «ma non servirà. Non verrà nessuno a prendervi. E se vuoi davvero sapere perché lo faccio, è perché non ho più nulla. Konoha e i suoi abitanti mi hanno tolto tutto quello che avevo. Voglio solo restituire il favore, a cominciare da te, Hatake Kakashi.»



Spazio autrice
Rieccomi. Questa settimana ho avuto diversi impegni, motivo per il quale aggiorno solo ora.
So che questo capitolo è corto, ma mi serviva come ponte per collegare il capitolo precedente a quello successivo.
Detto questo, grazie di aver letto :)
Un abbraccio,


-Drunk on Love-
  
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