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Autore: Razgriz_95    02/10/2015    0 recensioni
Neo Tokyo 3 è l'ultima roccaforte dell'umanità.
La NERV, sotto il comando del comandante Ikari, ha il compito di difende l'umanità dall'attacco di esseri sovraumani chiamati ANGELI.
L'arma a disposizione alla NERV sono dei Robot umanoidi organici detti Evangelion.
Sta volta, molti personaggi avranno caratteri completamente diversi e gli eventi saranno leggermente scostati dalla serie principale.
-Raz95
Genere: Avventura, Science-fiction, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Asuka Soryou Langley, Misato Katsuragi, Rei Ayanami, Shinji Ikari, Un po' tutti
Note: Lime, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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IL RITORNO DI KAJI

 

Alla base NERV tutto taceva, si sentivano soltanto i computer che erano ancora in funzione e le grandi ventole che portavano aria pulita e fresca all’interno della base.
I pochi tecnici che operavano quella mattina erano tutti radunati davanti alle macchinette del caffè.

“Ragazzi, avete sentito l’ultima?”

“No, spara!”

“Dicono che vogliono portare lo 03 il prima possibile qui, a Neo Tokyo-3”
“Tutte balle, il progetto dello 03 è iniziato qualche mese fa”

“Ma dopo averne costruiti 3 credo che ormai siano abbastanza veloci per replicare la procedura”

“Stai parlando degli americani! Dannati mangiapanini, sanno solo copiare e basta.”

Risata generale.

“hai ragione, speriamo che non combinino qualcosa di grave”

Dall angolo del corridoio apparve Maya “Scusate ragazzi, ma mi serve una mano con i pc della sala controllo”

“Arriviamo” due di loro si alzarono e partirono assieme a Maya.

 

Nell’ufficio del comandante risplendeva un ottima luce arancio rossastra che illuminava tutto quanto.

La dottoressa Akagi si trovava con addosso soltanto un paio di slip e aveva tutti i capelli arruffati.

A fianco a lei c’era il comandante Ikari intento a fumarsi la sua sigaretta.

“Perché dobbiamo fare tutto questo di nascosto?”

“E’ necessario Ritsuko, credo che tu possa trovare la soluzione molto facilmente.”

“Forse è tempo che vada, devo darmi una sistemata”

“Non alzarti, se non vuoi essere licenziata”

“Cosa vuoi?”

“Un ultimo servizietto” disse il comandante con un sorrisetto.

Ritsuko sorrise a sua volta e si tirò indietro i capelli.

 

 

Shinji era ancora rintronato ma era sveglio, in camera di Asuka.

Lei non c’era e lui si alzò subito e andò a cercarla per casa.

Nella foga entrò in bagno senza bussare e trovò Asuka intenta a farsi un bel bagno caldo.

Rimasero qualche secondo a fissarsi, Asuka nella vasca con l’acqua fino alla testa e Shinji a torso nudo con il fiatone.

“PERVERTITOOOOOOOOOOOO!!!!” Shinji uscì dal bagno inseguito da diversi oggetti volanti non identificati.

Misato che stava bevendo un caldo caffè si gustò piacevolmente la scena

 

Finalmente vanno d’accordo

 

Sorrise e tornò a bersi il suo caffè.

“Dannata Asuka, mi ha fatto prendere un colpo sta mattina!”

“Beh, quando  mi sono svegliata l’ho vista fare le flessioni qui e poi è andata a prepararsi il bagno”

“Poteva avvisare”

“Non voleva svegliarti”

“Va bene… torno in camera mia, dopo Asuka mi faccio una doccia”

“Altolà, ci sono prima io!” Sorrise Misato.

Shinji sospirò e rientrò in camera.

 

Rei era rimasta a casa quella mattina, doveva finire di fare dei compiti arretrati e aveva ancora molto da studiare.

Controllò il telefono e vide che erano arrivati due messaggi da Shinji

“Rei, Soryu sta decisamente molto meglio, grazie per essere passata ieri”

“Scusa se ti disturbo, ma oggi avresti voglia di andare a fare due passi?”

Rei rimase qualche minuto a fissare il cellulare, poi cominciò a digitare sulla tastiera digitale

“Ciao Shinji, sono felice che Soryu stia meglio, vorrei venire a fare due passi ma ho tanto studio arretrato”  prima di mandare il messaggio lo controllò più e più volte.

Si sentiva sempre a disagio quando doveva comunicare con Ikari, non riusciva a capire il perché.

Si sedette sulla sedia della scrivania e su quest’ultima giaceva chiuso il libro di Storia con copertina un Samurai che impugnava la sua spada.

Prese degli occhiali rotti e li sistemò in un apposita custodia.

“Che merda, cosa mi serve studiare tutto questo?”

 

 

Dall’altra parte del mondo l’ agente della Nerv, Kaji Ryoji , stava investigando su una base Seele nascosta in Russia.

La cosa peggiore fu scoprire che tale base era un sottomarino di classe Typhoon di origine sovietica.

Kaji aveva abbandonato il capannone dove si era sistemato per qualche giorno, allestito come una piccola base operativa per scovare la Seele.

Il sottomarino sarebbe arrivato in città quella sera e mancavano poche ore al tramonto.

Aveva analizzato tutti i moli, anche quelli militari ma nessuno di questi poteva ormeggiare un vecchio sottomarino nucleare.

Allora per tentare di avvistarlo si portò sul punto più alto di San Pietroburgo, una scogliera alta 130 metri sul livello del mare.

La vista da li era mozzafiato, il mare aveva inghiottito la vecchia zona portuale di San Pietroburgo e la nuova si erigeva nell’ex zona finanziaria, la città si era spostata letteralmente di centinaia di chilometri e ancora continuava ad allargarsi.

Mosca fu rasa al suolo durante la guerra post Second Impact e le persone si trasferirono nelle città costiere per avere più chance di sopravvivenza.

Dalla scogliera Kaji poteva contare almeno un centinaio di navi di tutte le dimensioni, c’era una vecchia petroliera che veniva usata come nave da trasporto passeggeri , diversi Yatch trasformati in motovedette e un numero spropositato di navi a vela che tenevano in acqua lenze con le esche, pochi potevano tornare con quello che il second impact lasciò.

Si posizionò con una tenda da basso profilo e si posizionò sulla punta della scogliera, in modo da avere il sole di fianco e non davanti.

La notte scese e lui attivò la visuale notturna del binocolo in dotazione.

La zona da controllare era vasta e aveva poco tempo per avvistare il battello subacqueo, doveva emergere nei pressi della città per evitare i vecchi palazzi e kaji doveva sfruttare quel momento per vedere dove avrebbe ormeggiato.

L’ora dell’arrivo del sottomarino arrivò e nella baia non uscì nulla di strano fuori dall’acqua, c’era un piccolo via vai di navi e soprattutto si notava da parecchi chilometri una porta container arrivare da nord.

Li per li, kaji cominciò a perdere la pazienza, erano passati venti minuti, ma del sottomarino nessuna traccia.

Le navi piccole alla fonda al largo cominciavano a vacillare dopo il passaggio dell’enorme nave.

L’agente ipotizzò che le informazioni a lui passate erano errate e la base era la porta container, così si posizionò per inquadrare la nave.

“Elese,  che nome buffo per una nave”

Lo scanner sul binocolo tracciava qualsiasi volto nel obiettivo e veniva scannerizzato, ma nessun membro collegato, neanche lontanamente, alla Seele.

Poi la nave virò a dritta, puntando verso il porto.

La nave ora dava sia la prua che la fiancata e Kaji notò la vasta scia che la nave si lasciava dietro, ora capiva perché le navi ancorate si muovevano costantemente anche con il mare piatto.

Tornò a concentrarsi sulla fiancata della nave per esaminare le persone sul ponte, anche li nessun riscontro… poi, dall’acqua qualcosa scintillò.

“Sarà qualche pezzo di metallo caduto”

Di nuovo una scintilla nella scia della nave e ancora un’altra e un’altra ancora, Kaji puntò il binocolo nella schiuma della scia e sgranò gli occhi.

“Luridi figli di puttana”

Il binocolo scattò una foto e la foto ritraeva il periscopio di un sommergibile in mezzo alla scia della grossa nave, alla distanza di cinquanta metri dalla poppa della container.

La nave poi puntò verso la scogliera, non lo avevano individuato… era impossibile.

A circa due chilometri dalla costiera la nave eseguì una manovra che in gergo navale è chiamata “Ivan il Matto” e tornò di nuovo nella rotta precedente verso la scogliera, ma con i motori spenti.
La grossa nave lanciò l’ancora e si fermò a circa duecento metri dalla scarpata sul mare.

Kaji rimase a fissarli dall’alto per mezz’ora, l’acqua attorno alla nave si calmò, poi alla sinistra della container una figura nera e luccicante sbucò dall’acqua facendo un bel po’ di schiuma.

Il sottomarino emerse per metà ed era coperto dalla nave da un lato e dalla parete rocciosa dall’altra.

Le informazioni non davano indicazioni su quando il sottomarino sarebbe ripartito e il perché era qui.

La sua missione era chiara, distruggere la base della Seele e tornare in Giappone il prima possibile.

 

Prese l’attrezzatura necessaria, un coltello tattico, pistola con silenziatore, due caricatori, visore notturno, guanti, muta termica, pinne, maschera e boccaglio, ventosa per metalli e una carica esplosiva da 5kg.

Lanciò la corda dal crepaccio, la quale arrivò a circa due metri dall’acqua.

Piantò la corda nel terreno e si buttò giù aggrappandosi al cavo.

Scivolò silenzioso nella parte oscura della scogliera, dove la luce della luna non illuminava, mentre il sottomarino risplendeva sotto la luce lunare.

Kaji arrivò alla fine della corda e si buttò in acqua con i le gambe incrociate per evitare di farsi male ed evitare schizzi e rumori che potessero far avvertire la sua presenza.

Sott’acqua attivò il suo visore e si mise le pinne, poi tornò in superficie.

Si diede un’occhiata in giro, nessuno lo aveva notato e poteva notare che sul ponte di entrambi  i vascelli c’era un po’ di movimento, sott’acqua non c’era nessun essere che poteva mettere a rischio la sua vita, perciò si avviò verso il sottomarino.

 

La tratta era breve, circa duecento metri a nuoto per un agente operativo erano una bazzecola, però il freddo e l’attrezzatura incidevano sulle prestazione del signor Kaji.

Arrivato al freddo e nero scafo del sottomarino, Kaji attivò le ventose per scalare la superfice liscia e scura.

Sentiva il motore ancora attivo e le onde andare contro lo scafo, pochi rumori in lontananza, nient’altro.

Era arrivato quasi al ponte esterno del sottomarino, ma la luce lunare lo avrebbe fatto rilevare alle vedette, perciò optò di stare nell’ombra e aspettare il momento giusto.

 

Rimase appeso almeno per due ore, calcolando i turni di guardia e i loro spostamenti, stavano facendo rifornimento e manutenzione, la maggior parte dell’equipaggio era sceso sul container per stare in tranquillità dai rumori dei tecnici.

Era il momento giusto, nel cambio guardia sarebbe salito sul ponte esterno e si sarebbe calato in uno dei boccaporti dei missili intercontinentali ancora vuoti.

I boccaporti dei missili dei sottomarini avevano un portellone all’interno del battello per manutenzione missile e alloggiamento.

Era una discesa di 5 metri in un buco stretto, ma non era un problema.

Arrivato al fondo del boccaporto si affacciò e notò con piacere che i tecnici erano tutti in pausa a fumarsi una sigaretta.

Con facilità uscì e andò verso la mappa infondo alla sala per capire dove si trovava e dove doveva andare.

Il suo bersaglio era far esplodere la sala siluri in modo che un esplosione a catena distrugga tranquillamente tutto il sottomarino, aveva pochi chili di esplosivo e doveva farselo bastare.

 

“Ehy, hai sentito? A quanto pare trasporteremo quello che fu ritrovato nell’artico quattordici anni fa, la nostra destinazione è Cuba e siamo gli unici che possono portarlo”

“Perché ne sei così sicuro?”

“Questo oggetto sembra che trasmetta delle onde per comunicare con gli Angeli che hanno attaccato Neo Tokyo-3 e che puntino anche a questo artefatto!”

“Ma non verremo attaccati anche noi se cercano quella cosa?”

“Il rivestimento del sottomarino impedisce tutto ciò, per ora è al sicuro”

 

“Interessante” mormorò Kaji tra se e se, stando sempre in ascolto dei due membri dell’equipaggio che stavano pulendo il ponte superiore.

 

“Ma non farne parola con nessuno nel sottomarino, ho ascoltato questa conversazione di nascosto dal capitano, rischiamo che ci butti fuori in mezzo all’oceano!”

“Hai ragione, meglio tenere la bocca chiusa”

 

“Dove sarà la cabina del capitano?” si chiese l’agente della NERV

“Adam… hanno Adam questi dannati”

Kaji impugnò la glock silenziata e proseguì per il ponte deserto.

 

L’alloggio degli ufficiali si trovava due ponti più in basso, vicino alla sala comando e poco più avanti si trovava la sala siluri, ovviamente entrambe le sale era sorvegliate o comunque c’era gente che ci lavorava.

Il reattore nucleare si faceva sentire, il suo ronzio era costante e rimbalzava qua e la per il sottomarino, i meccanici aggiustavano tubi, ricaricavano di provviste e facevano manutenzione di routine.

 

Con non poca difficoltà Ryoji arrivò davanti alla cabina del capitano, c’erano due guardie e lui si era cambiato con dei vestiti della Seele.

Non ci avevano fatto caso a lui, nemmeno tutti i membri si conoscevano, poteva essere uno nuovo appena imbarcato che stava esplorando il sottomarino per rendersi familiare all’ambiente, ma poco importava, nella loro mente un istante dopo che Kaji passò trovarono solo un proiettile subsonico.

Doveva sbarazzarsi dei corpi e notando con piacere che le pulizie erano già state effettuate li sistemò nella stanza degli attrezzi di pulizia venti metri più avanti.

Ora toccava alla porta.

Doveva fare in modo di aprirla senza scassinarla perciò prese gli attrezzi e si concentrò.

Dopo  una manciata di minuti la serratura scattò facendo entrare l’agente segreto dentro la stanza del comandante.

Non c’era nessuno e la valigetta era li, sulla scrivania.

Chiuse la porta dietro di se facendo scattare la serratura e controllò l’ora “Ancora venti minuti”

Si prestò ad aprire la valigetta contente Adam con la stessa procedura della porta, questa volta la serratura era più impegnativa ma non impossibile per Kaji.

Aperta la valigetta Kaji con orrore trovò l’essere che avevano trovato nell’artico, la causa del second impact e la causa di tutti i mali.

Non c’era tempo, prese il feto di Adam racchiuso nella bachelite speciale e lo mise nel minuscolo zainetto impermeabile.

Prese la carica d’esplosivo e la sistemò al posto di Adam con sopra un bigliettino scritto “Grazie Seele”  poi sistemò l’innesco in modo che all’apertura della valigetta l’esplosivo potesse saltare.

Chiuse la valigetta, diede un’occhiata a dei fogli in giro per la cabina e lasciò l’appartamento del comandante in fretta, direzione sala siluri.

 

Con sua disgrazia la sala siluri era molto angusta e ospitava quattro tecnici che stavano sistemando i siluri negli alloggiamenti.

Prese la glock e fece un nuovo buco da cui respirare a tutti e quattro i presenti.

Aveva ancora dieci minuti al cambio della guardia e doveva sbrigarsi.

Sta volta la fortuna era dalla sua e tutti e i 8 tubi lancia siluri erano vuoti, così posizionò un corpo per tubo e chiuse il boccaporto.

Arrivò a due siluri, i quali promettevano una bella esplosione con i fiocchi, e programmò la testata per esplodere tra mezz’ora, ovvero quando il sottomarino si sarebbe trovato in via per il largo.

Prese lo zainetto e si avviò con molta fretta verso la torre d’osservazione.

Aveva ancora la tuta da tecnico, perciò gli bastava chiedere e sarebbe passato, lo fecero uscire dalla torre e si trovò travolto da un aria gelida.

Le guardie stavano fumando una sigaretta e poteva notare che sul container i membri dell’equipaggio si prestavano per  tornare a bordo del sottomarino sovietico.

Il momento era perfetto, scivolò dalla torretta al nero e lucente scafo fino ad arrivare al bordo, li si tuffò di testa nelle acque scure della baia di San Pietroburgo e nuotò fino alla corda che penzolava li da ore.

Con un balzo afferrò la corda e si tirò su.

Era fradicio ma la tuta termica faceva il suo dovere.

Cominciò la scalata e notò con piacere che i membri del sottomarino erano da poco giunti sul ponte esterno e stavano per scendere dentro lo scafo.

Arrivato a dieci metri dalla fine della corda, prese il segnalatore e mandò un impulso radio “Evacuazione immediata”,  a duecento chilometri un aereo sonico VTOL si sollevò in volo.

 

Era arrivato dove si era accampato e mancavano dieci minuti circa allo spettacolo pirotecnico.

Poteva notare il sottomarino nucleare filare a pelo d’acqua e andare verso il largo.

Poi un bang sonico, sopra di lui vide un aereo formare delle spirali e cominciò a scendere verso la sua posizione.

 

L’aero atterrò e Kaji prese la roba che non gli serviva più e la bruciò, mentre saliva sulla scaletta dell’aereo si girò verso il mare.

Calma totale, i gabbiani appena svegli stavano sorvolando il porto, piccoli pescherecci si stavano mettendo in moto poi…. Una colonna d’acqua alta una cinquantina di metri si levò dalla superficie e dei rottami metallici vennero  a galla e in lontananza si poteva sentire il lamento di una carcassa metallica scivolare verso il fondale.

Kaji sorrise e chiuse il portellone.

 

 

 

 

“L’agente Kaji è in via di ritorno dalla missione, ovviamente compiuta… però ha detto di preparare gli EVA per un possibile scontro”

“Uhmm, OK, avvisa la dottoressa Ritsuko!”

“Ok comandante”

 

I children vennero chiamati al quartier generale e si cambiarono pronti per entrare in azione a bordo degli EVA.
L’aereo di Ryoji Kaji era visibile ora sull’orizzonte e si muoveva velocemente.

“Qui Agente Kaji, volo 3267 chiedo il permesso di atterrare e di mandare una pattuglia per controllare se mi stanno seguendo”

“Ricevuto volo 3267, permesso accordato, atterra alla pista 4 bunker 54”

“roger”

 

Tutti in sala erano contenti di sentire la voce di Kaji, il collegamento venne dato anche ai piloti eva negli spogliatoi.

 

L’aereo tocco terra alle 18:44 e si diresse verso il bunker assegnato.

 

 

Alle 19 l’eva 02 e lo 01 erano dispiegati per fronteggiare una possibile minaccia proveniente da nord.

 

“Agente Ryoji,  vedo che è tornato intatto”
“Faccia poco il furbo, comandante…. Poteva dirmi che la base da far saltare in aria era un sottomarino!”

“Se l’avessi saputo te l’avrei detto… ma noto con piacere che la missione è andata fin troppo bene”

Il comandante guardava intensamente lo zaino che Kaji aveva in mano

“Kaji…Kaji… la prego, metta il suo zainetto sul tavolo e si vada a fare una doccia”

“Lei lo sapeva? Lei sa cosa c’è qua dentro?”

Il comandante Ikari rimase impassibile

“Mi dica comandante, come mai il feto dell’essere che venne risvegliato nell’artico è qui dentro? Cosa sta succedendo?”

“Agente Ryoji” il comandante si alzò “Si sieda”

Kaji si sedette sulla sedia davanti a lui tenendo sempre alta la guardia, posò lo zaino sul tavolo e a sua volta il comandante tornò a sedersi.

“Lo tiri fuori”

Kaji obbedì e tirò fuori il pacchetto con contente la bachelite speciale e il feto di Adam

“Bene bene, direi che si meriti una bella pausa” “ha fatto un ottimo lavoro, e per giunta ha anche trovato il feto di adam!”

“La prego, torni domani mattina per un controllo e non dica niente a nessuno”

 

I piloti dopo il cessato allarme vennero richiamati e si andarono a cambiare.

Uscito dallo spogliatoio il giovane Ikari trovò Kaji Ryoji ad aspettarlo

“Signor Kaji!!”

“Ciao Shinji! Come sta andando?”

“Bene, non riesco a capire questa richiesta immediata d’allarme e poi subito il cessato allarme”

“Niente di preoccupante” tranquillizzò Kaji “Sta sera vieni a farti un giro con me?”

“Volentieri”

Poi arrivarono le ragazze

“Signor Kaji!!!!!!!!!!!!!” Asuka si buttò tra le braccia dell’agente della Nerv

“Signor Kaji” disse Rei, poi si girò verso Shinji “Tutto bene?”

“Si grazie, Rei”

“Bene ragazzi, io torno nell’alloggio e vado a farmi un riposino, fate i bravi!” disse Kaji ai giovani piloti sorridendo.

Uscito dalla sala degli spogliatoi trovò ad aspettarlo il capitano Katsuragi.

Misato rimase ferma, mentre Kaji l’abbracciò e la strinse forte a se.

“Mi sei mancata”

“Anche tu”

Lui la baciò intensamente

Il pomeriggio fu lungo e noioso, i children si erano riuniti a casa Ikari-Soryu-Katsuragi per fare i compiti insieme e aiutarsi a vicenda.

Misato era rimasta alla base a supervisionare insieme alla dottoressa Akagi i normali controlli di routine degli EVA.
“Allora Ritsuko… quando arrivano arrivano i nuovi aggiornamenti per gli Eva?”

“A giorni… i tedeschi si stanno occupando di preparare l’armatura type G per lo 01 mentre per lo 02 stanno preparando un cannone portatile più un’armatura contro le esplosioni… la type H”
“Ottimo, speriamo che non arrivino angeli in questi giorni, i ragazzi sono molto stanchi e i loro livelli di sincronizzazione non si stanno alzando ma restano comunque ottimali”

“Meno male Misato, ci mancherebbe che la sincronizzazione peggiori!”

“Sta sera fai qualcosa in particolare?”

“Penso che mi occuperò dei miei gatti” la dottoressa aveva 3 gatti, andava pazza per i felini e aveva sviluppato un attaccamento morboso per i suoi animali.

“vaaaa bene, allora starò a casa con le ragazze”

“Visto che ci sei, di a Rei di farsi trovare in sede in mattinata… devo fare degli esami!”

“Ok”

Il capitano prese i documenti sulla scrivania e si diresse verso il suo ufficio pensando al suo amato, il quale stava poltrendo sul divano di casa.

 

 

La sera Shinji andò in un locale insieme all’agente NERV.

“allora shinji… come vanno le cose?”

“Niente di rilevante, solita routine”

“Mi hai tenuto in caldo Misato?” disse ammiccando

“Ma…ma… cosa sta dicendo?”

“Scherzavo Shinji!” disse Kaji scoppiando in una risata “Ma se tu osassi toccarla, l’unica cosa che piloterai sarà una sedia a rotelle” tornò serio.

Shinji rimase in uno stato di shock dopo la frase di Ryo.

Dopo mezz’ora di auto Shinji riprese il dono della parola “Kaji, dov’è stato di bello?” “Shinji… lo sai… potrei dirtelo, ma poi dovrò ucciderti” impugnò la pistola sorridendo.

Shinji per il resto del viaggio rimase paralizzato e spaventato.

Arrivarono in un locale fuori città

“Qui fanno la migliore birra della zona”

“Ok, ma non posso bere Kaji”

“Suvvia, Misato non saprà nulla!”

“Non so se sia una buona idea” disse guardando il locale.

C’erano parcheggiate molte auto e moto, l’edificio era un prefabbricato di tre piani ed era tenuto molto bene “Paradise” diceva l’insegna.

All’entrata c’era un grosso bodyguard africano, il quale squadrò da testa ai piedi il giovane ragazzo e si girò verso Kaji “Ehy Ryo, è l’ora del battesimo?”
Kaji si limitò a sorridere

Il Bodyguard fece entrare entrambi e venne dato a loro una tessera
“Questa serve per comprare le bevande e i servizi del Paradise” sorrise la prosperosa ragazza della Reception

“Oh, signor Ryo… da quanto tempo!”

Kaji si appoggiò al bancone con un braccio “Ehy Eri, ti vedo in forma!”
I due si scambiarono due parole, Shinji nel frattempo cominciò a guardarsi attorno.

La sala dove stavano era poco illuminata da due neon rosa e c’erano divani in pelle per tutto il perimetro e ogni tanto qualche pianta ornamentale. Shinji cominciava a temere il peggio.

Mentre si avviavano verso una porta Shinji si rivolse all’agente “Kaji dove siamo? Cosa cazzo è il battesimo?”

“Sta tranquillo Shinji, ti divertirai!”

Quando la porta della sala principale venne aperta, i due vennero inondati dalla musica elettronica e dall’odore misto di sigarette, profumo e alcool.

Dentro c’era un mucchio di gente, personale della NERV, studenti delle superiori e impiegati.

Ma soprattutto c’era un quantitativo di donne sproporzionato.

 

“Cos…cos’è sto posto?”

“Il mio locale preferito”

Kaji prese per la spalla Shinji e lo portò al bancone

“Due birre, Asahi Super!”

“Arrivano” disse il barista

Davanti ai due arrivarono due bicchieri da 0,5L colmi di una birra leggermente ambrata da un odore forte ed invitante.

Kaji prese la bevanda fredda e cominciò a berla tutta di un sorso, poi si fermò “Coraggio Shinji, offro io!”

“Signor Kaji… non penso di farcela”
“Shinji, se non lo fai… ti condannerò ad un mese di pulizie forzate in casa mia”

Shinji solo al pensiero di mettere in ordine la casa della persona più disordinata del mondo non se lo fece ripetere due volte e prese in mano il bicchiere.

Il mondo cominciava a girare e la musica lo stava trasportando in un altro mondo e con se aveva un altro bicchiere di quella bevanda inebriante.

Dopo quello che per Shinji sembrò un’eternità ma in realtà fu un’ora, si ritrovò su un divanetto accerchiato da bellissime ragazze mentre Kaji stava li vicino ad osservare la scena.

L’agente era fidanzato, perciò aveva scaricato tutte le ragazze che ci avrebbero provato.

“Complimenti Shinji, è l’ora del battesimo” sussurrò tra se e se.

“Allora ragazze, chi si porterà il giovane Ikari nel paradiso?”
Su 5 ragazze solo due si offrirono e se lo contesero giocando a “carta forbice sasso” e vinse una bellissima ragazza dai capelli neri e occhi verde acqua , un po’ piatta ma con un lato B da urlo.

Celine, la ragazza in questione, prese Shinji per la mano e lo portò via.

Le altre ragazze tornarono a ballare e a divertirsi.

 

Shinji aveva ancora la testa che girava ma aveva cominciato a capire dove si trovava… era in una stanza con le pareti blu chiaro su un letto nero con una scritta sopra la spalliera “LOVE”.

Era coricato e sopra di lui a cavalcione c’era una bellissima ragazza dai capelli neri che lo stava spogliando.

“Shinji-kuuuun fammi divertire” cominciò a baciare gli addominali appena accentuati del giovane.

“Dove…dove sono?”

“Sei con me Shinji-kun! Divertiamoci!”

La ragazza si tolse la maglietta che aveva e si levò i tacchi, poi si tolse il reggiseno.

Shinji non sapeva se era l’alcool o la vista della bella ragazza sopra di lui a procurargli piacere.

Ad un certo punto si accorse che sotto i pantaloni aveva una rialzatura, divenne rosso.

“Oooh Shinji-kun, sei già eccitato? Anch’io lo sono!”

 

“Che cazzo sta succedendo, ehy tu… come ci siamo arrivati qui?”
Il suo IO interno non rispose

 

La ragazza sopra di lui si era appena tolta i pantaloni di jeans e rimase con un perizoma di pizzo nero, poi toccò a lui.

Rimasero entrambi in mutande e lui poteva sentire che la ragazza si stava eccitando.

Ormai l’effetto dell’alcool stava svanendo e Shinji cominciava a capire cosa in realtà stava succedendo.

“Cosa.. cosa stai facendo?”

La ragazza era partita a baciare la guancia del giovine per poi passare ad un bacio a stampo e infine scendere pian piano verso il basso.

Cercò di divincolarsi ma era legato con delle manette alla spalliera del letto ed era impossibilitato a liberarsi.

Ormai la ragazza era arrivata al punto critico e Shinji pure “Basta! Ti prego, fermati!”
“troppo tardi Shinji-kun… ormai sei mio!” la ragazza prese la zona delicata di Shinji , ancora coperta con il boxer, con la mano e cominciò a giocarci.

Shinji esplose.

“Basta ho detto!” Shinji si liberò delle manette sfondando la catena e alzandosi.

I ruoli si invertirono, ora si trovò lui sopra e la ragazza completamente ubriaca sotto.

“Shinji-kuuun, sei un tipo violento!” ammiccò la ragazza toccandosi.

Delle lacrime caddero sul viso delicato della ragazza.

Il giovane pilota si sedette sul bordo del letto con le mani in faccia, la ragazza distesa sul letto rimase scossa.

Lei si alzò e si mise a sedere vicino a lui.

“Shinji-kun… tutto apposto?”

“sto piangendo, evidentemente no.”

“Cosa ti è successo?”

“Niente… sono solo innamorato” alzò il viso lacrimante e sorrise.

La ragazza aveva lacrime agli occhi e sorrise al ragazzo e lo abbracciò

“Vai da lei, se lo merita un ragazzo così”

Shinji ringraziò Celine di non essere andata subito subito al sodo e si rivestì e aiutò la ragazza.

 

Shinji uscì dalla sala e dietro di lui Celine aveva la faccia completamente arrossata e si teneva al braccio del giovine.

Kaji era li fuori ad aspettarlo.

 

L’agente NERV pagò tutto e tornarono alla macchina.

Kaji si accese la sigaretta e si rivolse a shinji “Allora..a quale delle due a casa appartiene il tuo cuore?”

Shinji rimase in silenzio

“Coraggio Shinji…”

“A-A-Asuka”

Kaji rimase sorpreso e gli cadde la sigaretta per terra, sorrise ed aprì l’auto.

Il ritorno fu molto silenzioso.

 

Le donne invece se la stavano spassando con i videogiochi, cosa in cui Asuka era fortissima prima di incontrare la cinica Rei.

“Ma come fai sempre a battermi?”
“Lo trovo molto semplice”

“Suvvia ragazze, fate le brave” Misato cercava di imparare a giocare

“Misato, è inutile… sei scarsa.”

“Signorina, non è colpa mia se sono cresciuta in un’epoca in cui non c’era nulla”

Dopo il second impact avere una console o qualsiasi forma di intrattenimento era assai difficile e raro.

“Non troviamo scuse Misato!”

“Asuka calmati o perderai un’altra partita”

“Tu… non osare!”

Asuka prese in mano il joystick e sfidò di nuovo la ragazza dai capelli azzuri.

Misato ormai battuta su tutti i fronti trovò sollievo nella birra.

La loro serata fra donne durò fino alle due di notte, quando tutte e tre si addormentarono guardando un filmato del videogioco.

 

I ragazzi arrivarono intorno alle tre del mattino e aperta la porta trovarono le tre distese sul tappeto in salotto.
Rei si era appoggiata al tavolino per dormire, Asuka era spaparanzata mentre Misato era la messa peggio.

Entrambi si guardarono e risero.

Kaji prese Misato e la portò nella sua camera, mentre Shinji prese Rei e la posò delicatamente sul divano, poi prese la tedesca e la portò nel suo letto (di lei eh).

Infine i due si salutarono e andarono a dormire.


   
 
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