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Autore: Lyerenshadow_nekkun    17/09/2015    1 recensioni
Finalmente anche per Hibiki e i suoi compagni Kei, Aine e Reiji, è giunto il momento di compiere un passo avanti nella loro carriera ed entrare nel percorso di formazione del Master Course. Come di consuetudine ad ognuno di loro verrà assegnato un senpai che lo guiderà verso la loro meta. Ed è proprio questo il pretesto dei destini di Haruki e Hibiki per incontrarsi e allacciarsi in maniera definitiva.
Una storia che parla di due compositori e qualcosa di grande ad unirli.
Genere: Angst, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Altri, Haruki Mori, Hibiki Katagiri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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«Avete sentito?», mormorò di punto in bianco Aine, aguzzando l'udito e seguendo una lontana melodia di pianoforte. Sapeva che gli altri l'avrebbero seguito, incuriositi, e quando raggiunse un grande portone intarsiato lo aprì timidamente, stringendosi al petto il suo libro e dimentico del trolley abbandonato all'ingresso.
Un ragazzo era seduto davanti ad un grande pianoforte a coda, suonava ad occhi chiusi e le sue mani sembravano correre da sole sulla tastiera bicolore.
Aine entrò in silenzio e lo fissò ammaliato.
Alla fine della melodia il ragazzo aprì i suoi occhi celesti come il cielo estivo, e si spostò una ciocca di capelli dorati; poi alzò lo sguardo e arrossì.
«A-ah...»
Quella che sembrava una ragazza si alzò da una sedia in un angolo, ridendo, e li raggiunse: «Sono arrivati i nostri Kohai! Ruki-chan, Ryu-chan, non sono adorabili?! Anche noi una volta eravamo come loro!!», trillò.
Aine lo riconobbe, finalmente, e avvampò furiosamente: davanti a lui c'era Ringo Tsukimiya, l'idol che si era travestito da donna per avere successo.
Era lui il suo senpai? E l'altro... Hyuuga Ryuya?
L'unico che non era sicuro di conoscere era proprio il pianista, che ora li osservava in silenzio, in piedi accanto allo strumento. Sembrava gentile, ma Aine, comunque intimidito, fece un passo indietro e si strinse ancora al libro quasi a cercarne conforto, intanto si avvicinò a Kei e -senza volere- Reiji, osservando timidamente i tre senpai davanti a loro.
"Allora... è questo il Master Course" pensò, ammirato.
La prima cosa che Hibiki aveva notato, dalla sua posizione dietro i tre che avevano nuovamente occupato l'entrata, erano stati proprio la ragazza dai capelli rosa e quello dalla chioma corta e arancione, che sembrava quasi imbronciato. Ma quando, invece, era riuscito a farsi spazio oltre quel ragazzo muto che era Kei, Hibiki non era riuscito a distogliere lo sguardo un solo istante dalla scena che si era presentata a lui, nemmeno per sbattere le palpebre. E non l’avrebbe mai dimenticata.
Dalla finestra aperta in fondo alla sala entrava del leggero vento, che agitava lievemente le tende bianche e portava con sé alcuni petali rosa. Davanti a questa finestra, in controluce, c'era un pianoforte nero, lucido, con delle incisioni dorate a decorarlo.
E poi lui, quel pianista. Hibiki in quel momento iniziò a credere negli angeli: che altro poteva essere? I capelli biondi, la morbidezza dei tratti del viso, la delicatezza dei movimenti e quelle dita così perfette, che sembravano danzare sulla tastiera…
Quando la melodia che stava suonando finì, subito andò a cercare i suoi occhi, di un colore così chiaro e limpido… non aveva più dubbi sulla natura di quel ragazzo.
Voleva diventare come lui, davvero. Voleva sembrare anche lui un angelo e voleva riuscire a portare gli altri in una dimensione diversa da quella in cui viveva.
E nonostante ancora quel suo senpai -questo aveva detto che erano la ragazza dai capelli rosa- non l'avesse nemmeno degnato di uno sguardo, una melodia diversa da quella che aveva appena sentito si formulò nel suo cervello. L'afferrò e cercò di imprimerla dentro di sé, per non dimenticarla: l'avrebbe scritta quella sera stessa!
«Così siete voi i nostri senpai?», sentì la voce squillante di Reiji chiedere. «Piacere di conoscervi! Qui al rapporto siamo Kotobuki Reiji, Kisaragi Aine, Onpa Kei e Katagiri Hibiki!», li presentò indicandoli.
Haruki era rimasto in silenzio vicino al pianoforte mentre Ringo parlava esaltato come al suo solito.
Osservò i quattro novellini davanti a sé: quello che sembrava il più piccolo se ne stava serio e impassibile, un po' come Ryuya, ma di tanto in tanto osservava il pianoforte con quello che Haruki sapeva definire solo "selvaggio desiderio". Quello che aveva parlato, sorridente ed energico, sembrava fatto apposta per Ringo, infine c'erano quello che aveva notato appena aveva finito di suonare, e che era indietreggiato timidamente all'avvicinarsi di Ringo. Sorrise fra sé e sè trovando familiare quell'atteggiamento.
Finalmente spostò gli occhi sull'ultimo, il quale aveva un'espressione d'ammirazione, mentre li osservava, che lo fece quasi arrossire.
«Benvenuti al Master Course», disse dolcemente, ricordandosi quanto era stato elettrizzato e al tempo stesso terrorizzato quando aveva incontrato i suoi senpai, anni prima. «Io sono Haruki Mori, loro penso che li conosciate già ma...»
Non fece in tempo a finire la frase che Ringo era già in una di quelle sue pose assurde imbarazzanti e aveva presentato se stesso e Ryuya.
Haruki lo osservò con uno dei suoi soliti sorrisini affettuosi e scosse il capo, prendendo un petalo rosato finito sulla tastiera e rigirandoselo fra le dita.
Hibiki spostò finalmente lo sguardo dal pianista agli altri due senpai e fu quasi come risvegliarsi dopo un lungo e intenso sogno.
Tsukimiya Ringo, aveva già sentito il suo nome: il famoso idol che utilizzava vestiti e voce femminili: dunque non era veramente una ragazza, come gli era apparso dal principio. Si era rivelato solare e rumoroso come Reiji, ma questo suo lato poteva solo aiutarli a lasciarsi andare e a sentirsi a loro agio.
L'altro invece, Hyuuga Ryuya, sembrava quasi la copia di Kei, ma i muscoli distinguevano i due -il suo amico era uno stecchetto.
Chissà cosa pensavano di loro in quel momento.
Il ragazzo fece un passo avanti, rompendo il silenzio imbarazzato che si era creato dopo le presentazioni.
«Quindi, senpai», esordì rivolgendosi ai tre. «Abbiamo chiesto informazioni in accademia ma non hanno voluto anticiparci nulla. Come saremo organizzati, qui?»
Ringo fece una piroetta e sorrise: «Alloooooora! Ricordatemi chi di voi è Aine Kisaragi?»
Il rossore sulle guance dell’interpellato rispose per lui, e Ringo gli fece un sorriso gentile: «Beh, tesorino, di’ ciao al tuo nuovo senpai! Ci divertiremo un sacco!»
Haruki soffocò una risata al notare la sfumatura rossa scemare a bianco sul viso del ragazzo. Probabilmente pensava di essere troppo diverso da lui e si chiedeva come avrebbe potuto sopravvivere a tanto estro. Se solo avesse saputo la verità su Ringo...
«Kotobuki Reiji è con me», borbottò Ryuya, rassegnato. Non aveva scampo da quelle persone estroverse e chiacchierone, ormai era un dato di fatto.
Haruki alzò a quel punto gli occhi sugli altri due e inclinò il capo, studiandoli attentamente. Ad occhio e croce poteva ammettere che sembravano avere il potenziale dei compositori, anche solo a giudicare dal modo in cui entrambi si erano avvicinati ai loro rispettivi idols.
«Gli altri due con me», disse semplicemente, accompagnando le sue parole con una singola nota di pianoforte, di cui aveva premuto un tasto a caso mentre giocherellava con le dita.
Hibiki sorrise, emozionato, e si avvicinò a quel pianista.
Non avrebbe potuto desiderare altro: imparare da un ragazzo dal grande talento che avrebbe potuto aiutarlo a sviluppare il proprio.
Quando fu a pochi passi da lui lo guardò dritto nel cielo dei suoi occhi e allungò una mano verso il pianoforte: imitando il suo gesto schiacciò un tasto a caso e sorrise.
«Sarà un piacere lavorare con te, Haruki-senpai», disse con nella voce un moderato entusiasmo.
Poi si girò verso i suoi tre amici che erano ancora all'entrata della stanza e li invitò ad entrare con un'occhiata.
«Questa divisione comporta qualcos'altro? Ho sentito una mezza voce per quanto riguarda le camere… è vero che vivremo nelle stesse stanze?», chiese poi, rivolgendosi nuovamente ai senpai.
E Aine sbiancò.
Dividere la camera con qualcuno che non era Kei?!
Si voltò verso il suo compositore, ma quello si limitò a fare spallucce e ad avvicinarsi esitante anche lui al suo senpai, attratto da una sorta di ammirazione che lo stesso Aine, pur conoscendolo da sempre, non riusciva a inquadrare completamente.
Haruki, intanto, stava ancora fissando il tasto che l'altro ragazzo aveva toccato, in una sorta di promessa. Quasi sfida.
Sorrise appena e rialzò gli occhi, notando anche l'altro kohai avvicinarsi a loro.
«Sì. Kohai e senpai divideranno le camere, Ryuya ha le chiav.... Ehi, ti senti bene?!»
Aveva appena fatto in tempo a finire di parlare, che il ragazzo dai capelli celesti era corso fuori dalla stanza, con le mani premute sulla bocca, dopo aver lasciato cadere il libro che aveva stretto fino a quel momento a mo' di protezione.
Ringo sembrava confuso, quando si girò verso di loro, e Haruki scoppiò a ridere: «Anche io avrei reagito così», ammise divertito, anche se dispiaciuto per il minore.
Era sorpreso: Kisaragi, come Kotobuki, era diventato un idol alquanto famoso e apprezzato, e sul palco era tanto sfrontato da non lasciar intendere minimamente una timidezza del genere!
«Fai qualcosa, no?», disse severamente Ryuya a Ringo, che solo in quel momento parve ricordarsi del suo ruolo nei confronti del ragazzino.
«Ah...», sussurrò, ancora confuso, recuperando il libro da terra e uscendo.
«Gli è già capitata una cosa simile?», si informó Haruki, afferrando al volo il mazzo di chiavi che Ryuya gli aveva lanciato e dividendole, dandone due ai ragazzi davanti a lui.
«Se è mai successo, chiedi?», disse Reiji iniziando a ridacchiare sotto i baffi.
Hibiki sorrise e si rivolse al suo senpai, prendendo la chiave dalle sue mani. «Aine è così. Mi stupisco che non sia scappato già alle presentazioni», confessò, scrollando le spalle.
«Anzi, forse è meglio che... Reiji o Kei, non è meglio che andiate a vedere come sta? Avrà bisogno del supporto di almeno uno di voi». Anche se tutti ci ridacchiavano su, in realtà Hibiki si preoccupava per il suo amico: sapeva che non era facile per lui tutta quella situazione. Sarebbe andato personalmente, ma sapeva che il ragazzo era più legato al suo migliore amico e al ragazzo che amava, rispetto che allo stesso Hibiki.
Ringo rientrò sconfitto dopo pochi istanti e porse il libro a Kei: «Ehm sì, forse è meglio che ci parli tu... si sentirà più a suo agio», mormorò, abbattuto. Haruki si scoprì leggermente triste per lui, sapeva quanto Ringo fosse stato ansioso di diventare un senpai, e quanto fosse impaziente di passare del tempo con il suo novizio, e certamente vederlo ora così timido e riluttante non lo aiutava.
«Dagli tempo», si limitò a dirgli, ammiccando, e Ryuya lanciò le chiavi anche a lui, con uno sguardo serio che però idol e compositore avevano imparato a riconoscere come di conforto.
«Farò del mio meglio per farlo sentire a suo agio», dichiarò Ringo con un sorriso, rianimandosi appena.
«Ottimo», replicò Haruki, prima di tornare ai kohai. «Ora vi facciamo vedere le camere, sistemate i bagagli e ci rivediamo a cena, poi vi daremo i nostri programmi di allenamento» disse, lanciando un'occhiatina divertita a Ryuya e una a Reiji, sapendo bene cosa aveva preparato l'amico per lui.
«Kisaragi-kun scoprirà che avere Ringo è stata la sua fortuna», ridacchiò, con un'espressione misteriosa.
«E-ehi, cos'è quella faccia?», chiese Reiji ora preoccupato prima di lanciare un'occhiata timorosa a Ryuya.
Hibiki, che mentre aveva capito l'insinuazione del senpai, osservò la scena con un sorrisino a stento trattenuto.
«I miei bagagli dovrebbero arrivare a momenti», disse, riportando l'attenzione su una discussione pratica. «Mentre però posso lasciare questo», indicò lo zainetto che aveva in spalla.
Lo aveva preso per tenere dentro le cose per lui più importanti: un'agenda, dei fogli pentagrammati, un album da disegno, un astuccio e, infine, il suo flauto traverso.
«Ok allora... ti faccio vedere la camera, poi magari torno a recuperare anche Onpa-kun», commentò Haruki, mentre Ryuya conduceva la sua nuova vittima in camera.
Passò vicino a Ringo e gli diede una pacca leggera sulla spalla: «Ti adorerà, stai tranquillo» disse seguito da Hibiki. «Non te la prendere, senpai. Aine fa sempre così, e lo farà anche in futuro, ha solo bisogno di tempo per abituarsi alla novità», cercò di consolare il ragazzo che era ancora immobile in mezzo alla stanza con due chiavi nella mano e un broncio triste sul viso.
«Pronto a vedere la nostra tana?», si sentì chiedere dal compositore che rise leggermente, facendogli cenno di seguirlo mentre usciva dalla stanza.
Il castano lasciò Ringo lì, seguendo il proprio senpai e ammirando in uno stupito silenzio i corridoi del Master Course: quell'edificio era imponente, la sua grandezza metteva quasi a disagio...
«Quindi, Haruki-senpai... Il programma inizierà già da domani?», si informò. «Non è tanto rigido, vero?», aggiunse ridacchiando.
«Sì, a dire il vero da stasera: non è durissimo, non preoccuparti. È Ryuya quello pericoloso, te l'ho detto. E comunque... per noi compositori è più facile, dobbiamo allenare più di tutto le nostre dita e la nostra fantasia, rispetto agli idols che devono preoccuparsi di mille cose». Con quello, Haruki gli fece un sorrisino e gli indicò una porta. «Questa è la nostra. Di fianco quella di Ricchan e Kisaragi-kun, laggiù Ryuyan e Kotobuki-kun», comunicò.
«Per fortuna la camera di Reiji-kun è lontana», ghignò. «Almeno le sue urla non arriveranno tanto forti da noi, no?»
Nel frattempo Aine riemerse nella stanza dove si erano incontrati tutti per la prima volta, stringendo convulsamente una manica di Kei con una mano e il libro con l'altra. Da dietro di lui guardò Ringo: «M-mi dispiace, senpai», mormorò con un filo di voce, prima che Kei se lo staccasse di dosso e lo indirizzasse verso di lui, per poi guardarsi intorno confuso. Dov'erano finiti i suoi compagni di stanza?
 
 
 
Note d’autrici:
buondì, cari fan! Siamo tornate con un nuovo capitolo, dove assistiamo al fatidico incontro di questa OTP di questa coppia :D Speriamo ovviamente che vi piaccia! Non vediamo l’ora di sentire le vostre opinioni ;3
Un grande grazie a Rinalamisteriosa ed Eiko-chan, la prima per aver recensito (speriamo che Haruki non sia troppo diverso da come lo avevi immaginato,
altrimenti hai il diritto di malmenare Starchan... *suddetta Starchan fissa male Lyel* … scherzo, ovviamente!) e ad Eiko-chan che l’ha messa tra le seguite!
Lyel: *commossa* Il mio bambino cresce in fretta… *singhiozza*
Star-chan: Il tuo...?  *confusa* Hibiki?
Lyel: *si attacca alla sua maglia* Ssssì! Per uno della sua età, provare dei sentimenti così intensi, parlare di amore… *fa i discorsi alla stile Tamaki di Host Club*
Stari-chan: Ma ancora non ha detto nulla O.O *a metà tra scioccata e preoccupata* Lyel, andiamo a bere una cioccolata calda… *mentre accompagna Lyel si asciuga di nascosto una lacrimuccia perché anche lei è commossa del suo piccolo Ruki-chan*
… fu così che momentaneamente quella crisi emotiva passò.
   
 
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