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Autore: crazygurl91    13/09/2015    2 recensioni
-FANFICTION INTERATTIVA- Ultimamente ho visto moltissime Fanfiction interattive e mi sono piaciute un sacco, ed ecco che mi sono decisa di crearla anch'io una. Segalatemi la vostra presenza nelle recensioni e la scheda del personaggio con un messaggio privato...acetto un max di 20 persone, quindi accorete!
Genere: Commedia, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alice Paciock, Alice Paciock Jr, James Sirius Potter, Lily Luna Potter, Un po' tutti | Coppie: Rose/Scorpius
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
Capitoli:
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Lanchain
(L’autrice v’invita a leggere le note…molto importante. Grazie)
 
Non era la prima volta che Cat si trovava in infermeria, durante i suoi anni ad Hogwarts si era fatta male, non in modo grave, si era ammalata o era andata a trovare qualche amico, ma quella era la primissima volta che si trovava seduta sul letto, accanto alla Regina Mancata delle Serpi, intenta a stringerle la mano mentre Madama Chips la stava medicando.
Chi lo avrebbe mai detto.
Rhydian Harvey, la Regina Mancata delle Serpi, colei che inquieta terrore appena osi guardarla negli occhi, aveva una fifa blu per le siringhe.
Catherine aveva dovuto far appello a tutto il suo autocontrollo per non scoppiare a ridere a quella vista: Rhy, con il braccio completamente che sgorgava sangue da per tutto, insisteva di dire, balbettando, che stava benissimo, che era un graffietto da niente, che bastava metterci un cerotto e via, appena aveva visto il minuscolo ago nelle mani del infermiera e, quando aveva capito che non l’avrebbe convinto con le sue parole, aveva cercato persino di scappare. L’anziana donna si era vista costretta a minacciarla di ordinare agli elfi domestici di non prepararle più nulla per i suoi soliti spuntini di mezzanotte, a quel punto la ragazza di fuoco si era, finalmente, rassegnata.
<< Non riesco a crederci che, una ragazza, grande e grossa come te, abbia paura di un minuscolo aghetto come questo >>
<< Minuscolo un cavolo! Adesso piantala di parlare e finisci di medicarmi, voglio fare a pezzi quel futtuttissimo scozzese! >>
<< Prima devi parlare con la preside, vuole sapere che cosa è successo e perché ha dovuto rinchiudere un uomo nelle segrete che, tanto perché tu lo sappia, non le usavamo da millenni >>
<< Forse perché quel bastardo ci ha attaccato? >>
<< Ma per quale motivo? >>
<< Non lo so e non m’importa, l’unica cosa che voglio sapere è quando potrò mettergli le mani addosso >>
 Madama Chips scosse la testa rassegnata, conosceva troppo bene il brutto carattere della sua paziente; quasi distrattamente si volse a guardare l’altra ragazza che, per tutto il tempo, era rimasta in perfetto silenzio, cosa molto strana per lei.
Ma, infondo, era perfettamente normale.
Era sotto shock.
<< Mia cara, ti ho preparato un ottima tazza di thè caldo, bevilo ti rinvigorirà meravigliosamente >>
Cat non se lo fece ripetere due volte. Lasciando la mano di Rhydian si diresse verso il mobile che le era stato indicato e, senza soffermarsi sul delizioso aroma di limone, o assaporare il calore avvolgente della bevanda, fini il contenuto della tazza tutto d’un fiato. Le gambe tremavano ancora, proprio come le sue mani, ma il nodo che aveva allo stomaco si era sciolto e il terribile mal di testa, che fino al quel momento le aveva dato il tormento, si era assopito, solo che le stava salendo un bisogno, quasi fisico, di piangere.
<< Bene, io qui ho finito. Adesso rimanete qui, tutte e due, io vado a chiamare la Preside e il Professor. Lupin >>
La piccola donna se ne andò con il suo solito passo veloce, riempiendo la sala e, dopo, il corridoi con il suono dei tacchetti delle scarpe.
<< Tucker! Vieni immediatamente qui! >>
La voce autoritaria della Grifondoro risuonò in tutta l’infermeria deserta, tanto che la Tossorosso si ritrovò a temere ciò che stava per dire o fare, sembrava una madre dal pugno di ferro pronta a sgridare la figlia che aveva disobbedito.
Tremante, ancora per lo spavento del attacco, ma anche per timore verso la Regina Mancata, si diresse verso di lei.
Cosa aveva combinato?
Non aveva fatto nulla, anzi le era stata persino utile, visto che l’aveva trascinata di peso in infermeria, dopo aver legato lo scozzese come un salame, e le aveva tenuto la mano fino a quel momento.
Forse le voleva intimare di non dire a nessuno che, in realtà, era una grandissima fifona.
Ma perché quella riusciva a leggerle la faccia e invece lei no?
<< Perché io sono io. Ora piantala con sti film mentali e dammi le mani, subito >>
La ragazza fece come le era stato richiesto e allungo verso la rossa le mani; questa le afferrò e, dopo aver chiuso gli occhi e aver fatto un lungo sospiro, cominciò a trasmetterle un po’ di calore, ma intenso. La sensazione che provava era come se, delle grandi e forti braccia, l’avessero avvolta in un lungo, caldo, abbraccio.
Era una cosa meravigliosa.
Meglio di un massaggio.
Meglio della cioccolata calda.
Meglio di un massaggio mentre stai bevendo una cioccolata calda.
Meglio di un abbonamento al Mugello a vita…no, quello non si poteva battere!
<< Il calore scioglie la tensione e tu, cara mia, sei un fascio di nervi e, sinceramente, dovresti bere un quintale di thè per smettere di tremare come una foglia. Cosi facciamo prima >>
<< Ma come diavolo fai? Anche prima hai fatto la stessa cosa >>
<< Quale parte di “mia madre è una creatura fatta di fuoco” non hai capito? Le Flamee hanno una temperatura corporea estremamente alta e sono in grado di espanderla anche al difuori del loro corpo, anche se lo sono per metà, ho anch’io questa capacità. O credevi che fossi una completa microcefala ad andare in giro, in pieno inverno, vestita come se mi trovassi su una spiaggia dei Caraibi? >>
<< Grazie >>
<< Di nulla, ma non farci l’abitudine e se lo dici a qualcuno… >>
<< Mi prendi a calci in culo, già avvertita >>
Rhydian fece un cenno con la testa, riprendendo a riscaldare Catherine, mentre sul viso di quest’ultima si faceva strada un enorme sorriso: Rhydian si era preoccupata per lei, anche prima del attacco e durante aveva fatto la stessa cosa, anche se l’aveva ampiamente minacciata, ma si era interessata al suo bene: era davvero una brava ragazza, stronza, ma brava.
Il suono di più passi rovinò quel dolce momento: Rhydian si staccò da Cat e, con un balzo, scese dal letto facendo segno alla compagna di mettersi seduta li e di rimanere in silenzio.
Sicuramente aveva qualcosa in mente, glielo si leggeva in faccia ma, come suo solito, non l’avrebbe resa partecipe dei suoi pensieri.
La Professoressa McGranitt, seguita dal Professor. Lupin e da Madama Chips, fece la sua entrata nella stanza mentre, dal alto dei suoi occhiali, guardava furente una delle sue studentesse migliori ma, di gran lunga, quella che le aveva creato più problemi in tutta la sua lunga carriera.
 Nemmeno Harry Potter era stato cosi disastroso!
Non solo aveva dovuto sopportare le continue lamentele da parte dei professori sul comportamento ribelle, anzi no, da vera teppista che aveva nei confronti di tutti; non solo doveva costantemente assicurarsi che nessuno dei folli che le dava la caccia riuscisse, come un mese fa era già successo, a penetrare nella sua scuola; non solo era stata obbligata a contattare uno ad uno tutti gli studenti e a scrivere, personalmente, le lettere da inviare alle loro famigli, per fa si che la notizia non si estendesse a macchi d’olio. Ma adesso doveva puro occuparsi di un nuovo nemico che, non si sa come, non sa quando, era entrato a Hogwarts e aveva attaccato non solo Rhydian, ma anche una studentessa che non centrava niente, tutto al di fuori del orario di coprifuoco.
Quella ragazza l’avrebbe fatta impazzire.
<< Sarei molto curiosa di sapere il perché, nelle segrete della mia scuola, è rinchiuso un uomo legato come un salame >>
Rhydian guardò la vecchia gatta con sufficienza.
<< Ci ha attaccate, io lo steso, lo abbiamo legato e buttato al fresco >>
<< Perché vi ha attaccate? >>
<< Non lo so, ma stavo giusto per andare a chiederglielo >>
La preside guardo la ragazza come se avesse appena visto un dinosauro viola dentro alla stanza.
<< Non vorrai interrogarlo tu stessa spero. Questo è un compito degli Auror >>
<< Certo, chiamiamo gli Auror. Cosi che insieme a loro venga pure la stampa, già immagino il titolo di testa: attacco a due studentesse, una di loro è figlia di una creatura mitologica. Cosi quella pazza nevrotica, con seri problemi mentali, lo legge e, come potrà immaginare, verrà qui a combinerà un fini mondo >>
<< Spera di mettermi paura? Sciocca Ragazzina, io ho affrontato non una, ma ben due guerre magiche: ho combattuto contro i Mangiamorte della peggior specie e, prima della sua tragica morte, sono stata la fedele braccio destro del grande Albus Silente. Non speri che sua madre, anche se la regina delle Flamee, possa mettermi timore perché, glielo posso assicurare, non ci riesce >>
Dettò ciò la preside si allontanò, mentre Rhydian la guardava furente: se fossero intervenuti gli Auror non avrebbe mai scoperto la verita, l’avrebbero nascosta mettendola al oscuro di tutto…come facevano sempre.
Forse quella donna non aveva paura di sua madre, ma gli mancava il fegato: il fegato di dirle la verità! Lei aveva saputo, molto prima di lei, quello che era successo durante le vacanze di natale ma, aveva deciso, di tenerla al oscuro, come se la cosa non la riguardasse.
Arrivata alla porta la vecchia gatta guardo il Teddy che, fino a quel momento era rimasto in silenzio, anche se non era d’accordo con lei: quella ragazza aveva tutto il diritto di sapere cosa stava succedendo, infondo si trattava della sua vita.
<< Professor Luppin, le affido il compito di scortare le signorine nei loro rispettivi dormitori. Domani mattina mi metterò in contatto con il suo padrino, a finche mandi una squadra per scortare il prigioniero fuori di qui >>
<< Si, signora preside >>
Minerva fece un cenno con la testa e, dopo aver lanciato un ultima occhiata alla ragazza dai capelli rossi, usci dalla stanza assieme a Madama Chips. Le due erano amiche da moltissimi anni, sicuramente l’anziana infermiera avrebbe fatto sfogare la sua cara amica.
Intanto Rhydian, completamente fuori di se, cominciò a prendere a calci un secchio li vicino. Era arrabbiata come non mai!
<< Datti una calmata Harvey >>
<< Non rompa professore e non mi dica di calmarmi se no giuro, su tutto di ciò che ho più caro al mondo, che la riduco a brandelli e poi la incenerisco >>
<< Cavolo deve far male >>
Rhy fulmino Catherine.
Ma perché perdeva sempre una buona occasione per stare zitta?
<< Minacce a parte. Capisco il perché sei arrabbiata e, se me lo permetti, concordo con te. Se saranno prima gli Auror a interrogarlo non saprai mai del perché, quel individuo, ti ha attaccato. Fidati sono un ex Auror, so come è la loro procedura >>
<< Allora cos’hai in mente genio? >>
<< Prima di tutto: quel uomo ti ha detto qualcosa? >>
<< A parte darmi della mocciosa e insultarmi? >>
<< Su quello ha fatto benissimo, ma io intendevo se ti ha dato una traccia del perché del suo gesto >>
Rhydian incrociò le braccia al petto, puntando il suo sguardo scarlatto sul pavimento; per quanto si sforzasse non le veniva niente in mente: quel dannato aveva anche parlato in gaelico e, eccezion fatta per qualche parola, per lo più insulti, non ci capiva nulla.
Quindi se aveva detto qualcosa di utile in gaelico, era bella che fregata.
<< Eureca! >>
Dietro di lei Catherine inizio ad urlare come una matta per la golia, face innervosire ancora di più.
Quella voleva morire giovane.
<< Tucker a meno che tu non dica qualcosa di molto intelligente, ti conviene scappare a gambe levate e pregare che io non riesca a metterti le mani a dosso >>
<< Occhio per occhio, dente per dente. Non ricordi? Quel uomo ha detto esattamente queste parole >>
<< E ti pareva se non dicevi qualcosa di stupid…Cat! Sei un genio! >>
<< Ragazze, fate capire anche a me per favore? Sono pur sempre il vostro professore >>
<< È semplicissimo, babbeo di un prof: quel uomo non vuole me, ma vuole mia madre >>
 
C’era una sola cosa al mondo che faceva andare su tutti i nervi Fraser Stark: essere buttato giù dal letto, in malo modo, soprattutto se a farlo era la persona che, al momento, non poteva sopportare sulla faccia della terra: Jonathan Foster!
Appena aveva realizzato che quella stupida Serpe era nel dormitorio dei Grifondoro, aveva cominciato a cercare la bacchetta, cosi da poterlo schiantare, finalmente, e di metterlo in punizione fino alla fine dell’anno scolastico, ma fu bloccato da Albus che, con poche parole, gli fece capire che non era il momento adatto: Rhydian, in persona, li aveva convocati nella Stanza delle Necessità immediatamente.
Gli assenti sarebbero stati appesi, per i piedi, sulla Torre d’Astronomia.
E cosi si ritrovò nella stanza che, dal modo in cui era stata arredata, assomigliava parecchio a quella della tavola rotonda: era semplice, spoglia, c’era solamente un enorme tavolo, appunto, rotondo di legno al centro della sala, con tutte le sedie attorno per farli sedere. In una di queste sedie c’erano Rhydyan e il Professor Lupin che, quando lo vide, quasi rischiò di fargli venire un infarto.
<< Calmati Stark. Lui è con noi >>
Dopo che Fraser riuscì ad attivare il cuore, tutti i presenti si misero a sedere Mentre Rhydian, alzandosi dal suo posto, prese la parola.
<< Vi ho convocato qui perché, questa notte, io insieme a Catherine Tucker siamo state attaccate >>
A quell’affermazione Fran scatto in piedi, facendo cadere la propria sedia a terra. Era fuori di se come non mai: non solo l’avevano svegliato nel cuore della notte, dopo una giornata, diciamo, di merda, ma adesso scopriva che c’era stato un  uovo attacco e che, anche questa volta, l’obbiettivo era l’Harvey e che, di nuovo, c’era andata di mezzo qualcun altro che non centrava nulla; senza contare che Cat non era presente in mezzo al loro.
<< Ti conviene stare calmo, Suarez, o ti darò un vero motivo per odiarmi. La Tucker sta bene, ora sta nel suo dormitorio con le sue due amiche e, se proprio ci tieni a saperlo, qui l’unica che si è ferita sono io >>
Solo in quel momento l’argentino si accorse che all’appello mancavano anche Lizzie e Shey, sicuramente erano con Catherin: quelle tre erano inseparabili. Proprio come si accorse il bendaggio sul braccio sinistro della  ragazza che, a seconda dello spessore che intravedeva dalla maglia, partiva da sotto la spalla e finiva sul polso.Senza dire nulla, il ragazzo raccolse la sedia e si rimise a sedere, così che la mezza Flamee potesse continuare il suo discorso.
<< Come stavo dicendo: siamo state attaccate, ma questa volta non è uno della setta di Dicembre, è uno che lavora da solo ed è forte. Sono riuscita a metterlo K.O. perché si era distratto, ora si trova nelle segrete della scuola, sotto chiave e legato come un idiota, che poi è. Peccato che la preside mi ha vietato di fargli qualche domandina >>
<< E noi che centriamo? >>
Questa volta a parlare fu Scorpius, anche lui visibilmente assonnato e scocciato per essere stato buttato giù da letto.
<< Centrate e come visto che mi darete una mano. Alcuni di voi verranno con me a parlare con il prigioniero, altri staranno con Ted a fare da palo. Se la Preside ci becca, però, tranquilli: mi prendo tutta la responsabilità >>
<< E perché mai dovremmo aiutarti? Quello vuole te, non noi >>
Se Fra voleva fare lo spavaldo si accorse subito di aver sbagliato momento, gli occhi di Rhydian divennero ancora più rossi, facendoli sembrare fatti dello stesso sangue, ed era una visione abbastanza inquietante.
<< Primo: mi dovete un favore visto che, non solo, vi ho salvato la pelle a Dicembre, ma vi ho anche ospitato in casa mia in Finlandia. Secondo: quello non vuole me, vuole mia madre. Mi ha attaccata per poter arrivare a lei, peccato per lui che non sa che se io tiro le quoglia quella è capace di declamarlo eroe del regno >>
Jonathan annuì con la testa, nel suo modo di scherzare cinico, c’era molta verità: non avrebbe mai dimenticato il suo primo incontro con Mariketta, come non avrebbe mai scordato il suo sguardo pieno di odio e rancore con cui aveva guardato la figlia, la sua unica figlia, stesa sul letto dopo aver rischiato di morire.
<< Quindi, non vi chiederò chi è con me, perché se non lo farete sapete benissimo cosa vi aspetta: Foster, Stark, Rose, Albus, Malfoy, Montella, Nanhase e Suarez femmina, voi venite con me, il resto con Luppin a fare da palo >>
 
 
Da molti secoli le segrete di Hogwarts venivano usate come ripostiglio, dove venivano deposti gli oggetti più assurdi che, come minimo, si trovavano lì dal alba dei tempi, considerando da quanto erano enormi le ragnatele.
Cosa che disgustava, da ogni parte della sua anima, Rose.
Oltre ai capelli rossi, alla goffaggine e al appetito, la giovane Weasley aveva ereditato un'altra cosa da Ron: era aracnofobica!
<< Mi spieghi perché ti ho seguito, Harvey? >>
<< Perché sono carina e coccolosa? >>
<< Quale parte del tuo essere è carino e coccoloso? >>
<< Perché se non lo facevi ti avrei appeso a testa in giù, e in mutande, in cima alla Torre d’Astronomia? >>
<< Buona la seconda >>
Per tutto il tempo le due rosse si erano scambiati battutine di quel genere, senza notare che gli altri membri del loro gruppo le guardavano più tosto storte. Da quando in qua quelle due si parlavano? Per di più scherzavano? Ma erano diventate amiche?
Speravano di poter trovare risposta alle loro domande ascoltando i loro discorsi, cosi da poter cogliere un qualsiasi indizio, ma niente da fare; quelle due non si facevano sfuggire niente di niente che poteva far capire che genere di rapporto c’era fra loro due.
Finalmente arrivarono alla porta dove, qualche ora prima, Rhydian e Catherine avevano rinchiuso il loro aggressore. La Flamee fece segno agli altri di chiudere la bocca: non sapeva se lo scozzese fosse sveglio oppure, come sperava, fosse ancora svenuto per il suo gancio destro, ma era meglio non metterlo in allarme.
Facendo il più piano possibile apri la porta.
La cella era completamente inghiottita dal oscurità, tanto che non riuscì a vedere dove si trovava il prigioniero e, soprattutto, in che stato era, l’umidita che era presente in quel luogo angusto era talmente pesante che penetrava, congelando, le ossa e un forte odore di muffa faceva girare la testa ai ragazzi.
<< Chi è! >>
Una voce profonda, con un forte accentò scozzese, spezzo il tetro silenzio.
Il prigioniero era sveglio.
Rhydian sbuffo delusa: sperava di poterlo svegliare lei stessa, con i suoi metodi. Delusa fece schioccare le dita, dando vita ad uno spettacolo che lascio i suoi compagni a bocca aperta: anche se era solamente per metà Flamee, certi trucchetti le venivano bene.
Dal nulla si accesero delle piccole fiammelle che, mentre danzavano nell’aria, illuminavano l’intera stanza cosi, per la prima volta, Rhydian poté vedere in faccia l’uomo che l’aveva aggredita senza alcun motivo: aveva un fisico prestante e muscoloso, un viso, da quanto poteva intravedere dalla barba nerissima e incolta, dagli zigomi alti e ben definiti, la pelle era abbronzata, segno di chi passa la maggior parte delle sue giornate al aperto. I capelli erano scuri come la notte e lunghi fino alle spalle, erano folti e ricciuti.
Sembrava un pirata, più che un highlander, ma allo stesso tempo aveva un aria familiare.
Troppo familiare.
L’aveva già visto da qualche parte, ne era certa, sicuramente quando era ancora una bambina ma, per quanto si sforzasse, non riusciva proprio a ricordare dove mentre, con una prepotenza inaudita, uno strano pensiero si faceva largo nella sua mente, dando vita ad un illusione…No! Non poteva essere.
<< Chi sei tu? E perché hai attaccato le nostre compagne? >>
Per fortuna Stark diede voce ai suoi pensieri: chi era quel uomo? Una stupida speranza le faceva battere forte il cuore: se fosse davvero lui? Se quel uomo, quel dannato scozzese, avrebbe detto quel nome? Se fosse stato cosi, finalmente, avrebbe dato un volto a quel tassello mancante della sua vita e che, inconsciamente, si era sempre ritrovata a cercare.
L’uomo sposto il suo sguardo dalla Flamee al ragazzo dai capelli candidi come la neve, cambiando completamente espressione, cosa che a Rhydian non sfuggi: quando guardava lei gli angoli della sua bocca erano completamente tirati, si stava trattenendo da non saltarle addosso, visto che era legato e non aveva speranze di sconfiggerla. Invece quando aveva guardato gli occhi viola del ragazzo, si era rilassato.
Non sapeva perché, ma gli prudevano le mani da matti.
<< Io volevo attaccare questa qui, per la vostra amica chiedo perdono >>
<< Guarda che anche lei è nostra amica >>
Jonathan sbuco da dietro Rhydian, posandole una mano sulla spalla: non permetteva a nessuno di insultare la ragazza di cui era innamorato.
<< Bhè allora mi dispiace informarvi che la vostra amica è un mostro >>
<< Sappiamo anche questo. È una Flamee >>
Ad intervenire, questa volta, fu Stark che, immediatamente, poso la sua mano sulla spallalibera della Regina Mancata, seguendo alla lettera le sue direttive: non dovevano rivelare che lei era una mezzosangue, come non dovevano dire il suo nome; non sapeva cosa diavolo avesse in mente, ma era certo che c’era una ragione.
<< Bè allora siete dei folli. Le creature come lei non hanno pietà di niente e di nessuno e, soprattutto, sono delle spietate assassine >>
Alexis alzò il sopracciglio: che Rhydian, prima o poi, avrebbe ucciso qualcuno era certo, proprio come era sicuro che sentimenti come la pietà non era esattamente il suo forte.
<< Se non svuoti il sacco uccido te in maniera spietata, scozzese dei miei stivali >>
Ecco appunto!
<< Chiudi il becco, mocciosa irlandese >>
<< Io sarò pure una mocciosa, ma almeno non sono una vigliacca >>
<< Perché uccidere una donna incinta ti sembra un atto d’onore? >>
A quella affermazione Alexis sgranò gli occhi.
Cosa diamine aveva detto?
<< Cosa intendi dire? Lei non ha ucciso nessuno, o almeno che io sappia >>
L’uomo, rendendosi conto di ciò che aveva rivelato, alzo lo sguardo al soffitto iniziando ad urlare e ad imprecare in gaelico. Era talmente preso a litigare con quella creatura schifosa che non si era reso conto che aveva rivelato il suo più grande segreto; non gli restava altra scelta che raccontare la sua stori: magari ascoltandola, quei ragazzi si sarebbero resi conto che razza di mostro era quella mocciosa e l’avrebbero aiutato nella sua vendetta.
<< Il mio nome è Lanchai. Lanchai Dogal MacRiver >>
A sentire quel nome il cuore di Rhydian perse un battito.
Non era lui.
Non era suo padre.
<< Sedici anni fa avevo una mogli, bellissima, dolce, passionale, coraggiosa e, cavolo, testarda come un mulo, la donna perfetta per un mago scozzese come me. Eravamo felici io e lei, era stato amore a prima vista: appena la vidi entrare nel bar che frequentavo al epoca, mi bastò un occhiata per decidere che l’avrei sposata e, nemmeno un mese dopo, l’ho fatto veramente >>
No, non poteva essere suo padre.
Il matrimonio nel regno delle Flamee era proibito: gli uomini venivano usati solo per la riproduzione, la Flamee rimaneva con il pollo di turno il tempo che bastava poi, quando rimaneva incinta, lo abbandonava e tanti saluti.
<< Sapete, quando l’ho conosciuta lei non sapeva che ero un mago, aveva paura che dicendole cosa ero davvero l’avrei spaventata e sarebbe fuggita lontano da me; glielo confessai la notte prima del nostro matrimonio: avevo una paura del diavolo, Aye, ma dovevo dirle la verità. Lei lo accetto! Anzi disse: “io sono per metà americana…è un problema per te?”. Cavolo che donna che era la mia Kate >>
Ad ogni parola che lo scozzese diceva, una nuova stretta al cuore si aggiungeva: sua madre non sapeva che suo padre era un mago, aveva avuto la fortuna/sfortuna di essere ingravidata la prima notte, lo sbaglio di una notte, ecco cos’era.
Senza contare che il nome che la Regina delle Flamee usava nel mondo babbano non era Kate, ma Maria.
<< Qualche mese dopo il nostro matrimonio rimase incinta. Ero al settimo cielo, facevo mille progetti per lui, o lei…facevo mille progetti per la nostra famiglia. Ne volevo una numerosa sapete >>
Il tono di voce che Lanchain usava per raccontare la sua storia, stava facendo venire le lacrime agli occhi sia a Rose che a Fran, da un momento al altro sarebbe arrivata la tragedia, proprio come in quei film babbani che ha nonna Molly piacevano tanto.
<< Poi un giorno, mentre tornavo a casa dal lavoro, sento mia moglie urlare come una dannata. Corro, il più veloce che posso, nel giardino dietro casa nostra e la trovò li, immersa nelle fiamme che la bruciavano viva. Mentre la madre di quel mostro la guardava bruciare, era al settimo mese di gravidanza >>
Lanchain alzò il dito accusatore verso Rhydian, che lo fissava con gli occhi sgranati, stava per parlare ma Fraser, nuovamente, l’anticipò.
<< Come sai che era sua madre? E come puoi essere sicuro che è proprio lei la figlia dell’assassina di tua moglie >>
<< Perché ragazzino quel mostro portava una corona e solo la regina la porta, in più ho ricevuto una soffiata: la regina delle Flamee ha una figlia che studia ad Hogwarts e… >>
<< BUGIARDO! >>
Rhydian scattò in avanti, come una belva assettata di sangue, pronta a colpire alla gola, se non fosse stato per Foster che, prendendola per la vita, la sollevò da terra, tenendola ferma senza, però, beccarsi qualche calcio.
Era indemoniata.
<< Calmati piccola bisbetica. Se lo uccidi non saprai più niente >>
A quelle parole la ragazza si fermo di colpo: aveva ragione, c’era altro da sapere, ma la rabbia era troppa per permetterle di ragionare.
Quando fu sicuro che la ragazza si fosse calmata, la depose a terra tenendosi, però, sempre pronto a scattare se mai fosse ritornata la furia.
Però non poteva nascondere la curiosità: cosa l’aveva fatta scattare in quel modo?
<< Non osare, mai più, dire questo di mia madre. Ha tutti i difetti del mondo: è una stronza, arrogante, presuntuosa, perfida, vanitosa e schifosamente meschina >>
<< Cavolo. Vedo che gli vuoi molto bene >>
<< Ma non è un assassina, su questo non ci metto la mano sul fuoco, mi ci butto io stessa direttamente >>
Il respiro della ragazza era diventato affannoso dall’ira che gli esplodeva dentro, avrebbe tanto essere fredda e non dargli quella soddisfazione, ma non poteva rimanere calma: nessuno, eccezion fatta di lei, poteva insultare sua madre ma, soprattutto, non si dovevano azzardare a diffamarla
Lo scozzese la guardava divertito, sembrava che aveva raggiunto il suo scopo. Quanto desiderava uccidere quel bastardo.
<< Quell’è il tuo nome mocciosetta? >>
<< Che t’importa, vecchiaccio >>
<< Cosi quando ti ucciderò, saprò che nome mettere sulla lapide >>
Questa volta a scattare furono Jonathan e Fraser assieme: non si sopportavano e l’un avrebbe tanto voluto schiantare l’altro, ma d’avanti a quella minaccia si trovarono in comune accordo di spaccare la faccia allo scozzese, insieme. E l’avrebbero pure fatto se la Flamee non li avesse fermati con il suono della sua voce.
<< Kaderin. Il mio nome è Kaderin, cosi saprai chi ti ucciderà se solo provi a sfiorarmi con un dito >>
<< Che strano nome >>
<< Dillo a mia madre. è lei che mi ha chiamato così >>
Dettò ciò se ne andò, seguita da i suoi compari.
Era sicura al cento per cento del innocenza di sua madre: che vantaggio avrebbe ricavato dalla morte di una semplice babbana?
<< Ehi Kaderin! Tua madre ha per caso un anello d’oro bianco con un zaffiro a forma di cuore incastonato sopra? >>
A quella domanda Rhydian si bloccò di colpo, mentre il cuore le fini un gola.
<< Quello era l’anello di nozze di mia moglie >>
Senza voltarsi, Rhydian riprese la sua camminata cercando di sembrare calma, mentre dentro di lei si stava scatenando un tornado: quello era uno dei molti anelli di sua madre, Heele, una volta, le aveva raccontato che quello era un premio che aveva vinto dopo una battaglia.
Che Lanchain avesse ragione?
Sua madre era davvero un assassina?
No, non poteva essere vero…aveva bisogno di prove.
E sapeva pure dove andarle a cercare!
 
 
 
 
 
 
 
 
Note dell’Autrice: Salve, come state cari miei. Io sono felice come una pasqua perché finalmente, da qui fino al penultimo capitolo, che non so ancora quanto lungo sarà, non ci sarà un attimo di pace per i vostri personaggi…c’erto regalerò a loro qualche momento di gioia, all’insegna dell’amore, ma subito dopo saranno travolti dal mio ciclone di puro sadismo.
Ma torniamo a questo capitolo: scontro di fuoco, si fa per dire, tra la vecchia gatta e Rhydian dove, sorprendentemente, ne esce perdente Rhy che, con la collaborazione di Teddy, riesce ad arginare le regole e farla in barba alla preside, anche grazie al aiuto degli altri studenti.
Rinchiuso nelle segrete c’è il misterioso Lanchain che, bramando vendetta contro la madre della nostra ragazza dagli occhi scarlatti, la malvagia Marketta, ha attaccato Rhydian per arrivare a lei e ci rende partecipe della sua storia.
Storia della quale al inizio Rhydian non crede, tanto da dirgli il suo vero nome (che se ben ricordate lei odia, perché glielo ha messo proprio sua madre) e difende, ancora più sorprendentemente, la madre (sì la odia, ma la difende uguale…coerenza zero), ma le sue certezze cadranno quando Lanchain nominerà un fantomatico anello.
Da che parte sarà la verità?
Voi a chi credereste?
Nel prossimo capitolo: due personaggi, due femmine (mi dispiace per i maschi), quindi chi prima si prenota meglio alloggia, potranno seguire Rhydian nel luogo dove potrà trovare le risposte alle sue domande, ma dove? E che succederà agli altri? Chi sarà a partire?
Al prossimo capitolo.
Un Bacio
VERO
Ringrazio di tutto cuore chi segue la mia storia:
1 - amelie93 
2 - Bherenike 
3 - ChicaCate94 
4 - Dany_skywalker 
5 - Elivag 
6 - leo99 
7 - Luthien Felagund 
8 - Marty Evans 
9 - quiquoqua1234 
10 - sapphire_2 
11 - Yorgos 
12 - Yorokobi 
13 - _Alyss_ 
Chi l’ha messa nelle preferite:
1 - AlexisVictorie 
2 - Cersei Evans 
3 - Hufflepuff_Fangirl 
4 - Jessica Green 
5 - Lily_James Potter 
6 - Luthien Felagund
7 - Pat_
8- leo99

E chi trova sempre cinque minuti per recensire…ragazzi vi adoro di tutto cuore!
 
  
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