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Autore: Ragdoll_Cat    16/09/2015    9 recensioni
È passato poco più di un anno dal crollo dello S.H.I.E.L.D. e Steve ha deciso di ritornare a Washington.
Purtroppo non è riuscito a trovare Bucky, ma una nuova sfida lo attende.
In quest'avventura però non sarà da solo.
E ricordate che certe cose, per fortuna, non cambiano mai!
Attenzione: La mia storia non seguirà la storyline del MCU.
Quindi non ci saranno riferimenti ad AoU o altro.
Dal testo:
[...]-E tu non hai ancora finito di faticare?- gli domandò, voltandosi lentamente verso di lui e guardandolo per la prima volta in faccia.
-No...
Sei tu l'unica cosa buona che mi sia capitata da quando ho deciso di cercare Bucky, perciò non voglio che tu resti coinvolta in tutto questo, ma allo stesso tempo ti chiedo scusa per aver tentato di importi qualcosa contro la tua volontà- continuò lasciandole il polso -io accetterò qualsiasi tua scelta, sia che tu decida di rimanere o di andartene comunque, per via del mio comportamento di poco fa.-
Selene non disse nulla, ma si limitò ad annullare la distanza che li separava, tuffandosi letteralmente fra le braccia di Steven.

Vi auguro una buona lettura!
[CONCLUSA]
Genere: Avventura, Azione, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: James 'Bucky' Barnes, Nuovo personaggio, Sorpresa, Steve Rogers
Note: Movieverse, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Accidere ex una scintilla incendia passim'
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In generale, è una regola: più la carta e l'ortografia sono cattive, più la busta è sporca, più il contenuto è serio e importante. (Lev Tolstoj)

 
 
 
 
 
 
*
 
Quando quella mattina Selene aveva deciso di indossare le scarpe nuove per recarsi al lavoro, non avrebbe di certo potuto immaginare che le suole di cuoio ancora lisce delle ballerine non avrebbero offerto la giusta resistenza al legno levigato del piolo della scala.
Quante volte si era arrampicata su quella scala alla ricerca di uno specifico libro per le sue ricerche? Centinaia probabilmente; e altrettante volte ne era ridiscesa senza alcun problema, svelta e sicura come un gatto.
 
La giovane quel giorno si trovava in biblioteca in quanto la professoressa Hall, Capo dipartimento di Storia Moderna e Contemporanea, in vista di un convegno che si sarebbe svolto il mese successivo, che avrebbe trattato la rivoluzione medica sui campi di battaglia, le aveva assegnato il compito di redigere una relazione sull'evoluzione del ruolo delle infermiere. 
Selene, che aveva basato la maggior parte della sua carriera universitaria sull'emancipazione femminile era di conseguenza, la più competente per qualsiasi ricerca in tale campo. 
Finalmente era riuscita a trovare il libro che le interessava, “Notes on Nursing” scritto da Florence Nightingale.  
Aveva trascorso la maggior parte della giornata su quel trattato studiando con profitto; ora dopo aver trascritto le nozioni che le servivano era pronta per andarsene.
 
La giornata era stata lunga e faticosa e non era ancora finita, pensò. 
La relazione era ancora a metà, ma l'avrebbe terminata quanto prima, a casa ovviamente, perché la biblioteca stava per chiudere.
Era in cima alla scala quando, le parve di udire una voce chiamarla insistentemente.
Si concentrò ed effettivamente nella biblioteca c'era qualcuno che la cercava. Chissà chi era...
 
-Signorina Lowell? È qui?-
 
-Sì- Chi mai poteva essere quel temerario che la chiamava a gran voce?
 
Finalmente una testa bionda sbucò dagli scaffali e Selene udì nuovamente la domanda:
 
-Signorina Lowell?-
 
-Quassù!- gli rispose, ancora in cima alla scala, poiché stava riponendo il volume.
 
Steve alzò la testa e finalmente la vide.
 
Selene abbassò lo sguardo e gli disse con un sorriso:
 
-Salve!-
 
-Salve!-
 
-Cosa posso fare per lei?-
 
-Potrebbe scendere? Devo chiederle una cosa...-
 
-Un momento solo, signor...- continuò lei mentre iniziava a scendere.
 
-Steve. Steve Rogers.-
 
All'udire quel nome la giovane si fermò e abbassò nuovamente lo sguardo e domandò con curiosità mista ad aspettativa:
 
-Steve Rogers? Quel Steve Rogers?-
 
-Sì... ci conosciamo?-
 
-No, mi scusi che maleducata, sono Selene Lowell...-
 
Steve Rogers era lì! Era riuscito a trovarla!
Felice ed emozionata per quell'incontro inaspettato iniziò a pensare a quello che avrebbe potuto dirgli, mentre riprendeva la discesa lungo quella scala già mille volte usata.
 
Non si sarebbe mai aspettata di scivolare e quindi la sorpresa le fece perdere l'appiglio al piolo che stringeva con la mano destra.
Istintivamente chiuse gli occhi e serrò le braccia al petto nel tentativo di minimizzare la superficie d'impatto ed attese il dolore della caduta che però, per sua fortuna, non arrivò mai.
 
Giunse, invece, una voce preoccupata alle sue orecchie:
-Tutto bene?-
 
Solo allora quindi si arrischiò a sollevare una palpebra seguita subito dall'altra.
I suoi occhi verdi si specchiarono in quelli azzurri di Steve, che la osservava con apprensione.
 
-Sì, tutto bene, grazie.-
 
-Sei sicura? Sembri un po' scossa- le disse continuando a tenerla in braccio -Hai fatto un bel volo.-
 
-Colpa di queste stupide scarpe- esclamò lei additando le colpevoli del misfatto -Tranquillo sto bene- continuò -Ora puoi mettermi giù, grazie.-
 
Steve si riscosse e fece scendere Selene.
La giovane nel tentativo di recuperare un po' di contegno, posizionò una ciocca di capelli che le era sfuggita dalla coda finendole così davanti agli occhi, dietro l'orecchio sinistro.
Poi con voce gioiosa gli disse tendendogli in contemporanea la mano:
-Selene Lowell, grazie per avermi presa al volo!-
 
-Steve Rogers, non c'è di che- le rispose stringendogliela.
 
-Signorina Lowell...-
 
-La prego mi chiami Selene...- gli disse sorridendo.
 
-Steve e dammi del tu- infatti una delle prime cose che il Capitano aveva imparato era che nel 21° secolo vigeva un approccio più colloquiale a discapito della formalità.
 
Selene non era una ragazza ingenua, infatti sapeva benissimo perché Steve era lì; per questo gli disse:
-Questo non è il luogo adatto per parlare, quindi seguimi Steve.-
 
Selene davanti e Steve subito dietro percorsero insieme i vari corridoi, poi una volta usciti dall'enorme locale si diressero verso l'ufficio di Selene.
Quest'ultima aprì la porta e di diresse verso la più piccola e ordinata scrivania della stanza.
 
-Allora Steve immagino che tu sia qui per la nonna.-
 
-Nonna?-
 
-Scusami, la forza dell'abitudine. Peggy non è o meglio non era mia nonna, ma io la chiamavo così.
Sei stato alla casa di riposo vero?- continuò la ragazza -Avevo lasciato un mio recapito, sapevo che prima o poi saresti arrivato.-
 
-Non so come iniziare...-
 
-Allora non farlo, lascia parlare me...-
La giovane iniziò a raccontargli di come aveva conosciuto Peggy anni addietro, quando suo nonno era divenuto ospite della stessa casa di riposo della donna.
Un incontro fortuito il loro, ma che in breve tempo era sfociato in un legame che poteva benissimo essere considerato un alla stregua di un rapporto nonna-nipote.
-...Ho un plico da consegnarti da parte della nonna.-
 
-Un plico?-
 
-Sì, lo conservo a casa mia e c'è il tuo nome scritto sopra, quindi credo proprio che sia tuo.-
 
-Cosa contiene?-
 
-Non lo so. È sigillato. Ora...- Selene si interruppe e diede uno sguardo al suo orologio da polso -sono quasi le diciotto; io adesso dovrei tornare a casa. Se hai piacere ci potremmo trovare domani mattina, decidi tu dove.-
 
Steve a quel punto si era fatto impaziente e quindi le disse:
-Avrei un po' di premura; se vuoi posso offrirti un passaggio...- sorprendendo pure se stesso, per la spontaneità con cui si era offerto.
 
-Va bene, se non è un disturbo, accetto molto volentieri!-
 
Steve attese qualche minuto, mentre Selene raccoglieva alcuni fogli scritti in maniera fitta e li riponeva con cura nella borsa da lavoro.
Fatto questo uscirono e Selene richiuse a chiave la porta.
 
Mentre si dirigevano verso il parcheggio Selene gli spiegò che normalmente lei andava al lavoro in bicicletta, ma quella mattina una sua collega era passata a prenderla e quindi avrebbe dovuto fare parecchia strada a piedi, quella sera, quindi l'invito di Steve era capitato proprio a fagiolo.
 
-Dove hai parcheggiato l'auto?-
 
-Veramente sono arrivato con quella- le rispose indicando la lucente Harley Vivid Black 2012 Softail Slim 2012.
 
Selene a quel punto si fermò; era parecchio nervosa...
 
-Cosa c'è? -
 
-Ecco... non credo che sia una buona idea... non sono mai salita su di una motocicletta... ti confesso che ho un po' di paura.-
 
-Non devi averne, fidati di me- replicò salendo sulla moto.
 
-D'accordo.-
 
Selene prese posto dietro a lui e poi gli disse:
-Wisconsin Ave, all'angolo con Gardfield Street vicino a Bryce Park.-
 
-Ricevuto! Pronta?-
 
-Sì! Parti!- gli rispose decisa.
 
Partirono e quando si dovettero fermare a causa di un semaforo rosso Steve girò un poco il capo, e le domandò, con una punta di divertimento nella voce:
-Sei ancora intera?-
 
Selene che fino a quel momento aveva tenuto gli occhi chiusi, si rilassò un pochino e li aprì, assieme alla bocca per rispondergli in maniera affermativa; le braccia attanagliate attorno alla vita di Steve invece non diedero alcun segno di cedimento.
 
Dopo pochi minuti arrivarono a destinazione e una volta parcheggiata la moto Steve disse:
-È stato così terribile? -
 
-No, è stato divertente! La prossima volta però indosseremo il casco, ok?- gli rispose rivolgendogli nel contempo uno dei suoi luminosi sorrisi che Steve avrebbe imparato a conoscere.
 
-D'accordo.-
 
Selene gli fece strada ed insieme salirono fino al terzo piano del condominio, per poi entrare nell'appartamento F.
 
C'era silenzio, si percepiva solamente il ronzio quieto del frigorifero in cucina, alla loro sinistra e nulla più. 
A destra si estendeva il soggiorno e da lì un breve corridoio conduceva alla camera da letto e al bagno attiguo.
Alle finestre delle tende bianche e gialle di spesso cotone, schermavano il calore ma permettevano alla luce di filtrare; l'ambiente era così al tempo stesso fresco e luminoso. 
Selene aprì comunque una finestra e una corrente d'aria nuova percorse tutto il soggiorno.
 
-Posso offrirti qualcosa Steve? Acqua, del tè freddo...-
 
-No, grazie sto bene così.-
 
-D'accordo, aspetta qui, torno subito. Fai come se fossi a casa tua.-
Detto questo Selene sparì lungo il corridoio.
 
Steve iniziò a girare per casa, quasi senza rendersene conto. 
Si avvicinò alla mensola del caminetto per osservare le foto che vi erano allineate.
Ritraevano Selene e suoi cari in vari episodi di vita familiare: il giorno della laurea, il matrimonio del fratello, l'anniversario dei genitori, il battesimo del nipote e così via...
Sul tavolino di vetro che si trovava fra il divano e la televisione c'erano pure delle istantanee, scattate quasi a tradimento, durante una partita di tennis, Selene bambina che dormiva sul divano con un gatto lungo il fianco, momenti di vita vera, momenti che Steve aveva dimenticato...
 
La cosa che colpiva di più comunque erano le librerie stracolme di libri.
Steve diede una rapida occhiata alle coste di alcuni volumi; edizioni economiche erano vicine a quelle più ricercate, rilegate in brossura o addirittura in pelle. 
I vari libri erano suddivisi per argomento, che spaziavano dalla storia dell'arte fino al giardinaggio, passando per romanzi rosa e trattati accademici; non mancavano neppure i classici della letteratura, i thriller moderni o le biografie di personaggi storici; ce n'erano alcuni scritti in greco, altri in latino, parecchi in italiano e tutti erano stati indubbiamente letti più e più volte. 
 
Selene amava i libri, addirittura più di lui e questa scoperta chissà perché lo fece sorridere.
 
In quel momento Selene ritornò da lui, reggendo,con un po' di fatica, fra le braccia una grossa scatola di cartone spesso. 
Sul coperchio marrone spiccava, a causa del suo colore vistoso una grande busta gialla.
La padrona di casa l'apostrofò dicendogli:-Hai trovato qualcosa di tuo gradimento? - indicando, con un cenno del capo, la libreria.
 
Steve la liberò prontamente di quel peso e le domandò:
-In che senso?-
 
Selene gli indicò il tavolo della cucina, quasi ad invitarlo ad appoggiare la scatola lì e gli rispose:
-Se hai trovato un titolo che ti ha colpito, prendilo pure, te lo presto volentieri.-
 
-Come in biblioteca?-
 
-Esattamente!-
 
Durante quello scambio di battute il cuscino peloso che, fino a quel momento era rimasto a dormire nella sua cesta, si rianimò rivelandosi per quello che era in realtà; un bellissimo gatto birmano dagli occhi blu.
Il nuovo elemento si fece notare con un lungo miagolio molto significativo, voleva essere accarezzato quindi si strusciò sulle gambe della sua padrona e poi si avvicinò pure all'ospite.
Steve si accovacciò per poterlo accarezzare; il felino iniziò così un concerto di fusa, completamente soddisfatto.
 
-È un bel gatto, Selene, come si chiama?-
 
-Dastan.-
 
-Che nome insolito.-
 
-Già... è persiano; a seconda della pronuncia può significare sia “mascalzone” che “storia”.-
 
-Lo trovo molto appropriato- le disse in virtù delle letture appena scoperte.
 
-Vero?-
 
Steve grattò un'ultima volta la schiena del gatto per poi riportare l'attenzione sulla scatola che Selene gli aveva portato. 
Era parecchio grande e anche un po' pesante; portarla a casa in moto era fuori discussione.
 
-Ti dispiacerebbe tenerla per un altro giorno? Devo organizzarmi per il trasporto.-
 
-Affatto! Ma la busta puoi prenderla, sai? Non è incollata- gli rispose Selene passandogliela.
 
-Grazie mille.-
 
-Aspetta, ti lascio i miei numeri, quello di casa e il cellulare, così ci sentiamo e ci possiamo organizzare.-
 
Detto questo la ragazza si avvicinò al telefono che si trovava in cucina e scribacchiò i numeri su di un post-it che poi attaccò alla busta che Steve teneva in mano.
 
-Ecco qua!- gli disse con un sorriso.
 
-Ora devo proprio andare...- dichiarò mentre sistemava la busta all'interno del giubbotto. 
 
Selene gli aprì la porta e disse:
-Ti accompagno.-
 
Scesero insieme le scale e una volta usciti, Steve risalì sulla motocicletta e salutò Selene:
-Ciao Selene!-
 
-Ciao Steve! Vai piano, mi raccomando!-
 
Il Capitano rise per quella raccomandazione e partì; Selene dal canto suo restò ferma a guardarlo fino a quando non fu sparito completamente alla sua vista e solo allora rientrò in casa.
Una volta tornata nel suo appartamento riprese in mano la scatola e la riportò in camera sua; fatto questo la giovane osservò la foto che teneva sul comò e che la ritraeva insieme alla sua nonna acquisita, scattata durante la festa di compleanno di quest'ultima e mormorò:
-Ti voglio bene, nonna- prima di uscire dalla stanza e tornare in salotto.
 
*
 
Steve aprì la porta del suo appartamento; lanciò con noncuranza le chiavi della moto all'interno della ciotola che era appoggiata sulla consolle dell'ingresso. 
Una volta richiusa la porta con uno spintone si diresse verso la cucina; non per mangiare un boccone poiché non aveva né fame né viveri ma semplicemente per poter esaminare con cura la grossa busta gialla che gli aveva consegnato Selene.
 
La osservò a lungo, non aveva nulla di speciale; era una semplice busta gialla imbottita con la plastica a bolle e che aveva di sicuro visto giorni migliori. 
Gli angoli erano un po' ammaccati, ma l'inchiostro nero che lo indicava come destinatario, era lucido e perfettamente leggibile. 
Continuò a rigirarla fra le mani per qualche minuto, interrogandosi sul possibile contenuto. 
Era difficile immaginare cosa avrebbe potuto trovare al suo interno a causa dell'imbottitura bollosa.
 
Steve ormai divorato dalla curiosità si alzò e cercò un paio di forbici, che inopinatamente si trovano all'interno del cassetto delle posate.
Tagliò con un gesto deciso la patella della busta e ne rovesciò il contenuto sul tavolo. 
Altre buste caddero da quella gialla, che si sparsero a raggiera sulla superficie lignea.
 
Lettere?
Peggy gli aveva scritto delle lettere?
 
Sempre più perplesso Steve ne afferrò qualcuna e solo allora notò che sul lato frontale di ognuna vi erano impressi dei numeri o meglio delle date... 2012, 1955, 1946, 1950 e così via...
 
Dopo averle messe in ordine cronologico si fece coraggio ed aprì la prima. 
Un paio d'ore più tardi, dopo averle lette tutte più volte, Steve le rimise all'interno della busta originaria ed uscì nuovamente da casa. 
Sistemò la busta nella tasca interna del giubbotto e iniziò a camminare; aveva bisogno di schiarirsi la mente e una lunga passeggiata gli parve una buona idea.
 
Dopo quasi un'ora di cammino, durante la quale aveva continuato a rimuginare riguardo alle parole che aveva letto, si rese conto dei chilometri macinati e quindi si fermò per cercare di orientarsi.
 
Si trovava in una zona di Washington a lui sconosciuta eppure allo stesso tempo c'era qualcosa di familiare. 
All'improvviso capì il perché di quel senso di déjà vu; era vicino alla casa di Selene.
 
Quasi senza rendersene conto si rimise in marcia e dopo poco tempo era giunto davanti al condominio in cui abitava la giovane. 
Erano da poco passate le nove e mezza di sera, e dandosi mentalmente dello stupido, pigiò il tasto del citofono che recava l'etichetta "Lowell".
 
 
 
 
 
 
Angolo dell'autrice (estremamente lungo):
Ciao!
Care lettrici e cari lettori, dovete dirmi se sono troppo prolissa e farraginosa. 
Capitolo troppo lungo? Troppo corto?
Ci sono dei buchi nella trama?
Ci sono errori grammaticali?
Come vi è sembrata Selene? Simpatica? Antipatica? Saccente?
Aspetto le vostre opinioni.
 
La scena della moto è stata davvero molto difficile da scrivere!
Lo sapete il perché?
Perché scrivere “Selene... stringiti forte a me!” e “Speravo che me lo dicessi in altre circostanze... molto platoniche, ovviamente!” era una tentazione molto forte!
Sono stata brava a resistere? ^_^
 
Ci sono due “Easter Egg” nel capitolo che si riferiscono al numero dell'appartamento e il nome del gatto, niente di che, comunque.
 
Volevo ringraziare DalamarF16 per il modello della moto di Steve; è quella che si vede alla fine di “The Avengers” ed è l'unica moto che Steve non distrugge... pensateci! In TFA la usa come ariete-bomba contro la base HYDRA, in TWS mentre sta scappando dal Triskelion frena improvvisamente e la moto carambola più volte sul ponte e in AoU la lancia addirittura contro una jeep! O.O
 
Altri ringraziamenti:
 
Grazie mille a Natalia_Smoak, Eruanne, Ella Rogers, LadyRealgar e DalamarF16 per le vostre recensioni.
 
DarkLady_, Ella Rogers, haley1994, LadyRealgar e Natalia_Smoak (ex julia_95) per aver scelto di seguirla;
DarkLady_, Sandra Prensky e Sofy_Candy per aver scelto di ricordarla;
Ella Rogers, la mia sister, per averla scelta per la sua lista delle preferite.
 
Informazione di servizio: la pubblicazione avverrà mensilmente, mi dispiace, ma davvero non posso fare altrimenti.
Se volete che vi avvisi quando pubblico, mandatemi un messaggio, nessun problema.
Alla prossima!
Ciao!
Ragdoll_Cat
  
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