Arrivo
di fronte alla porta della classe senza avere
troppi altri fastidi (cosa molto strana per gli standard
dell’Accademia) ma,
proprio quando sto per posare le dita sulla maniglia, mi accorgo che
qualcosa
non va. Mi guardo intorno e capisco di essere all’interno di
una strana cupola
opaca poco rassicurante.
Impreco a bassa voce e sento un «PISTAAAAAAAA!» Che
si avvicina pericolosamente.
Non ho tempo per reagire: una forza invisibile mi
immobilizza e un’ombra mi si avventa contro gettandomi a
terra con una botta
terribile.
Quando mi riprendo, mi rendo conto di essere steso
sul pavimento; la cartella è caduta e tutti i libri sono
sparsi per il
corridoio. Mi afferro il braccio dolorante e una risatina fastidiosa mi
costringe a guardare nella direzione da cui proviene. Appoggiato allo
stipite
della porta della classe, con fare strafottente, un ragazzo dalla pelle
scura
sta ridendo di me, assieme al suo strano clone azzurrognolo ed
evanescente.
«Wow Vladdy, non sapevo che volessi imparare a
volare, ma mi sembra che tu debba perfezionare la tecnica!» E
si mette a ridere
ancora più forte.
Che razza di figura! La rabbia che mi sta montando
dentro è molto difficile da contenere,
ma non gli darò soddisfazione. Stringo i denti:
dannato ragazzino di
Zaun…
«Molto, molto divertente, Ekko.» Comincio a
raccogliere i libri e penso già alla mia vendetta:
“Me la pagherai, prima o
poi, eccome se me la pagherai…”
Proprio in quell’istante mi raggiungono alcune
risate femminili e sento dei passi che si avvicinano. Tre delle ragazze
più
belle dell’Accademia stanno passando per il corridoio proprio
nel momento in
cui sono intento a raccogliere i fogli sparsi degli appunti di
“Strategia
militare nella Landa” del professor Xin Zhao. Che cosa
terribilmente disdicevole…
Con vergogna noto che si sono fermate di fronte alla
mia classe, da quel punto non posso sperare di passare inosservato,
così decido
di sbirciare cosa stanno facendo per capire se si sono accorte di me.
Miss
Fortune fa scoppiare il suo chewing gum e mi rivolge
un’occhiata disgustata in
quello stesso secondo. Katarina ravviva i suoi capelli rossi e continua
a
ignorarmi.
Deglutisco.
Ahri si sta controllando il trucco con il suo specchietto
tascabile. Forse non mi noterà.
Non finisco neppure di formulare quel pensiero che i
suoi splendidi occhi da volpe si alzano e si posano proprio su di me.
Arrossisco
e abbasso il capo, ricominciando a raccogliere le mie cose.
Quell’Ekko e i suoi occhialetti rotondi devono
sparire dalla faccia di Runeterra: nessuno può permettersi
di umiliarmi così.
Mentre architetto il mio piano, delle dita affusolate dalle unghie
perfettamente curate si posano sul dorso della mia mano, che aveva
appena
raggiunto la copertina di un libro.
Non
ho dubbi su chi sia la proprietaria di quelle piccole opere
d’arte.
Ahri mi sta sorridendo.
«Vladimir, cos’è successo? Si tratta di
uno scherzo
di Ekko, vero? Dai, ti aiuto a sistemare!»
Il mio cuore perde un colpo per essermela ritrovata
tanto vicina.
«No, non ho bisogno dell’aiuto di una
ragazza.»
Oh no.
L’ho fatto di nuovo.
Ahri… Beh, lei è uno splendido AB positivo e ho
una
fissa per lei sin dal primo anno ma, ogni volta che le parlo, finisce
sempre
così: la offendo involontariamente. Eppure ho sempre le
migliori intenzioni.
Questa volta, per esempio, volevo solo evitarle di disturbarsi per me.
Ma lei non capisce.
Gonfia le guance, contrariata «Se è
così, allora
addio!», si alza e raggiunge le sue amiche che adesso mi
guardano con la più
schifata delle loro espressioni. Le bisbigliano qualcosa, sicuramente
offese
rivolte al sottoscritto, poi la salutano e si allontanano mentre lei
entra in
classe.
La campanella suona: devo sbrigarmi.
Finisco di raccogliere in fretta le ultime cose e
attraverso anch’io quella maledetta porta.
Stamattina non avrei dovuto alzarmi dal letto.