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Autore: gangamoon    09/09/2015    3 recensioni
Quando Severus si risveglia dal coma in cui è rimasto per mesi, trova al suo capezzale una persona che non si sarebbe mai aspettato di rivedere per prima. Eppure è a lei che deve la vita, non solo quella che stava per perdere a causa del serpente, ma anche quella che di lì a poco ricomincerà a vivere pienamente, sospinto dai venti di un nuovo amore.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Albus Silente, Minerva McGranitt, Nuovo personaggio, Severus Piton
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Ciao a tutti :) Terzo capitolo di una fanfiction che sarà lunghetta (ma non troppo, una quindicina di capitoli circa), perciò ora che dispongo di una connessione stabile cercherò di aggiornare più regolarmente ;) Spero che la storia cominci a coinvolgervi :) Buona lettura!


 
I lavori di ricostruzione procedevano bene, ma c’era ancora molto da mettere a posto e il corpo docenti era stato incaricato della supervisione. Pertanto, seppure Estate, Severus Piton si trovava ad Hogwarts insieme agli altri colleghi.
Da quando aveva parlato con Silente non faceva che rimuginare e tutti gli giravano alla larga vedendolo corrucciato. Durante i pasti ogni tanto lanciava qualche occhiata dalla parte opposta della tavola incrociando lo sguardo della professoressa Ulybka, la quale subito arrossiva e si voltava dall’altro lato. Per Severus era proprio un mistero. Non riusciva ancora a capacitarsi di come quella donna potesse essere attratta da lui. E non se ne era mai accorto! Proprio lui sempre attento a tutto…
Ma aveva problemi più seri di questo: il laboratorio di pozioni era andato praticamente distrutto, così come il ripostiglio delle scorte. Aveva già messo in chiaro con Minerva che avrebbe ripreso la cattedra di pozioni. Lumacorno non si era mai dimostrato alla sua altezza e Severus non poteva permettere che altri studenti ignoranti prendessero il diploma, come Lupin, promosso a pieni voti e che non sapeva neanche prepararsi la pozione antilupo da solo.
Proprio quel pomeriggio, in cui si sentiva un po’ più in forze, decise di mettersi a lavoro. Quello che si trovò di fronte gli fece accapponare la pelle: ovunque boccette frantumate, pozioni versate, erbe mischiate, mensole e ripiani corrosi dalle reazioni chimiche… Tutto da buttare, avrebbe potuto salvare pochissimo, molti degli ingredienti si erano combinati fra loro ed erano ormai inutilizzabili.
– Ti serve una mano, Severus?
Si voltò all’ udire quella voce gentile.
– Professoressa Ulybka…
– La prima volta che ci siamo presentati ti ho detto di chiamarmi per nome, se ricordi…
– Sì ricordo – disse Severus con un sopraciglio inarcato – e ricordo anche di averle detto, in quell’occasione, che la stessa regola non vale per lei.*
La donna arrossì leggermente.
– È vero… ma non lo faccio apposta, mi viene naturale passare al “tu”  col le persone… che mi stanno simpatiche… – disse incerta.
Il sopraciglio di Severus si inarcò ancora di più. Lo trovava “simpatico”. Eppure non sembrava molto a suo agio… Forse era la timidezza, pensò. Se voleva arrivare a capire di più in tutta quella faccenda doveva cercare di mostrarsi più gentile con lei.
– Bene, per cominciare puoi aiutarmi a separare i vari ingredienti.
Gli venne fuori più come un ordine, ma lei sorrise e tirò fuori la bacchetta.
– Non si farebbe prima con un tergeo? – chiese
– No. Dobbiamo salvare il salvabile.
E si misero al lavoro.
Per i primi minuti lavorarono in silenzio. Il compito era più arduo di quanto la donna pensasse, ma si rimboccò le maniche facendo del suo meglio.
– Ho saputo che riprenderai la cattedra di pozioni…
– Sì.
– Ho sempre pensato che tu fossi un ottimo insegnante di pozioni!
– È evidente.
La conversazione non decollava. Severus non era un tipo molto loquace  e di certo non incoraggiava la donna ad aprirsi di più. Continuarono a lavorare per altre due ore. Il silenzio raramente interrotto da qualche indicazione su cosa fare di questo o quell’ingrediente.
Severus però si prese tutto il tempo per osservare la sua aiutante. Era molto bella, con i lunghi capelli castani, che le scendevano morbidi fino a metà schiena, parzialmente racconti da un fermaglio di legno dipinto, e due profondi occhi blu, limpidi come il mare. La sua figura esile si muoveva con passo leggero in quello spazio angusto, cercando di non calpestare i frammenti di vetro sul pavimento. E aveva delle belle mani, ben curate e, a vedersi, molto delicate, ben diverse da quelle ruvide e callose di un pozionista.
Quando finalmente ebbero terminato il lavoro, Severus era esausto, non  si era ancora rimesso del tutto e quella sfacchinata non era stata proprio salutare. Lei sembrò notarlo e gli propose di prendere un tè in compagnia per rilassarsi. Così andarono nella vicina sala comune di Serpeverde e si sedettero su uno dei divani di pelle nera. La professoressa fece comparire due tazze di tè al gelsomino, “rinfrescante”, disse lei, che procurarono una smorfia dell’uomo, e un piatto di biscotti. Stavolta Severus decise di arrivare subito al nocciolo della questione.
– Ho saputo che sei stata tu a portarmi in ospedale – la guardò di sottecchi, sorseggiando il suo tè.
– Sì, perché? – Severus le rivolse uno sguardo eloquente – l’avrebbe fatto chiunque…
– Non credo proprio. Io sono un traditore, l’assassino di Silente.
– No, tu sei un eroe! Al pari di Harry Potter!
Severus storse il naso a quel paragone.
– Non si sapeva ancora…
– Beh, io lo sapevo… – disse la donna affievolendo la voce.
Severus la guardò incuriosito.
– Io non potevo credere… a quello che era successo, anche se tutti dicevano che era evidente! Io ho sempre saputo che uomo sei in realtà… Chiamalo sesto senso se vuoi, ma non ho mai avuto dubbi sulla tua lealtà a Silente.
– E come lo sapevi, se è lecito? – chiese l’uomo, sarcastico.
Quel discorso non lo convinceva per niente. Non si conoscevano nemmeno!
– Ti ho osservato, Severus, in questi anni. L’aura di mistero che ti avvolgeva mi ha sempre affascinata. E ho cercato di leggere in fondo ai tuoi occhi, che mi parlavano di una profonda sofferenza. Sai io forse viaggio un po’ di fantasia , alle volte, e ho immaginato che l’origine di quella sofferenza potesse essere… un amore  non corrisposto…
Severus si alzò di scatto, non poteva sopportare altro. Che cosa credeva di sapere lei del suo dolore e dei suoi sentimenti?
– Scusami non volevo! Sono stata inopportuna…
Ma l’uomo si era già diretto a passo spedito verso i suoi appartamenti. Irina rimase immobile a fissare la porta. Non avrebbe mai avuto il posto occupato da Lily Evans nel cuore di Severus.
Questi decise che era il caso di farsi una bella doccia fredda. Era difficile da credere, ma quella donna aveva intuito tutto. Quando l’intero corpo docenti, con il quale aveva lavorato per anni e che in parte lo aveva avuto come studente, gli aveva voltato le spalle senza alcuna esitazione, lei, che conosceva appena, aveva capito. E le era bastato osservarlo e usare un po’ di “fantasia”. Aveva chiaramente delle doti naturali. Lui, occlumante di prima categoria, che era stato in grado di ingannare l’Oscuro Signore in persona, non poteva farsi smascherare dalla prima sconosciuta che passava. E poi non l’aveva mai guardata negli occhi, fino a quel pomeriggio. Aveva degli occhi… così sinceri… L’aveva osservato per quattro anni, rimanendo nel’ombra. E lui, sempre chiuso in sé stesso, come aveva detto Silente, non l’aveva notata.
Ancora troppo stanco da quella giornata, andò a dormire senza cena, e l’ultima immagine che occupò la sua mente, prima di addormentarsi, fu quella di due occhi, non verdi come sempre, ma blu cobalto.
 


 
 
*all’ospedale l’ha chiamata Irina, ma… capirete… si era appena risvegliato da un coma! Io stessa ci ho messo interi capitoli per ricordarmi quel cognome! XD
Spero che continuerete a leggere :) A presto! ^_^
   
 
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