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Autore: The Girl With Green Eyes    27/09/2015    1 recensioni
Draco da un mese a questa parte sogna sempre una donna , o meglio delle labbra. Si sente così piccolo in confronto e così felice con lei che matura la convinzione che si tratta di un ricordo. Ma chi è lei? E perchè non ricorda? Sembra star per impazzire ... poi vide Hermione.
Genere: Drammatico, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Famiglia Potter, Famiglia Weasley, Hermione Granger | Coppie: Draco/Hermione, Harry/Ginny
Note: Lemon, Lime, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Triangolo | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Capitolo 13.

“Faceva freddo. Davvero tanto freddo.
Il sole era tramontato da troppe ore e della luna nemmeno l’ombra.
Il vento tirava minaccioso e forte e nessun gufo cantava la sua litania notturna.
Sembrava quasi che la natura stesse in silenzio per lui.
Gli alberi erano fermi, le ombre non tremavano neppure un po’. Tutto era buio pesto.
Sotto la torre di Astronomia vi era una massa informe adagiata sul terreno in modo scomposto.
Riverso a terra vi era il corpo del più grande mago di tutti i tempi, in una posizione che faceva un male atroce solo a guardarlo.
Nessuno osava fare un passo avanti, tutti stretti in cerchio attorno al corpo stando attenti a non sfiorarsi fra loro guardavando Albus Silente, solo il nome infondeva grandezza nelle vene di chi lo pronunciava, addormentato come tutti i maghi del mondo. Sembrava uno qualunque, un vecchio canuto e dalle orbite pronunciate, le rughe erano interminabili sul suo viso spento.
Nella morte era diventato un come gli altri, dimostrando tutti gli anni passati. Era stanco e lo si vedeva dai lineamenti, la bocca quasi evanescente.
Aveva perso quell’ imponenza che vestiva quando era in vita, aveva perso quell’aura di terrificante rispettabilità che gli orbitava intorno ogni giorno mentre camminava nei corridoi della scuola.
Nonostante le ossa così evidenti e i capelli così bianchi non era riuscito a perdere però, nella morte, la sua magnificenza.
Un piccolo magnifico uomo morto sul pavimento di pietra dura e fredda sotto la torre di astronomia, sotto gli occhi di tutti.
Con lui moriva un pezzo di magia, si spense con lui una luce accesa da oltre un centinaio di anni.
Era stato una guida, un preside, un carnefice, un uomo, un ragazzo, un mago ed ora era una carcassa vuota sul pavimento di pietra fredda e dura.
La sua bacchetta non era più stretta nelle mani ossute e non lo sarebbe più stata, era poco distante da lui, senza magia, ferma, la bacchetta più potente del mondo, non sarebbe mai più stato il mago più potente di tutti i tempi.
Tutto intorno a lui si levarono bacchette in lutto, tremanti nel vento gelido della notte, tutta la scuola pianse il grande Albus Silente.

Ucciso da nessuno sapeva chi.
Eppure tutti sapevano chi lo aveva voluto.

Nessuno riusciva a guardare il corpo e guardavano il cielo nero, fino a quando quel cielo non fu squarciato da un urlo straziante.
Era stata l’unica persona che gli era stata vicina per anni, era stato tutto quello che non aveva mai avuto, lo aveva protetto, lo avevo istruito e lo aveva obbligato ad assistere a quella scena così pietosa.
Gli era  strappato un pezzo di animo ed era morto con lui in pochi interminabili secondi.
Harry Potter, il mago più famoso di tutti i tempi, si era gettato sul corpo del più grande mago di sempre.
Versava lacrime che non aveva ed urlava nella notte più lunga.
Lui sapeva, lui aveva visto.
Maledetto come aveva potuto!
Lui aveva visto tutto, lui si era fidato ed era stato tradito.
L’aveva vista la luce verde uscire dalla sua bacchetta e aveva visto la faccia consapevole del vecchio preside un secondo prima che la vita lo abbandonasse.
L’avrebbe ucciso. Era quella la promessa silenziosa fatta a se stesso in quell’istante.
Lo avrebbe torturato senza pietà e poi avrebbe vinto la guerra, per tutti quelli che aveva perso.
Per Lily e James che piangevano quella morte accanto a lui, e per Sirius che era stato sempre la vittima in quella maledetta storia e infine per Albus Silente perché l’aveva protetto morendo per lui e per la causa.
 
Poco più distante un’altra persona guardava con scempio quella scena così triste.
Il suo  migliore amico era a pezzi eppure non riusciva a pensare ad altro che ai suoi di pezzi.
Nel momento in cui aveva visto il corpo e i suoi più oscuri sospetti aveva preso forma concreta aveva frantumato ancora e ancora il suo cuore.

L’aveva ucciso lui, e lui con lei.

Gli aveva portato via la sua parte migliore e strappandogliela come si strappa un giocattolo ad un bambino l’aveva costretto a tornare come una volta, come prima di amarlo.

Draco Malfoy era tornato ad essere un mangiamorte e come tale eseguiva degli ordini.
Eppure lei lo conosceva, ancor prima del loro incontro non stava bene in quel ruolo ed allora perché aveva eseguito il più terribile degli ordini?
Hermione piangendo corse su per la torre di astronomia, aveva bisogno di sapere se era davvero stato lui, se aveva davvero pronunciato quelle parole guardando negli occhi Albus Silente.
Non avrebbe potuto farsi vedere da lui ne tanto meno parlargli perché per lui loro due erano nemici come al primo anno e per tutti gli anni a seguire, ma lei aveva imparato a leggergli il viso con abilità magistrale.
Lo conosceva come le sue tasche.
Sapeva che quando si sentiva in colpa non alzava mai lo sguardo da terra e che la bocca era una linea impercettibile ed immobile, i suoi occhi poi non sapevano mentire. Sapeva che quando doveva dire una cosa importante camminava avanti  e indietro per dieci minuti prima che potessi rivolgergli la parola, sapeva che quando gli ordinavano qualcosa che non voleva fare i capelli seguivano un corso tutto loro e gli occhi gli brillavano e il viso impallidiva.
Poteva scrivere un manuale di istruzioni su Draco Malfoy.

Aprì lentamente la porta e lo vide parlare con Severus Piton.
Era spaventato, pallido e sudato. Aveva una paura  fottuta e si vedeva da lontano, tutti i muscoli erano in tensione e le vene gli disegnavano una mappa sul  corpo.

-Mi farà del male adesso, perché non me lo hai lasciato fare?!
-Non ce l’avresti fatta stupido ragazzino e non saresti sopravvissuto, ho promesso a tua madre che ti avrei protetto e non potevo permettere che ti addossassi un crimine tanto brutale. Infondo hai solo 16 anni! Adesso dobbiamo andare, tua zia ci sta aspettando.

I due si diressero velocemente verso la porta dietro la quale stava Hermione che non era riuscita a spostarsi.

-Cosa ci fa qui signorina Granger?
-Ni…niente professore.

Piton non la degnò nemmeno di uno sguardo mentre Draco aveva stampata in faccia quell’espressione che per cinque anni aveva visto riservarle ad ogni loro incontro.
Disprezzo.
Ogni traccia dell’amore che avevano condiviso era svanita, ogni luce nei suoi occhi mentre la guardava era spenta. Spenta dalla sua magia.

Con odio sputò due parole prima di seguire l’assassino.

-Lurida Mezzosangue.
Hermione si accasciò per terra svuotata. Per la seconda volta quel giorno aveva ricevuto una pugnalata al cuore, era talmente vuota ora che nemmeno la morte sarebbe stata paragonabile.
 
Sei ore prima.

-Draco non posso perfavore smettila, non posso e basta.
-Hermione devi farlo! Dio perché non capisci che lo devi fare per te?

Draco urlava nella vuota torre di astronomia.
Le mani erano fra i capelli e, per la disperazione, girava in tondo nella stanza circolare agitando la bacchetta con veemenza.
Hermione non voleva capire quanto importante fosse che lui dimenticasse tutto anche se sarebbe stata la cosa più difficile del mondo.
Non capiva che aveva pensato ad ogni singola alternativa, era andato persino in biblioteca.
Niente, quella era l’unica.
Ma lei sembrava una bambina mentre piangeva a dirotto e urlava in faccia al biondo.
Dio quando era bella quando faceva la bambina, Dio quanto l’amava quando si incaponiva su cose palesemente sbagliate.
Aveva un disperato bisogno di Hermione nella sua miserabile vita ma non era possibile, la guerra era alle porte e lui doveva proteggerla.
Se non poteva averla nella sua vita voleva che almeno potesse vivere la sua, di vita, senza di lui, senza che lui ricordasse quel fremito che lo pervadeva ogni volta che la vedeva, ogni volta che la toccava avampava come se lo avesse bruciato la fiamma di mille candele, quando la baciava erano fuochi d’artificio.
Che senso aveva proseguire senza di lei?
Si ritrovò a fare gli stessi pensieri di un anno prima, prima di incontrare lei.
Ma era ancora troppo coinvolto in qualcosa più grande di lui dal quale nemmeno quella strega così intelligente lo avrebbe potuto salvare.

{Crescendo aveva capito che ribellandosi sarebbe morto , ed era fin troppo egoista per volersi suicidare. Ma quella vita valeva la pena di essere vissuta?
'No' diceva Draco 'uccidetemi , non fatemi fare tutto questo' ma ogni volta che avrebbe potuto morire lui combatteva per uscirne salvo.}

Ancora non riusciva a contemplare un idea del genere ma adesso c’era un altro motivo, uno più importante.

Amava una ragazza per la prima volta nella sua vita.

Per la prima volta della sua vita aveva aperto le porte del suo cuore e aveva scoperto che c’era un mondo li fuori che lui voleva vivere.
Aveva amato l’ultima ragazza sulla faccia della terra che avesse mai potuto amare e l’aveva amata così genuinamente, in un modo così puro e incondizionato che stava morendo di paura al pensiero di dover dimenticare tutto.
Dimenticare che non è perduto, che nessuno è perduto. Figuriamoci poi un ragazzino di 16 anni.
Ora come ora, con la prospettiva del dolore che questo incantesimo avrebbe procurato ad Hermione, avrebbe voluto odiarla almeno la decima parte di quanto l’amava.
Non riusciva a vivere ne con lei ne senza di lei .
Non sapeva niente dell’amore ne della vita è vero, aveva meno anni di quanto ci si aspetterebbe, eppure aveva vissuto tragedie che era follia pensare.
Non sapeva niente dell’amore, a quell’età si crede di essere innamorati della propria migliore amica o di quella più carina, eppure sapeva che era completamente diverso.
Quando la vedeva gli si apriva un mondo, un mondo che credeva perduto.
Quel mondo che gli raccontavano le favole di quando era bambino.
Non è che fosse pronto a salire su di un cavallo bianco in calzamaglia e cappello piumato, ma adesso sapeva dentro di se di aver capito cosa spingeva i personaggi di quelle fiabe ad affrontare mille ostacoli per amore.
Anche lui ora si stava vestendo della sua armatura scintillante fatta di coraggio e codardia.

Era l’ultimo insormontabile ostacolo.

Ma l’amava, e avrebbe fatto di tutto per lei, anche dimenticare di averla amata e di essere stato felice.
La guardò come da piccolo guardava sua madre, come se fosse il suo unico scoglio, e vi si appigliò ancora una volta per l’ultima volta.
Adesso basta, doveva dimenticare o sarebbe stato troppo tardi.
Prese il viso della piccola grande donna fra le mani e ne baciò ogni singolo centimetro prima di asciugarle le lacrime con il dito.

-Non posso.

Era solo un sussurro, era intelligente e Draco lo sapeva, sapeva che lei aveva capito da tempo che era l’unica cosa da fare.

-Stanotte dovrò fare una cosa bruttissima e ti chiedo scusa in anticipo per quello che vedrai ma almeno così inconsciamente salverò te.  Fallo Hermione.

La ragazza prese in mano la bacchetta tremando visibilmente, poi si alzò in piedi e riacquistò la sua solita compostezza.
Draco si alzò con lei spaventato da quel repentino cambio di posizione.

-Facciamolo. Te lo dico per l’ultima volta, ti amo e ti amerò per sempre qualsiasi cosa accada, sarò sempre tua.
-Promettimi che non ti farai strappare i ricordi anche tu, promettimi che custodirai i tuoi e i miei e che sarai la chiave di tutto quello che abbiamo avuto.
-Te lo prometto. Sarò la chiave di tutto.
 
Per la prima volta nella sua vita, per l’unica volta nella sua vita Draco riuscì a dire ciò che provava, anche se poi se ne sarebbe dimenticato.

-Ti amo Granger, così tanto. Non lo dimenticare mai.

Nel pronunciare quell’ultima parola fredda e scostante un’ultima lacrima le scese sul viso gelida e le si congelò all’altezza del cuore.

La chiave di tutto, per sempre.

E finì, nel freddo pomeriggio senza luce, finì tutto come era iniziato, con i cuori pesanti e lacrime sul viso.

-Obliviate ”
 

Per tutta la durata del racconto Draco non si era mosso. Dalla finestra si era seduto sulla sedia di fianco al letto e aveva sorseggiato tutto il tempo bicchieri su bicchieri di Brandy. Hermione al contrario continuava a girare per la stanza senza trovare una posizione adatta, prima si sedeva poi si rialzava e poi si risedeva ancora.
Non appena la donna finì di descrivere quella straziante giornata,  Draco ritornò all’improvviso nel presente, come tutte le altre volte.

-E poi? Poi cosa è successo? Cosa mi hai detto?
-Poi niente, l’incantesimo ti ha fatto svenire e io sono corsa fuori dove c’era Blaise. Mi è stato un sacco vicino. Ogni volta che poteva veniva da me, poi sono partita con Harry e Ron e ci siamo persi.
-Non ci posso credere che ti abbia fatto così tanto male, o meglio, ci credo perché lo ricordo ma non ci posso credere che sia stato capace di far assopire il mio amore per te da un incantesimo.
-Non  è colpa tua, l’incantesimo è forte e, non per vantarmi, gli incantesimi mi escono piuttosto bene, eppure qualcosa ho sbagliato.
-Eppure qualcosa hai sbagliato.
-Sono così contenta che tu non abbia ucciso Silente quella notte.
-Anche io. Ma insomma ti ho detto qualcosa di importante quella notte.. era normale, voglio dire, te lo dicevo spesso?
-Quella volta è stata l’unica, ma io non ho mai preteso nulla, lo dicevo io per entrambi, sapevo che per te era difficile esternare i sentimenti.
 -Si infatti.. voglio dire, ricordo ciò che sentivo e sapevo che era forte ma non credevo di essere capace di dirlo in faccia a qualcuno.

Hermione gli si avvicinò e si sedette per terra in modo da far arrivare il suo viso all’altezza del suo.

-Ascoltami, tutti ne sono capaci solo che alcuni ci mettono più tempo e a me stava bene e starà sempre bene perché Draco, i tuoi sentimenti io li leggo nei tuoi occhi.

Lui la baciò all’improvviso trasmettendole tutto l’amore che non aveva il coraggio di dire.
L’ansia era passata, aveva ricordato tutto.
Il puzzle era finito ormai, un puzzle ricco di mille pezzi che avrebbe sempre tenuto nel cuore.
Era tutto così bello e triste in quello che aveva ricordato, così distante da quello che vi era ora.

Una sola cosa non era cambiata, Hermione.

Era stata la chiave di tutto per tanti anni, aspettando il giorno in cui avrebbe fatto scattare la serratura e avrebbe innescato il meccanismo.
Aveva promesso di amarlo per sempre e così è stato, aveva promesso di non dimenticare mai e di ricordare per entrambi e lo aveva fatto, quando gli sembrava tutto perduto, quando sembrava tutto così lontano aveva ricordato più forte.
Non aveva mai dimenticato ciò che aveva letto negli occhi di Draco.
Ora toccava a lui far tesoro di ciò che Hermione gli aveva dato.

-Scusami.
-Per cosa?
-Per tutto, per quello che ti ho fatto passare, per essermi innamorato di te, per non aver pensato che sarebbe potuto essere troppo per te da sopportare, per essere stato troppo impegnato a pensare a quello che volevo io, a quello che avrei subito io. Per essere nato codardo ed esser vissuto da tale mente tu sei così forte. Scusa per non averti detto ciò che provavo ogni giorno, ad ogni bacio, ad ogni sussurro.
-Smettila, non ci pensare nemmeno. Perdonami tu invece per non essere stata abbastanza, per non essere riuscita a salvarti e per aver sbagliato l’incantesimo quella notte mettendo a rischio la vita di entrambi.

Draco sorrise con una dolcezza infinita che gli fece risplendere il viso sempre così cupo.

-Non hai sbagliato quella notte Hermione, non hai sbagliato niente a dire il vero. Tu eri la chiave perché io ricominciassi a ricordare, dovevi solo girarla nella serratura. Volevi che io ricordassi qualche mese e te ne sono immensamente grato.
 
Draco Malfoy si alzò dalla sedia all’alba del nuovo giorno con addosso una consapevolezza diversa, prese la mano di Hermione e l’aiuto ad alzarsi. Si spogliò definitivamente dell’ultimo granello di malvagità pura che aveva addosso e si avviò verso la porta chiusa.
Girò la maniglia.

-Vieni, iniziamo la nostra vita insieme.





 

Sam's Corner:


Ho aggiornato presto. Wow! Spero vi piaccia, è stato difficile scriverlo perchè tutta la storia inizia qui, in questo capitolo.

Cose da precisare: -Non è finita la storia solo perchè ha ricordato tutto.
                               -Draco non è diventato un angioletto, è pur sempre un serpeverde.
                               -E' molto importante notare che Draco, nonostante abbia riconosciuto a se stesso                                     l'amore che nutre nei confronti di Hermione, non le abbia detto le fatidiche paroline.                               -Hermione NON ha sbagliato l'incantesimo, inconsciamente voleva che Draco                                            ricordasse perchè lei non lo aveva mai dimenticato. La cosa è stata sicuramente                                      spinta dal cambiamento di Ron.

Grazie ancora a chi segue la storia in silenzio e non siate timidi, lasciate anche una piccola recensione, mi fanno davvero felice.


Bacci, al prossimo capitolo <3




Esse.
   
 
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