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Autore: Rossy_chris    08/09/2015    5 recensioni
Oliver è un uomo sposato, ma la sera di San Valentino si ritrova in un locale affollato per dimenticare un brutto litigio con la moglie, Laurel. Proprio in quel locale conoscerà una Felicity esuberante e sfinita allo stesso tempo per via della laurea conseguita da poco. Il racconto è assolutamente Olicity! (Per chi segue Once upon a time mi sono ispirata un po' al rapporto che avevan biancaneve e il principe prima del sortilegio. ) Vi lascio un estratto:
Che ci fa uno come lei ,qui ,la notte di San Valentino?-
-Uno come me?- chiede, insospettito.
Scrollo le spalle,l'alcool mi rende più spavalda. -Si, così...anziano.-
-Anziano?-
Alza la voce e sembra offeso. Mi mordo le labbra e inclino la testa, in segno di scusa. Mi guarda ancora, ammorbidito. Penso che potrei guardarli per sempre quegli occhi.
Non risponde e alza la mano sinistra, mostrandomi l'anulare. Porta la fede.
-Oh.- sono delusa, ma cerco di non darlo a vedere. Ordino un altro drink, doppio. -Allora avevo ragione a darle dell'anziano.-
-Ok- lo dice ridendo, ancora. Sarà la terza volta che lo faccio ridere. Si alza e mi viene vicino. Ha l'indice puntato poco più su della mia scollatura.
Genere: Angst, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Felicity Smoak, Oliver Queen, Un po' tutti
Note: AU, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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È notte inoltrata, ma il chiasso che c'è a Boulevard Street fa pensare che siano appena le 19. Le luci del nuovo locale, il Beach Bar, stanno accecando perfino chi si limita a guardare quei festeggiamenti dal vetro della propria finestra.
Io sono al centro esatto della pista da ballo. È il 14 febbraio, ma indosso un vestito scollato e senza spalline. Le calze le ho perse prima ancora di entrare.
-Ragazzi fatemi sentire un OOOOH-
Un grande Ooh e un sonorissimo applauso mi tappano le orecchie. -Diavolo che casino!- afferro il braccio di Catlin, la mia migliore amica.-Grazie a Dio, sei rossa! Riesco a trovarti subito.-
Catlin ride perchè in realtà -Non ho sentito una parola di quello che hai detto.-
Mi unisco a quelle risate e cerco di muovermi per uscire da quella bolgia. Catlin si ferma appena capisce le mie intenzioni. -No, Felicity.- unisce dei gesti alle sue parole per farsi capire meglio -Io ti raggiungo tra poco.- Mi fa l'occhiolino ed indica un fusto che le balla affianco in modo molto provocante.
Le mimo un "ok" e continuo ad andare avanti. Il caldo del locale e dei corpi ammucchiati sulla pista mi sta facendo venire il voltastomaco. Ho bisogno di aria, ma soprattutto di bere.
-Una vodka alla pesca per favore.- Dico al barista, poggiandomi al bancone. -Senza ghiaccio.-
Ammicco e lui non ha alcuna reazione. Sembra un tipo serio e attento al lavoro. Proprio quelli che sto cercando di evitare.
Mi volto e mi accorgo di essere circondata da un centinaio di persone,ma noto davvero soltanto l'uomo seduto al mio fianco. Alto,biondo. Davvero molto sexy.
Alza lo sguardo e mi vede. Arrossisco appena mi accorgo che i suoi occhi verdi mi stanno squadrando. -Ciao.- Dico in un sussurro.
Lui sembra sorpreso. Trattiene un sorriso, poi ricambia il saluto, ma mimandolo con la mano. Avvicina le labbra al drink che ha in mano e ne beve un sorso. Arriva anche il mio e lo tracanno in un unico sorso, sbattendo gli occhi violentemente appeno lo sento bruciarmi lo stomaco.
L'uomo ride e scuote la testa.
-Che ci fa uno come lei ,qui ,la notte di San Valentino?-
Ride di nuovo e si sporge verso di me per rispondermi. Ora posso guardare meglio tutto il suo volto: ha dei lineamenti molto delicati, i capelli corti che gli alzano la fronte, un bel naso. È difficile che gli uomini abbiano un bel naso, ma il suo era il più bello che avessi mai visto.
-Uno come me?- chiede, insospettito.
Scrollo le spalle,l'alcool mi rende più spavalda. -Si, così...anziano.-
-Anziano?-
Alza la voce e sembra offeso. Mi mordo le labbra e inclino la testa, in segno di scusa. Mi guarda ancora, ammorbidito. Penso che potrei guardarli per sempre quegli occhi.
Non risponde e alza la mano sinistra, mostrandomi l'anulare. Porta la fede.
-Oh.- sono delusa, ma cerco di non darlo a vedere. Ordino un altro drink, doppio. -Allora avevo ragione a darle dell'anziano.-
-Ok- lo dice ridendo, ancora. Sarà la terza volta che lo faccio ridere. Si alza e mi viene vicino. Ha l'indice puntato poco più su della mia scollatura. Avvampo. -Non sono venuto qui per farmi dare dell'anziano.-
Bevo. Sento che ne ho assolutamente bisogno. -Allora perchè è qui? L' ha costretto sua moglie?-
Lascia cadere le braccia lungo i fianchi. -No- serra i pugni, sembra dispiaciuto. -C'è stato un brutto litigio.-
Vorrei unirmi al suo dispiacere, ma non ci riesco. -Scommetto che non le ha comprato i cioccolattini.-
Mi concede un altro sorriso, ma diverso dagli altri. Questo sembra triste. Lui ora sembra triste.
-Potrei andare a comprarli ora.-
-Beh..è mezzanotte passata. Mi sa che è fuori tempo.-
-Già..- si muove lontano da me. -Sarà meglio che io vada.-
Allunga una banconota da 50 al barista e fa per salutarmi.
-Aspetti- gli tocco il braccio per fermarlo. Lui si volta a guardarmi e la sento: una potentissima scossa elettrica capace di fulminarmi lì., in quel preciso istante.
-Balli con me.-
Si stacca dalla presa. -Non sono dell'umore giusto per un ballo. - Ha gli occhi lucidi. Mi chiedo se sia l'alcool o la tristezza.
-Soltanto uno.-
La mia voce è un soffio.
Lui guarda la pista, poi me. -Non mi piace questa canzone.-
-Possiamo aspettare la prossima. -
Sbuffa. -D'accordo. Ma ad una condizione.-
Annuisco e aspetto i termini dell'accordo. -La smetti di darmi del Lei.-
Rido. -Ci sto.-
La musica cambia ed io mi sbrigo ad afferrarlo. Gli prendo la mano e lo trascino in pista.
-Ehi, ehi!-
Lui cerca di fermarmi, ma non gli do tregua. Mi dà una strattonata e quasi rischio di inciampare. Mi salva lui, mettendomi un braccio dietro la schiena.
-Sei..-inizia, prendendo fiato.-Una forza della natura.-
-Carino.- replico, gettandogli le braccia al collo. -Non me lo aveva ancora detto nessuno.-
-Beh nessuno prima d'ora mi aveva ancora dato dell'anziano.-
Alza un sopracciglio e rimango colpita ancora dalla sua bellezza. Il ritmo della canzone è veloce, inizio a muovermi intorno a lui, sfiorandolo con il mio corpo.
Lui si muove poco,sembra impacciato. Sento i suoi occhi sul mio corpo e spero che l'effetto dell'alcool duri ancora un po'. -Sicuro di essere stato in una discoteca prima di oggi?-
-In realtà.- Mi afferra, vuole che io capisca bene le sue parole. Le sue labbra sono sul mio orecchio: -io gestisco un night club.-
-Tu gestisci un night club?- ripeto, alzando la voce. -Ci credo che litighi con tua moglie.-
Si incupisce di nuovo e serra la mascella. -Si è fatto davvero tardi ora..-
Mi arrendo, delusa che non gli piaccia per niente. -Si, scusami se ti ho trattenuto. Ti accompagno fuori.-
Inizio a camminare, ma ho un improvviso giramento di testa. Mi aiuto a rimanere in piedi, appoggiandomi alle pareti.
-Tutto bene?-
-Io..-farfuglio. -credo di si.-
-Sei qui da sola?-
-No, sono con un'amica.-
Si guarda intorno, preoccupato. -Come si chiama?-
-Catlin, ha i capelli rossi e un vestito blu.-
Alziamo gli occhi insieme e la vediamo, sul divanetto intenta a limonare con il fusto di prima. -Non credo sia il caso di disturbarla.- aggiungo, sapendo quanto si sarebbe arrabbiata.
-Andiamo fuori, ti chiamo un taxi.-
Mi blocco, sorridendogli. -Non è nulla davvero.- Cerco di sembrare il più naturale possibile. -Torna a casa da tua moglie.-
Annuisce, ma è ancora indeciso. Negli occhi ha scritto che non vuole lasciarmi.
Vorrei approffitarne. Inizio a pensare di andare a casa con lui, di baciarlo, di poggiare le mie labbra sulle sue e rubargli il respiro. Farlo mio.
-Mi hai sentito?-
Scuoto la testa. -No, no mi dispiace. Ero distratta.- Arrossisco di nuovo e provo a concentrarmi sulla sua voce.
-Dovresti tornare a casa anche tu.-
-Io non ho nessuno da cui tornare.-
Lo confesso, imbarazzata.
Lui sembra infastidito. -Hai la tua amica.-
Sorrido a metà. -Va, davvero. Sto bene..-
Allunga una mano verso di me e mi sfiora il viso. -Sei calda. Forse hai la febbre.-
Le sue dita si poggiano sulla mia fronte. -Nono, è solo..-sospiro. "è solo che sei troppo bello." vorrei rispondergli, ma evito. -il caldo.-
Mi attira a sè. Il suo braccio è dietro la mia schiena e il mio petto preme prepotente, contro il suo.
-Questo caldo?- lo sussurra,piano, come se mi avesse letto nel pensiero. Le sue labbra si curvano in un sorriso quando si accorge che sto arrossendo e mi sto accaldando ancora di più. -Come ti chiami?-
-Che importanza ha?-
Mi stacco, prendendo aria.
-Voglio rivederti.-
La folla ci separa. I suoi occhi si fanno luminosi, attenti. Non vuole perdermi.
Gli sorrido.
-Allora trovami.-
Gli do le spalle e scappo, distinguendomi tra le tante anime perse di quel locale.

 

 

 
 
  
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