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Autore: FollediScrittura    08/09/2015    2 recensioni
MODIFICATO PRIMO CAPITOLO PER MANCANZA DIALOGHI.
Era un giorno d'estate in cui Leda lesse per la prima volta il contratto in cui il suo futuro marito la richiedeva.
Era il suo compleanno.
Erano passati 14 anni esatti dal momento in cui la morte aveva cambiato la sua vita.
Erano esattamente 14 anni in cui la promessa che si era fatta cominciò a vacillare.
Genere: Mistero, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Richard Armitage
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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9. capitolo

 

“L'amore che dura più a lungo è l'amore non corrisposto.”

.William Somerset Maugham, Il taccuino dello scrittore, 1946.

 

 

Avrebbe volute essere ovunque tranne che li,quel giorno. Sapeva di essere ancora indisposto per l’effetto che l’abuso di alcool aveva avuto su di lui. Sentiva la testa farsi sempre più pesante e picchiettare ogni volta che Richard sfogliava un foglio oppure sbatteva magistralmente qualcosa sulla sua scrivania da lavoro. In quel momento provava solo odio per quell’uomo e cercava di premere sul buon senso che sempre lo aveva accompagnato nel non prendere la rincorsa e ucciderlo a suon di pugni.

Lo detestava.

Detesava tutto di lui.

Detestava le sue mani che toccavano ciò che lui voleva toccare.

Detestava le sue labbra che baciavano ciò che lui voleva baciare.

Detestava i suoi occhi perchè si specchiavano in quelli in cui voleva specchiarsi lui.

Detestava il suo nome,perchè veniva chiamato amore mentre il suo sarebbe rimasto quello del caro e fidato Robert.

Si portò indietro i capelli castani per fermare l’impulso di mettersi a piangere proprio davanti alla persona che gli aveva portato via tutto.

No,non l’avrebbe avuta vinta. Leda si sarebbe accorta di che mascalzone era, e lui ,da bravo cavalier servente l’avrebbe salvata e avrebbe mantenuto la promessa.

La promessa che sarebbe stata sua.

“Robert…” il ragazzo venne riportato alla realtà e al suo mal di testa dalla voce del suo principale, che notò che lo guardava con un certo sconcerto. Si alzò andando verso di lui nel prendere i contratti che aveva preparato e che dovevano essere firmati. Sperava che fosse finita li mentre li porgeva nella sua valigetta quando Richard si accostò alla sedia per guardalo meglio.

“Avete bisogno di altro?” disse freddo sperando che lo congedasse ma sapeva benissimo che i fermi occhi azzurri erano pronti ad una conversazione che sapeva di non poter portare a termine in quelle condizioni.

“Dovrei dirlo a voi,non mi sembrate in forma.” Richard lo guardava tra il divertito e l’incuriosito. Non aveva mai visto il suo avvocato preso dai postumi di una sbornia. E dalle occhiaie nere che aveva sotto gli occhi immaginò che fosse stata davvero uno sbronza con i fiocchi.

“Sto benissimo,posso andare o avete ancora bisogno dei miei servizi?”

Richard lo guardò di nuovo e Robert provò una scarica di adrenalina che era pronto a colpire ma si ricordò del patto che aveva appena stipulato e sapeva che quel sorriso cinico e da uomo vittorioso sarebbe durato ancora poco.

“Volevo chiedervi un ultima cosa e poi sarete libero di andare a casa a riposarvi…”

Robert sorrise al commento sarcastico ma cercò di non cadere nella sua trappola e fece cenno con la testa di dirgli quello che doveva.

“Il patrimonio di Leda,che fine ha fatto?” si accese un sigaro mentre guardava l’espressione stupita che il ragazzo gli stava rivolgendo. Ci aveva preso. Robert sapeva più cose di quanto pensasse e in quel momento ebbe la conferma che Robert conosceva Leda da molto più tempo.

“Non capisco di quale patrimonio parliate visto che la ragazza ne è totalmente sprovvista. Era questo che volevate, una ragazza senza soldi e senza famiglia.” Posò la valigetta per terra tornando a sedersi. Sapeva che quella conversazione avrebbe portato a qualcosa di molto più complicato.

“Una ragazza consigliata da voi.”

“Una ragazza richiesta da voi.” Insistette alzando il tono provocando un sorriso di scherno in Richard.

“Robert,non sono un ingenuo e troppe volte vi ho visto guardare la mia fidanzata con un fare che non aveva nulla da avvocato o da una persona estranea ai fatti. Chi siete,davvero?”

“La vostra fidanzata?” sorrise mentre si accorgeva che si stava innervosendo troppo. Stava inizando a sudare e odiò la figura ancora impostata e priva di ogni sentiment che Richard gli stava riservando. Ai suoi occhi sembrava un bambino alla prima cotta o un bambino che aveva rubato qualcosa e si stava subendo la ramanzina dal padre. Ma la parola fidanzata fu troppo per lui. Perchè giocava così con i sentimenti di Leda? Perchè aveva messo in atto quel piano diabolico?

Quel piano dove lui era stato il primo complice.

“Certo,la mia Fidanzata. Leda è la mia fidanzata e futura sposa. Lo avete forse dimenticato?”Poggiò i gomiti scoperti sulla scrivania incrociando poi le mani per appoggiare il mento. Sapeva che quella posa avrebbe messo di più in risalto il valore della sua frase e soprattutto voleva sapere cosa tenesse segreto Robert.

“Richard…” e rise divertito facendo per un attimo vacillare la sicurezza dell’uomo.” Credo che chi abbia dimenticato lo scopo di questa faccenda,siete voi. Vogliamo rivedere insieme il contratto stipulato tra di noi e i motivi per cui Leda è stata portata qui?Dovrei averli proprio qui con me…” e come un bambino prese la valige e iniziò a cercare lentamente il fascicolo di cui parlava. Sapeva che aveva usato l’arma giusta e lo capì da come l’uomo si girò di scatto verso la finestra senza dire una parola.

“Avete fatto tutto voi,signore.” Disse per poi vederlo sospirare.

“Io,io…credo di amarla.” Il suo cuore sapeva che quella frase non predvedeva il credo ma in un certo senso era come una barriera,una sicurezza o un meschino indizio a ricordargli che lui non poteva amarla.

“Non fatemi ridere,Richard. State davvero resentando il ridicolo.” Si alzò sapendo di aver esagerato nel mancare di rispetto al suo superiore ma in quel momento non riuscì a fare altro. Non poteva sentire un parola di più sulla questione e soprattutto non poteva sentire la parola amore pronunciata dalle labbra di un cinico uomo come lo era Richard.

“Non osate mancarmi di rispetto,vi ricordo la vostra posizione.” Sbattè le mani sulla poltrona facendo mostra della rabbia che provava in quell momento. Lo aveva infastidito anche se sapeva bene che Robert aveva tutte le ragione per essere duro nei suoi confronti.

“Perdonatemi ma sapete che ho ragione. Che cosa avete intenzione di fare se tornasse?”.Quelle parole furono come una secchiata di acqua ghiacciata addosso. Non ci aveva più pensato,Leda gli aveva fatto dimenticare il perchè stesse facendo tutto quello.

“Potrebbe non tornare…” disse in un filo di voce sgranando gli occhi.

“Già…potrebbe. Vi lascio, so che voi e la vostra fidanzata avevte il pic-nic dei ricordi da buttare. Con permesso.” E così dicendo prese la valigetta per poi dargli le spalle sorridendo vincente.

 

***

 

“Siete sicuro di voler andare?Mi sembrate turbato.” Leda si lisciò l’elaborato vestito pomeridiano che aveva deciso di indossare per quella occasione. Erano stati invitati al famoso pic-nic della Contessa Brithe in cui una volta all’anno dedicava una giornata in cui bruciare qualcosa che ricordasse un momento spiacevole o a cui dire addio. Leda non aveva fatto i salti di gioia quando Richard le aveva proposta quella giornata ma sapeva che certi inviti non potevano essere rifiutati,nemmeno per la sua paura per il fuoco.

“Dolce Leda, sto bene, non vi angustiate per me.” Richard era seduto nel salottino del piano di sotto in attesa che arrivasse la carrozza per portarli all’evento del giorno. Nemmeno la bella visiona di Leda riusciva a distorglielo dalla conversazione che aveva avuto con Robert la mattina. Non faceva altro che pensare alle sue parole e a quanto si sentisse in colpa nell’aver coinvolto una persona innocente.

“Davvero,Signore,non riesco proprio a non stare in pena per voi.” Richard guardò quel visino preoccupato e allungò una mano per farle segno di avvicinarsi. Lei,come se fosse un marinaio incantato dal canto della sirena,si mosse senza volerlo e si aggrappò a quella grande e forte mano fino a quando non si sentì spingere verso di lui e arrossire quando lui l’abbracciò appoggiando la testa sul suo petto. Sentì il cuore battere forte,le sembrava un bambino indifeso che era corso da sua madre nel farsi consolare. Essere più alta di lui e appoggiare il collo sulla sua testa le era sembrata la cosa più dolce e piacevole del mondo.

“Leda, voi curate la mia anima che è nera come il mare in una notte di tempesta.”

Leda al suono di quelle sofferenti parole prese accarezzarli i capelli,come se quella fosse la cura per la malattia insolita di cui era stato colpito.

“Sono un uomo spregievole…” disse ancora per poi sbuffare quando Leda allontanò il petto dal suo viso per guardarlo confusa per le parole che le aveva detto. Richard le prese la bella mano dalle lunghe dita affusolate e pensò che avesse delle mani a cui era stato dedicato un suono.

“Perchè dite questo,signore?” nella sua voce c’era un tono di rimprovero che non gli dispiacque.

“Mi avete di nuovo chiamato Signore.”

“Perchè dite delle cose sciocche,Signore.” E si staccò da lui come se non fosse più meritevole della sua presenza. Leda era confusa,non aveva mai visto Richard in quello stato anche se da una parte la sua strana indifesa le riempiva il cuore di tenerezza. Ormai si era arresa al suo amore e non vedeva l’ora di diventare sua moglie e di essere sua con anima e corpo.

“Non dico cose sciocche,Leda. Anche voi una volta avete detto che ero spregievole.” E sorrise tristemente pensando che Leda avesse capito come fosse già dal loro primo incontro.

“Bhe,non siete la persona migliore di questo mondo….” Disse alzando gli occhi al cielo facendolo ridere di gusto sapendo che lo stava prendendo in giro.

“Ma siete la persona migliore per me,Richard.” E smisero di ridere facendo rinascere quell’aria piena di trasporto e passione che li circondava quando si dichiaravano così importanti parole. Richard si alzò e si avvicnò a lei per abbracciarla forte. La strinse così tanto che Leda ebbe paura di non riuscire a sopravvivere ma in quell’abbraccio sentì quanto Richard soffrisse e quanto le fosse riconoscente per quello che gli aveva detto. Ricambiò facendogli capire che l’amore che provava per lui era forte e immenso.

“Perchè vi sentite spregievole?” continuò a dirgli mentre lui la staccava da se per poi darle un buffetto sulla guancia.

“Perchè vi sto portando nel fuoco.”

“Non dovete preoccuparvi per me, se sono vicina a voi e lontana dal fuoco starò bene.”Leda gli accarezzò una guancia e subito dopo venne annunciato loro l’arrivo della carrozza. Leda gli sorrise e Richard si sentì il peggior carnefice di tutti i tempi.

 

 

***

 

Robert osservava il fuoco ardere nel grande parco della Contessa Brithe mentre il chiacchierio degli invitati gli invadeva fastidiosamente la testa. Non sarebbe dovuto stare li ma sua fratello aveva insistito che andasse al suo posto in quanto era stato preso da un incarico urgente. Osservava il fuoco come se fosse una divinità a cui dare un sacrificio.

“Robert,non siete troppo vicino al fuoco?”

“E voi non siete troppo ardita nell’intufolarvi qui?” cercò di lottare contro l’impulso di prendere da bere per via della sbronza che aveva ancora nelle vene.

“Tranquillo,sono solo di passaggio.Giusto per dare conferma a quello che è successo ieri.”

“Siete maleducata,non mi rimangio mai una promessa.” Robert sobbalzò quando le si parò davanti come un felino che aveva appena adocchiato la sua preda.

“Robert,è questo il vostro problema. Voi le promesse le mantenete sempre.” E così dicendo depositò un casto bacio sulle sue labbra per poi osservarlo con i suoi freddi e calcolatori occhi verdi.

 

Angolo autrice:

 

Bene,credo che già da qui si cominci a capire cosa sta per succedere. Il nostro Richard ha ammesso i suoi sentimenti e Robert,il buon Robert, sta tirando fuori la parte più cattiva di se stesso.

Bhè,in amore si fanno cose spregievoli. Loro lo sanno bene.

Ringrazio di cuore a chi continua a leggere e chi lascia un commento a questa pazza e surreale storia.

Alla prossima :)

  
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