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Autore: Svazzi    11/10/2015    1 recensioni
[...]"Buongiorno signor Smith" dissi aprendo la porta e notando che effettivamente avevo davanti il vecchio signore, mi squadrò da capo a piedi prima di allungare lo sguardo dietro di me e guardare Harry che lo salutò con un gesto della mano sorridendo sornione "Signorina Austin, un po’ di contegno!" mi ammonì scandalizzato "Sono in casa mia, anzi le dispiace fare in fretta? Io e Harry stavamo per entrare nella doccia quindi avremmo un po’ di fretta" l’anziano mi fulminò con lo sguardo prima di scuotere la testa e bofonchiare qualcosa
"Oggi vengono a trovarmi dei parenti, gradirei che il volume della vostra musica e i ragazzi in casa vostra siano tenuti a bada" disse sprezzante, risi di gusto "Stia tranquillo, il rave party l’abbiamo organizzato per domani, ora se non le dispiace ho un bel ragazzo in casa mia che mi sta aspettando, buona giornata e mi saluti i parenti"[...]
Genere: Fluff, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Niall Horan, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Emma

 

Era da un’ora che mi rigiravo quella lettera tra le mani, avevano accettato il  mio racconto, e pensare che l’avevo inviato così per gioco.
E ora? Cosa sarebbe successo? Avrebbero davvero pubblicato una mia storia? Provavo dei sentimenti contrastanti dentro di me, da un lato ero felice, insomma era il  mio sogno da sempre vedere una mia storia pubblicata, dall’altro ero triste perché io ed Harry ci eravamo appena lasciati definitivamente e io non avevo detto a nessuno che avevo spedito un mio lavoro ad una casa editrice.
Chiusi gli occhi e cercai di tranquillizzarmi un attimo, dovevo prima di tutto contattarli e vedere che cosa mi avrebbero detto; poi avrei pensato a tutto il resto.

Presi il telefono e composi il numero che era segnato sull’intestazione della busta. Dopo un paio di squilli una voce mi rispose «Boston Publishing House, come posso aiutarla?» mi chiese una voce cordiale dall’altra parte della cornetta «Buongiorno, mi chiamo Emma Austin, mi è arrivata una lettera che mi informava che la vostra casa editrice aveva accettato di pubblicare il mio racconto» dissi insicura di quello che avrei dovuto dire, forse avevano cambiato idea e ora non volevano più pubblicarlo.
Aspettai qualche secondo che la signorina rispondesse «Signorina Austin, la metto subito in contatto con il mio capo, deve solo avere un attimo di pazienza» annuii ricordandomi solo in un secondo momento che non poteva vedermi «Certo, aspetto».
Sentii partire quella solita musichetta snervante che mettevano sempre quando eri in attesa; cominciai a tamburellare il piede a terra con ansia, cosa dovevo aspettarmi da quella cosa? Cosa sarebbe successo adesso?
Sbuffai mentre continuavo a sentire quella musichetta odiosa nelle orecchie, ci voleva tanto a mettermi in contatto con il capo?
Proprio quando stavo per perdere la pazienza, sentii una voce maschile e molto più profonda e meno cordiale di quella precedente «Signorina Austin?» mi schiarii la gola «Si, sono io» la mia voce sembrava più alta di qualche ottava, come quella di un gatto che stava per essere ammazzato, ovviamente.
«Sono Josh Malkovich, il direttore della Boston Publishing House. Il pezzo che ci ha mandato era davvero ottimo, lei da quanto scrive, signorina?» disse con un tono più amichevole che mi fece tranquillizzare all’istante «Beh, scrivo da quando avevo circa sedici anni, ma non mi sono mai ritenuta brava. Questo era un sogno nel cassetto» lo sentii mormorare qualcosa che non riuscii a decifrare «Beh, a noi piacerebbe pubblicare il suo operato, ovviamente con il suo permesso» come se effettivamente io avessi potuto anche solo pensare di rifiutare un’offerta del genere «Signor Malkovich, sarebbe un onore per me!» esclamai tentando di mantenere un certo contegno «D’accordo, allora ci terremo in contatto, ci sarà da lavorare a molte cose».

Dopo aver definito un appuntamento telefonico con la segretaria, mi buttai sul letto, tutto stava succedendo troppo in fretta.
Prima la rottura con Harry, poi questa notizia; non avevo nemmeno il tempo di metabolizzare tutto quello che mi stava succedendo.
Ora non restava altro che dirlo alla mia migliore amica e sperare che non si arrabbiasse per non averglielo detto prima.

 

 

Mia

«Sono a casa!» urlai appena aprii la porta, sperai di vedere Emma già intenta a preparare la cena, ma era come sperare che lo spirito santo scendesse nel nostro appartamento.
Alzai gli occhi al cielo quando vidi la sua giacca abbandonata disordinatamente sul divano.
Aprii la porta della sua stanza solo per trovarla sdraiata a pancia in giù, sul letto, con addosso solo una maglietta e della musica alternativa che ogni tanto ascoltava, quando non riusciva a decifrare se era arrabbiata, triste o felice.
«Hey, stai bene?» chiesi andandomi a sedere vicino a lei e scostandole i capelli dalla faccia, doveva decisamente decidersi a tagliarli.
Si mise a sedere appoggiandosi alla testiera del letto «Onestamente, non lo so» si passò una mano tra i capelli e mi guardò, riuscivo a capire quanto fosse confusa, il suo viso non dava spazio alla tristezza né a qualsiasi altro sentimento; era completamente neutra.
«Vuoi parlarne?» chiesi cauta, sapendo quanto la mia migliore amica fosse impulsiva.
Annuì leggermente, mi chiesi cosa effettivamente le passasse per la testa.
«Sono stata licenziata, ho fatto una scenata e Marcus si è arrabbiato perché dice che è stufo del mio comportamento impulsivo. Ma questa non è la cosa peggiore: ho lasciato Harry definitivamente, mi sento come se qualcuno mi avesse strappato il cuore dal petto; non credevo che avrei mai sofferto tanto per un ragazzo; ma non ho nemmeno il tempo di metabolizzare questo dolore perché circa un mese e mezzo fa, avevo trovato su un giornale un articolo di una casa editrice che cercava nuovi scrittori da lanciare sul mercato, così per gioco ho inviato un mio racconto e ora lo vogliono pubblicare».
Ero stupita dalle parole di Emma, ero indubbiamente contenta, ma il fatto che non mi avesse detto nulla mi faceva leggermente male.
«Io … Emma, è una bellissima notizia; solo che ora … Devo andare» dissi alzandomi dal letto «No, Mia, aspetta un attimo» sentii la mia migliore amica alzarsi dal letto e venirmi incontro «Davvero Emma, ci vediamo dopo».

Uscii di casa senza nemmeno sapere dove fossi diretta, né senza sapere davvero perché me ne fossi andata. Il fatto era che sì, era contenta per Emma, ma quello era sempre stato anche il mio sogno e vedere che lei l’avesse realizzato mentre io me ne stavo seduta alla redazione di un giornale importante, per di più senza rendermi partecipe, mi aveva fatto male.
Odiavo i taxi, li odiavo davvero, ma in quel momento c’era solo un posto dove volevo essere e non mi sarei di certo fatta fermare dal mio odio per i tassisti.
Riuscii miracolosamente a fermare un taxi sul ciglio della strada e, circa venti minuti dopo, ero già a destinazione.
Non sapevo se lui mi voleva effettivamente là o se non voleva più vedermi, dato che non ci parlavamo da giorni; ma io volevo davvero stare con lui.
Dopo dieci minuti in cui cercavo di convincermi a suonare il campanello, riuscii finalmente a schiacciare il pulsante.

Quando mi aprii la porta non potei fare a meno di notare quanto fosse bello e quanto mi fosse mancato in quei pochi giorni «Mia, non ti aspettavo, entra» disse facendosi da parte per farmi entrare nell’appartamento «Scusa, avrei dovuto avvisarti» lui scosse la testa «Non preoccuparti, è solo che c’è Harry, dovrebbe fermarsi qui a cena» accidenti, avrei preferito rimanere da sola con lui, ma alla fine non potevo pretendere che Harry se ne andasse solo perché io ero piombata così in casa di Niall.
«Oh, non è un problema, anzi se vuoi me ne vado» dissi pronta ad essere cacciata di casa «Ma che dici, ordiniamo una pizza e mangiamo tutti e tre insieme»  annuii avviandomi verso il soggiorno dove Harry era seduto sul divano con una birra in mano.
Non aveva una faccia molto allegra, probabilmente c’entrava con il fatto che Emma l’avesse appena lasciato «Hey» dissi sedendomi vicino a lui e mettendogli una mano sulla spalla «Hey» rispose lui con poco entusiasmo «Emma mi ha dato la notizia, come ti senti?» lui scosse la testa prima di girarsi a guardarmi «Mi sento uno schifo, Mia. Io … Sono un idiota, è tutta colpa mia, se solo non le avessi detto quelle cose sarebbe andato tutto diversamente» si passò una mano tra i capelli e prese un sorso dalla sua birra.
«Amico, credo che anche se non avessi detto quelle cose, prima o poi sarebbe andata a finire così. Tu ed Emma siete due bombe a orologeria, quando litigate rischiate di uccidervi a vicenda e cercate tutti i modi per farvi del male e colpirvi; vi amate, ma Emma ha ragione, non è abbastanza» annuii alle parole di Niall, Emma la conoscevo bene e quando litigava con una persona cercava di colpirla sui punti deboli e gli rinfacciava tutto ciò che poteva rinfacciargli «Niall ha ragione, la conosco da una vita, lei scopre i tuoi punti deboli e li colpisce uno ad uno e tu sei come lei, Harry. Inoltre, la nostra cara Emma non avrà più tempo per noi» entrambi i ragazzi mi guardarono confusi, come se mi fosse cresciuta una seconda testa.
«Che intendi?» mi chiese il riccio «Beh, ha inviato un suo racconto ad una casa editrice e questa a deciso di pubblicarlo; tu ne sapevi qualcosa?» Harry scosse la testa e si appoggiò con le spalle al divano prendendo un altro sorso di birra «No, non ne sapevo nulla, ma immagino che il gioco “teniamo nascoste le cose ad Harry” fosse il suo gioco preferito» disse mimando le virgolette con le dita.
Capivo esattamente come si sentiva Harry, perché io mi sentivo allo stesso modo: tradita; non solo perché non mi aveva detto che aveva inviato il suo racconto, ma anche perché lei sapeva che quello non era solo il suo sogno nel cassetto; sapeva che avrei lavorato tutta la vita pur di vedere qualcosa di mio pubblicato.
«Ragazzi, non siate duri con Emma, io credo che l’abbia fatto solo così per provare. Quando fai una cosa così importante, non pensi nemmeno alle conseguenze, diamine non pensi nemmeno di poter davvero raggiungere quel risultato! È come quando compri un biglietto della lotteria, non pensi mai di essere il vincitore, eppure potresti vincere i milioni!» disse il biondo sedendosi di fianco a me.
Beh, non aveva tutti i torti, Emma stessa mi aveva confessato che aveva solo inviato il suo racconto per gioco; ma ugualmente non riuscivo ad essere realmente felice per lei.
«Niall, vedi solo la parte buona delle persone, inoltre la tua ragazza non è psicopatica tanto quanto la mia ex, a proposito, avete fatto pace?» arricciai il naso alle parole di Harry «Hey, la mia migliore amica non è psicopatica! E comunque no, io e Niall non abbiamo ancora chiarito, ero venuta qui apposta» tentai di difenderla, ma ci guadagnai solo un’occhiata di fuoco da Harry e Niall «Andiamo! Ok, ha certi atteggiamenti un po’ aggressivi, ma in fondo è la persona più buona del mondo, Harry la conosci ormai; avrebbe fatto di tutto pur di renderti felice e lo sai perfettamente» si passò una mano tra i capelli sbuffando «Lo so, ma non ricordarmelo per piacere. Ora, voi due, chiudetevi in una stanza e chiarite; io ordino le pizze, ma vi prego di essere silenziosi perché non sono emotivamente stabile per sentire il mio migliore amico e la migliore amica della mia ex fare baldoria in camera da letto» alzai gli occhi al cielo e gli tirai uno scappellotto in testa prima di alzarmi dal divano e dirigermi verso la camera da letto di Niall.

Eravamo entrambi seduti sul letto, nessuno dei due si muoveva o parlava e la tensione era talmente tanta che avrei potuto toccarla con le mie dita.
«Onestamente, non so nemmeno perché abbiamo litigato» disse Niall spezzando il silenzio, scoppiai a ridere incapace di mantenere un minimo di serietà «Stai scherzando? Hai detto delle cose profondamente maschiliste e, ad ogni modo, se davvero non sapevi per quale motivo fossi arrabbiata, perché non mi hai scritto?» lui alzò le spalle e si passò una mano tra i capelli «Beh, io non vi capisco, voi donne siete lunatiche e non volevo farti arrabbiare di più; poi, sinceramente, non sapevo cosa scriverti perché non sapevo bene per quale motivo ti fossi arrabbiata con me» mi disse sincero, risi di nuovo e gli accarezzai una guancia «Se mi avessi scritto, sarei stata sicuramente più felice, ma ora è tutto ok» mi sorrise e mi lasciò un bacio, fin troppo casto per i miei gusti, sulle labbra «Ascolta, dopo cena caccio Harry a calci nel sedere e tu ti fermi a dormire, che ne dici?» sorrisi e annuii lasciandogli un altro bacio sulle labbra.

«Ragazzi, mi ci voleva proprio una bella pizza per tirarmi su il morale» disse Harry mettendosi una mano sulla pancia «Harry, vedrai che tornerete insieme, ne sono sicura. Nonostante tutto, siete fatti per stare insieme» mi sorrise grato «Grazie Mia, ora, me ne vado perché direi che ho già fatto abbastanza da terzo incomodo. Usate il preservativo e assicuratevi che non si rompa, a me questa storia ha fregato di brutto! Buonanotte ragazzi» disse poi alzandosi da tavola, mi lasciò un bacio tra i capelli, diede una pacca sulla spalla a Niall e se ne andò.
«Finalmente soli» disse Niall alzandosi da tavola e prendendomi la mano. Mi trascinò fino al soggiorno e ci sedemmo sul divano «Sai, mi sento un po’ in colpa, ho lasciato Emma da sola a casa senza darle nessuna spiegazione e …» mi mise un dito sulle labbra stoppando le mie parole «Non voglio più sentire il nome di Emma fino a domani mattina, ne abbiamo parlato fin troppo, sono sicuro che saprà cavarsela. Ora, mia cara, direi che dovresti usare quella bocca per fare altro» disse sorridendomi malizioso.
Lo guardai incredula, non mi sarei mai aspettata qualcosa del genere da Niall «Signor Horan, sta diventando estremamente volgare» dissi prendendolo in giro «Che ci posso fare? La tua bocca mi piace, specialmente se è sul mio corpo» scoppiai a ridere e gli tirai un buffetto sul petto  «Finiscila, mi sembra di parlare con Harry» lui mi guardò sorridente, con gli occhi più luminosi che mai, Dio quanto era bello «Fatto sta che non hai ancora messo la tua bocca su nessuna parte del mio corpo e la stai usando solo per parlare» disse avvicinandosi pericolosamente a me. Mi mise due dita sotto il mento e, senza darmi il tempo nemmeno di respirare, posò le sue labbra sulle mie.
Amavo baciarlo, amavo lui e amavo qualsiasi sensazione che i nostri corpi a contatto mi davano.
Ci staccammo dopo un tempo che sembrava infinito, ma ugualmente troppo breve per i miei gusti. Non c’era bisogno di parlare perché i suoi occhi brillavano e probabilmente i miei riflettevano i suoi perché in quel momento stavo bene con il mondo e tutte le mie preoccupazioni e le mie paranoie non esistevano.
«Ti amo» mi sussurrò accarezzandomi una guancia, sorrisi mentre sentivo il cuore accelerare i suoi battiti come se volesse uscirmi dal petto «Ti amo anche io» risposi prima di baciarlo nuovamente e fare l’amore con lui.

 

Finalmente ecco questo capitolo in super ritardo!! Sono imperdonabile perché avevo promesso a Rebecca che l’avrei pubblicato una settimana fa e invece lo sto pubblicando oggi…
Scusate tutta questa attesa, ma non ho mai il tempo di fare nulla, spero di riuscire a non farvi attendere troppo per il prossimo!
Allora, questo è un po’ un capitolo di passaggio, Emma viene lasciata sola da Mia che è felice ma allo stesso tempo un po’ gelosa di lei; Harry è triste ed arrabbiato mentre Niall, beh è sempre Niall!
La fine si avvicina, spero che questo capitolo vi sia piaciuto e come al solito le recensioni sono ben accette!

Per qualsiasi cosa, vi lascio i miei contatti

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Un bacio e alla prossima
Sil

 

 

   
 
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