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Autore: crazygurl91    04/09/2015    1 recensioni
-FANFICTION INTERATTIVA- Ultimamente ho visto moltissime Fanfiction interattive e mi sono piaciute un sacco, ed ecco che mi sono decisa di crearla anch'io una. Segalatemi la vostra presenza nelle recensioni e la scheda del personaggio con un messaggio privato...acetto un max di 20 persone, quindi accorete!
Genere: Commedia, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alice Paciock, Alice Paciock Jr, James Sirius Potter, Lily Luna Potter, Un po' tutti | Coppie: Rose/Scorpius
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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Il Segreto delle due Rosse
 
 
 
 
Albus Severus Potter si svegliò già stanco.
Aveva passato l’intera notte a pensare a quel grande mistero dagli occhi verdi, che rispondeva al nome Erika Gray, e a quello che gli aveva confessato sul treno durante il viaggio di ritorno: era innamorata!
Di chi?
In tutti quegli anni che erano amici non l’aveva mai vista, nemmeno una volta, comportarsi da dolce fanciulla innamorata del suo principe, anche perché il solo pensiero lo faceva scoppiare dal ridere. C’erano stati molti che le avevano fatto la corte, infondo era una bellissima ragazza, forse una tra le più belle che lui avesse mai visto in vita sua, ma Erika li aveva sempre rifiutati freddandoli con i suoi taglienti occhi da serpente, adesso usciva fuori che pure lei, fredda e arrogante com’è, non era immune alle frecce di cupido.
Da quanto tempo andava avanti quella storia?
Sicuramente dal inizio dell’anno scolastico, visto che da era da Settembre che si comportava stranamente.
Ma ciò che, veramente, non gli dava pace era il perché, quella notizia, gli dava cosi fastidio?
A lui piaceva Shey, di questo ne era assolutamente certo, ma allora perché, ogni volta che pensava alla sua compagna di Casa tra le braccia di quel misterioso ragazzo, gli prudevano le mani da impazzire?
Troppe domande e zero risposte.
Come capitava sempre quando si trattava di donne.
<< Io le donne non le capirò mai! >>
<< Non sei l’unico fratello! >>
Con uno scatto Albus si mise a sedere e, con lo sguardo ancora assonato, si mise in cerca della voce che gli aveva risposto per trovare, seduto ad una poltrona non molto distante dal suo letto, con la divisa completamente sgualcita, la cravatte verde argento buttata malamente per terra e un posacenere stracolmo di mozziconi di sigarette al suo fianco, il suo migliore amico Scorpius Malfoy, con una faccia ancora più stravolta della sua
A quella vista il giovane Potter fo confortato: almeno non era stato l’unico coglione a passare la notte in bianco a causa dei pensieri, quindi poteva benissimo concentrarsi sui i problemi dell’amico e, se poteva risolverli, distogliere la sua attenzione dai suoi che, per il momento, non avevano alcuna soluzione.
<< Che ti è successo? Sei più bianco del solito. Per la barba di Merlino, non si capisce dove finisci te e dov iniziano i tuoi capelli >>
<< Albus, vedi di morire. Subito! >>
 << Ma come siamo permalosi sta mattina >>
Il Serpe verde dai capelli neri, con un ghigno sprezzante in viso, si alzo dal letto e, mentre si infilava la vestaglia da notte, si avvicinò al amico.
<< Che è successo? >>
<< Giuri che non mi ucciderai, se te lo dico? >>
<< Lo prometto sulla sagoma di mio nonno, James Potter. Sputa il rospo >>
Scorpius rimase qualche istante a guardare l’amico: quando giurava sul nonno paterno, si poteva star certi che avrebbe mantenuto la promessa visto che, anche se non l’aveva mai conosciuto, gli era molto cara la sua memoria; proprio come gli era molto cara la sua adorata cuginetta Rose: quei due erano praticamente fratelli gemelli, dove c’era uno potevi star certo che c’era anche l’altro, se Al si metteva in qualche guaio Rose lo tirava fuori immediatamente, se qualcuno prendeva in giro la Weasley per la sua imbranataggine Potter lo rimetteva a posto a suon di pugni.  
E anche se aveva una corporatura abbastanza gracile, Albus picchiava forte.
Però c’era anche da dire che si era dimostrato un amico fedele per il rampollo di casa Malfoy: si erano sempre guardati le spalle avvicenda, dal primo anno, da quando si erano stretti la mano diventando grandi amici.
Forse, dopo tutto, non l’avrebbe ucciso se gli avesse raccontato cosa era successo quella notte.
Prendendo fiato raccontò tutto al amico: del bacio che si erano scambiati l’ultimo dell’anno, della confusione che provava quando era in compagnia di Rose, ciò che si erano detti nelle cucine e, infine, gli disse pure delle sue lacrime.
Albus, per tutta la durata del racconto, era rimasto in silenzio ascoltano attentamente l’amico di sempre poi, quando fu certo che Scorp avesse finito di raccontare, si avvicino, sempre senza proferire parola, al suo comodino dove nascondeva sempre una bottiglia di Fire Whisky per certe occasioni. Tolse il tappo di sughero con la bocca e diede una lunga sorsata, mentre Scorpius lo sguardava stupito: non l’aveva mai visto bere cosi tanto.
<< Ok. Credo di sapere cosa devi fare >>
La voce profonda di Al lo fece sobbalzare dalla sorpresa, ancora gli dava le spalle ma, dal tono di voce, era calmo.
<< E cosa >>
<< Morire. Adesso. Per mano mia! >>
Al si era voltato di scatto con la bacchetta in mano puntata verso il suo migliore amico, con gli occhi pieni di rabbia, mentre il biondino platinato lo guardava terrorizzato, aveva posato la bacchetta nella sala comune e, da quanto era arrabbiato, di certo Al non gli avrebbe concesso di difendersi.
<< Avevi giurato sulla salma di tuo nonno >>
<< Fanculo mio nonno! Come hai osato! La mia Rossellina! >>
Detto ciò con un urlo iniziò ad inseguire Malfoy che, intanto, se l’era data a gambe svegliando l’intero dormitorio.
Mai più si sarebbe fidato di Albus, infondo era e rimaneva una Serpe.
 
 
Lene era seduta sul lungo divano rosso della sala comune dei Grifondoro mentre, lentamente, sorseggiava una tazza di buon thè caldo, quella mattina era più nervosa che mai: avrebbe svelato alle sue due migliori amiche della sua relazione con Jason Nott e, sinceramente, non sapeva come l’avrebbero presa soprattutto Fran.
Ricordava benissimo le sue parole quando, a Settembre, le aveva confessato la sua cotta per il bel tenebroso: tra tutti gli esseri viventi di sesso maschile che esistono, ti dovevi innamorare proprio di Nott?
E adesso cosa le avrebbe detto?
Adesso dobbiamo chiamarti incantatrice di serpenti? Ho peggio: com’è baciare qualcuno dalla lingua biforcuta?
Gli venivano in mente altri mille di quei paragoni.
<< Hey là Lene, come mai cosi mattiniera? Di solito per tirarti giù dal letto dobbiamo far esplodere il castello >>
Il cuore della povera ragazza le Sali in gola al sentire il forte accento spagnolo di Fran, ma doveva essere coraggiosa, anche se era terrorizzata: Francisca era una sua ottima amica, saggia, altruista, gentile e…e con una passione immensa a prendere in giro le persone.
Era spacciata.
<< Ma…così…non aveva sonno >>
<< Tu che non hai sonno, Rose che non ha fame. Che c’è vi siete ammattite tutte due sta mani? >>
<< Come Rose non ha fame? >>
Oltre ad essere famosa per la sua incredibile intelligenza e per riuscire a cadere anche sui suoi stessi piedi, Rose Weasley era conosciuta anche per essere un pozzo senza fondo: era in grado di battere chiunque ad una gara di abbuffate senza vomitare.
Quindi se diceva che non aveva appetito la cosa non era grave: era tragica!
<< È quello che mi ha detto quando lo svegliata per andar a fare colazione >>
<< Vado da lei >>
<< È inutile! Ciò già provato io. Tu invece? >>
<< Io cosa? >>
<< Perché non riuscivi a dormire e non ti azzardare a inventarti qualche scusa. Sai bene che mi accorgo quando qualcuno dice le bugie >>
In quel momento Lene si ritrovò a maledire l’amica e i suoi misteriosi, quanto strambi, poteri: già lei era una frana a mentire, vivere con i Malfoy non le era servito a nulla, più ci si metteva anche lei. Ok, che aveva deciso di vuotare il sacco, ma una via di fuga non si nega a nessuno.
<< IoeJasonstiamoinsieme >>
Lo disse tutto di fila, senza prendere aria, com’è che dicevano i babbani: via il dento, via il dolore. Bhè in quel momento si rese conto che più che il dolore, si era tolto un enorme macigno dallo stomaco.
<< Che diamine ai detto? Non ho capito bene >>
Come non detto.
<< Io e Jason stiamo insieme…lo so, lui non ti piace e, sicuramente, ora mi prenderai in giro fino alla fine dei miei giorni, ma io sono felice, come non lo sono mai stato nella mia vita >>
Lene aveva tenuto gli occhi chiusi durante tutto il suo discorso, troppo timorosa di vedere la disapprovazione negli occhi dell’amica, ma lei amava Jason e voleva stare insieme a lui per molto, moltissimo, tempo e se Fran non riusciva a capirlo quella che ci rimetteva era lei.
All’improvviso un delicato, ma allo stesso tempo forte, abbraccio la circondò dandole una forte sensazione di calore che, fino a quel momento, aveva sentito solo con i baci pieni di passione di Nott, mentre la risata dell’amica argentina le riempiva le orecchie.
<< Oh Lene sono cosi felice per te, però ci ha messo un bel po’ di tempo quello stupido Nott, ma come si dice in questi casi: tutte è bene ciò che finisce bene >>
<< Aspetta un minuto >>
La Grifondoro si staccò dal caloroso abbraccio dell’amica, mentre i suoi enormi occhi verdi minaciavano di uscirle dalle orbite per la sorpresa.
<< Ma tu non detestavi Nott >>
<< Si >>
<< E adesso sei felice per me? >>
<< Si >>
<< Hai capito che io e lui stiamo insieme, giusto? >>
<< Si e, prima che tu vada in corto circuito, ti dico che io ti voglio un mondo di bene e, proprio per questo, desidero solo la tua felicità e, anche se mi sembra impossibile, Nott riesce a donarti quel meraviglioso sorriso che adesso ti vedo dipinto in volto, beh non è poi cosi male >>
Con gli occhi pieni di lacrime, Shailene si gettò tra le braccia di Fran ridendo come non mai: stava con il ragazzo dei suoi sogni e la sua migliore amico approvava, certo doveva ancora dirlo a Rose, ma era certa che non avrebbe mai fatto storie.
<< Ma sia chiaro: se ti fa soffrire, anche solo una volta, lo disintegro >>
 
 
Nico era appoggiato, con le braccia incrociate, ad una delle colonne fuori dal enorme sala comune che, pian piano, si era riempita di tutti i studenti intenti a fare colazione. Anche a lui sarebbe piaciuto un mondo mettere qualcosa sotto i denti, e il profumino delle leccornie non lo aiutava di certo ma era deciso: Dominique non era ancora entrata, come le sue due amiche arpie, e lui era deciso a parlare con lei.
Non poteva credere che, dopo quello che avevano condiviso in Finlandia, lei lo evitasse cosi, senza neppure dargli una spiegazione, cosa che avrebbe preteso appena l’avrebbe vista.
Per fortuna la sua attesa non duro ancora per molto: dal corridoio spunto la biondo e fluente chioma della sua prediletta seguita, come ogni volta, da quelle streghe delle sue amiche. Le altre volte le aveva lasciate fare, permettendole di insultarlo quanto le pareva, perché era un gentil uomo e non si sarebbe mai permesso di alzare la voce su due ragazze, per quanto maligne fossero, ma questa volta, se fosse stato necessario, avrebbe mandato al diavolo i suoi principi, questa volta quelle due avevano esagerato.    
<< Dom, ti devo parlare >>
<< Ma lei non vuole parlare con te >>
A rispondere al posto della Weasley fu la Collins, quella era tra le amiche di Dominique che meno sopportava: era sempre imbronciata e passava il tempo a insultare a destra a manca.
<< Vogliamo scommettere? >>
Senza darle il tempo di reagire, Nico afferrò il polso di Dom e, il più veloce che poteva, iniziò a correre trascinandola con lui.
<< Quel bastardo! Adeso gli faccio vedere io >>
<< No Fray! Lascialo andare >>
<< Ma Dominique? >>
<< Vedrai che non sarà cosi stupida da cascare, un’altra volta nella sua rete >>
Di questo Lola ne era certa, mentre guardava il greco scappare con la sua migliore amica.
Nico stava correndo da più di venti minuti e, cosa molto strana, non aveva le due invasate alle calcagna.
<< Manos ti vuoi fermare? Ho il fiatone >>
A quella richiesta il greco si fermo di scatto, mentre sentiva il sangue arrivargli alla testa: da quando in qua Dom aveva ricominciato a chiamarlo, nuovamente, per cognome?  
<< Voglio parlare con te e voglio capire perché, da quando siamo ritornati a scuola, mi eviti come se fossi un appestato >>
Sentiva la furia espandersi dentro di lui, in cerca di qualche valvola di sfogo, ma lui la teneva a bad; anche se lei era la causa della sua rabbia, del suo dolore, non si sarebbe mai sfogato su di lei. Che in tanto evitava palesemente il suo sguardo, guardando con molta attenzione il pavimento, come se volesse contare tutte le crepature in quella singola pietra.
<< È perché tu non piaci alle mie amiche >>
<< Che novità. Se è una scusa trovala una che sia almeno credibile >>
<< No sto mentendo! Ho avuto un litigio violento con Fray sul treno e lì ho avuto davvero paura di perderla. So che per te potrebbe non sembrare nulla, ma io ci tengo a lei e a Lola sono le uniche, dopo le mie cugine, che mi hanno accettata per quello che sono >>
<< E quindi rinunci a me, a noi, per quelle due invasate senza cervello? >>
Finalmente Dom alzò lo sguardo e i suoi splendidi occhi azzurri incontrarono quelli verdi di lui, e Manos vide una profonda tristezza, ma anche un enorme determinazione. Aveva fatto la sua scelta e, anche se questo le costava molto e le provocava dolore, non sarebbe tornata indietro per nessuna ragione al mondo.
<< Si, Manos. Scelgo le mie amiche >>
Detto questo si volse per andarsene, stava per scoppiare in lacrime, lo sentiva, ma non voleva farsi vedere vulnerabile da lui, ne avrebbe sicuramente approfittato mandando all’aria tutti i suoi propositi; stava per muovere il primo passo quando si senti afferrare, nuovamente, dalla sua mano e, con la stessa velocita con cui l’aveva catturata, la spinse verso di se mentre le sue labbra catturavano quelle della ragazza, come in una dolce ragnatela.
Dominique, all’inizio pietrificata dalla sorpresa, cerco di liberarsi da quella morsa ferrea ma ogni suo tentativo era inutile, ad ogni colpo di lingua del greco le sue forze calavano finche non si annullarono del tutto, cominciando a ricambiare quel violento bacio che, anche se non lo avrebbe mai amesso, le piaceva molto.
A staccarsi fu proprio Nico che, ansimando per la rabbia, la guardava dritto negli occhi con una luce che lei non le aveva mai visto, ma fu sufficiente per capire cosa stava per succedere: con il suo rifiuto lei lo aveva sfidato   e lui aveva accettato.
<< Sappi che tu sei mia. Potrai scappare quanto ti pare ma io verrò sempre a cercarti, perché appartieni a me >>
Detto questo si allontanò da lei, lasciandola sola con i suoi pensieri.
La piccola Weasley aveva iniziato un gioco pericoloso, che poltropo per lei non aveva possibilità di vincere. Beh poco male, ci sarebbe stato più divertimento per lui.
Stava già assaporando la sua vittoria quando, dal nulla, sbuco una mano che, con violenza, gli afferrò la cravatta portandolo dentro ad un’aula.
 
 
Fraser era seduto al suo solito posto con gli altri Grifondoro, intenti a far colazione cosi da poter iniziare, o meglio provare ad iniziare, meglio la giornata. Come al solito il loro era il tavolo più casinista dell’intera sala, normalmente quelle voci piene di gioia e quelle risate lo avrebbero messo di buon umore, ma no quella mattina.
Rhydian mancava al tavolo e, cosa ancora peggio, anche Foster.
Foster!
Quel dannato, l’altra notte l’aveva lasciato come un idiota in mezzo al campo da Quiddtch in tento a capire cosa diamine avesse detto, e alla fine si era ritrovato ad andare a letto tardi e, per di più, con i brividi di freddo…prima o poi lo avrebbe ammazzato, o almeno tirato un pugno, cosi da togliersi la soddisfazione.
<< Tutto ben Fraser? >>
Il ragazzo si volse alla sua destra, ritrovandosi la faccia sorridente di Zach che lo osservava insieme a James.
<< Si ragazzi, stavo pensando a una cosa che mi ha detto Foster, nulla di serio >>
<< Proposito di Foster. Se fossi in Manos farei qualsiasi cosa per evitarlo >>
Questa volta a parlare fu James che, dopo che il suo amico dai capelli bianchi lo aveva assicurato, aveva cominciato a fissare con molta attenzione la sua tazza di caffe.
<< Che vorresti dire? Quelle due Serpi non sono amici? >>
<< Si, ma da quanto mi ha detto Al sembra che il greco abbia fatto il suo solito giochino e, questa volta, la sua vittima sia stata proprio il suo amico. Ora Jonathan lo sta cercando per tutta la scuola per spaccargli la faccia >>
L’altra notte Foster lo aveva avvisato che avrebbe picchiato qualcuno e, ora, saltava fuori quello scemo si era divertito con la persona sbagliata, ora tutto aveva un senso.
<< Quale solito giochino? >>
Fraser guardò sbigottito Zach, ma solo per un momento, per sua fortuna Nico non aveva mai trovato interesse in lui e nel suo rapporto con Giuly, lo considerava troppo puro e sdolcinato per i suoi gusti, non ci avrebbe ricavato nulla di divertente facendoli litigare, anche perché avrebbero fatto subito pace, quindi era più che normale se non conosceva il divertimento preferito del greco.
Fu proprio Fraser a comunicarglielo.
<< Vedi Manos si diverte a mettere zizzania tra la gente, soprattutto se sono coppie o se ne puo nascere una rissa. Ma questa volta gli si è ritorto contro. Credo che abbia detto a Foster che io ho parlato a Rhydian male di lui, descrivendolo come uno stupratore seriale, ma ieri sera senza nemmeno accorgermene gli ho fatto capire che era tutta un enorme balla e ora lo sta cercando per suonargliene di santa ragione >>
<< Non dovresti fare qualcosa? >>
<< Se non li becco sul fatto, mio caro Zach, non posso fare nulla e poi, sempre che queste voci siano vere e sempre che la mia osservazione sia giusta, credo che a Manos serva una bella lezione. Chi è causa del suo male pianga da se >>
Detto ciò il giovane Stark riportò la sua concentrazione sulla sua colazione, rinforzato da un nuovo animo: Rhydian non era con Foster.
 
 
Non sapeva come e nemmeno in che modo, ma Nico si trovava in un aula deserta, sdraiato a terra e con il sangue che gli usciva dal naso come se fosse stato un fiume in piena, con Jonathan che lo guardava dal alto come un falco, pronto a scagliarsi sulla sua preda.
<< Sbaglio o noi due siamo amici? Perché diamine mi hai dato un pugno nel naso? >>
<< Per farti capire che, a giocare con la persona sbagliata, si rischia sempre di farsi male, molto male >>
Cazzo!
Jon aveva scoperto tutto…certo che era proprio permaloso il suo amico.
Foster gli allungo la mano per aiutarlo ad rialzarsi, anche se era ancora incavolato nero con lui e si sarebbe meritato altre pugni, non voleva infliggere ancora sulla sua amata faccia. Se pur era una serpe per lui l’amicizia era sacra e, anche se come persona era pessima, Nico gli aveva dimostrato che nel momento del bisogno su di lui ci si poteva contare.
<< Cavolo, devi essere proprio innamorato di quella Serpe Mancata per reagire in questo modo; se fosse stata una delle tante mi avresti solo mandato a quel paese e tanti saluti >>
Quelle parole gli fecero tornare la rabbia in corpo, possibile che quello non sapeva distinguere il momento giusto per parlare da quello da rimanere in silenzio?
Sempre con poca gentilezza, gli afferrò nuovamente la cravatta e lo strattonò finche i loro visi fossero abbastanza vicini, cosi che Nico potesse capire l’enorme cavolata commessa.
<< Non paragonarla alle altre, sono stato chiaro? Se ti vuoi divertire prendendomi per il culo per le mie storie passate, benissimo, accomodati pure, ma lei la lasci stare. Lei… >>
Ormai non era più lui a parlare ma la disperazione dentro di se: quella bisbetica di fuoco gli era entrata dentro e aveva incenerito ogni parte del suo essere, fino a renderlo in cenere, ed ora arrancava come un idiota; prendeva tanto in giro il suo rivale, Fraser, ma in realtà il vero cane era lui.
Senza troppi complimenti gettò a terra Nico e, dopo avergli consigliato di andare immediatamente in infermeria a farsi mettere a posto il naso, se ne andò.
Doveva andare a lezione, la prima ora aveva pozioni: si sarebbe fatto una bella dormita sul banco, almeno li era al sicuro dagli occhi infuocati di Rhydian.
 
 
La campanella era suonata ormai da un pezzo e Rose era ancora raggomitolata fra le coperte: aveva supplicato Fran di dire ai professori che era malata, che aveva  bisogno di riposo e che per quel giorno avrebbe saltato le lezioni. Al inizio l’amica non sembrava affatto d’accordo con la sua decisione: Rose Weasley che marina la scola senza un, reale, buon motivo? Impossibile!
Ma dopo che la Rossa aveva minacciato a dire alla preside del suo tatuaggio, cosa che l’anziana professoressa trovava contro i limiti della decenza, talmente tanto che l’aveva persino vietato nel regolamento della scuola, alloro lì Fran aveva ceduto.
Ed ora si trovava li, protetta dal calore delle sue coperte e lontana da miseri lestofanti dai capelli ossigenati.
<< La Weasley che, invece di andare a lezione, rimane a poltrire nel letto? Ora le ho davvero viste tutte >>
Peccato che non era al sicuro da pazze isteriche dai capelli di fuoco e con qualche problemino nel gestire la rabbia.
Con uno sforzo disumano si mise a sedere e la vide appoggiata alla porta, in pigiama e con quegli enormi occhiali, con tutti i lunghissimi capelli arruffati, sicuramente si era appena alzata…ma perché quella stronza doveva essere figa anche da appena sveglia? Ma che aveva fatto qualche patto con il diavolo? No, perché anche lei aveva tanta voglia di vendersi l’anima se gli assicuravano quel corpo.
Rose era troppo immersa nella valutazione se, oltre al corpo da top model, poteva chiedere anche l’annullamento della sua stupidissima goffaggine, da non accorgersi che Rhydian si era messa a correre verso la sua direzione, se ne rese contro solo quando salto su suo letto rischiando, per giunta, di buttarla con il culo a terra.
<< No, ma complimenti. Fa come se fossi a casa tua >>
<< Rose, non rompere. Sono ancora furente per ieri sera >>
<< Per questo non sei a lezione? >>
<< La preside ha detto che per qualche giorno è meglio che non mi faccio vedere, sai, per non creare il panico. E tu? >>
<< Per non creare il panico…con l’omicidio >>
<< Vuoi una mano? Questo periodo mi sento abbastanza ispirata a uccidere le persone >>
Rose scoppiò a ridere.
Durante la vacanza in Finlandia aveva appreso che Rhydian era divertente quanto cinica e, in certi momenti, la sua ironia era ciò che le serviva per tirarsi su di morare.
<< Sai che, dopo quello che a combinato Alison, dovremo rimetterci giù e inventarci qualcos’altro? Ora che ho gli occhi puntati di tutta la scuola allenarci di notte non mi sembra più una genialata. Senza contare che tu non hai il permesso di entrare nella foresta proibita >>
Rose annui.
La Serpe Mancata aveva ragione: dovevano trovare una soluzione e presto. Dovevano trovare alla svelta il modo di far raggiungere a Rhy l’equilibro tra i due poli magici dentro di lei, o almeno era questo che la Flamee aveva chiesto a Rose: di aiutarla a salvare il mondo.
E che ci voleva…una cosuccia da niente…poi adesso che tutti a scuola sapevano di Rhydian era ancora più semplice.
Voleva morire!
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Note dell’Autrice: Questa volta non vi ho fatto aspettare molto. Ma facciamo un breve sintesi: Scorpius svuota il sacco ad Albus, che si crede tanto intelligente ma è degno compare del suo amico, rischiando di farsi ammazzare perché ha sfiorato la sua “Rosellina”. Poi un dolce quadretto tra Lene e Fran, le paure della fanciulla verranno spazzato via dal affetto che l’amica prova per lei; poi è il turno di Nico e Dom con tanto di bacio passionale ma con tortuosi ostacoli nella loro storia (ma a noi piace più cosi, vero?). Fraser, finalmente, con l’aiuto di Zach e James capisce il perché Foster si sia comportato in quel modo nei suoi confronti e, soprattutto, il significato delle sue parole.
Jonathan, intanto, sta prendendo a pugni Nico e comprende una nuova consapevolezza: è profondamente innamorato della nostra bisbetica, ma non si sente alla sua altezza. E in chiusura di tutto sto teatrino vediamo Rose e Rhydian, sedute nel letto, ognuna con i propri problemi, e scopriamo anche cosa aveva chiesto Rhydian  a Rose quella volta sul treno.
Ma tenetevi forte, perché nel prossimo capitolo entrerà in scena un nuovo personaggio assettato di vendetta, che tenterà di uccidere………………………………………………………………………………………………………………………………………………..lo scoprirete solo nel prossimo capitolo.
Un Bacio
VERO   
  
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