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Autore: Beatrix Bonnie    07/09/2015    1 recensioni
-Seguito de L'orologio d'oro-
I tempi spensierati sono finiti: con il ritorno di Colui-che-non-deve-essere-nominato, Mairead, Edmund e Laughlin, insieme ai loro amici del FIE, dovranno affrontare il crescente clima di razzismo dell'Irlanda magica, tra ansie per gli esami finali, nuovi caos a scuola e un Presidente della Magia che conquista sempre più potere. Per Edmund non sarà un'impresa facile, soprattutto visto che il ragazzo sarà anche impegnato nella ricerca di un leggendario manufatto magico di grande potenza, che potrà salvarlo dalla maledizione impostagli da Sigmund McFarren. Ma dove lo porterà la sua ricerca? E questo oggetto esiste davvero o sono solo farneticazioni di un vecchio?
Genere: Drammatico, Mistero, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Il Trinity College per Giovani Maghi e Streghe'
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CAPITOLO 19
Miracoli sul campo di Quidditch






Septimius Saiminiu era sempre stato un uomo paziente. Aveva avuto un'ottima scuola, dopotutto, avendo sopportato per anni i brontolii di sua sorella Priscilla e le follie del suo amico Reammon. Ma se c'era un'unica persona al mondo che non aveva mai potuto soffrire, quella era Daireen Cumhacht. Quando erano solo studenti, aveva tartassato per anni il suo migliore amico con le sue assurde gelosie, con le sue petulanti richieste, con la sua collosità morbosa. E ora che erano diventati adulti, le cose stavano ancora peggio. Lei era assolutamente e totalmente psicopatica; per cui, l'idea di averla come suo diretto superiore, con la facoltà di mettere il suo nasaccio aquilino nei suo affari, non lo garbava affatto.
«Le comunità di monaci maghi svilupparono in quasi cinque secoli un'arte molto raffinata» stava spiegando quel giorno ai ragazzi del sesto anno. Adorava affrontare quell'argomento, che teneva sempre come ultimo del corso, perché il livello di magia raggiunto dai monaci irlandesi alto medievali era straordinario e lo affascinava incredibilmente. «Pensate ad un monaco mago come Dungal, vissuto all'epoca di Carlo Magno...»
«Mi scusi, professore» lo interruppe una voce odiosa. E non aveva proprio l'aria di essere dispiaciuta.
«Dica» sibilò Septimius, senza nemmeno provare a mascherare il suo disappunto.
La Cumhacht serpeggiò tra i banchi, per raggiungere la cattedra dal fondo dell'aula, dove si era posizionata per assistere alla lezione. «È sicuro che questo argomento sia pertinente al programma del corso?»
«Ho steso io stesso il programma del corso» rivelò Septimius. «E sono assolutamente sicuro che l'argomento sia pertinente.»
«Sì, ma sa...» la Cumhacht finse una qualche esitazione. «Questi monaci che peregrinavano in giro per l'Europa... non sarebbe meglio che un corso di Magicologia Irlandese si concentrasse sulle personalità che hanno reso grande l'Irlanda?»
Saptimius la perforò con lo sguardo. «Dungal e i monaci maghi hanno reso grande l'Irlanda» decretò in tono deciso.
La donna fece una smorfia come se non fosse del tutto soddisfatta per la risposta. «Come spiegarle, professor Saiminiu?» si interrogò. «Io credo – e il Governo con me – che dovrebbe prendere in esame maghi, come dire?, più ancorati alle proprie radici e più fedeli alla patria.»
Septimius si piazzò dietro la cattedra, con le mani appoggiate sul tavolo e gli occhi scuri puntati contro la sua interlocutrice. «Preside Cumhacht, le concederò di mettere il becco nei miei programmi quando avrà raggiunto anche solo un decimo della mia preparazione negli argomenti da trattare. Fino a quel momento, la prego di tenere la sua considerevole appendice nasale – e quella del Governo – fuori dai miei affari.»
Nella classe calò il gelo. Tutti gli studenti trattennero il fiato, senza capacitarsi di come il professor Saiminiu, di solito così taciturno, avesse avuto l'ardire di insultare con tanta veemenza la Preside.
Septimius sorrise sarcastico. «E ora vada pure a piagnucolare da McPride. Magari le darà l'autorità di rendere questa scuola un istituto per imbecilli ben indottrinati» concluse soddisfatto.
La Cumhacht era fremente di rabbia. Scrutò il suo avversario per parecchi secondi, prima di dirigersi verso la porta a grandi passi. «Stia attento alle sue parole, professore. Potrebbe rimaner spaventato dall'autorità che posso raggiungere» sibilò prima di uscire dall'aula.

Le minacce della Cumhacht si rivelarono tristemente fondate: pochi giorni dopo il suo diverbio con il professor Saiminiu, il Dipartimento decretò che la Preside ad interim, coadiuvata da un collegio di esperti, avesse il potere di revisionare i programmi di tutte le materie. Per renderli più attuali.
«Per una volta Saiminiu non poteva tenere la bocca chiusa?» borbottò a colazione Laughlin, che si era intrufolato al tavolo dei Raloi.
«La sta esasperando» bofonchiò Edmund da dietro il giornale. «È una tattica per spingerla a smascherarsi.»
Mairead gli lanciò un'occhiata di sbieco. Come aveva fatto a cogliere al volo il piano di Saiminiu? Da quel che sapeva, il professore ne aveva parlato solo con lei.
«Speriamo che questa tattica funzioni alla svelta, allora» replicò Laughlin, lanciando di sfuggita uno sguardo al tavolo dei professori. «Perché sta diventando un gioco pericoloso.»
Mairead allontanò disgustata il succo di zucca, perché il solo odore le faceva venire la nausea. «Anche il nostro, oggi, sarà un gioco pericoloso» commentò. Quella mattina si sarebbe tenuta l'ultima partita del campionato di Quidditch: Raloi contro Nagard. In base al punteggio delle precedenti partite, i Raloi avrebbero vinto la coppa solo se avessero battuto gli avversari con un margine di almeno quaranta punti. Il che non sarebbe stato un grosso problema, se non avessero dovuto giocare con la miglior squadra che i Nagard avessero avuto da parecchio tempo. Cosimo Brandebelli, Punta e Capitano, aveva tirato insieme davvero un ottimo gruppo di giocatori. Per non parlare del fatto che Bearach aveva dimostrato un vero talento per acciuffare il Boccino, al contrario di Laisar Secula, la Cercatrice dei Raloi. Ci sarebbe voluto un miracolo.
«È accaduto un miracolo!» annunciò Lily, prendendo posto di fronte a Mairead.
La ragazza sgranò gli occhi, sentendo improvvisamente rifiorire la speranza.
«Finn, il portiere dei Nagard, è in infermeria con la febbre da centauro» spiegò Lily, anche lei visibilmente eccitata. «E May, la sostituta, non mi sembra proprio ben messa.» Accennò col capo ad una ragazzetta con la divisa da Quidditch che era entrata in Sala Mor in quel momento: col volto violaceo e gli occhi sgranati, sembrava un condannato che va al patibolo.
«Fletcher!» chiamò Mairead, senza staccare gli occhi di dosso alla May.
Quando Fletcher trotterellò fino a loro, la ragazza scacciò via Laughlin. «Dobbiamo discutere di tattiche di gioco» si giustificò.
Laughlin sbuffò e si sentì in dovere di far razzia delle tortine alle mele prima di alzarsi e raggiungere Dominique al tavolo dei Nagard.
«Allora, ragazzi» cominciò Mairead. «Abbiamo una possibilità di vincere la partita: Laisar non ce la farà mai a prendere il Boccino prima di Bearach, ma il Boccino non è l'unico che dà punti...»
«Credi che riusciremmo a far così tanti goal da vincere anche senza Boccino d'Oro?» sussurrò Lily, eccitata dall'idea e insieme un po' scettica.
«Come alla finale della Coppa del Mondo?» aggiunse Fletcher, dubbioso.
Mairead alzò una spalla, sfoderando un sorriso furbo. «Con Finn in campo non ce l'avremmo mai fatta, ma la sostituta sembra sul punto di vomitare la colazione dello scorso Natale per la troppa ansia.»
Fletcher si tastò lo stomaco. «Anche io, se è per quello...» borbottò.
Mairead fece una smorfia. «Ma tu sei un fuoriclasse. Mentre con la May, se riuscissimo a mandarla in panico...»
«...potremmo vincere» sussurrò Lily, completando la frase con lo stesso tono di chi ha appena fatto una scoperta sensazionale.
Mairead annuì seria. Anche l'altra ragazza annuì e poi allungò la mano per incitare i compagni. Mairead posò la sua su quella di Lily senza esitazione, mentre Fletcher parve più titubante, ma alla fine si unì al gesto scaramantico.
«Ai Cacciatori Raloi» sussurrò Lily. «Alla vittoria.»
«Alla vittoria!» ripeterono in coro Mairead e Fletcher.
Al termine della colazione, tutti i giocatori si ritrovarono negli spogliatoi. Mairead, in qualità di Capitana della squadra, rinfrescò gli schemi tattici e si lanciò nel solito discorso di incoraggiamento, ma evitò di precisare i piani suoi e delle sue due Ali. Certo non sarebbe stato carino nei confronti di Laisar, che era già sufficientemente sotto pressione, farle notare che avevano intenzione di giocare come se lei non ci fosse. «Forza, ragazzi!» li incitò Mairead, facendo segno di prendere le scope e uscire. «Facciamogli vedere chi siamo!»
I Raloi si misero a cavallo dei loro manici e fecero ingresso in campo. Una leggera pioggerella primaverile li investì, mentre lo stadio acclamava i suoi giocatori.
«Ecco a voi i Raloi» li presentò una voce che... non era quella del professor Ballerinus, ma...
Mairead si voltò di scatto verso la tribuna degli insegnanti e i suoi timori trovarono conferma: la Cumhacht si era arrogata il diritto di far la telecronaca della partita. Ottimo, era proprio quello di cui aveva bisogno la sua squadra!
«Ignoratela!» gridò ai suoi, per sovrastare il rumore dello stadio. «Ignorate la telecronaca!»
Cosa più facile a dirsi che a farsi, purtroppo. La Cumhacht, infatti, aveva già cominciato con i suoi commenti decisamente poco gentili. «Chissà come la Capitana Boenisolius pensa di vincere questa partita, con dei giocatori mediocri e una Cercatrice del tutto incapace.»
Mairead si fece forza e cercò di ignorare la voce della preside. Concentrati solo sul gioco, si disse, sforzandosi di puntare gli occhi sulla Pluffa, che mister Timberlen teneva stretta sotto braccio.
«I capitani si stringano la mano» ordinò l'uomo proprio in quel momento.
Brandebelli sfrecciò con la sua Nimbus 2001 di fronte a Mairead, con un sorriso affascinante. Nonostante tutto, non aveva ancora smesso di farle la corte. «Che vinca il migliore» augurò, stringendole la mano.
Era un bel ragazzo, in fondo, con gli occhi scuri e il fascino mediterraneo. Mairead sorrise di rimando, mentre il suo pensiero correva a Edmund. «Allora vinceremo noi» rispose, dando un colpo alla scopa per tornare dai suoi Cacciatori e lasciare Brandebelli lì a bocca asciutta.
Al fischio di mister Timberlen, i tre Raloi si lanciarono in perfetta formazione verso la Pluffa, che l'arbitro aveva lanciato in aria, cosicché Mairead riuscì ad afferrarla per per prima. La passò velocemente a Lily, che a sua volta la tirò a Fletcher e poi di nuovo a Maired. Si erano allenati al massimo per essere veloci nei passaggi, in modo da disorientare la difesa dei Nagard. Ma, com'era ovvio, Brandebelli aveva insistito con tutta la squadra perché i Cacciatori avversari non avessero l'occasione di andare in vantaggio.
«Il primo Bolide della partita colpisce Boenisolius, che lascia cadere la Pluffa» commentò la Cumhacht. «Speriamo sia il primo di una lunga serie.»
Mairead si massaggiò il braccio colpito, furente di rabbia più per la telecronaca della Preside che non per la Pluffa perduta.
Per fortuna la Boldwin sbagliò un passaggio e Fletcher intercettò immediatamente la palla. Dopo qualche rapido scambio con Lily, il ragazzino segnò il primo punto.
«Dieci a zero. Ne hanno di strada da fare i Raloi.»
I Nagard erano in possesso di palla, ma per fortuna Mark riuscì a parare il tiro di Best. Quando la Pluffa tornò nuovamente nelle mani di Mairead, un secondo Bolide la colpì alla schiena e le fece perdere la palla.
La Cumhacht sghignazzò. «Ecco un altro bel colpo!»
«Maledizione! Era, Gabriel, difendete i vostri Cacciatori!» sbraitò Mairead, già indiavolata e senza alcuna speranza di vittoria. «Dobbiamo puntare tutto sull'attacco!»
«Ci stiamo provando, sai!» replicò Era, velenosa. «Ma guarda caso i Nagard puntano tutto sulla difesa!»
Per fortuna Fletcher riuscì a segnare altri due goal, portando il punteggio a trenta a zero. Per il momento, la sostituta Portiera non aveva ancora parato nulla e, a giudicare da suo aspetto paonazzo, stava per andare in panico. Almeno una cosa positiva.
Poco dopo Brandebelli riuscì a eludere la scarsa difesa dei Raloi per segnare il primo punto per la sua squadra. Venti punti di distanza e nessuna traccia del Boccino.
Il fischio penetrante di mister Timberlen interruppe la partita.
«Boldwin ha fatto un passaggio in avanti» spiegò la Cumhacht. «Ora vedremo di cosa son capaci le Punte e soprattutto se la Boenisolius si è meritata il ruolo di Capitana.»
Eccome se me lo sono meritata, brutta stronza!, pensò Mairead, furibonda, mentre si preparava in formazione a bordo campo con le sue Ali.
«Facciamo quello che abbiamo provato?» domandò Fletcher, titubante.
Mairead osservò la Punta avversaria, dall'altra parte del campo. «Sì, Brandebelli è un ottimo giocatore e sa che la nostra mischia è migliore» spiegò. «Farà quello che ho previsto.»
«E noi lo fregeremo a nostra volta» concluse Lily, con un sorrisetto.
Mister Timberlen fischiò e i Cacciatori Raloi si lanciarono in avanti come un sol uomo. Acquistarono velocità in perfetta sincronia, avvicinandosi sempre di più alla Pluffa posizionata a centrocampo. Brandebelli, dal canto suo, diede l'ordine di desistere, in modo da potersi sganciare dalle sue Ali e sfruttare la rapidità della sua Nimbus 2001 per insinuarsi tra i Cacciatori avversari ed intercettare il passaggio di Mairead. Ma la ragazza aveva previsto questa mossa dell'avversario e aveva ordinato alle sue Ali di scendere in picchiata non appena lei avesse preso la Pluffa. Così, quando le sue dita sfiorarono il rosso cuoio, Lily e Fletcher si staccarono dalla formazione e sterzarono verso il basso: con la Manovra di Porskoff perfettamente sincronizzata, Mairead scagliò la palla verso il basso a Lily, che l'afferrò e andò a segnare nell'anello più basso.
«I Nagard in possesso di palla» commentò stizzita la Cumhacht. «Brandebelli passa a Best, Boldwin, tira... no, Moon intercetta il passaggio.»
Fletcher risalì verso i pali avversari, mentre la Cumhacht domandava in tono di scherno come potesse un ragazzino così minuto e insignificante essere un buon giocatore.
Adesso te lo fa vedere lui come può essere un ottimo giocatore!, pensò Mairead, mentre il piccolo Fletcher sfrecciava verso l'anello in basso.
Ma poi Bearach avvistò il Boccino e si lanciò nell'inseguimento verso i pali difesi da Mark. Laisar era persa chissà dove.
«Maleficium prenderà il Boccino e i Raloi non possono far nulla!» esclamò sarcastica la Cumhacht.
Era si lanciò verso un Bolide, per poterlo spedire contro Bearach, ma era troppo lontana.
Fu allora che Fletcher, si buttò in picchiata verso il basso, invece di proseguire dritto la sua strada verso gli anelli. Con quella manovra azzardata si lasciò sfuggire di mano la Pluffa, ma riuscì a tagliare la strada a Bearach. In quell'istante fatale, il Boccino d'Oro sparì.
La curva verde esplose in un boato. Mairead urlò con quanto fiato aveva in gola e corse a stritolare Fletcher in un abbraccio.
Nel frattempo Brandebelli aveva segnato un altro goal, ma non aveva importanza fin tanto che erano riusciti a far sparire di nuovo Boccino. Poi fu il turno di Mairead di segnare, portando il punteggio cinquanta a venti.
Proprio in quel momento le giunse alle orecchie un coro, prima più biascicato, poi sempre più chiaro e forte. Ripeteva il nome della sostituta Portiera dei Nagard.

Shona May, Shona May
fai a tutti veder chi sei!

Mairead tese le orecchie, ma sembrava proprio che il coro venisse dalla curva verde. Perché i tifosi della sua squadra avrebbero dovuto incitare la Portiera avversaria? Ma poi la canzone cambiò tono.

Ti piacerebbe riuscire a parare
almeno un tiro, ma non strafare!
I Cacciatori dei Raloi
sono i più forti, son tutti noi!

Shona May, Shona May
fai a tutti veder chi sei!
La peggiore Portiera
che si vede da un era!

E poi ricominciava da capo. Mairead per poco non scoppiò a ridere. Si erano sempre sentiti un po' di cori e grida varie dalle tribune, ma una cosa così ben organizzata non le era mai capitato di udirla.
In quel momento Lily le passò accanto e le diede una pacca sulla spalla. «Ho chiesto a mia sorella Rosalie e a Eileen di darci una mano con la missione segreta» rivelò con un sorriso brillante.
«Sei stata fantastica.» Mairead si sentì rincuorata. Non era una cosa molto sportiva, doveva ammetterlo, ma fu la spinta che le serviva per tornare a credere nella squadra.
«Oh, l'arbitro dovrebbe farli smettere!» protestò la Cumhacht, inviperita, ma mister Timberlen non sembrava eccessivamente preoccupato dal coro dei Raloi, che in fondo non era poi così offensivo.
Mairead, Fletcher e Lily ripresero vigore. In poco più di un quarto d'ora di partita, segnarono altri cinque goal, per un punteggio di cento a venti. Ormai la povera Shona May era sull'orlo di una crisi isterica. Va bene, probabilmente il campionato non sarebbero riusciti a vincerlo, ma forse la partita sì. Sarebbe stata una gran bella soddisfazione.
Purtroppo i Battitori dei Nagard avevano recepito le istruzioni del loro Capitano e avevano cominciato a difendere strenuamente gli anelli ormai abbandonati: quando Lily si ritrovò davanti ai pali, O'Murton e Boldwion spedirono tutti i Bolidi contro di lei. Il primo lo evitò, il secondo anche, il terzo le mozzò di netto la punta della scopa. Lily cominciò a vorticare su se stessa, precipitando verso il basso.
Mairead chiese all'arbitro un time-out, ma anche con l'incantesimo ben piazzato di mister Timberlen, la scopa di Lily aveva un aspetto precario. «Per adesso regge, ma a fine partita dovrai sostituirla» le confessò il professore.
Lily era una furia. «Mi ha spaccato la Nimbus. Mi ha spaccato la Nimbus» ripeteva ossessiva. Ora nemmeno più le mollettine floreali nei capelli biondi riuscivano ad addolcire la sua ira furibonda.
La partita riprese più concitata di prima. Lily era un mastino, Fletcher un fuoriclasse nato. Shona May era scoppiata a piangere, mentre il ritornello “I Cacciatori dei Raloi sono i più forti, son tutti noi!” continuava ad echeggiare nel campo. L'intera squadra dei Nagard sembrava essere andata in panico di fronte alla furia dei Cacciatori Raloi. Mairead non aveva mai giocato con così tanta velocità, precisione ed energia. Nel giro di altri dieci minuti, avevano fatto altri sei goal. Poi Brandebelli, l'unico che sembrava in grado di reggere la tensione, riuscì a recuperare centrando un anello, ma il punteggio era ormai di centosessanta a trenta. Perfino la Cumhacht aveva finito la scorta di battutine sarcastiche.
Era, a sua volta gasata dal successo della sua squadra, lanciava Bolidi come una furia. Riuscì a distogliere Bearach dall'afferrare il Boccino una seconda volta, guadagnandosi l'ammirazione dei tifosi. Ma nessuno fu osannato quanto Fletcher. Al quarto goal di fila, tutto lo stadio, ad esclusione dei Nagard, ripeteva incessante un solo nome: Fletcher Moon, Fletcher Moon.
Il ragazzino era rosso come un pomodoro per l'imbarazzo, ma quelle acclamazioni sembrarono anche dargli la carica. Con un Reverse Pass davvero spettacolare, permise a Mairead di recuperare la Pluffa e segnare l'ennesimo goal. Duecentodieci a trenta.
«I Cercatori hanno avvistato il Boccino!» annunciò la Cumhacht proprio in quel momento.
Mairead, e con lei tutto lo stadio, si voltò verso i due giocatori. Incredibile ma vero, Laisar era in testa. Se davvero fosse riuscita a prendere il Boccino, avrebbero vinto la partita e il campionato. Ma se invece Bearach l'avesse raggiunta e superata, i Raloi avrebbero sì vinto l'incontro ma con un margine troppo basso per aggiudicarsi anche la coppa. Fu in quel momento che Mairead capì su chi avrebbe dovuto scommettere.
«Era!» gridò, facendo segno verso la Boldwin, che aveva la Pluffa. La sua Battitrice capì al volo e spedì con precisione il Bolide contro l'avversaria, che fu costretta a lasciar cadere la palla. Mairead, che era in posizione strategica, la recuperò al volo e saettò verso i pali, seguita da Fletcher.
«Maleficium ha raggiunto la Secula! Che gran giocatore!» commentò proprio in quel momento la Cuhamcht.
Mairead sorrise, capendo di aver fatto la scelta giusta. Se avesse ordinato a Era di scagliare il Bolide contro Bearach, non era sicura che Laisar sarebbe riuscita a prendere il Boccino. Mentre con la Pluffa libera per un ultimo tiro...
Il Battitore dei Nagard, convinto che volesse tentare un ultimo disperato goal, le spedì contro un Bolide, ma Mairead non stava puntando agli anelli. Si voltò appena in tempo per lanciare la Pluffa a Fletcher, il quale saettò con tale naturalezza e velocità che sembrava ci fosse nato su quella scopa. Con un ultimo tiro preciso centrò l'anello più in alto.
Eccolo il suo fuoriclasse, il giocatore su cui valeva la pena scommettere.
Proprio in quel momento, lo stadio proruppe in un boato, con Bearach che rimontava trionfante dalla sua picchiata stringendo in mano il Boccino d'Oro.
«Maleficium conquista il Boccino» annunciò secca la Cumhacht. «Ma i Raloi vincono la partita per 220 a 180.»
Nella confusione di festa che seguì, accaddero numerose cose. Il professor Ballerinus si riappropriò della telecronaca, mettendo a tacere la Preside e annunciando trionfante che i Raloi avevano anche vinto la Coppa del Quidditch. Cosimo Brandebelli fece una lavata di capo coi fiocchi a Bearach, che aveva sì conquistato il Boccino ma aveva fatto perdere alla squadra sia la partita sia il campionato. Mairead colse frammenti di frasi come “ma non ti hanno insegnato a contare a villa Maleficium?” o “pensavi di farti bello con la Sharpaty grazie al Boccino?” e “il successo della squadra viene prima del tuo successo personale!”.
Mentre veniva portata in campo la Coppa, Era scagliò un Bolide con una precisione micidiale dritto in pancia alla Cumhacht. Nessuno dei professori disse di aver visto chi l'aveva lanciato, per quanto Mairead ne notò successivamente almeno due o tre, tra i quali Ballerinus e Saiminiu, che stringevano la mano a Era e si complimentavano per il suo tiro.
Ma tra tutte quelle cose, tra l'alzare la Coppa, festeggiare con la squadra, abbracciare e baciare Fletcher fino a fargli desiderare di scomparire, l'unica cosa davvero importante per Mairead, fu lo scambio di sguardi con Edmund che, lontano e in disparte da tutto quel caos, con un immancabile libro sottobraccio, accennò un sorriso e un inchino.

Edmund spalancò la porta dello spogliatoio senza un minimo di esitazione. Dopotutto, era uno stupido e impulsivo Raloi.
Lily lanciò uno strillo acuto e si affrettò a coprirsi con la gonna della divisa.
Era McKonnit, in mutande, reggiseno e stivali, lanciò l'asciugamano dritto in faccia all'intruso. «Ed! Razza di stupido bifolco!»
Edmund realizzò quello che aveva fatto non appena notò la mise delle giocatrici. «Scusate, scusate!» bofonchiò imbarazzato, coprendosi la visuale con la mano e la salvietta che gli era stata lanciata. Sentì una vampata di calore su tutto il volto e immaginò di essere diventato tutt'uno con l'asciugamano rosso di Era. «Cercavo...» cominciò a dire, ma le parole gli si bloccarono in gola quando la sua amica uscì dalle docce e se la ritrovò davanti, stupita. Realizzò che indossava solo una salvietta stretta sopra il seno e lo sguardo gli cadde sulle gocce di acqua che le colavano dai capelli sul collo e sulle spalle. Deglutì.
«Cercavo Mairead» riuscì a sussurrare. «Ti devo parlare.»
Lei sorrise bonaria, forse perché la sua faccia, al momento, doveva essere di un piacevole color pomodoro. Poi allungò una mano e gli tolse con delicatezza l'asciugamano di Era dalla tesa.
Da qualche parte dentro la testa di Edmund si formò l'immagine di lui che sbatteva Mairead contro il muro per baciarla.
«Forse è meglio se parliamo dopo» suggerì Mairead.
L'immagine sparì con un “pop” da cartone animato.
Edmund annuì. «Si parliamo dopo. Ehm... ti aspetto fuori.» E in uno stato di semi-tranche uscì dallo spogliatoio.
Non dovette attendere a lungo, per fortuna; anche perché Laughlin l'aveva raggiunto e aveva cominciato a ridere come uno scemo per la sua trovata geniale di catapultarsi nello spogliatoio femminile. «Grazie, non sei d'aiuto» commentò gelido Edmund, nel vano tentativo di riprendersi dallo shock.
«Eccomi» si annunciò Mairead, con la divisa indosso e i capelli ancora bagnati raccolti in una treccia. «Che succede di così urgente?» domandò, lanciando un'occhiata perplessa a Laughlin, piegato in due dal troppo ridere.
«Ho scoperto dove sono andati» esclamò Edmund, concentrandosi nuovamente sulla notizia tanto impellente.
«Chi?» si informò Laughlin, mentre si asciugava con un gesto della mano le lacrime causate dalla risata di prima.
Edmund tirò fuori dalla borsa il libro del seminario che padre Rafael aveva preso in prestito per lui. «Rory O'Donnell e Hugh O'Neill» rispose.
Laughlin lo guardò stranito. «Chi?» ripeté.
«I Conti in fuga» spiegò paziente Edmund. «Coloro che secondo i miei calcoli – e secondo quelli di McFarren – sono stati gli ultimi possessori della Mela d'Oro.»
Mairead prese a giochicchiare con il fermaglio della sua treccia. «Edmund, sei sicuro che questa cosa esista davvero?» sussurrò impacciata.
Edmund parve esser colto di sorpresa. «Io... be'...»
«È solo che non voglio che tu resti deluso.» Mairead lo guardò intensamente con l'aria dispiaciuta.
Edmund sospirò. «Lo so, capisco» ammise. «Ma se c'è anche solo la più vaga possibilità che questa leggenda della Mela d'Oro sia vera, io devo trovarla.»
Mairead lanciò uno sguardo a Laughlin, poi annuì ma sembrava ancora vivamente preoccupata.
Edmund fissò i suoi amici dritto negli occhi, prima uno, poi l'altro. «Per questo ho bisogno che mi copriate» annunciò serio. «Io ci devo andare.»
«Dove?» intervenne Laughlin, con un'espressione grave in volto che non era la sua.
Edmund abbassò la voce. «Roma.»
Laughlin fece saettare veloce gli occhi verso Mairead, ma non ebbe bisogno della sua conferma. «Veniamo con te.»
«No, Laugh, non questa volta.» Edmund scosse la tesa: gli avrebbe certamente fatto piacere avere al suo fianco Mairead e Laughlin, ma aveva promesso a Captatio che non avrebbe più coinvolto i suoi amici nelle sue avventure fuori da scuola. Era davvero pericoloso e non avrebbe mai messo a rischio la vita delle due persone più importanti per lui.
Laughlin scoppiò a ridere, tornando alla vivace espressione di buonumore che sempre lo caratterizzava. «Come se davvero potessi impedircelo, Ed.»










Eccoci, cari amici!
Ci stiamo avvicinando alla fine della storia e alla risoluzione del mistero. Ma ho ancora in serbo qualche cosa per voi... ;)
Comunque, questa era l'ultima partita del campionato, nonché l'ultima partita di Mairead. Insomma, volevo far qualcosa di spettacolare e spero di esserci riuscita.
QUI la solita immagine del capitolo: i Cacciatori dei Raloi.

Ci rivediamo venerdì 2 ottobre con una gitarella in Italia. A Roma!
A presto,
Beatrix

   
 
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