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Autore: benzodiazepunk    17/09/2015    3 recensioni
Cosa sarebbe successo se Harry, dopo quella fatidica partita di Quidditch, non si fosse fatto avanti con Ginny?
E se Ginny e Draco avessero scoperto, durante il sesto anno di lei, di avere più cose in comune del previsto?
Per scoprirlo non vi resta che leggere questa storia, narrata in prima persona da colei che l'ha vissuta.
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"La prima volta che incontrai Draco Malfoy ero poco più che una bambina..."
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REVISIONATA
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Ginny Weasley | Coppie: Draco/Ginny
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
Capitoli:
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Strange things happen on a Friday night
Girls meets boys
there's a lot of loving and kissing
under the golden moon there shines a silver light
[Strange things – John Holt]

 
Strange things
 
Io e Luna eravamo sedute nella stanza delle necessità da quasi un’ora; avevo pensato che un posto privato sarebbe stato più adatto per raccontare tutta la storia, e così le avevo parlato di tutto ciò che era successo e di come mi lasciasse perplessa e confusa.
Luna rimase in silenzio per qualche secondo dopo che ebbi terminato.
"Molto strano" commentò poi.
"Si infatti, è proprio quello che…"
"Deve aver cambiato idea molto tempo fa su di te" mi interruppe, seguendo il corso dei suoi pensieri.
"Come, scusa?" domandai, senza capire davvero dove voleva andare a parare.
"Si, certo, per essersi comportato così deve aver capito che gli piaci da molto tempo. Insomma, non si cambia atteggiamento in questo modo da un giorno all’altro"
"Ma cosa- cosa stai dicendo?!" esclamai scuotendo il capo. "Starà di certo tramando qualcosa, ma la spiegazione non può essere che questa. Io non posso… ma dai!" quasi urlai balzando in piedi, senza nemmeno il coraggio di pronunciare la frase.
"Eppure è l’unica spiegazione" affermò la ragazza guardandomi con espressione decisa.
Rimasi a fissarla per qualche secondo, poi scossi di nuovo la testa. "Non può essere così. Draco Malfoy detesta gli Weasley, mi ha sempre tormentata come ha fatto con chiunque altro e... no, teniamo piuttosto gli occhi aperti nel caso stia architettando qualcosa, ma giuro che d’ora in poi non penserò mai più a questa storia"
Ovviamente sapevo di stare mentendo a me stessa.
Ormai mi era stata messa la pulce nell’orecchio e la mia curiosità era alle stelle. Non sapevo però come avrei potuto indagare e scoprire qualcosa di più a parte parlare col diretto interessato, eventualità remota e che non avevo nemmeno preso in considerazione.
La vita a scuola, intanto, andava avanti e oserei dire andasse avanti piuttosto bene; le nostre battaglie non erano perse in partenza e questo ci diede addirittura la forza di tentare il furto della spada di Grifondoro. Sapevamo bene quanto fosse importante per la nostra causa anche se non sapevamo ancora come e nulla ci avrebbe fermati.
In ogni caso per tutte le vacanze di Natale e fino al ritorno a scuola non pensai più alla misteriosa storia di Draco Malfoy. Non avrei mai pensato quanto le cose, dopo il ritorno, sarebbero cambiate; e lo fecero in fretta, molto più in fretta di quanto avrei mai creduto possibile.
 
Il primo giorno di lezione dopo le vacanze fu piuttosto traumatico per svariate ragioni. Non che non fossimo abituati alla mole di compiti della McGranitt, non che non conoscessimo i metodi dei Carrow, ma forse la pausa dalle lezioni ci aveva fatto parzialmente dimenticare i nostri guai. Guai che ci vennero immediatamente ricordati una volta tornati al lavoro.
La sera del secondo giorno di scuola, poi, capitò qualcosa di molto strano che non aveva nulla a che fare con professori e lezioni.
Ricaduta violentemente all’interno della dura realtà scolastica, non riuscivo a dormire; sapevo essere contro le regole uscire la sera, ma avevo un dannato bisogno di aria, aria fresca che mi schiarisse le idee e non aria calda e viziata della sala comune. In punta di piedi e indossando il mantello sopra la sola vestaglia uscii in corridoio e, sempre attenta che nessuno fosse nei paraggi, respirai a pieni polmoni. La preoccupazione doveva essere chiara e lampante sul mio viso; avevo così tanto di cui preoccuparmi: per la scuola, per me e la mia battaglia, per i miei genitori, per i miei fratelli all’interno dell’Ordine che rischiavano la vita ogni giorno, per Ron, per Hermione. Per Harry. Pensavo a lui piuttosto spesso e quando ero sola immaginavo di essere partita con lui e come sarebbe stato prendere parte a quella missione. Certe notti avrei voluto solo piangere tutta la mia paura, avrei voluto che le nostre vite fossero potute essere normali. Senza guerra, malvagità, paura. Solo normali.
Senza rendermene conto ero arrivata a un piano diverso dal mio, stavo per avvicinarmi a una finestra per respirare un po’ di aria fresca quando mi accorsi che davanti al vetro c’era già qualcuno.
Se ne stava lì, aggrappato alla pietra del davanzale come se ne andasse della sua stessa vita, reggendosi così forte che le nocche delle dita si erano sbiancate, col capo leggermente piegato verso il basso e i capelli biondi che gli ricadevano davanti al viso, nascondendolo parzialmente.
Decisi che sarei dovuta andare via, cosa avrei avuto da dire a Draco Malfoy?
Cerai di arretrare silenziosamente ma nonostante fossi piuttosto brava a muovermi senza essere notata il ragazzo doveva essere altrettanto bravo a percepire la presenza di qualcuno intorno a sè perché voltò la testa di scatto, inchiodandomi con lo sguardo. I suoi occhi erano di ghiaccio pur mandando saette, la sua espressione era dura, arrabbiata. Crudele. Ma appena i suoi occhi mi misero a fuoco l’espressione sul suo viso cambiò di colpo, talmente in fretta e radicalmente da lasciarmi spiazzata.
"G- Weasley" balbettò fissandomi con stupore. "Che ci…"
"Faccio qui?" conclusi per lui. "Potrei farti la stessa domanda ma credo di non averne bisogno. Dovevo prendere un po’ d’aria, mi sentivo soffocare là dentro" conclusi indicando con un cenno del capo il corridoio alle mie spalle.
Il ragazzo annuì senza dire nulla pur continuando a fissarmi. In imbarazzo mi strinsi nel mio mantello, conscia di essere mezza nuda al di sotto di quello.
"Forse è hmm… meglio che vada" balbettai. Mi sarei aspettata un semplice cenno del capo, un’alzata di spalle, un ‘buonanotte’ senza impegno o qualcosa del genere, ma la sua risposta mi lasciò letteralmente sconcertata.
"Oh no, resta" disse, sbattendo poi le palpebre come se non credesse nemmeno lui a quello che aveva appena detto. "Da questa finestra c’è una hmm… vista incantevole. Non voglio che te ne debba andare per causa mia" concluse arrossendo.
Si, Draco Malfoy era arrossito. Nonostante l’unica illuminazione presente fosse quella della luna ne ero certa, e non potevo crederci.
Forse stavo sognando?
Mentre mi avvicinavo lentamente alla finestra mi diedi un paio di pizzicotti sul braccio, giusto per assicurarmi di essere sveglia, ma ovviamente lo ero nonostante l’assurdità della situazione.
Anche io mi appoggiai al davanzale, rimanendo comunque ad almeno mezzo metro di distanza da Malfoy.
"Ho visto… ho saputo che tuo fratello è malato" disse ad un tratto, e la mia testa scattò nella sua direzione.
"Cos’hai detto?" esclamai, scioccata.
"Si insomma ho…" Draco si guardò intorno, preoccupato che qualcuno potesse sentire ciò che stava dicendo. Ma forse ormai la copertura della malattia di Ron era saltata perché infine disse: "Ho visto tuo fratello con la sua amichetta Granger"
Io sobbalzai, il cuore che immediatamente prese a battermi furioso nel petto, e dovetti farmi forza per non avvicinarmi a lui e prenderlo dalla collottola per farmi dire di più.
"Come li hai visti? Dove? Avanti parla!" sbottai, più che mai terrorizzata. Perché non aveva menzionato Harry? Come aveva fatto a vederli? Dove? Perché? Cos’era successo loro e soprattutto adesso come stavano?
Mille domande mi turbinavano in mente, non ultima il perché avesse voluto dirmelo.
"A casa mia" disse, e il mio cuore, ne sono certa, in quel momento si fermò. "Poco tempo fa. Sono stati così stupidi da farsi catturare dai ghermidori, e nemmeno dalla squadra più sveglia. C’era uno con loro che…" si guardò intorno di nuovo. "Quegli idioti che li hanno portati non sapevano se fosse Potter o meno; li hanno portati apposta…" si fermò e scosse il capo abbassando lo sguardo. "Ma non sono più lì ora"
"E dove sono?" esalai, sicura di stare per morire.
"Non ne ho idea. Loro, con chiunque fosse con loro, se ne sono andati. Mi hanno anche…" si interruppe ancora scoppiando in una breve risata che mi fece gelare il sangue. "Non importa. Io…"
Sospirai, pensando che era davvero difficile stargli dietro se continuava a bloccarsi in quel modo, ma lui si voltò vero di me fissandomi negli occhi.
"Io spero… che siano molto lontani ora" sussurrò, così piano che feci addirittura fatica a capire cosa avesse detto. La sua affermazione mi lasciò spiazzata. Sperava fossero molto lontani? Che voleva dire?
"Tu… cosa?" domandai adeguando il mio tono di voce al suo senza nemmeno sapere il perché.
"Questa guerra fa schifo" mormorò tornando a fissare fuori dalla finestra, e per qualche strana ragione seppi che non stava mentendo, non era tutto un piano per arrivare a qualcosa, seppi che era sincero.
"Li hanno portati da voi per capire se quello fosse Harry?" domandai, desiderosa di saperne di più. Malfoy annuì. "Allora l’avete riconosciuto"
"No ecco lui…" balbettò. "Aveva qualcosa in faccia… la Granger gli aveva fatto qualcosa per… mascherarlo" sussurrò.
Un ‘Oh’ involontario uscì dalle mie labbra. "E allora…?" chiesi, senza avere il coraggio di completare la domanda.
"Hanno chiesto a me di farlo" rispose in fretta, ed io trattenni il fiato. Quando si voltò verso di me aveva un’espressione addolorata che mi strinse il cuore. "Ma io non… non potevo… non sapevo" balbettò.
La consapevolezza che quell’ultima risposta aveva portato arrivò come un fiume in piena e mi lasciò confusa e stordita. Dovevo sbagliarmi, per forza: o era un piano per raggirarmi o dovevo aver capito male. Malfoy non avrebbe mai
Ma ne ero poi davvero sicura?
Il ragazzo strinse le palpebre e si aggrappò nuovamente al davanzale della finestra.
"Adesso dovresti andare, Weasley" mi apostrofò col suo tono tornato normalmente tagliente, ma io ormai non potevo più andarmene.
Mi avvicinai di un passo, attenta ad ogni mio movimento e super consapevole di ogni suo gesto e allungai una mano verso il suo braccio. Anche lui vestiva solamente quello che doveva essere il pigiama, senza nemmeno un mantello a scaldarlo, mi accorsi solo in quel momento. Non so con quale coraggio, ma appoggiai la mano al suo avambraccio e Malfoy sobbalzò, incenerendomi con lo sguardo, ma incredibilmente non si spostò. Non mosse un muscolo a dire il vero, senza sottrarsi al mio tocco, limitandosi a guardarmi in cagnesco.
"Tu non l’hai… ma l’avevi capito vero?" mormorai, e lui chiuse gli occhi come incapace di mantenere ancora quel cipiglio.
"Dio, Malfoy" mormorai, incredula, confusa, senza sapere nemmeno io cosa stavo provando in quel momento oltre al sollievo. "Questa è la verità?" domandai. "Ti prego, devi dirmelo se è vero o se… ti prego" mi interruppi quando la mia voce iniziò a tremare, le lacrime che iniziavano a bruciarmi agli angoli degli occhi.
Draco Malfoy tornò a guardarmi, sconcertato forse dal fatto che avessi quei dubbi, forse dall’avermi sentita quasi piangere. Quasi, puntualizzai mentalmente con quello che rimaneva del mio orgoglio.
"Te lo giuro" sussurrò, ma io guardandolo negli occhi l’avevo già capito.
A quel punto non sapevo più che fare o cosa dire. L’immagine di qualche stupido libro romantico che avevo letto mi passò per la mente, ma la scacciai immediatamente con ribrezzo; era imbarazzante rimanere lì, l’uno di fronte all’altra, a fissarci negli occhi così.
"Io…" balbettai giusto per rompere quello sgradevole silenzio. "Io ti ringrazio"
Ma il ragazzo mi interruppe ancor prima che potessi finire, scuotendo il capo.
"Non so neanch’io perché te l’ho detto" confessò. "È solo che sono così…"
"Preoccupato?" tentai, e lui annuì fissandomi con gli occhi spalancati.
Non avevo mai notato quanto fossero effettivamente chiari mi ritrovai a pensare; aveva davvero degli occhi molto chiari, contornati da ciglia altrettanto chiare.
"Per, beh, tutto" concluse.
"Anch’io" sussurrai. "Per un’infinità di cose"
Malfoy mi osservò per qualche altro secondo, poi si voltò a scrutare il corridoio.
"Non dovremmo stare qui" affermò, e in quel momento ricordai che tenevo ancora la mano appoggiata al suo braccio. Mi affrettai a toglierla e lui tornò a posare il suo sguardo su di me. Merlino solo sa quanto fossi imbarazzata in quel momento. Non sapevo cosa fare, cosa dire o come comportarmi, sapevo che avrei dovuto fare qualcosa ma non sapevo cosa.
"Si, dovremmo andare" ammisi. "Ho tanto a cui pensare" affermai, e il ragazzo annuì.
"Mi dispiace di averti turbata" disse. "Forse non avrei dovuto dirti nulla. Non so nemmeno io perché l’ho fatto" ripeté.
"No. Hai fatto bene invece, ti ringrazio per questo. Io… sai, non ricevo molte notizie di loro, non so quasi niente di ciò che succede, stando qui. Ogni informazione è talmente preziosa" conclusi fissando il pavimento un po’ troppo intensamente.
"Si lo so. So cosa si prova a essere costantemente in ansia. È qualcosa che ti logora pian piano, che ti distrugge, e non sapere è ancora peggio" disse seccamente. "Ora dovremmo davvero andare" concluse poi, in imbarazzo quanto me.
Io sbottai in una breve risata, e Malfoy mi indirizzò uno sguardo interrogativo.
"Mi sembra così assurdo" dissi.
"Cosa?"
"Essere qui a parlare così con te" conclusi arrossendo.
"Mi dispiace" rispose, forse un po' troppo velocemente. Alzai lo sguardo: Malfoy era evidentemente in imbarazzo ma c’era anche qualcos’altro… qualcosa che non riuscivo a identificare.
"Buonanotte allora" disse.
"Buonanotte" risposi facendo un paio di passi indietro. Malfoy fece lo stesso, ci lanciammo un’ultima, strana occhiata e infine ci separammo allontanandoci in due direzioni opposte.

Le informazioni ricevute da Malfoy non mi aiutarono a dormire, anzi; rimasi sveglia a lungo rimuginando su quanto avevo scoperto. Sapere che Harry, Ron ed Hermione erano riusciti a cavarsela mi aveva fatto momentaneamente tirare il fiato; ciò non escludeva un pericolo imminente, ma quantomeno non erano nelle grinfie dei Malfoy o peggio, di Bellatrix Lestrange. Pensai a loro tutta la notte, senza peraltro dimenticare la strana serata di cui ero stata protagonista.
Assurdo. Non riuscivo a descriverlo diversamente.
Malfoy era un egocentrico insopportabile, crudele, rompiscatole e saccente; ma non quella sera. Le confessioni che aveva deciso di fare, o che si era lasciato sfuggire, erano sconvolgenti. Sia per quello che aveva detto, sia per come l’aveva detto. Avevo visto un lato di lui che non avrei mai immaginato potesse esistere e che sospettavo ben poche persone avessero scoperto, ero rimasta molto colpita, ma improvvisamente capii che non era completamente una sorpresa per me, perché avevo già visto qualcosa del genere, tanto tempo prima: quel giorno in biblioteca.
Mille domande mi giravano in testa: perché Malfoy aveva iniziato a comportarsi così diversamente con me? Perché mi aveva detto quelle cose? Perché mi aveva fermata quel pomeriggio, perché si era interessato alla mia borsa, a me?
Ma anche, perché continuavo a pensarci?
Ammesso e non concesso che avesse un interesse di qualche genere nei miei confronti, non era la prima volta che mi capitava ma l’avevo ignorato spesso e volentieri. Perché quella volta no?
Continuavo a pensarci, a chiedermi cosa significasse questo e quello e a come avrei dovuto comportarmi, anche se a rigor di logica non avrei dovuto comportarmi in nessun modo particolare.
Forse avrei dovuto rivalutare il tutto, ma mi sentivo in una situazione assurda da ogni punto di vista e forse per la prima volta sentivo di dover fare qualcosa, anche se non sapevo cosa.







Note Finali

Buonasera a tutti, e grazie per essere arrivati fin qui! Che leggiate la mia storia è molto importante per me, vedere crescere le visualizzazioni è sempre un piacere, e leggere le recensioni di chi vuole commentare lo è ancora di più, quindi oggi in queste note vi dico semplicemente grazie.
A tutti voi.
  
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