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Autore: AraiK    14/09/2015    1 recensioni
Kiara Lawrence. Ventun'anni. Da quando era piccola sognava di diventare una grafica e fotografa. Dopo essersi laureata alla University Of The Arts, diventa apprendista nella rivista Vanity Fair. Kiara è una ragazza solare, chiacchierona, aperta, intelligente ma ingenua.
Harry Styles. Ventidue anni. Da quando era piccolo sognava di diventare un modello. Milionario di famiglia e modello della Calvin Klein. Tutti hanno paura di lui e gli stanno alla larga, tutti sanno chi è ma nessuno lo conosce.
Questa è la storia di due ragazzi diversi, legati da una passione segreta.
Due ragazzi che si incontrano in un modo come tanti. Ma cosa succede quando uno dei due scopre il passato dell'altro?
Genere: Introspettivo, Romantico, Song-fic | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Harry Styles, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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<< Non mi prendi! >> urlò un bambino di sette anni ridendo mentre scappava.

<< Aspetta... Aiutami, mi fa male la caviglia... >> gli urlò di rimando una bambina sull'orlo delle lacrime.

<< Come? Aspetta, arrivo! >> si girò di colpo preoccupato e la raggiunse, inginocchiandosi davanti a lei. La bambina, con un movimento inaspettato, lo spinse e lui rotolò giù dalla collina con lei, siccome l'aveva agguantata nella caduta per un braccio. Si arrestarono dopo qualche metro, ridendo come pazzi.

<< Preso! >>esclamò la bambina entusiasta.

<< Sei una barona!>> rispose il bambino fintamente offeso tirando fuori il labruccio.

<< Sei più grande, sei maschio e hai le gambe più lunghe. Non è barare, è giocare d'astuzia.>> il bambino sbuffò e lei rise contenta.

Rimasero in quella posizione per qualche minuto, si guardarono senza parlare.Il bambino incastrò gli occhi in quelli della bambina e gli sorrise.Uno di quei sorridi veri e unici con tanto di due bellissime fossette. La bambina ricambiò il sorriso che non sarebbe mai stato bello come il suo ma sicuramente vero.

Però gli occhi della bambina si rabbuiarono tutto ad un tratto.

<< Tutto questo molto pesto finirà! >> sussurò la bambina.

<< Cosa intendi? >> chiese lui notando il suo sguardo triste fissandola con i suoi occhi espressivi come il bosco di cui portava il colore.

<< Io vado via. >>disse la bambina alzandosi e pulendosi il vestito.

<< Da casa mia? >> chiese confuso ma comunque sorridente.

<< No, da Seattle. >> non avrebbe mai voluto dirglielo così ma il tempo era poco e più passava e meno coraggio aveva di dirglielo. Il bambino perse il sorriso molto velocemente.

<< Dimmi che stai scherzando! >> affermò alzandosi, iniziando a indietreggiare e allontanarsi dalla lei.

<< Aspetta,non te ne andare. >> disse seguendolo.

<< Non ti avvicinare ancora, rispondimi! Non è vero, è uno scherzo giusto? >> provò di nuovo a chiedere il bambino, incastrando i suoi occhi in quelli della bambina. Stava iniziando a piangere.

<< No,non sto scherzando. Non ho altra scelta, devo. >>

Spostò lo sguardo sulle sue scarpe che a un tratto divennero interessanti.

<< Perché non me l'hai detto prima? >>

<< Avevo paura. >>

Il bambino senza rispondere e senza degnarla neanche di un ultimo sguardo si allontanò lasciandola lì.

<< Aspetta!Ti dimenticherai di me, io lo so ma ti prometto che questo non è un addio ma un arrivederci. >>

<< Questa è una bugia, come quella che dicono i grandi. >>
 

Mi svegliai di colpo, sudata e con il respiro affannato.

Mi passai una mano sul viso e cercai di calmarmi. Odiavo questi sogni,erano diventati quasi incubi. Ma questo sogno era diverso. Non era il solito, ma i due bambini erano sempre loro. Il bambino, con quei occhi verdi smeraldo, quei ricci disordinati ma bellissimi e quelle fossette.

Quel bambino sognato per dodici anni, era diventato una persecuzione.

Perché continuavo a sognarlo?

Cosa voleva da me?

Sopratutto,chi era?

Mi girai verso il comodino e presi il telefono per vedere l'ora.

7:55.

Era tardissimo.

Avevo un appuntamento con Ms. Gordon per parlare del viaggio.
 

Corsi in bagno per farmi una doccia veloce.

Mi truccai e asciugai i capelli, non avevo tempo per piastrarli così feci una coda alta.

Andai verso l'armadio e presi una camicia bianca con una gonna corta nera, abbinai il mio orologio preferito e una collana lunga. Indossai un paio di scarpe con il tacco nere e oro abbinate alla borsetta della Louis Vuitton. Scesi al piano terra e presi una mela al volo.

Tornai in camera, mi lavai i denti e mi truccai mettendo il fondotinta, sfumando l'ombretto così da creare l'effetto smokey eyes, un rossetto chiaro e matita per le sopracciglia. Presi la mia borsetta e uscii.

Per oggi avevo solo l'appuntamento con la direttrice, quindi non dovevo portare niente di particolare.

Per fortuna mia madre oggi aveva il giorno libero, così presi la sua auto per andare al lavoro.

Con non so quale miracolo alla fine riuscii ad arrivare in orario.

Parcheggiai la macchina nel garage privato della sede. Devo ammettere che non lo utilizzavo mai, il mio posto era quasi sempre vuoto.

Mi avviai verso l'ascensore e andai diritta al piano della direttrice.

Non feci in tempo a scendere dall'ascensore che subito Eleonor mi venne a salutare.

<< Kiara, buongiorno. >> mi disse sorridendo porgendomi una tazza del caffè della macchinetta.

Amavo questa ragazza, sapeva sempre quando arrivavo e mi preparava sempre il caffè.

<< Buongiorno Ely. Grazie mille per il caffè, sei fantastica. Vorrei tanto farmi una chiacchierata con te ma Ms. Gordon mi sta aspettando. >> afferrai il caffè e le sorrisi.

<< Non ti preoccupare, chiacchieriamo un'altra volta. >> ricambiò il sorriso e la salutai con un cenno del capo.

Mi avviai verso la porta dell'ufficio della direttrice. Bussai e aspettai un assenso per entrare da parte di Ms. Gordon che non tardò ad arrivare

<< Ms. Gordon. >> la salutai come sempre e mi avvicinai alla sua enorme scrivania in vetro.

<< Kiara, sempre puntuale. Prego accomodati. >> mi accomodai sulla sedia davanti a lei e aspettai un po' in ansia la sua richiesta di oggi.

<< Kiara, in questo periodo la rivista è sempre in delirio, tante notizie fresche da pubblicare, tanti stilisti da contattare ma sopratutto tante sfilate. >> mi guardò sorridente come sempre. Io annuii così da farle capire che stavo ascoltando anche se non riuscivo a capire bene dove sarebbe servito il mio aiuto in tutto questo.

<< La prossima settimana ho davvero tantissimi impegni. Sfilate, presentazioni, incontri... non posso muovermi da Detroit. >> diventò seria e io capii tutto.

La prossima settimana ci sarebbe stata una delle sfilate più importanti, dove si assegnano premi e dove ci sono diverse occasioni per fare interviste e foto fantastiche.

<< Ma, Ms. Gordon, la settimana prossima c'è... >> non mi fece finire la frase che subito mi fermò.

<< Lo so Kiara, ma ti ho già detto che ho impegni a cui non posso rinunciare. >>

<< E come farà, la rivista non può rinunciare a una cosa così importante. >> le dissi seria.

Non potevamo rinunciare a una cosa così grande. Per la rivista questo era il periodo più importante per soddisfare i lettori, le cose da scrivere erano tante, le impaginazioni erano più difficili e gli errori erano più frequenti.

<< Ma infatti non ci rinuncerà, non ce lo possiamo permettere! >> si alzò dalla sedia e andò verso la finestra che dava una bella vista della città.

<< Partirai te, insieme a Jack e Catherine. >> in quel preciso momento aveva tutta la mia attenzione.

<< Cosa? >> sgranai gli occhi. Non ero pronta per una cosa così grande, non era nelle mie capacità. In quel momento iniziò a salire l'ansia.

<< Ho detto... >> si fermò per girare la testa e guardarmi. << Partirete la settimana prossima. Starete tre giorni lì ad Hollywood. Un giorno per andare, viaggerete su un Jet privato, alloggerete in un Hotel a 5 stelle per due notti tutto già pagato, mi terrete informata di tutto e la sera sarete accompagnati fino al Red Carpet. Mi fido di te. Dovrete rappresentare la Vanity Fair quindi avrete qualche privilegio in più. Ma non ti preoccupare, sul luogo ci sarà una giovane ragazza che vi aiuterà con le interviste e tutto. Domande?>>

Cerca di assimilare le informazioni e stranamente ci riuscii.

Ms. Gordon si deve fidare davvero tanto di noi per farci andare fino ad Hollywood a rappresentare la nostra rivista.

Okay, erano due le cose... o facevo davvero qualcosa di buono nel mio lavoro oppure la mia direttrice era impazzita.

<< Ma Mr. Johnson e Miss. Gray sanno del lavoro? >> chiesi ingenuamente. In questo momento non mi venivano in mente altre domande.

<< Sì, anche loro sono stati avvisati. >> mi rispose semplicemente.

<< Grazie mille Ms. Gordon. >>

<< Mi fido di voi, voglio un servizio con i fiocchi. Ovviamente questo servizio porterà ad una promozione. Il servizio della Calvin Klein è stato un traguardo fantastico e sono molto fiera di te. Portami un servizio fantastico anche sul Red Carpet e la promozione è sicura.>> mi fece un sorriso caloroso che io ricambia volentieri.

<< Ma qui come farà senza un grafico? >>

<< Non ti preoccupare, per tre giorni ci sarà una sostituta. Non avrà molto da fare, solo un servizio. Al resto ci ha pensato Jack. Lui è un tipo molto preciso nel suo lavoro e non lascerebbe mai qualche servizio importante nelle mani di una principiante. >> risi alla sua affermazione. Aveva ragione.

Jack sicuramente era terrorizzato all'idea di lasciare dei servizi importanti delle mani di chissà chi. Molto probabilmente ha spostato tutti i servizi.

<< Bene, ti invierò tutto questo pomeriggio. Gli orari, le cose più importanti e tutte le scartoffie per certificare che sei della Vanity Fair.>>

<< Certo, grazie mille per questa opportunità Ms. Gordon. >> mi alzi e mi avviai verso la porta.

<< Ah Kiara? Sono sicura che farai un ottimo servizio, rilassati. >> le sorrisi e uscii dall'ufficio.

Quella era la solita frase che diceva Amanda per tranquillizzarmi. Il mio problema più grande era l'ansia, se ne accorgevano tutti.

Mi avviai verso l'ascensore per andare nel mio ufficio.

Quando entrai mi ritrovai un koala appeso al collo.

<< Andiamo a Hollywood!!!!! >> mi urlò in un orecchio Catherine.

<< Sì, ma così mi distruggi un timpano! >> urlai a mia volta.

Lei mi guardò divertita e poi scoppiammo a ridere.

<< Kiara, sei pronta? Tesoro, non mi frega niente noi partiamo venerdì quindi mercoledì vengo da te e ti faccio la valigia.>> mi girai e vidi Jack sbucare fuori dalla stanza relax.

<< Okay, okay. >> risi e alzai le mani in segno di resa.

<< Ottimo, bene ragazze. Dovete scusarmi ma devo tornare alla mia agenda, ci sono tantissime cose importanti che devo sistemare, vi pare che possa lasciare cose così importanti in mano a una sconosciuta? Non so niente di lei, spero solo che non combini danni in mia assenza. >> disse Jack con voce scocciata.

Io e Catherine ci guardammo e iniziammo a ridacchiare senza farci sentire da Jack.

<< Che vi ridete! È  una tragedia. >>

<< Jack per te tutto è una tragedia. Ragazzi, vi saluto. Devo andare ad un appuntamento, ho un'intervista da fare. >> ci salutò Catherine, era tranquilla ma gli occhi la tradirono subito. Era eccitatissima all'idea di quell'intervista.

<< Catherine, chi è la vittima oggi? >> chiesi ridendo.

<< Ehi, non ci provare. È una grandissima attrice. >>

Avete presente i cartoni animati? Il momento in cui due parlano, qualcuno nomina una cosa fantastica e l'altro ha gli occhi a cuoricino? Ecco uguale.

" Secondo me è impazzita. " pensai.

<< Aspetta, aspetta! >> vidi Jack guardare Catherine con sguardo scioccato.

<< Hai un'intervista con Julia Roberts? >> sgranò gli occhi.

<< Sì! >>rispose Catherine con un sorriso enorme.

Iniziarono ad urlare come matti.

" Cosa c'era nel caffè? "

<< Ragazzi vi calmate? >> chiesi ridendo.

<< Sì, scusaci. Ragazzi, io devo proprio scappare ci sentiamo dopo. Kiara stasera che ne dici di uscire? >> mi domandò Catherine.

Stavo per rispondergli che sarei passata da lei verso le 21, ma poi mi ricordai dell'uscita con... Harry.

<< Sorry Catherine, ho già un impegno. >> gli dissi dispiaciuta.

Lei fece un sorrisetto.

<< Oh non ti preoccupare tesoro, Mr. Cinquanta Sfumature di Verde è più importante. >> rise ed uscì chiudendosi la porta dietro.

Sgranai gli occhi alla sua affermazione. Come cavolo faceva a saperlo?

<< Kiara, c'è qualcosa che non mi hai detto? >> mi chiese ridendo Jack.

<< Ooh, fanculo. >>

Mi avvicinai alla mia scrivania per andare a vedere i miei impegni.

Avevo soltanto un servizio fotografico.

Mancavano ancora due ore così decisi di andare al garage di Brian.

<< Jack io vado, ho un servizio tra poco. Ci vediamo domani.>> lo salutai scoccandogli un bacio sulla guancia.

<< Ciao dolcezza, ci vediamo domani. Sappi che non mi scappi, voglio sapere tutto domani. >> gli sorrisi e uscii dall'ufficio.

Andai al garage, entrai nella BMV e andai da Brian.

Parcheggiai proprio davanti l'officina aperta.

Entrai nel garage cercando Brian sotto qualche macchina come al solito.

Cercai tra le diverse auto ma di Brian non c'era traccia.

<< Brian! >> lo chiamai ma niente.

" Che fine ha fatto quel coglione? " pensai.

Decisi di andare a controllare nel retro.

Aprii di poco la porta e lo trovai lì, intento a parlare con un ragazzo.

<< Voglio un bel lavoro Brian, non fare scherzi o dopo ne pagherai le conseguenze. >>

<< Amico, stai tranquillo. La macchina sarà pronta stasera per la corsa. >> rispose Brian allo sconosciuto.

<< Ottimo. >> con questo si congedò.

Fortunatamente non mi notarono, così decisi di rientrare e aspettare Brian dentro.

Dopo qualche minuto lo vidi rientrare e gli corsi incontro.

<< Oh! Kiara, mi hai fatto prendere un colpo. >>

io risi e gli saltai addosso.

<< Mi sei mancato, avevo un po' di tempo libero così ho pensato di venire a salutarti. >>

<< Hai fatto bene piccola, mi sei mancata un sacco anche tu. >>

mi staccai da lui e gli sorrisi.

<< Allora, da quant'è che sei qui?>> mi chiese Brian.

Okay ammetto che non sapevo cosa rispondere.

Erano 10 minuti più o meno.

<< due minuti. >> feci il sorriso più falso.

Odiavo mentire ma alcune volte era necessario.

A quanto pare se l'era bevuta perché mi sorrise.

<< Allora, stasera vieni al solito posto? Se vuoi ti passo a prendere io. >>

Maledizione e ora cosa mi invento?

<< No Brian, questa volta passo. >>

<< Non se ne parla proprio. Sono già 4-5 volte che non vieni. >>

<< Lo so, perdonami... >> abbassai la testa sentendomi in colpa.

Erano diverse volte che non andavo, o ero troppo stanca, o ero troppo occupata con il lavoro oppure era per colpa di Harry.

<< Domani vengo promesso. >> lo guardai sorridendo.

<< Okay piccola. Con che macchina vieni? >> mi chiese.

<< La... >>

Avevo intenzione di portare la Lamborghini senza gareggiare.

Non che avessi paura di perderla sia ben chiaro. Io e quella macchina eravamo una cosa sola, nessuno sarebbe riuscita a portarmela via. Semplicemente volevo metterla in mostra. È stata nascosta tanto tempo.

<< Non ci pensare minimamente. Quella -indicò la Lamborghini nascosta tra  le auto- rimane lì. >>

<< Brian maledizione, quella macchina ha bisogno di essere libera ogni tanto. Non ti dico che devi usarla sempre ma cavolo. Se io sto attenta nessuno può rubarla. Non la mollo un secondo, promesso. >> feci gli occhi dolci e riuscii a convincerlo.

Sì lo so, la macchina è mia quindi in teoria decido io cosa farci ma è anche un po' sua. Lui l'ha modificata, l'ha resa tale da poter essere guidata solo da 3 persone. Ascolto sempre i suoi consigli.

<< Va bene ma a due condizioni. >>

<< Sentiamo. >>risposi ridendo.

<< Uno, non gareggerai, so che vinceresti ma tu non lo fare ugualmente. Due, non lasciarla sola neanche un secondo. >>

<< Andata. >> risi e lo abbracciai.

<< Ah Kiara, ho modificato un'altra volta la Lamborghini. >> mi disse Brian un po' incerto.

Sgranai gli occhi e la bocca.

<< Brian! Mi avevi promesso che non l'avresti più toccata. >> gli dissi un po' scocciata.

<< Vero, infatti io non l'ho proprio modificata, ho solo aggiunto una cosa in più che sono sicura ti piacerà da morire. >>

<> gli chiesi ormai incuriosita.

Si allontanò da me e andò a prendere le chiavi della macchina.

<< Tieni, vai a prendere la macchina e accendila. >>

"No, dimmi che non ha toccato il motore!" pregai tra me e me.

Non sapevo che quello che pensavo era totalmente sbagliato.

<< Fatto! >>urlai a Brian.

Vidi Brian avvicinarsi a me con in mano un qualcosa simile ad un bracciale.

"cosa cavolo è quel coso fighissimo?" pensai.

<< Chiudi gli occhi e fidati di me. >>

<< Fino al chiudere gli occhi ci siamo, il passo seguente non molto. >>

<< Stronza. >>

Scoppiammo a ridere e io feci come mi chiese.

Chiusi gli occhi e mi sentii allontanare dalla macchina.

<< Dammi il polso. >> sentii dirmi da Brian.

Brian allacciò qualcosa al mio polso, una specie di bracciale.

<< Aprili. >>

aprii gli occhi e vidi questo bracciale in gomma con un piccolo LED.

<< Come funziona questo coso? >> risi.

<< E' semplicissimo, allora, questo bracciale serve per stare in contatto con la tua macchina. Il LED si accenderà ogni volta che la tua macchina avrà qualche problema. Guarda. >> lo vidi allontanarsi.

<< Non ti girare, continua a dare le spalle alla macchina.>> sentii urlare Brian.

Rimasi ferma ad aspettare. Iniziai a guardare il bracciale e tutto sommato non era male anzi, era carino. Era nero con una piccola scritta in oro "io appartengo a Kiara" citava la scritta.

Wow!

Vidi il piccolo LED lampeggiare e sentii il braccialetto vibrare.

<< Brian! Cosa cavolo... >>

non feci in tempo a finire la frase.

<< Tranquilla, è normale. Sfiora il LED. >>

lo feci e il braccialetto di aprì, rivelando un piccolo schermino.

"Kiara, Brian sta provando a rubarmi"

sentii Brian uscire dal garage e mi girai a corrergli incontro.

"Cosa cazzo sta facendo?" pensai.

Sentii di nuovo il bracciale vibrare in modo più forte.

"Kiara, mi hanno rubata. Sono qui."

si aprì una piccola mappa che indicava il percorso che stava percorrendo Brian.

Decisi di stare al gioco, in fondo avevo ancora un'ora prima dell'appuntamento.

Salii sulla BMV e iniziai a percorrere la strada che indicava la piccola mappa.

Dopo 5 minuti sentii di nuovo il bracciale segnalarmi qualcosa.

"Kiara, vienimi a prendere mi trovo qui."

così feci, ritrovai Brian appoggiato alla macchina in un enorme piazzale mentre rideva come uno scemo.

<< Ma è una cosa fighissima! >> urlai.

<< Ma allora funziona. >> disse lui contento.

<< Non è ancora finito. Dai, portala te in garage. Io guido la BMV. >>

Gli lanciai le chiavi della macchina e salii sulla Lamborghini.

"È una cosa fighissima lo devo ammettere"

sentii il bracciale vibrare e si aprì di nuovo lo schermino.

"Kiara, che tipo di guida facciamo adesso? Corsa, Strada, lungo viaggio...?"

" E' pure touch sto coso. " pensai.

Impostai la strada e partii.

Arrivati al garage parcheggiai la macchina al suo posto e la chiusi.

Sentii di nuovo il bracciale vibrare.

"Kiara, io ti aspetto qui. Mi raccomando tieni d'occhio il bracciale, è l'unico modo che ho per comunicare con te."

<< Allora ti sei divertita? >> ride Brian.

<< E' una cosa fighissima cavolo! >> risi insieme a lui.

<< Allora, quando la macchina la tengo io il tuo bracciale si disattiva perchè il controllo della macchina ce l'ho io. Quando la macchina la tieni te avviene il contrario. >> sorrise e io gli feci il cenno che avevo capito.

<< Brian, mi sono divertita ma ora devo proprio andare. Ci sentiamo dopo.>>

Si era fatto tardi, dovevo andare. Un servizio fotografico mi stava aspettando.

<< Ciao piccola, ci vediamo dopo. >>

Salii sulla BMV e presi il cellulare che segnalava un messaggio non letto.

Il mittente non era registrato nella mia rubrica.

-Principessa, ti passo a prendere alle 21. Non ti vestire troppo scollata, odio quando qualcuno inizia a fissarti. - era il messaggio che lessi.

Non c'era nessun dubbio, solo una persona mi chiamava così.

 

-Okay a dopo xx –la mia risposta fantastica.

  
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