Anime & Manga > Inazuma Eleven
Segui la storia  |       
Autore: Hoshizora no yami    26/09/2015    12 recensioni
{Storia ad OC} {Shadowhunters!AU} {Iscrizioni aperte fino alla pubblicazione del terzo capitolo}
Questa volta nemmeno gli angeli vi salveranno, non ci sarà scampo per nessuno. Fuggite. Fuggite finché siete in tempo.
Dal testo:
“Nero per cacciare quando il sole muore
Bianco è il colore per lutto e dolore
Oro per l'abito che la sposa ha indosso
E per invocare l'incantesimo, rosso...”
[...]
“-Storm.- lo salutò con un cenno del capo Lui.
-Maestro.- rispose lui inginocchiandosi, -Io e altri sei cacciatori abbiamo perlustrato la zona, libera. Per ora quelli di Alicante non ci hanno trovato, ma ci sono dei movimenti verso Sud, qualcuno ci sta osservando, non so ancora se sia amico o nemico, ma sarà meglio se io e Red questa notte andiamo a dare un’occhiata.-
-Avete il mio consenso, - Lui si sistemò la cravatta, -ora andate, voglio quella Lancia il più velocemente possibile, chiaro?-
-Sì, signore.- fecero in coro entrambi i cacciatori, uscendo velocemente dalla stanza, non prima di aver lanciato un’occhiata infuocata a Light.
-E in quanto a te, Light.- continuò lui, -Voglio la chiave il prima possibile, capito?! Oppure…-
Light deglutì –Oppure sono fuori. Ho capito, Maestro.-“
Genere: Drammatico, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Sorpresa
Note: AU, Cross-over, OOC | Avvertimenti: Incompiuta
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A


 

CAPITOLO 1

#2

~

 

 

La spiaggia di Zamami Island sapeva di salsedine. L’Oceano danzava risucchiando la sabbia bianca e fine che ricopriva la lingua di terra: sembrava più un luogo paradisiaco che un campo di battaglia.
Lui e Storm avevano i vestiti sporchi e strappati, ricoperti da un viscido strato di sangue di demone.
Red si tolse la giacca scura: aveva uno squarcio lungo tutta la schiena e sotto la canottiera rossa era ridotta a brandelli. Il ragazzo storse il naso; stare dalla Sua parte ha certo dei vantaggi, pensò mentre sentiva l’ultima ferita lungo l’avambraccio rimarginarsi, ma avevano venduto l'anima al diavolo; l'avevano venduta tutti.
Storm intanto continuava a guardare in giro; gli occhi gialli, come fulmini in una tempesta, saettavano da una parte all’altra alla ricerca di qualche superstite. Aveva detto di aver visto qualcosa, ma a quanto pareva era solo un gruppo di demoni arrivati nel posto sbagliato al momento sbagliato.
Red ricacciò lo stilo nelle tasche dei pantaloni e si rimise la giacca, -Storm.- chiamò.
— Che vuoi Red? —
— Dobbiamo trovare un modo- disse, e sul suo volto compariva una mezzaluna; non era esattamente un’espressione rassicurante. -Non so se riuscirò a resistere ancora come suo lecchino personale. —
Storm rise, — Per quanto mi riguarda è divertente vederti fare il soldatino, anzi,  segretario sarebbe più appropriato.— il ragazzo non sentì nemmeno arrivare il pugno che lo fece volare qualche metro più in là.
Red lo guardava accigliato mentre si massaggiava le nocche — Storm, ti ricordo che sono io il Capo qui, quindi porta rispetto. —
Mentre l’altro si metteva a sedere Red sentì la pelle bruciare, poi la sensazione che qualcuno gli stesse perforando il braccio subentrò al bruciore. Il ragazzo strinse gli occhi, mentre sulla sua pelle pallida compariva una frase scritta in caratteri eleganti.

“Tokyo. Voglio che diventiate loro amici. Voglio che si fidino.”
Storm gli afferrò il braccio, leggendo immediatamente la frase.— Red, abbiamo un lavoro da fare.— disse mostrandogli la scritta.
L’ultima cosa a cui pensò Red mentre saltavano nel portale, fu la faccia che avrebbe fatto Light quando i suoi più cari amici gli sarebbero spuntati davanti.


 

— Deathshadow, Dousuke, Gouenji, Kidou. -li chiamò Hitomiko Kira, procedendo a grandi falcate verso l’Armeria. -Alcuni demoni sono stati avvistati a Kabukicho—.
— Andiamo a fare piazza pulita?— esultò Hakuryuu, mentre il gruppo seguiva Kira attraverso i corridoi.
— Hakuryuu!— lo rimproverò Alexys dandogli una gomitata.
Lui la guardò ridendo, mentre la donna, dopo aver parlato con gli altri due Nephilim, sparì ritornando sui suoi passi.
— Allora, che intendete fare?— domandò lei a Yuuto, recuperando alcuni pugnali dagli scaffali.
Di solito era Natalia la mente, ma quella ragazzina era riuscita a farsi mettere in punizione e così avevano dovuto chiamare due cacciatori dell’altro gruppo: Kidou Yuuto e Gouenji Shuuya, due Parabatai con cui sinceramente non aveva scambiato più di due parole.
Il ragazzo con i dread cominciò ad illustrare il suo “impeccabile” piano, ma Lexy non lo stava ascoltando; lei sapeva fare una cosa soltanto: ammazzare demoni.
Natalia era quella riflessiva della due, Alexys al contrario, era impetuosa, istintiva, ribelle; odiava stare agli ordini di qualcuno e soprattutto non sopportava essere tenuta allo scuro di qualcosa.
E sapeva che la cara Kira Hitomiko le nascondeva qualcosa... qualcosa che avrebbe scoperto prima o poi.
Recuperò lo stilo e si preparò a disegnare.

— Ma si può sapere perché finisco sempre per seguirti, Nat?—borbottò Terumi, mentre la sua migliore amica guardava morbosamente il viale alberato che portava all’Istituto, il tutto nascosta dietro uno dei grandi massi che si trovavano attorno ad esso.
— Perché non hai carattere!— sibilò lei, guardando sua sorella, Hakuryuu e altri due cacciatori correre verso il centro di Tokyo.
— Andiamo!— urlò la ragazza, seguendoli.

Alexys stava sfilando silenziosa come un gatto tra la marea di gente che si trovava nel quartiere a luci rosse più famoso di Tokyo.
Rabbrividì.
Ovunque c’erano Love Hotel, bordelli e ubriaconi indecenti.
Le veniva da vomitare.

Hakuryuu era poco più indietro di lei a fissare una prostituta esporre il suo davanzale con una posa fin troppo libertina. La castana lo fulminò con lo sguardo. — Dousuke!— sussurrò a denti stretti. Lui distolse lo sguardo dal formoso corpo dell'escort e le rivolse un sorriso di sfida.— Che c’è?! Gelosa?— domandò mentre si infilava le mani nelle tasche, divertito.
— Contaci— questo ragazzo è impossibile, pensava mentre, con lo sguardo, cercava qualsiasi cosa che potesse sembrarle sospetta.
Non capiva perché un gruppo di demoni si fosse andato a rintanare proprio lì, quel quartiere era fin troppo affollato; i danni delle eventuali battaglie sarebbero stati troppo visibili. Eppure eccoli lì: quattro cacciatori con la runa dell’invisibilità che cercavano un ago in un pagliaio.
Fantastico.
In quell’istante sentì dei passi provenire da uno dei vicoli laterali alla strada principale; la ragazza sfoderò Yeratel mentre faceva segno al Parabatai di avvicinarsi. Altri rumori di passi.

La ragazza scattò in avanti rotolando su un lato quando, improvvisamente, un cassonetto scagliato da chissà chi la mancava di qualche millimetro. Si rialzò fulminea.
Alexys guardò stupita la scena che le si presentava davanti: Terumi e Natalia si stavano scannando vivi.
Appena si resero conto del fatto che Alexys Deathshadow e Hakuryuu Dousuke li stavano guardando accigliati, Nat mollò il colletto della giacca di Afuro facendolo cadere a terra.— Cia...o?— fece la ragazza sorridendo innocentemente.
Lexy la osservò crucciata. — Natalia…—.
—Non riuscivamo a stare chiusi all’Ist…— cominciò lei, quando Afuro la interruppe precipitosamente mormorando un “riusciva”, correggendo -ed interrompendo- l'amica.
— Sisi, come vuoi tu. —gli diede il contentino lei, mentre intanto il biondo si alzava in piedi. —e insomma… noi volevamo venire ad aiutare e…— ricominciò a scusarsi.
— Ferma, ferma, ferma. Sei riuscita ad uscire da sola dall’Istituto senza farti beccare?— domandò spalancando gli occhi la maggiore.
— …Sì?— rispose incerta l’altra.
Sul volto della prima si dipinse un’espressione soddisfatta. — Quasi brava come sua sorella.—  si pavoneggiò.
— Non sei arrabbiata?— chiesero in coro Natalia ed Afuro.
Hakuryuu, che fino a quel momento era stato in silenzio, si intromise nella conversazione ridendo. — Credimi se ti dico che il qui presente essere umano di genere femminile –e indicò la Parabatai –non mi cagava nemmeno di striscio, finché, due anni fa, non l’ho seguita fuori dall’Istituto ad una festa del Sommo Stregone di Tokyo. Ti vedevi con un certo vampiro… Subaru? O giù di lì…—.
— Oh, sì me lo ricordo; poi ha cercato di mordermi e l'ho scaricato.— continuò Alexys, punzecchiandosi il mento con un dito — Comunque sei stata brava, con la palla al piede che ti ritrovi!— puntualizzò la maggiore rivolgendo uno sguardo divertito a Terumi.
— Ehi!— sbottò offeso il biondo.
— Dato che ormai ci siete, aiutateci a setacciare la zona. Pare che ci siano stati degli avvistamenti: un paio di demoni, non di più.— propose Hakuryuu riponendo la spada nel fodero e facendo segno agli altri tre di seguirlo.
Improvvisamente si sentì un urlo, ma più che un urlo era una specie di stridulo rumore, come quello di una macchina che frena sull’asfalto bagnato.
Quel rumore, nella mente di Alexys, fu come un campanello di allarme, un richiamo.
Gli occhi delle due sorelle si scontrarono per un millesimo di secondo, ed un minuto dopo i quattro Shadowhunter correvano attraverso la folla di Kabukicho.

Shuuya aveva appena trapassato un Drevak* con la sua spada angelica, e mentre questo spariva in una nuvola di polvere scura, Yuuto mozzò la testa di netto ad un Behemoth.**

Si trovavano in una specie di strada laterale, praticamente disabitata.
Dousuke e Deathshadow erano spariti e ora si trovavano in due a combattere un’orda di demoni da soli.
In quel momento, veloce come un fulmine, una figura balzò giù dal tetto con eleganza, infilando la sua spada, Yeratel, nella schiena di un demone.
Alexys saltò giù dall’essere appena prima che questo, accartocciandosi su se stesso, sparisse lasciando dietro di sé una pozza di liquido verdastro molto caldo, con gli occhi illuminati da una strana luce.

— Scusate il ritardo.— disse solo, mentre una scia continua di frecce piombavano giù dal cielo. Era Afuro Terumi che scoccava un dardo dietro l’altro.
— Ma lui… non doveva essere qui!— osservò il biondo ossigenato.
— Cambio di programma.— urlò Natalia mentre lanciava un pugnale contro l’ennesimo Drevak*, colpendolo all’occhio, e questo cadde urlando; intanto,  con una delle sue frecce, Afuro gli diede il colpo di grazia.
La ragazza corse a recuperare l’arma prima di ricominciare a combattere, e dando un'occhiata ad una stradina buia, scorse almeno altri cinque demoni.
Facile, fu l’unica cosa che riuscì a pensare mentre riprendeva la battaglia.
 

 

Nagumo e Hiroto osservavano la scena che si presentava sotto di loro. Erano appena arrivati a Tokyo e volevano fare un giro della città prima di recarsi all'Istituto, la loro meta finale.
Stavano osservando il quartiere di Kabukicho dall'alto, per vedere se c'era qualcosa di interessante, quando però sentirono degli strani rumori provenire da un vicolo lì vicino, si misero a correre lungo le tegole, e videro sei ragazzi combattere contro una quarantina di demoni minori.

Niente di cui preoccuparsi insomma. Già.
Anche se quei Cacciatori non se le stavano cavando poi così male, erano circondati. I due li ammiravano combattere: quattro ragazzi e due ragazze, di cui una, la più alta, stava combattendo in perfetta sincronia con una ragazzo dai capelli bianchi; schiena contro schiena stavano uccidendo i mostri su mostri, evitando i loro attacchi con grande agilità e difendendosi a vicenda. Decisamente due Parabatai, pensarono.
La ragazza che sembrava più piccola stava combattendo con due pugnali, uno per mano, colpendo un demone dietro l'altro aiutata da un Cacciatore dai biondo sporco, che impugnava saldamente un arco.
Nagumo ghignò. Non se la stavano cavando male. Ma beh, non erano decisamente alla sua altezza e quella del suo compagno.
— Scendiamo ad aiutare oppure restiamo qui a goderci lo spettacolo?— chiese Hiroto, sapendo già la risposta.
Nagumo si sedette sul tetto, in una posizione che gli consentiva di vedere bene tutta l'azione.  — Io opterei per la seconda. Perché dobbiamo faticare se ce la fanno anche da soli?—.
Hiroto alzò gli occhi al cielo. Fra i due lui era di sicuro il più responsabile.
Nel mentre, gli altri Cacciatori avevano fatto piazza pulita di tutte le creature demoniache e stavano cercando di calmare la più bassa delle ragazze, che sembrava agitare una scarpa per aria. Da quello che riuscivano a vedere doveva essere una scarpa col tacco. Rotto.
Chi diavolo si metteva i tacchi per andare in missione?!
Rimasero a guardarla mentre gesticolava sempre con la scarpa in mano, finché l'altra ragazza non gliela prese e spezzò del tutto il tacco. Non sembrava avere molto pazienza.

Li stavano seguendo già da un po' mentre camminavano per il quartiere, probabilmente diretti all'Istituto di Tokyo. Non facevano nulla di strano o di interessante ma erano i primi Nephilim che avevano visto e volevano seguirli per risparmiarsi la fatica di dover cercare l'Istituto da soli.

Alla fine la ragazza che aveva fatto la scenata per le scarpe si era tolta le calzature ed ora camminava scalza, incurante del suolo che stava calpestando. Lei e la sorella -perché si, dopo una riflessione erano giunti alla conclusione che fossero per forza imparentiate- erano le prime della fila; camminavano tranquillamente con i ragazzi dietro, almeno finché la maggiore non si fermò per dire qualcosa al suo Parabatai.
Fu allora che accadde tutto.
Un demone apparve fuori da un vicolo piuttosto ampio e colpì la minore delle sorelle, sbalzandola all'indietro di parecchi metri. Subito tutti gli altri afferrarono le loro armi e si prepararono a combattere, mentre il ragazzo biondo accorreva in aiuto dell'amica, controllando come stesse.
Anche da lontano, il mostro, -un Demone Maggiore- era facilmente riconoscibile. Aveva la carne contusa, le ossa nere e sporche e sporgenti; la testa era deforme, le dita scheletriche munite di artigli, i denti aguzzi e, per completare il “simpatico” quadretto, sembrava alto almeno dieci volte più di loro.

Qualcuno l'aveva riconosciuto: Abbadon, il Demone dell'Abisso.
Era strano. Parecchio strano. Cosa diavolo ci faceva un demone di quello stampo a Tokyo?!
Tutti si lanciarono contro il demone cercando di colpirlo, ma senza risultato. Abbadon era molto più veloce di tutti loro, schivava ogni tentativo d'attacco con un innaturale agilità per uno della sua stazza.
Hiroto lanciò un'occhiata al compagno, che se ne stava bellamente spaparanzato sul tetto a guardare la scena, e poi riportò gli occhi a ciò che si stava svolgendo sotto di lui: l'unica ragazza rimasta a combattere era appena stata colpita da Abbadon e finì contro il muro di un locale sul lato della strada.
Senza sapere il motivo, fece un salto e finì in mezzo alla strada, estraendo la sua spada angelica e correndo verso il demone. Sentiva su di sé gli sguardi confusi degli altri ragazzi, ma cercò di ignorarli.

Nagumo sbuffò,infastidito dal gesto dell'amico, tuttavia si alzò e saltò anche lui, ritrovandosi proprio in mezzo alla mischia.
Abbandon li squadrò mostrando i denti affilati e gli si buttò addosso. Hiroto si scansò evitando di striscio il demone, mentre Nagumo, approfittando del fatto che il mostro era distratto, gli tagliò di netto il braccio.
In quel momento un pugnale sfiorò l’orecchio di Nagumo e andò a conficcarsi nella gamba del demone, che emise un sibilo assordante e caricò nuovamente Hiroto, che abilmente tratteneva tutti gli attacchi di Abbandon.
— Chi diavolo siete?!— domandò una voce femminile.
I Nephilim si girarono trovandosi faccia a faccia con una ragazza, aveva i capelli scuri, castani, mossi e gli occhi di un intenso nocciola.
— Vi stiamo salvando la vita, credi davvero che importi così tanto chi siamo ora?— fece il ragazzo dagli occhi gialli.
— Ce la stavamo cavando benissimo anche da soli!— ribatté la mora.
— A me non pareva proprio!— sbottò Nagumo linciandola con lo sguardo.
La ragazza scrollò le spalle e sfoderò la sua spada. — Idiota.— bofonchiò prima di lanciarsi all’attacco, scalza.


Alexys sentiva tutto ovattato come se le avessero riempito la testa di cotone, la testa pulsava e non si sentiva più le gambe.
— Alexys!— sentì una voce in lontananza e poi fu tutto come una valanga: i suoni si fecero più nitidi e le gambe molli.
— Alexys!— fece di nuovo la voce.
La ragazza spalancò gli occhi, tirandosi in piedi. Ebbe un mancamento, ma si sorresse sulle sue spalle. — Hakuryuu…— disse sussurrando.
— Ehi, tutto bene?— chiese l’albino, sorridendo debolmente. Aveva la faccia ricoperta di graffi.
— Sì, credo di sì…— rispose lei, riprendendo possesso del suo corpo, cercando di restare in piedi con le sue sole forze.
— Ho pensato al peggio quando ti ho visto perdere i sensi!— continuò lui.
— P-Perdere… i sensi?— domandò confusa Alexys.
La castana fece saettare la testa di lato, come ricordandosi del demone che l'aveva sbalzata via, e vide due Nephilim che non conosceva combattere elegantemente contro Abbandon insieme a… Natalia?!
Questo demone è praticamente instancabile, pensò Hiroto sentendo una goccia di sudore scendere lungo il suo collo.
La ragazzina che era corsa in loro “aiuto” era brava, ma se continuavano con questi ritmi sarebbero periti esausti tra non molto.
Fu un attimo e una punta di spada trapassò il petto di Abbandon da dietro. Il demone ululò di dolore, mentre la spada affondava nella carne putrida e veniva trascinata verso il basso formando uno squarcio nel corpo sporgente del mostro.
Nagumo e Hiroto si scambiarono uno sguardo d'intesa: non potevano perdere quell’occasione: si lanciarono contro il mostro, colpendolo alla testa in perfetta sincronia e questa esplose. Il demone crollò a terra, mentre rilasciava denso sangue scuro e veniva risucchiato nella sua dimensione.
— Scusate se vi ho fatto aspettare.— disse semplicemente l’altra ragazza, riponendo la spada nel fodero.
 


— Non ci posso credere!— sbraitò Hitomiko Kira quando le sorelle Deathshadow, Dousuke, Gouenji, Afuro e Kidou e altri due Nephilim sconosciuti si presentarono nel salone d'ingresso dell'Istituto.

Si aspettava di vedere chi aveva scelto per la missione sporco di icore di demone, certo, ma la cosa che l'aveva lasciata spiazzata erano Natalia ed Afuro insieme ai due rossi: loro sicuramente non li aveva scelti per alcuna missione. Era assolutamente convinta che Natalia ed Afuro fossero rimasti all'Istituto: con Afuro dietro, la Deathshadow si sarebbe fatta sicuramente beccare!

Ed invece quella volta, nonostante il biondo fosse effettivamente andato con lei, la ragazza era riuscita a fuggire. Non se l'aspettava, decisamente no.
— A quanto pare avete disubbidito al mio divieto— disse, dopo essersi calmata, squadrando i due.
— Signorina Hitomiko, ecco, noi ci annoiavamo e quindi abbiamo deciso di seguire gli altri...— tentò si giustificarsi Nat.
— Ma perché usi sempre il plurale, l'idea era tua!— brontolò Afuro stanco di finire in situazioni del genere per l'indole decisamente poco calma della Parabatai.
Kira stava per ribattere ma venne interrotta da Alexys.
— Mi scuso molto per il comportamento di mia sorella, certe volte si comporta proprio da irresponsabile...—disse la maggiore guadagnandosi un'occhiataccia dalla sopracitata —... ma ha combattuto veramente bene e con coraggio, e penso che se lei decidesse di punirla ancora potrebbe perdere molte altre occasioni di combattere—. Alexys, nonostante tutto, voleva un bene dell'anima alla sorellina e avrebbe fatto di tutto per proteggerla, quando poteva.
Hitomiko parve rifletterci un attimo e poi annuì. — Va bene, siete perdonati, ma è l'ultima volta che disubbidite ad un mio ordine, sono stata chiara?— li minacciò.
I due sospirarono sollevati — Sì, signorina Hitomiko!— risposero all'unisono.
La donna spostò lo sguardo sui due Cacciatori sconosciuti. Stava per dire qualcosa ma i suoi pensieri vennero intercettati da Kidou: — Loro sono Hiroto Kiyama e Nagumo Haruya. Ci hanno salvati dall'attacco di Abbadon.— spiegò sinteticamente.
— Siete stati attaccati da un Demone Superiore?— chiese esterrefatta. Da quel che ne sapeva non c'erano Demoni Maggiori a Tokyo.
Si rivolse ai due. — Vi ringrazio molto per il vostro aiuto, se non ci foste stati voi non oso immaginare come sarebbe potuto finire l'attacco—, sul volto di Nagumo apparve un sorriso trionfante che Kira ignorò prontamente.
— Bene. Essendo Nephilim, le porte dell'Istituto di Tokyo sono sempre aperte per voi. Potete restare quanto volete e magari, dopo che vi sarete riposati, mi potrete anche dire come mai vi trovavate a Tokyo.—. Spostò lo sguardo su Natalia, sorretta da Afuro. — In quanto a te, sarà meglio che vai in infermeria, non voglio che le tu condizioni peggiorino—.
Il biondo fece un passo in avanti per aiutare la Parabatai, ma barcollò leggermente e la donna se ne accorse. — Forse è meglio che anche tu e tutti gli altri andiate a riposarvi, sembrate abbastanza provati—, Afuro guardò la mora, le dispiaceva non poterla aiutare.

Avvertì uno spostamento d'aria vicino a sè, il braccio di Natalia che si sollevava ed una figura che appariva al suo fianco. Voltò la testa e trovò Nagumo che aveva preso la ragazza e la stava aiutando a camminare, diretti verso l'infermeria. Il rosso avrebbe potuto giurare che, mentre si stava allontanando, Alexys lo fissava con uno sguardo non amichevole, decisamente; se avesse potuto gli avrebbe spezzato il braccio con cui sorreggeva la sorella.
Kira li guardò sparire, pensando di dover avvertire il Conclave il più presto possibile.


Alexys afferrò il manico di Yeratel. Aveva fatto solo finta di entrare in camera e stendersi sul letto, sotto le insistenze della signorina Hitomiko. In verità non si sentiva per niente stanca e l'unica cosa che non voleva fare era proprio dormire, così era andata in Armeria. Aveva ancora i vestiti sporchi di sangue e i capelli appiccicosi, ma doveva fare una cosa. Lei doveva sapere.
— Non dovresti essere nella tua stanza?—.
La ragazza si voltò si scatto, trovando davanti a sé un ragazzo alto, dai capelli rosso fuoco e dagli occhi verde acqua: Hiroto Kiyama.
— Non sono affari tuoi.— rispose secca rimettendo a posto la sua spada. Non si fidava di quel ragazzo e del suo amico, e per di più il suo atteggiamento le dava sui nervi.
— Vedo che qualcuno è in quel periodo del mese.— disse lui prendendola in giro. Lei lo fulminò con lo sguardo.

Ora ne era sicura: gli avrebbe tirato tanti di quei Dravock.
— Senti. —tentò di dire senza perdere la calma— non mi interessa che cosa pensi. Stammi lontano e non rivolgermi la parola, e puoi star certo che non attenterò alla tua vita.— terminò uscendo dall'Armeria.



* Drevak: demone cieco che segue le tracce con l'olfatto. 
Sente l'odore marcio, come spazzatura ed è incredibilmente veloce. Questo demone non è un combattente. Viene utilizzato principalmente come una spia o messaggero (è in grado di capire il linguaggio umano). Succhia il sangue delle sue vittime. Il Drevak non ha denti, ma al loro posto ha nere spine velenose in bocca. Il suo veleno è incredibilmente doloroso. Per curare il suo veleno bisogna essere trattati da uno stregone
** Behemoth: è un demone informe, enorme e viscido. Ha una doppia fila di denti che corre lungo la lunghezza del suo corpo oblungo. Si nutre di tutto, persone incluse. Può teletrasportarsi ed il suo muco è letale. E' semicorporeo, molto difficile da uccidere. Guarisce le sue ferite, ma così facendo spreca energia. Crea bassi rumori come un insetto quando è arrabbiato, cinguetta quando è irritato e quando viene ucciso lascia dietro di se una pozza di liquido verde molto caldo




Angolo Autrici
Buonsalvino a tutti!
En e Cari are back! *luce dei riflettori addosso*
Come avrete potuto notare, in questo capitolo non ci sono i vostri OC. Quindi vi starete chiedendo: come mai? Semplicemente non abbiamo ancora deciso, perciò vogliamo farvi crogiolare nell'attesa ancora per un po' *risata malvagia*
Ne abbiamo approfittato per farvi conoscere meglio le nostre OC (a proposito, visto che nel prologo nessuno ci ha risposto T.T: secondo voi a chi appartengono Natalia e Alexys?) e i cattivi, inoltre c'è stata anche molta sana azione e l'arrivo dei nostri fidanzati di Hiroto e Nagumo. 
Il capitolo con la lista degli OC scelti verrà scritta da En appena riusciremo a deciderci, e poi cancellata con l'arrivo del terzo capitolo. 
Ma visto che parliamo del prossimo capitolo (come siamo proiettate nel futuro eh?), come magari avete letto, abbiamo voluto tenere le iscrizioni ancora aperte, perciò se qualcuno non ha recensito il prologo e vuole iscriversi, può farlo tranquillamente adesso.
Ringraziamo Eiblos per il betaggio e perchè ci ha messo l'html *si inchinano*
Speriamo che il capitolo vi sia piaciuto e se vi va lasciateci anche una recensione 

 
Cari e En
 
 
   
 
Leggi le 12 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Inazuma Eleven / Vai alla pagina dell'autore: Hoshizora no yami