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Autore: MissBlackdeVilliers    12/09/2015    0 recensioni
Maddison Monroe, 17 anni, genitori tutto meno che amorevoli, una nonna fantastica e una strana e morbosa fobia per l'acqua....Come può un abbozzo di tale mediocrità essere colei che può tutto?
I 18 anni sono un traguardo importante: patente, maturità sociale e libertà... Ma se fossero anche il termine ultimo dell'inevitabile chiamata ai confini del mondo?
E se la tua scelta fosse l'ago di una mistica bilancia che per molto tempo , forse troppo, è rimasta stabile?
Ma la vera domanda è: per amore, si può mettere a repentaglio un equilibrio cosmico?
Beh, ora forse la fantasia mi ha giocato un brutto scherzo, perché nell'irrimediabile realtà ciò è del tutto assurdo....
.... O forse no...
Genere: Fantasy, Mistero, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Le urla laceravano l'aria tiepida del giardino e mi trapanavano la testa, che ben presto sarebbe scoppiata. La camicia di Clary era ormai fradicia a causa delle mie lacrime che le colavano fino al seno.
Non potevo sopportarlo, un urlo disumano.
Il peggio era essere consapevole che quel suono provenisse dalle labbra di Eatan, proprio dalle stesse labbra che pochi giorni prima avevano ostentato tanta sicurezza e spavalderia...
Cosa intendeva dire Clary...  “Io so tutto...” Ma di cosa parlava?
-Maddison, se hai finito di dare spettacolo e di disperarti per questo,- disse mia zia, indicando Eatan con il mento -potrai certamente tornare tra noi.-
-Ci penso io- mi sussurrò Clary nell'orecchio, in modo che la potessi sentire solo io.
Mi voltai lentamente, nascondendo il viso tra le mani, ma osservando tra le dita la figura che ancora si contorceva a terra, scossa da spasmi di dolore. Non ero in grado di guardarlo negli occhi.
Anche se, da quanto avevo capito, coloro che si sarebbero dovuti vergognare della loro natura sarebbero dovuti essere i Guardiani Lunari, mi sentivo sporca come non mai a venire associata alla mia così prestigiosa famiglia. La madre di Eatan piangeva, osservando i polsi del figlio bruciati e il fratello stringeva forte i pugni, tanto da far diventare bianche le nocche.
-Hai visto come ha fatto Adrian, Maddison. Naturalmente non hai ancora applicate le rune, quindi il tuo controllo sarà molto più flebile e fragile, ma dovresti riuscire ugualmente a trasmettere qualche piccola scossa- concluse Prussy con una risatina orgogliosa.
-Io... Io non so cosa fare... Io non voglio... Vi prego non fatemi...- pregai, rivolta a nessuno in particolare, con voce rotta dai singhiozzi.
-Oh, ora non vuoi, ma tra poco non sarà così, proverai quasi piacere ad assecondare il giusto evolversi delle cose. Posso capire che il tutto possa sembrarti brutale all'inizio, ma capisci è naturale... “Come la luna non può brillare di luce propria, ma per farlo utilizza quella riflessa del sole, e, invece, il sole brilla di per sé, noi Guardiani Solari abbiamo il diritto di governare sui lunarli, diciamo... come semplice rimborso della nostra celestiale gentilezza...”- narrò mia zia, con tono solenne, come se stesse leggendo le tavole di pietra di Mosè...
Tutta questa falsa della luna che deve qualcosa al sole, mi sembrava solo un pretesto come un altro di ottenere un potere, altrimenti condiviso.
-Ora è il tuo turno- Aggiunse mia madre, che, per la prima volta, mi guardava con orgoglio.
Con un breve cenno della testa ordinò a Eatan di spostarsi, per far avanzare suo fratello, il quale, avvicinandosi al centro del cerchio formatosi, sussurrò parole che suonavano come “strumenti”, “pezzi di carne” e “guasti”. Io lo osservavo, nel completo panico, pregando un aiuto da non so dove.
-Su avanti, non essere timida...- continuò mia madre, che doveva credersi molto incoraggiante.
Finalmente qualcosa ruppe quell'insostenibile silenzio. Un tonfo sordo fece voltare tutti.
Clary era per terra, ad occhi chiusi, con un'angolazione delle gambe ben poco naturale.
Subito Adrian si fece avanti a spintoni tra mia nonna e mia madre già accorse ad aiutarla.
-Clary... Clary svegliati!- disse con una punta di panico, picchiettando sulla guancia della sorella.
-Forse è meglio che la portiamo dentro, si sarà sentita male alla presenza di questi luridi...- ma la voce di Adrian fu interrotta dal fratello di Eatan, ancora in ginocchio, che urlò a pieni polmoni.
-Oh certo! Ora se lei è svenuta è colpa nostra, giusto!?-
Doveva aver fatto qualcosa di veramente stupido ed eroico allo stesso tempo, parlando in quel modo, perché subito sua madre si lanciò davanti a lui, mentre le dita di mia zia si spostavano sul sole posto sulla propria spalla. Un urlo diverso spaccò l'aria che ci circondava, la donna urlava, Eatan e suo fratello accorsero subito da lei, mentre il padre si avventava su zia Prussy.
-Certo, uccidetela come avete fatto con Mary- sbraitò Eatan, il quale parlava per la prima volta.
Non sapevo chi fosse Mary, ma il fatto che fosse morta a causa della mia specie, mi fece rabbrividire.
-Andate, continueremo un'altra volta, qui ci penso io- disse mia zia con voce atona, che però si premeva la spalla come se dovesse scavarci una buca.
Non riuscivo a muovermi, ma le braccia di mio padre mi avvolsero le spalle, facendomi voltare, mentre Clary veniva trasportata in braccio dal fratello.
Una volta giunti in casa, lei venne portata nella camera degli ospiti, da un aitante Adrian, che non sembrava per nulla dispiaciuto dal dover mostrare la sua forza.
Mi spostai in sala, non sapendo cosa pensare. Se essere un Guardiano Solare significava torturare, comandare in nome di una strana legge fisica e persino...uccidere... allora non volevo essere nulla di tutto ciò.
Sentii ancora in lontananza urli sommessi della famiglia Shadow e l'idea che tutta la situazione fosse fortemente malsana si rafforzò.

***********************************************

Il pranzo si svolse normalmente. E proprio questo mi mandò in confusione.
Non una parola su quanto fosse appena successo, come se tutti avessimo preso parte a un banale corso di cucina o se fossimo andati al cinema. Non toccai cibo, sopratutto perché mia zia mangiava con più entusiasmo del solito.
Doveva essersi affaticata... pensai rabbiosa.
L'unica persona che pareva scossa quanto me, sembrava essere mia nonna Eveline, che più volte cercò di parlarmi: continuava ad aprire e a chiudere la bocca, come se fosse sottoposta ad un profondo dilemma interiore. Doveva essere una cosa importante, perché si torturava le labbra con i denti.
Il pomeriggio sul presto decisi di andare a fare visita a Clary, che non era scesa per pranzo. Una cosa di cui ero davvero sicura, in tutta quella drammatica e insensata mattinata, era il fatto che lei non fosse svenuta casualmente nel momento in cui mi dovetti fare avanti io.
Volevo, anzi, dovevo capire almeno una cosa, tra tutte quelle paradossali che mi stavano opprimendo.
Bussai alla porta che si trovava al terzo piano e una voce grave mi disse di farmi avanti.
-Oh ma sei te!!- annunciò lei, vedendomi entrare, con un tono molto più allegro e togliendosi la pesante coperta dalle gambe.
-Scusa per tutta questa messa in scena, ma non sapevo chi fosse.-
-Ehm, allora...- iniziai io, imbarazzata e, non sapendo da cosa cominciare, decisi che era il momento di stare zitta e far parlare lei.
-Ti starai chiedendo come mai ti abbia aiutato questa mattina, vedi... se non fossi svenuta, bloccando il tuo allenamento, si sarebbe verificato un vero disastro-
-Ok... beh, scusa se te lo dico, ma il tuo piano non ha proprio funzionato- dissi io, incapace di mascherare una punta di risentimento.
-Certo, ma te non hai idea di che cosa sarebbe potuto succedere.- disse lei gentile e subito aggiunse, osservando la mia faccia che esprimeva tutta la mia incredulità nel pensare che ci fosse qualcosa di peggio -Vedi, appena ti fossi impegnata ad esercitare un minimo di controllo sul Guardiano Lunare, la tortura ti si sarebbe ritorta contro. Non chiedermi perché, non ne ho la minima idea, ma di sicuro tutti sarebbero stati convinti che fosse il ragazzo a farlo... a ribellarsi. Io non so, davvero... ma ti posso assicurare che quello che è realmente successo oggi non è nulla a quello che sarebbe successo a lui nel caso in cui non fossi intervenuta.-
-Ma te come fai a dire cosa sarebbe potuto o non sarebbe potuto succedere?- chiesi io, mentre cercavo di non pensare a cosa ci poteva essere di peggio ad una tortura gratuita.
-Beh, come avrai capito, tutti noi abbiamo dei poteri e uno di questi è la visione del futuro. Ecco, questa è una capacità che pochi hanno dalla nascita, è davvero molto rara, anche se tutti, in realtà, possono affinarla con il tempo, ma non saranno mai precisi ed esatti nelle visioni come noi, come me...-
-Tu puoi...?- chiesi allibita. Quante cosa le avrei potuto chiedere...
-Ti blocco subito Maddison. Non possiamo osservare sprazzi futuri a comando, è più come aprire delle finestre a caso, che ti mostrano attimi che devono ancora avvenire... è difficile da spiegare.- concluse quasi in tono di scuse.
-Ma come mai ti preoccupi di quello che sarebbe successo agli, come è che dite voi, sporchi lunari?- dissi, sputando quelle ultime parole in tono di sfida.
-Senti, io non posso dire di considerare quelli pari a noi, hai ragione, ma di sicuro non trovo giusto il modo in cui vengono torturati e come Adrian ci si diverte. Su questo punto siamo d'accordo.-
Sembrava sincera e nei suoi occhi si poteva leggere il disprezzo che provava verso il fratello.
-Tu hai detto...”io so tutto”... ma a cosa ti riferivi?- chiesi impanicata. Sapeva di Eatan?
-In una di queste visioni future ho osservato un lago, una ragazza e un ragazzo... ad ognuna di queste tre cose ho dato un nome appena giunta qua, se mi spiego... Ti ho riconosciuta subito entrata in casa e, appena giunti in giardino, anche Eatan mi è sembrato particolarmente familiare.- disse con un occhiolino.
-Si, ecco... lui non sapeva che io fossi... e neppure io che lui...ecco noi non...- Aveva visto il nostro casuale incontro giù al lago, il panico mi pervase immeditatamente e il sangue mi corse alle guance, rendendole bollenti. Dovevo trovare le parole esatte per evitare che qualcun' altro venisse punito.
-Non ti preoccupare, non ho intenzione di dire niente a nessuno, non porterebbe nulla di buono. Oltre tutto la sua leggerezza, se così possiamo chiamarla, nel rivolgerti a te è comprensibile: guardandoti non si direbbe mai che tu sia una figlia di solari... ecco i tuoi capelli e gli occhi non...-
Indugiò, osservando i miei tratti.
-Beh, grazie di tutto- snocciolai imbarazzata. Cosa avrei dovuto dire alla persona che mi aveva salvata più di una volta, osservando squarci del mio incasinato futuro?
Nonostante tutto, sentivo di aver trovato un'amica e mi crogiolai per un secondo pensando a quella nuova prospettiva.
Il momento durò letteralmente un secondo, perché fu interrotto da Adrian, che si precipitò in camera, senza bussare.
La sua faccia era terrorizzata e mi guardava con timore. Non era da lui questo atteggiamento trasandato e subito il tono balbuziente della sua voce mi fece allarmare.
-Mad, si tratta di tua nonna, lei... ecco, lei sta male, molto male... l'hanno portata di sotto, non credo che ci sia nulla da...- Ma non riuscì a finire la frase, perché lo sorpassai, urtandolo, con le lacrime che già mi bagnavano le guance.

Mi diressi, guidata da un istinto sconosciuto, nella stanza di sotto, quella di cui nessuno mi aveva mai voluto informare, quella che mie era sempre stata vietata, sapendo che era là, il posto in cui l'avrebbero portata.

   
 
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