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Autore: Kitsune Blake    19/09/2015    3 recensioni
Momenti di vita quotidiana.
Questo è il filo conduttore della raccolta, che tratterà degli argomenti più vari della vita del principe dei saiyan sulla Terra. Spero che le storie siano di vostro gradimento! ^^
Genere: Generale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna, Het | Personaggi: Bulma, Trunks, Un po' tutti, Vegeta | Coppie: Bulma/Vegeta
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Dopo eoni, torno a pubblicare su questo fandom, nella piccola raccolta che purtroppo avevo messo da parte. L’idea è dovuta ad uno degli eventi del gruppo Facebook “We are out for prompt”, che ringrazio di cuore per avermi dato qualche occasione di ritrovare la perduta ispirazione.
Spero che la shot sia di vostro gradimento, vi auguro una buona lettura!

 

 

 

 

 

Closer

 

 

 

 

 

“Facciamo qualcosa insieme.”
“Che vuoi?” era stata la sua secca risposta di Vegeta, mentre sistemava le fasciature sul torace, ultimo residuo del brutto incidente alla Gravity Room.
Bulma rispose con un sorriso, e incrociò le braccia.
“Facciamo qualcosa insieme, ho detto. Un giro.”
Il principe la guardò storto. Davvero quella donnaccia osava fargli una simile richiesta? Tuttavia, aveva finito l’allenamento mattutino, e la madre di Bulma girava per casa a distribuire i dolcetti dell’ultima pasticceria aperta in città. Tutto sarebbe stato meglio che stare nel raggio d’azione della vecchia Brief.
Vegeta, però, non sapeva che la scelta di uscire sarebbe stata  l’inizio dell’inferno. Quello vero.
“Maledizione, è questa l’idea che voi terrestri avete di ‘un giro’?”
Bulma, davanti a lui, procedeva a passo spedito.
“Sempre meglio di autodistruggersi in quella Gravity Room.”
L’aveva sentita, aveva aggiunto anche la parola “scimmione” sotto voce. Ma dovette strozzare l’insulto in gola, perché la pila di borse e sacchetti che portava fra le braccia aveva minacciato di cadere.
Entrarono in un altro di quelli che Bulma aveva chiamato “negozi”. Questo vendeva scarpe. Ancora colorate, alte, basse, orrende scarpe terrestri.
“Perché non hai portato l’altro terrestre con te?”
Certamente, dovendo sopportare una tortura simile, un terrestre inutile sarebbe stata una cavia migliore. Poi vide il viso della donna contrarsi in una smorfia di rabbia.
“Quello è un buono a nulla. Sa solo correre dietro a tutte le donne che vede.”
Lui non rispose. Sebbene fosse grezza e maleducata, Bulma era una bella donna, e pure capace. Pensare che Yamcha la tradisse con tanta facilità era assurdo. Assurdo soprattutto perché era lui a doversela accollare.
Bulma distrasse i suoi pensieri con un sospiro stanco.
“Non c’è il mio numero. Mi arrendo.”
Finalmente la tortura stava giungendo al termine. La donna, però, lo trascinò in un altro posto, e questa volta si sedettero entrambi ad un tavolo. Lei si prese la libertà di fare le ordinazioni e, a giudicare di come parlasse a bassa voce al cameriere, voleva fargli una delle sue sorprese.
Vegeta sbuffò, infastidito. Si abbandonò allo schienale, e guardò verso il soffitto, dove la cupola vetrata faceva filtrare il sole dall’esterno.
“Non avevate centri commerciali, voi saiyan?”
Lui la guardò per qualche istante, poi scoppiò a ridere. Il solo pensiero era esilarante.
“Noi saiyan abbiamo di meglio a cui pensare. Le donne della nostra specie non sono frivole come quelle terrestri.”
Non aveva notato che Bulma aveva incrociato le braccia, infastidita.
“Se proprio ci tieni, trova una donna saiyan e vai con lei. Dopo tutto quello che ho fatto per te.”
“Senti un po’, brutta streg-“
Qualcuno si schiarì la voce. Era il cameriere, e portava con sé un paio ci coppe, una enorme e l’altra decisamente più piccola. Gelato, ecco come si chiamava. L’ultima volta che l’aveva mangiato gli era piaciuto, e Bulma doveva averlo notato. Per questo gli aveva fatto una sorpresa.
Con un’ultima occhiata velenosa, prese il cucchiaio e attaccò la coppa enorme. Anche lei iniziò a mangiare, e parve che il gelato le stesse facendo tornare il buonumore.
“Mi dispiace” la sentì dire poi, “non avrei dovuto tirare in ballo la tua gente.”
Non che la cosa lo avesse toccato, ma non glielo disse. Tuttavia fu chiaro che Bulma era in attesa di una risposta, così le disse la prima cosa che gli passò per la mente.
“Il gelato è buono.”
“Questo è il più buono della città. L’ha scoperto mia madre.”
Tanto per cambiare.
Più tardi, venne a sapere che Bulma l’aveva portato a fare “shopping”. Glielo disse  la signora Brief, con tanto di risatina divertita.
“Così ha ascoltato il mio consiglio, eh?” furono poi le sue parole, prima di allontanarsi con il vassoio di pasticcini in mano.
Ci vollero pochi istanti per realizzare tutto. Bulma l’aveva portato fuori su consiglio della madre. Spiegava tutto.
Vegeta non sapeva se aggredire prima lei o la signora Brief, ma si arrese presto. Più che altro perché non aveva voglia di litigare, tanto meno di stare a sentire ancora la voce di quella rozza donnaccia.
Semplicemente, la prossima volta avrebbe rifiutato di “fare qualcosa insieme”.
Però il gelato gli era piaciuto.

 

 

 

 

 

 

 

 

   
 
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