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Autore: Lallix    13/02/2009    5 recensioni
È il primo anno di Hogwarts per i gemelli Weasley: incontrano allora i loro amici, combinano i primi guai e passano attraverso le prime cotte... E in tutto questo è aggiunta una ragazzina del tassorosso che non riesce proprio a farsi gli affari suoi ma con una dolce simpatia per loro... Leggete e commentate!!!
Genere: Generale, Romantico, Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Famiglia Weasley, Fred Weasley, George Weasley, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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Hilary passò tutta la notte in infermeria. Dopo essere stata chiamata in infermeria da Lee Jordan, amico stretto dei fratelli Weasley, era corsa a perdifiato per i corridoi fino alla stanza, dove c'erano Lee Jordan, i gemelli e il loro fratello maggiore, che stava facendo una ramanzina agli altri tre.
Hilary non era stata ad ascoltare nemmeno una parola di tutto ciò che Charlie gli stava dicendo ma, dopo aver scansato George, si era avvicinata alla sua migliore amica che dormiva profondamente.
«Cosa le è successo?» aveva chiesto interrompendo Charlie e il suo discorso.
«Nulla di preoccupante, è solo svenuta. Non si è ancora ripresa.» le aveva risposto Charlie con tono rassicurante. «È stata trovata da Fred, George e Lee, che stavano facendo un giro nella foresta proibita» aveva continuato guardando con rimprovero i fratelli e l'amico.
«Nella foresta?» aveva domandato Hilary incredula, tanto per i gemelli che per l'amica. «Siete tornati nella foresta??»
«C'eravate già stati?!» aveva chiesto Charlie con gli occhi fuori dalle orbite.
«Abbott, cuciti quella bocca!» Fred l'aveva sibilato a labbra strette.
«Ah no, fratelli cari, questa proprio da voi non me l'aspettavo..»
La bionda aveva smesso di ascoltare la seconda ramanzina e aveva osservato Stacy con affetto e apprensione.
Nella foresta proibita. Svenuta.
No, l'amica pavida non si sarebbe mai spinta fino alla foresta! Avrebbe trovato chi era la persona che l'aveva trascinata lì. Oh sì, e poi l'avrebbe fatto fluttuare in aria - che forse era l'unico incantesimo che le riusciva bene -, così imparava che con gli amici di Hilary Abbott non si scherza.
E con questi pensieri si era addormentata, con la testa sulle braccia, accanto a Stacy Spencer, e nessuno aveva avuto il cuore di allontanarla dall'amica.

La mattina dopo si svegliò con le risate di Stacy, che aveva un pacchetto di gelatine tutti i gusti più uno sulle ginocchia.
Mise a fuoco la scena: il suo migliore amico stava seduto dalla parte opposta alla sua, vicino al lettino di Stacy ed era sul punto di vomitare.
«Sputala se ti fa tanto schifo!» rise Stacy guardando Cedric.
«No, devo riuscire ad ingoiarla!» rispose il ragazzo deciso. Inghiotti schifato e trattenne un conato. «Per merlino, non so nemmeno che gusto fosse!»
Stacy riprese a ridere e Hilary la copiò.
«Buongiorno principessa, come sta?»
Hilary fece una smorfia a Cedric. «Molto bene grazie... Piuttosto Stacy, noto che ti sei ripresa!»
L'altra sorrise. «Splendidamente» ammise con un sorriso.
«Cosa è successo?»
Stacy abbassò gli occhi. «Sono stata aggredita da alcuni ragazzi di Serpeverde.»
«Maledetto Pucey!!!» strillò Hilary.
Stacy sorrise amaramente. «E con lui due ragazzi del terzo anno.»
«Ma perché trascinarti nella foresta? Che senso aveva?» chiese Hilary, nonostante Cedric stesse scuotendo la testa con forza, preoccupato.
«..La foresta?» Stacy cambiò colore. «La foresta proibita?!»
«Ah ah, no stavo scherzando...»
«Cedric, sono stata trascinata nella foresta proibita?» mormorò senza voce.
«Hilary, ma cosa c'era nel tuo succo di zucca ieri sera? Un concentrato di idiozia?!» bisbigliò Ced portandosi le mani alla faccia.
Intanto Stacy aveva cominciato a singhiozzare, tremando e bisbigliando frasi come: «Oh mio dio, nella foresta» oppure «Potevo essere sbranata» o ancora «Non ci voglio andare nella foresta!»
Hilary sorrise colpevole e con gli occhi bassi decise che quello era il momento adatto per andare a colazione.

«Come sta la tua amica?» chiese Juliet a Hilary quando si sedette al tavolo.
«Si sa già in giro?» Hilary stupita rimase a guardare la ragazza bloccata con il coltello sporco di marmellata a mezz'aria.
«Ecco, beh, me l'ha detto quella secchiona di Corvonero del nostro anno, quella con gli occhiali, capelli chiari e sporchi, quella bruttina...»
«Va bene, ho capito chi!» disse la bionda spazientita. «Ma lei da chi l'ha saputo?»
«Sono in stanza insieme, e ha sentito che la Manrods era preoccupata perché non tornava, così ha sentito anche che forse era stata aggredita...» Juliet non riuscì a trattenersi oltre. «È vero che era un troll di 5 metri?! È vero che ha cercato di sbranarla dopo averla trascinata a forza nella foresta??» chiese tutto d'un fiato.
Hilary sospirò. E ti pareva, se non coloravano la cosa!
«No, non è vero.» Finì il suo latte in fretta e prendendo due pasticcini di ricotta e altrettanti di mele, due bicchieri di succo di zucca e alcune salviettine.
«Allora che è successo?» chiese Juliet vedendola alzare. «Dove stai andando?! Perché non me lo vuoi dire???»
Hilary finse di non sentire e, con i bicchieri un pochino in bilico uscì dalla sala gremita e prese la strada per l'infermeria.
Inutile dire che, con la testa fra le nuvole quale lei aveva, si trovò ben presto alla Sala Comune del Tassorosso.
«Maledizione!» sbraitò lasciando cadere il succo da uno dei bicchieri. Alzò gli occhi prendendo fiato e placò la rabbia. «Per la barba di Merlino! Ma cosa ho fatto per meritare questo?! Adesso mi toccherà rifare tutta la strada indietro... Non arriverò mai in tempo a lezione!»
Si sedette accanto alle cucine e
appoggiò a terra cibo e bevande, stendendo sotto le salviette.
Sbuffando le cadde l'occhio su un piccolo oggetto poco distante da lei che aveva preso a luccicare. «Che può essere?» si chiese avvicinandosi a gattoni.
Quando raggiunse l'oggetto vide che era un piccolissimo pezzo di metallo argentato - o forse addirittura d'argento - lungo e stretto. Lo rigirò più volte sul palmo della mano, quando un rumore alle sue spalle la fece trasalire e l'oggetto le cadde di mano.
«Oh, vogliate scusarmi, signorina.»
Hilary si voltò a guardare la creatura che era uscita dalle cucine. Un piccolo elfo domestico scarno e vecchio la guardò, fece un inchino e mentre Hilary stava per dirgli che non importava, rientrò nelle cucine e chiuse la porta.
Hilary rimase ferma come un baccalà a fissare la porta, poi si alzò, prese pasticcini, bicchieri e le salviette sporche e si diresse verso l'infermieria, ancora colpita dall'apparizione dell'elfo.

Giunse al letto di Stacy che era ormai sola.
«Dov'è andato Cedric?»
«A lezione. Doveva percorrere tutto il castello per raggiungere i sotteranei, e sa che Piton è molto rigido sugli orari.»
Hilary sbiancò. «Perché, che ora è?» chiese con voce flebile.
Stacy scostò la manica sinistra della camicia da notte e fissò il suo polso con faccia sorpresa.
Hilary credette che quello fosse davvero un modo strano per vedere l'ora. «I babbani riescono a leggere l'ora guardando il proprio polso? Caspita, questa la devo raccontare al papà!» disse Hilary colpita.
«Ma no, stavo guardando l'orologio...!» rispose Stacy ancora più sorpresa.
«Ma io non vedo nessun orologio.» disse Hilary dopo qualche secondo di riflessione. O era molto piccolo, o forse era invisibile, il che le sembrava alquanto strano, contando che Stacy era nata e cresciuta in una famiglia babbana. Se ne uscì perciò con un sospiro e un «La tecnologia...!»
Stacy spazientita si mise a cercarsi intorno. «Ma che tecnologia?! L'orologio era qui, e ora non c'è più!» Frugò sotto le coperte e le lenzuola e guardò accanto al letto. «Ma dove può essere?»
Hilary arrossì per la gaffe appena fatta e, fingendo normalità (ndH: fingendo normalità?! è_é nda: insomma, fingendo di non aver fatto alcuna figuraccia...!), cominciò a frugarsi intorno anche lei.
Stacy si fermò a pensare. «Forse mi è caduto quando mi hanno aggredita... O magari..» e qui rabbrividì, «..nella foresta...»
Hilary rabbrividì a sua volta. «Posso andare a cercare nel punto di ieri... Ma per la foresta, mi sa che dovrai chiedere a qualcun'altro!»
Stacy scoppiò a ridere e la ringraziò. «Ma sì, lo ritroverò! E poi potrò mostrartelo per bene. Era quello che volevo farti vedere ieri, in effetti...»
«Pensavo fosse il paesaggio!» ammise Hilary.
«Beh, non solo!» rise Stacy, poi il sorriso le morì sulle labbra e sospirò.
Hilary capì e l'abbracciò. «Lo troveremo. Promesso.»
Stacy sorrise di nuovo e ringraziò.
Furono interrotte dall'infermiera. «Signorina Abbott, lei non ha lezione a quest'ora?»
Hilary sbiancò. «Che ora è?»
L'infermiera sbuffò spazientita. «Le lezioni sono appena cominciate!»
Hilary scattò in piedi come una molla e salutando Stacy corse a perdifiato fino al suo dormitorio e poi giù fino ai sotterranei.

«Le pare questa l'ora di arrivare, signorina Abbott?» chiese Piton quando Hilary entrò nella stanza. Vide Cedric che scuoteva la testa esasperato ma divertito allo stesso tempo.
«Mi dispiace, ero in infermeria...» disse con una flebile vocina.
«Si è fatta male? Ha avuto un mancamento?»
Hilary deglutì. «Ero a trovare Stacy Spencer...» Qui molte delle persone presenti si voltarono, soprattutto i Corvonero.
«Non mi pare una buona scusa! 10 punti in meno a Tassorosso..» e qui tutti i Tassorosso presenti sbuffarono e si lamentarono «..e farà compagnia ai signorini Weasley nella loro punizione!»
«I gemelli?! Ma perché? Io non c'entro!»
«Non mi pare il caso che lei la faccia tanto lunga... Completerà volentieri la pulizia di Hogwarts che ha cominciato insieme a loro...» Piton fece un ghigno e continuò la sua lezione.
Hilary andò a sedersi vicino al suo migliore amico che, dopo averle tirato una gomitato le bisbgliò: «Sapevo che saresti arrivata tardi.»
«Ma va?!» disse Hilary scocciata.
«Signorina Abbott, vuole passare tutte le sere a pulire?»
"Acc. Piton" penso Hilary. «No, mi scusi.»
«Faccia silenzio allora. E ascolti la lezione. Non mi pare sia il caso che lei perda altre spiegazioni.»
Hilary si ammutolì imbronciata e guardò Cedric con uno sguardo assassino finché non fu colpita alla testa da una palla di pergamena.
Si trattenne dall'alzarsi in piedi innervosita e si voltò dietro di lei.
Nessuno era girato e tutti erano intenti a scrivere gli appunti.
Aprì il pezzo di pergamena e rimase a bocca aperta a fissarlo.
Dentro, a lettera incerte e grandi stava scritto:

Io so perché la tua amica era nella foresta.


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Buongiorno.. ehm ^^ salve... ecco, coem vedete sono un po' in ritardo... ehm... meglio tardi che mai?? no?? beh, comunque ho visto che qualcuno legge ancora questa storia perciò mi sono presa la briga di continuarla.. giusto per non lasciare qualcosa a metà!
Bene, questo capitolo è breve e un po' così così, come dire?, inutile, come tutti, ma forse mettendo insieme tanti capitoli inutili alla fine ci sarà qualcosa..? no?? ..vabbè...
Ringrazio infinitamente chi ha recensito, perché se ci sono poche recensioni o nessuna non aggiorno >.< mi sento poco motivata... perciò mi paicerebbe se chi leggesse potesse recensire, anche in male, ma scrivere una piccola cosa... ecco, sarebbe carino... ^_^ non trovate??
Ringrazio a chi ha ancora questa storia tra i preferiti e chi ha recensito l'ultimo capitolo!
Se volete che vi risponda alle recensioni, chiedetelo! XD così non perdo tempo in cose che non vi interessano XD
Ora vado, vi lascio e vi chiedo scusa!
Bacioni a tutti
Lalla*
  
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