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Autore: ClairllMayne    15/09/2015    1 recensioni
Harry Styles, con due sogni nel cassetto, così diversi tra loro, ma destinarsi ad incastrarsi.
Il primo è diventare un bravo avvocato, giusto, rispettoso delle regole per sconfiggere il crimine e la parte malata della società.
Il secondo è trovare l'amore, ma non come tutti gli altri, vuole trovare gli occhi che completino i suoi, due stelle luminose nel buio più totale.
Louis William Tomlinson, una tuta arancione e un destino inverosimile sono le sue caratteristiche, insieme ad un giudizio che potrebbe spegnere per sempre quei due occhi che uno sconosciuto sta cercando da sempre.
L'avventura di Harry e Louis, della pace e della guerra, della giustizia e dei complotti, di un mondo egoista che cambierà il modo di pensare ad un avvocato eccellente vi terrà sempre col fiato sospeso.
L'assedio di una società malata influenzerà la vita di ogni personaggio della storia, in un destino che sembra in attesa di godersi ogni singolo passaggio.
Genere: Angst | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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Epilogue -  CAN I KEEP YOU WITH ME FOREVER?

 

Sei il mio rimpianto più grande, Harry Styles.
Sei quel bacio che non avrò mai.
Sei quelle mani grandi che non stringerò e quei ricci soffici che non potrò accarezzare.
Non in questa vita almeno.
Tornerò a trovarti, se mi sarà concesso.
Tornerò a prendermi quel bacio che mi spetta, se avrai la pazienza di aspettarmi.
Continua a sorridere, anche quando sembra impossibile, tu splendi.
Sii luce, Harry. 
Tuo, Louis.

 

Il sole tramonta sornione nella baia di Maya Bay. 
La marea lentamente si ritrae, scoprendo la barriera corallina, per rialzarsi poi l'indomani, con il sorgere del sole.
Le Converse di una vita sono abbandonate poco lontano, sulla sabbia bianca.
Il venticello leggero scompiglia i ricci ribelli, che sfuggono dal codino, mentre osserva le montagne fare da barriera oltre la baia, lì dove il sole scompare. 
Harry si lascia andare all'ennesimo sospiro mentre ripensa a sua madre, a suo padre, a suo nonno e tutto quello che si è lasciato alle spalle. 
Sono molte le persone a cui è stato costretto a dire addio negli ultimi mesi, ed il senso di vuoto che sente allo stomaco ne è la costante presenza.
La conferma di un'assenza che non verrà mai più colmata. 

Osserva l'acqua cristallina ritrarsi lentamente, finché il sole non scompare e solo un lieve bagliore rimane ad illuminare il suo volto stanco.
Si stringe di più nella felpa, rabbrividendo appena, quando la sua attenzione viene attirata dall'anello in metallo che porta al medio.
Istintivamente sfiora la superficie liscia, sfilandolo dal dito e rigirandoselo tra le mani.

Ed ancora una volta si ritrova ad osservare attraverso le grate di una cella d'isolamento, assottigliando gli occhi per scrutare nel buio, cercando di individuare la sagoma di quel corpo sottile. 

 

“Tu hai le fossette, quando ridi si vedono benissimo” 
“Oh quelle, sì lo so”
“Mi piacciono. Ridi ancora”
“Non posso ridere a comando Louis”
“Per favore”

 

Harry scuote vigorosamente la testa, portando poi le mani a coprire il volto, cercando di scacciare quei ricordi che non vogliono saperne di lasciarlo in pace.

 

****



Le palpebre sono pesanti e continuano a calare sugli occhi arrossati dal pianto, mentre sorvolano l’Europa, in un insieme di luci sfocate.

Niall, stai dormendo?”
“No”
“Sei stanco?”
“Non proprio”
“Stavi tremando”
“Soffro di vertigini”
“Non guardare fuori allora”
“Scherzi? Sai da quanto tempo non guardo fuori da un finestrino? Saranno tre anni”

Liam affonda ancora una volta il volto tra i suoi capelli, stringendolo più forte a sé.

“Non dovrebbe mancare molto ormai” lo rassicura, voltandosi poi a guardare Harry, seduto nei sedili posteriori.

Dorme di un sonno profondo, sfinito.

La testa sul sedile piegata in una posizione apparentemente scomodissima, le mani abbandonate sulla felpa di due misure più grandi.

 

****

 

48 ore prima

 

“Lorence, mi occupo io della sezione B stasera, fatti pure una pausa”
“Grazie Payne, ti devo un favore” lo ringrazia il collega, uscendo dal bar del Jail e trascinandosi stanco nella stanza con un unico letto , dove le guade possono riposare.

Sono io a dovere un favore a te Lorence.

Liam attraversa il corridoio costeggiando le celle per la ronda notturna, spegnendo le luci in tutta la sezione e controllando che tutti i carcerati stiano dormendo nelle loro celle, illuminando i loro corpi addormentati con la torcia.
La sua mente, ancora una volta, lo riporta a qualche giorno prima, quando Harry lo aveva coinvolto nel suo piano.
Non ci aveva pensato molto prima di dire di sì, senza alcuna esitazione.
L’entusiasmo di Harry l’aveva coinvolto emotivamente; se quel ragazzo era disposto a rischiare tutto per una persona che a mala pena conosceva, allora lui avrebbe potuto farlo per l’uomo che amava ormai da quattro anni, sei giorni e due settimane.
Sorride a quell’ultimo pensiero, sentendosi ridicolo per non aver mai smesso di tenere il conto, per non essersi mai arreso all’evidenza di una storia finita.
Ricorda con nostalgia quella notte in quel bar, quando quell’allora sconosciuto ubriaco e pieno di piercing l’aveva trascinato nella sua auto, prendendosi il suo piacere e, con quello, il suo cuore.
Non aveva chiesto il permesso, Niall; come un uragano era entrato nella sua vita e l’aveva resa migliore, senza neanche rendersene conto.


Liam illumina il corpo addormentato di Niall con il fascio di luce, attento a non svegliarlo.
Si volta un istante verso il cancello d’ingresso della sezione, pur sapendo che nessuno avrebbe potuto vederlo.
Spegne la torcia e lascia scivolare una busta tra le sbarre, sopra poggia un biglietto che ha scritto qualche ora prima poi, silenziosamente, riaccende la torcia e finisce il giro, chiudendosi
alle spalle il cancello.

 

****

 

Due ore, dieci minuti, trenta secondi.

 

Quando Niall si sveglia non capisce da dove provenga quel boato che si espande in tutto il carcere, strofinandosi gli occhi si solleva dalla branda sottile, ancora intontito dal sonno.
Il suo compagno di cella è stato trasferito il giorno precedente, senza alcun motivo apparente, e nessun carcerato ha ancora preso il suo posto, per questo, senza la solita timidezza che prova quando qualcuno è presente, apre la zip della tuta blu e svuota completamente la vescica del wc attaccato al parete, senza preoccuparsi di non fare rumore.
Incuriosito dal frastuono si avvicina alle sbarre, quando la sua attenzione viene attirata da una busta adagiata sul pavimento lurido.
Si guarda intorno confuso, come per accertarsi ancora una volta di essere solo.
Quella busta deve sicuramente essere li per lui.

-Quando smetteranno di colpire le sbarre sarà il momento. Indossala e raggiungi la sala interrogatori. Nella tasca interna troverai quello che ti serve. Il codice è 2306. 
C’è sempre un’altra opzione.-

Niall rilegge un paio di volte il biglietto, accarezzando con l’indice quella scrittura familiare.

 

****

Quando Harry vive, Louis è costretto a morire, lentamente, tra la pioggia ed il sole, perso in Harry, ed in ogni sua piccola cosa.

 

Quando Louis e Zayn sembrano poter di nuovo stringersi la mano, Harry si lascia scivolare a terra, la tenda viene nuovamente chiusa, ed il medico controlla che il battito cardiaco sia assente. 

Liam è solo, nella stanza degli interrogatori, quando il costante battere contro le sbarre improvvisamente cessa.
Non smette di sperare, neanche quando per l’ennesima volta osserva l’orologio che tiene al polso, e sobbalza, quando il telefono squilla.

“Payne dovreste aver lasciato gli Stati Uniti D’america dieci minuti fa”
“Lo so Patrick. Dacci un paio di minuti” dice, prima di riattaccare il telefono.

Con un’ultima occhiata all’orologio si lascia andare ad un sospiro sconsolato.
Qualcosa era andato storto.
E di tempo, a disposizione, non ne avevano più.
Si appresta a lasciare la stanza quando una mano si poggia sulla sua spalla, facendolo sobbalzare ancora una volta, i nervi a fior di pelle.

“I miei occhi risaltano con questa divisa non trovi?” 
“Sei davvero qui” sussurra Liam, voltandosi ad osservare Niall, in una divisa identica alla sua.
“Sono davvero qui, ma immagino non sia il momento di parlarne. Cosa sta succedendo?”
“Metti questo” ordina dolcemente, sistemandogli il suo berretto sui capelli ossigenati, lasciandogli un veloce bacio su quel piercing in mezzo agli occhi che l’aveva sempre infastidito, ma che gli era mancato terribilmente, come tutto di quel ragazzo capace di risplendere anche in un luogo tanto buio.

 

*****

 

Louis aveva più volte immaginato come potesse essere il paradiso.
Spesso si era ritrovato a fantasticare su nuvole bianche e distese di girasoli.
Aveva sempre pensato che Zayn sarebbe stato lì ad accoglierlo, porgendogli una birra fresca, pronto a brindare al loro essersi ritrovati.
Ma quel giorno, in Paradiso, di Zayn non c'era nessuna traccia.

Si sente stranamente leggero, come avesse dormito per mesi, completamente riposato.
Rimane qualche minuto ad osservare la palma ondeggiare sopra la sua testa, sospinta dal venticello caldo.
Non indossa niente, se non un paio di bermuda.
Sotto di lui della finissima sabbia bianca si stende per uno spazio che pare infinito, circondato da palme tropicali, che lasciano filtrare delicata la luce del sole.
Quel posto è meraviglioso, pensa.
Niente birra, né girasoli, ma sicuramente fantastico.

Tende un braccio giù dall’amaca sulla quale si è svegliato, lasciando che la sabbia finissima scivoli tra le sue dita, solleticandolo appena.
Lentamente si alza, lasciano scomparire i piedi nudi nella sabbia, alzando in alto le braccia sopra la testa per sgranchirsi.

I suoi ricordi sono ancora tutti lì.
Harry è ancora lì.

Sarò il suo angelo custode, o forse lo sono già.
Forse dovrei parlarne con qualcuno.
Non c’è una specie di reception o qualcosa di simile per i nuovi arrivati in paradiso?
Ok Louis. Non delirare.

 

Dopo un lungo interminabile minuto passato ad osservare i suoi piedi spuntare tra la sabbia incredibilmente bianca, si convince a muovere qualche passo, incuriosito dal suono del mare in lontananza.

 

“Arrivederci avvocato”
“Mi chiamo Harry”
“Harry”

 

 

Ancora una volta i suoi sensi lo riportano a quell’unico ricordo che vive nella sua mente.
Quel desiderio irrealizzabile di amarlo e lasciarsi amare.
Louis non sa perché sia stato destinato a tutto quello, alla perdita del suo migliore amico, al tradimento di sua madre, ed all’impossibilità di vivere il suo unico vero amore.
Non sa neanche come sia possibile provare un sentimento come quello.
Un brivido percorre tutto il suo corpo, quando l’immagine di quel paio di occhi incredibilmente verdi occupano prepotenti la sua mente. 

L’ultima cosa che ha visto sono stati quel paio di occhi, e sono tutto quello che vorrebbe vedere ancora.
Quando raggiunge il limitare della foresta, riesce finalmente a bearsi di quello spettacolo naturale.
Una piccola spiaggia di sabbia bianca, bagnata da delicate onde leggere, che tornano poi a confondersi con l’acqua cristallina.
A fare da sfondo, una fila di montagne che, eleganti e maestose, delimitano la baia.

Louis non ha mai visto uno spettacolo tanto meraviglioso, per questo spalanca la bocca in un sorriso gioioso, quando a passo svelto raggiunge la riva, lasciando che le onde portino via la sabbia dai suoi piedi, bagnandolo fino alle caviglie fini.

Si lascia cadere sulla sabbia tiepida, aspettando il calare del sole, con la sola compagnia del suono del mare, quando la marea lentamente si ritrae.

 














“Buongiorno William”

Quella voce, Louis, l’avrebbe riconosciuta ovunque.
Roca, calda, sensuale e dolce.

Non si volta né risponde, continuando a fissare l’oceano, incapace di controllare le lacrime che bagnano il suo volto pallido, al suono di quella voce.
Si irrigidisce appena, quando due mani grandi si poggiano sulle sue spalle ed una paio di gambe lunghe lo avvolgono da dietro, quando Harry si siede, abbracciandolo e premendo il petto contro la sua schiena, inspirando a pieni polmoni tra i suoi capelli.
Un brivido percorre la sua spina dorsale in quel preciso momento, quando Harry preme delicatamente le labbra contro la pelle liscia del suo collo.

“Ti avevo detto di continuare a vivere Harry, me l’avevi promesso” si lamenta, rilassandosi appena in quell’abbraccio.
“Ed è quello che ho fatto. Io mantengo sempre le promesse”
“E allora che cosa ci fai qui?”
“Quello che ci fai tu Loueh, ci vivo”
“Vivi in Paradiso?” chiede confuso, continuando ad osservare la barriera corallina emergere lentamente, man mano che la marea di ritrae.
“No Loueh, non vivo in Paradiso, e neanche tu” spiega paziente, intrappolando le manine di Louis nelle sue, per poi poggiare il mento sulla sua spalla.
“Io sono morto Harry, quindi se questo non è il Paradiso, che cos’è?”
“Benvenuto a Maya Bay Loueh e, per la cronaca, tu non sei morto, e nemmeno io”

Louis si prende qualche istante per riflettere, lasciandosi cullare dalle braccia di Harry.
È confuso e vorrebbe fare mille domande, ma rimanere in silenzio osservando il calare del sole oltre la baia gli sembra la cosa giusta da fare, così intreccia le dita con quelle di Harry, rilassandosi totalmente.
In un totale, assoluto silenzio.
Solo quando l’aria si fa più fresca ed il sole scompare all’orizzonte si volta ad osservalo.

In silenzio, dolcemente, posa le labbra fini su quelle carnose di Harry, che risponde al bacio con un’intensità impossibile da descrivere.
Neppure il più dolce degli aggettivi riuscirebbe mai ad esprimere il modo in cui le dita della mano sinistra di Harry scivolano tra i suoi capelli lisci, mentre quelle della mano destra stringono ancora le sue, in una presa forte.
Una presa che sembra gridare che no, non l’avrebbe lasciata mai, quella mano.

La sabbia fine scivola delicata sulla loro pelle nuda, quando si lasciano cadere sulla riva, leggeri, senza smettere mai di baciarsi, neanche per un istante.
Neanche per dirsi ti amo, perché non ne hanno bisogno, di parole.

Ad Harry e Louis non sono mai servite le parole, tutto quello che hanno bisogno di dirsi è racchiuso nei loro sguardi, prima, nei loro baci, dopo.

Louis lascia scivolare la mano libera sul volto di Harry, tracciandone il profilo, sfiorando delicatamente la sua pelle, provocando un brivido in entrambi, e quella necessità che nasce da dentro, in fondo allo stomaco, quel chiedere di più ed il trovare risposta nei sospiri dell’altro.

Ed è lì, su quella spiaggia bianca, al tramontare del sole, che l’avvocato Harry Edward Styles ed il detenuto Louis William Tomlinson cessano di esistere, per dare vita ad un nuovo Harry, un nuovo Louis, ed un nuovo unico, magico, inimitabile, irripetibile amore.

Un amore di quelli che fanno venire voglia di scrivere un libro, un amore di quelli che fanno venire voglia di disegnare e di scrivere canzoni.
Un amore che tutti segretamente sognano, ma che che solo rarissimi casi eccezionali sono destinati a vivere.

Ed è questo che Harry e Louis sono, un caso eccezionale, una storia d’amore unica, una di quelle che ti fa venire voglia di sorridere, semplicemente perché esiste.

È su quella spiaggia bianca, al limitare della foresta, accompagnati dal suono delle onde leggere che per la prima volta confondo i loro sapori, i loro odori, gli occhi emozionati ed i sorrisi sinceri.

 

****

 

“Vieni con me Loueh, devo farti vedere una cosa”

Harry lo libera da quell’abbraccio che sembra durare da secoli, sollevandosi sui gomiti, così che Louis, che fino a quel momento teneva la testa poggiata sul suo petto, si sollevi insieme a lui, in un unico movimento. 
Quando sono entrambi in piedi Harry accoglie ancora una volta la sua mano piccola in quella più grande.
Sembra quasi che le sue mani grandi siano state create appositamente per stringere quelle più piccole e delicate di Louis.
Ed Harry non può fare a meno di sorridere a quel pensiero, mentre camminano insieme verso la foresta, lasciandosi alle spalle la barriera corallina ormai completamente scoperta grazie alla bassa marea.

“Eccole qui!” Louis copre una fossetta con l’indice, quando il sorriso di Harry ancora una volta compare sul suo volto.
“È bello sapere che ti piacciono le mie fossette, perché dovrai vederle per molto, moltissimo tempo”
“Non potrei essere più felice di così. Dove stiamo andando Harold?”
“Harold?”
“Che c’è, non ti piace?”
“No è che, non lo so”
“Harry” 

Louis si ferma, ed i suoi occhi sono seri adesso. 
Qualcosa non va, e Louis lo sente.
Non sa spiegarsi come sia possibile, ma quell’energia che connette uno all’altro lo rende sensibile all’inverosimile verso i suoi sentimenti.
Anche se Harry fosse stato il miglior bugiardo del mondo, non avrebbe mai potuto esserlo, non con Louis.

“È una storia lunga Louis. Ti spiegherò tutto, ma ci saranno domande che vorrai farmi, alle quali non saprò rispondere come vorrai. Quindi ti prego, vieni con me adesso. Ti dirò tutto quello che c’è da sapere”
“Te lo prometto” aggiunge poi, quando Louis apre la bocca per ribattere, e subito la richiude, perché se c’è una cosa che ha imparato è che Harry, le promesse, le mantiene.
A qualunque costo.

Proseguono lungo il sentiero sabbioso che Louis ha percorso quelle che gli sembrano infinite ore prima, raggiungendo di nuovo la radura sabbiosa nascosta tra le palme.
Delle luci di candele illuminano due piccole casette in legno, l’una vicina all’altra, l’amaca dove aveva dormito ondeggia leggera.

“Non le avevo notate prima” dice estasiato, osservando quelle casette e le luci delle candele.
“Ti piacciono?” la speranza nella voce di Harry è tanta da farlo sorridere.
“Le adoro” conferma, stringendo un po’ la sua mano.
“Giusto in tempo per la cena!” Liam li raggiunge sorridendo, il volto rilassato.

Indossa un paio di bermuda ed una camicia di lino bianca, i capelli morbidi scompigliati dalla brezza leggera.
La sua carnagione chiara contrasta con quella abbronzata di Niall che compare al suo fianco, poggiando una mano sulla sua spalla.

“Niall…”
“Lou”
“Liam”
“Louis”
“Voi…”
“…Noi”
“Ok. Credo di dovermi sedere” conclude, prendendo posto intorno al fuoco, dove del pesce sta cuocendo lentamente.

Non è semplice per Louis capire quello che gli viene detto.
Le domande nascono come un fiume in piena e con quelle una sensazione di nervoso che non riesce a placare.

“Credevo di essere morto. Avete lasciato che pensassi di morire e nessuno ha avuto mai il dubbio che forse avrei dovuto saperlo?”
“Non potevamo dirtelo Loueh, fino all’ultimo momento non eravamo sicuri che il piano avrebbe funzionato”
“Quindi, ricapitolando, tu sei entrato nella stanza dell’esecuzione ed hai scambiato il siero letale con una dose di sonniferi” dice, rivolto a Liam.
“Sì”
“E com’è possibile che il medico legale abbia dichiarato il mio decesso? Insomma, il mio cuore continuava a battere, no?”
“Ma quanto è intelligente?” chiede Harry rivolto agli altri due, scompigliandogli i capelli con una mano, orgoglioso.
“Piantala Harold” lo ammonisce serio, mettendosi comodo tra le sue gambe, la schiena contro il suo petto.
“Il medico legale è un caro amico di Patrick, il mentore di Harry, ed è l’avvocato che ho contatto per il caso di Niall. Non è semplice da spiegare, ma in ogni caso Patrick ci ha aiutato, e cha anche procurato un jet privato per volare fin qui” spiega Liam, mentre osserva Niall girare il pesce sul fuoco.
“E poi dall’obitorio mi avete portato fino all’aereo?”
“Esattamente, Niall ed io ti abbiamo portato fuori di lì, mentre Harry ci aspettava in macchina”
“E Niall come ha fatto a scappare?”
“Liam mi ha lasciato nella cella tutto quello di cui avevo bisogno, ho indossato una divisa da guardia e l’ho raggiunto. Ma il diversivo più grande sei stato tu”
“Io?”
“Sì. Quando sei stato portato via, tutti i detenuti hanno voluto salutarti, battendo contro le sbarre. È stato incredibile, ed è durato più di un’ora, ed ha anche distratto i secondini che cercavano di riportare la calma in tutte le sezioni”

Louis rimane qualche minuto in silenzio, osservando Liam e Niall sorridergli soddisfatti.
Riesce a sentire Harry trattenere il respiro, quando il suo petto smette di muoversi contro la sua schiena.

“Puoi riprendere a respirare Harry, non mi metterò a gridare” lo tranquillizza, afferrando entrambe le sue mani e portandole al petto, in modo da avvolgersi tra le sue braccia, un po’ più stretto.
“Nessuno sa che siamo qui vero?”
“Nessuno”
“E potremmo stare qui per sempre?”
“Questo non lo sappiamo. Lo scopriremo insieme immagino” confessa Liam con un’alzata di spalle “Il nostro piano finisce qui, adesso le decisioni le prendi con noi”.

 

****

 

Cenano tutti e quattro insieme, imparando a conoscersi, tra battute e confessioni.
Se qualcuno li vedesse adesso, probabilmente non riuscirebbe a capire come un avvocato, un condannato a morte, una guardia ed un carcerato, siano finiti a cenare al chiaro di luna del pesce appena pescato, parlando di tutto e di niente, come fanno gli amici di una vita.
E come è consuetudine nelle migliori cena tra amici, arriva sempre, presto a tardi, il momento del brindisi.
Per questo, quattro bicchieri di plastica colmi d’acqua si scontrano delicatamente tra loro per poi alzarsi al cielo.

“A noi” dicono in coro, ma si può sentire chiaramente la più delicata tra quelle voci sussurrare emozionata “A te, Zayne”, quando il suo sguardo si perde nel cielo stellato.

 

****

 

“Mia madre mi chiamava Harold” 
“Non riesco a credere che tu abbia lasciato tutti per me”
“Lo farei altre infinite volte, e tutte le volte ne sarei felice Loueh. Quando pensavo di doverti dire addio, ho desiderato morire. L’idea di non vedere più i miei genitori è dolorosa, ma sopportabile. Perdere te, non riesco neanche ad immaginarlo. Quindi non sentirti mai in colpa per questo, ti prego”
“Io non ti merito Harry”
“Tu ti meriti tutto Louis, ti meriti me e tutto il mio amore, ti meriti un noi che sia per sempre, e non saremo mai una di quelle coppie banali che di fronte all’altare si prometto che rimarranno insieme finché morte non li separi perché noi, Lou, la morte l’abbiamo sconfitta.”
“Il nostro amore è come una magia, penso. Come un incantesimo. Ecco cosa sei! Sei uno stregone, e quando mi hai guardato per la prima volta mi hai fatto un incantesimo per farmi perdutamente innamorare di te”
“Davvero è così evidente? Credevo che non mi avresti mai scoperto!” ride Harry, sdraiato sull’amaca che dondola piano, il braccio avvolto sulle spalle di Louis, che tiene la testa sul suo petto, entrambi intenti ad osservare il cielo stellato.
“Vorrei dirti che ti amo, eppure mi sembra così banale per noi…” 

Louis giocherella con il crocifisso appeso alla catenina al collo di Harry, mentre si sforza di trovare le parole giuste per esprimere quella sensazione di pace che prova.
Come  un’onda di energia positiva che gli riempie l’anima.

“Forse non esiste un modo per definire la nostra… cosa” concorda Harry, accarezzando i suoi capelli.
“Forse nessuno prima di noi è mai stato tanto fortunato da vivere un legame come il nostro. Forse siamo i primi e gli unici”
“I primi e gli unici, mi piace” 
“Anche tu mi piaci” scherza Harry, stringendolo più forte a se e rubandogli un bacio sulle labbra.

“Sei il mio primo e unico Harry”
“Sei il mio primo e unico Louis”
“Verso l’infinito e oltre” scherza Louis, imitando la voce di Buzz Lighteyar in Toy Story, provocando una risata gioiosa in Harry, e le fossette prontamente compaiono sul suo volto.

“Amo vederti sorridere Harry, ma amo ancora di più quando sono io la ragione del tuo sorriso.”










Harry e Louis si addormentano vicini quella notte, con le dita intrecciate ed i volti vicini, tanto da percepire i proprio respiri fondersi in uno unico.

Harry e Louis si sarebbero addormentati così per infinite altre notti, ed allo stesso modo si sarebbero svegliati.
Perché nella magia si può non credere, ma talvolta, i miracoli accadono, e quei due ragazzi innamorati altro non sono che una benedizione del cielo.
Perché l’amore è amore, in qualunque forma, in qualunque circostanza, e questo, quei due, lo sapevano bene.

Certe cose non finiscono, mai.

 

 

“Mi sono innamorato di lui come ci si addormenta… lentamente, e poi profondamente”

 








CLAIR:

 

Ok. 
Eccoci alla fine.
Non lascio mai i miei pensieri, forse un po’ per gelosia, mi piace tenerli per me.
Ma questa storia, merita di essere dedicata a delle persone speciali.

Ludovica e Maura, meravigliose creature, che hanno condiviso con me ogni dubbio e soddisfazione, che mi hanno sostenuta sempre e con pazienza hanno sempre trovato le parole giuste ed i consigli, altrettanto giusti.
In particolare ringrazio Maura, per essere sempre la prima a lasciarmi una stellina, per aver scritto la descrizione e per aver letto in anteprima con me, in diretta skype, facendomi sempre sentire speciale.
Ludovica, per aver betato ogni capitolo soffrendo sempre due volte, per essersi commossa ed avermi fatto commuovere, per aver condiviso con me tutto questo quando non era latro che un’idea, fino ad adesso, fino alla fine.

GRAZIE AMICHE MIE, perché voi siete magia.

Grazie anche  Giuls, senza la quale tutto questo non avrebbe mai avuto possibilità d’esistere.
E con tutto questo non mi riferisco soltanto a questa storia, ma a molto, molto di più.
Senza di te, Giuls, non avrei conosciuto Ludo e Mau, non avrei conosciuto Harry e Louis, non avrei conosciuto la magia.

Quindi grazie, per avermi concesso tanto.

Vi voglio bene.

 

Grazie anche a tutte voi che mi avete fatto compagnia, anche quando faceva male (praticamente sempre. SORRY.)
Mi sono presa parecchi insulti per la morte di Lou ma spero di essermi fatta perdonare, e ci tengo a specificare che questo HAPPY ENDING, non è stato pensato per “rimediare al disastro” ma era nei piani fin dal principio.

Grazie ancora a tutte quante, ma soprattutto, grazie ad Harry e Louis, per avermi insegnato che si può dire ti amo semplicemente guardandosi.

 

 

All the Love.

 

   
 
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