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Autore: samy_97_    28/09/2015    3 recensioni
[Emma si risveglia nell'Avengers Tower completamente priva di memoria. Chi è? Come è arrivata in quel posto pieno di mutanti, dei e guerrieri? Perché si sente così spaesata in mezzo a persone che, teoricamente, conosce da tempo? Inizia per la ragazza una lotta contro la sua stessa mente per far affiorare i ricordi che ha perduto, le sue origini e, soprattutto, gli affetti e gli amori che si è lasciata indietro a causa di un nuovo nemico che minaccia la Terra.]
"Un uomo, molto alto e dall’aspetto un tantino trasandato, entrò con foga, spalancando gli occhi non appena la vide. Un sorriso sostituì quasi immediatamente lo stupore ed egli si avvicinò a grandi passi a lei, chiudendosi con un tonfo sordo la porta alle spalle. –Emma!- esclamò, facendo risuonare nella stanza la sua voce, tanto elevata da procurarle dolore alle tempie. –Sei sveglia! Come ti senti, come stai?- le domandò affannosamente, sedendosi a fianco a lei e prendendole le mani che, solo ora se ne rendeva conto, erano piene di graffi. Chiuse gli occhi, ripetendosi nella mente il nome che lo sconosciuto aveva appena pronunciato. Emma, Emma, Emma."
Genere: Azione, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Loki, Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Amaranth dream

 

 

2.

 

Emma chiuse gli occhi e si strinse le ginocchia al petto. Nath era stata molto premurosa: le aveva dato un paio di compresse e le aveva fatto cambiare gli abiti con un paio di jeans e un maglione particolarmente comodi, infine le aveva consegnato quello che aveva definito come “il suo inseparabile IPod”. Le aveva fatto fare un rapido giro del luogo, prima di passare nuovamente per il laboratorio, dove erano rimasti solamente il dottor Banner e Tony Stark, che l’aveva salutata facendole di nuovo l’occhiolino. –Vedo che sembri molto più in te, fiorellino.- le aveva detto. Peccato che Emma non sapesse chi fosse quel “te” di cui parlava lo scienziato. Si era sforzata molto, ma nessun ricordo emergeva dalla sua mente stanca.

-Vuoi rimanere sola?- le aveva chiesto Natasha, una volta uscite nella grande terrazza in cima al grattacielo che fungeva da quartier generale degli Avengers. Emma aveva annuito lentamente, temendo di offenderla, ma lei le aveva sorriso ed era sparita all’interno nel giro di mezzo secondo.

La ragazza si era così trovata un angolino e si era accoccolata addossata ad una parete, per ascoltare la musica in santa pace. Aveva capito immediatamente perché fosse stata tanto legata a quell’oggetto: la musica era riuscita a rilassarla subito e finalmente la testa non le pulsava più.

Inoltre, si rese conto di ricordare quelle canzoni, quelle melodie. Probabilmente le aveva ascoltate talmente tante volte che le erano entrate nella mente indelebilmente. Si mise a canticchiare quella in testa alla sua playlist: le piaceva talmente tanto che le vennero le lacrime agli occhi.

 

Tu lo sai che non è la fine, si che lo sai,

che viene maggio e sciolgo le brine,

si che lo sai, resti d’inverno persi nel vento,

 io non mi stanco nono

e vengo a cercarti in un sogno amaranto…

Dove sei arcobaleno, che cosa fai,

miele selvaggio quando ti sogno,

che cosa fai, nel cuore mio,

tra il nulla e l’addio..

 

Riaprì gli occhi solamente quando la canzone terminò e si ritrovò con le guance bagnate. Era sveglia solamente da qualche ora, ma aveva la sensazione di avere tanto di quel tempo sulle spalle da farle venire voglia di chiudere gli occhi e di addormentarsi per sempre. Tuttavia, la cosa peggiore di quella sensazione soffocante era di non ricordare assolutamente nulla: le era stato detto che nessuno meglio di Jane sarebbe stata capace di rispondere alle sue domande, ma un lato di lei non era così sicuro di volerla ascoltare; dopotutto, da quello che le aveva detto Nath, Jane era particolarmente dentro a quella storia, in quanto compagna di Thor.

Emma scosse la testa, improvvisamente tesa. Era legata a sua sorella? E se si, cosa aveva comportato per lei il suo fidanzamento?

Si alzò lentamente dalla sua postazione e fece qualche passo verso la balaustra, godendosi il panorama. La città di New York si estendeva caotica sotto di lei e l’orizzonte era una distesa di cemento che si perdeva a vista d’occhio. Storse il naso, volgendo lo sguardo, quando di rese conto che sulla punta della struttura, sospeso a centinaia di metri nel vuoto, c’era Loki.

-Ma che diavolo sta facendo?!?- esclamò scioccata, mettendosi una mano davanti alla bocca. Il dio dovette sentirla chiaramente, perché si voltò verso di lei e, con un salto, la raggiunse. Emma spalancò gli occhi e rimase senza parole per parecchi secondi: o quell’uomo era una specie di canguro, oppure la storia del dio non era così ridicola.

Loki ghignò. –Mi godevo il panorama, sebbene l’odore di smog sia parecchio fastidioso.- disse, rispondendo alla sua domanda retorica. La ragazza spalancò ancora di più la bocca. –Ti saresti potuto sfracellare!- esclamò, ma poi si rese conto che, probabilmente, un dio era molto più resistente di un essere umano e non poté farsi a meno di darsi della stupida e di arrossire.

-Sono caduto da altezze molto maggiori.- rispose infatti quello, prima di voltarle le spalle –non vedendo, fortunatamente, le sue guance tingersi di un rosso più acceso. Poteva essere così stupida?- e dirigersi verso l’entrata. Di certo, la freddezza dei suoi modi era totalmente diversa dal calore con cui si era preoccupato per lei solo poche ore prima: in quel momento le sembrava quasi un’altra persona, molto più simile al pazzo che aveva sollevato il dottore e l’aveva scaraventato addosso al bancone da lavoro. Inoltre, notò, aveva indossato vestiti normali: molto meno ridicoli e senza una minima piega. Non aveva un capello fuori posto.

Deve avere qualche disturbo della personalità, pensò, quando una squillante voce di donna urlò il suo nome. Emma fece solo in tempo a vedere una ragazza mora correrle addosso prima di essere stritolata in un abbraccio che di delicato aveva ben poco.

-Tu.. sei Jane?- domandò con l’ultimo grammo di fiato che le era rimasto: se fosse morta, doveva almeno sapere a chi attribuire il suo assassinio.

La donna annuì, con le lacrime agli occhi. –Si. Emma, pensavamo tutti fossi morta… non eri presa per nulla bene e quando Thor me l’ha detto, mi si è spezzato il cuore. Ma sei viva, quindi non ti preoccupare per i tuoi ricordi, riuscirai a recuperarli tutti e, d’altronde, io sono qui anche per aiutarti.- le disse tutto d’un fiato, prendendole le mani e guardandola con affetto.

Dopo un attimo di confusione, fu il turno di Emma di sentire le lacrime pungerle gli occhi: se quella donna era davvero sua sorella, non avrebbe potuto desiderare di meglio. Capì all’istante che erano indissolubilmente legate e che se fossero state insieme, dopotutto forse c’era davvero una speranza per i suoi ricordi.

-D’accordo..- annuì, -allora potresti raccontarmi come diavolo sono finita in questa situazione, per iniziare?-

Jane ridacchiò e insieme si sedettero a terra, in una posizione che le proteggeva dal vento primaverile e, allo stesso tempo, offriva loro una splendida vista sulla città.

-Dunque, tutto è iniziato qualche anno fa, nel New Mexico..-

 

 

-Vuoi un’altra frittella?- le domandò Jane, dalla sua postazione vicino ai fornelli. Emma annuì, la bocca troppo piena per poter formulare parole di senso compiuto, ma ci pensò Thor a reclamare a gran voce un’altra porzione della gustosa colazione preparata dalla sua ragazza, sputacchiando latte per tutta la cucina. Emma scoppiò a ridere di gusto, mentre Steve sorrise sorseggiando il suo caffè: -Credo che Thor abbia espresso a gran voce i suoi desideri, Jane.- le disse con un sorriso, spostandosi per lasciare passare la donna carica di piatti.

-Oh, ma so precisamente quanto vada pazzo per le mie frittelle. In questo tempo si dice che l’unico modo per prendere un uomo sia per la gola.- ridacchiò, lanciando un’occhiata al suo ragazzo, il quale le rispose con un sorriso e si affrettò ad infilarsi in bocca una frittella intera –Emma ne rimase quasi scandalizzata- e ad alzare la forchetta verso l’alto, scuotendo i lunghi capelli biondi. –Un applauso per le frittelle di Jane.- esclamò, suscitando di nuovo l’ilarità di tutti.  –Non c’è nulla al mondo di più celestiale, non è così fratello?-

Loki, seduto al margine della sedia e con il muso lungo, alzò lo sguardo dal suo piatto, dove giaceva la sua colazione ridotta in pezzetti minuscoli. –Disgustose.- disse, laconico, facendo calare la temperatura nella stanza di almeno cinque gradi.

Con un moto di stizza, Emma si chiese per quale motivo fosse andato a fare colazione con loro se era di quell’umore lì.  Sua sorella, tuttavia, non disse nulla, limitandosi a stringere una spalla a Thor e a posargli di fronte un piatto pieno.

-Ne vuoi altre, Emma?-

-No, sono a posto grazie.- disse lei, limitandosi a prendere un’altra aspirina, che sperava l’avrebbe aiutata per tutto il resto della giornata. Il mal di testa le era parecchio diminuito e il sonno profondo in cui era caduta poco dopo la chiacchierata con Jane le avevano fatto sicuramente bene, ma nessun ricordo si accingeva a tornare. Quella mattina, prima di scomparire in laboratorio, il dottor Banner le aveva detto che era perfettamente normale e che la trovava molto meglio rispetto al giorno prima. In ogni caso, Emma non riusciva di certo ad immaginarselo come un mostro verde incazzato.

-Credo che andrò a fare qualche esercizio. Sapete per caso dove sono Nath e Stark?-

-Credo di aver visto Tony dormire abbracciato ad una testa di metallo.- disse Emma, aggrottando le sopracciglia. –Solo un paio d’ore fa.-

Tutti si girarono verso di lei, sorpresi, facendola arrossire. –Era.. ehm, sul divano.- precisò, trattenendosi dall’alzare gli occhi al cielo. Di quel luogo conosceva solo tre piani e in nessuno di essi c’era la camera da letto di Tony Stark.

Steve annuì sorridendole ed uscì dalla cucina, mentre Jane le si sedette accanto, addentando finalmente la sua prima frittella.

Ad un certo punto, la porta si aprì di scatto e un assonato Tony Stark entrò a reclamare cibo. –Stavate parlando di me?!?- esclamò, guardandosi intorno. –Uhm, sento un adorabile odorino di frittelle.-

Jane alzò gli occhi al cielo, divertita, mentre Emma si ritrovò a ridacchiare: quell’uomo aveva  una vena ironica/sadica che la faceva morire dal ridere ogni qualvolta apriva la bocca.

-Comunque, ho avuto un’idea fenomenale:- iniziò, girandosi verso Emma. –per aiutare la tua memoria perduta, ritengo sia assolutamente necessario fare un giro per New York.-

Jane alzò un sopracciglio, scettica. –Perché mai? Non ha frequentato molto New York.-

-Oh andiamo!- esclamò l’altro, alzando portando i palmi delle mani verso l’alto –Un po’ di sano shopping aiuta sempre a rilassare i nervi.-

-Forse dovresti preoccuparti un po’ meno dei vestiti e di più di non perdere pezzi della tua armatura per le stanze, Uomo di Metallo.- sibilò Loki, attirando l’attenzione di tutti su di sé.

Uomo di Metallo? Che significa?

-Ripeti quello che hai detto, mezzodio.- rispose alla provocazione lui, alzandosi dalla sedia, seguito a ruota da Loki.

Emma spalancò gli occhi, preoccupata, stringendo le dita sulla tazza. Non avrebbero iniziato a picchiarsi in cucina, vero?

-Oh avanti, non iniziate voi due.- esclamò Jane, mentre anche il suo fidanzato si alzava, riempiendo ancora di più la stanza con la sua mole non indifferente di muscoli. –Forza Emma, andiamocene a fare shopping: il testosterone in questa stanza potrebbe ucciderci.-

 

Emma rimase meravigliata dalla moltitudine di boutique che c’erano a New York. Tony, dopo aver fatto prevalere il suo testosterone su quello dei due déi (Loki aveva provato a rifilargli un pugno in bocca, ma era stato fermato tempestivamente dal fratello), aveva chiesto a Jarvis di preparare un itinerario. C’era da dire che quando Emma aveva sentito la voce dell’interlocutore dello scienziato, aveva fatto un salto sul posto, non riuscendo a capire da dove provenisse, finché lo stesso Jarvis non le aveva spiegato di essere un’intelligenza artificiale, indispensabile per il funzionamento di Iron Man.

-Forza ragazze, l’aria di New York è un vero toccasana.-

Jane alzò un sopracciglio, facendosi largo tra la folla che si era accalcata attorno al gruppetto per chiedere un autografo al plurimiliardario. –Certo, un toccasana soprattutto per i polmoni.- disse ironica, alzando gli occhi al cielo. –Ma probabilmente mi sono abituata troppo bene con Asgard.-

-Vivi lì?- le domandò Emma, distogliendo lo sguardo da un vestitino a fiori esposto in una vetrina di un negozio troppo costoso.

-Oh no! Ho solamente passato lì gli ultimi mesi: sono un’astrologa e ad Asgard è molto più semplice e piacevole studiare il cielo. Hanno un osservatorio che è qualcosa di stratosferico!- esclamò, battendo entusiasta le mani.

La ragazza sorrise, annuendo. Jane le aveva parlato di Asgard abbastanza dettagliatamente la sera prima, e lei era rimasta piacevolmente colpita. –Posso farti una domanda?-

-Tutto quello che vuoi.-

-Ho cercato di osservare gli Avengers questa mattina e mi ha aiutato molto il fatto che tu me ne abbia parlato: riesco a vedere lo spirito da leader di Steve o l’indole ironica e un tantino menefreghista di Tony.. ma non riesco a capire Loki.- disse, guardandosi le mani e cercando le parole opportune. –Voglio dire, tu ieri mi hai detto che ha avuto una sottospecie di.. “crisi adolescenziale”, ribellandosi alla sua famiglia e distruggendo addirittura la città, facendo entrare in guerra due mondi..-

-Poi però è stato perdonato.- aggiunse in fretta la sorella. –E’ cambiato e tutti noi siamo stati costretti, fortunatamente, a cambiare la nostra opinione di lui.-

Emma annuì. –Si, infatti sto cercando di non basarmi solamente sui tuoi racconti, ma di farmi un’opinione mia. Tuttavia, la prima opinione che ho avuto di lui.. mi è sembrato fuori di testa e terribilmente soggetto a scatti d’ira.- chiarì, ripensando a come si era infervorato solo quella stessa mattina. –Ed è sempre così scostante.-

Il silenzio rimase sospeso tra di loro per parecchi secondi, disturbato solamente dal vociare uniforme della folla.

-Loki è fuori di testa.- rispose tutto ad un tratto la donna,  facendo voltare di scatto Emma. –E’ più solo di quanto si possa immaginare e la solitudine fa impazzire. Il suo è un modo per proteggere sé stesso dal resto del mondo . E credimi- aggiunse, vedendo il sopracciglio alzato della sua interlocutrice –se qualche mese fa qualcuno mi avesse detto che sarei arrivata a difendere Loki, come minimo gli avrei riso in faccia.-

Emma si morse il labbro, incerta. –Ma tu stessa hai affermato più volte che ha commesso atti orribili, come..-

-Ragazze, dove eravate finite? Sapete che se vi perdo il Capitano delle Maschere di Carnevale mi fa letteralmente il culo?- Tony Stark spuntò loro davanti come un’ombra ed Emma capì che la conversazione era giunta al termine.

-La folla delle tue ammiratrici ci ha fatte finire addossate a quella vetrina.- disse Jane, rivolgendo allo scienziato un sorriso divertito. –E ciò mi fa ricordare che quel vestitino a fiori ti starebbe un incanto.-

Tony alzò gli  occhi al cielo. –Chi l’avrebbe mai detto che la pluripremiata astrologa Jane Foster avesse un debole per lo shopping?-

Jane fece spallucce. –Ognuno ha le proprie manie. Dopotutto, tu sei un genio riconosciuto e hai la fissa per i robot.-

-Genio, miliardario, playboy e filantropo, prego.- affermò lui, sistemandosi i costosi occhiali da sole. –Ma con una relazione stabile!-

Emma, che aveva seguito lo scambio di battute con un sorriso sulle labbra, a quel punto scoppiò a ridere di cuore.

 

 

 

Angolino dell’autrice: Buonasera a tutti, Avengers! Sono finalmente riuscita a trovare un attimo per pubblicare il nuovo capitolo. Che dire? Spero vi sia piaciuto.

Emma, finalmente, si è incontrata con la sorella ed è venuta a conoscenza del suo passato. Tuttavia, nessun ricordo le è ancora tornato.. chissà!

La canzone, di cui ho preso un estratto, è “E’ delicato” di Zucchero ed è anche la canzone che ha ispirato questa storia e da cui ho preso spunto per il titolo che è, appunto, sogno amaranto. Vi consiglio di ascoltarla, è di una dolcezza struggente.

Ringrazio infinitamente chi ha inserito la storia in una delle liste e chi ha recensito. Siete degli angeli e mi riempite di gioia ogni volta!

Un abbraccio grande e al prossimo capitoloJ

Sami

  
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