IL RITORNO
DI KAJI
Alla base
NERV tutto taceva, si sentivano soltanto i computer che erano ancora in
funzione e le grandi ventole che portavano aria pulita e fresca all’interno
della base.
I pochi tecnici che operavano quella mattina erano tutti radunati davanti alle
macchinette del caffè.
“Ragazzi,
avete sentito l’ultima?”
“No, spara!”
“Dicono che
vogliono portare lo 03 il prima possibile qui, a Neo Tokyo-3”
“Tutte balle, il progetto dello 03 è iniziato qualche mese fa”
“Ma dopo
averne costruiti 3 credo che ormai siano abbastanza veloci per replicare la
procedura”
“Stai
parlando degli americani! Dannati mangiapanini, sanno solo copiare e basta.”
Risata
generale.
“hai
ragione, speriamo che non combinino qualcosa di grave”
Dall angolo
del corridoio apparve Maya “Scusate ragazzi, ma mi serve una mano con i pc
della sala controllo”
“Arriviamo”
due di loro si alzarono e partirono assieme a Maya.
Nell’ufficio
del comandante risplendeva un ottima luce arancio rossastra che illuminava
tutto quanto.
La
dottoressa Akagi si trovava con addosso soltanto un paio di slip e aveva tutti
i capelli arruffati.
A fianco a
lei c’era il comandante Ikari intento a fumarsi la sua sigaretta.
“Perché
dobbiamo fare tutto questo di nascosto?”
“E’
necessario Ritsuko, credo che tu possa trovare la soluzione molto facilmente.”
“Forse è
tempo che vada, devo darmi una sistemata”
“Non
alzarti, se non vuoi essere licenziata”
“Cosa vuoi?”
“Un ultimo
servizietto” disse il comandante con un sorrisetto.
Ritsuko
sorrise a sua volta e si tirò indietro i capelli.
Shinji era
ancora rintronato ma era sveglio, in camera di Asuka.
Lei non
c’era e lui si alzò subito e andò a cercarla per casa.
Nella foga
entrò in bagno senza bussare e trovò Asuka intenta a farsi un bel bagno caldo.
Rimasero
qualche secondo a fissarsi, Asuka nella vasca con l’acqua fino alla testa e
Shinji a torso nudo con il fiatone.
“PERVERTITOOOOOOOOOOOO!!!!”
Shinji uscì dal bagno inseguito da diversi oggetti volanti non identificati.
Misato che
stava bevendo un caldo caffè si gustò piacevolmente la scena
Finalmente vanno d’accordo
Sorrise e
tornò a bersi il suo caffè.
“Dannata
Asuka, mi ha fatto prendere un colpo sta mattina!”
“Beh,
quando mi sono svegliata l’ho vista fare
le flessioni qui e poi è andata a prepararsi il bagno”
“Poteva
avvisare”
“Non voleva
svegliarti”
“Va bene…
torno in camera mia, dopo Asuka mi faccio una doccia”
“Altolà, ci
sono prima io!” Sorrise Misato.
Shinji
sospirò e rientrò in camera.
Rei era
rimasta a casa quella mattina, doveva finire di fare dei compiti arretrati e
aveva ancora molto da studiare.
Controllò il
telefono e vide che erano arrivati due messaggi da Shinji
“Rei, Soryu
sta decisamente molto meglio, grazie per essere passata ieri”
“Scusa se ti
disturbo, ma oggi avresti voglia di andare a fare due passi?”
Rei rimase
qualche minuto a fissare il cellulare, poi cominciò a digitare sulla tastiera
digitale
“Ciao
Shinji, sono felice che Soryu stia meglio, vorrei venire a fare due passi ma ho
tanto studio arretrato” prima di mandare
il messaggio lo controllò più e più volte.
Si sentiva
sempre a disagio quando doveva comunicare con Ikari, non riusciva a capire il perché.
Si sedette
sulla sedia della scrivania e su quest’ultima giaceva chiuso il libro di Storia
con copertina un Samurai che impugnava la sua spada.
Prese degli
occhiali rotti e li sistemò in un apposita custodia.
“Che merda,
cosa mi serve studiare tutto questo?”
Dall’altra
parte del mondo l’ agente della Nerv, Kaji Ryoji , stava investigando su una
base Seele nascosta in Russia.
La cosa
peggiore fu scoprire che tale base era un sottomarino di classe Typhoon di
origine sovietica.
Kaji aveva
abbandonato il capannone dove si era sistemato per qualche giorno, allestito
come una piccola base operativa per scovare la Seele.
Il sottomarino
sarebbe arrivato in città quella sera e mancavano poche ore al tramonto.
Aveva
analizzato tutti i moli, anche quelli militari ma nessuno di questi poteva
ormeggiare un vecchio sottomarino nucleare.
Allora per
tentare di avvistarlo si portò sul punto più alto di San Pietroburgo, una
scogliera alta 130 metri sul livello del mare.
La vista da
li era mozzafiato, il mare aveva inghiottito la vecchia zona portuale di San
Pietroburgo e la nuova si erigeva nell’ex zona finanziaria, la città si era
spostata letteralmente di centinaia di chilometri e ancora continuava ad
allargarsi.
Mosca fu
rasa al suolo durante la guerra post Second Impact e le persone si trasferirono
nelle città costiere per avere più chance di sopravvivenza.
Dalla
scogliera Kaji poteva contare almeno un centinaio di navi di tutte le
dimensioni, c’era una vecchia petroliera che veniva usata come nave da
trasporto passeggeri , diversi Yatch trasformati in motovedette e un numero
spropositato di navi a vela che tenevano in acqua lenze con le esche, pochi
potevano tornare con quello che il second impact lasciò.
Si posizionò
con una tenda da basso profilo e si posizionò sulla punta della scogliera, in
modo da avere il sole di fianco e non davanti.
La notte
scese e lui attivò la visuale notturna del binocolo in dotazione.
La zona da
controllare era vasta e aveva poco tempo per avvistare il battello subacqueo, doveva
emergere nei pressi della città per evitare i vecchi palazzi e kaji doveva
sfruttare quel momento per vedere dove avrebbe ormeggiato.
L’ora
dell’arrivo del sottomarino arrivò e nella baia non uscì nulla di strano fuori
dall’acqua, c’era un piccolo via vai di navi e soprattutto si notava da
parecchi chilometri una porta container arrivare da nord.
Li per li,
kaji cominciò a perdere la pazienza, erano passati venti minuti, ma del
sottomarino nessuna traccia.
Le navi
piccole alla fonda al largo cominciavano a vacillare dopo il passaggio
dell’enorme nave.
L’agente
ipotizzò che le informazioni a lui passate erano errate e la base era la porta
container, così si posizionò per inquadrare la nave.
“Elese, che nome buffo per una nave”
Lo scanner
sul binocolo tracciava qualsiasi volto nel obiettivo e veniva scannerizzato, ma
nessun membro collegato, neanche lontanamente, alla Seele.
Poi la nave
virò a dritta, puntando verso il porto.
La nave ora
dava sia la prua che la fiancata e Kaji notò la vasta scia che la nave si
lasciava dietro, ora capiva perché le navi ancorate si muovevano costantemente
anche con il mare piatto.
Tornò a
concentrarsi sulla fiancata della nave per esaminare le persone sul ponte,
anche li nessun riscontro… poi, dall’acqua qualcosa scintillò.
“Sarà
qualche pezzo di metallo caduto”
Di nuovo una
scintilla nella scia della nave e ancora un’altra e un’altra ancora, Kaji puntò
il binocolo nella schiuma della scia e sgranò gli occhi.
“Luridi
figli di puttana”
Il binocolo
scattò una foto e la foto ritraeva il periscopio di un sommergibile in mezzo
alla scia della grossa nave, alla distanza di cinquanta metri dalla poppa della
container.
La nave poi
puntò verso la scogliera, non lo avevano individuato… era impossibile.
A circa due
chilometri dalla costiera la nave eseguì una manovra che in gergo navale è
chiamata “Ivan il Matto” e tornò di nuovo nella rotta precedente verso la
scogliera, ma con i motori spenti.
La grossa nave lanciò l’ancora e si fermò a circa duecento metri dalla scarpata
sul mare.
Kaji rimase
a fissarli dall’alto per mezz’ora, l’acqua attorno alla nave si calmò, poi alla
sinistra della container una figura nera e luccicante sbucò dall’acqua facendo
un bel po’ di schiuma.
Il
sottomarino emerse per metà ed era coperto dalla nave da un lato e dalla parete
rocciosa dall’altra.
Le
informazioni non davano indicazioni su quando il sottomarino sarebbe ripartito
e il perché era qui.
La sua
missione era chiara, distruggere la base della Seele e tornare in Giappone il
prima possibile.
Prese
l’attrezzatura necessaria, un coltello tattico, pistola con silenziatore, due
caricatori, visore notturno, guanti, muta termica, pinne, maschera e boccaglio,
ventosa per metalli e una carica esplosiva da 5kg.
Lanciò la
corda dal crepaccio, la quale arrivò a circa due metri dall’acqua.
Piantò la
corda nel terreno e si buttò giù aggrappandosi al cavo.
Scivolò
silenzioso nella parte oscura della scogliera, dove la luce della luna non
illuminava, mentre il sottomarino risplendeva sotto la luce lunare.
Kaji arrivò
alla fine della corda e si buttò in acqua con i le gambe incrociate per evitare
di farsi male ed evitare schizzi e rumori che potessero far avvertire la sua
presenza.
Sott’acqua
attivò il suo visore e si mise le pinne, poi tornò in superficie.
Si diede
un’occhiata in giro, nessuno lo aveva notato e poteva notare che sul ponte di
entrambi i vascelli c’era un po’ di
movimento, sott’acqua non c’era nessun essere che poteva mettere a rischio la
sua vita, perciò si avviò verso il sottomarino.
La tratta
era breve, circa duecento metri a nuoto per un agente operativo erano una
bazzecola, però il freddo e l’attrezzatura incidevano sulle prestazione del
signor Kaji.
Arrivato al
freddo e nero scafo del sottomarino, Kaji attivò le ventose per scalare la
superfice liscia e scura.
Sentiva il
motore ancora attivo e le onde andare contro lo scafo, pochi rumori in
lontananza, nient’altro.
Era arrivato
quasi al ponte esterno del sottomarino, ma la luce lunare lo avrebbe fatto
rilevare alle vedette, perciò optò di stare nell’ombra e aspettare il momento
giusto.
Rimase
appeso almeno per due ore, calcolando i turni di guardia e i loro spostamenti,
stavano facendo rifornimento e manutenzione, la maggior parte dell’equipaggio
era sceso sul container per stare in tranquillità dai rumori dei tecnici.
Era il
momento giusto, nel cambio guardia sarebbe salito sul ponte esterno e si
sarebbe calato in uno dei boccaporti dei missili intercontinentali ancora
vuoti.
I boccaporti
dei missili dei sottomarini avevano un portellone all’interno del battello per
manutenzione missile e alloggiamento.
Era una
discesa di 5 metri in un buco stretto, ma non era un problema.
Arrivato al
fondo del boccaporto si affacciò e notò con piacere che i tecnici erano tutti
in pausa a fumarsi una sigaretta.
Con facilità
uscì e andò verso la mappa infondo alla sala per capire dove si trovava e dove
doveva andare.
Il suo
bersaglio era far esplodere la sala siluri in modo che un esplosione a catena
distrugga tranquillamente tutto il sottomarino, aveva pochi chili di esplosivo
e doveva farselo bastare.
“Ehy, hai
sentito? A quanto pare trasporteremo quello che fu ritrovato nell’artico
quattordici anni fa, la nostra destinazione è Cuba e siamo gli unici che
possono portarlo”
“Perché ne
sei così sicuro?”
“Questo
oggetto sembra che trasmetta delle onde per comunicare con gli Angeli che hanno
attaccato Neo Tokyo-3 e che puntino anche a questo artefatto!”
“Ma non
verremo attaccati anche noi se cercano quella cosa?”
“Il
rivestimento del sottomarino impedisce tutto ciò, per ora è al sicuro”
“Interessante”
mormorò Kaji tra se e se, stando sempre in ascolto dei due membri
dell’equipaggio che stavano pulendo il ponte superiore.
“Ma non
farne parola con nessuno nel sottomarino, ho ascoltato questa conversazione di
nascosto dal capitano, rischiamo che ci butti fuori in mezzo all’oceano!”
“Hai
ragione, meglio tenere la bocca chiusa”
“Dove sarà
la cabina del capitano?” si chiese l’agente della NERV
“Adam… hanno
Adam questi dannati”
Kaji impugnò
la glock silenziata e proseguì per il ponte deserto.
L’alloggio
degli ufficiali si trovava due ponti più in basso, vicino alla sala comando e
poco più avanti si trovava la sala siluri, ovviamente entrambe le sale era
sorvegliate o comunque c’era gente che ci lavorava.
Il reattore
nucleare si faceva sentire, il suo ronzio era costante e rimbalzava qua e la
per il sottomarino, i meccanici aggiustavano tubi, ricaricavano di provviste e facevano
manutenzione di routine.
Con non poca
difficoltà Ryoji arrivò davanti alla cabina del capitano, c’erano due guardie e
lui si era cambiato con dei vestiti della Seele.
Non ci
avevano fatto caso a lui, nemmeno tutti i membri si conoscevano, poteva essere
uno nuovo appena imbarcato che stava esplorando il sottomarino per rendersi
familiare all’ambiente, ma poco importava, nella loro mente un istante dopo che
Kaji passò trovarono solo un proiettile subsonico.
Doveva
sbarazzarsi dei corpi e notando con piacere che le pulizie erano già state
effettuate li sistemò nella stanza degli attrezzi di pulizia venti metri più
avanti.
Ora toccava
alla porta.
Doveva fare
in modo di aprirla senza scassinarla perciò prese gli attrezzi e si concentrò.
Dopo una manciata di minuti la serratura scattò
facendo entrare l’agente segreto dentro la stanza del comandante.
Non c’era
nessuno e la valigetta era li, sulla scrivania.
Chiuse la
porta dietro di se facendo scattare la serratura e controllò l’ora “Ancora
venti minuti”
Si prestò ad
aprire la valigetta contente Adam con la stessa procedura della porta, questa
volta la serratura era più impegnativa ma non impossibile per Kaji.
Aperta la
valigetta Kaji con orrore trovò l’essere che avevano trovato nell’artico, la
causa del second impact e la causa di tutti i mali.
Non c’era
tempo, prese il feto di Adam racchiuso nella bachelite speciale e lo mise nel
minuscolo zainetto impermeabile.
Prese la
carica d’esplosivo e la sistemò al posto di Adam con sopra un bigliettino
scritto “Grazie Seele” poi sistemò
l’innesco in modo che all’apertura della valigetta l’esplosivo potesse saltare.
Chiuse la
valigetta, diede un’occhiata a dei fogli in giro per la cabina e lasciò
l’appartamento del comandante in fretta, direzione sala siluri.
Con sua
disgrazia la sala siluri era molto angusta e ospitava quattro tecnici che
stavano sistemando i siluri negli alloggiamenti.
Prese la
glock e fece un nuovo buco da cui respirare a tutti e quattro i presenti.
Aveva ancora
dieci minuti al cambio della guardia e doveva sbrigarsi.
Sta volta la
fortuna era dalla sua e tutti e i 8 tubi lancia siluri erano vuoti, così
posizionò un corpo per tubo e chiuse il boccaporto.
Arrivò a due
siluri, i quali promettevano una bella esplosione con i fiocchi, e programmò la
testata per esplodere tra mezz’ora, ovvero quando il sottomarino si sarebbe
trovato in via per il largo.
Prese lo
zainetto e si avviò con molta fretta verso la torre d’osservazione.
Aveva ancora
la tuta da tecnico, perciò gli bastava chiedere e sarebbe passato, lo fecero
uscire dalla torre e si trovò travolto da un aria gelida.
Le guardie
stavano fumando una sigaretta e poteva notare che sul container i membri
dell’equipaggio si prestavano per
tornare a bordo del sottomarino sovietico.
Il momento
era perfetto, scivolò dalla torretta al nero e lucente scafo fino ad arrivare
al bordo, li si tuffò di testa nelle acque scure della baia di San Pietroburgo
e nuotò fino alla corda che penzolava li da ore.
Con un balzo
afferrò la corda e si tirò su.
Era fradicio
ma la tuta termica faceva il suo dovere.
Cominciò la
scalata e notò con piacere che i membri del sottomarino erano da poco giunti
sul ponte esterno e stavano per scendere dentro lo scafo.
Arrivato a
dieci metri dalla fine della corda, prese il segnalatore e mandò un impulso
radio “Evacuazione immediata”, a
duecento chilometri un aereo sonico VTOL si sollevò in volo.
Era arrivato
dove si era accampato e mancavano dieci minuti circa allo spettacolo
pirotecnico.
Poteva
notare il sottomarino nucleare filare a pelo d’acqua e andare verso il largo.
Poi un bang
sonico, sopra di lui vide un aereo formare delle spirali e cominciò a scendere
verso la sua posizione.
L’aero
atterrò e Kaji prese la roba che non gli serviva più e la bruciò, mentre saliva
sulla scaletta dell’aereo si girò verso il mare.
Calma
totale, i gabbiani appena svegli stavano sorvolando il porto, piccoli
pescherecci si stavano mettendo in moto poi…. Una colonna d’acqua alta una
cinquantina di metri si levò dalla superficie e dei rottami metallici vennero a galla e in lontananza si poteva sentire il
lamento di una carcassa metallica scivolare verso il fondale.
Kaji sorrise
e chiuse il portellone.
“L’agente
Kaji è in via di ritorno dalla missione, ovviamente compiuta… però ha detto di
preparare gli EVA per un possibile scontro”
“Uhmm, OK,
avvisa la dottoressa Ritsuko!”
“Ok
comandante”
I children
vennero chiamati al quartier generale e si cambiarono pronti per entrare in
azione a bordo degli EVA.
L’aereo di Ryoji Kaji era visibile ora sull’orizzonte e si muoveva velocemente.
“Qui Agente
Kaji, volo 3267 chiedo il permesso di atterrare e di mandare una pattuglia per
controllare se mi stanno seguendo”
“Ricevuto
volo 3267, permesso accordato, atterra alla pista 4 bunker 54”
“roger”
Tutti in
sala erano contenti di sentire la voce di Kaji, il collegamento venne dato
anche ai piloti eva negli spogliatoi.
L’aereo
tocco terra alle 18:44 e si diresse verso il bunker assegnato.
Alle 19
l’eva 02 e lo 01 erano dispiegati per fronteggiare una possibile minaccia
proveniente da nord.
“Agente
Ryoji, vedo che è tornato intatto”
“Faccia poco il furbo, comandante…. Poteva dirmi che la base da far saltare in
aria era un sottomarino!”
“Se l’avessi
saputo te l’avrei detto… ma noto con piacere che la missione è andata fin
troppo bene”
Il
comandante guardava intensamente lo zaino che Kaji aveva in mano
“Kaji…Kaji…
la prego, metta il suo zainetto sul tavolo e si vada a fare una doccia”
“Lei lo
sapeva? Lei sa cosa c’è qua dentro?”
Il
comandante Ikari rimase impassibile
“Mi dica
comandante, come mai il feto dell’essere che venne risvegliato nell’artico è
qui dentro? Cosa sta succedendo?”
“Agente
Ryoji” il comandante si alzò “Si sieda”
Kaji si
sedette sulla sedia davanti a lui tenendo sempre alta la guardia, posò lo zaino
sul tavolo e a sua volta il comandante tornò a sedersi.
“Lo tiri
fuori”
Kaji obbedì
e tirò fuori il pacchetto con contente la bachelite speciale e il feto di Adam
“Bene bene,
direi che si meriti una bella pausa” “ha fatto un ottimo lavoro, e per giunta
ha anche trovato il feto di adam!”
“La prego,
torni domani mattina per un controllo e non dica niente a nessuno”
I piloti
dopo il cessato allarme vennero richiamati e si andarono a cambiare.
Uscito dallo
spogliatoio il giovane Ikari trovò Kaji Ryoji ad aspettarlo
“Signor
Kaji!!”
“Ciao
Shinji! Come sta andando?”
“Bene, non
riesco a capire questa richiesta immediata d’allarme e poi subito il cessato
allarme”
“Niente di
preoccupante” tranquillizzò Kaji “Sta sera vieni a farti un giro con me?”
“Volentieri”
Poi
arrivarono le ragazze
“Signor
Kaji!!!!!!!!!!!!!” Asuka si buttò tra le braccia dell’agente della Nerv
“Signor
Kaji” disse Rei, poi si girò verso Shinji “Tutto bene?”
“Si grazie,
Rei”
“Bene
ragazzi, io torno nell’alloggio e vado a farmi un riposino, fate i bravi!”
disse Kaji ai giovani piloti sorridendo.
Uscito dalla
sala degli spogliatoi trovò ad aspettarlo il capitano Katsuragi.
Misato
rimase ferma, mentre Kaji l’abbracciò e la strinse forte a se.
“Mi sei
mancata”
“Anche tu”
Lui la baciò
intensamente
Il pomeriggio fu lungo e noioso, i children si erano riuniti a casa
Ikari-Soryu-Katsuragi per fare i compiti insieme e aiutarsi a vicenda.
Misato era
rimasta alla base a supervisionare insieme alla dottoressa Akagi i normali
controlli di routine degli EVA.
“Allora Ritsuko… quando arrivano arrivano i nuovi aggiornamenti per gli Eva?”
“A giorni… i
tedeschi si stanno occupando di preparare l’armatura type G per lo 01 mentre
per lo 02 stanno preparando un cannone portatile più un’armatura contro le
esplosioni… la type H”
“Ottimo, speriamo che non arrivino angeli in questi giorni, i ragazzi sono
molto stanchi e i loro livelli di sincronizzazione non si stanno alzando ma
restano comunque ottimali”
“Meno male
Misato, ci mancherebbe che la sincronizzazione peggiori!”
“Sta sera
fai qualcosa in particolare?”
“Penso che
mi occuperò dei miei gatti” la dottoressa aveva 3 gatti, andava pazza per i
felini e aveva sviluppato un attaccamento morboso per i suoi animali.
“vaaaa bene,
allora starò a casa con le ragazze”
“Visto che
ci sei, di a Rei di farsi trovare in sede in mattinata… devo fare degli esami!”
“Ok”
Il capitano
prese i documenti sulla scrivania e si diresse verso il suo ufficio pensando al
suo amato, il quale stava poltrendo sul divano di casa.
La sera
Shinji andò in un locale insieme all’agente NERV.
“allora
shinji… come vanno le cose?”
“Niente di
rilevante, solita routine”
“Mi hai
tenuto in caldo Misato?” disse ammiccando
“Ma…ma… cosa
sta dicendo?”
“Scherzavo Shinji!”
disse Kaji scoppiando in una risata “Ma se tu osassi toccarla, l’unica cosa che
piloterai sarà una sedia a rotelle” tornò serio.
Shinji
rimase in uno stato di shock dopo la frase di Ryo.
Dopo mezz’ora
di auto Shinji riprese il dono della parola “Kaji, dov’è stato di bello?” “Shinji…
lo sai… potrei dirtelo, ma poi dovrò ucciderti” impugnò la pistola sorridendo.
Shinji per
il resto del viaggio rimase paralizzato e spaventato.
Arrivarono
in un locale fuori città
“Qui fanno
la migliore birra della zona”
“Ok, ma non
posso bere Kaji”
“Suvvia,
Misato non saprà nulla!”
“Non so se
sia una buona idea” disse guardando il locale.
C’erano
parcheggiate molte auto e moto, l’edificio era un prefabbricato di tre piani ed
era tenuto molto bene “Paradise” diceva l’insegna.
All’entrata
c’era un grosso bodyguard africano, il quale squadrò da testa ai piedi il
giovane ragazzo e si girò verso Kaji “Ehy Ryo, è l’ora del battesimo?”
Kaji si limitò a sorridere
Il Bodyguard
fece entrare entrambi e venne dato a loro una tessera
“Questa serve per comprare le bevande e i servizi del Paradise” sorrise la
prosperosa ragazza della Reception
“Oh, signor
Ryo… da quanto tempo!”
Kaji si
appoggiò al bancone con un braccio “Ehy Eri, ti vedo in forma!”
I due si scambiarono due parole, Shinji nel frattempo cominciò a guardarsi
attorno.
La sala dove
stavano era poco illuminata da due neon rosa e c’erano divani in pelle per
tutto il perimetro e ogni tanto qualche pianta ornamentale. Shinji cominciava a
temere il peggio.
Mentre si
avviavano verso una porta Shinji si rivolse all’agente “Kaji dove siamo? Cosa
cazzo è il battesimo?”
“Sta
tranquillo Shinji, ti divertirai!”
Quando la
porta della sala principale venne aperta, i due vennero inondati dalla musica
elettronica e dall’odore misto di sigarette, profumo e alcool.
Dentro c’era
un mucchio di gente, personale della NERV, studenti delle superiori e
impiegati.
Ma soprattutto
c’era un quantitativo di donne sproporzionato.
“Cos…cos’è
sto posto?”
“Il mio
locale preferito”
Kaji prese
per la spalla Shinji e lo portò al bancone
“Due birre,
Asahi Super!”
“Arrivano”
disse il barista
Davanti ai
due arrivarono due bicchieri da 0,5L colmi di una birra leggermente ambrata da
un odore forte ed invitante.
Kaji prese
la bevanda fredda e cominciò a berla tutta di un sorso, poi si fermò “Coraggio
Shinji, offro io!”
“Signor Kaji…
non penso di farcela”
“Shinji, se non lo fai… ti condannerò ad un mese di pulizie forzate in casa mia”
Shinji solo
al pensiero di mettere in ordine la casa della persona più disordinata del
mondo non se lo fece ripetere due volte e prese in mano il bicchiere.
Il mondo
cominciava a girare e la musica lo stava trasportando in un altro mondo e con
se aveva un altro bicchiere di quella bevanda inebriante.
Dopo quello
che per Shinji sembrò un’eternità ma in realtà fu un’ora, si ritrovò su un
divanetto accerchiato da bellissime ragazze mentre Kaji stava li vicino ad
osservare la scena.
L’agente era
fidanzato, perciò aveva scaricato tutte le ragazze che ci avrebbero provato.
“Complimenti
Shinji, è l’ora del battesimo” sussurrò tra se e se.
“Allora
ragazze, chi si porterà il giovane Ikari nel paradiso?”
Su 5 ragazze solo due si offrirono e se lo contesero giocando a “carta forbice
sasso” e vinse una bellissima ragazza dai capelli neri e occhi verde acqua , un
po’ piatta ma con un lato B da urlo.
Celine, la
ragazza in questione, prese Shinji per la mano e lo portò via.
Le altre
ragazze tornarono a ballare e a divertirsi.
Shinji aveva
ancora la testa che girava ma aveva cominciato a capire dove si trovava… era in
una stanza con le pareti blu chiaro su un letto nero con una scritta sopra la
spalliera “LOVE”.
Era coricato
e sopra di lui a cavalcione c’era una bellissima ragazza dai capelli neri che
lo stava spogliando.
“Shinji-kuuuun
fammi divertire” cominciò a baciare gli addominali appena accentuati del
giovane.
“Dove…dove sono?”
“Sei con me
Shinji-kun! Divertiamoci!”
La ragazza
si tolse la maglietta che aveva e si levò i tacchi, poi si tolse il reggiseno.
Shinji non
sapeva se era l’alcool o la vista della bella ragazza sopra di lui a
procurargli piacere.
Ad un certo
punto si accorse che sotto i pantaloni aveva una rialzatura, divenne rosso.
“Oooh
Shinji-kun, sei già eccitato? Anch’io lo sono!”
“Che cazzo
sta succedendo, ehy tu… come ci siamo arrivati qui?”
Il suo IO interno non rispose
La ragazza
sopra di lui si era appena tolta i pantaloni di jeans e rimase con un perizoma
di pizzo nero, poi toccò a lui.
Rimasero entrambi
in mutande e lui poteva sentire che la ragazza si stava eccitando.
Ormai l’effetto
dell’alcool stava svanendo e Shinji cominciava a capire cosa in realtà stava
succedendo.
“Cosa.. cosa
stai facendo?”
La ragazza
era partita a baciare la guancia del giovine per poi passare ad un bacio a
stampo e infine scendere pian piano verso il basso.
Cercò di divincolarsi
ma era legato con delle manette alla spalliera del letto ed era impossibilitato
a liberarsi.
Ormai la
ragazza era arrivata al punto critico e Shinji pure “Basta! Ti prego, fermati!”
“troppo tardi Shinji-kun… ormai sei mio!” la ragazza prese la zona delicata di
Shinji , ancora coperta con il boxer, con la mano e cominciò a giocarci.
Shinji
esplose.
“Basta ho
detto!” Shinji si liberò delle manette sfondando la catena e alzandosi.
I ruoli si
invertirono, ora si trovò lui sopra e la ragazza completamente ubriaca sotto.
“Shinji-kuuun,
sei un tipo violento!” ammiccò la ragazza toccandosi.
Delle
lacrime caddero sul viso delicato della ragazza.
Il giovane
pilota si sedette sul bordo del letto con le mani in faccia, la ragazza distesa
sul letto rimase scossa.
Lei si alzò
e si mise a sedere vicino a lui.
“Shinji-kun…
tutto apposto?”
“sto
piangendo, evidentemente no.”
“Cosa ti è
successo?”
“Niente…
sono solo innamorato” alzò il viso lacrimante e sorrise.
La ragazza
aveva lacrime agli occhi e sorrise al ragazzo e lo abbracciò
“Vai da lei,
se lo merita un ragazzo così”
Shinji
ringraziò Celine di non essere andata subito subito al sodo e si rivestì e
aiutò la ragazza.
Shinji uscì
dalla sala e dietro di lui Celine aveva la faccia completamente arrossata e si
teneva al braccio del giovine.
Kaji era li
fuori ad aspettarlo.
L’agente
NERV pagò tutto e tornarono alla macchina.
Kaji si
accese la sigaretta e si rivolse a shinji “Allora..a quale delle due a casa
appartiene il tuo cuore?”
Shinji
rimase in silenzio
“Coraggio
Shinji…”
“A-A-Asuka”
Kaji rimase
sorpreso e gli cadde la sigaretta per terra, sorrise ed aprì l’auto.
Il ritorno
fu molto silenzioso.
Le donne
invece se la stavano spassando con i videogiochi, cosa in cui Asuka era
fortissima prima di incontrare la cinica Rei.
“Ma come fai
sempre a battermi?”
“Lo trovo molto semplice”
“Suvvia
ragazze, fate le brave” Misato cercava di imparare a giocare
“Misato, è
inutile… sei scarsa.”
“Signorina,
non è colpa mia se sono cresciuta in un’epoca in cui non c’era nulla”
Dopo il
second impact avere una console o qualsiasi forma di intrattenimento era assai
difficile e raro.
“Non
troviamo scuse Misato!”
“Asuka
calmati o perderai un’altra partita”
“Tu… non
osare!”
Asuka prese
in mano il joystick e sfidò di nuovo la ragazza dai capelli azzuri.
Misato ormai
battuta su tutti i fronti trovò sollievo nella birra.
La loro
serata fra donne durò fino alle due di notte, quando tutte e tre si
addormentarono guardando un filmato del videogioco.
I ragazzi
arrivarono intorno alle tre del mattino e aperta la porta trovarono le tre
distese sul tappeto in salotto.
Rei si era appoggiata al tavolino per dormire, Asuka era spaparanzata mentre
Misato era la messa peggio.
Entrambi si
guardarono e risero.
Kaji prese
Misato e la portò nella sua camera, mentre Shinji prese Rei e la posò
delicatamente sul divano, poi prese la tedesca e la portò nel suo letto (di lei
eh).
Infine i due
si salutarono e andarono a dormire.